QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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Memorie di un Sacerdote (meravigliose, imperdibili!)

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 21:59
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Sesso: Femminile
03/09/2009 21:51

Il tesoro

La croce, ecco la ricchezza della vita e dell'aposto­lato!


Qualunque nome abbia e da qualunque parte ven­ga, è tuo dono, Gesù, e tua visita! (7.7.1980).



Per vincere

Devo combattere contro un rischio di esaurimento nervoso; e credo che il miglior modo sia quello di «ac­cettare» la situazione, con semplicità.

Senza dar peso a nulla, vedendo in ciò che accade, un modo delicato di Gesù nel chiedermi di aver fiducia in Lui.

E questo è molto costruttivo: il mio sforzo di aumentare la fiducia in Gesù!

Vincerò ogni problema, solo con la fiducia in Lui. Può di più, chi più si fida di Gesù. (9.7.1980).



Silenzio e croce

Anche oggi v'è un dono da parte tua, in questo eremo di s. Francesco, ad Assisi!

Tu sei sempre l'Amore: fosse vero che sapessi rico­noscere i tuoi doni, anche quando nulla sembra prove­nire da parte tua!

Fà che sappia riconoscere sempre le tue invisibili mosse, quelle che non rientrano nelle mie pretese, e anche nelle mie buone intenzioni!

Devo riportare da questo giorno trascorso all'ere­mo due grazie:

- Amore alla solitudine.

Solo l'anima libera dal mondo e da se stessa, ama il silenzio e trova nel silenzio una immediatezza di incontro con il Dio vivente.

L'anima non ha bisogno di molte cose, come invece crediamo e ci affanniamo.

L'anima ha bisogno solo di Dio. E più si tolgono le cose, più Dio si fa trasparente; e l'anima è recettiva. Perché il silenzio è una forma di libertà, e di pos­sesso di se stessi; è una forma di vivente pienezza: ritrovarsi, godendo solo di essere e di essere se stessi... Non sono le cose che colmano; ma è la «grazia» nell'a­nima la pienezza della persona.

Ora l'anima, nel silenzio, affiorando nella sua purezza, va cercando il suo Amato; e si sente cercata dal suo Amore. L'incontro è «grazia»; è eternità.

Il silenzio è come una verginità autentica; è come un'attesa, che Dio colma; è la cornice, è la difesa di una reciprocità di presenza, che si stabilisce tra Dio e l'ani­ma, la quale va velata perché questa vicendevole pre­senza viva la sua intimità...

- Amore alla croce.

Sì, s. Francesco ebbe le stigmate, dopo una lunga dimora nel silenzio e nella preghiera. Aver le stigmate vuol dire essersi talmente configurato a Cristo da por­tare in sé anche questi segni viventi d'un amore immo­lato...

Non si può essere simili a Gesù, far comunione con Lui, se evitiamo i suoi «segni» forti...

Già nella vita ordinaria bisogna avere l'anima ferita dalla potenza dell'amore di Cristo, che per noi volle la passione, come massima espressione di dedi­zione...

Il dolore di Gesù... se non ci colpisce, cosa altro può impressionarci e scuoterci?

Facilmente si cerca un impegno, dove non ci sia la croce; anche delle forme, che passano per vera religio­sità, le preferiamo perché sembrano offrirci la pace senza la croce...

Anche i ragazzi vogliono togliere la croce, nel cer­care la felicità: la droga e impurità... Ma ne escono avviliti e ridotti più male...

Bisogna passare attraverso la croce per vivere, per aver la gioia e saper amare...

La croce è la grazia delle grazie!

Beati coloro che ne sono insigniti e ne avvertono la sua preziosità.



Sempre attenti

Considero, in questa sera, due momenti dell'ap­pello di Dio, a mio vantaggio e a vantaggio delle anime affidatemi:

1) Dio, anche oggi, ci raggiunge con un appello personale nuovo!

Sì, anche ieri, l'altro ieri, un anno fa... Ma oggi è un invito nuovo, che ha la sua importanza ancora più grande:

- per me stesso: nuova freschezza, comprensio­ne, profondità, riedizione, rinnovamento...

- per la Chiesa: ogni appello personale è per l'u­tilità di tutti...

