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I DIECI COMANDAMENTI

Ultimo Aggiornamento: 04/09/2009 16:28
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04/09/2009 16:23

L'OTTAVO COMANDAMENTO

Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo ( Es 20,16 ).

Fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti ( Mt 5,33 ).

 

2464 L'ottavo comandamento proibisce di falsare la verità nelle relazioni con gli altri. Questa norma morale deriva dalla vocazione del popolo santo ad essere testimone del suo Dio il quale è e vuole la verità. Le offese alla verità esprimono, con parole o azioni, un rifiuto ad impegnarsi nella rettitudine morale: sono profonde infedeltà a Dio e, in tal senso, scalzano le basi dell'Alleanza.

 

I. Vivere nella verità

 

2465 L'Antico Testamento lo attesta: Dio è sorgente di ogni verità. La sua Parola è verità [Cf Pr 8,7; 2465 2Sam 7,28 ]. La sua legge è verità [Cf Sal 119,142 ]. La sua “fedeltà dura per ogni generazione” ( Sal 119,90 ) [Cf Lc 1,50 ]. Poiché Dio è il “Verace” ( Rm 3,4 ), i membri del suo popolo sono chiamati a vivere nella verità [Cf Sal 119,30 ].

 

2466 In Gesù Cristo la verità di Dio si è manifestata interamente. “Pieno di grazia e di verità” ( Gv 1,14 ), egli è la “luce del mondo” ( Gv 8,12 ), egli è la Verità [Cf Gv 14,6 ]. “Chiunque crede” in lui non rimane “nelle tenebre” ( Gv 12,46 ). Il discepolo di Gesù rimane fedele alla sua parola, per conoscere la verità che fa liberi [Cf Gv 8,32 ] e che santifica [Cf Gv 17,17 ]. Seguire Gesù, è vivere dello “Spirito di verità” ( Gv 14,17 ) che il Padre manda nel suo nome [Cf Gv 14,26 ] e che guida alla verità tutta intera” ( Gv 16,13 ). Ai suoi discepoli Gesù insegna l'amore incondizionato della verità: “Sia il vostro parlare sì, sì; no, no” ( Mt 5,37 ).

 

2467 L'uomo è naturalmente proteso alla verità. Ha il dovere di rispettarla e di attestarla: “A motivo della loro dignità tutti gli uomini, in quanto sono persone, . . . sono spinti dalla loro stessa natura e tenuti per obbligo morale a cercare la verità, in primo luogo quella concernente la religione. E sono pure tenuti ad aderire alla verità conosciuta e ordinare tutta la loro vita secondo le esigenze della verità” [Conc. Ecum. Vat. II, Dignitatis humanae, 2].

 

2468 La verità in quanto rettitudine dell'agire e del parlare umano è detta veracità, sincerità o franchezza. La verità o veracità è la virtù che consiste nel mostrarsi veri nei propri atti e nell'affermare il vero nelle proprie parole, rifuggendo dalla doppiezza, dalla simulazione e dall'ipocrisia.

 

2469 “Sarebbe impossibile la convivenza umana se gli uomini non avessero confidenza reciproca, cioè se non si dicessero la verità” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, II-II, 109, 3, ad 1]. La virtù della verità dà giustamente all'altro quanto gli è dovuto. La veracità rispetta il giusto equilibrio tra ciò che deve essere manifestato e il segreto che deve essere conservato: implica l'onestà e la discrezione. Per giustizia, “un uomo deve onestamente manifestare a un altro la verità” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, II-II, 109, 3, ad 1].

 

2470 Il discepolo di Cristo accetta di “vivere nella verità”, cioè nella semplicità di una vita conforme all'esempio del Signore e rimanendo nella sua verità. “Se diciamo che siamo in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, mentiamo e non mettiamo in pratica la verità” ( 1Gv 1,6 ).

 

II. “Rendere testimonianza alla verità”

 

2471 Davanti a Pilato Cristo proclama di essere “venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità” ( Gv 18,37 ). Il cristiano non deve vergognarsi “della testimonianza da rendere al Signore”( 2Tm 1,8 ). Nelle situazioni in cui si richiede che si testimoni la fede, il cristiano ha il dovere di professarla senza equivoci, come ha fatto san Paolo davanti ai suoi giudici. Il credente deve “conservare una coscienza irreprensibile davanti a Dio e davanti agli uomini” ( At 24,16 ).

 

2472 Il dovere dei cristiani di prendere parte alla vita della Chiesa li spinge ad agire come testimoni del Vangelo e degli obblighi che ne derivano. Tale testimonianza è trasmissione della fede in parole e opere. La testimonianza è un atto di giustizia che comprova o fa conoscere la verità [ Cf Mt 18,16 ].

 

Tutti i cristiani, dovunque vivono, sono tenuti a manifestare con l'esempio della vita e con la testimonianza della parola l'uomo nuovo, che hanno rivestito col Battesimo, e la forza dello Spirito Santo, dal quale sono stati rinvigoriti con la Confermazione [Conc. Ecum. Vat. II, Ad gentes, 11].

 

 

2473 Il martirio è la suprema testimonianza resa alla verità della fede; il martire è un testimone che arriva fino alla morte. Egli rende testimonianza a Cristo, morto e risorto, al quale è unito dalla carità. Rende testimonianza alla verità della fede e della dottrina cristiana. Affronta la morte con un atto di fortezza. “Lasciate che diventi pasto delle belve. Solo così mi sarà concesso di raggiungere Dio” [Sant'Ignazio di Antiochia, Epistula ad Romanos, 4, 1].

 

2474 Con la più grande cura la Chiesa ha raccolto i ricordi di coloro che, per testimoniare la fede, sono giunti sino alla fine. Si tratta degli Atti dei Martiri. Costituiscono gli archivi della Verità scritti a lettere di sangue:

 

 

Nulla mi gioverebbe tutto il mondo e tutti i regni di quaggiù; per me è meglio morire per [unirmi a] Gesù Cristo, che essere re sino ai confini della terra. Io cerco colui che morì per noi; io voglio colui che per noi risuscitò. Il momento in cui sarò partorito è imminente. . [Sant'Ignazio di Antiochia, Epistula ad Romanos, 4, 1].

Ti benedico per avermi giudicato degno di questo giorno e di quest'ora, degno di essere annoverato tra i tuoi martiri. . . Tu hai mantenuto la tua promessa, o Dio della fedeltà e della verità. Per questa grazia e per tutte le cose, ti lodo, ti benedico, ti rendo gloria per mezzo di Gesù Cristo, sacerdote eterno e onnipotente, Figlio tuo diletto. Per lui, che vive e regna con te e con lo Spirito, sia gloria a te, ora e nei secoli dei secoli. Amen [San Policarpo, in Martyrium Polycarpi, 14, 2-3].

 

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