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03/09/2009 20:17 | |
NELLA GIOVANE DONNA DI NAZARET... IL VOLTO DI TANTE DONNE
Ho incontrato tante volte Maria di Nazaret nella mia vita di donna, di madre e di giornalista. Ma non nelle chiese dove avevo imparato sin da piccolissima a pregarla, soprattutto nel mese di maggio, quando la mia nonna mi portava per mano la sera, attraverso i prati, palpitanti di lucciole oggi scomparse, in un'antica cappella a recitare il rosario. Non nella grande Basilica di Maria Ausiliatrice dove studentessa mi recavo con la mia classe a festeggiarla nei momenti liturgici importanti dell'anno. E neppure nell'amatissimo Santuario della Consolata, cuore di Torino devota che ha affollato di ex voto, commoventi e naìf, i corridoi laterali. In questi luoghi di culto mi sono inginocchiata davanti alla sua effigie e ne ho ricevuto conforto e consolazione in tanti momenti difficili, di sofferenza e di gioia, di ringraziamento e di richieste.
L'ho incontrata per strada
Maria di Nazaret l'ho incontrata per strada, nelle case, nei paesi del benessere e in quelli della povertà, in luoghi geografici a volte neppure segnati sulle cartine, in situazioni da tutti ignorate, nella solitudine di destini che nessuno registra, neppure all'anagrafe.
Sulle montagne delle isole di Capo Verde, un arcipelago battuto dal vento e assetato di pioggia nell'Oceano Atlantico, l'ho vista uscire da una casupola isolata fra i detriti lavici, tutto attorno un deserto di pietre, che si raggiunge solo a dorso di mulo. Si è affacciata sull'uscio con un bimbo per mano, il volto giovanissimo invecchiato da un reticolo di rughe, il corpo magro di chi mangia forse neppure una volta al giorno. Aveva due uova in mano e non c'è stato verso di rifiutarle, mi ha costretta a prenderle con uno sguardo d'intimità affettuosa che mi ha rivelato la sua storia di sacrifici nascosti, di esistenza ignorata, di umiliazioni subite.
Un momento magico e irrepetibile in cui ci siamo confidate senza parlare, lei rassegnata al suo destino accettato con amore, io d'improvviso svuotata di tutte quelle sovrastrutture che impediscono all'anima di uscire allo scoperto, nuda nella mia pochezza d'inquilina di tanti privilegi, con un desiderio improvviso di essenzialità che mi ha ripulita di tante inutilità. Ci siamo abbracciate come vecchie amiche, come la giovane Maria con la cugina Elisabetta, e mi sono saliti dal cuore spontanei i primi versetti del Magnificat: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore, perché ha guardato l'umiltà della sua serva».
Nei bambini di Bornbay
Ho incontrato Maria Bambina in India, in una strada di Bombay affollata di bimbi denutriti, con gli occhi grandi che occupano tutto il visino macilento, le manine tese verso il turista che li guarda incuriosito o infastidito, ogni momento rischiano il pericolo di essere travolti dalle macchine che corrono senza regole e neppure vedono quelle formichine assiepate lungo i marciapiedi o sugli spartitraffico. La bambina stava in disparte, nei suoi occhi sembrava finito tutto il dolore del mondo, un abisso d'angosce e di paure. A differenza dei suoi coetanei più arditi, non porgeva le manine perse dentro ad un vestito a brandelli che copriva a stento le gambine esili, il corpicino prosciugato da tanti digiuni, il faccino smunto e sporco di polvere, con una traccia di lacrime.
I suoi occhi nei miei occhi, ci siamo guardate, lei senza alcuna pretesa, io con un rimescolio nelle mie viscere di madre che spesso non ha saputo capire di che cosa i figli hanno veramente bisogno, li ha inondati di privilegi che rendono esigenti e indifferenti, non ha saputo offrire quell'attenzione quotidiana che significa crescere insieme, godere insieme ai nostri ragazzi dei piccoli, ma importanti gesti d'amore, di generosità, di conoscenza nascosti nelle pieghe delle giornate. Significa cercare insieme quel senso vero e profondo delle cose che aiuta a liberarsi dei falsi miti d'oggi, reagire all'amoralità dilagante, alla sete di denaro e di potere.
