QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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Memorie di un Sacerdote (meravigliose, imperdibili!)

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 21:59
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Sesso: Femminile
03/09/2009 21:48

[SM=g27998] Un dono davvero speciale in questo Anno Sacerdotale....


MEMORIE SACERDOTALI [SM=g27998]

“IO SONO IN MEZZO A VOI”

Avvertenza



Sono stato per molto tempo indeciso se inviare agli amici dell'Opera della Propagazione della Fede un pic­colo grappolo di note personali, scritte in vari ntornerrti e città, nel mio girovagare missionario.

Ciò che uno porta dentro di sé è bene metterlo davanti agli occhi degli altri?

Eppure arrivano momenti, ricorrenze e situazioni in cui sembra che ciò si debba fare. D'altronde, non appar­tiene tutto a Colui che ci dona di sentire e di vivere un po' del suo amore?

Certo, se la mia cetra fosse ben intonata, le Sue dita sprigionerebbero una musica più immacolata.

Spero proprio che Lui si decida ad aggiustare questa vecchia cetra per farla vibrare di canti nuovi, per la sua gioia e quella della Chiesa.

L'unica ambizione che dovrebbe accomunare tutti i battezzati e gli apostoli è l'avidità della santità: questa è l'unica carta d'identità che bisogna esibire alle porte del Regno.

La santità è la forza più potente che ciascuno di noi può far scatenare a vantaggio della Chiesa missionaria. Lo Spirito Santo è all'opera anche oggi, in ogni parte della terra. Il suo compito è questo: rinnovare i cuori e renderli dimora della Gloria trinitaria.

Allora la Chiesa splende della bellezza dello Sposo e diviene ancor più la madre dei popoli.

Proprio questo «sogno» i veri missionari inseguono con le fatiche, le preghiere, il tormento di desideri senza numero.

Coloro che eventualmente leggeranno queste pagine non abbiano la curiosità di reperire delle novità singolari. E non è consigliabile che leggano più di un pensiero al giorno.

Qui è contenuto semplicemente questo messaggio: Gesù è vivo e con Lui l'anima trova la sua libertà e l'im­mediatezza più spontanea.

Chi ha incontrato Gesù vivo in un giorno di prima­vera - quella che Lui ha fatto improvvisamente fiorire ­sa che la propria vita è segnata da quèsta presenza, per sempre. Ma anche dal tormento che non basta mai amar­Lo.

E dove l'anima si acquieta per un po' e riprende la sua strada - quella della Missione quotidiana - è la santa Eucaristia.

La data di pubblicazione di questo libretto ricorda - come anniversario - un lontano, ma vivissimo momen­to, in cui Gesù non poteva amare di più.

Se ami le Missioni prova anche tu a fare della s. Eucaristia la tua sorgente di pienezza quotidiana. Diverrai un'anima limpida e ardente, a vantaggio del mondo intero.

Roma, 29-6-1986

Il segretario nazionale

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Consapevolezza di solidarietà

Alla sera di questa giornata, il pensiero dominante è sulla mia missione: come presbitero sono un inter­cessore!

Il fatto che Dio mi concede di incontrare tante ani­me, con le situazioni più diverse, che si aprono al sacer­dote con fiducia, è perché devo intercedere per loro davanti a Lui.

Dio me le dona, perché vuole che io metta la mia parte affinché Lui intervenga a loro vantaggio.

Ogni sera, con calma, devo ripassare tutti i volti visti e tutte le storie ascoltate .... Devo offrire tutti a Dio. Devo far mia la causa dei «poveri» nell'anima o per le difficoltà della vita.

Devo vivere dentro di me, nel cuore, nella carne dolente, le sofferenze, le lagrime, il pianto, le speranze di chi mi viene affidato da Dio.

Signore buono, che ami i tuoi figli, è l’ora della notte.

Ti offro me stesso, la mia stanchezza, il mio cuore, per tutti e ciascuno. Io sono la loro stessa preghiera, ora.

