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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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Memorie di un Sacerdote (meravigliose, imperdibili!)

Ultimo Aggiornamento: 03/09/2009 21:59
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Sesso: Femminile
03/09/2009 21:54

Il santo Sacrificio

La Messa è un evento di sangue.


Non è una cerimonia, in cui non accade nulla; dove solo i sentimenti vengono un po' toccati, ma il fatto resta lontano dalla memoria che li evoca.

La Messa non è così, no; i sentimenti possono anche non esserci o non essere adeguati.

Questo fatto si compie: Gesù muore, muore in un mare di pena, il suo soffrire è tra i più incredibili che possano accadere.

Ed è imputato a me il suo soffrire... Da me vanno a Lui: odio e violenza; da Lui vengono a me: offerta e silenzio.

Gesù, travolgimi, dunque, con la tua pena. Perché devi avere davanti una creatura che non sente, non vibra, non è scossa, non partecipa come deve?

Gesù, fa' qualcosa per te nei miei riguardi. Sono per te inutile, sono come stordito davanti a te. Non accettarmi più così!

Tu soffri; ed io ignoro o evado, non capisco, non reagisco.

Tu soffri; la marea del male si abbatte su di te, le anime sono sull'onda delle peggiori alienazioni ed io resto indifferente, impotente, legato, senza muovere né piedi, né mani, né dita...

Gesù, la tua Messa sconvolga la mia vita. Mi dia la forza per non accettarmi più così.

Gesù, i tuoi chiodi trasformino le mie preghiere nel coraggio della conversione; le tue spine rendano dolci le umiliazioni che non amo; la tua lancia mi renda indifferente verso l'amore delle creature che soffro di non avere, tuttavia voglio darlo ad esse sinceramente; l'acqua e il sangue, che hai versato fino all'ultima goccia, siano il mio dono sincero agli altri, in mille for­me; la tua povertà mi conceda la piena sincerità del cuore, della parola, dello sguardo; la tua sete diventi per me l'ansia di conquistare tutte le anime a te; i tuoi flagelli siano la mia vergogna e la mia pena per i miei peccati; il tuo fiele m'infonda il disprezzo dei piaceri... Gesù, io ti amo! Griderò ciò per farlo sentire a tut­ti; anche a te?

Come si esce dalla Messa? Stravolti, malandati... È una fatica, è un'angoscia, è una morte... con Lui e in Lui per gli altri...

La Messa è la sorgente da cui nasce la mia giornata apostolica, la mia missione... da cui ho già ricevuto le persone, che oggi devo incontrare e salvare... e far vivere di Cristo e della sua grazia... Allora durante il giorno continua la dedizione sacrificale e l'oblazione d'amore... (2.4.1982).



Gesù è mio!

Atto di fede, visione, certezza, contatto con la realtà divina-umana: Gesù è mio, io sono suo.

È mio, nella sofferenza che patisce per me, per cia­scuno, per tutti nel mondo.

È mia la sua pena universale, è mia la sua offerta d'amore, è mia la sua debolezza, la sua prostrazione, l'agonia del suo Cuore...

È mio il rifiuto che riceve, è mio ciò che lo colpisce ogni giorno da parte nostra, da parte di tutti nel mon­do, soprattutto dei cristiani e dei consacrati...

È mio Gesù, così come viene continuamente ridot­to.

La Messa è un evento ogni giorno nuovo, perché ogni giorno gli uomini e le donne vivono da capo un'e­sperienza di dedizione o di rifiuto nei riguardi di Cri­sto; e ogni generazione si fa contemporanea a Lui nel­l'amore, o nell'odio folle e furioso.

Gesù è mio, così calpestato, respinto, dissanguato, assetato, denudato, maledetto, sfidato dal rancore; ma poi, perché?

Gesù è mio, vestito di sangue e di polvere e di dolo­re...

