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Che cosa è la Santa Messa?

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 17:26
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05/09/2009 11:53

LA MESSA, CENTRO DELLA VITA CRISTIANA di Francisco Fernàndez-Carvajal

HA OFFERTO SE STESSO PER TUTTI GLI UOMINI. LA DONAZIONE DI NOI STESSI

La donazione piena di Cristo, che culmina sul Calvario, è l'invi­to più pressante a corrispondere al suo grande amore per ciascuno di noi. Sulla Croce Gesù ha consumato la sua sottomissione com­pleta alla Volontà del Padre e il suo amore per gli uomini, per cia­scuno di loro: "Mi ha amato e ha dato se stesso per me " (Gal 2,20). Davanti a questo insondabile mistero d'amore dovrei domandarmi: che faccio per Lui? Come corrispondo al suo amore?

Sul Calvario nostro Signore, Sacerdote e Vittima, ha offerto se stesso al Padre celeste, spargendo il suo Sangue, che si separò dal Corpo. Si è compiuta così, fino in fondo, la Volontà del Padre. Fu desiderio del Padre che la Redenzione si realizzasse in questo modo; Gesù l'ha accolto con amore e con la più completa sottomis­sione. L'essenza del suo Sacrificio sta in questa offerta intima di se stesso. Sta nella sottomissione amorosa, senza limiti, alla Volontà del Padre.

Il Sacrificio della Croce è unico. Sacerdote e Vittima sono un'u­nica e medesima Divina Persona: il Figlio di Dio fatto Uomo. Gesù non fu offerto al Padre, da Pilato o da Caifa, o dalla moltitudine riunita ai suoi piedi. Fu Lui che sacrificò se stesso. Gesù ha vissu­to in perfetta identificazione con la Volontà del Padre ogni momen­to della sua vita terrena, ma è sul Calvario che la sua donazione rag­giunge la manifestazione suprema.

Noi, che vogliamo essere imitatori di Gesù, che desideriamo solo che la nostra vita sia il riflesso della sua, dobbiamo chiederci, nella nostra preghiera di oggi, se sappiamo unirci all'offerta di Gesù al Padre, accettando la Volontà di Dio in ogni momento, nelle gioie e nelle contrarietà, nelle occupazioni della giornata, nei momenti più difficili, nell'insuccesso, nel dolore, o nella malattia, e nei momenti facili, quando ci sentiamo pieni di gioia.

"Madre e Signora mia, insegnami a pronunciare un - sì- che, come il Tuo, si identifichi col grido di Gesù davanti a suo Padre: Non mea voluntas... (Lc 22, 42): non sia fatta la mia volontà, ma quella di Dio " scrive Escrivà.



LA SANTA MESSA, RINNOVAMENTO DEL SACRIFICIO DELLA CROCE

Per meditare sull'unità che esiste tra il Sacrificio della Croce e la Santa Messa, fissiamo la nostra attenzione sull'offerta interiore che Cristo fa di se stesso, con donazione totale e sottomissione amoro­sa a suo Padre. La Santa Messa e il Sacrificio della Croce sono il medesimo e unico Sacrificio, anche se nel tempo sono separati; la totale sottomissione amorosa di nostro Signore alla Volontà del Padre torna a farsi presente, senza le circostanze dolorose e cruen­te del Calvario. L'offerta interiore di se stesso è identica sul Calvario e nella Messa: è l'olocausto di Cristo. Il Sacerdote è lo stesso, identica la Vittima, identiche l'oblazione e la sottomissione alla Volontà del Padre; è diversa la manifestazione esteriore del medesimo Sacrificio: sul Calvario attraverso la Passione e Morte di Gesù; nella Messa attraverso la separazione sacramentale, non cruenta, del Corpo e del Sangue di Cristo mediante la transustan­ziazione del pane e del vino.

Nella Messa il Sacerdote è mero strumento di Cristo, Sommo ed eterno Sacerdote. Cristo offre se stesso in ogni Messa, allo stesso modo in cui si è offerto sul Calvario, anche se nella Messa lo fa attraverso un Sacerdote, il quale agisce in persona Christi. Perciò "ogni Messa, anche se privatamente celebrata da un Sacerdote, non è tuttavia cosa privata, ma azione di Cristo e della Chiesa, la quale nel Sacrificio che offre ha imparato a offrire sé medesima come Sacrificio universale, applicando per la salute del mondo intero l'unica e infinita virtù redentrice del Sacrificio della Croce ", ha scritto Paolo VI nella Mysterium fidei.

