QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

La Santa Messa e le sue parti

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 12:02
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 1.222
Sesso: Femminile
05/09/2009 11:59


Quanto segue prosegue da questo libro: Che cosa è la Messa? che trovate qui:
cristianicattolici.freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd...



LA SANTA MESSA E LE SUE PARTI

PRIMO SCHEMA


Nella Messa il popolo di Dio si raduna, sotto la presidenza del Sacerdote, che agisce "in persona di Cristo capo", per celebrare il memoriale del Signore, cioè il Sacrificio eucaristico.

Nella Messa Cristo è realmente presente: nell'assemblea riunita in suo nome, nel ministro, nella Parola, e in modo "sostanziale" e permanente nell'Eucaristia.

Le parti fondamentali della Messa sono due: "Liturgia della Parola" e "Liturgia Eucaristica", strettamente congiunte; due mense, da entrambe le quali riceviamo istruzione e nutrimento.

RITI DI INTRODUZIONE

Lo scopo è di far sì che i fedeli, riuniti insieme, formino una comunità, e si dispongano ad ascoltare con fede la Parola e a cele­brare degnamente l'Eucaristia.

"Dalla vita all'Eucaristia "

1. Canto d'ingresso

- Favorisce l'unione dei fedeli

- Introduce nello spirito del tempo liturgico o della festività

2. Segno di croce

Esprime il senso di tutto quello che si farà nella Messa:

- riconoscere in Cristo morto per noi il senso della nostra esi­stenza

- voler vivere in comunione con il Padre e il Figlio e lo Spirito

- accettare lo stile di vita della croce

3. Saluto al popolo radunato

- Annuncia alla comunità riunita la presenza del Signore

- manifesta la realtà sacra della Chiesa radunata

4. Atto penitenziale

Esprime la dimensione di peccatori che ognuno si porta dentro; riconoscendosi tali si invoca il perdono di Dio.

Il celebrante assicura il perdono di Dio (ciò non sostituisce la Riconciliazione sacramentale).

- "Togliti i sandali, perché il suolo sul quale stai è terra santa"

- "Signore, allontanati da me che sono un peccatore".

5. Gloria a Dio

Inno antichissimo (IV secolo), che esprime la gioia di essere sal­vati. La Chiesa radunata dallo Spirito glorifica e supplica Dio Padre e l'Agnello.

Si tralascia in Avvento (si canterà solennemente la notte di Natale) e in Quaresima (perché risalti di più la gioia pasquale).

6. Orazione (Colletta)

Il celebrante invita a pregare, poi lascia qualche istante di silen­zio, per prendere coscienza di essere alla presenza di Dio e per poter formulare nel cuore la preghiera personale.

La preghiera si dice "Colletta" perché "raccoglie" le preghiere di tutti. "Cosa chiedo a Dio in questa Messa?".

Essa esprime il carattere della celebrazione e a volte introduce il tema delle letture. Il popolo fa sua la preghiera con l'Amen.

A. LITURGIA DELLA PAROLA

In essa Dio stesso parla al suo popolo, manifestandogli i suoi desideri e il suo progetto d'amore, da lui rivelato nella storia della salvezza e in particolare in Cristo.

E' la "Mensa della Parola", dove la Parola viene ascoltata (lettu­re), masticata (omelia), assimilata (silenzio).

La Parola non viene letta, ma proclamata. Chi legge impresta la sua voce a Dio stesso per parlare agli uomini.

1. LETTURE BIBLICHE

Costituiscono la parte principale della Liturgia della Parola. Nelle letture Dio:

- parla al suo popolo

- gli manifesta il mistero dell'amore che salva

- offre un nutrimento spirituale.

Cristo stesso è presente nella sua Parola.

a. Prima lettura

E' dall'Antico Testamento (nel Tempo di Pasqua dagli Atti degli Apostoli), ed è riferita al Vangelo: di esso fa vedere la preparazio­ne nella vita del popolo d'Israele.

b. Seconda lettura

E' tratta dalle lettere degli Apostoli, delle quali presenta brani successivi. Non dipende dal tema del Vangelo.

