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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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I DIECI COMANDAMENTI

Ultimo Aggiornamento: 04/09/2009 16:28
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04/09/2009 16:21

V. Giustizia e solidarietà tra le nazioni

 

2437 A livello internazionale, la disuguaglianza delle risorse e dei mezzi economici è tale da provocare un vero “fossato” tra le nazioni [Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 14]. Da una parte vi sono coloro che possiedono e incrementano i mezzi dello sviluppo, e, dall'altra, quelli che accumulano i debiti.

 

2438 Varie cause, di natura religiosa, politica, economica e finanziaria danno oggi “alla questione sociale. . . una dimensione mondiale” [Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 14]. Tra le nazioni, le cui politiche sono già interdipendenti, è necessaria la solidarietà. E questa diventa indispensabile allorché si tratta di bloccare “i meccanismi perversi” che ostacolano lo sviluppo dei paesi meno progrediti [Cf ibid., 17; 45]. A sistemi finanziari abusivi se non usurai, [Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 35] a relazioni commerciali inique tra le nazioni, alla corsa agli armamenti si deve sostituire uno sforzo comune per mobilitare le risorse verso obiettivi di sviluppo morale, culturale ed economico, “ridefinendo le priorità e le scale di valori” [Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 35].

 

2439 Le nazioni ricche hanno una grave responsabilità morale nei confronti di quelle che da se stesse non possono assicurarsi i mezzi del proprio sviluppo o ne sono state impedite in conseguenza di tragiche vicende storiche. Si tratta di un dovere di solidarietà e di carità; ed anche di un obbligo di giustizia, se il benessere delle nazioni ricche proviene da risorse che non sono state equamente pagate.

 

2440 L' aiuto diretto costituisce una risposta adeguata a necessità immediate, eccezionali, causate, per esempio, da catastrofi naturali, da epidemie, ecc. Ma esso non basta a risanare i gravi mali che derivano da situazioni di miseria, né a far fronte in modo duraturo ai bisogni. Occorre anche riformare le istituzioni economiche e finanziarie internazionali perché possano promuovere rapporti equi con i paesi meno sviluppati [Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 16]. E' necessario sostenere lo sforzo dei paesi poveri che sono alla ricerca del loro sviluppo e della loro liberazione [Cf Giovanni Paolo II, Lett enc. Centesimus annus, 26]. Questi principi vanno applicati in una maniera tutta particolare nell'ambito del lavoro agricolo. I contadini, specialmente nel Terzo Mondo, costituiscono la massa preponderante dei poveri.

 

 

2441 Alla base di ogni sviluppo completo della società umana sta la crescita del senso di Dio e della conoscenza di sé. Allora lo sviluppo moltiplica i beni materiali e li mette al servizio della persona e della sua libertà. Riduce la miseria e lo sfruttamento economico. Fa crescere il rispetto delle identità culturali e l'apertura alla trascendenza [Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 32; Id. , Lett. enc. Centesimus annus, 51].

 

2442 Non spetta ai pastori della Chiesa intervenire direttamente nell'azione politica e nell'organizzazione della vita sociale. Questo compito fa parte della vocazione dei fedeli laici, i quali operano di propria iniziativa insieme con i loro concittadini. L'azione sociale può implicare una pluralità di vie concrete; comunque, avrà sempre come fine il bene comune e sarà conforme al messaggio evangelico e all'insegnamento della Chiesa. Compete ai fedeli laici “animare, con impegno cristiano, le realtà temporali, e, in esse, mostrare di essere testimoni e operatori di pace e di giustizia” [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Sollicitudo rei socialis, 47; cf 42].

 

VI. L'amore per i poveri

 

2443 Dio benedice coloro che soccorrono i poveri e disapprova coloro che se ne disinteressano: “Da' a chi ti domanda e a chi desidera da te un prestito non volgere le spalle” ( Mt 5,42 ). “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” ( Mt 10,8 ). Gesù Cristo riconoscerà i suoi eletti proprio da quanto avranno fatto per i poveri [Cf Mt 25,31-46 ]. Allorché “ai poveri è predicata la buona novella” ( Mt 11,5 ), [Cf Lc 4,18 ] è segno che Cristo è presente.

 

2444 “L'amore della Chiesa per i poveri. . . appartiene alla sua costante tradizione” [Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 57]. Si ispira al Vangelo delle beatitudini, [Cf Lc 6,20-22 ] alla povertà di Gesù [Cf Mt 8,20 ] e alla sua attenzione per i poveri [Cf Mc 12,41-44 ]. L'amore per i poveri è anche una delle motivazioni del dovere di lavorare per far parte dei beni “a chi si trova in necessità” ( Ef 4,28 ). Tale amore per i poveri non riguarda soltanto la povertà materiale, ma anche le numerose forme di povertà culturale e religiosa [Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 57].