Lo stesso Cristo, in ogni Messa, si offre manifestando la dona­zione amorosa a suo Padre celeste, che ora si esprime attraverso la Consacrazione del pane e, separatamente, la Consacrazione del vino. È il momento culminante, l'essenza, il nucleo, della Santa Messa.

La nostra meditazione, oggi, ci offre l'opportunità di chiederci come assistiamo e partecipiamo alla Santa Messa. "Stai lì con le stesse disposizioni con cui la Vergine Santissima stava sul Calvario, poiché si tratta di essere alla presenza dello stesso Dio e della consumazione dell'identico Sacrificio?"; diceva il Santo Curato d'Ars. Cosa ci vuole per crescere nella Grazia di Dio? Amore, identificazione piena con la Volontà di Dio, offerta di sé, desiderio di corredenzione.



VALORE INFINITO DELLA SANTA MESSA

Il Sacrificio della Messa, poiché è sostanzialmente identico al Sacrificio della Croce, ha un valore infinito. In ogni Messa l'adora­zione, il rendimento di grazie, la riparazione sono offerte infinite, indipendentemente dalle disposizioni concrete di coloro che vi assi­stono e del celebrante, poiché è Cristo il Sacerdote che offre ed è la Vittima che si offre. Di conseguenza non esiste un modo più per­fetto di adorare Dio dell'offerta della Messa, nella quale suo Figlio Gesù Cristo è Vittima e Sommo Sacerdote.

E neppure c'è un modo più perfetto di rendere grazie a Dio per la sua infinita misericordia verso di noi: nulla risulta più gradito a Dio del Sacrificio dell'altare. Ogni volta che si celebra la Santa Messa, a motivo dell'infinita dignità del Sacerdote e della Vittima, vengono riparati tutti i peccati del mondo: si tratta dell'unica, per­fetta e degna riparazione, alla quale dobbiamo unire i nostri atti di penitenza. É l'unico Sacrificio adeguato che noi uomini possiamo offrire, e attraverso il quale le nostre attività quotidiane, il nostro dolore e le nostre gioie possono acquistare un valore infinito. La Santa Messa "è realmente il cuore e il centro del mondo cristia­no" (Giovanni Paolo II).



LA NOSTRA PARTECIPAZIONE AL SACRIFICIO

La Chiesa nostra Madre ci invita a partecipare all'atto più subli­me che si realizza ogni giorno, in modo CONSAPEVOLE, DEVOTO E ATTIVO. Dobbiamo particolarmente curare di stare attenti e raccolti nel momento della Consacrazione; in quegli istan­ti cercheremo l'intimità di Colui che, Sacerdote e Vittima, si offre per amore a Dio Padre come fece sul Calvario. Questo Sacrificio diventerà allora il centro della nostra vita quotidiana, così come lo è di tutta la liturgia e della vita della Chiesa. La Santa Messa, il cen­tro della vita della Chiesa e di ogni cristiano.

La nostra unione con Cristo, al momento della Consacrazione, sarà tanto più piena quanto più siamo identifi­cati con la Volontà di Dio, e disposti a una dedizione generosa. Uniti al Figlio offriamo al Padre la Santa Messa, e nello stesso tempo offriamo noi stessi per Lui, con Lui e in Lui. Quest'atto di unione dev'essere così profondo e vero da penetrare ogni nostra giornata e influire decisamente nel lavoro, nei rapporti con gli altri, nelle gioie e nelle sconfitte, in tutto.

Se al momento della Comunione Gesù ci trova con simili dis­posizioni di donazione, di identificazione amorosa con la volontà di Dio Padre, che altro farà se non infonderci lo Spirito Santo, con tutti i suoi Doni e le sue Grazie?

Disponiamo di molti aiuti per vivere bene la Santa Messa. Tra gli altri quello degli Angeli, che "sono sempre presenti in gran numero per onorare questo santo mistero; [...] il trovarsi uniti a essi per lo stesso fine ci incoraggerà nello sforzo di migliorarci. Il coro della Chiesa trionfante e quello della Chiesa militante si uni­ranno a nostro Signore in questa azione divina, per rapire il Cuore di Dio Padre e conquistarci la sua misericordia; questo con Lui, in Lui e per Lui ", afferma San Francesco di Sales.