Tutto ciò che Dio ti chiede o ti dona, è sempre legato al Tutto...

Ti viene, in certo senso, dal Tutto, anche se l'ori­gine è divina; ma, poi, si deve riversare sul Tutto, per­ché tu non respiri o non cresci o non ti muovi senza che ciò non appartenga o non abbia risonanza sul Tutto vivente, che è la Chiesa dell'eternità. Solo ciò che con­tiene l'eterno giova alla storia del nostro tempo.

Questa può sembrare profana, mondana, terre­stre; può mostrarsi o essere indifferente a Dio o alla Chiesa o ai valori spirituali...

Ebbene i santi sono importanti proprio per coloro che sembrano farne a meno... anzi, soprattutto per loro sono dei segni, delle sfide nei loro riguardi...

Non è una storia parallela quella del mondo a quella di Dio; Dio opera con i santi i suoi interventi di salvezza proprio dentro la storia del mondo...

Allora questa ne va sembra coinvolta, scossa, anche suo malgrado; nel mondo viene a inserirsi una salvezza, che sembrerebbe esclusa...

È una forza che «rompe»; il Vangelo dice anche che bisogna portare in cielo «a forza» talvolta... la gen­te!

2) Il secondo appello è quello finale... quello del­l'eternità...

Devo avere il mio olio abbondante, la mia lam­pada accesa, la mia veste bianca; devo essere pronto per la festa della luce, che si svolge «dentro»...

«Fuori» ci sono le tenebre.

Devo essere pronto, perché quando viene l'ora, nessuno più può aiutarmi... Nessuno può essermi di aiuto... Io sarò quello che avrò fatto e voluto essere di me stesso... adesso, nel tempo.

Quando la porta si chiude, restar fuori è la «se­conda morte»... Per chi entra, non v'è ormai più nessun pericolo o rischio... Tutto è salvo!

Ormai si vive Dio e la sua pienezza, in libertà!

La porta di luce che si apre è l'eternità che mi chia­ma; la porta che si chiude è l'eternità, che mi accoglie e mi custodirà sempre con sé, in sicurezza...



Una parabola inesauribile

È una descrizione completa dell'esistenza cri­stiana quella di Mt 25, 1-15.

- Il Regno dei cieli è la realtà suprema, definiti­va, presente già, ma soprattutto estrema...

È il disegno di Dio, che si deve compiere a nostro vantaggio...

Vivere in questa luce, in questa prospettiva eterna rende la vita intensa, ricca, e le dà un carattere di festa e di ansiosa fretta verso la luce...

Si vive guardando il grande futuro, quello eterno, quello della bellezza senza appannamento.

- Le dieci ragazze sono il simbolo di ogni ani­ma...

Dio ti ha già dato la notizia, che vuol farti parteci­pare alla sua festa; solamente la Trinità è la festa della gioia e della comunione...

Ivi è la perfezione della vita e dell'amore...

Non si finisce mai nella vita di scoprire quanto Dio sia interessante e pieno di fascino, anche se la sua san­tità esige rispetto e purificazione...

È bello essere amati da Dio... È insuperabile que­sta esperienza, che un giorno si tramuterà in estasi... - L'appello decisivo è quando suona l'ultima ora... Noi conosciamo che ci attende una festa, ma non ne conosciamo l'ora...

Quest'ora va attesa; tutto nella vita deve farsi in funzione dell'eternità...



Ogni giorno bisogna ascoltare Dio!

La Parola di Dio è fuoco, spada, balsamo, energia vivificatrice; essa esalta, sferza, eleva, scombussola, ferisce, risana, consola, incoraggia, umilia e prostra fino a terra; attrae, spossa, ammansisce, rasserena, ingelosisce; soprattutto assorbe e unifica Chi la profe­risce e chi la custodisce...

Essa esige rispetto, ricerca, ascolto, attenzione, commozione, silenzio, attesa, vibrazione, purezza, venerazione, calma, custodia, gelosia, profondità, pri­mato, canto, proclamazione...

Essa esige di essere vissuta! Essa esige fedeltà eroi­ca! (10.8.1980).



Nella notte

Mio Dio, Trinità Santa, fà che ascolti la tua voce. Parlami, visitami, prendimi, trasformami.