Ho visto nei suoi occhi la sofferenza di milioni di bambini ai quali è stata, e continua ad essere, violata e rapita l'infanzia, stuprato il corpo, uccisa l'anima. Vittime innocenti e senza voce non solo di tanti turpi e criminali commerci, ma anche di situazioni familiari "normali", dove l'egoismo degli adulti, la povertà dei cuori, l'ottusità delle menti, sacrificano l'esistenza dei figli. Mentre mi allontanavo dalla mia Maria Bambina indiana ho capito come ognuno di noi è complice di questa strage degli innocenti se non la denunciasse non opera in qualche modo perché venga sconfitta, se la ignora per distrazione o per omissione.
Nella ragazza di Korogocho
Ho incontrato Maria, giovane ragazza madre, a Korogocho, una delle fatiscenti bidonville che circondano Nairobi, dove ero andata a trovare padre Alex Zanotelli, centomila abitanti che vivono nel fango e fra le fogne a cielo aperto, a ridosso di una grande discarica. Il 60% ha l'Aids. Si chiamava Wangoi, diciotto anni, sola al mondo, era stata obbligata a prostituirsi per mantenere il figlio che aveva avuto dall'uomo che l'aveva abbandonata e così si era presa anche lei l'Aids.
Ridotta a un mucchietto di ossa, mi guardava dal suo giaciglio nella baracca infestata dai topi con lo sguardo d'infinita materna tenerezza che tanti pittori sono riusciti a consegnare alle loro Madonne. Vicino a lei il piccolo Kimeo di quattro anni, anche lui un grumo di ossicini. Wangoi aveva chiesto ad Alex di battezzarla insieme al suo bimbo che pregava l'Abba, "Ba, Ba", perché salvasse la sua mamma. Aveva detto al comboniano, che da più di dieci anni condivideva la vita con questi ultimi fra gli ultimi: «Più mi sono sentita sola e tradita, più ho avuto fame e sete di Lui. Vorrei il battesimo. So che Lui mi accoglierà! Ho sete di acqua viva». Wangoi, madonna africana con il suo bimbo fra le braccia già crocifisso anche lui all'Aids, che mi ha fatto capire quando siamo spesso superficiali nei nostri giudizi affrettati e quanto la nostra morale è ipocrita, quando emargina o condanna senza tenere presente le cause che inducono al male e che spesso arrivano proprio dal nostro mondo perbenista, da una nostra complicità fatta di omissioni, di non interventi.
E mi sono risuonate nelle orecchie le parole di Alex: «Non capisco più nulla di fronte a questi poveri che non mi lasciano dormire. Se guardo con i loro occhi leggo tutto in modo diverso, le certezze e le sicurezze che ho maturato negli anni si sbriciolano. Prima di arrivare qui ero come il cieco nato del Vangelo. Lo siamo un po' tutti, noi del primo mondo, come quel cieco!». Grazie Wangoi di avermi fatto incontrare la giovane donna di Nazaret e in lei i milioni di donne sfruttate, offese, umiliate soltanto perché donne.
Nel coraggio di Almira
Sulle palafitte della Baia di Todos Los Santos, a Salvador di Bahia, ho incontrato Maria, silenziosa e solerte custode della sua povera casa di Nazareth. Si chiama Almira ed ha cresciuto i suoi cinque figli nella baracca sull'acqua, assistendo, spesso impotente e a volte in ritardo, al dramma dei bambini che, lasciati soli, cadevano nel liquame del mare stagnante e venivano ripescati già morti o straziati dagli spuntoni dei pali infissi dai pescatori. Un giorno Almira ha deciso che quel drammatico spettacolo non era più sopportabile. I figli erano cresciuti e se n'erano andati di casa. Allora ha preso la pentola nella quale aveva preparato i pasti per anni, le suppellettili consumate dall'uso, un materasso e la Bibbia. Ha attraversato la passerella di assi marce che la separava dalla terra ferma ed è andata a cercare un angolo di terreno per accamparsi. Lì ha piantato quattro pali di legno, una latta per tetto, pareti di cartone.
Ha sistemato le sue poche cose e subito dopo ha cominciato ad accogliere durante il giorno i bambini che venivano lasciati soli sulle palafitte. Dieci, venti, duecento.