Ci pone nel "tempo della Chiesa", nel quale la Parola di Gesù è annunciata dagli apostoli.

c. Vangelo

E' la lettura più importante, come risalta da vari elementi:

- normalmente è proclamata dal Sacerdote

- in circostanze solenni il libro del Vangelo è incensato

- si portano candele attorno al Libro

- l'acclamazione finale è differente da quella delle altre letture, e dà lode a Cristo Signore

2. CANTI TRA LE LETTURE

a. Salmo responsoriale

E' connesso alla prima lettura, e la sviluppa in forma di preghie­ra.

b. Alleluia (o altro canto)

Esprime la gioia e la lode per il dono della Parola e in particola­re del Vangelo.

"Alleluia" è un'espressione ebraica che significa "lodate Dio!".

3. OMELIA

Spiega le letture, rendendole attuali, facendone comprendere il significato per l'oggi.

E' una parte importante, attraverso la quale, nonostante i limiti del ministro, Dio parla ancora al suo popolo.

E' bene sia seguita da un momento di silenzio, nel quale far scendere la Parola al profondo del cuore e della vita.

4. PROFESSIONE DI FEDE (CREDO)

- Suscita nell'assemblea una risposta di assenso

- richiama alla mente la "regola" della nostra Fede

- richiama il sì del Battesimo, dal momento che il Credo è in origine una professione di Fede battesimale.

5. PREGHIERA UNIVERSALE (O DEI FEDELI):

- Con essa il popolo esercita la sua funzione "sacerdotale" (= prega per tutti gli uomini)

- Trasforma in preghiera la Parola ascoltata. Le letture suscita­no la preghiera della comunità.

La successione delle intenzioni deve avere un carattere di uni­versalità; in genere:

a. per la Chiesa

b. per i governanti e tutto il mondo

c. per quelli in difficoltà

d. per la comunità locale

B. LITURGIA EUCARISTICA

In essa si compie ciò che fece Cristo nell'Ultima Cena, prean­nunciando e spiegando il significato di ciò che sarebbe successo all'indomani, il Venerdì Santo.

Nella Liturgia Eucaristica si celebra il "memoriale" della Pas­sione, Morte e Risurrezione di Cristo; ossia, quegli eventi sono "ricordati e resi attuali" ("memoriale"), perché quanti partecipano possano riceverne i frutti. La Messa è, quindi, il canale attraverso cui ci giungono i frutti della Morte e Risurrezione di Cristo.

1. PREPARAZIONE DEI DONI

Vengono preparati i doni che diverranno il Corpo e Sangue di Cristo.

a. Processione offertoriale

Si portano le offerte:

- anzitutto pane e vino, meglio se preparati dal lavoro dei fede­li stessi

- altri doni, per i poveri o per le necessità della Chiesa (raccol­ta delle offerte)

- l'offerta del pane e del vino richiama l'offerta di sé, delle gioie, speranze, timori, sofferenze, ecc., che ognuno è chiamato a deporre spiritualmente sull'altare. "Cosa presento al Signore in questa Messa?".

b. Presentazione del pane e del vino

La preghiera che il celebrante recita nel deporre pane e vino sul­l'altare ringrazia e dà lode a Dio, dal quale riceviamo tutto.

Al vino aggiunge qualche goccia d'acqua, segno "della nostra unione con la vita divina di Colui che ha voluto assumere la nostra natura umana".

c. "Lavabo "

Questo rito esprime il desiderio di purificazione interiore del celebrante e di tutti i fedeli presenti: "Lavami Signore da ogni colpa, purificami da ogni peccato".

d. Preghiera sulle offerte

Dopo l'invito alla preghiera, l'orazione riassume l'offerta dei doni a Dio e chiede che vengano trasformati nell'Eucaristia.

2. PREGHIERA EUCARISTICA

Siamo al momento centrale della Messa. E' una grande preghie­ra di ringraziamento e santificazione.

É pronunciata dal Sacerdote, che dice le parole della consacra­zione "in persona di Cristo". Tutta l'assemblea si unisce nella lode e nell'offerta del Sacrificio ("sacerdozio comune" del cristiano).

Le varie parti della Preghiera Eucaristica:

a. Prefazio

Glorifica Dio Padre e lo ringrazia per tutta l'opera della salvezza o per qualche suo aspetto particolare, a seconda del momento liturgi­co.

b. "Santo, Santo, Santo­

Tutta l'assemblea si unisce con questo canto, tratto dalla Bibbia: lodiamo Dio con le parole che lui stesso ci ha donato.

c. Invocazione dello Spirito Santo (Epìclesi)

Lo Spirito Santo viene invocato sui doni, perché divengano il Corpo offerto e il Sangue versato di Cristo.

