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San Cirillo di Gerusalemme

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 06:55
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05/09/2009 06:31

CATECHESI XVIII PREBATTESIMALE

Pietro e Paolo

17. Molte cose sono da dire su questo se vogliamo esporre uno ad uno tutti fatti meravigliosi accaduti. Per la precedente stanchezza, il digiuno di venerdì e la veglia, le cose saranno dette di corsa. Con lo spargere poche parole ricevete come buona terra il seme facendolo fruttificare in abbondanza. È da ricordare che anche gli apostoli risuscitarono i morti. Pietro risuscitò Tabita a Ioppe e Paolo Eutico nella Troade, così tutti gli altri apostoli, per quanto non siano stati scritti i miracoli operati da ciascuno. Ricordate tutte le cose dette nella prima lettera ai Corinzi che Paolo scrisse contro quelli che dicevano: «In che modo i morti risorgono? In quale corpo vengono?». Inoltre: «Se i morti non risorgono neanche Cristo è risorto» e chiamò stolti quelli che non credono. Ivi è esposta tutta la dottrina della resurrezione dei morti. Inoltre, anche nella lettera ai Tessalonicesi scrisse: «Non vogliamo, fratelli, che ignoriate quanto concerne quelli che sono morti perché non abbiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza» e tutte le cose che seguono, specialmente: «e prima risorgeranno i morti in Cristo».

Lo splendore del corpo risorto

18. Ricordate soprattutto questo che dice Paolo quasi mostrandolo col dito: «Bisogna che questo corpo corruttibile si rivesta d'incorruttibilità: e che questo corpo mortale si rivesta d'immortalità». Questo corpo risorgerà, non rimanendo debole quale è, ma esso stesso risorgerà. Si trasformerà rivestendosi della incorruttibilità, come il ferro accostato al fuoco diventa fuoco, o meglio come sa il Signore che lo risuscita.

Questo corpo risorgerà. Non rimarrà tale, ma eterno. Non avrà bisogno di cibi per vivere, né di scale per la salita. Diviene spirituale, qualche cosa di mirabile e non siamo capaci di dire quale. Allora i giusti, dice, splenderanno come il sole, la luna e quasi splendore del firmamento. Dio prevedendo la infedeltà degli uomini concesse a piccolissimi vermi d'estate di emettere raggi luminosi dal corpo, perché da ciò che si vede si crede a quello che si aspetta. Chi dona una parte può anche dare tutto. Chi ha fatto risplendere di luce il verme molto più farà risplendere l'uomo giusto.

Il corpo della resurrezione

19. Dunque risorgeremo tutti avendo corpi eterni ma non simili. Ma se uno è giusto riceve un corpo celeste perché possa degnamente muoversi tra gli angeli. Se qualcuno è peccatore riceve un corpo eterno capace di sopportare la pena dei peccati, perché bruciando nel fuoco eterno non si consuma mai. E giustamente Dio si comporta in questo modo con l'una e l'altra categoria. Nulla da noi viene fatto senza il corpo. Bestemmiamo con la bocca e preghiamo con la bocca. Fornichiamo con il corpo, col corpo siamo puri. Rubiamo con la mano, diamo l'elemosina con la mano ed altre cose simili. Poiché ad ogni cosa serve il corpo, anche nel futuro esso partecipa di quello che ha fatto.

Non perdere la salvezza celeste

20. Risparmiamo, dunque, il corpo e non abusiamone come di cose altrui. Non diciamo come gli eretici che la veste del corpo è estranea, ma rispettiamola come propria. Dovremo rendere conto al Signore di tutte le cose fatte mediante il corpo. Non dire nessuno mi vede, non credere che non vi sia testimone per le cose fatte. Spesso non è presente l'uomo, ma il Creatore è un testimone leale, rimane fedele nel cielo e osserva quanto avviene. Le macchie del peccato rimangono nel corpo. Come per una piaga estesa nel corpo, anche se c'è stata una cura, rimane la cicatrice, così anche il peccato ferisce l'anima e il corpo, e i segni delle cicatrici rimangono in tutti. Si cancellano solo in quelli che ricevono il lavacro. Dio sana le antiche ferite dell'anima e del corpo mediante in battesimo. Contro le future premuniamoci noi stessi, tutti in comune, per custodire pura la veste del corpo e non perdere la realtà, la salvezza celeste, per una vile fornicazione o lascivia o qualche altro peccato, ma per ereditare il regno eterno di Dio, di cui con la sua grazia renda degni tutti voi.