 

2445 L'amore per i poveri è inconciliabile con lo smodato amore per le ricchezze o con il loro uso egoistico:

 

E ora a voi, ricchi: piangete e gridate per le sciagure che vi sovrastano! Le vostre ricchezze sono imputridite, le vostre vesti sono state divorate dalle tarme; il vostro oro e il vostro argento sono consumati dalla ruggine, la loro ruggine si leverà a testimonianza contro di voi e divorerà le vostre carni come un fuoco. Avete accumulato tesori per gli ultimi giorni! Ecco, il salario da voi defraudato ai lavoratori che hanno mietuto le vostre terre grida; e le proteste dei mietitori sono giunte alle orecchie del Signore degli eserciti. Avete gozzovigliato sulla terra e vi siete saziati di piaceri, vi siete ingrassati per il giorno della strage. Avete condannato e ucciso il giusto ed egli non può opporre resistenza ( Gc 5,1-6 ).

 

2446 San Giovanni Crisostomo lo ricorda con forza: “Non condividere con i poveri i propri beni è defraudarli e togliere loro la vita. Non sono nostri i beni che possediamo: sono dei poveri” [San Giovanni Crisostomo, In Lazarum, 1, 6: PG 48, 992D]. “Siano anzitutto adempiuti gli obblighi di giustizia perché non si offra come dono di carità ciò che è già dovuto a titolo di giustizia” [Conc. Ecum. Vat. II, Apostolicam actuositatem, 8].

 

Quando doniamo ai poveri le cose indispensabili, non facciamo loro delle elargizioni personali, ma rendiamo loro ciò che è loro. Più che compiere un atto di carità, adempiamo un dovere di giustizia [San Gregorio Magno, Regula pastoralis, 3, 21].

 

 

2447 Le opere di misericordia sono le azioni caritatevoli con le quali soccorriamo il nostro prossimo nelle sue necessità corporali e spirituali [Cf Is 58,6-7; Eb 13,3 ]. Istruire, consigliare, consolare, confortare sono opere di misericordia spirituale, come perdonare e sopportare con pazienza. Le opere di misericordia corporale consistono segnatamente nel dare da mangiare a chi ha fame, nell'ospitare i senza tetto, nel vestire chi ha bisogno di indumenti, nel visitare gli ammalati e i prigionieri, nel seppellire i morti [Cf Mt 25,31-46 ]. Tra queste opere, fare l'elemosina ai poveri [Cf Tb 4,5-11; Sir 17,17 ] è una delle principali testimonianze della carità fraterna: è pure una pratica di giustizia che piace a Dio: [Cf Mt 6,2-4 ].

 

Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare faccia altrettanto ( Lc 3,11 ). Piuttosto date in elemosina quel che c'è dentro, e tutto sarà puro per voi ( Lc 11,41 ). Se un fratello o una sorella sono senza vestiti e sprovvisti del cibo quotidiano e uno di voi dice loro: Andatevene in pace, riscaldatevi e saziatevi”, ma non date loro il necessario per il corpo, che giova? ( Gc 2,15-16 ) [Cf 1Gv 3,17 ].

 

2448 “Nelle sue molteplici forme - spogliamento materiale, ingiusta oppressione, malattie fisiche e psichiche, e infine la morte - la miseria umana è il segno evidente della naturale condizione di debolezza, in cui l'uomo si trova dopo il primo peccato, e del suo bisogno di salvezza. E' per questo che essa ha attirato la compassione di Cristo Salvatore, il quale ha voluto prenderla su di sé, e identificarsi con "i più piccoli tra i fratelli". E' pure per questo che gli oppressi dalla miseria sono oggetto di un amore di preferenza da parte della Chiesa, la quale, fin dalle origini, malgrado l'infedeltà di molti dei suoi membri, non ha cessato di impegnarsi a sollevarli, a difenderli e a liberarli. Ciò ha fatto con innumerevoli opere di beneficenza, che rimangono sempre e dappertutto indispensabili” [Congregazione per la Dottrina della Fede, Istr. Libertatis conscientia, 68].

 

2449 Fin dall'Antico Testamento tutte le varie disposizioni giuridiche (anno di remissione, divieto di prestare denaro a interesse e di trattenere un pegno, obbligo di dare la decima, di pagare ogni giorno il salario ai lavoratori giornalieri, diritto di racimolare e spigolare) sono in consonanza con l'esortazione del Deuteronomio: “I bisognosi non mancheranno mai nel paese; perciò io ti do questo comando e ti dico: Apri generosamente la mano al tuo fratello povero e bisognoso nel tuo paese” ( Dt 15,11 ). Gesù fa sua questa parola: “I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me” ( Gv 12,8 ). Non vanifica con ciò la parola veemente degli antichi profeti: comprano “con denaro gli indigenti e il povero per un paio di sandali. . . ” ( Am 8,6 ), ma ci invita a riconoscere la sua presenza nei poveri che sono suoi fratelli: [Cf Mt 25,40 ]

Il giorno in cui sua madre la rimproverò di accogliere in casa poveri e infermi, santa Rosa da Lima senza esitare le disse: “Quando serviamo i poveri e i malati, serviamo Gesù. Non dobbiamo lasciar mancare l'aiuto al nostro prossimo, perché nei nostri fratelli serviamo Gesù” [P. Hansen, Vita mirabilis, Louvain 1668].

 

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