Rivolgiamoci agli Angeli per evitare le distrazioni, e sforziamo­ci di curare con più amore il momento incomparabile nel quale par­tecipiamo al Sacrificio della Croce.



I FRUTTI DELLA MESSA

I frutti di ogni Messa sono infiniti, ma in noi sono condizio­nati dalle nostre personali disposizioni e, per questo, limitati.

Il Concilio Vaticano II dice che, "fatta eccezione per il modo di offrire, che è differente, vi è piena identità tra il Sacrificio della Croce e la sua rinnovazione sacramentale nella Messa [...]; e per conseguenza, la Messa è insieme Sacrificio di lode, d'azione di gra­zie, di propiziazione e di espiazione". Si è soliti sintetizzare in que­sti quattro i fini che il Salvatore volle conferire al suo Sacrificio sulla Croce. Questi quattro fini della Santa Messa si conseguono in diversa misura e modo. I fini che direttamente si riferiscono a Dio, come l'adorazione e l'azione di grazie, si raggiungono sempre infal­libilmente e pienamente con il loro valore infinito, anche senza la nostra collaborazione, anche se nessun fedele assiste alla celebra­zione della Messa, o vi assista distratto. Ogni volta che si celebra il Sacrificio Eucaristico si dà lode in modo illimitato a Dio nostro Signore e si offre un'azione di grazie che soddisfa pienamente Dio. Questa offerta, dice San Tommaso, è gradita a Dio più di quan­to lo offendano tutti i peccati del mondo, poiché il Sacerdote principale di ogni Messa è Cristo stesso, che è anche la Vittima che si offre.

Tuttavia, gli altri due fini del Sacrificio eucaristico (propiziazio­ne e petizione), che ridondano in favore degli uomini e che si chia­mano "frutti" della Messa, di fatto non sempre raggiungono la pie­nezza che di per sé potrebbero conseguire. I fiotti della riconcilia­zione con Dio e della propiziazione in vista di ottenere quel che imploriamo dalla sua benevolenza possono anch'essi essere infini­ti, poiché si fondano sui meriti di Cristo: non li riceviamo, però, mai in tal grado perché CI VENGONO APPLICATI SECONDO LE

DISPOSIZIONI PERSONALI.

Quanto migliore è la nostra partecipazione al Santo Sacrificio dell'Altare tanto più sovrabbondano i frutti di propi­ziazione e di petizione. La preghiera stessa di Cristo moltiplica il valore della nostra nella misura in cui, nella Messa, uniamo le nostre richieste di ai e di riparazione alle sue.

Perché possiamo ricevere con abbondanza i frutti della Santa Messa, la Chiesa ci invita a unirci al Sacrificio di Cristo, a parteci­pare, pertanto, alla lode, al ringraziamento, all'espiazione e all'im­petrazione di Cristo. Lo stesso rito della Messa (i gesti liturgici), mentre è significato del Sacrificio interiore di Cristo, è anche segno dell'offerta dei fedeli uniti a Lui. L'offerta di tutto il nostro essere, del lavoro quotidiano, è motivo per compierlo con perfezione umana e rettitudine d'intenzione. "Tutte infatti le loro attività, pre­ghiere e iniziative apostoliche, la vita coniugale e familiare, il lavo­ro giornaliero, il sollievo spirituale e corporale, se sono compiute nello Spirito, e anche le molestie della vita, se sono sopportate con pazienza, diventano offerte spirituali gradite a Dio attraverso Gesù Cristo (cfr 1 Pt 2, S); nella celebrazione dell'Eucaristia sono in tutta pietà presentate al Padre insieme all'oblazione del Corpo del Signore " (LG 34).

Tutte le nostre opere e la nostra vita acquistano un valore nuovo, perché tutto allora fa perno intorno alla Santa Messa, che è centro della giornata, al quale si volgono tutti i nostri pensieri e azioni; è altresì la fonte dalla quale scaturiscono tutte le Grazie necessarie per santificare il nostro cammino sulla terra.