Lo Spirito viene invocato anche sui presenti, perché nella parte­cipazione al convito siano anch'essi trasformati nell'unico Corpo di Cristo che è la Chiesa.

d. Racconto dell'istituzione e consacrazione

Si attualizza e si compie il Sacrificio della croce, che Cristo stes­so istituì nell'Ultima Cena.

Le parole di Cristo sono pronunciate dal Sacerdote in persona di ("a nome e con la potenza e 1'autorità') Cristo stesso; ciò in forza del mandato che Cristo diede agli Apostoli di perpetuare questo mistero d'amore attraverso la celebrazione dell'Eucaristia.

e. Memoria della Pasqua di Cristo (Anàmnesi)

Vengono ricordati i momenti della Pasqua di Cristo: Passione, Morte, Risurrezione, Ascensione al cielo, Dono dello Spirito. Essi tutti sono resi attuali nell'Eucaristia.

f. Offerta

La Chiesa offre al Padre nello Spirito Santo, Cristo che si fece vittima per noi.

Qui tutti i presenti sono chiamati a offrire sé stessi e tutto ciò che alla presentazione dei doni hanno deposto sull'altare.

g. Intercessioni

L'offerta del Sacrificio di Cristo è fatta per tutta la Chiesa, in comunione gerarchica con il Papa e il proprio Vescovo.

Si prega per tutti i membri della Chiesa, vivi e defunti.

h. Lode conclusiva (dossologia)

- Esprime la glorificazione di Dio.

- A tutta l'opera di salvezza, donata da Dio agli uomini, corri­sponde qui la glorificazione del Padre per mezzo di Cristo nello Spirito. Il movimento discendente dei doni ritoma a Dio nel movimento ascendente della lode.

- Si prepara così la glorificazione totale di Dio della fine dei tempi, quando Cristo consegnerà al Padre ogni cosa e Dio sarà "tutto in tutti".

L'assemblea risponde con l'acclamazione dell'Amen (grande Amen): attraverso esso esprime la sua partecipazione attiva alla Preghiera Eucaristica.

3. RITI DI COMUNIONE

Poiché la Messa è un convito pasquale, la partecipazione piena si ha facendo la Comunione (chi ne ha le disposizioni, cioè, non in peccato mortale), ricevendo il Corpo e Sangue di Cristo come cibo spirituale.

a. Padre Nostro

Con esso chiediamo il pane quotidiano (riferimento anche al Pane Eucaristico) e la purificazione dei peccati, in modo che "i santi doni vengano dati ai santi".

Non è tanto la preghiera della fraternità, quanto dell'invocazio­ne forte al Padre perché compia il suo disegno di amore. Per questo i fedeli sono invitati a recitarlo con le mani alzate, in atteggiamen­to di richiesta.

Si conclude con una preghiera: essa sviluppa l'ultima domanda del Padre Nostro.

b. Rito della Pace

Implora la pace e l'unità per la Chiesa e il mondo.

Lo scambio di pace vuole far esprimere ai partecipanti l'amore vicendevole e il perdono reciproco: "Se ti presenti all'altare e ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te ...".

c. Frazione del Pane e "Agnello di Dio"

L'unico Pane viene spezzato perché se ne possa mangiare tutti.

Significa che attraverso la Comunione noi, pur essendo molti, diventiamo un corpo solo in Cristo.

Mentre viene spezzato il Pane si canta l'Agnello di Dio: è un'ul­teriore invocazione di tipo "penitenziale", che viene rivolta a Dio subito prima di ricevere l'Eucaristia.

d. "Immixtio "

Un frammento di Pane viene posto nel calice.

