È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

San Giovanni Crisostomo

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2009 08:03
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 1.208
Sesso: Maschile
13/09/2009 08:03

LXXXI. Della grande bellezza della povertà

 

1. Chi non ha nulla disprezza tutto come se possedesse tutto, ed ostenta una grande sicurezza nei confronti dei magistrati, dei principi ed anche di colui che è cinto di un diadema. Chi disprezza le ricchezze, proseguendo per la sua strada, giunge facilmente a disprezzare anche la morte. Elevatosi al di sopra di queste cose, parla a tutti con grande sicurezza, senza aver paura di nessuno e senza tremare. Chi invece si occupa delle ricchezze, è schiavo non solo di esse, ma anche della gloria, degli onori, della vita presente ed in una parola di tutte le cose materiali. Per questo Paolo chiama l'amore per le ricchezze "radice di tutti i mali". La verginità è pero in grado di essiccare questa radice e di piantarne in noi un’altra - la migliore - che fa germogliare tutti i beni: la libertà, la sicurezza, il coraggio, lo zelo ardente, il caldo amore per le cose celesti, il disprezzo per tutte le cose terrene. Così si realizzano "il decoro e assiduità".

 

 

 

LXXXII. Critiche mosse a coloro che affermano che chi pratica la verginità si augura di poter andare nel seno di Abramo

 

1. Ma qual è il sapiente discorso che fanno molti? "Il patriarca Abramo - si dice - aveva moglie, figli, beni, greggi e mandrie; ciò nonostante, sia Giovanni battista che Giovanni evangelista - che erano entrambi vergini -, sia Paolo che Pietro - che rifulgevano per la loro continenza - si auguravano di poter andare nel suo seno". Ma chi ti ha detto questo, o mio caro? Quale profeta? Quale evangelista? "Cristo in persona - mi si risponde -. Vista infatti la grande fede del centurione, Cristo disse: "E molti verranno dall'oriente e dall'occidente, e si sdraieranno con Abramo, Isacco e Giacobbe". Anche Lazzaro è visto dal ricco nell'atto di godere assieme a lui". Ma cos’ha a che fare tutto questo con Paolo, Pietro e Giovanni? Paolo e Giovanni non erano Lazzaro, nè "i molti che verranno dall'oriente e dall’occidente" rappresentano il coro degli apostoli. Il vostro discorso è quindi superfluo e vano.

 

2. Se invece vuoi conoscere esattamente i premi degli apostoli, ascolta le parole di chi li assegna: "Quando il figlio dell'uomo siederà sul trono della sua gloria, anche voi che mi avete seguito sederete su dodici troni, per giudicare le dodici tribù d’Israele". Qui non si parla affatto nè di Abramo, nè di suo figlio, nè del figlio di suo figlio, nè del seno che li accoglierà, ma di una dignità molto più grande: essi sederanno a giudicare i loro discendenti. La differenza non risulta solo da questo, ma anche dal fatto che molti otterranno ciò che ha ottenuto Abramo: "molti - dice il Signore - verranno dall’oriente e dall'occidente e si sederanno con Abramo, Isacco e Giacobbe"; nessuno invece prenderà posto sui troni, con la sola eccezione del coro dei santi apostoli.

 

3. Dimmi: pensate ancora ai greggi, alle mandrie, ai matrimoni ed ai figli? Perché non dovremmo - mi si risponderebbe - se molti di coloro che sono rimasti vergini, dopo avere tanto faticato, si augurano di giungere lì?". Ed io ricorderò una cosa ancora più importante: molti di coloro che sono rimasti vergini non giungeranno nè nel seno di Abramo nè in una sede inferiore, ma nella Geenna, come stanno a dimostrare le vergini chiuse fuori della camera nuziale. Ma allora la verginità non è uguale, o addirittura inferiore al matrimonio? Il tuo esempio la rende inferiore. Questo solo infatti rimane da sospettare in base al vostro discorso, se è vero che Abramo, che pure era sposato, ora riposa e gode, mentre chi è rimasto vergine si trova nella Geenna. Ma le cose non stanno affatto così: la verginità non solo non è peggiore, ma è di gran lunga migliore del matrimonio. Come mai? Perché non fu il matrimonio a rendere cosi virtuoso Abramo, ne la verginità a perdere quelle sciagurate vergini: le virtù dell'anima fecero rifulgere il patriarca, mentre la vita viziosa consegnò al fuoco le vergini. Abramo infatti, pur vivendo nel matrimonio, si preoccupava di realizzare i pregi propri della verginità, vale a dure il decoro e l’assiduità.