Sì, te li raccomando, prego in loro; e con loro; ascoltaci, Padre!

Io sono loro intercessore, perché tu l'hai voluto, unendomi al Cristo sacerdote, vittima, fratello nostro primogenito, colui che è morto per noi...

Io vengo a te portando le anime che hai messo nel mio cuore; ed io e i miei fratelli veniamo a te per mezzo di Gesù, nello Spirito Santo.

Ed anche insieme alla presenza di Maria santissi­ma. Il mio riposo è quello di un « mietitore, la cui opera per la copiosa mietitura, è sempre in ritardo».

I bisogni sono molti e le forze sono poche... Le mie, e quelle dei confratelli... Gesù, supplica il Padre per tutti coloro che mi hai dato, oggi.

Ti offro per loro anche il riposo. Ma anche per coloro che mi affiderai domani, secondo la tua volontà!

Io sono un intercessore...

Davanti a Dio, non mi dissocio dalle anime che incontro e mi appartengono.

Il bene e il male, la grazia e il peccato degli altri sono miei.

La loro grazia da custodire, conservare ed accre­scere è mia; il peccato di ogni specie, per ripararlo, è mio. Faccio unità con gli altri davanti a Dio: io sono la preghiera «degli altri»; attraverso me, essi si rivolgono a Dio. Dio vede gli altri legati a me...

Davanti agli altri, io devo fare ciò che Dio è e fa. Gli altri devono sapere attraverso me, come è fatto Dio, come reagisce, come si comporta, quale Cuore abbia...

Io sono il segno vivente di-Dio. Come lo era Gesù in mezzo a noi.

«Chi vede me, vede il Padre; chi ascolta me, ascolta Colui che mi ha mandato. Voi non conoscete né me né Colui che mi ha mandato...» Potrei ripetere - secondo le cirostanze - anch'io queste parole.

Per vivere bene il compito dell'intercessore, devo avere davanti Gesù, il sacerdote della Nuova ed Eterna Alleanza.

Lui è l'unico, sommo, perfetto Intercessore.

Io sono a Lui congiunto e identificato; e rinnovo tra gli uomini, prolungandola, visibilizzandola, la stessa ed unica Missione di Gesù...

Ho tre sguardi, allora, un unico Cuore: il Padre, le anime-Chiesa, il Cristo.

Mi unisco al Figlio nello Spirito Santo; ardo di zelo per la gloria di Dio e la salvezza delle anime nella fiamma pura e altissima dello Spirito-Santo.

Mio Gesù, le anime quotidiane sono molte! A quelle che conosco, se ne aggiungono sempre altre ancora. Senza fine.

Il fardello si fa pesante; la mia Messa è sempre più «carica» di tutti...

Lo so, questa è la mia missione, la mia vita, la mia morte: salvare gli altri, solidarizzare con tutti, perché tutti siano salvi.

Anche oggi molte anime sono entrate nel mio cuo­re. Ecco, sono tue, come ora sono anche mie.

Ciò che ho, è la mia povertà e incapacità. Ma con­fido in Te e te le affido. Esse ne troveranno beneficio, solo perché con loro mi abbandono a te e alla tua gra­zia...

Il mondo è più buono, se ogni sacerdote sa - e lo vive - di essere mediatore di salvezza... Allora è il più grande amico dell'umanità.

E il più necessario per la società...

La sua missione di portare nel cuore l'umanità è senza confini.

Egli raccoglie in sé le preghiere dei buddisti, indù, musulmani, insomma di tutti, anche quelle di chi dice di non pregare più e di tutto il respiro del mondo ne fa un'unica offerta «in spirito e verità» al Padre.

Perché il presbitero è nel cuore di Cristo e della Chiesa e tutto arriva al Padre per questa via, che il Padre stesso ha tracciato per noi.

Ma non è anche di ogni battezzato la missione di abbracciare tutta l'umanità e offrirla al Padre?



Vigilia fervida

Gesù, domani - festa del Corpus Domini - è la tua e nostra festa d'amore nel sacramento del tuo Corpo e del tuo Sangue.

