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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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Satana nel mondo (Esorcismo di padre Giuseppe Tomaselli)

Ultimo Aggiornamento: 04/09/2009 00:05
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03/09/2009 23:22

SATANA NEL MONDO

Di Don Tomaselli Giuseppe

(EPISODIO CONTEMPORANEO)

INTRODUZIONE


Nella vita sacerdotale mi sono capitati dei casi di ossessione ed ho dovuto interessarmene col permesso delle Autorità Ecclesiastiche.

In una mia pubblicazione « Gli Angeli Ribelli » avendo accennato a qualche epi­sodio del genere, parecchie persone si sono rivolte a me per essere esorcizzate.

Per lo più si è trattato di malattie nervose ed ho inviato i pazienti al dottore per farsi curare; qualche volta si è trat­tato di vera ossessione, ma non ho potuto interessarmene perchè impedito dal denso lavoro quotidiano.

Diversi Vescovi mi hanno invitato a prestare la mia modesta opera in casi specifici; però ho sempre risposto non es­sermi possibile assumere tali impegni e che si rivolgessero ad altri Sacerdoti.

Dopo quindici anni di tregua sono stato, per così dire, costretto a prestarmi; il Signore mi ha messo nell'occasione di giovare ad un afflitto uomo.

Ora, vista l'utilità, credo bene presen­tare lo svolgimento dell'episodio, con qual­che rilievo personale.

Ho fiducia che i buoni ne approfit­teranno; mi auguro che i tiepidi s'infer­vorino e che gl'indifferenti si scuotano.


L'OSSESSIONE

PRELUDIO

Per comprendere meglio quanto si verrà esponendo, occorre un preludio. Dio creò i Puri Spiriti, cioè gli Angeli, distribuiti in nove cori.

Gli Angeli sono esseri superiori al­l'uomo, dotati d'intelligenza e di volontà; però non hanno corpo.

L'Angelo più bello era Lucifero, che significa « Portatore di luce ».

Questi Puri Spiriti prima di essere confermati in grazia dovettero sottostare ad una prova; la Divina Sapienza aveva decretato ciò.

Secondo San Tommaso D'Aquino e secondo i più celebri Padri della Chiesa, la prova degli Angeli non avrebbe potuto essere altra che questa:

La seconda Persona della Santissima Trinità, il Figlio Eterno del Divin Padre, nella pienezza dei tempi si sarebbe fatto uomo, pur restando vero Dio, e gli Angeli avrebbero dovuto adorarlo anche nella sua natura umana.

Lucifero, dotato di qualità eccellentis­sime, pensando che un giorno avrebbe do­vuto umiliarsi davanti al Figlio di Dio Incarnato, sentì in se tanto orgoglio da dire: - Se si farà uomo, non lo adorerò ne lo servirò.

Un grande numero di Angeli si unì a lui per ribellarsi.

Noi conosciamo in qualche modo ciò che avvenne in quella lotta in Cielo, poi­che Dio lo manifestò in visione ai Profeti Isaia e Daniele.

Ci fu silenzio in Cielo mentre avve­niva la lotta tra il dragone e l'Arcangelo Michele; e si udì una voce di migliaia di migliaia, i quali dicevano: Salute, onore e potenza all'onnipotente Dio!

L'Arcangelo Michele, a capo d'innu­merevoli schiere angeliche, si oppose alla superbia di Lucifero, dicendo: Chi è come Dio?

Lucifero, come folgore, fu cacciato dal Cielo e precipitato nell'inferno assieme ai suoi compagni; allora divenne Satana, ca­po degli Angeli ribelli.

« Come sei caduto dal Cielo, o Lucife­ro ... tu che dicevi in cuor tuo: Salirò sui Cieli ... innalzerò il trono ... sarò si­mile all'Altissimo!

« Invece sei precipitato nell'inferno, nel profondo dell'abisso » (Isaia-XIV-12). Finita la grande prova in Cielo, gli Angeli fedeli furono confermati in grazia, cioè divennero impeccabili.

Finchè l'umanità sta sulla terra, è in prova. Chi supera la prova, appena avve­nuta la morte del corpo, è confermato in grazia e può godere in eterno le gioie del Paradiso.

Chi invece non supera questa prova, appena emesso l'ultimo respiro, deve an­dare con Lucifero nell'inferno.

Afferma ciò Gesù Cristo, quando as­serisce: Dirò ai cattivi: Andate, maledet­ti, nel fuoco eterno, preparato a Satana ed ai suoi Angeli! (Matteo, - XXV - 41). Le vie del Signore sono investigabili. A noi tocca accettare quanto la Divina Sapienza dispone.

Lucifero e gli Angeli ribelli furono cacciati nell'inferno; però Dio permette a Lucifero ed agli altri demoni una certa libertà, ma sempre nei limiti da Lui sta­biliti. Per questa misteriosa libertà i de­moni possono andare in giro per il mondo. Vagano; e siccome sono confermati nel male, lavorano per spingere gli altri al male.

Il Signore sa ricavare il bene anche da questo lavorio diabolico.

Il demonio, essendo un puro spirito e non potendo perciò essere visibile agli occhi umani, talvolta prende sembianze sensibili; infatti, quando tentò Adamo ed Eva, prese la sembianza di serpente.

Se Dio permette, il demonio può tor­mentare un corpo umano, come avvenne a Giobbe, di cui parla la Sacra Scrittura.

Non solo può tormentare, ma può ad­dirittura impossessarsi di un corpo viven­te, ad esempio, di un animale, come ri­sulta dall'episodio evangelico, in cui si narra che i demoni invasero migliaia di maiali, che pascolavano nei pressi di Ge­rasa e poi tutti si precipitarono nel lago di Genezareth.

Può anche prendere possesso del cor­po umano, ma non dell'anima. In questo caso ha luogo l'ossessione, cioè in un uo­mo o in una donna entrano uno o più demoni.

Chi è invaso dal demonio è detto « in­demoniato » ovvero « ossesso ». Si rende utile una chiarificazione. L'uomo ha l'anima; questa è uno spi­rito, fornito di tre facoltà: memoria, in­telligenza e volontà. Essendo uno spirito, l'anima non può mettersi direttamente a contatto con il mondo sensibile ed allora si serve del corpo, il quale giustamente è chiamato « strumento dell'anima ».

Quando una persona è invasa dal de­monio, avviene questo: l'anima resta li­bera nelle sue facoltà, però non è più pa­drona del suo corpo. Come prima dell'in­vasione il corpo era strumento dell'anima, così, avvenuta l'invasione, diviene stru­mento del demonio.

Di tutto ciò che il corpo può fare di male quando è posseduto dal demonio, l'anima non darà conto a Dio, perchè non e più essa che agisce e quindi non ha responsabilità morale.

Durante l'esorcismo la persona osses­sa non vede i presenti, non ode la voce del Sacerdote ed alla fine non sa nulla di quanto è avvenuto attorno a lei; in­tanto nel frattempo gli occhi vedono, le orecchie odono, la bocca parla, l'intelli­genza è in attività; chi vede, ode, parla e ragiona è il demonio.

Non poche volte ho chiesto a colui che ho esorcizzato: Hai visto ed udito me durante i dibattiti con il demonio? - e la risposta è stata: Non ho visto alcuno e neppure ho udito parlare. -

Al tempo di Gesù gl'indemoniati cor­revano a Lui per essere liberati. Gesù misericordioso cacciava i demoni e diede agli Apostoli la potestà di cacciarli.

Nel Vangelo sono narrati diversi epi­sodi di ossessione.

Potrebbe pensarsi che, essendo Gesù morto in Croce ed avendo abbattuto Sa­tana, i casi d'invasione diabolica siano ter­minati. Non è cos?! Gl'indemoniati ci sono stati e ci sono anche al presente.

La Santa Chiesa, che conserva e cu­stodisce il patrimonio affidatole da Gesù Cristo, tra gli Ordini Minori ha messo anche quello dggli Esorcisti, con il com­pito di liberare gl'indemoniati. - Nel Rituale Romano, ove sono con­tenute le preghiere ufficiali della Chiesa, trovasi l'Esorcismo solenne, il quale può essere fatto soltanto dal Sacerdote che ne abbia avuta facoltà dal Vescovo.

Nel Rituale, prima delle preghiere, ci sono delle istruzioni, che riguardano il Sacerdote, istruzioni che possono essere conosciute pure dai fedeli, e cioè:

1° Il Sacerdote eserciti l'ufficio di Esorcista per spirito di carità.

2° Non creda facilmente che taluno sia posseduto dal demonio. Si assicuri be­ne che ci siano dei segni diabolici, ad esempio: parlare lingua straniera o com­prenderla, senza che il paziente la cono­sca; indovinare cose occulte e lontane; avere orrore per le cose sacre; ecc.

3° Il Sacerdote stia attento per non cadere nelle insidie diaboliche ed essere ingannato, perché il demonio è molto astuto.

4° Per non essere cacciato il demonio procura di non farsi scoprire e si sforza di far comprendere che i disturbi fisici sono effetto di malattia.

5° Si raccomandi all'ossesso di prega­re con la mente, mentre si fanno le pre­ghiere del Rituale.

6° Il Sacerdote preghi con molta fede ed umiltà; non faccia al demonio domande curiose; permetta che assistano all'esorci­smo soltanto poche persone e non per­metta che alcuno dei presenti parli all'os­sesso.

7° L'Esorcista parli al demonio con autorità, comandandogli di tacere quando vorrebbe parlare ed obbligandolo a rispon­dere soltanto alle domande del Sacerdote.

Non presti fede se il demonio fin­ge di essere l'anima di qualche defunto, o di un Santo, ovvero uno Spirito buono, cioè un Angelo.


9° Raccomandi all'ossesso liberato di vivere in grazia di Dio ed in delicatezza di coscienza, per non dare al demonio motivo di ritornare in lui, perché se riu­scisse a ritornare, il suo stato sarebbe peg­giore del primo.


ESORCISMO

PRIMO INCONTRO


Un giorno, 18 maggio 1965, venne a trovarmi un uomo. Così mi parlò: - Sono stato indirizzato a lei dalle Suore di San Paolo della città. Sono molto sofferente. Sono stato in giro tanto tempo per avere sollievo; ma ormai sono stanco. Mi aiuti lei!

- Di che cosa si tratta?

