QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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Sant’Ambrogio

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2009 07:50
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13/09/2009 07:46

Capitolo 9

40. Ma replicheranno che sta scritto: “Se un uomo pecca contro un altro uomo, si pregherà Dio per lui, ma se un uomo pecca contro il Signore, chi potrà intercedere per lui?”. Innanzi tutto, come ho affermato in precedenza, ti lascerei anche muovere obiezioni del genere, se tu escludessi dalla possibilità del pentimento i sacrileghi soltanto. Tuttavia la domanda quale tormentoso dubbio potrebbe cagionare? Non sta scritto: “Nessuno intercederà per lui”, ma “chi intercederà”, cioè, si pone il quesito chi possa pregare per lui in tale eventualità, non si fa esclusione di sorta.
41. Nel salmo 14, 1 leggiamo: “O Signore chi abiterà nella tua tenda? Chi dimorerà sul tuo santo monte?”. Non già nessuno vi abiterà, bensì il virtuoso, né afferma che nessuno vi dimorerà, ma il prescelto. A conferma di questa verità, non molto dopo nel Salmo 23, 3 dice: “Chi salirà il monte del Signore, chi starà sul suo luogo santo?”. Cioè, non un uomo qualsiasi, di bassa levatura, ma di condotta esemplare, di merito eccezionale. Perché ti convinca che quando è detto “chi” non s’intende “nessuno”, bensì “qualcuno”, dopo aver domandato: “Chi salirà il monte del Signore?”, ha aggiunto: “Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non ha ricevuto invano la sua anima.” In altro passo: “Chi dotato di sapienza intenderà queste parole?”. Forse dice che nessuno le comprende? Ancora, nel Vangelo: “Chi è l’amministratore fedele e saggio, che il Signore ha posto a capo della sua servitù per distribuire a ciascuno, a tempo debito, la razione di cibo?”. Perché ti sia chiaro che ha alluso a persona esistente e non già immaginaria, ha aggiunto: “Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro”. In questo senso anche, secondo me, è detto: “Dio, chi è simile a te?” E’ da escludere “nessuno”, perché il “Figlio è l’immagine del Padre”.
42. Non diversamente è da interpretare: “Chi intercederà per lui?”, cioè, qualcuno che meni vita senza macchia deve pregare per chi ha commesso peccato contro il Signore. Quanto più grave è la colpa, tanto più c’è necessità di un valido patrocinio. Non uno qualsiasi della folla, ma Mosè pregò per il popolo dei Giudei, allorché essi, trascurando la fede giurata, adorarono la testa del vitello. Forse Mosè commise errore? Non direi, giacché meritò che la sua preghiera fosse esaudita. Cosa, d’altra parte, non avrebbe conseguito un uomo così predisposto che si sacrificava per il suo popolo dicendo: “Ora se tu perdoni loro il peccato, rimettilo, altrimenti cancellami dal libro della vita”? Puoi constatare che non alla maniera di un patrocinatore molle, schifiltoso, si guarda dall’arrecare offesa, colpa questa che, invece, il novaziano afferma di temere. Avendo a cuore la causa comune, dimentico della propria, Mosè non aveva paura di commettere peccato pur di sottrarre, liberare i Giudei dal pericolo che loro derivava dall’aver offeso Dio.
43. A ragione, dunque, sta scritto: “Chi intercederà per lui?”. Un uomo, cioè, della levatura di Mosè disposto a sacrificarsi per i peccatori o di Geremia che, nonostante Dio gli avesse comandato: “Tu non pregare per questo popolo”, levò ugualmente suppliche e ottenne il perdono. Del resto, il Signore medesimo impietosito dall’intercessione del profeta e dalla preghiera del veggente così santo, rivolge la parola a Gerusalemme. La città, infatti, si era pentita dei peccati e aveva pregato: “Signore onnipotente, Dio d’Israele, un’anima angosciata, uno spirito tormentato grida verso di te. Ascolta, Signore, abbi pietà”. Dio le ordina di spogliarsi delle vesti del dolore, di porre fine ai gemiti della penitenza. Così, infatti, è scritto alla fine del libro: “Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto e dell’afflizione, rivestiti dello splendore della gloria chi ti viene da Dio per sempre”.
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