LA NOSTRA PARTECIPAZIONE ALLA SANTA MESSA DEVE ESSERE ORAZIONE PERSONALE, UNIONE CON CRISTO SACERDOTE E VITTIMA

Affinché possiamo ottenere sempre più frutto dalla Santa Messa, la Chiesa nostra Madre si preoccupa che vi assistiamo non come estranei o muti spettatori, ma sforzandoci di comprenderla ogni volta meglio, attraverso i suoi riti e le preghiere, partecipando all'azione sacra consapevolmente, devotamente e attivamente, con disposizione d'animo retta, l'anima in sintonia con le parole e corri­spondendo alla Grazia Divina.

Presteremo un'attenzione delicata ai dialoghi, alle invocazioni, faremo atti di Fede e di amore nei silenzi previsti: durante la Consacrazione, al momento di ricevere il Signore. Ciò che conta è la partecipazione interiore, la nostra unione con Cristo che offre se stesso; ci saranno però di aiuto gli elementi esterni della liturgia: le posizioni (in ginocchio, in piedi, seduti), la recita o il canto di parti in comune (il Gloria, il Credo, il Sanctus, il Padre nostro...)

Spesso ci sarà di grande aiuto seguire sul messale le preghiere del celebrante. L'impegno a essere puntuali, arrivare almeno qual­che minuto prima dell'inizio, ci aiuterà a prepararci meglio e avrà il sapore di una delicata attenzione verso il Signore, verso il Sacerdote che celebra la Messa e verso gli altri fedeli. Gesù gradi­sce che siamo esemplari anche in questo. Non arriveremmo forse con sufficiente anticipo se si trattasse di un appuntamento impor­tante? Niente al mondo è più importante della Santa Messa.

La partecipazione interiore consiste nell'esercizio delle virtù: atti di Fede, di speranza e di carità. Al momento della Consacrazione possiamo ripetere, con l'Apostolo Tommaso, queste parole piene di Fede e di amore: `Mio Signore e mio Dio'; credo fermamente che sei presente sull'altare, e altre che potrà suggerirci la nostra pietà.

Nella Santa Messa la nostra partecipazione deve essere, prima di tutto, orazione personale, nella quale culmina il nostro dialogo abi­tuale con il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Questa orazione per quanto a ognuno è possibile, è condizione indispensabile alla auten­tica e cosciente partecipazione liturgica; non solo: essa è il frutto, la conseguenza di tale partecipazione. Diceva Paolo VI nell'udienza generale del 20/8/1969: "Oggi più che mai occorre alimentare uno spirito e una pratica di orazione personale. Senza una propria, inti­ma, continua vita interiore di preghiera, di fede, di carità, non ci si può conservare cristiani, non si può utilmente e saggiamente par­tecipare alla rifiorente rinascita liturgica, non si può efficacemen­te dare testimonianza di quella autenticità cristiana, della quale spesso si parla, non si può pensare, respirare, agire, soffrire, spe­rare pienamente con la Chiesa viva e pellegrina: occorre pregare".

Abbiamo Dio vicino a noi e in noi in modo del tutto speciale nel momento della Comunione, quando la partecipazione alla Santa Messa tocca il momento culminante. "L'effetto proprio di questo Sacramento"; insegna San Tommaso d'Aquino, "è la trasformazio­ne dell'uomo in Cristo", perché dica con l'Apostolo: Non sono io che vivo, ma vive in me Cristo".



VIVERE LA MESSA LUNGO LA GIORNATA

La Messa è il più importante e il più proficuo dei nostri incontri personali con Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, dato che tutta la Trinità interviene nel Sacrificio Eucaristico, ed è il modo migliore e il più grato a Dio di corrispondere all'Amore Divino. La Messa è il centro e la radice della vita spirituale del cristiano. Come i raggi di un cerchio convergono, tutti, nel loro centro, così le nostre azioni, le nostre parole e pensieri devono tro­vare il loro centro nel Sacrificio dell'altare. Lì tutto quanto faccia­mo acquista valore redentivo. Per questo aiuta molto la vita cristia­na rinnovare l'offerta delle opere durante la Messa; offriamo tutto ciò che andiamo facendo nel corso della giornata, unendolo all'in­tenzione della Messa del giorno successivo o a quella che in quel momento si sta celebrando nel luogo più vicino o in qualsiasi altra parte del mondo. La nostra giornata diviene così, in modo miste­rioso ma reale, parte della Messa: è, in un certo modo, un prolun­gamento del Sacrificio dell'altare; la nostra esistenza e la nostra atti­vità sono come la materia del Sacrificio Eucaristico, nel quale con­vergono e si offrono. La Santa Messa diventa il centro e ordina a sé la giornata, con le sue gioie e dolori. Anche le debolezze si purifi­cano quando sono parte di una vita offerta a Dio.