- Ho disturbi diabolici. Prego, pre­go, prego sempre. L'unica mia forza è la preghiera.

- Che lavoro compie?

- Prima ero impiegato nell'Ammini­strazione Provinciale della mia città. A causa dei miei continui e forti disturbi, dovetti lasciare il lavoro.

- Vediamo se i suoi disturbi sono proprio diabolici, poichè potrebbero pro­venire dal sistema nervoso indebolito. Di salute come sta?

- Fisicamente sto bene. Sono stato da specialisti, ho avuto visite, mi hanno esaminato con i « Raggi X », mi hanno fatto analisi di tante specie ed è risultato sempre u organismo perfettamente sano ». - Quanti anni tiene?

- Trenta quattro.

- Ora dica: Come sono cominciati i suoi disturbi?

- Circa sette anni addietro all'im­provviso cominciai a sentirmi male, in tutto il corpo, come oppresso da un peso. E poi ... dolore di viscere, dolore alle ossa, la gola serrata ... Mi abbattei e cre­devo di morire.

Dopo qualche tempo mi apparivano cose strane, ad esempio, un grosso ser­pente che mi attorcigliava e mi mordeva. Io tremante pregavo.

Spesso, di notte e di giorno, mi appa­rivano esseri mostruosi, in forma di demoni, e questo mi terrorizzava.

A letto talvolta sentivo tirarmi le co­perte; nella mia camera apparivano luci e fiamme.

Per due anni non sapevo a chi confi­dare le mie pene. Pregavo e solo così av­vertivo qualche sollievo. Quando mi de­cidevo a fare la Comunione, provavo un senso di disgusto; ma mi comunicavo lo stesso.

Siccome pregavo molto, durante la preghiera udivo vicino a me uno che be­stemmiava contro Gesù Cristo e contro i Santi. Subito guardavo attorno e non ve­devo alcuno.

Mi piacevano le letture sante. Comprai la Bibbia ed altri libri religiosi; ma il de­monio, assalendomi, me li faceva strap­pare.

Poichè i disturbi non cessavano, ed anzi aumentavano, decisi farmi esorcizza­re per cacciare il demonio.

Andai in diverse città d'Italia, anche in Francia, a Chalon ed a Lione, per farmi liberare da Sacerdoti capaci. Mi recai anche da Padre Pio, il quale mi disse: Io ti benedico e speriamo che durante il viag­gio di ritorno a casa il demonio ti lasci per sempre. -

Invece tutto è continuato come prima. Spesso i demoni, in grandi schiere, mi cir­condano e mi fanno soffrire.

Avrei tante altre cose da dire, ma ne faccio a meno.

Mentre avveniva il primo incontro di quest'uomo con me, nel mio ufficio venne un Vescovo. Approfittai dell'occasione.

- Eccellenza, quest'uomo è indemo­niato. Vorrebbe essere liberato; prega mol­to e spera.

- Ma è proprio indemoniato? - soggiunse il Vescovo.

- Eccellenza, ecco una prova! L'in­demoniato davanti ad un oggetto sacro reagisce subito e questo è uno dei tanti segni dell'ossessione. Voglia osservare! - Appena l'uomo vide il Crocifisso che io tenevo in mano, il demonio si manifestò. L'ossesso indietreggiò, alterò la vo­ce, il suo volto si fece strano e giù be­stemmie contro Dio e la Madonna. Poi inveì contro il Vescovo con parole e con gesti triviali, quantunque Sua Eccellenza fosse un Pastore esemplare.

Impallidì il Vescovo e disse:

Tu, o demonio, sarai vinto dalla Ma­donna. Ti mostri forte con noi, ma la Ma­donna è più forte di te.

Dopo questa battuta il Vescovo disse a me e ad altri tre presenti: Veramente qui c'è il demonio! -

Allora tracciai un segno di Croce sul­la fronte dell'ossesso ed all'istante fu la­sciato libero; infatti ritornò normale, ri­sollevato e baciò il Crocifisso con devo­zione.

Vista la situazione, dissi all'uomo: Lei ha bisogno degli Esorcismi solen­ni. Per riuscire nell'impresa, che non è facile, occorre tempo. Date le mie occu­pazioni, non intendo mettermi a fare gli Esorcismi. Si rivolga ad altro Sacerdote, che possa mettersi a sua disposizione. -

L'indemoniato dopo qualche tempo partì dalla mia città e ritornò al luogo natìo.


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03/09/2009 23:35

SECONDO INCONTRO

Trascorsero due anni.

Una domenica, mentre rincasavo sul mezzogiorno, un tale si avvicinò e mi baciò la mano. Era l'indemoniato. Gli dissi:

- E lei è in questa città?

- Siccome nella mia città sono co­nosciuto e sento vergogna, preferisco stare qui.

- Ed ora cosa fa?

- Cammino. Devo camminare per almeno cinque ore, anche sotto la piog­gia e con il freddo. Il demonio che ho ad­dosso vuole così.

- Ma ancora non si è liberato?

- E chi mi libera? -

Ne ebbi compassione. - Beh, sog­giunsi, per questa volta mi metterò io. Venga a trovarmi e così si daranno le bot­te al demonio. Intanto preghi!

- E si che prego! Prego continua­mente, con la bocca o con la mente, per sei o sette ore al giorno, invocando il San­gue di Gesù Cristo! Povero me se non pregassi! Ripeto spesso: Satana, ti sgridi Dio! ... Il Sangue di Gesù Cristo ti ab­batta! ... - E mi comunico ogni giorno.

- Dunque si faccia coraggio! Doma­ni l'attenderò.

Vengono a trovarmi tanti. Mentre mi disponevo a fare le forti preghiere per l'in­demoniato, giunsero alcune donne ed al­ cuni uomini, persone già messe a cono­scenza del fatto.

Domandai all'indemoniato, che era piuttosto sereno: Lei permette che assi­stano costoro?

- Niente di male; purché non ci sia qualche fotografo.

- Stia tranquillo! Frattanto si di­sponga. Mentre lotterò con il demonio, lei preghi nella mente. -

Erano presenti un gruppetto di pie donne, un dottore, tre professori, due sot­tufficiali di Questura, alcuni padri di fa­miglia e qualche giovanotto.

Prima d'iniziare dissi:

Se qualcuno ha paura di assistere al­l'esorcismo, si allontani. Raccomando ciò specialmente alle donne. - Si allontanò solo una madre di famiglia.

Continuai: Non fatevi meraviglia se quest'uomo bestemmierà o dirà parolacce; non sarà lui, ma lo spirito maligno. Ed ora mettetevi in ginocchio. Recitiamo tutti l'atto di dolore. Umiliamoci profondamen­te davanti a Dio!

Mentre ci si disponeva a questo, il demonio cominciò a tormentare l'uomo. Subito iniziai la preghiera, dicendo solo nella mia mente:

« Signore, sono nulla al tuo cospetto e molto debole davanti alle potenze in­fernali. Per la dignità sacerdotale, di cui mi hai rivestito per la tua misericordia, per le preghiere dei presenti e per la tua vittoria su Satana, fa' che io possa domi­nare il maligno spirito e permetti che egli dica qualche cosa, che un giorno possa giovare alle anime ».

Quantunque avessi pregato mental­mente, il demonio conobbe il mio pensie­ro e frattanto mi guardava con occhi biechi.

L'ossesso improvvisamente contorse il collo a più riprese, agitava spasimante ora le braccia ed ora le gambe e bestemmiava contro il Signore e la Madonna.

Toccai con il dito le sue labbra e su­bito tacque.

Tenendo poi la mia mano sopra il suo capo, in segno di dominio come Ministro del Signore, gli dissi:

- Se Dio te lo permette, dimmi il tuo nome!

- Sono il principe degli angeli ribel­li, Lucifero! -

Udito ciò, dissi ai presenti: Invochia­mo allora l'Arcangelo San Michele, il vin­citore di Satana.

- Michele, esclamò l'ossesso, ... lo conosco! ... Abbiamo lottato assieme e poi mi ha precipitato ed incatenato negli abissi infernali! -

Tre volte invocammo San Michele e ad ogni invocazione Satana fremeva sem­pre di più, tormentando il paziente.

Continuai: Che peccato hai fatto in Cielo?

- Tu lo sai! ... Mi ribellai a Dio... Del resto, leggi la Scrittura.

- Che Dio ti maledica, o Satana!

- Ma io sono già maledetto!

- Nel nome di Dio, ti comando di rispondere: Come mai tu, che in qualità di capo mandi in giro i demoni e ti servi di loro, questa volta sei venuto in costui tu personalmente?

- Non riescono, perchè lui prega troppo. Ma ora devo lasciarlo e ritornare nel pozzo infernale. Là aspetto voi! Ma quest'uomo andrà altrove. Vi aspetto con me nel fuoco! - Ed alterando la voce da far paura, soggiunse: Ma ... fuoco fuoco!

- Che differenza c'è tra il fuoco della terra e quello dell'inferno?

- Quello della terra è materiale; quello dell'inferno è di potenza divina.

- Se si proponesse a te: Se farai la tale o tal'altra cosa, tu uscirai dall'inferno! - cosa saresti disposto a fare?

- Ipotesi inutile! La mia condanna è eterna.

- Nel nome di Dio, rispondi ancora! Le anime che stanno nell'inferno, per qua­li peccati vi sono cadute?

- Tu lo sai.

- Lo so; è per la disonestà. Ma in modo particolare?

- Per adulterio, per omicidio, per ateismo.

- Se Dio ti permette di parlare, ri­spondi su questo: Quando tu vai in giro per il mondo, cosa fai?

- Tento; lavoro nella mente umana. Spingo alla bestemmia, all'omicidio, al­l'odio, al furto, all'impurità e ad altri pec­cati. Rovino più anime che posso. Ma de­vo anche dire che in questo mio lavoro talvolta sono percosso dal Creatore e daglí Angeli. -

Pensando che le dichiarazioni di Sa­tana, un giorno pubblicate, avrebbero po­tuto essere utili alle anime, continuai ad interrogarlo. Certamente il maligno ri­spondeva perché era obbligato a farlo.

- Che lavoro fai con quelli che si confessano?

- Dopo averli spinti al peccato, li accompagno sino al confessionale; li tento affinchè dicano bugie al Confessore. Però i buoni non mi danno ascolto.

- Presso i moribondi cosa fai?