Gesù è mio, il Gesù-dolore, il Gesù agonizzante, il Gesù Crocifisso, il Cristo morente nell'estremo palpito di convincermi del suo dono, di darsi a me ancor più lucidamente; di consegnarmi anche la sua morte...

La Messa non è una cerimonia, una finzione vestita di solennità, un «come se»,..

La Messa è Lui che soffre, soffre, soffrirà fino a quando il mondo conoscerà un solo peccato. Quando il mondo, questo mondo finirà, Lui emetterà finalmente l'ultimo rantolo d'agonia, cesserà l'ultima sofferenza, morirà l'ultima morte. E la risurrezione sarà comple­ta! Atti sinceri di amore... verso di Lui! (3.4.1982).



Serviti di me

Gesù, dobbiamo - ora - parlarci fra di noi. Guar­darci e intenderci.

Gesù, il mio è un tentativo incapace di amarti: tu ami con tranquilla effusione di pienezza.

Tu ami e basta: non alterni i moti del cuore e i gesti del dono come me... Io invece non sono capace: sono instabile, disperso e ridicolo. Come mi sopporti?

Dove sono dignità, rispetto, coerenza, supera­mento di me e di quanto è in me per affissare la mia anima in te?

Vorrei essere una pura fiamma che arde; invece sono un tizzone che fumiga e ti fa male; vorrei essere una limpida corrente, che se ne va scorrendo sempre generosa; invece non ho che qualche goccia da offrire alla tua sete.

Gesù, vieni a visitarmi e parla forte. Tu puoi, se vuoi. Se vuoi compiacerti in me di qualcosa, conce­dimi i tuoi doni, perché possa essere per te un amico e un confidente secondo il tuo Cuore.

Questo vuoi da me: devo essere per te motivo di gioia, di consolazione. Devo essere talmente a tua disposizione con la volontarietà gioiosa ed umile, da gareggiare con te nello scambio di attenzione, e nel lavorare per il Regno del Padre.

Gesù, quanto più io t'intendo, tanto più fra me e te vi sono le anime, e il Padre con lo Spirito Santo.

Gesù, so che mi ami senza stanchezza, senza delu­sione... tu non ti meravigli di me, perché sai bene chi sono... E siccome mi hai preso per mano, mi eviterai che possa dispiacerti... Non è mai troppo grande questa mia fiducia verso di te. Ma non basta; mi adopere­rai per le anime, come tu vorrai... (6.4.1982). « Per ora no, ma più tardi » - dice Gesù a Pietro...­.



Salvami!

Gesù, quanto difficile mi appare questo tempo perché mi impedisce di vedere il tuo viso! Invece si romperà e io sarò davanti a te.

Ma anche adesso il tempo mi aiuta a camminare verso di te: mi distacca dalle cose, dalle persone, e anche da me.

Anch'io, se mi volgo indietro, ho la mia storia pas­sata. È stata sempre vissuta con te e per te? Non ne sono soddisfatto. -

Dov'è quella santità che - tu mi hai proposto nelle stagioni di sole - e sognavo tanto, per cui mi emozionavo? Dov'è quella dolce e totale annichila­zione nel tuo amore, che mi faceva tanto ansimare? Le cose più belle le ho vissute nel desiderio, tu lo sai. È stato questo un tempo pieno tutto di propositi, slanci, ardori, ma di fatto, mio Signore, che cosa ti presento? Come mi vedi, ora? Sono lontano dal tuo progetto!

Gesù, il tempo che gradualmente mi dispensi è già stato molto. Non voglio pensare se sarà ancora molto o poco.

So che il mio dovere è aver puro il cuore da tutto, concentrare il desiderio e stringere la mia anima a Te. Io voglio vivere per te. Una volta credevo che amarti voleva dire fare per te cose grandi; ora so che consiste nel donarti me stesso, nel modo più puro e totale. Non è ancora così, ma voglio che diventi così.

Voglio venir nell'ora in cui mi chiamerai all'incon­tro definitivo, almeno con la mia anima vibrante per Te.