Svolgeremo meglio il nostro lavoro se pensiamo che lo abbiamo posto sulla patena del Sacerdote, o se in quel momento ci uniamo interiormente a un'altra Messa, alla quale non possiamo essere pre­senti fisicamente. E lo stesso succederà con le altre realtà della gior­nata: i piccoli sacrifici che la vita familiare inevitabilmente comporta, la fatica, il dolore. Questo stesso lavoro e tutte le circostanze della giornata sono poi anche un'eccellente preparazione per la Messa del giorno seguente, preparazione che faremo in modo di intensificare nei momenti più prossimi alla celebrazione, evitando ogni forma d'abitudinarismo.

"Non lasciate mai che subentri in voi l'abitudine nel celebrare o nell'assistere al Santo Sacrificio: fatelo, invece, con tanta devo­zione come se si trattasse dell'unica Messa della vostra vita, sapendo che lì c'è sempre presente Cristo, Dio e Uomo, Capo e Corpo, e dunque, unita a nostro Signore, tutta la sua Chiesa", come afferma con amore il Fondatore dell'Opus Dei, Escrivà.



PREPARAZIONE ALLA MESSA

Per conseguire i frutti che il Signore vuole darci in ogni Messa dobbiamo, inoltre, affinare la preparazione dell'anima, la partecipa­zione nei riti liturgici, che deve essere consapevole, pia e attiva. Per questo DOBBIAMO CURARE LA PUNTUALITÀ, che è la prima manifestazione di delicatezza verso Dio e verso gli altri fede­li, l'ordine della persona, il modo di stare seduti o in ginocchio, come di chi sta alla presenza del suo Amico, ma anche suo Dio e suo Signore, con la riverenza e il rispetto dovuti, segni questi di Fede e di amore. E seguire i riti dell'azione liturgica facendo pro­prie le acclamazioni, i canti, i silenzi preghiera senza rumore di parole, senza fretta, riempendo di atti di Fede e di amore tutta la Messa, e particolarmente il momento della Consacrazione, vivendo con intensa partecipazione ogni singolo momento del Sacrificio Eucaristico (chiedendo perdono di cuore mentre si recita l'atto peni­tenziale, ascoltando con attenzione le letture, e così via).

E se viviamo con pietà, con amore, il Santo Sacrificio, ritornere­mo alle nostre occupazioni con una grande gioia, fermamente dis­posti a manifestare con opere il fervore della nostra Fede: "Tu sei il Cristo ".

Molto vicino a Gesù troveremo Maria Santissima, che fu presente ai piedi della Croce e partecipò alla Redenzione in modo pieno e singolare. Ella ci ispirerà i sentimenti e le disposizioni con cui dob­biamo vivere il Sacrificio eucaristico, nel quale si offre suo Figlio.

Prima della Santa Messa dobbiamo disporci interiormente a par­tecipare all'avvenimento più importante che ogni giorno accade nel mondo. La Messa celebrata da un Sacerdote qualsiasi, nel posto più nascosto, è quanto di più grande stia avvenendo in quel momento sulla terra; anche se non vi assiste neppure una sola persona. É quanto di più grato a Dio gli uomini possano offrire; è l'occasione per eccellenza per ringraziarlo dei molti benefici che riceviamo, per chiedergli perdono per i tanti peccati e le mancanze d'amore, e implorare da Lui tante grazie (spirituali e materiali) di cui abbiamo bisogno.

Scrive Escrivà: "Chi non ha delle cose da chiedere? Signore, quella malattia... ; Signore, quella pena... ; Signore, quell'umilia­zione che non so sopportare per Tuo amore... Vogliamo il bene, la felicità e la gioia dei nostri familiari; ci opprime il cuore la condi­zione di coloro che soffrono fame e sete di pane e di giustizia, di coloro che patiscono l'amarezza della solitudine, di coloro che, giunti alla fine dei loro giorni, non ricevono uno sguardo d'affetto né un gesto d'aiuto.