- Sino all'ultimo dò l'assalto, nella speranza di vincere.

- Se venissero nel mondo coloro che sono nell'inferno, cosa direbbero ai vi­venti? -

A questo non rispose.

Credo che la risposta sia quella data da Gesù Cristo nella parabola del ricco Epulone: Se non ascoltano Mosè ed i Pro­feti, non crederanno nemmeno se uno ri­suscitasse dai morti. - (S. Luca - XVI - 31).

Il che significa: Se certi dannati si presentassero nel mondo e parlassero del­l'inferno, i cattivi li piglierebbero per paz­zi e non crederebbero lo stesso.


Frattanto tutti i presenti guardavano l'indemoniato. I loro volti erano pallidi e gli occhi sbarrati, meravigliati di ciò che vedevano ed udivano. Osservai che i più impressionati erano gli uomini. Esortai tutti ad intensificare la pre­ghiera. Satana inferocì; faceva segni poco educati, gridando: Miserabili, non prega­te! ... Bestemmiate! ... Andate piuttosto a divertirvi al cinema!... -

La rabbia satanica si riversò sull'os­sesso. Questi provava forti attacchi dolo­rosi, ora al cuore, ora alla testa ed ora ad altre membra; compresi ciò perchè egli spasimante portava la mano sulle varie parti del corpo, indicando ove soffriva di più.

Appena poggiavo la mano sacerdotale sulla parte sofferente, all'istante cessava lo spasimo locale. Satana era sotto il do­minio della potestà del Sacerdote.

Intanto facevo internamente atti di umiltà. Guai a me ed all'ossesso se io avessi fatto qualche atto di superbia! Avrei rese nulle le fatiche dell'esorcismo. Il maligno tentò assaltarmi dicendomi pa­role di lode. Per grazia di Dio compresi e respinsi l'assalto.

Vedendosi alle strette, il brutto spi­rito esclamò:

- Maledetto il momento in cui que­st'uomo s'incontrò con te! ... Ti piglierei a schiaffi, come ho fatto con altri; ma non posso farlo! ... E voi, donnacce, che pre­gate, sappiate che io potrei torcervi il collo a tutte; ma non mi è permesso farlo! Voi pregate e con voi c'è la potenza divina!... Posso vendicarmi soltanto sopra questo uomo. Come tormentai Giobbe nel corpo, così tormento questo miserabile! Non pos­so toccare l'anima sua, ma il corpo sì; ed allora lo faccio soffrire, portandolo in giro sotto la pioggia, e lo spavento con or­ribili visioni! -

E qui bestemmie! Gli toccai le labbra e tacque.

- Se è volontà di Dio ed Egli te lo permette, rispondimi:

- Sei solo in quest'uomo?

- Con me ci sono tanti altri. Ho a disposizione una legione di combattenti, demoni a me soggetti. Andiamo in giro per la terra. Conosco tutti e conosco tut­te le lingue ed i dialetti. Potrei parlare in tedesco, francese, inglese, spagnolo, portoghese ...

A queste parole pensai:

Se gli permetto di parlare in lingua estera, forse Dio non sarà contento, quasi io volessi appagare la mia curiosità, e tan­to più che tra le norme degli Esorcisti c'è anche questa: Non si facciano doman­de di curiosità - Inoltre pensai: Questa potrebbe essere un'insidia diabolica, per­chè, ascoltando lui con interesse, smette­remmo tutti di pregare. Per tal motivo non gli permisi di parlare.

Proseguii nelle mie domande:

- Quali luoghi della terra tu pre­ferisci?

- Certamente gli abitati, perché là trovo le anime.

- Se hai altro da dire e Dio te lo permette, parla!

- Ho da dire questo: Devo lasciare quest'uomo e ritornare nel pozzo eterno, ove Michele mi ha incatenato.

- Vedi come Gesù trionfa sopra di te!

- Il Cristo morendo in Croce mi ha schiacciato!

- Anche Maria Santissima ti ha schiacciato il capo!

- Ah, questa Donna! ... Non dirò mai il nome di questa tale! -

I presenti ripetevano a coro: Viva Ma­ria! ... Viva Maria! ... -

La faccia dell'uomo divenne così brut­ta, come mai l'avevo vista; dicevo tra me: Sembra proprio la faccia del diavolo!

- Ed ora, esclamai, va' via Satana! La Madonna deve cacciarti! -

Allora feci nella mia mente la seguente preghiera, invitando i presenti ad unirsi alla mia supplica:

« O Dio, per la bontà che hai avuta nel dare all'umanità la Vergine Santissima per Madre, per il suo Immacolato Conce­pimento, per la sua dignità di Madre di Dio, per la sua Assunzione al Cielo, per la sua potenza quale Regina degli Angeli e dei Santi, ti prego, libera quest'uomo! »

Sull'istante l'uomo esclamò: « Viva Maria! » -

Si alzò da sedere tranquillo e sorri­dente, dicendo: Sento di essere leggero! ... Sono a digiuno, ma ho tanta gioia da non sentire voglia di mangiare!

CHIARIFICAZIONI

- Ed ora, gli chiesi, mi chiarisca qualche cosa. Durante il colloquio che ho tenuto con Satana, lei cosa faceva?

- Pregavo nella mia mente, invo­cando il Sangue di Gesù Cristo.

- Vedeva me e queste persone pre­senti?

- Non vedevo nessuno di voi. Vedevo qui, alla mia sinistra, staccati da voi, centinaia e centinaia di demoni, brutti brutti. Davanti a me, qui, c'era Satana, grande, con le ali come un pipistrello; l'ho visto anche in forma di dragone, cioè, di grossissimo serpente, disteso qui, con la bocca orribile e talvolta mi mordeva.

- Ha sentito me, mentre parlavo con Lucifero?

- Ho sentito nulla.

- Eppure c'è stato un dibattito in­teressante!

- Ma io non so cosa abbia detto.

- Le spiego il fenomeno. In questa lotta con Satana lei era libero nella sua mente e poteva pregare. Il suo corpo in­vece era in potere di Satana, il quale si serviva della sua bocca per rispondere. Non era quindi lei che ragionava e par­lava, ma era Lucifero in persona. Ormai che lei si è liberato, dopo quanto le è avvenuto, cosa potrebbe dire agli altri? - Voglio esortare tutti ad invocare spesso il Sangue di Gesù Cristo, affinchè questo Divin Sangue purifichi l'anima nostra e ci liberi da ogni astuzia del demo­nio. Io ne ho provato la grande efficacia. Sono in pace con il Signore; lo prego e lo amo con tutto il cuore e spero essere fedele a Lui con grande riconoscenza per la liberazione ricevuta. -

C'è da ringraziare il Signore e la Ma­donna del buon esito dell'esorcismo.

COMMENTI

Naturalmente, tutto finito, i presenti all'esorcismo fecero i commenti.

Diceva un professore: Avrebbero do­vuto essere presenti a quanto è avvenuto ora certi professori atei! -

Un altro disse: Ma il demonio, che è intelligente, sapendo che quello che dice giova alle anime, perché l'ha detto?

- L'ha detto perché è stato costretto dalla volontà divina. -

Non sto qui a dire i commenti svariati delle donne.

BENE A SAPERSI

Come ho detto sopra, a principio del­l'esorcismo pregai Dio che permettesse al demonio di dire qualche cosa utile alle anime. Dio si degnò ascoltarmi.

Ora è mio dovere, rendendo pubblico l'episodio, fare i commenti su certe frasi di Satana.

Ed innanzi tutto mi rivolgo ai fami­liari di coloro che dimostrano disturbi strani.

Le malattie nervose sono difficili a curarsi e non di raro sono incurabili. Quando il sistema nervoso è troppo scosso, per esaurimento trascurato, o per abuso di narcotici e di stupefacenti, o per abuso delle passioni corporali, specie nel periodo dello sviluppo, o per forte spa­vento causato da scampato pericolo ... allora potrebbero verificarsi dei fenomeni strani, sia nel parlare che nell'agire.

Se in simili casi si ricorre al medico, la risposta ordinaria è: Sistema nervoso ammalato! ... Fenomeni d'isterismo! -

Qui il medico può arrivare e non oltre. Purtroppo si ricorre al medico quando il male è cronico ed avanzato assai; natu­ralmente le cure sono poco efficaci o quasi inutili.

Con frequenza, dico con frequenza, poichè mi si sono presentati molti casi del genere, i parenti del malato, vista inutile la cura, concludono: Qui non si tratta di malattia; qui c'è la così detta « fattura. ». Il sospetto cade subito o sulla vicina di casa, con cui sono in rottura, o su di un parente, col quale sono in lite, o sul­l'ex-fidanzato o fidanzata, ecc....

Corrono dalla zingara, dalla fattuc­chiera, dal caccia-diavoli, dall'indovino, dalla sonnambula; sborsano senza rim­pianto centinaia e centinaia di migliaia di lire.

L'ultimo, al quale si pensa di ricor­rere, è il Sacerdote.

Si ricorra subito ed unicamente al Ministro di Dio; c'è sempre da guada­gnare, perchè, se si tratta di disturbi na­turali, la Benedizione Sacerdotale è sempre utile; se si tratta dello zampino del de­monio, è proprio e solo il Sacerdote che deve intervenire.

Quando dal complesso dei fatti risul­ta che probabilmente si tratta di disturbi preternaturali, o diabolici, si presenti il caso a Sacerdote competente e dopo alla Curia Vescovile. È competenza dei Vesco­vi giudicare i singoli casi e determinare il Sacerdote che ha da esorcizzare.

In caso di vera ossessione si racco­manda a chi è in tale stato di mantenersi in grazia di Dio, di confessarsi e comu­nicarsi spesso, affinchè il demonio stia a disagio nel suo corpo. E poi, preghi mol­to! Lo stesso facciano i familiari.


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03/09/2009 23:42

INSEGNAMENTI

LO SPIRITO


In una sala si tenevano sedute spiri­tiche. Ad una data ora i curiosi andavano ad assistere, mentre il medium invocava gli spiriti. I fenomeni erano impressio­nanti.