Le opere non mi interessano? Compile tu, se vuoi. Il mio compito è purificarmi, distaccarmi, addolcirmi, liberarmi da me, dal mondo, dalle passioni malvage che mi disturbano... Vorrei essere una dimora degna di te; vorrei avere un cuore immenso e puro, che viva solo per Te.

Vorrei essere a tuo servizio con la forza dell'Euca­restia, che mi rende ogni volta più conforme a te, per la tua gioia.

Il mondo va salvato. Se sarò così, non passerò invano. Se il lavoro apostolico è vuoto, portalo tu a quell'essenzialità, che faccia esistere solo una pienezza e una fecondità d'amore. (7.4.1982).



Lavorare, lavorare per Te!

Gesù, devo guardare a tutto il mondo per portarvi la tua risurrezione; ma come è pesante la mia natura. Mi rendo conto di essere nemmeno quasi catecu­meno!

Dov'è quella purezza totale, di cui dovrei essere rivestito e che dovrei esprimere?

Dov'è il mio «io» sostituito da Te? Dov'è quello slancio, quella delicatezza, quell'intimità e insieme quella disponibilità di cui dovrei dar prova costante, quasi con spontaneità e naturalezza?

Dov'è quella creatività che produce ovunque un ambiente spirituale, in cui tutto splende di libertà e di grazia?

Dov'è quell'energia, quel decoro, da cui traspare sempre, in me e da me, quel qualcosa che è segno vivo e indubitabile di te?

Gesù, come è ancora lontana la mia persona dal­l'essere tutta invasa e posseduta e trasformata dalla novità della tua risurrezione!

Accadrà tutto questo finalmente? Lo spero per la tua misericordia.

Per ora, intanto, devo rendere dolci le fatiche, serene le ansie, dedizioni le angustie e i ritardi; devo vivere morendo, ma d'amore, d'appartenenza a Te, di prodigalità per il tuo Regno.

Per ora, devo come abituarmi a ricominciare con gusto, sperimentando, a tratti crescenti, anche l'incan­descenza nello Spirito di ciò che intraprendo per te e solo per te.

Impediscimi di cercare me, di desiderare me, di idealizzare me, di coltivare il mio io, di servirmi di te e del tuo appello per me e la mia vanità.

Fammi essere realista: la tua resurrezione chiede di abbracciare l'intera realtà, di assumere l'intera società concreta e quotidiana, e in essa immettervi e scoprirvi e farvi risplendere la tua grazia.

Soprattutto, fammi abitare già dove tutto è defini­tivo, ossia nel tuo Regno.

Resti qui fin quando vuoi, eppure come se prove­nissi continuamente da un'altra sponda, per destare anche in altri il desiderio e la certezza della tua eterni­tà. (16.4.1982).



Il cuore di Maria

Accostandomi a te, Gesù, e accogliendo e vivendo in me il « mistero vivente» dell'Amore, offerto in consu­mazione per i peccati del mondo, dovrei tendere ad avere il cuore di Maria.

Tutto di lei passi in me: la sua grazia, la sua anima, tutta la sua persona, perché solo in lei, ciò che è Gesù ed è di Gesù trova pienamente risonanza, dimora e comunione compiuta.

Solo lei ha tutto condiviso con Gesù; e Gesù ha tro­vato silenziosamente e sconfinatamente solo lei ca­pace di seguirlo e comprenderlo.

Solo loro due han fatto unità: una sola carne, un solo spirito, un solo sacrificio, un solo amore e un'uni­ca vittoria, un'unica Chiesa.

L'uno si ritrova pienamente nell'altra e insieme sono dentro ciascuno; c'era una tale intesa, una così pura, delicata, intimissima partecipazione, che ognuno aveva il cuore dell'altro in sé, ognuno portava e viveva l'altro in sé.