La Provvidenza l'aiuta a nutrirli e san Francesco, il suo santo preferito, a salvarli da situazioni sempre più pericolose. Ha creato una escolina che è anche una casa di accoglienza per la notte e il giorno. «Quando vado nelle baracche mi sento un po' come Maria che va a fare visita a santa Elisabetta. Spesso ritorno con in braccio qualche neonato che stava per fare una brutta fine. Un giorno sono arrivata appena in tempo, i genitori ubriachi stavano per tagliare in due la figlia di pochi mesi. La miseria della gente delle palafitte è così senza soluzioni che a volte li fa impazzire». La sera quando i bambini dormono Almira degli alagados legge il Vangelo, guarda i suoi figli adottivi e si sente come Maria a Nazaret che veglia il suo Bambino, si sente "in paradiso".
Nel dolore di una madre
La Madonna dei dolori, quella del Calvario, l'ho incontrata in un condominio popolare di una grande città del Nord Italia, nel piccolo appartamento che odorava di cucina e di medicinali. Era seduta accanto al letto del figlio devastato dall'Aids. Il marito l'aveva abbandonata, spaventato da quel dramma familiare che tanti padri non riescono a reggere, mentre le madri non scappano mai, rimangono in trincea fino alla fine. Con mano leggera spostava le lenzuola divenute troppo pesanti per il corpo scarnificato del ragazzo e con una garza bagnata gli inumidiva le labbra con gesto dolcissimo che rivelava tutta la sua profonda intimità con la sofferenza del figlio, la sua disperazione che aveva sete di speranza.
Lui, quando apriva gli occhi smarriti, cercava lo sguardo della madre e vi si perdeva, poi li rinchiudeva con il volto disteso in un'ombra di sorriso. Non erano più soltanto una madre ed un figlio, ma Maria che sotto la Croce piange e soffre con il suo Gesù, lo abbraccia idealmente in attesa di riceverlo fra le sue braccia, quando glielo depositeranno in quel grembo che lo ha partorito.
Sono soltanto alcune delle Madonne che ho incontrato nelle strade della mia vita. Madonne sconosciute che non saranno mai messe sugli altari, ma che mi hanno permesso di scoprire in Maria, una donna dei nostri tempi con la quale colloquiare, soffrire e sperare. Una Madonna alla quale posso confidare tutto, veramente tutto, perché lascia ogni giorno il cielo nel quale è stata assunta, per vestire la carne delle nostre fragilità e sofferenze, delle nostre povertà e delle nostre speranze. Insieme, con le parole dei nostri tempi difficili, camminiamo nella vita verso quella luce dell'amore emanato dalla sua maternità misericordiosa che consola, lenisce le ferite, dispensa aiuti e grazie, mai ci abbandona nei momenti del dolore come in quelli della gioia.
Mariapia Bonanate
IL SANTO ROSARIO
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Noi diciamo a Maria: Intercedi per noi. Ricorda a Gesù che ha voluto nascere, soffrire e morire per salvarci. Egli ha accumulato meriti infiniti nell'incarnazione, nella vita nascosta, nelle fatiche apostoliche, nella passione e morte di croce. Presentagli questi meriti, e avrai diritto a tutte le grazie. Noi preghiamo per la Chiesa, preghiamo per la patria, per la famiglia, per gli amici vivi e defunti. La tua bontà è illimitata; attingi, o Maria, dal Cuor di Gesù tutte le grazie che ci sono necessarie. P Dehon
O Dio vieni a salvarmi! Signore, vieni presto in mio aiuto!
Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito santo, come era in principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen!
Dolce Cuore di Gesù, fa che io t'ami sempre più! Dolce Cuore di Maria, sii la salvezza mia!
Gesù, perdona le nostre colpe, preservaci dal fuoco dell'inferno e porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misericordia!
Maria, Regina della Pace, prega per noi!
1 Padre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
10 Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen
MISTERI DELLA GIOIA (Lunedì e Sabato)
1. Nel primo mistero della gioia contempliamo l'angelo che annuncia a Maria che diventerà Madre di Dio (Lc 1, 26-38).
Approfittiamo del grande esempio di Maria per sottometterci alla grazia appena si presenta.