Il demonio, invocato dal medium, si prestava ad intrattenere i convenuti. Tra costoro c'era un uomo, serio, scru­tatore dei singoli fenomeni; era uno scrit­tore scandaloso. Per lui esisteva la materia e non lo spirito, cioè il corpo e non l'ani­ma; per conseguenza non aveva la Fede. Quanto male seminava con i suoi scritti! Quest'uomo alla fine concluse: Nelle sedute spiritiche agisce un essere invisi­bile, intelligente; dunque possono esistere degli esseri viventi sforniti di corpo. Que­sto principio è insegnato dalla Chiesa Cat­tolica, la quale afferma che dopo la vita presente c'è la vita dello spirito, cioè l'ani­ma sopravvive allorché si distacca dal corpo.

Scosso da sì forte pensiero, approfon­dì la dottrina di Gesù Cristo e si convertì. Ritrattò i suoi scritti scandalosi.

E’ costui il celebre romanziere Segre Pitigrilli, ancor vivente.

Giornali e riviste cattoliche pubblica­no oggi i suoi articoli, improntati a vera religiosità. È divenuto un buon Cristiano.

La conversione del romanziere è frut­to delle sedute spiritiche.

Non si deve però concludere che sia lecito assistere a tali sedute, nella spe­ranza di ricavarne del bene. Poichè nella rievocazione degli spiriti (... quando so­no vere rievocazioni e non trucchi! ...) è il demonio che agisce e non l'anima di un dato defunto e tanto meno un Angelo, allora la Santa Chiesa proibisce di assi­stervi.

L'eventuale bene di uno, come nel caso di Pitigrilli, non annulla la forte proibizione della Chiesa Cattolica.

Nel su esposto episodio dell'ossesso appariva la presenza di un essere estraneo, il quale si manifestò per quello che era: Lucifero.

Si deve dedurre:

Se esiste Satana ed esistono i demoni, deve anche esistere l'inferno. Esistendo l'inferno, deve esserci pure il Paradiso. Sarebbero un assurdo inferno e Paradiso, se non esistesse Dio, Creatore e Rimune­ratore del bene e del male.

Dio esiste e tutto gli è soggetto, es­seri visibili ed invisibili.

IL PRETE

Negli anni della giovinezza, vivendo con masse giovanili, mi toccava talvolta assistere a dei pubblici spettacoli, moral­mente sani.

C'era un serraglio. In un ampio locale stava un alto recinto circolare, protetto da grosse barre di ferro; dentro stavano i leoni. A qualche metro dal recinto c'era­no i seggi degli spettatori.

Si guardavano con curiosità quelle belve, senza timore, sicuri che non avreb­bero potuto nuocere.

A principio dei giuochi comparve fuo­ri del recinto barrato il domatore; era in livrea rossa, abbastanza slanciato di corpo­ratura, dallo sguardo, che si direbbe fe­lino.

Il domatore doveva entrare nel recin­to; per fare ciò doveva aprire il cancello barrato e poi richiuderlo. I leoni intanto circolavano e qualcuno era poco distante dal cancello. All'apertura avrebbero po­tuto spiccare un poderoso salto e piom­bare sul pubblico.

Il domatore, consapevole del pericolo, prima di aprire il cancello diede uno sguar­do ai leoni ed esclamò: Ohé!... - ma con un accento particolare. Tutte le belve in un attimo andarono a rincantucciarsi nel lato opposto al cancello.

Il domatore entrò, rinchiuse ed iniziò lo spettacolo. I leoni gli ubbidivano.

Se si fosse detto agli spettatori: Come è entrato nel recinto il domatore e come comanda lui ai leoni, anche voi, uno per volta, fate lo stesso! - di certo nessuno si sarebbe azzardato a farlo.

Domare le bestie feroci è difficile ed occorre disposizione particolare, coraggio, arte e pratica.

Se è arduo fare ciò, è molto più arduo domare un demonio, e peggio ancora una grande schiera di demoni e lo stesso loro capo, Lucifero.

Chi degli uomini potrebbe tenere a freno una legione di demoni, dominarli, comandare con autorità che ubbidiscano, imporre che rispondano alle eventuali do­mande, tormentarli con la sola presenza ed ordinare che si allontanino?

Nessuna potenza umana può riuscire a tanto.

Davanti ad un esercito pronto alla battaglia e davanti alla minaccia della bom­ba atomica, il demonio se ne riderebbe.

Soltanto un uomo egli teme e questi è ... il Prete! ... Ma non lo teme come uomo, bensì come Ministro di Colui che regge l'universo.

Ricordo che in un esorcismo fatto molti anni or sono dissi al demonio: Ti comando di fare questo! - Mi rispose:

E chi sei tu, che comandi a me? - Gli soggiunsi: Come uomo sono nulla, ma co­me Prete, Ministro di Dio, ti comando! - Allora il demonio tacque.

ABBASSO I PRETI!

Il Prete è considerato dal mondo ma­terialista quale uomo superfluo in società, piuttosto degno di disprezzo.

È insultato, in privato ed in pubblico; è schernito con la stampa irreligiosa e ca­ricaturista; è tenuto come apportatore di sciagure.

Se taluno aspira a divenire Prete, ec­co sorgere coloro che lo distolgono. Nes­suno in società è tanto malvisto e di nessuno si mormora tanto, quanto del Prete. Anche sui muri si legge: « Abbasso i Preti! ».

È proprio strano che, mentre Satana trema davanti al Sacerdote, riconoscendo in lui un potere divino, i suoi figli invece, cioè, i cattivi, irreligiosi ed operatori di iniquità, non riconoscano la grandezza del­la dignità sacerdotale!

Ma c'è anche nel mondo chi riflette, crede ed opera il bene. C'è chi stima il Sacerdozio più di qualunque carica uma­na e tutto pospone davanti all'ideale sa­cerdotale.

Si cita qualcuno dei tanti esempi del nostro tempo.

Era professore dell'Università di Bo­logna; era anche Deputato al Parlamento. La sua carriera era onorifica e lucrosa.

Ma, attratto dalla grandezza e dalla bellezza della dignità sacerdotale, di cui si credeva indegno, verso i quarantacin­que anni volle avviarsi al Sacerdozio.

Oggi compie la sua missione di Prete e proprio a Bologna. È costui l'Onorevole Giuseppe Dossetti, di cui la stampa si è molto occupata.

In questi ultimi mesi i giornali d'Ita­lia hanno pubblicato clamorosi articoli so­pra un fatto che ha impressionato molti. Il protagonista è Mario Benedicti.

Questi nel 1917, a diciotto anni, partì per la guerra, dopo la ritirata di Caporetto. Suo padre era colonnello ed egli volle ab­bracciare la carriera militare.

Nel 1920 era Ufficiale dei Carabinieri. Col grado di Capitano combattè nell'Afri­ca Orientale ed anche in Grecia. Meritò due medaglie, tre croci di guerra ed una trentina di decorazioni.

Nel 1956 era Colonnello dei Carabi­nieri, comandante della Legione di Bolo­gna. Col grado di Generale dell'Arma si mise a riposo.

Era l'uomo del dovere, riflessivo; approfondiva la Dottrina Cattolica. Ebbe la luce del Sacerdozio. Non essendo sposato, si ritirò nell'Abbazia di Finalpia (Savona), ove compì i corsi di filosofia e di Sacra Teologia ed alla fine di ottobre del 1967, all'età di sessantotto anni, è stato ordinato Sacerdote. Oggi si chiama Padre Marco.

Da Generale dei Carabinieri ... a Prete!

Mario Benedicti si è forse abbassato? No! Ha riconosciuto che un semplice Pre­te, per la sua eccelsa dignità, è più che un alto ufficiale di questo mondo.

LA PREGHIERA

Quando, dopo due anni, incontrai lun­go la via l'uomo indemoniato e sentì dirgli che doveva camminare per cinque ore, gli domandai: Cosa fa quando cammina?

- Prego. -

Dopo l'esorcismo gli dissi: Buono per lei che ha pregato e prega molto! La sua liberazione si deve alle sue continue preghiere. Quanti indemoniati forse restano nel loro doloroso stato per tutta la vita o perchè non pregano o perchè pregano poco! -

La preghiera è una delle armi più po­tenti contro le insidie diaboliche. Lucifero stesso l'ha dichiarato per bocca dell'inde­moniato: I demoni da me mandati in que­st'uomo non riescono, perchè lui prega troppo. Sono venuto io, il capo; eppure devo lasciarlo; la sua preghiera mi op­prime!

EFFICACIA

Oh, comprendessero tutti la necessità e l'efficacia della preghiera! Come cambie­rebbe la faccia della terra, se tutti i morta­li pregassero spesso e con fede!

Satana per abbattere facilmente le ani­me distoglie dalla preghiera, mette la no­ia; prima si contenta di farla diminuire e poi riesce a farla tralasciare.

Quanto tempo si dà agli spassi! Per la preghiera manca il tempo. Nessuna meraviglia se chi non prega cade con facilità nelle gravi colpe e vive in peccato.

Alle donne che pregavano durante l'esorcismo Satana disse: Donnacce, non pregate! Andate piuttosto a divertivi al cinema! -

Dato che la preghiera abbatte il de­monio, quando si è tentati si ricorra su­bito a Dio, invocando il suo aiuto.

Meritano un rilievo particolare le pa­role di Lucifero: Devo anche dire che in questo mio lavoro (... di assalire le ani­me ...) talvolta sono percosso dal Crea­tore e dagli Angeli. - La qual cosa po­trebbe significare che, quando Satana dà l'assalto ad un'anima, se questa ricorre alla preghiera, lui viene oppresso dal Crea­tore direttamente o dai suoi Angeli.

Tutte le preghiere sono potenti, ma talune pare siano più efficaci.

Si raccomanda in particolare l'invoca­zione del Preziosissimo Sangue: Scenda, o Signore, il tuo Sangue sopra di me per fortificarmi e sopra il demonio per abbat­terlo! -

E’ tanto efficace la preghiera rivolta con fede a Maria Vergine. Il demonio ha molta paura della Madonna, da non osare neppure nominarla. Si ricordi ciò che dichiarò Satana nel suo colloquio: Non dirò mai il nome di questa tale!

E’ raccomandabile inoltre la preghiera a San Michele Arcangelo ed al proprio Angelo Custode.

LA BESTEMMIA

Come la preghiera dà onore a Dio, così la bestemmia lo disonora.

Quando l'indemoniato vedeva il Cro­cifisso, bestemmiava. Voleva che bestem­miassero anche i presenti ed inveiva con­tro di loro che pregavano, gridando: Be­stemmiate! -

La bestemmia è il linguaggio del de­monio. Chiunque bestemmia, imita Sata­na e gli appartiene.