Lo Spirito Santo, a causa della sua disponibilità, ha potuto talmente operare in lei, che Lei è una per­fetta immagine del Figlio; e il Cristo deve tutto di sé, nella sua natura e vibrazione umana, a lei. Lei ha edu­cato Gesù con la sua presenza ed esempio; più ancora con la sua anima!

Quando Dio creò l'uomo gli alitò un soffio di vita, dicendo: Facciamo l'uomo a immagine e somiglianza nostra.

Lo Spirito, che conquistò Maria, prima fece di lei in anticipo un'immagine perfetta di Colui, che ella doveva ricevere nel suo grembo e nel suo cuore; e dopo fece sì che lei donasse al Figlio la sua stessa immagine. Ognuno ha il volto interiore dell'altro: ecco Maria e Gesù!

Gesù, che vivi nella s. Eucaristia e così vieni in me, io devo avere il Cuore di Maria.

Solo così tu sei il mio Amore. Nascondimi, Gesù, in lei.

Allora, il tuo infinito Amore mi si dispiegherà per me in novità prima apostolica, poi eterna.

Se Maria mi troverà docile e umile, compirà in me il miracolo.

E quale sarà questo miracolo, se non il tuo volto, il tuo cuore, la tua parola, il tuo respiro in me? (18.4.1982).



Ad ogni ora l'unica allerta!

Gesù, dopo la s. Messa devo riprendere contatto con la realtà, piano piano.

Devo vivere dentro di me con te, pur facendo le cose di fuori; devo conservare la mia anima legata a te, anche se i molti doveri, che mi impongono di essere assolti, mi portano fuori.

Gesù, mi chiedi che prolunghi, per quanto è possi­bile, questo «tu a tu» profondo, silenzioso, ma lucido e avvertito con te...

È un'unione nella sofferenza, ma anche nella purezza, nella calma...

Devo resistere nel mantenere questo contatto con te, perché non è facile.

Mi tocchi e avvolgi come fuoco; e io devo accettare questa purificazione.

Ma di più, devo con te assumermi le atrocità del mondo e farmi vicino spiritualmente a tutti per far sca­ricare su di me l'orrore dei loro peccati, l'incoscienza della loro disinvoltura, quando vivono e operano senza di te o contro la tua volontà...

Gesù, devo uscire dalla Messa segnato a fuoco e inserirmi nella vita quotidiana, come un estraneo che vive al di là del presente abituale; o che lo vive come avesse un altro sguardo, come conoscesse un altro mondo pur operando sempre decisamente in questo presente - come gli interessasse un altro futuro, che già porta nell'anima.

Gesù, fa' che anche arrivato a sera, il tuo Sangue e la tua Carne offerti per il mondo, abbiano visto com­pleta la mia parte, a te congiunta.

Devo fare ogni cosa e stare fra tutti, sempre come sull'altare; devo, in ogni momento, vivere «offerto in sacrificio per voi... in remissione dei peccati di tutti...».

L'Eucaristia è da viversi come ripetendo in me ciò che ha vissuto con Gesù anche Maria!

Non è qui che lo Spirito mi vuole portare? (18.4.1982).



Per la risurrezione

Gesù, ciò che accade sull'altare non mi deve solo sfiorare, ma deve farmi precipitare nell'evento in cui tu sei «viva passione»!

La Messa non è una cerimonia; è una realtà immensa in cui tu prolunghi veramente una morte d'amore, l'oblazione totale per noi.

Se non vi entro, il gran fiume scorre e io sono estra­neo a tutte le possibilità della grazia, alla continua redenzione del mondo.

Se non entro nell'Eucarestia, sono fuori anche dal mondo.

Pretendo di far qualcosa, ma cerco solo il mio angolo di tranquillità.

Come è possibile l'egoismo, ben peggiore se fosse spirituale, quando invece la tua richiesta per me, gli assilli della gente, il tuo vivo solidarizzare con tutti, trovano nella croce l'unica forza di salvezza?

La tua croce è violenza di sofferenza, che fa risal­tare il tuo dono d'amore che tutto supera e attrae con veemenza.