La professione di fede

21. Ciò sia detto a dimostrazione della resurrezione dei morti. La professione di fede da noi ripetuta per voi, con ogni diligenza, con le stesse parole sia da voi pronunziata e si fissi nella vostra memoria.

La spiegazione della fine del simbolo

22. La fede professata è contenuta nel seguito: «E in un solo battesimo di penitenza per la remissione dei peccati e nella santa Chiesa cattolica, e nella resurrezione della carne e nella vita eterna». Sul battesimo e sulla penitenza si è parlato nelle catechesi precedenti. Le cose dette sulla resurrezione dei morti sono state dette per spiegare: «e nella resurrezione della carne». Le cose che rimangono sono dette per: «nell'unica santa Chiesa cattolica». Di questa si potrebbe dire molto, ma lo diremo in breve.

La Chiesa cattolica

23. Si chiama cattolica perché si diffonde per tutto il mondo da un confine all'altro della terra; perché insegna universalmente e con esattezza tutti i principi che giovano alla conoscenza degli uomini nelle cose visibili ed invisibili, celesti e terrestri; perché è subordinato al suo culto tutto il genere umano, capi e sudditi, dotti e indotti; perché sana e cura da per tutto ogni specie di peccati dell'anima e del corpo che si commettono. Essa ha in sé ogni conclamata virtù nelle opere, nelle parole e in ogni carisma spirituale.

Le radici del termine Chiesa

24. È chiamata appropriatamente Chiesa perché convoca e raccoglie insieme tutti, come nel Levitico dice il Signore: «Riunisci tutta la comunità alla porta del tabernacolo del convegno». Degno di nota che il termine ecclesiason (cioè convoca) per la prima volta si legge qui nelle Scritture, quando il Signore costituì Aronne al sommo sacerdozio. Nel Deutoronomio Dio dice a Mosè: «Convocami il popolo ed ascolti le mie parole perché impari a temermi». Di nuovo ricorda il nome di Chiesa quando parla delle tavole. In queste erano scritte tutte le parole che il Signore disse per voi sul monte, in mezzo al fuoco, nel giorno della riunione. Quasi dicesse più apertamente: «Nel giorno in cui chiamati dal Signore vi riuniste». Il salmista canta: «Ti confesserò, Signore, nella grande chiesa, tra gran popolo ti loderò».

La Chiesa non più assemblea di Israele

25. Prima il salmista aveva cantato: «Nella adunanza benedite Dio il Signore, dalle sorgenti di Israele». Per le insidie tese contro il Salvatore i giudei sono stati allontanati dalla grazia. Il Salvatore costruì per i gentili una seconda santa Chiesa di cristiani, sulla quale disse a Pietro: «E su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell'inferno non prevarranno contro di essa». Di entrambe chiaramente profetando parlò David. Della prima chiesa che fu abbandonata: «Odio il convegno dei malvagi». Della seconda che fu edificata dice nello stesso salmo: «Signore, ho amato il decoro della tua casa». Subito di seguito: «Nelle adunanze ti loderò, Signore». Ripudiata quella che era in Giudea, per tutto il mondo le Chiese di Cristo si estesero, delle quali si dice nei salmi: «Cantate al Signore un canto nuovo, la sua lode nella Chiesa dei santi». Il profeta dice ai giudei cose consentanee: «Non mi compiaccio di voi, dice il Signore onnipotente». Subito continua:«Perché dal sorgere del sole sino al tramonto il mio nome è glorificato tra le genti». Di questa santa Chiesa cattolica scrive Paolo a Timoteo: «Perché tu sappia in che modo devi comportarti nella casa di Dio, che è la Chiesa di Dio vivo, colonna e fondamento della verità».

