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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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San Giustino, filosofo e martire

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2009 08:11
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13/09/2009 08:08

... ma non poterono imitare il supplizio della croce

 

 LV. - 1. Tuttavia in nessun luogo e per nessuno dei cosiddetti figli di Zeus imitarono la pena della crocifissione. Questo non poteva essere da loro compreso, dal momento che tutto ciò che era stato detto al riguardo era in forma di simbolo, come è stato dimostrato.

 

2. E questo, come disse il Profeta, è il più grande segno della forza e del potere di Lui, come dimostra anche ciò che cade sotto i nostri occhi. Considerate infatti tutto ciò che c'è nel mondo: senza questa figura potrebbe costruirsi od avere connessione?

 

3. II mare non si fende, se questo trofeo, col nome di vela, non rimane integro sulla nave. E la terra non è arata senza di esso. Gli zappatori non compiono il loro lavoro - e così i meccanici -, se non hanno arnesi di questa forma.

 

4. La figura dell'uomo non differisce in nulla da quella degli esseri irrazionali, se non nella posizione eretta, nell'avere mani estensibili e nel fatto di portare sul volto, prominente sotto la fronte, quello che si chiama naso, per mezzo del quale l'essere vivente respira: e questo non mostra altro che la forma della croce.

 

5. Dal Profeta fu detto così: "II respiro della nostra faccia è Cristo Signore".

 

6. Anche i vostri emblemi - intendo dire vessilli e trofei - dimostrano la potenza di questa figura ed è con essi che voi, dovunque, sfilate, mostrando, anche se lo fate senza avvedervene, i segni del comando e del potere.

 

7. In questa forma ancora elevate le immagini dei vostri imperatori, quando muoiono e voi li chiamate dèi, nelle iscrizioni che vi apponete.

 

8. Pertanto, poiché abbiamo fatto quanto era nelle nostre facoltà per convincervi, attraverso l'argomentazione e l'evidenza di questo segno, ormai sappiamo di non avere colpa anche se non ci credete: il nostro dovere è assolto e terminato.

 

Ancora sugli impostori contrapposti a Cristo

 

 LVI. - 1. Ma i malvagi demoni non si contentarono, prima della comparsa di Cristo, di dire che sono esistiti i cosiddetti figli di Zeus; anzi, quando, dopo la Sua comparsa e venuta tra gli uomini, appresero come Egli fosse stato preannunziato dai Profeti e si resero conto che fra ogni gente era creduto ed atteso, ancora una volta, come prima avevano mostrato, tiravano fuori altri personaggi: Simone e Menandro di Samaria che, esercitando arti magiche, ingannarono, e tengono tuttora nell'inganno molti.

 

2. Simone, vissuto - come dicemmo prima - tra di voi nella Roma imperiale, sotto l'imperatore Claudio, colpì a tal punto il sacro Senato ed il popolo romano che fu considerato un dio e fu onorato di una statua, come gli altri onorati quali dèi da voi.

 

3. Perciò noi preghiamo il sacro Senato ed il vostro popolo di farsi con voi esaminatori di questa nostra richiesta, affinché, se qualcuno fosse succube delle sue dottrine, possa apprendere la verità e fuggire l'errore. E la statua, se volete, abbattetela.

 

Noi non temiamo le morte

 

 LVII. - 1. I cattivi demoni non riescono a persuadere che non esiste il fuoco come punizione per gli empi, così come non poterono tenere nascosta la venuta di Cristo. Solo questo possono fare: che chi vive contro ragione, è cresciuto perversamente nei cattivi costumi ed è schiavo delle false opinioni, ci uccida e ci odi. Noi comunque non solo non li odiamo, ma - come è dimostrato - ne abbiamo pietà e desideriamo persuaderli a cambiare.

 

2. Infatti non temiamo la morte, poiché sappiamo che, comunque, si muore e che non c'è niente di nuovo, ma in questo ordine di cose ritornano sempre le medesime realtà. Se di esse sente nausea chi ne fruisce anche solo per un anno, per essere per sempre liberi da passioni e da bisogni, occorre approdare alle nostre dottrine.