Ma la grande miseria che ci fa soffrire, il bisogno grande a cui vogliamo porre rimedio, è il peccato, l'allontanamento da Dio, il pericolo che le anime si perdano per tutta l'eternità. Condurre gli uomini alla gloria eterna nell'amore di Dio: ecco la nostra aspira­zione fondamentale quando celebriamo la Messa; la stessa che ebbe Gesù quando donò la sua vita sul Calvario". In questo modo, il nostro apostolato punta sulla Santa Messa e da essa esce fortificato.

I minuti di ringraziamento dopo la Messa saranno il coro­namento di questo tempo della giornata così importante, e avranno un'influenza diretta sul nostro lavoro, sulla famiglia, sulla gioia con cui trattiamo tutti, sulla serenità e fiducia con cui viviamo le altre ore del giorno. La Messa vissuta così non sarà mai un atto isolato; sarà l'alimento di tutte le nostre azioni e conferirà loro alcune caratteristiche specifiche.

E nella Santa Messa troviamo sempre nostra Madre Maria Santissima. "Come potremmo partecipare al Sacrificio senza ricor­dare e invocare la Madre del Sacerdote Supremo e della Vittima? La Madonna ha partecipato molto intimamente al sacerdozio di suo Figlio durante la sua vita in terra, per questo rimane legata in modo indissolubile al sacerdozio di Cristo. Come era presente sul Calvario, lo è nella Messa, che è un prolungamento del Calvario. Accanto alla Croce assisteva suo Figlio offrendolo al Padre; accan­to all'Altare assiste la Chiesa che offre sé stessa nel suo Capo, di cui rinnova il Sacrificio. Offriamoci a Gesù per mezzo della Madonna"; sono belle parole di P Bernardos.

Sforziamoci di considerare la presenza di nostra Madre Santa Maria nella Santa Messa, ed Ella ci aiuterà a partecipare con mag­gior devozione e raccoglimento.



PARTECIPAZIONE DEI FEDELI AL SACRIFICIO EUCARISTICO

Il Signore ha diritto di chiedere a noi un'aperta confessione di Fede con parole e con opere in mezzo a un mondo in cui pare che la confusione, l'ignoranza e l'errore costituiscano la normalità. Ci unisce al Signore un vincolo stretto, che è nato nel Battesimo e che si è rafforzato giorno dopo giorno.

In quel Sacramento si è stabilita un'intima e profonda unione con Cristo, poiché in esso abbiamo ricevuto lo stesso Spirito e siamo stati elevati alla dignità di figli di Dio. Si tratta di una comu­nione di vita molto più profonda di quella che potrebbe esserci tra due esseri umani qualsiasi.

Come una mano unita al corpo è pervasa dal flusso di vita che scorre in tutto il corpo, in modo simile il cristiano è pieno della vita di Cristo.

In ogni Messa Cristo si offre tutto intero, insieme anche alla Chiesa, che è il suo Corpo mistico, formato da tutti i battezzati.

A motivo di questa unione con Cristo attraverso la Chiesa, i fedeli offrono il Sacrificio uniti a Lui, e con Lui offrono anche se stessi: partecipano dunque alla Messa come coloro che offrono e come offerte. Sull'altare, Gesù Cristo rinnova a Dio Padre l'offerta delle sofferenze redentrici e meritorie che patì sulla Croce, e quel­le dei suoi fratelli. É possibile intimità maggiore, unione più salda con Cristo? É possibile una dignità più grande? La Santa Messa, ben vissuta, può cambiare la nostra esistenza. "Nutrendo nelle nostre anime gli stessi sentimenti che ebbe Cristo sulla Croce, otterremo che la nostra vita intera divenga un'incessante espiazio­ne, un'assidua petizione e un sacrificio permanente per tutta l'uma­nità, perché il Signore vi concederà un istinto soprannaturale per purificare tutte le azioni, elevarle all'ordine della Grazia e trasfor­marle in strumento di apostolato ", afferma Escrivà.

"E voi chi dite che io sia?". Nel Sacrificio Eucaristico cono­sciamo intimamente Cristo. Lì la nostra fede diventa più salda, e ci fortifichiamo per confessare apertamente che Cristo è il Messia, l'Unigenito di Dio, venuto per la salvezza di tutti.



