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San Giustino, filosofo e martire

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2009 08:11
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Sesso: Maschile
13/09/2009 08:04

È ingiusto affermare che i cristiani sono atei

 

 VI. - 1. Di qui ci è anche derivata l'accusa di atei. Certo ammettiamo di essere tali rispetto a questi supposti dèi, ma non certo rispetto a Dio verissimo, padre di giustizia e di sapienza e di ogni virtù, e immune da malvagità.

 

2. Lui veneriamo e adoriamo, e il Figlio che da Lui è venuto e che ci ha insegnato queste dottrine, con l'esercito degli altri angeli buoni che Lo seguono e Lo imitano e lo Spirito Profetico: li onoriamo con ragione e verità trasmettendo con generosità quanto abbiamo imparato a chiunque voglia apprenderlo.

 

VII. - 1. Ma - dirà qualcuno - è già accaduto che alcuni, arrestati, siano stati dimostrati colpevoli.

 

2. Certo: ogni volta che esaminate la vita degli accusati, spesso voi ne condannate molti, ma non certamente a causa di chi è stato accusato in precedenza.

 

3. Siamo perfettamente d'accordo anche su questo: che, come tra i Greci quanti professano dottrine a loro gradite sono chiamati con l'unico nome di filosofi, anche se le loro teorie sono contrastanti, così vi è una sola denominazione comune, d'imputazione, anche per quanti, tra i barbari, vissero e furono considerati sapienti: sono tutti chiamati cristiani.

 

4. Per questo riteniamo giusto che siano prese in esame le azioni di quanti sono denunziati dinanzi a voi, affinché colui che è giudicato reo sia punito in quanto colpevole, non in quanto cristiano. Se poi uno è innocente, sia liberato in quanto cristiano innocente.

 

5. Noi non pretenderemo che arriviate a punire gli accusatori: a loro bastano, infatti, la malvagità che hanno in sé e l'ignoranza del bene.

 

No alla menzogna!

 

 VIII. - 1. Considerate che per il vostro bene noi diciamo queste cose, dal momento che dipenderebbe da noi negare quando siamo sottoposti a giudizio.

 

2. Ma noi non vogliamo vivere col dire menzogne. Infatti, bramando la vita eterna e pura, noi aspiriamo al soggiorno con Dio Padre e Creatore di tutte le cose e ci affrettiamo a confessare, persuasi e fiduciosi che questo possano ottenere coloro che con le loro opere, dimostrano a Dio di averlo seguito e di aver desiderato di vivere con Lui, là dove il male non ha più potere.

 

3. Dunque, per dirla in breve, è questo quanto noi ci aspettiamo ed abbiamo appreso da Cristo, e che insegniamo.

 

4. Similmente Platone sosteneva che Radamante e Minosse puniranno i malvagi che giungeranno dinanzi a loro. Noi diciamo che accadrà lo stesso fatto, ma per opera di Cristo, e nei loro stessi corpi, unitamente alle anime di quelli, condannate alla pena eterna, e non solo della durata di mille anni, come egli sosteneva.

 

5. Se, dunque, qualcuno dirà che questo non è credibile o non è possibile, tale errore riguarda noi e non altri, fino al momento in cui ci si dimostri, nei fatti, colpevoli di qualche delitto.

 

Assurdità dell'idolatria

 

 IX. - 1. Ma né con frequenti sacrifici né con corone di fiori noi onoriamo quelli che gli uomini, dopo averli effigiati e posti nei templi, chiamarono dèi, poiché sappiamo che sono oggetti inanimati e morti e privi della forma di Dio (infatti pensiamo che Dio non abbia una forma tale quale alcuni dicono di aver imitato per onorarli), ma hanno il nome e la forma di quei malvagi demoni che sono apparsi.

 

2. Ma che bisogno c'è di dire a voi, che ben lo sapete, in quale modo gli artisti trattano la materia, scolpendo e tagliando e fondendo e battendo? Spesso, perfino ad oggetti vili, dopo aver cambiato solo la forma e aver loro dato una figura, pongono il nome di dèi.

 

3. II che non solo noi riteniamo irragionevole, ma anche offensivo di Dio, il quale, dotato di gloria ed aspetto ineffabili, in questo modo darebbe nome ad oggetti corruttibili e bisognosi di cura.

 

4. E che gli artefici di tali oggetti siano dissoluti e che possiedano i vizi tutti quanti (per non annoverarli ad uno ad uno), voi lo sapete bene; corrompono anche le giovani schiave che lavorano con loro.

 

5. Quale demenza scegliere uomini dissoluti per plasmare e creare dèi da offrire alla venerazione, e porre simili guardie a custodia dei templi dove essi sono collocati, non vedendo che è scelleratezza pensare e dire che degli uomini siano custodi di dèi!

 

Superiorità della fede in Dio

 

 X. - 1. Noi invece abbiamo appreso che Dio non ha bisogno di offerte materiali da parte di uomini, dal momento che vediamo che è Lui stesso a somministrare ogni cosa; abbiamo imparato, e ne siamo convinti e crediamo, che Egli accoglie solo coloro che imitano il bene che è in Lui, cioè sapienza e giustizia e benignità, e tutto ciò che è proprio di Dio, il quale non può prendere alcun nome che Gli si imponga.

