QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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Sant’Ambrogio

Ultimo Aggiornamento: 13/09/2009 07:50
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13/09/2009 07:47

Capitolo 11

48. Poiché il discorso verte sull’epistola cattolica di Giovanni, indaghiamo se quanto egli ha detto nel Vangelo collimi con l’interpretazione da voi data. Scrive: “Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna”. Se tu desiderassi richiamare alla fede un lapso, lo esorteresti a credere o a non credere? Indubbiamente, a credere. Ma chi crede, secondo quanto il Signore sentenzia, avrà vita eterna. Come ti può essere, dunque, vietato di pregare per una persona cui è dovuta la vita eterna? Non è forse la fede un dono della grazia divina e l’Apostolo, appunto, dove tratta della “diversità dei carismi” insegna che “a uno è donata la fede per mezzo dello Spirito”? I discepoli dicono al Signore: “Aumenta la nostra fede”. Chi ha fede ha la vita; chi ha la vita non è escluso dal perdono. Afferma: “Chiunque crede in lui non muoia”. Quando dice “chiunque” non c’è limitazione, esclusione di sorta. Non si fa eccezione per il lapso, sempre, s’intende, che si penta convenientemente della colpa.
49. Sappiamo di tante e tante persone che dopo il peccato si sono adeguatamente fortificate e hanno patito nel nome di Dio. Non possiamo vietare che facciano parte della schiera dei martiri, se Gesù lo ha loro concesso. Abbiamo forse l’ardire di sostenere che non è stata restituita la vita a chi Cristo ha donato la corona del martirio? Dopo la caduta a numerosi peccatori è restituita, dunque, la corona, se patiscono il martirio. Parimenti, sempre che credano, è concessa di nuovo la fede. Fede che è un dono di Dio. Sta scritto: “Da Dio vi è stato concesso non solo di credere in lui, ma anche di soffrire per lui”. Forse chi riceve la grazia di Dio, non ne ottiene la pietà?
50. Né è grazia unica, bensì duplice, questa da cui scaturisce che chi crede è anche disposto a soffrire per Gesù. Chi crede ha, dunque, la grazia, e anche un’altra, nel caso che la sua fede sia coronata dal martirio. Pietro non fu privo della grazia prima del martirio; quando, però, lo patì, conseguì anche l’altra. Molte persone che non hanno avuto la grazia di soffrire per amore di Gesù, hanno avuto quella di credere in lui.
51. Perciò è detto: “Affinché chiunque crede in lui, non muoia”. Chiunque, cioè, qualunque sia la condizione di vita, qualsivoglia il peccato, se nutre fede non deve temere la morte. Può verificarsi, infatti, il caso che qualcuno discendendo da Gerusalemme a Gerico, cadendo, cioè, dall’agone del martirio nelle passioni della vita, negli allettamenti del secolo, sia ferito dai predoni, vale a dire, dai persecutori, e lasciato semivivo venga trovato dal Samaritano. Può darsi che costui che è il guardiano delle nostre anime - Samaritano significa, appunto, custode - non passi oltre, ma lo curi, lo guarisca.
52. Forse non passa oltre, giacché scorge in lui qualche segno di vita che lascia sperare nella guarigione. Non comprendete che anche il lapso è semivivo, se la fede non è del tutto spenta in lui? E’ morto chi ha per sempre bandito Dio dal cuore. Chi non lo ha scacciato del tutto, ma, alla prova della tortura, lo ha soltanto temporaneamente misconosciuto, è semivivo. Se, d’altra parte, è morto, perché affermi che deve pentirsi, dal momento che ogni possibilità di guarigione gli è ormai preclusa? E’ semivivo: versa, allora, l’olio, e, ancora, il vino che sia mescolato con l’olio, un lenimento, insomma, che gli alimenti il calore e, a un tempo, lo rimorda nella coscienza. Caricalo sul tuo giumento, affidalo all’oste, paga due denari perché sia curato, sii per lui il suo prossimo. Non lo sei se non fai opera di misericordia. Può essere detto “il prossimo” chi gli ha prestato assistenza, non già inferto ferite mortali. Se vuoi meritare l’appellativo di “prossimo”, Cristo ti dice: “Va’ e anche tu fa’ lo stesso”.
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