Questo rito nasce nella Chiesa romana nel primo millennio: il Papa mandava a chi celebrava l'Eucaristia nelle parrocchie un fram­mento dell'Eucaristia, come segno di comunione con lui, e il rice­vente, ponendolo nel calice, si comunicava anche alla stessa Eucaristia del Papa. E' quindi un gesto che esprime la comunione con il proprio Vescovo e con il Papa.

e. Presentazione dell'Eucaristia ai fedeli

"O Signore, non sono degno... ": un ultimo gesto di umiltà, e al tempo stesso esprime la Fede in Cristo che ha il potere di liberarci dal male con la sua potenza.

f. Comunione

Mangiare il Corpo e bevendo il Sangue di Cristo ha un signifi­cato molto ricco:

- riceviamo nuovamente, trasformati dallo Spirito, i doni che avevamo offerto: la nostra vita ci viene ridonata trasfigurata attra­verso la Croce e la Risurrezione di Cristo

- accettiamo in noi e come Signore della nostra vita Gesù, che si è offerto per noi

- accettiamo quindi il suo stile di vita, di donazione totale a Dio e ai fratelli, come nostro

- l'Eucaristia ci dà la forza di vincere il male che rattrista la nostra vita

- diciamo a Dio la nostra Fede che è Lui la forza per vincere il nostro peccato

- veniamo edificati come Chiesa-Corpo-di-Cristo, veniamo resi una cosa sola da Dio

- esprimiamo la nostra disponibilità a essere un solo corpo con i fratelli che con noi celebrano l'Eucaristia

- non solo con loro ma con tutta la Chiesa

- in particolare con il nostro Vescovo e con il Papa

- veniamo nutriti da Cristo stesso, la linfa vitale dello Spirito scorre in noi (cf la vite e i tralci)

- l'Eucaristia che mangiamo è una "caparra" che Dio ci dà per la vita eterna che riceveremo attraverso la nostra morte.

Cristo ha detto nell'Ultima Cena: "Prendete e mangiatene tutti":

- chi è in comunione con Cristo non solo può, ma è invitato caldamente da Cristo stesso a mangiare l'Eucaristia

- chi ha rotto la comunione con Cristo a causa di un peccato mortale, non può fare la Comunione eucaristica: porrebbe un gesto che non corrisponde a verità. "Chi mangia il corpo del Signore senza esserne degno mangia e beve la sua condanna" (S. Paolo)

- chi, pur non avendo rotto la comunione con Cristo, si sente "freddo" nei suoi confronti, chieda anche con la Comunione Euca­ristica la Grazia di riprendere con entusiasmo il cammino di Fede

- chi vive situazioni che non sono di peccato grave, ma che rap­presentano compromessi con Cristo, faccia la Comunione Eucari­stica se vuole iniziare un cammino di superamento di quei compro­messi.

g. Silenzio di ringraziamento

Ognuno nel silenzio del suo cuore "fa festa" a Cristo che è venu­to in lui, lo adora come proprio Dio e si intrattiene a dialogare con Lui.

Un canto può esprimere la gioia di essere uniti e il ringrazia­mento per quanto ricevuto.

h. Preghiera dopo la Comunione

Chiede che maturino nella vita i frutti del mistero celebrato.

RITI DI CONCLUSIONE

"Dall'Eucaristia alla vita"

1. Saluto del celebrante

Il saluto annuncia la presenza di Cristo nell'assemblea che si dis­perde per le vie del mondo.

2. Benedizione

Nell'Antico Testamento "benedire" significa "rendere fecondo". Viene chiesto a Dio di donare la sua fecondità nella nostra vita di cristiani. Ciò è espresso esplicitamente nelle Benedizioni solenni.

3. Congedo

Si scioglie l'assemblea, non perché sia finito tutto, ma perché viene l'ora di portare frutto nel mondo attraverso una presenza santa, come testimoni e annunciatori di Cristo risorto.

Terminata la Santa Messa dell'altare, ognuno è chiamato a prati­care quello che è avvenuto nella Santa Messa. Chiamato a vivere ciò che è avvenuto sull'altare, chiamato a praticare le virtù come le ha praticate Gesù Cristo, in gesto di obbedienza, adorazione e ricono­scenza verso Dio incarnato, verso il Figlio di Maria Santissima. A Lei chiediamo di aiutarci a capire meglio e a vivere in ogni momen­to della nostra vita la Santa Messa, per diventare come desidera il Signore e realizzare tutti i disegni che Lui ha su ognuno di noi.





OFFLINE
Post: 1.222
Sesso: Femminile
05/09/2009 12:02

SECONDO SCHEMA

PROCESSIONE D'INGRESSO


La Santa Messa inizia con la processione d'ingresso. Il Sacerdote che si porta all'altare per la celebrazione del mistero Eucaristico, rappresenta tutta l'umanità in cammino verso la sal­vezza. La vita cristiana è presentata come un pellegrinaggio, un cam­mino, una tensione continua verso il Padre. L'Eucaristia, che noi stiamo per celebrare, è il Pane del cammi­no cristiano: Pane che nutre, che fortifica.