Guai ai bestemmiatori!

Una madre di famiglia, addoloratis­sima, mi diceva: Quanto soffro per mio figlio! Ha diciassette anni ed è terribile! Temo che abbia a fare cattiva fine. Come bestemmia! Anzi ho saputo che ora dice bestemmie a litanie.

- Mi spieghi un po'! - le soggiunsi. - Si danno l'appuntamento lui ed altri due compagni e poi cominciano a bestemmiare a turno. Ognuno dice più bestemmie che può; quando stanca uno, comincia l'altro.

- Signora, l'affare è troppo preoccu­pante. Bisogna che lei preghi molto per questo figlio sventurato e che lei sia forte, come pure suo marito.

- Ma c'è poco da fare! Ci sarebbe da compromettere la libertà. Sapesse che vita conduce! Prende denaro da casa e va a giocare; studia quasi niente ed è abbonato alle bocciature. Se lo rimpro­vero, va in escandescenze e qualche volta si avventa contro di me.

- Signora, ascolti! Fa pena un uomo che è preso dall'ossessione diabo­lica, ma suo figlio fa maggiore pena, in quanto l'ossesso ha il demonio nel corpo e potrebbe avere l'aníma candida trovan­dosi in grazia di Dio, mentre suo figlio ha l'anima posseduta dal demonio.

La bestemmia non è piaga morale di qualcuno; è piaga di tanti uomini ed anche di certe donne.

Infelici le famiglie ove trovasi qualche bestemmiatore! Ivi regna Satana. Da un momento all'altro la Divina Giustizia po­trebbe agire e guai chi ne fosse colpito! Con Dio non si scherza!

Si preghi dunque per chi ha il lin­guaggio del demonio e si faccia ravvedere con prudenza e fortezza.


Si riparino dai buoni gl'insulti che il bestemmiatore vomita contro Dio ed i suoi Santi. Si dica per riparare il « Dio sia benedetto ».

Si sappia che chi bestemmia, in un certo senso, è peggiore del demonio, per­ché il demonio bestemmia in quanto è sotto il peso della tremenda Giustizia di Dio, mentre l'uomo che bestemmia usu­fruisce ancora della paterna Misericordia di Dio.

UMILTA’

Tra le domande rivolte allo spirito maligno ci fu questa:

- Tu, Lucifero, che peccato hai fat­to in Cielo?

- Mi ribellai a Dio; del resto leggi la Scrittura. -

Si sa che Lucifero si ribellò al Crea­tore per superbia e per conseguenza fu umiliato dalla Divina Giustizia, precipi­tando negli abissi.

Dio ama l'umiltà e dà la sua grazia agli umili; Satana invece ama la superbia. Nel Rituale è detto: L'Esorcista agi­sca per carità e con umiltà. -

Convinto di ciò, sin dal principio del­l'esorcismo feci parecchi atti interni di umiltà, per assicurarmi l'assistenza divina.

Lucifero, mentre lottavo con lui, mi diede l'assalto della superbia, sperando rendere vane le mie fatiche. Cominciò a lodarmi. Rientrando subito in me stesso e dando uno sguardo alle miserie dell'ani­ma mia, miserie più o meno comuni ad ogni mortale, potei resistere all'insidia dia­bolica.

Sarebbe bastato forse un solo atto di superbia dell'Esorcista per rendere nullo tutto l'esorcismo.

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03/09/2009 23:56

UN FATTO

Nel libro « Esercizio di Perfezione del Padre Rodriguez si legge:

In un paesetto c'era un indemoniato. Per quanto si fosse fatto, non si era riu­sciti a liberarlo.

In quei pressi c'era un convento di Frati; di uno di essi si parlava molto in bene. Si pensò di farlo esorcizzare da que­sto Frate.

Realmente l'esorcismo ebbe il buon effetto.

L'ex-indemoniato si mostrò grato al suo liberatore e ne lodava le virtù. Anche gli altri del convento si congratulavano con il Confratello Esorcista.

Tutto ciò fece montare in superbia il Frate.

Racconta il Padre Rodriguez: Il de­monio rientrò subito in quell'uomo; così Dio punì la superbia del Frate.

Apprezziamo dunque l'umiltà e guar­diamoci dalla superbia. I superbi hanno per padre Lucifero, principe della su­perbia.

Umiltà interna, facendo guerra allo amor proprio.

Umiltà esterna, nel parlare, nel porta­mento e nei rapporti col prossimo.

LAVORO DIABOLICO

Nel mondo, si lavora un po' da tutti, ma sempre per qualche fine, di cui il più ordinario è la ricerca del pane quotidiano. Anche i demoni lavorano e quanto!

Non abbisognano del pane quotidiano, non avendo corpo; non hanno speranza di conseguire alcun bene. Lavorano solo per il male, perchè, essendo confermati nel male, non possono volere altro che il male.

Nel loro terribile lavoro sono mossi dall'odio a Dio, che li ha cacciati dal Cielo, e dalla gelosia verso le creature umane, le quali, se vogliono, possono essere am­messe alla felicità eterna.

Vanno in giro per il mondo, a guisa di leoni ruggenti in cerca di preda. Nell'esorcismo chiesi a Satana:

- Quando tu vai in giro per il mon­do, cosa fai?

- Tento!­

I demoni, in qualità di puri spiriti, tentano agendo sullo spirito, cioè sull'ani­ma umana. La sede principale dell'anima è la mente, perchè ivi risiedono le sue nobili facoltà: l'intelligenza e la volontà. Ne consegue che il lavoro più impor­tante dei demoni si svolge nella mente umana.

Si chiarisce il concetto.

La bestemmia si pronunzia con la boc­ca, il delitto si commette con le mani, le disonestà si compiono con il corpo; ma ognuno di questi atti umani ha prin­cipio nel pensiero e parte sempre dalla mente.

Dunque, vengono dal demonio i pen­sieri di ribellione a Dio, di bestemmia, di superbia, d'impurità, di odio, ecc.

È necessario stare vigilanti per non lasciarsi sorprendere dalla tattica satanica. Quando ci si accorge che la mente è assalita dal nemico infernale, si chiuda subito la porta al demonio con un atto contrario di volontà, con una preghierina, oppure distraendosi.

APPARECCHIO RICOGNITORE

Durante il periodo bellico dell'ultima grande guerra ero a Messina, città ben fortificata e con il porto naturale.

Dalle fortezze circostanti, dai fortini e dai vari punti di osservazione si vigilava per non essere sorpresi dalle astuzie ne­miche. Malgrado questo, le sorprese non mancavano.

All'improvviso, attraversando le nubi, scendeva in picchiata un agile apparecchio. Erano attimi.

Si aveva un bel fare dalle contraeree; ma prima che i cannoni si fossero messi a tiro, l'apparecchio era ripartito, sparendo tra le nubi.

Si diceva in città: Prepariamoci all'in­cursione di questa notte! - E l'incur­sione avveniva. Qualche volta l'aereo lan­ciava foglietti, con la scritta: Arrivederci questa notte!

L'agile aereo, che di solito si azzar­dava a scendere nella prima metà del gior­no, era il cosidetto apparecchio ricogni­tore.

Nei brevi istanti di picchiata fotogra­fava la città, il porto con la flotta e tutti i dintorni. Le foto, ingrandite poi nella base nemica, davano l'idea esatta del luogo e poi durante la notte le bombe erano sganciate a colpo sicuro.

L'uomo per fare un bel colpo deve prima vedere, osservare bene e poi azzar­darsi ad agire.

Il demonio non ha bisogno di tutto ciò. Essendo spirito, può penetrare sen­z'altro nella mente umana e conoscerne subito il pensiero. Da intelligenza supe­riore per la sua natura angelica, conosce a fondo le tendenze della natura umana, i gusti di ognuno, l'ora propizia dell'assal­to; fallito un colpo, ne prepara un altro. Vede nel buio e nella solitudine; tende insidie a giovani ed a vecchi, ai semplici fedeli ed alle persone consacrate; penetra in modo invisibile, ma reale, negli abitati ed ovunque c'è un'anima da poter rovi­nare.

Diceva Lucifero: Lavoro nella mente umana ... Spingo al peccato.

I demoni possono tentare, ma l'anima resta sempre libera di acconsentire o no.

DISONESTA’

Intratteniamoci sopra una delle bat­tute principali del su esposto esorcismo. - Le anime che stanno nell'inferno, per quali peccati vi sono cadute?

- Tu lo sai.

- Lo so; è per la disonestà. - Satana assentì.

E' proprio la disonestà che popola l'in­ferno di dannati.

Dio comanda nel Decalogo la purezza delle azioni e dei pensieri; comanda e vuole essere ubbidito. Chi si ribella alla legge divina e muore impenitente, merita la condanna eterna, come l'ha meritata Lucifero ribellandosi a Dio.

Quante profanazioni del corpo uma­no, che è sacro! ...

Fra venti, quaranta o sessant'anni, co­sa ne sarà di tanti giovani dissoluti, delle fanciulle e delle giovani scapestrate e del­le donne scandalose, che seminano la di­sonestà a larghe mani? ...


E cosa dire dei pubblicisti cattivi?

Il mondo è cosparso di lacci diabolici; legioni di demoni vanno in giro adescando con facilità le anime.

Coloro che vivono nell'impurità e spe­cialmente coloro che la disseminano, se morranno improvvisamente oppure senza essersi riconciliati adeguatamente con Dio, finiranno nel pozzo infernale, ov'è il re­gno di Lucifero, aumentando il numero dei dannati.

Per vedere a quali estremi giunga og­gi la disonestà, si rifletta su quanto segue. Mi diceva un poliziotto:

Un tale fece domanda alla Questura per tenere una serata di danze. Per sorve­gliare fu mandato un brigadiere.

Al divertimento intervennero molti. Faceva triste impressione il constatare la presenza di numerose ragazze.

Si danzava senza tanto ritegno. Il bri­gadiere dovette fare dei richiami.

In un dato momento l'organizzatore delle danze disse al brigadiere: Ora lei deve permettere che si spengano le luci. Per un quarto d'ora dobbiamo restare al buio uomini e donne. -

Il brigadiere si oppose recisamente. Non occorre fare i commenti al fatto; chi è intelligente, comprende.

