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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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San Giustino, filosofo e martire

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2009 08:11
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13/09/2009 08:08

La controrisposta dei demoni

 

 LXII. - 1. Ebbene, sentito parlare di questo lavacro preannunziato dai Profeti, i demoni fecero in modo che chi entrava nei loro templi e intendeva avvicinarsi a loro per offrire libagioni e sacrifici, dovesse aspergersi; ordinano anzi un'abluzione completa prima dell'entrata nei templi dove essi sono collocati.

 

2. Infatti, anche questa regola secondo cui i sacerdoti comandano ai fedeli di entrare nei templi per celebrare i loro riti solo dopo essersi scalzati, i demoni hanno appresa ed imitata da quanto accadde a Mosè, il profeta già citato.

 

3. Infatti nel tempo in cui a Mosè fu ordinato di scendere in Egitto e di trarre fuori il popolo degli Israeliti che là si trovava, mentre egli nella terra d'Arabia pasceva le pecore dello zio materno, da un rovo, sotto forma di fuoco, gli parlò il nostro Cristo e gli disse: "Lèvati i calzari, avvicinati ed ascolta".

 

4. Ed egli, scalzatosi ed avvicinatosi, udì che doveva scendere in Egitto e condurre fuori il popolo degli Israeliti. Prese forza e vigore da Cristo, che gli aveva parlato sotto forma di fuoco, e, sceso, condusse fuori il popolo dopo aver compiuto gesta grandi e mirabili: se volete conoscerle, le potete apprendere nei particolari dai suoi libri.

 

Il Logos parlò a Mosè dal roveto

 

 LXIII. - 1. Tutti i Giudei anche ora insegnano che il Dio ineffabile ha parlato a Mosè. Per questo lo Spirito Profetico, rimproverandoli per bocca del già nominato profeta Isaia - come scrivemmo sopra - disse: "Il bue conosce il suo padrone e l'asino la mangiatoia del suo padrone, ma Israele non conobbe me ed il suo popolo non mi ascoltò".

 

2. E Gesù Cristo, egualmente li rimproverò e disse: "Nessuno conosce il Padre se non il Figlio, né il Figlio se non il Padre, e coloro a cui il Figlio l'abbia rivelato".

 

3. I1 Logos di Dio è Suo figlio, come abbiamo già detto. Questi è chiamato "inviato" e "nunzio", poiché è lui ad annunziare che cosa bisogna conoscere, ed è inviato per spiegare quanto viene annunziato, come disse anche il Signore nostro: "Chi ascolta me ascolta colui che mi ha inviato".

 

4. Questo apparirà chiaro anche negli scritti di Mosè. In essi è detto così: "E parlò a Mosè l'inviato di Dio nella vampa di fuoco dal rovo e disse: Io sono colui che è, Dio di Abramo, Dio di Isacco, Dio di Giacobbe, il Dio dei tuoi padri. Scendi in Egitto e conduci fuori il mio popolo".

 

5. Se volete, potete apprendere il resto da quei libri, poiché non è possibile riportarne tutto il contenuto.

 

6. Ma queste parole stanno a dimostrare che Gesù Cristo è figlio ed inviato di Dio: egli che prima era Logos, apparso ora in forma di fuoco ora in immagine incorporea, al nostro tempo, per volere di Dio fattosi uomo per amore del genere umano, sopportò anche di patire quanto i demoni gli procurarono per opera degli stolti Giudei.

 

7. Costoro, pur trovando chiaramente scritto nei libri di Mosè "E l'inviato di Dio parlò a Mosè in vampa di fuoco dal rovo, e disse - Io sono colui che è, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe -", sostengono che queste parole furono pronunciate dal Padre e creatore dell'universo. Proprio per questo lo Spirito Profetico li rimproverò, dicendo: "Israele non mi conobbe ed il popolo non mi comprese".

 

8. A sua volta Gesù, come abbiamo mostrato, stando in mezzo a loro, disse: "Nessuno conosce il Padre se non il Figlio; nessuno il Figlio se non il Padre, e coloro ai quali il Figlio l'ha rivelato".