Tu resti ancora «terreno», e noi siamo già «cele­sti»!

Come dovrei saper parlare di te!

Suggerisci le parole ardenti, di chi conosce una viva esperienza del fuoco nascosto nella s. Eucaristia! Chi più del sacerdote sa cosa sia la tua presenza nel ss. Sacramento?

Siano parole di vita, di profondità, di amore con­creto e sorpreso, ogni giorno, dalle tue iniziative verso di me e con me verso gli altri.

- Sacramento dell'eternità, della vita eterna... - Sacramento della carità sacrificale, che è il solo vero amore...

- Sacramento della povertà, ossia della fede: che cosa ha Lui? Niente... ma può tutto!

Impariamo ad essere niente, eccetto amore e dono per gli altri; anzi, anche inutilità; ma questa sia il manto dell'amore, il vestito dell'amore... L'amore, quando è silenzioso, è anche più forte...

- Sacramento della gioia e della pace: la pace è dell'anima... in quella profondità dell'essere da cui sale per invadere l'intera persona, anche il mio corpo...

- Il segreto del mio sacerdozio è Gesù Cristo vivo... è l'Eucaristia! (7.6.1980).



Unione per salvare

Aspiro, Gesù, a che la mia comunione con te, ogni giorno, sia un costante evento nuziale.

Dove l'anima inappagata del mondo, e affamata di infinito, può trovare la sorgente e la consumazione della pienezza?

Ma come puoi, Gesù, che sei torrente di fuoco, Amore puro e senza confini, riversare qualcosa del tuo Amore, se non me ne sto aperto, avido, sereno, immobi­le, libero da tutto, solo rivolto a te?

Non importa che la natura non vi partecipi; anzi è anche bene questa sua assenza o estraneità; può essere anche pericolosa, perché distoglie da Te; quando la natura vi prende troppo parte, l'evento spirituale non è sempre autentico.

La natura non deve divenire dominante; invece deve essere docile, spoglia, rispettosa, inutile quasi, al fatto spirituale.

Esso discende dall'Alto, e deve conservarsi puro. È reale Gesù che viene; è reale il suo incontro con me; non è solamente esterno, ma avviene interiormente, in profondità spirituale; è reale la sua dimora in me; è reale il suo interessamento per me, la sua volontà di comunione con me, di trasformazione di me in Lui; è reale il suo adattarsi a trovare la via più umile per donarsi a me e a tutti...

Fredda, pesante, ostile, inadeguata che sia la natu­ra, l'anima vivificata dalla fede, nel suo fondo, ha biso­gno di Lui; è capace, per lo Spirito Santo, di apertura infinita per venir invasa dall'infinito Vivente. Dalla persona di Gesù... Voglio catturare Dio?... So che l'a­more è l'Altro, che diventa mio, principio-termine di relazione; io non so altro, so che Lui mi ama e l'amore è quello che è; è una ricerca di pienezza accolta ed effu­sa... reciprocamente, in pura totalità. E quando coloro che si amano, si incontrano e si scambiano il loro dono, cioè il dono di sé, avviene una moltiplicazione di vita; ci si ritrova in «una nuova realtà», che, prima era nostra e ora non è più solamente nostra... E davanti a noi... libera e piena... Quando il dono è intimo, esso tra­bocca e diviene, al di là, un «dono comune», che appar­tiene sì tutti e due, inseparabilmente; ma, nello stesso tempo, è «se stesso»... è la «vita nuova»... è la Chiesa, sono le anime «salvate», ogni anima «salvata»...

Quella «nuova realtà vivente» è così meravigliosa­mente «duplice», che in essa l'uno si ritrova nell'altro; l'uno non può negare l'altro, senza che si neghi anche il frutto comune... Ma nello stesso tempo è così una, che nessuno può riprendersi il suo dono o la sua parte; è talmente una, che è se stessa...

La «nuova vita» è unità vivente, autonoma.