E poi ... ci si meraviglia dei castighi di Dio sul mondo!

ADULTERIO

Volendo che Lucifero dicesse qualche cosa utile alle anime, chiesi una specifi­cazione

- So che le anime per lo più si dan­nano per la disonestà. Ma in modo par­ticolare? -

E Satana a rispondere: Per adulte­rio. -

Un dottore, commentando questa ri­sposta, mi diceva: Gli adulterii che oggi si commettono nel mondo, sono senza nu­mero. Chi sa allora quanti si danneran­no! -

E’ verità dolorosa!

Dio ha creato la famiglia e per mezzo del Sacramento del Matrimonio benedice la convivenza dell'uomo con la donna. Il vincolo matrimoniale è indissolubile da­vanti a Dio.

La donna, stanca un giorno del carat­tere del marito, o per un grillo che le salta in capo, lascia il suo compagno della vita e va a convivere con un altro uomo. Il marito, rimasto senza sposa e forse con dei figlioletti a carico, cerca un'altra donna e così si sistema nella vita.

In tale caso sono adulteri tutti e due, la donna e l'uomo.

Dice Gesù Cristo, Legislatore e Giu­dice dell'umanità: Chi ripudia la moglie e ne sposa un'altra, commette adulterio con questa. E se la moglie, ripudiato il marito, sposa un altro, è adultera. - (S. Marco - X - 11).

Non occorre andare a cercare i casi di adulterio sui giornali; il cinema e la televisione li presentano senza scrupolo agli spettatori.

Purtroppo questi casi dolorosi potreb­bero verificarsi nella parentela, nel vici­nato ed anche in seno alla propria fa­miglia.

CONSEGUENZE TRISTI

Ero giunto in una città ed una signora mi disse: Oggi sono a sua disposizione la mia macchina e l'autista. -

Mentre si andava in giro per disbrigo di affari, l'autista mi aprì il suo cuore. - Reverendo, posso parlare libera­mente; mi confido con lei perché è Sa­cerdote. Sono in procinto di consumare un delitto. Pazienza se andrò a finire nel carcere!

- Caro signore, non pensi solo al carcere; pensi principalmente all'offesa di Dio e poi alla rovina dell'anima sua! Cosa le è capitato?

- Ho figli e figlie; hanno già con­tratto il matrimonio; non posso lamentar­mi tanto di loro. Mi lamento invece di mia moglie, che da anni tengo sotto controllo. Si è legata ad un uomo. Due volte ho dovuto lasciarla. Ci siamo rappacificati ed ancora continua. Se la vedrò presso quell'uomo, la sventrerò a coltellate! -

Calmai l'autista e gli suggerì: Cerchi lavoro fuori di questa città e, dato che sua moglie ha sempre la testa guasta, fug­ga l'occasione di fare un delitto. Per ca­rità, non faccia parlare i giornali! Intanto preghi e speriamo che la moglie metta giudizio. -

L'infelice uomo concluse: Sto alle sue parole. -

Le circostanze furono tali che con la macchina si passò vicino alla sua abita­zione.

- Quella bottega di generi alimen­tari è mia; là c'è mia moglie.

- Beh, permetta che entri nella sua bottega e dia la Benedizione.

- È libero di fare! -

Trovai la signora, vestita e truccata con arte. La scrutai per bene; aveva il volto mesto, lo sguardo irrequieto ed il parlare concitato. M'intrattenni un poco, diedi la Benedizione e dicevo fra me: Po­vera donna, oggi sei qui, in piedi, e do­mani potresti essere o all'ospedale o già cadavere! ... Sventurata! ... La tua vita è triste sulla terra e più triste forse sarà nell'inferno!

Guai agli adulteri, in questa vita e nell'altra!

FORTE CATENA

Quante famiglie piangono a motivo dell'adulterio! E quante madri vengono da me Sacerdote per chiedere preghiere per il marito, che ha lasciato casa e figli per vivere con altra donna!

Cosa dire poi delle artiste e degli ar­tisti, conosciuti già nel mondo della tele­visione, gente spesso scandalosa, rea di plurimi adulteri?! ...

Chi vive in adulterio, d'ordinario per tutta la vita resta legato dalla catena della disonestà.

Satana attende questi suoi figli con ansia nel luogo dei tormenti.

OMICIDIO

Si va all'inferno per l'omicidio, perchè questo è uno dei più gravi peccati, uno dei quattro che gridano vendetta al co­spetto di Dio.

Nell'esorcismo Lucifero ha fatto rile­vare che tra i dannati spicca il numero degli assassini.

Nelle carceri ci sono gli omicidi; ma sono in minima parte quelli colpiti dalla giustizia umana. La gran maggioranza sta in libertà.

Infatti, quanti omicidii si fanno con lenti avvelenamenti! E quanti bambini sono uccisi in seno alla famiglia per libe­rarsi del carico dei figli o per celare le conseguenze della colpa!

Non è molto, i giornali riportavano un fatto raccapricciante.

Mentre al mattino i netturbini racco­glievano la spazzatura in un angolo della via, udirono dei gemiti. Osservarono e videro tra le immondizie, avvolto in foglio di giornale, un neonato.

Sino a che punto può arrivarsi, quando si ha la coscienza nera!

Da statistiche risulta che giornalmente un numero rilevante di creaturine viene tolto alla vita prima ancora di vedere il sole.

Quanti, padri e madri, sono rei di più di un delitto del genere!

Gli omicidi vogliono prenotarsi il po­sto tra i dannati.

UN ASSASSINO

Nel novembre del 1967 partivo in macchina da Ancona; feci una visita alla Santa Casa di Loreto, poi una tappa a Recanati per vedere l'abitazione di Gia­como Leopardi e dopo mi spinsi sino a Macerata.

Qui cercai e trovai chi da tempo de­sideravo vedere: l'uccisore di Santa Maria Goretti, Alessandro Serenelli.

Era ed è tuttora nel convento dei Pa­dri Francescani; non è Frate, ma vive con loro.

Ci scambiammo un abbraccio ed un bacio. Parlammo a lungo.

Guardavo il Serenelli e pensavo: Ecco qui un assassino, che ha dato una Santa alla Chiesa di Dio! È grande la Provvidenza Divina, che dal male sa ricavare il bene!

A diciotto anni, spinto da malvagia passione, crivellò di coltellate il puro cor­po di Mariettina Goretti.

Il suo delitto indignò il mondo.

È vero che il Serenella è stato un assas­sino, però si è riabilitato con il vero penti­mento e la lunga penitenza.

Gli domandai:

- Lei che concetto aveva della Go­retti prima ancora di ucciderla?

- Era una santina. Il mio fu un mo­mento di pazzia. Sono tanto pentito del mio delitto. Scontai nelle varie Case Pe­nali; quattro anni mi furono tolti per amnistia e ventisei anni li trascorsi nella cella. Appena uscito dal carcere, andai a gettarmi ai piedi di Assunta, la madre di Mariettina, domandando perdono. Ebbi una dolce visione della Santa, che poi nar­rai a Roma ai Monsignori prima che la fanciulla fosse santificata.

- Signor Alessandro, non pensi più al passato. Ripari sempre il suo delitto, facendo opere buone e pregando. Le rac­comando la Comunione.

- Tutti i giorni mi comunico; e poi ... preghiere, Rosari, visite a Gesù Sacramentato. -

Serenelli è così pentito del suo omi­cidio, che vuol lasciare un documento ai posteri. Con i piccoli risparmi ha pensato di fare erigere un monumento di marmo « La statua del perdono », raffigurante la giovane Goretti in posizione eretta e lui in ginocchio, ai suoi piedi, implorante perdono.

Un solo delitto commise il Serenelli e per tutta la vita lo sta riparando.

E quelli che hanno le mani macchiate di sangue e non per uno ma forse per più delitti, togliendo la vita ai pargoli, quale pentimento ne hanno e quale penitenza ne fanno?

Per costoro: o dura penitenza e forte riparazione, oppure eterna dannazione!

ATEISMO

Nell'inferno si va anche per l'ateismo, cioè per la colpa di non credere in Dio. Taluni non credono in Dio per falsa convinzione, cioè, si appigliano a cavilli e si sforzano di convincersi che Dio non esiste.

Altri invece si dicono atei per spaval­deria, per avere, secondo loro, più credito in società. Vogliono staccarsi dalla classe dei bigotti (... come pensano loro! ...) e mostrarsi superiori alle piccinerie della Religione.

Altri ancora, che si dicono credenti, vivono come se Dio non esistesse; perciò non lo pensano e non lo pregano. Costoro sono atei pratici, mentre le altre due cate­gorie appartengono agli atei teorici e pra­tici.

Quando tutti costoro si presenteranno a Gesù Cristo per essere giudicati, sentiranno dirsi: Non vi conosco! Andate via da me! Voi in vita vi siete vergognati di me ed ora io mi vergogno di voi! -

Come i cattivi in vita stanno lontani da Dio, così nell'eternità ne staranno lon­tani per giusta ricompensa.

IL MISCREDENTE

Si ha un bel dire per fare spirito: Non credo né a Dio e né ai Santi! - Ci sono momenti nella vita in cui cessa la spavalderia.

Sopra una nave, che attraversava l'oce­ano, era avvenuto un dibattito tra alcuni credenti ed un miscredente; costui deri­deva la Religione e la preghiera.

Durante il tragitto cominciò la tem­pesta; ci fu l'ordine di alleggerire la nave, gettando a mare i pesi superflui.

La furia dei venti incalzava e la nave era sballottolata. Si era in pericolo di vita. A chi rivolgersi? ... Solo a Dio.

Chi invocava l'aiuto della Madonna, chi baciava un'immagine sacra, chi faceva promesse ai Santi ...

Il miscredente, anche lui tremante, si era inginocchiato in un cantuccio e di trat­to in tratto si segnava con la Croce.

Fu visto e ci fu chi disse: Guardate quell'uomo! ... Poco fa non credeva in Dio ed ora ci crede!

ATEI?...

I fenomeni sismici, cioè le scosse di terremoto, possono verificarsi in qualsiasi parte della superficie terrestre; però certe zone ne sono più soggette.