La Chiesa cattolica e la chiesa degli eretici

26. Il nome di chiesa si addice a cose diverse, come della moltitudine nel teatro degli efesini è scritto: «Dopo aver detto ciò sciolse l'adunanza». Giustamente qualcuno potrebbe chiamare, e con fondamento, chiesa dei malvagi le adunanze degli eretici. Mi riferisco ai marcioniti, manichei ed altri. Perciò ti è data saldamente la fede «nell'una santa Chiesa cattolica» perché, fuggendo le riunioni degli abominevoli, tu aderisca in tutto alla santa Chiesa cattolica, nella quale sei rinato.

Se poi passi per le città non chiedere semplicemente dov'è il «curiacon» (casa del Signore). Anche le eresie degli empi pretendono di chiamare «curiaca» le loro spelonche. Né dove si trova la chiesa, ma dove è la Chiesa cattolica. Questo è proprio il nome di quella santa e madre di noi tutti. Essa è la sposa di nostro Signore Gesù Cristo, unigenito figlio di Dio. È scritto infatti: «Come Cristo amò la Chiesa e si è sacrificato per essa» e il resto che segue. Essa è figura ed imitazione di quella in alto, Gerusalemme, che è libera e madre di tutti noi. Prima era sterile ed ora è di molta prole.

La pace, confine della Chiesa

27. Fu ripudiata la prima, nella seconda Chiesa cattolica, come dice Paolo: «Dio al primo posto stabilì gli apostoli, al secondo i profeti, al terzo i dottori, poi le potenza, poi i carismi delle guarigioni, le assistenze, i governi, i generi delle lingue» ed ogni specie di virtù. Mi riferisco alla saggezza e all'intelletto, alla temperanza e alla giustizia, all'elemosina e alla misericordia, e alla pazienza invitta nelle persecuzioni. Questa Chiesa, con le armi della giustizia nella destra e nella sinistra, con la gloria e l'ignominia, per prima nelle persecuzioni e nelle tribolazioni ha cinto i santi martiri di corone intrecciate dei vari fiori della pazienza. Ora in tempo di pace per grazia di Dio riceve il dovuto onore dai re, dalle autorità e da uomini di ogni ceto e nazione. I re delle nazioni che abitano le singole regioni hanno i limiti del loro dominio. La sola vera santa Chiesa cattolica ha, per tutto il mondo, un potere infinito. Dio pose - come è scritto - la pace come confine ad essa. Se sulla Chiesa volessi parlare di ogni cosa mi occorrerebbero molte ore per il discorso.

L'impegno per la vita eterna

28. Se siamo istruiti e ci comportiamo bene in questa Chiesa cattolica, avremo il Regno dei Cieli ed erediteremo la vita eterna, per la quale tutto sopportiamo per riceverla come guadagno dal Signore. Non è un obiettivo di piccole cose, ma l'impegno per la vita eterna. Perciò nella professione di fede impariamo che dopo le parole «e nelle resurrezione della carne», cioè dei morti, di cui abbiamo parlato, «crediamo nelle vita eterna» per la quale noi cristiani lottiamo.

La vita eterna

29. Realmente e veramente il Padre è la vita che per mezzo del Figlio fa scaturire nello Spirito Santo doni celesti per tutti. Per la sua misericordia verso noi uomini sono stati promessi infallibilmente quelli della vita eterna. È da credere che questo è possibile. Bisogna credere non per la nostra debolezza ma guardando la sua potenza: «Tutto è possibile a Dio». Che ciò sia possibile e che aspettiamo la vita eterna lo dice Daniele: «Coloro che avranno indotto molti alla giustizia risplenderanno come stelle per sempre», ecc. Dice Paolo: «Così saremo sempre col Signore». Essere sempre col Signore significa vita eterna. Chiaramente il Salvatore dice nel Vangelo: «Quelli andranno al supplizio eterno, i giusti, invece, alla vita eterna».