 

2. Abbiamo appreso anche che Egli, in quanto è buono, ha creato in principio tutte le cose dalla materia informe per gli uomini; e se questi si mostreranno, nei fatti, degni del Suo volere, abbiamo appreso che diverranno degni di vivere con Lui regnando insieme con Lui, resi incorruttibili ed immuni dal dolore.

 

3. Come infatti, all'inizio, trasse alla vita chi non esisteva, così riteniamo che saranno giudicati degni dell'immortalità e della vita presso di Lui coloro che, nelle loro scelte, preferiranno ciò che Gli è gradito.

 

4. Incominciare ad esistere non dipendeva da noi; ma seguire ciò che gli è caro, scegliendo con le facoltà razionali di cui Egli stesso ci fece dono, questo sì ci persuade e ci conduce alla fede.

 

5. E crediamo che sia un vantaggio per tutti gli uomini non essere impediti dall'imparare queste dottrine, ma anzi essere spinti verso di esse.

 

6. Quanto infatti non furono in grado di fare le leggi umane, lo avrebbe compiuto il Logos divino, se i cattivi demoni non avessero disseminato menzogne ed empie accuse prendendo come alleate le passioni, che in ognuno sono del tutto malvagie e per natura varie. Ma nessuna di queste accuse ci riguarda.

 

XI. - 1. E voi, sentito dire che noi attendiamo un regno, senza riflessione avete supposto che parlassimo di un regno umano, mentre parliamo di quello divino, come appare anche dal fatto che, interrogati da voi, confessiamo di essere cristiani, pur sapendo che per chi confessa è riservata, come pena, la morte.

 

2. Se, infatti, ci attendessimo un regno terreno, negheremmo per non essere uccisi e cercheremmo di vivere nascosti per conseguire il nostro scopo: ma, dal momento che abbiamo le speranze rivolte non al presente, non ci diamo pensiero di coloro che ci uccidono: in ogni modo si deve morire.

 

Siamo vostri alleati per la pace

 

 XII.- 1. Più di tutti gli uomini noi vi siamo utili ed alleati per la pace, dal momento che questo è il nostro pensiero: è impossibile che sfugga a Dio il malfattore o l'avido o l'insidiatore, o anche l'uomo virtuoso, e ciascuno va verso un'eterna pena o salvezza, secondo che meritano le sue azioni.

 

2. Se tutti gli uomini conoscessero queste verità, nessuno sceglierebbe il male per poco tempo, sapendo di avviarsi alla condanna eterna attraverso il fuoco, ma con ogni mezzo si imporrebbe una disciplina e si adornerebbe di virtù per ottenere i beni che provengono da Dio e tenersi lontano dalle punizioni.

 

3. Infatti coloro che, a motivo delle leggi da voi imposte, cercano di nascondersi e compiere il male - essi compiono il male perché sanno che è possibile occultarsi a voi che siete uomini -, se comprendessero, e fossero persuasi, che è impossibile che a Dio sfugga qualcosa, non solo compiuto ma anche pensato, anche per le pene minacciate dall'alto sarebbero, sotto ogni aspetto, cittadini onesti, così come anche voi consentirete.

 

4. Ma sembra che voi temiate che tutti agiscano rettamente e che non abbiate poi più chi punire: ma questo sarebbe proprio da carnefici, non di buoni principi!

 

5. Noi siamo persuasi che anche questo sia opera di demoni malvagi - come abbiamo detto sopra -, i quali pretendono sacrifici e culto da parte di uomini che non vivono secondo ragione; ma non possiamo supporre che agiate irrazionalmente voi che ricercate pietà e filosofia.

 

6. Se poi anche voi, come gli sciocchi, stimate le usanze più della verità, fate pure quel che potete; anche i potenti, quando antepongono l'opinione alla verità, possono tanto quanto dei ladri in un deserto.

 

7. Ma il Logos dimostra che non otterrete buoni auspici, quel Logos di cui sappiamo che, dopo Dio che l'ha generato, non esiste alcuna autorità più regale e più giusta.

 

8. Come infatti tutti evitano di ricevere in eredità dal padre povertà o dolori o cattiva fama, così pure il saggio non sceglierà ciò che il Logos suggerisce non doversi scegliere.

 

9. Che tutto questo avverrà, lo predisse - posso affermarlo - il nostro Maestro, figlio ed inviato del Padre e Signore dell'universo, Gesù Cristo, dal quale abbiamo derivato anche il nome di cristiani.

 

10. Di conseguenza siamo anche ben fermi in tutto ciò che ci è stato insegnato da Lui, poiché i fatti confermano che si compie tutto quanto Egli aveva predetto. Ed è certo opera di Dio sia predire le cose prima che avvengano sia mostrare che sono accadute conforme alla predizione.

 

11. Potremmo dunque anche a proposito di questi fatti terminare senza aggiungere altro, consci di chiedere cose giuste e vere: ma poiché sappiamo che non è facile che un'anima preda dell'ignoranza si trasformi in breve tempo, abbiamo pensato di aggiungere qualche breve argomentazione per persuadere gli amanti della verità, sapendo che non è impossibile fugare l'ignoranza, se le si contrapponga la verità.

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