La Sicilia, terra vulcanica, durante l'anno risente qua e là delle scosse. La zona della Sicilia più rinomata per i ter­remoti è la città ove io dimoro, Messina, detta volgarmente « terra ballerina ». Quanti terremoti ho avvertito in tanti anni di residenza! In un solo giorno, al­cuni anni addietro, si ebbero una ventina di scosse e talune furono così forti da rompere gli apparecchi sismografi della Università.

Ma bisogna vedere ciò che avviene in quei momenti! Sono ore di grande trepi­dazione; da che si è in vita, si può restare cadaveri, schiacciati dalle macerie.

In quei momenti gli atei, i bestem­miatori, gl'immorali ... sono da vedersi! Chi fa il segno di Croce, chi chiama San­t'Antonio, chi prega San Giovanni Decol­lato, chi Santa Rita, chi bacia il Crocifisso, chi corre in Chiesa a pregare, temendo si ripeta il boato con la relativa scossa! ...

Insomma all'atto pratico si vede che i veri atei sono pochi.

ENRICO CAPPELLINA

Senza averlo richiesto mi pervenne un plico; conteneva un libro « Dall'ateismo alla Fede ».

L'autore è lo stesso convertito, Enrico Cappellina. Egli fa l'analisi delle varie tappe della sua conversione ed esorta chi non ha fede a riflettere sul proprio spirito, sui movimenti del cuore e su certe luci che penetrano nella mente per illuminarla e dirigerla a Dio.

Il Cappellina riconosce d'avere acqui­stata la Fede per le preghiere altrui; difat­ti dice nella Dedica del libro: « Alla mia fedele compagna che, senza ch'io lo sapes­si, tanto pregò per la mia conversione ». Dubbiosi o negatori della Fede, dopo la lettura di questo libro hanno sentito il bisogno di rivolgersi a Dio.

L'INFERNO

L'inferno c'è! ... Dio l'ha rivelato. Chi va all'inferno, non va in un regno di piacere, ma di dolore.


Giova il ricordare qui il Divin Poeta, Dante Alighieri. La sublime mente del Poeta nel viaggio ideato nell'oltre tomba descrive l'inferno in maniera umana. Ba­sandosi sul Domma Cattolico « L'inferno esiste », immagina e parla da uomo, asse­gnando ai dannati pene che fanno rab­brividire.

Tuttavia quanto dice Dante nella Divina Commedia è ben poca cosa di tutto ciò che realmente si soffre nell'inferno. Gesù Cristo dice che l'inferno è «il luogo dei tormenti». E’ un Dio, grave­mente offeso dalle sue creature, il quale punisce con giustizia infinita.

IL FUOCO

Il maggior tormento del dannato è il pensare: Ho perduto Dio ... Bene Asso­luto ... Felicità Eterna! ... L'ho perduto per sempre ... per colpa mia ... per pia­ceri di poco conto, che ormai sono sva­niti!

Il verme del rimorso non muore nel cuore del dannato, cioè, il tormento è eterno.

A questo tormento essenziale se ne aggiungono altri, in rapporto alle varie colpe. Chi più ha peccato, più ha da sof­frire.

Uno dei tormenti, di cui con frequen­za Gesù Cristo parla, è il fuoco. Ne parla nella parabola del Ricco Epulone; lo paragona al fuoco della Geenna, cioè a quel fuoco che di continuo ardeva nei pressi di Gerusalemme per consumare le carni de­gli animali morti ed altri rifiuti; lo ricorda nelle sue divine parole di Giudice Su­premo: Andate, maledetti, nel fuoco eter­no! ... (S. Matteo - XXV - 41).

E’ dunque verità rivelata da Dio che nell'inferno c'è il tormento del fuoco. Durante l'esorcismo Lucifero disse: Devo lasciare quest'uomo e ritornare nel pozzo eterno, ove Michele mi ha incatenato! ... Là aspetto voi! ... Vi aspetto con me nel fuoco! - Dette queste parole e fatta breve pausa, con accento accorato e con voce più alterata del solito, aggiunse: Ma ... fuoco fuoco! -

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04/09/2009 00:05

SEMPLICE IMMAGINE

Quando le mie energie fisiche erano in efficienza, davo la scalata all'Etna, il più grande vulcano d'Europa. Più di una vol­ta, quando le condizioni del vulcano era­no propizie e sempre con cautela, mi azzardai a scendere dentro l'immenso cra­tere. C'era tanto da vedere, particolarmen­te al centro, ov'è il condotto lavico.

Una volta, ritornato sul cratere, non vidi più la base interna, già così ampia, proporzionata ai tre chilometri di circon­ferenza. Per le continue eruzioni interne si era formato un grande monte dentro il cratere, sino al livello dell'orlo dello stes­so cratere.

Il fuoco lavico, a contatto con l'aria, si era raffreddato e poi pietrificato.

Oggi chi va sul cratere non vi vede più dentro il grande monte. Tutta quella mole è ripiombata nelle viscere della ter­ra; ne era uscita fuoco e ritornò ad essere fuoco.

Terribile ed indescrivibile è questo vulcano quando è in grande attività. Al suo fuoco nessuna potenza umana può resistere. A vedersi si esclama sponta­neamente: È proprio un inferno!

Ma cos'è il fuoco di un vulcano pa­ragonato a quello dell'inferno? ... È sem­plice immaginare.

Interrogato Lucifero su questa diffe­renza, rispose: Il fuoco della terra è ma­teriale (cioè consuma solo il corpo); quello dell'inferno è fuoco di potenza divina (cioè atto a tormentare lo spirito senza consu­marlo). In tal modo il tormento del fuoco si perpetua in eterno.

Uomini e donne, che vivete nelle mol­lezze della vita terrena, non dimenticate che vi aspetta il fuoco eterno!

LA MALEDIZIONE

La maledizione del padre cade sui figli.

Si riscontrano, qua e là nel mondo, de­gli esseri infelici; non possono trovare pa­ce, non riescono nelle imprese ed ovunque si mettono si trovano male.

Se s'interroga qualcuno di questi mi­seri, la risposta potrebbe essere: Mio pa­dre mi ha maledetto!

La maledizione del padre, quando è gravemente provocata, cade sui figli, ren­dendoli infelici.

Se tali tristi effetti produce la male­dizione di un uomo, sebbene padre, sopra un altro uomo, cosa non produrrà la ma­ledizione di un Dio sdegnato sopra un'ani­ma, creata per amarlo e che invece l'ha rinnegato, o bestemmiato o vilipeso calpe­stando la sua legge? ... La maledizione di Dio peserà eternamente sui dannati.

Quando per bocca dell'ossesso Satana si manifestò per quello che era, esclamai: - Che Dio ti maledica, o Satana! - Ed egli, con accento particolare, ri­spose: Ma io sono già maledetto! -

Quando gli proposi cosa sarebbe stato disposto a fare per annullare la sua male­dizione, esclamò: Ipotesi inutile! La mia maledizione (o condanna) è eterna! -

« Lasciate ogni speranza, o voi che entrate! » - così scrive Dante nella Can­tica dell'inferno.

PENSIERO OPPRIMENTE

Visitavo un tempo le Case Penali e m'intrattenevo a colloquio con i detenuti. Quasi sempre domandavo: I suoi anni di condanna? - Quindici; però il più è fatto; me ne restano cinque.

Ad un altro: E lei? - Condannato per ventiquattro anni. -

Ad un terzo: E lei? - Devo farne trent'anni; però ho usufruito di due anni di amnistia. -

Un detenuto, dagli occhi commossi, mi disse: Il più sventurato sono io! ... Non posso contare gli anni. Sono un erga­stolano, un condannato a vita! ...

Se il pensiero di restare in carcere per tutta la vita schiaccia un uomo, come do­vrà opprimere il dannato questo pensiero: Starò in questo luogo dei tormenti per sempre, per tutta l'eternità, sempre ma­ledetto dal mio Creatore! ...

AL CONFESSIONALE

Ci sono ancora due frasi di Satana da commentare.

- Che lavoro compi con quelli che si confessano?

- Dopo averli spinti al peccato, li accompagno sino al confessionale; li tento affinché dicano bugie al Confessore. -

Se taluno cade in peccato mortale, di­viene subito preda di Satana.

Come il pescatore, captato un grosso pesce nella rete, fa ogni sforzo per non lasciarselo sfuggire, così fa Satana con l'anima peccatrice. Non essendogli per­messo violentare la sua volontà, lavora con arte finissima per rovinarla in eterno. Le dice nella mente:

- Hai peccato! Ma cosa ti è capi­tato di male? ... Nulla! ... Sei in vita e puoi godere ... Ti preoccupi di Dio?... Ma tu credi che Egli esista? ... Se fosse vero, ti avrebbe già punita ... Non allar­marti! ... Distraiti godendo! -

Infatti l'anima peccatrice cerca distra­zioni per non sentire il pungolo del ri­morso.

Intanto le cadute si ripetono e così passano i mesi e forse gli anni. Povera anima!

Ma sarà qualche opera buona compiuta, o da lei o da altri per lei; sarà un atto della Divina Misericordia, conse­guenza di qualche predica o pia lettura; sarà una forte scossa per scampato peri­colo; sarà quello che sarà ... l'anima pec­catrice si risolve e dice come il Figliuol Prodigo: Mi alzerò ed andrò dal padre mio! 'Gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di Te! -

Appena l'anima è disposta a presen­tarsi al Sacerdote per avere la Sacramen­tale Assoluzione, ecco Satana, pronto a riprendere il suo lavoro: L'accompagnerò sino al confessionale e la tenterò aflìnchè dica bugie al Confessore! -­

Dio, Padre di misericordia, è pronto a perdonare qualunque peccato, purchè ci sia il pentimento delle colpe e la sin­cerità dell'accusa.

All'anima peccatrice, inginocchiata ai piedi del Ministro di Dio, Satana sugge­risce nella mente: Confessa pure i tuoi peccati, ma non confessare quello! Che vergogna per te se manifestassi tutto!... E poi, diminuisci il numero delle colpe! ...

Non dire la grave circostanza di quel pec­cataccio!... Il Prete perderebbe la tua stima!...

Dice San Giovanni Bosco, apostolo del confessionale, che il demonio lavora assai in coloro che si confessano e quindi occorre attenzione alle insidie sataniche. Lucifero ha anche affermato: Però i buoni non mi danno ascolto. -

L'ULTIMA BATTAGLIA

Mesi or sono, il 16 dicembre 1967, andai a far visita ad una signora per pre­sentarle i miei auguri. Quel giorno ella compiva cento anni.