Signore Gesú, sono unito al Sacerdote, tuo ministro, che viene verso l'altare dove Tu ancora una volta ti doni per me e per ogni uomo.

Con il Sacerdote sono unito alla Chiesa intera, a tutti i battez­zati, miei fratelli, che condividono con me questo cammino per giungere attraverso di Te al Padre.

Vengo verso di Te per cibarmi del tuo Corpo e del tuo Sangue, affinchè siano sostegno e forza del mio cammino.



* Vivo la celebrazione eucaristica come il momento essenziale della mia vita di cristiano?

* Lo sento come momento privilegiato di unione con Dio?



Fa', o Signore, che la mia vita sia sempre protesa verso di TE.



SALUTO

Il Sacerdote, baciato l'altare, con un saluto inizia il dialogo con l'assemblea. Con questo saluto biblico, il Sacerdote vuol significa­re alla comunità radunata la presenza del Signore.

Al saluto fa seguito una monizione che serve ad introdurre i fedeli nello spirito della celebrazione ed eventualmente anche all'at­to penitenziale che segue.

Al saluto del Sacerdote, segue la risposta dei fedeli.



Il Signore ci ha convocati alla sua Cena perché ci incontria­mo con Lui, ci saluta, si presenta, ci invita ad essere suoi amici, a conoscerlo.

Attende che noi entriamo in dialogo con Lui.

La nostra risposta è l'accettazione di questo rapporto di vita. Ci impegna a ravvivare la coscienza che non viviamo da soli né per noi stessi, ma con Dio, secondo la Sua volontà.



* Credo che è Dio a convocarmi, a chiedermi di stare con Lui?

* Sono attento a questa continua chiamata nella vita quotidiana?

* Mi impegno a dare una risposta sincera e coerente?



Fare attenzione agli inviti che, durante la giornata, il Signore mi offre di entrare in dialogo con Lui.



ATTO PENITENZIALE

La processione introitale ci ha richiamato il mistero della Chiesa pellegrina; l'atto penitenziale ci propone il tema della Chiesa dei peccatori, e ci invita a purificarci interiormente. Solo attraverso il pentimento sincero ci possiamo accostare a Dio per celebrare i santi misteri.



Il peccato è un "no" all'amore di Dio Padre, un "no" buttato in faccia ad una persona che mi ama fino ad aver dato la vita per me. Il Signore può dire a ciascuno di noi. "Che cosa potevo fare per te, che io non abbia fatto?" (Is. 5,4). Allora:



* Con che coraggio posso dire: In fondo non ho fatto nulla di male?

* Ho coscienza che il mio tradimento dell'amore di Dio danneggia anche i miei fratelli?



Aiutami, o Signore, ad evitare con delicatezza d'amore tutto ciò che può offenderti e a tornare a Te dopo ogni caduta.



LA LITURGIA DELLA PAROLA

La Santa Messa è il centro e la fonte del culto e della vita cri­stiana, perchè realizza la presenza di Cristo in mezzo al suo popolo per compiervi il mistero della salvezza, mistero che ci viene pre­sentato attraverso la liturgia della Parola.

La Santa Messa infatti ci offre e ci fa vivere questa meraviglio­sa realtà: la famiglia di Dio raccolta alla mensa del Padre in intimo dialogo con Lui.

Infatti la Chiesa è la comunità di coloro che ascoltano e osser­vano la Parola di Dio.

Nel momento della liturgia della Parola dobbiamo credere che lo stesso Cristo, per mezzo della sua Parola, è presente in mezzo a noi. Dobbiamo fare nostra la Parola divina e aderirvi con la Professione di Fede.

Infatti: Dio parla, Dio manifesta, Dio nutre.

La lettura liturgica è una vera chiamata personale per ciascuno dei fedeli presenti.



La Parola di Dio pone innanzi a noi la sproporzione tra quel­lo che siamo e quello che dovremmo essere per rispettare il pro­getto che il Signore ha su ognuno di noi. Nello stesso tempo ci dà gli strumenti (tramite ciò che esprime) per migliorarci; ma non riusciremo mai a capire le letture della Santa Messa se il loro ascolto non fa nascere in noi la consapevolezza di essere peccato­ri.