 

3. Se poi si mostrano increduli asserendo che non c'è nulla dopo la morte e dichiarano che i morti raggiungono l'insensibilità, a noi fanno del bene, sottraendoci ai patimenti ed alle necessità di quaggiù; mentre, invece, mostrano se stessi malvagi, non umani e schiavi delle opinioni: infatti ci uccidono non per liberarci, ma per i privarci della vita e del piacere.

 

L'opera nociva di Marcione

 

 LVIII. - 1. Come abbiamo detto, i cattivi demoni esibirono anche Marcione del Ponto, il quale ancora oggi insegna a negare Dio creatore di tutte le cose del cielo e della terra e Cristo Suo figlio, preannunziato dai Profeti; egli annunzia una sorta di altro dio accanto al Creatore dell'universo, e parimenti un altro figlio.

 

2. Molti, prestandogli fede, come se fosse il solo a sapere la verità, si burlano di noi pur non avendo alcuna prova delle loro affermazioni; irragionevolmente, come agnelli afferrati dal lupo, diventano preda delle dottrine atee e di demoni.

 

3. Infatti questi demoni non aspirano ad altro che ad allontanare gli uomini dal Dio che li ha creati e dal Suo primogenito, Cristo. Quanti non riescono ad innalzarsi dalla terra, essi li inchiodarono e li inchiodano alle cose terrene e costruite dalle mani dell'uomo, mentre subdolamente sviano e gettano nell'empietà quanti intendono volgersi alla contemplazione delle cose di Dio se non sono dotati di salde capacità di ragionamento e non conducono una vita pura e libera da passioni.

 

Come Platone ha attinto dai Profeti

 

 LIX. - 1. Affinché sappiate anche che Platone ha attinto dai nostri maestri - intendiamo dire dalle parole dei Profeti - l'affermazione secondo cui Dio, trattando la materia amorfa, fece il mondo, ascoltate le precise parole di Mosè, che già abbiamo mostrato essere il primo Profeta e più antico degli scrittori greci:

 

2. per mezzo di lui lo Spirito Profetico, rivelando in quale modo, al principio, e da quali elementi Dio abbia creato il mondo, disse così: "In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era invisibile ed informe, e tenebra sull'abisso; e lo Spirito di Dio si librava sulle acque. E Dio disse - Sia la luce - e così fu".

 

3. È così che Platone, con quanti la pensano come lui, ed anche noi stessi, abbiamo appreso che tutto il cosmo è opera del Logos di Dio con gli elementi prima indicati da Mosè: e voi potete persuadervene.

 

4. Sappiamo che anche quello che i poeti chiamano Erebo è già stato nominato prima da Mosè.

 

LX. - 1. L'affermazione contenuta nel Timeo di Platone a proposito della natura del Figlio di Dio, quando dice: "Lo dispose nell'universo a forma di X", è stata anch'essa attinta da Mosè.

 

2. Infatti nei libri di Mosè sta scritto che in quel tempo, quando gli Israeliti uscirono dall'Egitto e si trovarono nel deserto, si fecero loro incontro animali velenosi, vipere, aspidi ed ogni sorta di serpenti che uccidevano il popolo; e che, per ispirazione e per opera di Dio, Mosè prese del bronzo, gli diede forma di croce, lo pose sul santo tabernacolo e disse al popolo: "Se guardate a questa figura ed avete fede in essa sarete salvati".

 

3. Scrisse che, fatto ciò, i serpenti morirono e tramandò che il popolo sfuggì così alla morte.

 

4. Platone, letto questo, non capendo esattamente e non comprendendo che il segno era quello della croce, ma pensando a una X, affermò che la Virtù, che viene seconda dopo il Dio principio primo, è disposta a forma di X nell'universo.