I due sono diventati uno, trascendendosi in una realtà nuova e splendente, che ha la sua forma origina­le, distinta, individuale, esclusiva, completa; liberà e cosciente che si chiama un'«altra persona»... che sta a sé, diversa da coloro da cui è provenuta, e a cui pur deve tutto...

E coloro che hanno tutto dato di sé vicendevol­mente, vedono ora davanti il miracolo, che è questa persona, che è un tutto, senza di loro...

Cioè è una libertà, che non dipende più da loro, e deve muoversi da sé nella vita e nel destino... Quando Gesù viene in me nella santa Comunione, e io mi consegno a Lui, quale è il frutto di questo incon­tro?

Anche a livello della grazia, l'amore produce la vita: Cristo e l'anima fanno fiorire una immensa novi­tà, che nella Chiesa si chiamano le anime salvate e san­tificate... Una o migliaia la novità delle anime salvate, si chiama «Chiesa»...

Ogni comunione con Gesù crea un fiotto di grazia vivificante, che investe il mondo spirituale e lo realizza di novità viventi: le anime! (17.6.1980).



Il di più

Brama grande di amore! Ma di nessuna creatura! Anche la più pura amicizia resta lontana.

È più un peso da portare a te, che un dono di cui potermi compiacere e godere per me...

Nessuna creatura basta.

Anzi, è infinitamente lontana dal bisogno dell'ani­ma.

Non basta, in ogni senso.

Non v'è nulla, che possa stare alla pari di quello che tu infondi, fai avvertire, Gesù! Non come idee, ma come stato d'animo profondo, che si fa vivo nella calma e nel silenzio, che resta vigile e ritornante anche in mezzo a situazioni di contatto, di convivenza, nel mondo e con il prossimo...

In me v'è come uno sdoppiamento: è la realtà di quello che sono quando devo fare e dove devo stare nei compiti quotidiani, anche dentro la varietà dei viaggi, degli incontri occasionali o previsti o preparati, nelle letture, informazioni, e l'altra realtà pure di me, che dentro di me, nel profondo, affiora sempre per reclamare un di più per appagarsi, più come spinta a correre che a fermarsi, più come fretta che come sosta, più come ansia che come dolcezza; e spesso svelatamente, più come tocco di generale incompiutezza, più come trepidazione per il tempo che scorre, più come brivido del faccia a fac­cia, più come timore di responsabilità non adempiuta e piuttosto appesantita davanti al giudizio eterno, che come pace e compiacenza.

Più chiaramente ancora, questa parte di me si rivela quando penso a Gesù, lo attendo, sto davanti a Lui, e Lui viene... Anche allora Gesù è più presente come esigenza che come pace...

Sì, perché Lui non è amato, e l'anima lo avverte; non è seguito, e l'anima è trascinata dentro la sua pena... E allora bisogna sempre aumentare qualcosa, l'anima è come afferrata a dover crescere verso di Lui, nei suoi riguardi e alle sue richieste... Se aumentasse questa presenza inquietante di Gesù, potrebbe dive­nire anche paura, angoscia, a causa dei miei peccati, della mia corruzione a contatto con le vanità a cui non so rinunciare mai definitivamente... Sono ancora tanto capace di capricci e di poca memoria con Lui... (18.6.1980).



Il «segreto» di Cristo in me

Gesù, soffocato bisogno di amore! Quale senso ha, cos'è l'amore?

Senza la persona che mi ama e per questo mi per­mette di amare, donare, io sarei un essere chiuso, senza respiro, senza apertura, senza orizzonte!

Senza Amore c'è oppressione; v'è come un peso che schiaccia, una montagna che annulla. V'è solitudi­ne, dovunque ci si volga; non v'è nulla e nessuno; e poi, si è senza libertà; anche se l'ho, che me ne faccio? Dove vado, cosa intraprendo, dove mi rivolgo, per chi faccio ciò che potrei?

Manca anche l'ispirazione e lo sbocco del mio agi­re; non sono capace di estrarre da me le risorse creative e porle in atto...