Solo a questo punto, pentendoci, partecipiamo al gesto della comunità riunita per l'Eucaristia, e cominciamo così a vivere la Fede, a vivere cioè la vita in modo unitario e totale.



* Quante volte io vivo da persona divisa per cui credo di essere giu­dicato cristiano solo quando sono in Chiesa e poi, tutti gli altri aspetti della vita "sono un problema diverso



La consapevolezza del nostro peccato deve trasformare il nostro volto e deve far nascere in noi il desiderio di cambiare la vita.



PREGHIERA UNIVERSALE

Questa preghiera conclude la prima parte della celebrazione (liturgia della Parola) e introduce la seconda (liturgia Eucaristica). Si dice "universale " per esprimere le sue caratteristiche. L'universalità consiste nell'attenzione alle esigenze della Chiesa universale e di tutto il mondo.

La preghiera segue generalmente questo schema:

* preghiera per la Chiesa;

* preghiera per coloro che ci governano;

* preghiera per quelli che si trovano in varie necessità;

* preghiera per tutti gli uomini.

La preghiera universale è il momento in cui la comunità, rac­colta nella celebrazione eucaristica, prega per tutti gli uomini, per­ché Cristo è uno solo e solo Lui è morto per redimere tutti.

Ognuno di noi deve avere l'esigenza dentro di sé di pregare per i propri fratelli.



Cristo mi ama e mi ama sempre, è Lui che mi ha donato l'a­more e come gesto di ringraziamento per questo amore io devo amare gli altri.



* Sono io in questo atteggiamento?

* Lo tengo solo per me, questo amore grande?



Signore, rendi me e tutto il tuo popolo capace di essere amore, affinché ogni giorno un nostro fratello usi della tua Misericordia per essere redento.



PREPARAZIONE DEI DONI

La liturgia della Parola è terminata. Il popolo di Dio è stato illu­minato, nutrito, vivificato da questa Parola viva che lo inserisce nella storia della salvezza.

La Parola di Dio non è solo una rivelazione intellettuale, la tra­smissione della verità.

Essa è azione, è l'espressione di un amore che realizza. L'uomo deve rispondere con un'azione.

É dunque conveniente che la risposta dell'uomo sia a sua volta un'azione: e sarà l'azione, il Sacrificio Eucaristico.

Ai doni che Dio ci fa, conviene rispondere con un dono, con un Sacrificio.

Nella preparazione dei doni, il Sacerdote INFONDE QUALCHE GOCCIA DI ACQUA nel calice. Questo gesto ha un significato altis­simo: è il segno della nostra partecipazione al Sacrificio di Cristo, per il divino mistero di solidarietà.



La Tua Parola Signore è rivelazione d'amore per noi; attra­verso di essa comprendiamo il tuo amore per l'uomo. Tu o Padre ci hai donato il tuo unico Figlio per la nostra salvezza; quale padre è stato mai capace di un dono così grande?

"Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date":

Questo Tu o Dio ci stai chiedendo: una risposta d'amore da realizzare concretamente nel nostro quotidiano.

Noi vogliamo preparare noi stessi come dono da portare sul­l'altare dell'offerta insieme al Corpo e al Sangue di Tuo Figlio, perché vogliamo partecipare con Lui, essere con Lui dono per gli altri.



* Nella mia vita in che modo sto rispondendo all'amore che Dio mi dona?

* Sono in grado di dimenticare me stesso e le mie necessità per andare verso gli altri, verso chi mi sta accanto?

* In che modo posso essere dono per gli altri?



Insegnami, Signore, a portare ogni giorno la mia vita sull'al­tare, insegnami ad essere disponibile e aperto verso tutti.



OFFERTA DEI DONI

L'offerta dei doni che diventeranno il Corpo e il Sangue di Cristo, ci ricorda che tutti siamo impegnati nel sacrificio di noi stessi.

La nostra offerta deve essere la volontà di obbedire come Cristo morto per amore, altrimenti i doni restano soltanto segni esteriori.



Nell'offerta del pane e del vino è significata l'offerta di noi stessi. ciò che siamo, che facciamo.

Ci ricorda che siamo creati per lodare Dio, per dirgli grazie con la nostra vita.

Poichè siamo creature, il nostro operare ha valore se siamo uniti al Creatore. É lui che agisce in noi.