Dio Amore, vieni, fammi udire la tua voce, mostrami il tuo volto.

Il tuo silenzio, che continua, è duro. Non m'impor­tano le voci delle creature, il chiasso del mondo; anche i miei pensieri, i sentimenti, le azioni, tutto è vuoto e freddo.

Mio Dio, in questa solitudine muta, fammi udire la tua voce.

Trasalirò tutto; smetterò abitudini mondane, mi libererò di me stesso, dal peccato, dalle inutilità che pesano.

Solo tu puoi attrarmi; solo da Te io voglio sentire i richiami dell'amore. Io voglio subire solo il tuo fasci­no, essere afferrato solo dal peso del tuo amore: Mio Dio, parlami! Trova tu la via per arrivare al mio cuore; ho bisogno solo della tua parola per vivere. Niente vale sulla terra di fronte a te; tutto è così precario e inconsistente! Rompi la durezza del mio esi­lio, con qualche tua visita.

Ciò che in me hai già cominciato, portalo a compi­mento!

Chi ti ha gustato, anche solo per un attimo intenso, trova vano tutto ciò che il mondo può offrire alla sua anima.

Vieni a me, Tu, perché nessuno può avvicinarsi a Te e trovarti, se tu non vieni e non lo attiri.

Parlami al cuore, nella solitudine delle creature; riempi il mio vuoto, che le offerte del mondo non fanno che accrescere.

Vieni, parlami! Una sola tua parola creerà in me tutta una novità di festa. Io ti amo, per questo voglio udire la tua parola.

Se tu non mi parli, questo amore mi tormenterà inguaribilmente.

Se tu non mi parli, come potrò riamarti compiuta­mente?

Tutta la mia vita è una attesa di te; questa attesa diventi ora ascolto.

Sì, tu tardi, ed io devo permettertelo; anche tu hai la tua libertà, ed io devo darti fiducia.



Parlami, Padre!

Padre, parlami nel Figlio tuo.

Io conoscerò il tuo volto, in quello del tuo Figlio. Conoscerò l'immensità del tuo Cuore nella tene­rezza del tuo Figlio.

Rivelati a me nel tuo Figlio, con la irruenza dello Spirito Santo.

Padre, parlami!

Il mondo è muto per me, è sordo ai miei gemiti. Ciò che esso mi dice, lascia la mia anima più arida e desolata che mai. Quando io grido o cerco un'eco alle mie invocazioni, il mondo non si desta e non intende. Mio Dio, ho bisogno della tua parola, del tuo volto! Quando mi giunge la tua voce, mi scuoti tutto; la mia persona arde come se un fuoco irresistibile l'avvi­luppasse; allora tu mi prostri a terra, mi riduci senza vigore.

Eppure questa violenza mi fa vivere; e la tua voce mi fa risorgere!

Mio Signore, troppa esistenza ho speso per correre dietro alle promesse del mondo.

Poi sei venuto Tu, ed io ho capito. Ho ritrovato me stesso; ora voglio riservarmi unicamente a Te.

Non tacere, non vedi che semino e riempio le strade e le piazze di questa ansia d'incontrarti e ascol­tarti?

Vienimi incontro, raggiungimi se sto correndo lontano da te; accompagnati alla mia solitudine per­ché questa possa scomparire, se io mi sto allontanando da te.

Vieni e fammiti riconoscere, aprimi il tuo Cuore; rivolgimi il tuo invito a venire con te e a fermarmi in tua compagnia. Io bramo la tua familiarità!



Il tuo volto mostrami!

Dio Amore, Trinità Vivente, che sei Comunione di gioia eterna, parlami fino a rompere la mia sordità.

Non voglio udire più le mille voci che da ogni parte vogliono arrestarmi, rinnovando ed acuendo la mia infelicità.

Parlami fino a toccarmi, a ferirmi il cuore. Feriscimi con una piaga che sanguina di ardore! Non m'importa nulla del mondo; voglio te, mio Dio, bellezza infinita.

Rispondimi come tu sai e puoi. Altre volte l'hai fat­to. Ora sta prolungandosi troppo il mio deserto e la mia sete.