Senza Amore che fine avrei?

Quale possibilità di movimento e di spazio dispon­go?

Senza Amore, nemmeno l'io è qualcuno.

Se non viene illuminato da un sorriso, cercato o atteso da qualche altro, se non viene chiamato, se non diventa vero interesse per qualcuno, l'io è niente.

Si ripiega e avvizzisce.

Senza Amore, ognuno può divenire un imputato universale: tutto si mette contro di lui; tutto congiura contro di lui; egli diviene insopportabile anche a se stesso, a tutto, e non sa nemmeno come sfuggire a que­sto senso dell'inutilità; sente una specie di repulsione universale...

Anch'egli allora si mette contro tutti e si rifiuta alla vita...;

Gesù, ti amo e mi basti; anzi mi sopravvanzi! Devo sentirmi amato da Te; va bene così, allora, sulla terra.

Nell'esilio.

Va bene, allora, questa ansia inappagata, che è più deliziosa di ogni affetto limitato del mondo che spesso si rivela inganno. Ogni piacere diventa insipido e inuti­le... Questo tormento è più dolce delle offerte monda­ne!

Gesù, fammi penetrare nel mistero della tua esi­stenza terrena. E, anche di quella celeste. Quanto devo ancora esplorare come tu sei vissuto tra di noi!

Voglio conoscere « il segreto» del tuo vivere tra di noi, perché così accetterò di più me stesso, la vita, quanto accade...

Io voglio entrare nel «tuo segreto» che ti accompa­gnava quando eri sulla terra, perché così comprenderò i tuoi passi, le tue parole, tutto ciò che pure sappiamo che tu hai vissuto...

In me v'è questo bisogno intimo, ma non è piena­mente chiaro, né compiuto.

Tu riversavi sul mondo la piena del tuo Cuore; io ho bisogno dì accogliere, di riempirmi, fino a quando anch'io - avendo accolto in me il «tuo segreto» - non mi vedrò colmo dello Spirito Santo e avvertirò che il mio cuore si è trasformato in una fonte e in un fiume di eternità sul mondo. (19.6.1980).



Gioia di vivere

Gesù; fammi vibrare di tenerezza verso te, perché tu sei il più gran bene della mia anima.

Devo accogliere la tua venuta - nell'Eucaristia - con alacre trepidazione, ma anche con incantata sem­plicità!

Tu vuoi un'attenzione, animata da fervido amore, che sa gioire e assaporare l'unica festa che esiste sulla terra: la tua venuta in me!

La tua presenza rende superflue le parole, perché basta lo sguardo; rende superfluo dedicarsi a mille cose, perché la tua persona è tutto...

La tua venuta rende piccola la mia persona, i miei interessi, diminuisce tutto ciò che talvolta sembra superarmi e incatenarmi.

Gesù, la tua presenza mi rivela povero: cosa potrei darti?

Cosa tu puoi trovare in me di interessante? Quanto mi trovo ridicolo e goffo di fronte alla tua bellezza! E resto muto. Il silenzio è il miglior linguaggio con uno sguardo umile, ma incantato, adorante.

So che non badi a ciò che sono, ma mi investi dei tuoi doni; è la tua luce, che mi fa risplendere; è la tua presenza, che crea il nostro paradiso; allora fiorisce l'umiltà, un bisogno di verginale freschezza, per cui tutto di me viene disinquinato e riacquista un nuovo splendore...

Ricompare la fiducia con la gioia di esistere, immensamente; allora io sto bene con te, sono perfino audace; e condivido ogni tua impresa per il Regno del Padre! (25.6.1980).



Fiducia

Gesù, questa è l'ora dell'intimità sponsale fra te e la mia piccola anima. Quanto una piccola creatura viene ad interessare chi è Grande, allora essa esulta e diviene libera.

Gesù, questo è il momento in cui l'anima sa che deve tutto a te: tu vieni, la visiti, la assumi, la fai gioire d'amore.

Ma cosa le concedi, perché con te trionfi la gioia? Niente altro che Te.