Gli mostriamo gratitudine e riconoscenza restituendogli tutto, offrendogli ciò che ci ha dato: la capacità di amare, di capire, di vivere con pienezza, il dono delle persone con cui condividiamo l'esistenza, le gioie, le sofferenze.

Offrendo diventiamo poveri: facciamo spazio nel cuore per accogliere Lui che trasforma la nostra offerta nella sua presenza personale.



* Sono consapevole che niente mi appartiene ma tutto è dono di Dio?

* Sono capace di ringraziare?

* Sono generoso, oppure sono intransigente nel far rispettare i miei diritti?



Trovare gesti concreti che esprimano la mia partecipazione alla offerta di Gesù.



CREDO

Terminato l'offertorio si recita il Credo alla domenica e nelle solennità.

li Credo esprime l'adesione alla Parola ascoltata. Questa Professione di Fede in Dio e nella storia della salvezza da Lui ope­rata (Incarnazione, Morte, Resurrezione, Ascensione, discesa dello Spirito Santo) ci prepara alla celebrazione del Sacrificio.



Credere non significa solo dare l'assenso a delle verità astrat-

te, ma credere in una persona: Dio Padre che ci ha amato fino a dare per noi il Figlio prediletto Gesù e il suo Spirito Santo come guida e luce nel cammino di ognuno di noi e della sua Chiesa.

La mia Fede se è autentica si deve vedere dal mio comporta­mento. Credere significa decidere per Cristo in modo personale e libero.



* La mia Fede è così astratta che non si vede, o è credere a una Persona?

* Le mie azioni manifestano quello in cui dico di credere? Aiutami, o Dio, a testimoniare la mia Fede con la vita.



PREGHIERA SUI DONI

I riti dell'offertorio si chiudono con la preghiera sui doni.

Tale preghiera pronunciata dal celebrante raccomanda a Dio le offerte dell'assemblea perchè Cristo le accetti e le trasformi nell'u­nico Sacrificio di Cristo.



La preghiera sui doni chiede al Signore di gradire le offerte da noi portate all'altare. Perchè un'offerta sia gradita è necessario da parte dell'offerente un atteggiamento di sincerità, un dono è gradito quando è fatto col cuore.

Come si fa per essere in questo atteggiamento con Cristo? Egli stesso ci dice: `f'Che siano una cosa sola perchè il mondo veda". Per essere una 1 "sola cosa" dobbiamo essere coscienti di appartenere alla Chiesa, dobbiamo vivere la Sua vita. L'illusione piú terribile è quella di crederci capaci di farci da soli. É invece la comunità che ci aiuta nella crescita della nostra persona; sempre se vogliamo farci aiutare.



* Quante volte dico: "Faccio io", "Basto io", "Ci penso io". "Gli altri nella mia vita non c'entrano niente", dimenticandomi che da solo sono un nulla ed è solo grazie alla bontà di Dio che posso vive­re?



Desidero essere non più un "io" isolato ma un "noi" perchè gli altri "vedano":



PREGHIERA EUCARISTICA

La preghiera eucaristica, proclamata dal Sacerdote a nome del­l'assemblea, è la grande preghiera durante la quale si ripete la Cena del Signore.

Inizia con il prefazio, un inno di lode al Padre per l'opera di sal­vezza che ha compiuto per noi e si conclude con la formula finale di glorificazione a Dio: "Per Cristo, con Cristo, in Cristo... ", con cui il popolo risponde la sua adesione con l'Amen.

In questo particolare momento della Messa il Signore fa dono di se stesso a tutti i partecipanti alla celebrazione Eucaristica e nello stesso tempo è mediatore tra il popolo e il Padre.

L'Eucaristia è data per la comunità, quindi la comunità non può esistere senza Eucaristia.



* L'Eucaristia è la presenza reale del Signore Gesú Cristo che cele­bra la Cena; il Sacerdote è colui che fa le veci ma l'autore è Gesú. La mia partecipazione alla Messa ha questa coscienza?

* Se l'Eucaristia è un dono del Signore, questo dono, allora, mi fa sentire persona nuova?



Signore, io ho bisogno di te, di questo tuo dono che penetra in me, ma che non mi sazia mai. Rendi me e questa comunità che celebra il tuo Sacrificio, capaci di accoglierti e di viverti.



LO SPIRITO SANTO

Nella preghiera Eucaristica si prega lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo per mezzo del quale si operò l'Incarnazione, trasforma il pane e il vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo e santifica coloro che li riceveranno.