Abbi pietà di questa creatura sola, che muore di sete, sperduta nel mondo, che si muove tra gli altri solo per cercare il tuo viso, una volta già scoperto ed ora perduto.

La mia infelicità è troppo grande; non hai tu com­passione del mio pianto? Non offrirmi nient'altro, per­ché la mia anima non sa cosa farsene.



Io voglio Gesù?

Padre, mandami il tuo Figlio.

Egli conosce le nostre miserie, ha pianto anche Lui.

Tu non sei un Dio lontano, adatto ai filosofi, avvolto d'irreperibilità nelle complicate astrazioni. È nel tuo Figlio, che io ti cerco.

E Lui è venuto in nome tuo a cercarmi. Ma ora dov'è?

Gesù, questo tuo nome respira con me; il tuo volto è stampato a fuoco in ogni mia memoria.

Ma ora non ti sento e vedo.

Tu hai molte ragioni per non interessarti di me, eppure so che il tuo Cuore considera come nulla i miei peccati; e tu hai di me più brama di quella che io posso pensare.

Allora vienimi incontro e parlami; così avrò la vita. Io ti amo, Gesù!

Come potrei dirtelo ancora, come potrei provarte­lo?

No, non serve. So che per me hai dato tutto, fino alla morte, proprio per me.

Io ti grido il tuo amore infinito offertomi e dimo­stratomi per sempre.

Questa è la mia sfida, questa è la mia pace!

Verrà la tua parola, vedrò il tuo volto, trasalirà la mia anima; e questa città con me e con te; questo uni­verso con me e con te; il tuo stesso cielo sussulterà per te e per me! Perché anche per il più piccolo e perduto il cielo tutto vibra di riconoscenza, quando si salva! (Roma, 3 dicembre - a notte).



Perché Lui soffre

Gesù, tu mi mandi alle anime (continenti e nazio­ni, città e paesi, case, lavoro, treni e strada); ma anch'io Ti mando a tutte le anime!

Tu le doni a me, anche se non sanno; ma io pure continuo a donare tutte le anime a te, anche se non san­no.

Mi fai capire come esse siano, quale sia la situa­zione in cui versano; mi riveli che talvolta sono domi­nate dal peccato e dalla morte spirituale. Mi riveli che tu soffri in loro. Mi fai capire che loro portano dentro un tormento di morte. Sono senza di te: sono in balìa di satana e corrono il pericolo di perdizione. Ma la tua pietà è tale che non vuoi per nessuno né quello né que­sto inferno terreno...

Gesù, come non posso separare la mia vita dalla tua, salvo follia diabolica, così non posso separarla da quanti sono miei: le persone che mi sgomitano anche occasionalmente, anche nei bus; e più ancora, quelle di cui mi fai intravedere lo stato interiore...

Gesù, tu sei una cosa sola con noi li Padre ti ha dato a noi, a tutti e a ciascuno; e farti uno con noi ti è costato rifiuto, odio, menzogna, violenza e morte... Ti abbiamo trattato nel modo peggiore...

Dov'è la dolcezza dei sentimenti, il rispetto, l'o­nore che avremmo dovuto avere per te?

La tua passione non si ripete in ogni epoca storica, in ogni comunità, anzi in ogni anima?

Tu sei nostro, perché vieni per ciascuno, vieni come « dono di Dio», come pace soave e profonda, come splendore di sguardo, purezza di felicità...

Ma noi che siamo peccatori, ti offriamo rifiuto, ti carichiamo della croce, ti condanniamo a provare il frutto dei nostri peccati.

Ti diciamo che sei un illuso, un mitomane, sei un impostore, sei molesto, sei senza credito... E ti flagel­liamo, ti respingiamo; ti uccidiamo...

Tu soffri in noi per come siamo irretiti nel peccato e ridotti male; ma soffri anche perché non vogliamo cambiare; ci piace spremerci nell'assurdo tormento del peccato; soffri, perché quando osi fare per noi qual­cosa, tentare qualche cosa, ci ribelliamo e ti eliminia­mo.

Gesù, ecco cosa facciamo di Te... Ma amarti, cosa è?

Rivelami tale amore: muoio, se non ti amo... E questo accade per ogni anima che è senza il tuo amore. (1.4.1982).



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