Restano la sofferenza, magari l'incomprensione altrui, i mille disagi nella vita quotidiana, le piccole sconfitte, che fanno anche piangere; ma ora è festa; tu ti doni alla mia piccola anima, che non sa nemmeno balbettarti parole assennate...

È qui, trepida, commossa. Tu sei il suo Amore.

Ho bisogno di dirti queste cose; devo anche farlo e te ne ringrazio. Ciò è vero.

Si tiene sempre dentro; ma come è bello poterlo dire, talvolta, a voce alta, perché lo sappiano tutti, quasi che le parole attraversassero muri e distanze e penetrassero i cuori e si facessero intendere!

Le creature non bastano; anzi diventano un peso quando oso sostituirti con loro.

Però è anche vero che mi stupisci di quello che sai fare per loro; e anche questo è dono, il più commoven­te, che ricevo da te... Esse diventano spesso un invito, e sempre una dura lezione per me, che faccio solo qual­che passo, se pure ciò avviene a loro vantaggio... Mai potrò dimenticare lo splendore di anime incontrate anche per un solo momento e per una sola stagione di vita... le porto ancora dentro con te!

Ti ringrazio, comunque, che serbi per te il mio cuore, immettendovi continuamente un sottile distacco dalle creature, alle quali potrei sempre arre­stare la mia ricerca, estraniandomi da te li mio cuore non può andare né a destra né a sinistra, deve rimet­tersi sempre per la via principale, che porta a Te. Tu mi ami, tu ami questo grumo di terra e lo illumini come una gemma.

Sono una goccia breve e inconsistente su un petalo tremante; ma tu mi visiti con un raggio e fin dal mat­tino rallegri la mia povertà.

Gesù, invadi la mia anima, con tutte le iniziative del tuo amore. Non so proprio cosa io possa rappresen­tare ai tuoi occhi; eppure ho anch'io una coscienza, che mi fa affermare «io»!, che mi fa bramare tutto, mi fa aver l'audacia di scegliere Colui che unicamente è tut­to.

Gesù, talvolta sono un peso per me stesso; ma tu mi aiuti a prendermi con soave libertà.

Fammi continuare a credere al tuo amore per me. Fammi trovare la mia libertà in te, che consiste nell'a­marti e nel vivere per te.

Gesù, fammi abbracciare l'universo.

Rendimi anche creativo; dammi la fecondità che proviene dalla pienezza dello Spirito Santo.

Che sia docile, puro e sottomesso alla forza crea­trice dello Spirito Santo.

Insegnami però il nascondimento: Lui ama fare le cose nell'intimità, nella separazione da tutto.

Senza umiltà, i suoi doni vengono sciupati. È nel cuore, che essi devono depositarsi e venir conservati.

Gesù, so di essere debole, e riprovevole sotto molti aspetti.

Per questo anche i momenti di dolore sono un dono.

Grazie anche di questo perdurante momento di pena grande; lo voglio vivere con l'anima stretta al tuo Cuore, per una purificazione intima di me, affinché abbia più forza per te e verso le anime. (1.7.1980).



Bisogna crescere

Gesù, il mio cuore è veramente libero per un amore sempre maggiore?

Gesù, incatenami a te fino al punto da sentir le creature, che pure mi attraggono, come un ostacolo, un legame, che sarebbe schiavitù insopportabile.

Gesù, grazie! Tutto mi riconduce a te!

La terra, le sue offerte, le persone, le parole, le tante parole, le ricchezze, i suoi divertimenti, tutto mi stanca.

Persino ciò che sull'inizio suscita interesse, dopo un po' sbiadisce e mi annoia. Che non sia vecchiezza, ma solo un bisogno di superamento, un richiamo insopprimibile d'eternità, di totalità!

Gesù, fa' che la mia comunione con te diventi pie­nezza crescente di vita; ogni giorno per me la tua venuta sia ansia e dolcezza; sia luce e quiete, alleanza rinnovata, incontro che attendo e non si compie mai allo stesso modo; e dove arrivo, sia inizio da cui riparto per la vita di ogni giorno.