Appena Dio parla all'anima per ispirarci una buona azione o per allontanarci da una cattiva, seguiamo immediatamente l'attrattiva di questa grazia, umiliamoci, riconosciamo Ia grandezza di Dio e la nostra miseria, la sua autorità la nostra dipendenza. Diciamo con Maria: «Sia fatto secondo la tua Parola». E Dehon
2. Nel secondo mistero della gioia contempliamo la visita di Maria SS. Ad Elisabetta (Lc 1,39-45).
In tutto questo mistero della Visitazione straripa la carità del Cuor di Gesù, che spande le grazie su tutti quelli che egli visita, è l'umile riconoscenza del Cuor di Maria che c'insegna a dimostrare a Dio tutta la gratitudine attribuendogli fedelmente tutto il bene che egli opera in noi, suoi poveri servi umilissimi e piccolissimi. P. Dehon
3. Nel terzo mistero della gioia contempliamo la nascita di Gesù a Betlemme (Lc 2,1-7).
Ciò che particolarmente ci deve rallegrare, è che Maria non è solamente la madre del Salvatore, essa è anche la madre nostra. Questa dignità di figli da qualche diritto a partecipare a tutti i suoi beni spirituali. Noi possiamo unirci alle adorazioni, alla gioia, alle lacrime, alla felicità di Maria; anzi possiamo dire con lei: Un bambino ci è nato, ci è stato dato un figlio (Is 9). P Dehon
4. Nel quarto mistero della gioia contempliamo la presentazione di Gesù al tempio (Lc 2,21-52).
Andiamo a Gerusalemme con la sacra Famiglia. Eccola al Tempio, ecco l'altare, ove si offrirà il più gran sacrificio che la terra possa offrire a Dio. Eccomi, Signore, io mi offro, mi dono a Te, con Te, in unione ai sentimenti del tuo Cuore. Accoglimi e non permettere che io mi riprenda mai più. P Dehon
5. Nel quinto mistero della gioia contempliamo il ritrovamento di Gesù tra i dottori del tempio (Lc 41-52).
O Gesù, dove sei? Molte volte ho sentito la tua presenza meglio di quest'oggi; ritorna ancora, io ti cerco, ti scongiuro di ritornare; purifico la mia anima perché possa riceverti. Il mio cuore non ha pace che nell'unione col tuo. P. Dehon
MISTERI DELLA LUCE (Giovedì)
1. Nel primo mistero della luce contempliamo il Battesimo di Gesù nel fiume Giordano (Mt 3, 16-17).
Il battesimo del Salvatore è l'ultimo atto della sua lunga preparazione di trent'anni. Riceve il battesimo non per sé, ma per gli uomini suoi fratelli, e viene immerso nell'acqua in segno di morte e di risurrezione. Il suo battesimo simboleggia ed annuncia la sua morte reale e la sua risurrezione, mentre il nostro esprime solo una morte spirituale al peccato e la risurrezione alla vita soprannaturale. P. Dehon
2. Nel secondo mistero della luce contempliamo la manifestazione di Gesù alle nozze di Cana (Gv 2,1-5).
Gesù va a Cana, Maria s'interessa di tutto, vede ciò che manca, dice ciò che si deve fare. Dice a Gesù: "Manca il vino" ed ai servi: "Fate ciò che vi dirà". E' l'amica benevola, l'anima che da un buon consiglio, l'amica sicura e fedele. "Siate in buoni rapporti con molti, dice il Saggio, ma scegliete il consigliere fra mille ". (Eccl. 6,6). Maria è per noi questo consigliere unico. P. Dehon
3. Nel terzo mistero della luce contempliamo l'annuncio del Regno di Dio con l'invito alla conversione (Mc 1, 15-16).
Questo regno ha un bandiera la croce prima, il Crocifisso il cui cuore è stato trapassato dalla lancia; poi il Crocifisso stesso apre la tenda, e ci mostra nel petto il Cuore aperto, e allora questo Cuore diventa un secondo segno aggiunto alla Croce: segno che ci richiama a dare amore al Salvatore, una domanda d'amore sempre più pressante, una domanda di riparazione e di sacrificio amoroso. O Gesù, vieni e regna nell'anima mia. P. Dehon