La signora non teneva il letto. L'os­servai attentamente. Teneva gli occhiali, l'udito era buono, parlava con serenità; il suo aspetto era di persona sana, dal volto colorito e con poche rughe.

Quel giorno doveva andare a pranzo fuori di casa, invitata dai figli, per essere rallegrata dalla corona dei nipoti e pro­nipoti.

- Signora, le dissi, auguri per il se­condo secolo! Oggi comincia a contare il primo anno. Mi compiaccio di vederla in buone condizioni! -

Mi rispose: Ringrazio Dio della vita che mi dà! Dio mi ha dato nove figli; otto sono in vita; sono tutti buoni. Mi ha dato anche il marito buono. Ho passato i miei anni nella pace. -

Una donna che comincia il secondo secolo! ... Potrà vivere ancora e non sappiamo per quanti anni, ma l'ora della morte suonerà anche per lei.

Quando giunge l'ultima ora, o son pas­sati venti, o cinquanta o cento anni, poco importa; la vita pare sempre breve, quan­do la si guarda alla fine.

Ciò che importa è l'ultima ora, dalla quale dipende l'eternità.

Quando due generali sono in guerra diuturna e non si sa chi ne uscirà vinci­tore, si suole dire: Sarà vincitore chi vin­cerà l'ultima battaglia.­

Nel mondo ci sono due regni: quello di Dio e quello di Satana.

Gesù Cristo lavora in ogni anima ed anche Lucifero lavora.

Quando si sta per chiudere la vita terrena, l'opera diabolica entra in azione e talvolta in modo formidabile.

Diceva Lucifero nell'esorcismo: Ai moribondi, sino all'ultimo dò l'assalto, nella speranza di vincere. -

La Santa Chiesa, sapendo ciò, prescri­ve che il Sacerdote che assiste i moribondi asperga con l'Acqua benedetta la casa, il letto ed il sofferente e preghi molto. Si narra che un'anima, ammessa alle confidenze di Gesù, pensando alla sua ul­tima ora, chiese: Signore, temo che il de­monio sul letto di morte abbia ad assa­lirmi fortemente. - Gesù le rispose: Non temere! In quell'ora vicino a te ci sarò io e ci sarà anche la Madre mia.-

Com'è sapiente e provvidenziale la se­conda parte dell'Ave Maria, ove si dice: Prega per noi ... nell'ora della nostra morte!

Questa invocazione si dica con devo­zione particolare per noi, per le persone care e per i moribondi di ogni giorno, i quali a centinaia di migliaia quotidiana­mente passano all'eternità.

IL PARADISO

Quando si parla di guerra, si fa cenno anche della pace, come dopo essersi par­lato di castighi, si parla anche dei premi.

Fin qui si è parlato dell'inferno; con­viene ora fare un codicillo sul Paradiso, riflettendo su questa dolce verità rivelata da Dio.

Dio è infinito ed è grande in tutte le sue opere.

Grande è il castigo riservato agli ope­ratori d'iniquità e grande, anzi grandis­simo, il premio riservato a chi opera il bene.

Tutti i piaceri terreni, tutto ciò che di grande, di bello e di prezioso possa trovarsi sulla terra, il tutto messo assieme è piccolissima cosa davanti ai gaudi eterni, meno ancora di una goccia d'acqua davan­ti alle acque di tutti gli oceani. I gaudi eterni sono di ordine soprannaturale e quindi non paragonabili a quelli naturali. Lucifero è disperato perchè ha perduto per sempre questi gaudi e vuole che li perdano anche gli altri.

Furono sapienti i Martiri ed i Santi e sono sapienti coloro che vivono in gra­zia di Dio, imponendosi i dovuti sacrifici, pur di conseguire la felicità eterna.

COOPERAZIONE

Dio, Giustizia e Bontà infinita, non lascia senza ricompensa neppure il minimo atto buono, come sarebbe il dare un bic­chiere di acqua ad un assetato.

Grande ricompensa è anche riservata a chi coopera alla salvezza eterna fosse pure di un'anima sola.

Ero entrato in un tabacchino per ac­quisto di francobolli. La padrona aveva avuta una fortuna e me ne diede notizia.

Tra gli avventori aveva collocato un blocchetto di biglietti per una Lotteria Nazionale. All'estrazione venne fuori uno di questi biglietti. Per disposizione parti­colare alla diffonditrice fu dato un milione.

Minima era stata la cooperazione alla ricchezza di chi aveva vinto alla lotteria; ma sebbene minima, fu ricompensata.

Chi coopera alla salvezza eterna di al­tre anime, acquista tesori per il Paradiso. Il guadagno non è il milione caduco che l'uomo dà ad altro uomo, ma un aumento stragrande di felicità eterna.

CONCLUSIONE

FRUTTI


Il primo frutto sia questa conclusione individuale: Vivere sempre in grazia di Dio.

Attenzione alle lotte che il demonio giornalmente ingaggia contro di noi. Avere maggiore interesse dell'anima nostra, perchè l'affare principale di que­sta vita è la nostra salvezza eterna.

Più preghiera e maggiore frequenza ai Sacramenti.

Apprezzare la pratica della meditazio­ne quotidiana ed amare le sacre letture. Non lasciarsi trascinare dall'attrattiva delle cose di questo mondo, le quali sono passeggere.

Sapere andare contro la corrente mo­derna, la quale porta all'indifferenza re­ligiosa.


Essere grati a Dio, che ci ha data la Fede; lavorare ogni giorno per renderla operosa.

L'anima giusta vive di Fede.

Il secondo frutto dello scritto sia: Lavorare per salvare le anime, impe­dendo che vadano all'inferno.

È dovere di ogni battezzato il coope­rare alla salvezza dei traviati. Oggi più che mai questo dovere è impellente, per­ché le anime corrono alla rovina con in­coscienza terrificante.

I Santi, al pensiero della eterna dan­nazione dei peccatori, moltiplicavano le loro fatiche per salvarne più che fosse possibile.

Tra i Santi è da ricordare Don Bosco, giustamente denominato « pescatore di anime ». Quanto disse e fece per l'altrui salvezza eterna!

Pensava sempre alle anime, anche nei suoi misteriosi « sogni ». Conosciutane una bisognosa, non se la faceva scappare.

Un giorno d'inverno era caduta la ne­ve e Don Bosco era per via. Un operaio, passandogli vicino, scivolò e stava per bat­tere a terra.

Il Santo lo sostenne. L'operaio, rico­noscente, disse: Se non fosse stato per lei, sarei caduto a terra! -

Don Bosco colse l'occasione per dirgli una buona parola: Oh, potessi aiutarla perché non abbia a cadere nell'inferno! -

L'operaio riflettè e rispose: Ho pro­prio bisogno del Sacerdote! E’ tanto che sto lontano da Dio! Verrò presto a tro­varla per confessarmi. -

Don Bosco dopo qualche tempo rice­vette la visita dell'operaio e così potè met­terlo in carreggiata.

INTERESSAMENTO

Da Carmagnola ritornavo in macchina a Torino. Passai vicino alla « FIAT ». Quante macchine nuove, luccicanti sotto i raggi del sole, stavano sotto il mio sguardo!

Mi balenò in mente un pensiero: Le auto per ora sono qui; fra non molto sa­ranno in circolazione. Quanti forse incon­treranno la morte per mezzo di queste macchine! -

Il mio pensiero trova la ripercussione nei fatti. Ogni giorno avvengono infortu­nii automobilistici, con morti e feriti.

Pochi giorni addietro, da che stendo questa pagina, un uomo era in macchina da solo; ebbe un momento di smarrimen­to mentale, dovuto alla pressione del san­gue, e andò a battere contro un muro. Rimase fuori di se e sanguinante sulla macchina frantumata.

Da lì a poco passò un'altra macchina con due viaggiatori, i quali portarono il ferito al prossimo ospedale.

Due giorni. dopo, trovandomi io in quell'ospedale per impegni sacerdotali, vi­sitai l'infortunato. L'infelice faceva pena; era proprio ridotto in tristi condizioni. Si faceva di tutto per salvarlo.

La faccia era ricoperta di leucoplasto; teneva la boccheruola per l'ossigeno; alla vena di un braccio era applicato il tubetto della fleboclisi per l'alimentazione indi­retta.

Forse si sarà riusciti a salvare una vita. Se, avvenuto l'infortunio, quell'uomo fosse rimasto solo lungo la via, si sarebbe dissanguato e sarebbe morto presto. In­vece con le dovute cure, con i rimedi mo­derni della terapia e con un po' di tempo, un uomo già all'orlo della tomba, può ri­prendere le sue attività.

Per gli estremamente bisognosi è in­dispensabile l'interessamento altrui; senza di ciò ne consegue la morte.

Portando il caso nel campo spirituale, quelli che vivono in peccato mortale sono in peggiore condizione degli infortunati corporali; sono votati alla morte eterna, cioè all'inferno.

Hanno bisogno di ossigeno e di ali­mentazione spirituale. Occorrono anime pietose che supplichino la Divina Miseri­cordia.

Se per un corpo bisognoso si fa cento, per un'anima peccatrice deve farsi mille. Nella Sacra Scrittura e precisamente nel Libro Quarto dei Re si legge:

Ad una donna Sunamite era morto l'unico figlio. Avendo molta fiducia nel Profeta Eliseo, andò a trovarlo al monte Carmelo e lo supplicò di andare a casa sua. Il Profeta l'accontentò.

Il morto era un fanciullo e stava an­cora sul letto. Eliseo si distese sopra di lui, gli pose sulla bocca la sua bocca, sugli occhi i suoi occhi, sulle mani le sue mani; stette curvo sopra il morto.

La carne del fanciullo divenne calda e si aprì la bocca e pure gli occhi. Il morto ritornò in vita.

Il Profeta disse alla madre: Prendi il tuo figlio! -

La donna si gettò ai piedi dell'uomo di Dio, commossa e riconoscente.

Un Profeta, un uomo di Dio, con la preghiera potè far tornare la vita ad un morto.

Dio, onnipotente e misericordioso, pregato con fede e perseveranza dai buo­ni, può ridare la vita della grazia ai tra­viati per liberarli dalla dannazione eterna.

Dice Gesù: Io sono la risurrezione e la vità! [SM=g27998]


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