Gesù, come entrare nella tua agonia, che è di ogni momento e nella Messa si esprime e si fa attuale per raggiungermi e coinvolgermi?

Gesù, anche il mio corpo ne deve essere toccato. Anche la mia carne deve essere gettata dentro il braciere del tuo dolore infinito. Anche la mia anima deve sentire tutta la solitudine desolante del silenzio, del rifiuto, che crescevano attorno a te, mentre tu invo­cavi compassione e amore.

Anche la mia anima deve sentire in sé il gemito dei popoli, la devastazione che le anime subiscono, l'op­pressione che il peccato attua nel mondo.

Gesù, non posso entrare nella Messa se non l'av­verto come l'evento, in cui tutto il tuo Amore si con­verte in sofferenza e morte e tutta la disperazione umana si concentra per schiacciarti; ma essa è anche l'evento in cui la Trinità santa v'è implicata e l'umani­tà, che celebra la sua storia di follia, ne viene redenta, salvata. Ciò che accade sull'altare non deve sfiorarmi, ma deve sconfiggere la mia indifferenza. Deve far sca­turire più forte la risurrezione. Se mi chiami ad entrarvi totalmente... aiutami a portarne il peso. (19.4.1982).



Nascondermi nel Padre

Dopo tanta attività - quale settimana intensa! - l'anima ha il bisogno di nascondersi con te, nel Padre.

Nascondermi alle creature, appressarmi al Mistero e stare alla presenza di Dio!

Fissarmi davanti allo sguardo divino, che scruta, purifica, mi alleggerisce. E mi ama.

Davanti a te, io raccolgo me stesso, mi unifico e sono pronto al dono... per ricambiare il tuo.

Gesù, avrò mai la purezza sufficiente e l'intensità necessaria per il dono che attendi?

Sarò mai così tuo da permettere a te di amarmi come desideri? Gesù devo nascondermi con Te, nel Padre.

Le creature non distolgano mai il mio cuore e il mio desiderio da te.

Gesù, va crescendo in me il desiderio di te.

Fa' che il tuo Spirito renda la mia vita più pura, estraniata dal mondo e più raccolta in te.

Mi vesti di eternità, mi sveli i segreti del cielo, mi partecipi ciò che sei, perché anch'io faccia parte con te della gloria del Padre.

Nascondermi, allontanarmi dalle creature e con te entrare nel segreto del Padre. Qui, sono me stesso nella luce di vita eterna...

Qui, il Padre mi ama e mi ripete le compiacenze che trova in te...

È mai possibile che Dio si prenda così cura di me? Che io sia così importante per lui?

È mai possibile verso di me una gelosia d'amore? È mai possibile che lui mi chieda tutto e non sop­porti che ciò non avvenga? Padre, lo Spirito che invii nella mia piccola anima compia il tuo disegno su di me. Anch'io sento un amore che nonostante le sue debolezze e incertezze, solo in te brama riposarsi.

Tutto trovo in te, infinitamente più di quanto pre­sagisco!

Al di fuori di te la mia anima si ritrova arida, scon­tenta, senza quiete.

Gesù, nscondimi nel Padre! Allora comprenderò la tua missione e vi parteciperò.

Nel tuo silenzio e nella solitudine dell'Eucaristia, tu vivi e ci salvi riparando e morendo per noi, offren­doti al Padre nel totale sacrificio... Qui sono anch'io!

L'umanità più dolce verso Gesù è Maria! Delicatezza... che è energia interiore ed esteriore per Gesù (24.4.1982).



Riparare è amare

Gesù, sei vivo nel mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue; sei vivo tra noi a prolungare la tua passione reden­trice e il dono del tuo amore offerto finti al sacrificio; sei vivo per continuare ad addossarti i nostri pec­cati ed espiarli per impedire che il loro peso non schiacci noi...

Noi, che ne siamo i responsabili, non ne siamo le vittime.