 

5. Quanto al fatto che parli di un terzo principio, si spiega così: egli - come abbiamo detto prima - lesse scritto in Mosè che lo Spirito di Dio si librava sopra le acque. I1 secondo posto lo assegna al Logos di Dio, che dice essere disposto a forma di X nell'universo, ed il terzo allo Spirito di cui è detto che si muoveva sopra le acque. Infatti dice: "Le terze cose intorno al terzo".

 

6. Ascoltate ora come lo Spirito Profetico abbia preannunziato attraverso Mosè la conflagrazione. Ecco le sue parole: "Scenderà un fuoco eterno e divorerà fino al fondo dell'abisso".

 

7. Non siamo noi pertanto a professare dottrine eguali ad altri, ma tutti gli altri ad imitare e ripetere le nostre.

 

8. Presso di noi si possono ascoltare ed apprendere da chi neppure conosce il carattere dell'alfabeto, ignoranti e barbari di linguaggio, ma sapienti e fedeli di mente, alcuni persino infermi e privi della vista: dal che si può capire che questo avviene non per sapienza umana, ma per potenza di Dio.

 

Il battesimo

 

 LXI. - 1. Esporremo in quale modo ci siamo consacrati a Dio, rinnovati da Cristo, affinché non sembri che, tralasciando questa parte, viziamo in qualche modo la nostra esposizione.

 

2. A quanti siano persuasi e credano che sono veri gli insegnamenti da noi esposti, e promettano di saper vivere coerentemente con questi, si insegna a pregare ed a chiedere a Dio, digiunando, la remissione dei peccati, mentre noi preghiamo e digiuniamo insieme con loro.

 

3. Poi vengono condotti da noi dove c'è l'acqua, e vengono rigenerati nello stesso modo in cui fummo rigenerati anche noi: allora infatti fanno il lavacro nell'acqua, nel nome di Dio, Padre e Signore dell'universo, di Gesù Cristo nostro salvatore e dello Spirito Santo.

 

4. Poiché Cristo disse: "Se non sarete rigenerati, mai entrerete nel regno dei cieli": è chiaro a tutti che è impossibile, una volta che si sia nati, rientrare nel ventre della madre.

 

5. E dal profeta Isaia - come prima scrivemmo - è stato detto in che modo sfuggiranno ai peccati coloro che hanno peccato e si pentono. Ecco le sue parole: "Lavatevi, divenite puri, allontanate il male dalle vostre anime, imparate a fare il bene, difendete l'orfano, rendete giustizia alla vedova; allora venite e ragioniamo - dice il Signore. - E se anche i vostri peccati sono come porpora, li renderò bianchi come lana; e se anche sono come cremisi, li renderò bianchi come neve; ma se non mi ascolterete, una spada vi divorerà. Così infatti parlò la bocca del Signore".

 

6. E in proposito ecco la ragione che apprendemmo dagli apostoli. Poiché, nulla sapendo della nostra prima generazione, secondo necessità siamo stati generati da umido seme per l'unione dei genitori, e per natura abbiamo cattivi costumi e malvagie inclinazioni, per non rimanere figli di necessità e di ignoranza, bensì di libera scelta e di sapienza, e per ottenere la remissione dei peccati commessi prima, su colui che ha deciso di rigenerarsi e si è pentito dei peccati si invoca, nell'acqua, ilnome di Dio, Padre e Signore dell'universo: e questo solo nome pronuncia chi conduce al lavacro colui che deve sottoporvisi.

 

7. Nessuno infatti può dare un nome al Dio ineffabile; e se qualcuno osasse dire che ne esiste uno, sarebbe inguaribilmente pazzo.

 

8. Questo lavacro si chiama "illuminazione", poiché coloro che comprendono queste cose sono illuminati nella mente. E chi deve essere illuminato viene lavato nel nome di Gesù Cristo, crocifisso sotto Ponzio Pilato; e nel nome dello Spirito Santo, che ha preannunziato per mezzo dei Profeti tutti gli eventi riguardanti Gesù.

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