4. Nel quarto mistero della luce contempliamo la trasfigurazione del Signore (Lc 9, 29-35).
Questa parola divina: «Ascoltatelo» attende da noi una risposta e non basta una risposta vana: «ascolterò», occorre una disposizione abituale: «ascolto, ascolto sempre; parla, Signore, che il tuo servo ti ascolta». Ascolterò al principio di ogni azione per sapere ciò che devo fare, e come devo fare. P Dehon
5. Nel quinto mistero della luce contempliamo l'istituzione dell'Eucaristia (Gv 13,1)
Gesù ha voluto manifestare l'amore infinito che ha per gli uomini, dandosi a loro e trovando il mezzo di restar in mezzo a loro. Ha preso il pane e il vino per indicare che egli era per noi il nutrimento delle anime, una sorgente di forza, di gioia, di consolazione e il pegno della vita stessa. P. Dehon
MISTERI DEL DOLORE (Martedì e Venerdì)
1. Nel primo mistero del dolore contempliamo Gesù che prega nell'orto degli ulivi (Mt 26,36-39).
Gesù vuole insegnarci che nei giorni d'angoscia e di tristezza dobbiamo cercare la consolazione nella preghiera. Vuole insegnarci che dobbiamo pregar bene, che dobbiamo ritirarci nella solitudine ed allontanarci dal fracasso degli uomini. O Gesù, permetti che io ti contempli lungamente e piamente durante questa mia preghiera. P. Dehon
2. Nel secondo mistero del dolore contempliamo Gesù innocente flagellato alla colonna (Mt 27,24-26).
Non solamente egli subiva la flagellazione per la nostra salvezza, ma la santificava, facendone come un accumulatore di grazie capace di agire fino alla fine del mondo. Egli prendeva la maggior parte delle sofferenze per sé, e ci meritava la grazia di imitarlo un pò. Non lasciamo perdere queste grazie, offriamo a nostro Signore qualche penitenza volontaria in unione alla sua flagellazione. P Dehon
3. Nel terzo mistero del dolore contempliamo Gesù incoronato di spine (Mt 27,27-31).
Soffrendo, Cristo ha riscattato il mondo, ed ha meritato di divenirne il re supremo. Le spine della sua corona terrestre sono divenute le gemme della sua corona celeste. Signore, ti riconosco per mio vero re. Regna veramente su tutta la mia vita. P. Dehon
4. Nel quarto mistero del dolore contempliamo Gesù che porta la croce fino al Calvario (Lc 23,26-32).
Maria segue Gesù fino al Calvario, e Gesù soffrirà doppiamente. Maria pertanto è il nostro modello. Essa dimentica interamente se stessa, e da a Gesù tutto ciò che il suo Cuore può attendersi: compassione, riparazione, amore, riconoscenza. Camminiamo con lei, imitiamola, consoliamola, come faceva san Giovanni. P. Dehon
5. Nel quinto mistero del dolore contempliamo Gesù che muore sulla croce per salvarci (Gv 19, 25-30).
Nei momenti dolorosi della prova noi innalziamo i nostri sguardi al crocifisso per ritemprare il nostro coraggio, ma quanto l'immagine del Cristo ci sarà più dolce ancora fortificante, se accanto a lui vedremo Maria in piedi nella sua eroica rassegnazione! Non scoraggiamoci mai. P. Dehon
MISTERI DELLA GLORIA (Mercoledì e Domenica)
l. Nel primo mistero della gloria contempliamo Gesù che risorge dalla morte (Mt 28, 5-6).
O Maria, fammi condividere la tua santa gioia! O Gesù, fa che io viva veramente una vita risuscitata, in unione a Te, nel distacco dalle cose della terra e nell'amore delle cose del cielo. Rinnovo il mio proposito di unirmi a Te in ogni mia piccola azione. P. Dehon
2. Nel secondo mistero della gloria contempliamo Gesù che ascende al cielo (Le 24, 36-53).
A Natale Gesù è nato per noi; durante la Passione ci ha incorporati alle sue sofferenze e ci ha chiamati ad offrire la nostra vita per riparare le offese che ancora oggi si fanno al suo amore fedele; a Pasqua ci ha comunicato la vita nuova, distaccata dalla terra: con l'ascensione ci ha formati alla vita celeste. P. Dehon
3. Nel terzo mistero della gloria contempliamo la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli apostoli
Lo Spirito Santo è un legame d'amore. Come ha unito Gesù al Padre, così unisce noi a Gesù e desidera unirci tra di noi. E’ il legame più stretto che fortifica in noi l'amore, perché noi possiamo donarlo ai nostri fratelli e amare con verità e nella quotidianità Colui che ha donato la sua vita per noi. P. Dehon