 

4. Le vergini invece, pur avendo scelto la verginità, caddero nel vortice della vita e nelle preoccupazioni proprie del matrimonio. "Che cosa ci può dunque impedire - mi si obietta - di salvare l’assiduità anche ora, rimanendo sposati ed avendo i figli, i beni e tutte le altre cose?". Innanzi tutto, nessuno è ora come Abramo, e non gli si avvicina neanche un po'. Egli infatti pur essendo ricco, disprezzava i beni più dei poveri, e pur avendo una moglie sapeva dominare i piaceri più delle persone vergini; mentre quest'ultime sono ogni giorno bruciate dal desiderio, egli spense la fiamma e non si legò a nessuna affezione: non solo lasciò la concubina, ma la scacciò anche dalla sua casa, per eliminare ogni motivo di rissa e di discordia. Ora non sarebbe facile trovare qualcosa di simile.

 

 

 

LXXXIII. A noi non viene proposto lo stesso metro di virtù che era stato proposto agli uomini del Vecchio Testamento

 

1. Ma a parte questo, ripeto ciò che avevo detto al principio: non ci è richiesto lo stesso metro di virtù che veniva richiesto ai patriarchi. Ora infatti non si può essere perfetti se non si vende tutto e se non si rinunzia a tutto - non solo ai beni ed alla casa, ma anche alla propria anima; in quei tempi, invece, non si conoscevano ancora esempi di una moralità così severa. "E allora? - mi si chiede -. Adesso conduciamo una vita più severa di quella del patriarca?". Lo dovremmo e ci è stato ordinato, ma non la conduciamo, e per questo siamo molto inferiori a quel giusto: che a noi vengano richieste prove più difficili, è evidente a tutti. Per questo la Scrittura non esprime la sua ammirazione per Noè in modo assoluto, ma con un’aggiunta limitativa. Dice infatti: "Noè, che era giusto e perfetto nella sua generazione, piaceva a Dio". Non dice semplicemente "perfetto", ma aggiunge "in quel periodo": molti sono i tipi di perfezione che si determinano a seconda delle differenti epoche, e con il passare del tempo ciò che prima era perfetto diventa imperfetto.

 

2. Faccio un esempio: allora la perfezione consisteva nel vivere secondo la legge. "Chi mette in pratica le prescrizioni - è detto - vivrà in esse". Cristo però, una volta giunto tra noi, ha mostrato che questa perfezione era in realtà imperfetta. Dice infatti: "Se la vostra giustizia non supera quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli". Allora soltanto l'omicidio era ritenuto un misfatto; adesso, l’ira e le offese possono da sole mandare nella Geenna. Allora era punito solo l'adulterio; ora, neanche lo sguardo cupido gettato su di una donna resta impunito. Allora era considerato proveniente dal Maligno solo lo spergiuro; adesso, è considerato tale anche il giuramento. "Ciò che si aggiunge - dice il Signore - proviene dal Maligno". Allora, agli uomini era richiesto solo di riamare chi li amava; adesso, questa cosa così importante ed ammirevole appare così imperfetta, che noi, anche dopo averla realizzata, non possediamo nulla in più dei pubblicani.

 

 

 

LXXXIV. E' giusto che per gli stessi atti virtuosi a noi ed agli uomini dell'Antico Testamento non venga accordata la stessa ricompensa

 