L'ANIMA SACERDOTALE DEL CRISTIANO E LA SANTA MESSA

"La Santa Messa è offerta dai Sacerdoti e anche dai fedeli, i quali infatti per mezzo del carattere che si imprime nella loro anima, sono deputati al culto divino partecipando, così, con­venientemente al loro stato, al sacerdozio di Cristo - afferma Pio XII -, benché tale partecipazione sia essenzialmente diversa da quella di chi ha ricevuto il Sacramento dell'Ordine, continua il Concilio Vaticano II (LG 10).

Solamente mediante le parole del Sacerdote in quanto rappre­senta Cristo, nel momento della Consacrazione si rende presente sull'altare lo stesso Cristo; tutti i fedeli, però, partecipano all'obla­zione che si fa a Dio Padre per il bene di tutta la Chiesa. Insieme al Sacerdote offrono il Sacrificio, unendosi alle sue intenzioni di petizione, di riparazione, di adorazione e di ringraziamento; ancor più, si uniscono allo stesso Cristo, Sacerdote eterno e a tutta la Chiesa. Nella Messa possiamo ogni giorno offrire tutte le cose create e tutte le nostre opere: il lavoro, il dolore, la vita familiare, la fatica e la stanchezza, le iniziative apostoliche che ci proponiamo per quel­la giornata.

L'offertorio è un momento molto opportuno per presentare le nostre offerte personali, che si uniscono allora al Sacrificio di Cristo. Che cosa mettiamo ogni giorno sulla patena del Sacerdote? Che trova lì il Signore? Mossi dall'anima sacerdotale, che ci porta a identificarci con Cristo nella vita ordinaria, non solo offriremo le realtà della nostra esistenza, ma offriremo noi stessi, nel più intimo del nostro essere.

"PREGATE, FRATELLI, PERCHÉ IL MIO E VOSTRO SACRIFI­CIO SIA GRADITO A DIO, PADRE ONNIPOTENTE".

"IL SIGNORE RICEVA DALLE TUE MANI QUESTO SACRIFICIO A LODE E GLORIA DEL SUO NOME, PER IL BENE NOSTRO E DI TUTTA LA SUA SANTA CHIESA" (Messale Romano); dobbiamo riempire di contenuto e di orazione personale questa come le altre preghiere che si ripetono in ogni Messa.


Andiamo alla Messa per fare nostro il suo Sacrificio unico, di infinito valore. Lo facciamo nostro e ci presentiamo davanti alla Trinità beatissima rivestiti degli infiniti meriti di Gesù Cristo, aspi­rando con certezza al perdono, a una Grazia maggiore nell'anima e alla vita eterna; adoriamo con l'adorazione di Cristo, espiamo per i meriti di Gesù, impetriamo con la sua voce, sempre efficace.

Tutto quanto è suo diventa nostro. E il nostro, suo: orazione, lavoro, gioie, pensieri e desideri, che acquistano allora una dimen­sione soprannaturale ed eterna. Tutto quanto facciamo acquista valore nella misura in cui viene offerto con Cristo, Sacerdote e Vittima, sull'altare. Quando cerchiamo questa intimità con il Signore, "nella nostra vita l'umano si intreccia col divino. Tutti i nostri sforzi - anche i più insignificanti - acquistano una portata

eterna, perché sono uniti al Sacrificio di Gesù sulla Croce, sostie­ne Escrivà.

La nostra partecipazione alla Messa culmina nella Sacra Comunione, la più piena identificazione con Cristo che mai potremmo immaginare. Mai gli Apostoli, prima dell'istituzione della Sacra Eucaristia, negli anni in cui percorrevano la Palestina insieme a Gesù, hanno potuto gustare con Lui un'intimità come quella di cui godiamo noi dopo esserci comunicati. Chiediamoci ora com'è la nostra Messa, come sono le nostre Comunioni. Se cer­chiamo di prepararle bene, se allontaniamo con prontezza qualsiasi distrazione volontaria, se facciamo molti atti di Fede e di amore; se sorge, con frequenza, nella nostra anima l'esclamazione piena di fede di San Pietro: "Tu sei il Cristo ".



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