4. Nel quarto mistero della gloria contempliamo l'assunzione di Maria al cielo (Gv 13, 18-20).
Maria è diventata lassù la nostra mediatrice presso il Cuore di Gesù, il canale delle grazie divine e il sostegno della Chiesa. O Madre mia, io unisco la mia lode a quella degli angeli e dei Santi, poiché Tu sei degna di ogni mia venerazione. P. Dehon
5. Nel quinto mistero della gloria contempliamo Maria incoronata Regina degli Angeli e dei Santi (Ap 12,1).
Eccola Maria, Regina della gloria, ma anche Regina di bontà e di misericordia. Andiamo a lei noi tutti che siamo feriti, la sua potenza non ha i limiti di amore. Essa è l'asilo dei peccatori, la protettrice dei giusti, la speranza ed il sostegno della Chiesa, la risorsa dei popoli e delle nazioni. P. Dehon
LITANIE LAURETANE
Sono le più antiche, formatesi lentamente. Nel 1587 furono approvate ufficialmente da Sisto V, il quale eresse la Diocesi di Loreto e ne fece costruire la facciata del Santuario.
Lungo i secoli, secondo i bisogni della Chiesa e lo sviluppo dottrinale del Magistero, sono state aggiunte altre invocazioni. L'ultima - Regina della famiglia - è stata inserita per espressa volontà di Giovanni Paolo II.
Queste Litanie sono una miniera inesauribile di potenti stimoli per la riflessione e la pietà popolare verso Maria.
Signore, pietà Signore pietà
Cristo, pietà Cristo pietà
Signore, pietà Signore pietà
Cristo, ascoltaci Cristo ascoltaci
Cristo, esaudiscici Cristo esaudiscici
Padre del Cielo, che sei Dio abbi pietà di noi
Figlio, Redentore del Mondo, che sei Dio abbi pietà di noi
Spirito Santo, che sei Dio abbi pietà di noi
Santa Trinità, unico Dio abbi pietà di noi
Santa Maria prega per noi
Santa Madre di Dio prega per noi
Santa Vergine delle vergini prega per noi
Madre di Cristo prega per noi
Madre della Chiesa prega per noi
Madre della divina grazia prega per noi
Madre purissima prega per noi
Madre castissima prega per noi
Madre sempre vergine prega per noi
Madre immacolata prega per noi
Madre degna d'amore prega per noi
Madre ammirabile prega per noi
Madre del buon consiglio prega per noi
Madre del Creatore prega per noi
Madre del Salvatore prega per noi
Madre di Misericordia prega per noi
Vergine prudentissima prega per noi
Vergine degna di onore prega per noi
Vergine degna di lode prega per noi
Vergine potente prega per noi
Vergine clemente prega per noi
Vergine fedele Specchio della santità divina prega per noi
Sede della sapienza prega per noi
Causa della nostra letizia prega per noi
Tempio dello Spirito Santo prega per noi
Tabernacolo dell'eterna gloria prega per noi
Dimora tutta consacrata a Dio prega per noi
Rosa mistica prega per noi
Torre di Davide prega per noi
Torre d'avorio prega per noi
Casa d'oro prega per noi
Arca dell'alleanza prega per noi
Porta del cielo prega per noi
Stella del mattino prega per noi
Salute degli infermi prega per noi
Rifugio dei peccatori prega per noi
Consolatrice degli afflitti prega per noi
Aiuto dei cristiani prega per noi
Regina degli Angeli prega per noi
Regina dei Patriarchi prega per noi
Regina dei Profeti prega per noi
Regina degli Apostoli prega per noi
Regina dei Martiri prega per noi
Regina dei veri cristiani prega per noi
Regina dei Vergini prega per noi
Regina di tutti i Santi prega per noi
Regina concepita senza peccato originale prega per noi
Regina assunta in cielo prega per noi
Regina del Santo Rosario prega per noi
Regina della pace prega per noi
Regina della famiglia prega per noi
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo perdonaci, Signore
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo esaudiscici, Signore
Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo abbi pietà di noi.
P. Prega per noi, Santa Madre di Dio.
A. E saremo degni delle promesse di Cristo.
PREGHIAMO - O Dio, il tuo unico Figlio Gesù Cristo ci ha procurato i beni della salvezza eterna con la sua vita, morte e risurrezione; a noi che, con il santo Rosario della Beata Vergine Maria, abbiamo meditato questi misteri concedi di imitare ciò che essi contengono e di raggiungere ciò che promettono. Per Cristo nostro Signore.
Amen.
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