1. Perché mai dunque per gli stessi atti virtuosi non viene accordata a noi ed agli uomini dell'Antico Testamento la stessa ricompensa, e perché noi, se vogliamo ottenere lo stesso trattamento che è riservato loro, dobbiamo dar prova di una virtù più grande? Perché ora si riversa su di noi in abbondanza la grazia dello spirito, e perché grande è il dono rappresentato dalla venuta di Cristo, che da bambini che eravamo ci ha resi uomini perfetti. Quando i nostri figli arrivano all’adolescenza, noi pretendiamo da loro degli atti virtuosi molto più impegnativi: una volta che sono divenuti adulti, non ammiriamo più allo stesso modo gli atti che lodavamo all'epoca della loro prima infanzia, ma ingiungiamo loro di dar prova di altre virtù, d'importanza ben maggiore. Allo stesso modo, Dio ai primi tempi non pretese dei grandi atti virtuosi dalla natura umana, perché era ancora bambina Dopo avere fatto ascoltare agli uomini i profeti e gli apostoli ed aver concesso loro la grazia dello spirito, Egli accrebbe però l'importanza delle azioni virtuose da compiere: era giusto, giacchè assegnò anche dei premi maggiori e delle ricompense molto più fulgide A chi realizza queste virtù non sono infatti riservate la terra e le cose della terra, ma il cielo ed i beni che superano ogni capacità di comprensione.

 

2. Non è dunque assurdo, dopo che si è divenuti uomini, continuare a rimanere piccoli come prima? Allora la natura umana era lacerata nel suo intimo e vittima di una guerra implacabile. Spiegando questa situazione, Paolo così parlò: "Vedo nelle mie membra un’altra legge che combatte contro la legge della mia mente e che mi cattura con la legge del peccato che si trova nelle mie membra". Ma ora le cose non stanno più così. "Ciò che era impossibile alla legge perché era debole a causa della carne, Dio l’ha reso possibile mandando a causa del peccato il proprio figlio rivestito di una carne simile a quella del peccato e condannando il peccato della carne". Ringraziando Dio di questo, Paolo disse: "O me misero, chi mi libererà da questo corpo di morte? Rendo grazie a Dio tramite Gesù Cristo".

 

3. La punizione che ci tocca è quindi giusta: pur essendo liberi, non vogliamo correre come le persone legate; ma neanche se corressimo come loro potremmo sfuggire alla punizione. Chi infatti gode di una pace più sicura deve innalzare dei trofei molto più grandi e splendenti di quelli che può innalzare chi è tanto oppresso dalla guerra. Se ci volgiamo verso le ricchezze, il lusso, le donne e la cura degli affari, quando mai potremo diventare uomini, quando mai potremo vivere secondo lo spirito, quando mai potremo pensare alle cose del Signore? Forse quando ce ne andremo via di qui? Allora però non sarà più il momento delle fatiche e delle gare, ma delle corone e dei castighi. Allora anche la vergine se non avrà l'olio nella sua lampada, non potrà farselo dare dalle altre vergini, e dovrà rimanere fuori; e chi si presenterà con indosso un vestito sudicio, non potrà uscire per cambiarlo, ma sarà gettato nel fuoco della Geenna: anche se invocherà Abramo, non otterrà nulla. Quando il giorno del giudizio è giunto, quando la tribuna è pronta, quando il giudice è già seduto, quando il fiume di fiamme già scorre ed ha luogo l’esame delle nostre azioni, non ci è più consentito di deporre i nostri peccati, ma siamo, volenti o nolenti, trascinati al castigo che essi meritano. Nessuno potrà più intercedere per noi, neanche chi possiede la stessa sicurezza di quei grandi e straordinari uomini di allora, neanche un Noè, un Giobbe o un Daniele, neanche chi prega per i propri figli e le proprie figlie: sarà tutto inutile.

 

4. I peccatori dovranno essere puniti in eterno, così come i virtuosi dovranno essere onorati in eterno. Che non ci sarà fine nè per i premi nè per i castighi l'ha mostrato Cristo, là dove ha detto che sia la vita che la punizione saranno eterne. Quando accoglierà quelli alla sua destra e condannerà quelli alla sua sinistra, Egli aggiungerà: "Questi ultimi andranno al castigo eterno, mentre i giusti andranno alla vita eterna". Dobbiamo quindi sforzarci mentre siamo ancora qui: chi ha la moglie si comporti come se non l'avesse , e chi non l'ha veramente pratichi assieme alla verginità tutte le altre virtù; solo così non avremo modo di lamentarci inutilmente dopo la nostra dipartita da qui.

 

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 12:17. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com