 

9. Poiché dunque i Giudei ritennero che fosse sempre il Padre dell'universo a parlare a Mosè - mentre invece colui che parlava era il Figlio di Dio, che è anche chiamato nunzio ed inviato - giustamente vengono rimproverati sia dallo Spirito Profetico sia dallo stesso Cristo, per non avere riconosciuto né il Padre né il Figlio.

 

10. Quanti infatti affermano che il Figlio è il Padre, sono rimproverati di non conoscere il Padre, e di non sapere che il Padre dell'universo ha un Figlio. Questi, essendo Logos e primogenito di Dio, è anche Dio. Ed Egli prima apparve a Mosè ed agli altri Profeti in forma di fuoco e di immagine incorporea.

 

11. Ora invece, al tempo del vostro impero - come abbiamo detto - fattosi uomo da una vergine, secondo il volere del Padre, per la salvezza di quanti credono in Lui, sopportò di essere ritenuto un nulla e di patire, per poter vincere la morte, morendo e risorgendo.

 

12. Le parole dette a Mosè dal rovo: "Io sono colui che è, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe, e il Dio dei tuoi Padri" indicano che essi, anche dopo morti sopravvivono e sono uomini dello stesso Cristo. Infatti, primi fra tutti gli uomini, si diedero alla ricerca di Dio Abramo, padre di Isacco, ed Isacco, padre di Giacobbe, come scrisse anche Mosè.

 

Le favole di Kore e Atena

 

 LXIV. - 1. Da quanto è stato detto prima potete comprendere come l'innalzare la statua della cosiddetta Kore presso le sorgenti delle acque sia stata opera dei demoni, i quali dicono che essa è Figlia di Zeus, per imitazione delle parole di Mosè.

 

2. Mosè infatti disse, come abbiamo scritto sopra: "In principio Dio creò il cielo e la terra. La terra era invisibile ed informe, e lo Spirito di Dio si muoveva sopra le acque".

 

3. Ad imitazione dunque dello Spirito di Dio, di cui è detto che si muoveva sull'acqua, parlarono di Kore, figlia di Zeus.

 

4. Con analoga malizia, dissero che Atena è figlia di Zeus, nata senza accoppiamento; ma, non appena compresero che Dio, con un atto di pensiero, creò il mondo attraverso il Logos, sostennero che essa è il primo pensiero.

 

5. Noi riteniamo del tutto ridicolo trasferire una forma di donna a immagine del pensiero. Così pure gli altri cosiddetti figli di Zeus sono condannati dalle loro stesse azioni.

 

L'Eucaristia

 

 LXV. - 1. Noi allora, dopo aver così lavato chi è divenuto credente e ha aderito, lo conduciamo presso quelli che chiamiamo fratelli, dove essi si trovano radunati, per pregare insieme fervidamente, sia per noi stessi, sia per l'illuminato, sia per tutti gli altri, dovunque si trovino, affinché, appresa la verità, meritiamo di essere nei fatti buoni cittadini e fedeli custodi dei precetti, e di conseguire la salvezza eterna.

 

2. Finite le preghiere, ci salutiamo l'un l'altro con un bacio.

 

3. Poi al preposto dei fratelli vengono portati un pane e una coppa d'acqua e di vino temperato; egli li prende ed innalza lode e gloria al Padre dell'universo nel nome del Figlio e dello Spirito Santo, e fa un rendimento di grazie per essere stati fatti degni da Lui di questi doni.

 

4. Quando egli ha terminato le preghiere ed il rendimento di grazie, tutto il popolo presente acclama: "Amen". La parola "Amen" in lingua ebraica significa "sia".

 

5. Dopo che il preposto ha fatto il rendimento di grazie e tutto il popolo ha acclamato, quelli che noi chiamiamo diaconi distribuiscono a ciascuno dei presenti il pane, il vino e l'acqua consacrati e ne portano agli assenti.

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