Noi, che ne siamo i colpevoli, ne siamo risparmia­ti; e tu, che sei innocente, ne diventi la vittima.

Gesù, se non ci fossi tu, il mondo non ne sopporte­rebbe il peso. Il peccato è somma rovina che produce conseguenze senza controllo e ad effetto illimitato. Il peccato provoca eventi di morte e di rottura, che si ripercuotono in conseguenze senza misura.

Il Padre viene offeso, viene contrastato e abbando­nato; da ciò l'uomo comincia una distruzione di sé e di quanto lo riguarda, che ha come segni e conseguenze, sempre irreparabili, la morte e l'inferno, la prima morte e la seconda morte - dice l'Apocalisse...

L'uomo che pecca, da sé non può far più nulla per liberarsene.

Solamente Gesù, il Figlio di Dio, può venirgli in aiuto.

E Gesù viene in nostro aiuto, sia liberandoci dal peccato e dalle sue conseguenze, sia offrendo al Padre quell'onore, gloria, adorazione, riparazione, ringra­ziamento che l'uomo gli deve; quell'obbedienza e donazione totale che tutti gli dobbiamo. E come ciò avviene in Gesù?

Con il suo vivere umile, puro, nascosto; poi, con la sua missione di obbedienza, di fedeltà e di misericor­dia; infine, con la sua morte oblativa e sacrificale.

Gesù, tu ci salvi con il tuo Corpo offerto e il tuo Sangue versato; cioè, con la tua estrema, asprissima desolazione e morte. Con il tuo amore portato alla fine.

Gesù, fa' che l'Eucaristia mi conquisti intera­mente perché tu, che vivi in essa, ci salvi riparando e morendo per noi, offrendoti al Padre nella totale con­sumazione d'amore... continuamente (28.4.1982).



Aver cuore per Gesù

Gesù, non vivo ancora il tuo sacrificio come meri­ta.


Io vi resto fuori, la mia vita non è scossa, non ho cuore e pianto e sangue per te, che pure versi il tuo dolore come un fiume sul mondo inaridito e smarrito. Tutto ciò avviene anche oggi, ma io dove sono?

Il tempo e gli eventi che trascorrono, io non so ancora vederli pieni della tua passione; perché ignoro ciò che di più profondo esiste dentro la storia di ogni anima e popolo; ed è, che tu sei lì dentro a espiare, offrire e redimere tutto di tutti. Adesso è come allora.

Allora venivi insultato e tradito e condannato, venivi poi condotto a morire, senza l'altrui compassio­ne; anche Simone di Cirene era tutto fuori della tua pena: - che ne sapeva di te e del tuo destino? lui aveva la sua famiglia e il suo lavoro... aveva da pensare abba­stanza... aveva scelto di non interessarsene...

E tu lo hai chiamato: Aiutami, non ignorarmi; prendi su di te la mia croce, muori un po' anche tu come me, caricati di vergogna per me davanti a tutti... entra nella mia solitudine e nella mia spossatezza...

Abbi cuore per me! Siimi vicino fino a prendere il mio posto...

Gesù, non ti serve la « mia Messa » se io non prendo la tua, che è sacrificio, goccia a goccia distillato in infi­nita amarezza.

Gesù, che ne so io dei chiodi alle tue mani e ai tuoi piedi, dei colpi che lacerano la tua carne, della tua sete, della febbre allucinante?

Che ne so delle parole infami, del disprezzo, della solitudine, delle accuse ingiuste?

Che ne so della condanna vile che salva l'altrui onore - o ipocrisia - e infanga senza pietà la tua dignità?

Gesù, so che la tua passione è viva nella Messa, e che se voglio essere nella verità del tuo sacrificio, anche la mia vita quotidiana deve essere dentro il tuo morire e la tua morte d'amore deve essere dentro il mio vivere.

Morire d'amore ogni momento con te è vivere, è salvarmi, è salvare il mondo! (6.5.1982).



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