Le vie per la vita eterna

30. Molte sono le prove della vita eterna. Noi desideriamo acquistare questa vita eterna e le Sacre Scritture ci mostrano i modi dell'acquisto. Per la lunghezza del discorso addurremo poche testimonianze, lasciando le altre alla ricerca dei volenterosi. Ora mediante la fede. È scritto, infatti: «Chi crede nel figlio ha la vita eterna», ecc. Di nuovo egli stesso dice: «In verità, in verità, vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a chi mi ha mandato ha la vita eterna», ecc. Ora mediante la predicazione del Vangelo. Dice infatti: «Chi miete riceve la mercede e porta il frutto per la vita eterna». Ora per il martirio e la confessione di Cristo. Dice infatti: «Chi odia la sua anima in questo mondo la custodirà per la vita eterna». E ancora con l'anteporre Cristo alle ricchezze e alla parentela: «e chiunque ha lasciato fratelli e sorelle, ecc. erediterà la vita eterna». Ora per l'osservanza dei precetti: «Non fornicare, non uccidere» e il resto che segue, come Gesù rispose a chi gli si era avvicinato chiedendogli: «Maestro buono che debbo fare per avere la vita eterna?». Ora recedendo dalla cattive azioni e servendo Dio. Dice infatti Paolo: «Liberáti dal peccato e divenuti servi di Dio avete il vostro frutto nella santificazione, e per fine la vita eterna».

Le vie alla vita eterna

31. Molti sono i modi, e li ho tralasciati per l'abbondanza della materia, nella ricerca della vita eterna. Il Signore è molto misericordioso. Non una, non due, ma molte vie d'entrata aprì alla vita eterna perché tutti ne fruissero liberamente per quanto era in lui. Le cose che ci sono state dette in modo conveniente sulla vita eterna riguardano l'ultimo precetto, la fine di quelli che professiamo nel credo. Potessimo noi tutti, quelli che insegnano e quelli che ascoltano, per grazia di Dio conseguirla.

Preparare l'anima ai carismi celesti

32. Del resto, fratelli carissimi, la parola di insegnamento vi esorta a preparare l'anima a ricevere i carismi celesti. Sulla santa ed apostolica fede a voi tramandata per la diffusione, abbiamo tenuto nei passati giorni della quaresima quante istruzioni per grazia di Dio ci erano lecite. Non che solo questo avremmo dovuto dire; molto è stato omesso e forse meglio da maestri più validi si sarebbe proposto alla riflessione. Il giorno della santa Pasqua si avvicina e la nostra carità in Cristo sarà illuminata dal lavacro della rigenerazione. Di nuovo sarete istruiti, Dio volendo, su cose appropriate: con quale pietà e ordine è necessario che i chiamati entrino; per quale motivo si compie ciascuno dei sacri misteri del battesimo; con quale devozione e ordine dopo il battesimo si deve andare al santo altare di Dio e lì gustare i misteri spirituali e celesti, perché la vostra anima, prima illuminata dalla parola d'insegnamento, conosca la grandezza di ogni carisma elargito da Dio.