Fa' che cerchi te per te stesso, e non per me. Voglio amarti, perché non fai altro che proporti a me, sempre di più.

Gesù, che ti cerchi in ogni intenzione e situazione e condizione, in ogni ambiente in cui mi trovi e negli istanti che si succedono; ti trovi nel prossimo, in tutti coloro che sono sulla mia strada; sì, il prossimo mi fac­cia rimbalzare, riflettere la tua presenza; devo vederti negli altri e devo mostrarti agli altri.

Gesù, gli altri che devo portare al Padre, mi condu­cono al Padre con te e nello Spirito Santo.

Gesù, cosa porto a te ad ogni incontro? Porto nulla, solo ostacoli, peccati, diversioni... Fà che ti accolga sempre con vivo desiderio, con commozione mai sca­duta; tu sei la mia fiamma, che brucerà - almeno nella prossimità della visione - tutto il mio negativo, perché almeno allora possa essere degno di te.

Gesù, non farmi perdere! Meglio morire che offenderti! (2.7.80).



L'eternità

Fra cento anni, quale ricordo di me vi sarà? Cosa sarò io per coloro che saranno? Nella solitudine di que­sto monastero ad Assisi, io già sento l'eternità.

È l'eternità che conta, non il tempo, la storia, il mondo.

No, non voglio interessarmi delle creature! Nemmeno per me voglio avere alcuna preoccupa­zione.

Voglio Dio, voglio l'Eterno!

Tu solo, mio Dio, sei il mio tutto.

Di te solo, crescono ogni giorno desiderio e ansia grande!

È verso di te, che la mia strada, ogni strada deve portarmi.

Attirami con forza!

Ma perché non portare a te tutto?

Quale rimorso mi dovrebbe lacerare, ed anche ora mi assilla, se non ti porto tutti. Voglio che tutti si fac­ciano santi, ecco il mio tormento.

Devo volere che le persone, già da adesso nella figura di ognuna, abbiano il loro rivestimento eterno. Questa persona che incontro e non conosco, la rivedrò un giorno nell'eternità; ella mi dirà: «Perché non hai parlato»?

Io mi domanderò: « Perché non le ho detto nulla del cielo e di Dio»?

Questo bisogno mi agita sempre di più ogni gior­no, quando sono davanti ad una sola persona come davanti a folle, che viaggiano sulle strade delle città... Perché non rivelo a tutti l'eternità? (6.7.1980).



Moltissimi cuori per il Regno

Il mio sogno - non è mio, ma è tuo, Signore!


- è questo: un piccolo e vivace gruppo di persone

- in ogni parrocchia

- in ogni diocesi

- in ogni regione

- anche a livello nazionale e internazionale, che siano preparate, disposte ad animare, a seminare l'i­deale missionario tra la gente!

Bisogna proporre: Ve la sentite di assumervi que­sto compito apostolico fino a dare la vita per attuarlo? Il problema missionario nella realtà pastorale va fatto crescere in questo modo: occorrono molti aposto­li, che aiutino i cristiani ad assumersi personalmente «il Regno di Dio» ogni giorno, nelle condizioni di vita ordinaria e tutti questi siano sorretti, guidati, spronati, illu­minati, - come una grande famiglia apostolica - da altri che ne sono gli animatori e le animatrici...

Siamo agli inizi? Occorre attendere ancora? La messe è sempre molta nel mondo!

Lo sviluppo missionario, dovuto all'inruizione di P. Jaricot, si ebbe mentre la vita pastorale giaceva devastata, negletta e in difficoltà.

È Segno che, anche oggi, mentre ci si preoccupa di risvegliare la vita cristiana in una situazione di neopa­ganesimo, vi siano spazio e speranza e attesa e bisogno per l'animazione missionaria!

S. Maria Goretti, grazie! E’ un tuo segno per me, a gloria di Dio! (6.7.1980).

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