Le catechesi mistagogiche

33. Dopo il santo e salutare giorno di Pasqua, subito dal secondo giorno dopo il sabato, nei singoli giorni seguenti della settimana, dopo la sinassi, entrando nel luogo santo della resurrezione, ascolterete, Dio volendo, altre catechesi. In esse di nuovo sarete istruiti sui motivi di ciascuna delle cose avvenute ricevendo le prove del Vecchio e del Nuovo Testamento. Prima su ciò che è stato fatto antecedentemente al battesimo; poi in che modo siete stati purificati dai peccati, per mezzo del Signore, con il lavacro d'acqua nella parola; poi come siete divenuti sacerdotalmente partecipi del nome di Cristo, come vi è stato dato il sigillo della comunione dello Spirito Santo; dei misteri sull'altare del Nuovo Testamento, che qui hanno avuto inizio; che cosa di essi hanno tramandato le Sacre Scritture, e quale sia la loro efficacia e come avvicinarsi ad essi, il modo e quando è necessario riceverli. Alla fine di tutto vi dirò come nell'avvenire bisogna comportarsi con le opere e le parole nella dignità di grazia perché tutti voi possiate conseguire la vita eterna. E ciò, se Dio vuole, vi sarà spiegato.

La redenzione è vicina

34. Per il resto fratelli, rallegratevi sempre nel Signore, lo ripeto, rallegratevi. La vostra redenzione è vicina e il celeste esercito degli angeli attende la vostra salvezza. Già si sente la voce di chi grida nel deserto: «Preparate la via del Signore». Grida il profeta: «Voi che avete sete venite all'acqua». E subito il seguito: «Ascoltatemi e mangiate ciò che è buono e la vostra anima godrà nei beni». E non molto dopo ascolterete la bella lettura che dice: «Sii raggiante, nuova Gerusalemme, poiché arriva la tua luce». Di questa Gerusalemme il profeta disse: «Dopo sarai chiamata città della giustizia; Sion città fedele» per la Legge che venne da Sion e la parola del Signore che venne da Gerusalemme. Di qui si sparse come la pioggia su tutta la terra.

Il profeta per voi ad essa dice: «Gira intorno i tuoi occhi e vedi riuniti i tuoi figli». Essa risponde: «Chi sono questi che come nubi e come colombe con i colombini volano su di me?». Le nuvole per la parte spirituale, le colombe per la semplicità E di nuovo: «Chi udì tali cose? O chi vide così? La terra ha partorito in un sol giorno ed è nato il popolo d'un tratto? Sion partorì e diede alla luce i suoi figli». Tutto sarà pieno di gioia ineffabile per il Signore che dice: «Ecco faccio Gerusalemme ad esaltazione e il popolo a mio gaudio».

La misericordia di Dio

35. Sia lecito dire a voi anche questo: «Rallegratevi cieli ed esulti la terra» ecc. Perché «Dio ha avuto misericordia della sua gente ed ha consolato i poveri del suo popolo». Questo avverrà per la misericordia di Dio che vi dice: «Io farò sparire le tue iniquità come nuvola e come nebbia i tuoi peccati». Voi che siete degni del nome di fedeli (e per voi è scritto: «Ai miei servi si impone un nome nuovo, che sarà benedetto sulla terra») direte con gioia: «Benedetto Dio e Padre del Signore Gesù Cristo che ha benedetto noi con ogni benedizione spirituale tra i celesti in Cristo, nel quale abbiamo la redenzione del suo sangue, il perdono dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia che sovrabbondò in noi» ecc. E di nuovo: «Dio che è ricco di misericordia, per la sua grande carità con la quale ci amò pur essendo noi morti per le cadute, ci ravvivò in Cristo». Così ancora lodate il Signore, l'autore dei beni, dicendo: «Quando apparve la benignità e la misericordia del salvatore nostro Dio, non per le opere di giustizia che noi facemmo, ma per la sua misericordia ci salvò, mediante il lavacro della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo che diffuse abbondantemente su di noi per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, perché giustificati dalla sua grazia divenissimo eredi nella speranza della via eterna». Lo stesso Dio e padre del nostro Signore Gesù Cristo, il padre della gloria vi dia lo spirito della sapienza e della rivelazione nella sua conoscenza. Vi custodisca con gli occhi della mente illuminati per tutto il tempo nelle opere, nelle parole e nei buoni pensieri. A lui gloria, onore e potenza per mezzo di nostro Signore Gesù Cristo con lo Spirito Santo ora e sempre e per tutti i secoli infiniti.

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