É Dio che, mediante lo Spirito Santo, trasforma il pane e il vino nel Corpo e Sangue di Gesú. Ed è lo Spirito che fa di noi "un solo corpo e un solo Spirito" afnchè possiamo ricevere degnamente il Signore. Solo lo Spirito di Dio può purificare il nostro cuore dalle divisioni e raccoglierci nell'unità, ad immagine di Gesú Cristo che è il Primogenito di ogni creatura e ricapitola in sé tutte le cose.

Lo Spirito Santo, che ci fa capaci di partecipare alla Cena del Signore, ci dà la forza per compiere nella vita ciò che nella litur­gia ci ha suggerito.



* Sono consapevole che solo nello Spirito Santo posso ricevere Gesù?

* Sono consapevole che è lo Spirito Santo che prega in me secon­do la Volontà del Padre?

* Sono docile all'azione vivificante dello Spirito Santo, che fa di me una creatura nuova?



Pregare lo Spirito Santo, affinché mi faccia scoprire il suo agire in me e mi dia la docilità per seguire i suoi impulsi.



CONSACRAZIONE

La consacrazione è il momento culminante della celebrazione in cui il Sacerdote ripete i gesti e le parole dette da Cristo nell'Ultima Cena, secondo il comando che Egli stesso ha dato: `Fate questo in memoria di me ".

É Cristo stesso che agisce per mezzo del Sacerdote, suo ministro in forza del Sacramento dell'Ordine ricevuto.



Il pane e il vino che ora sono sulla mensa, sono segni reali e concreti, che ci rimandano ad un'altra realtà visibile solo per la Fede, per l'adesione a Dio fatto Uomo, morto e risorto. Il pane e il vino per la consacrazione diventano vero Corpo e vero Sangue di Cristo non segni o simboli. Lo divengono oggi e sempre come lo divennero realmente nell'Ultima Cena per i discepoli. É lo stesso Cristo che opera la trasformazione oggi come allora. Lui è il Signore del tempo e dello spazio.



* Cristo che trasforma il pane e il vino, ha la possibilità di cambia­re chiunque partecipa al suo banchetto eucaristico.

* L'Eucaristia è per me cibo trasformante.

* Vado a ricevere l'Eucaristia col desiderio che il Signore mi tra­sformi?



Fa', o Signore, che ricevendo Te nell'Eucaristia la mia vita diventi segno della novità che Tu infondi.



MISTERO DELLA FEDE

Con la frase "MISTERO DELLA FEDE", il Sacerdote invita i fedeli alla acclamazione. Con questa acclamazione si riconosce che, nell'Eucaristia, è realizzato, ricordato in modo concreto, offer­to alla nostra comunione tutto il mistero della Fede.

É tutta la economia della salvezza, tutto il disegno di amore di Dio per la salvezza del mondo che è presente davanti a noi, in que­sto momento, e a questo disegno noi siamo invitati ad unirci.



Cristo muore sull'altare per amore di noi. II pane ed il vino consacrati separatamente esprimono la separazione della Carne e del Sangue che avviene nella morte cruenta. Gesú morto e risor­to si dona a noi e noi Lo offriamo al Padre per la salvezza del mondo e Lo adoriamo. Se vogliamo accogliere Cristo dobbiamo credere che è Lui il Pane vivo disceso dal cielo. Il pane è deside­rato solo da chi ha fame: chi sperimenta di non potersi salvare da solo e volge a Cristo tutto il suo desiderio, accoglie e gusta questo Pane.



* Quando proclamo la mia Fede in Cristo morto e risorto presente sull'altare dopo la consacrazione, cerco di tener viva l'attenzione, la Fede e l'amore o la mia presenza è solo materiale, formalistica?

* Gesú si dona a me per amore: desidero donarmi anch'io a Lui?



Desidero accostarmi con Fede ed amore a Gesú che si fa nostro Pane.



ALLO SPEZZARE DEL PANE

Il gesto della frazione del Pane ha un duplice valore:

- riproduce il gesto di Gesú che nella Cena spezzò il Pane, gesto al quale i discepoli di Emmaus riconobbero Cristo loro ospi­te la sera di Pasqua.

- Ma c'è di piú di un ricordo storico. La frazione del pane ha un profondo significato di unità. Nessuno lo ha detto meglio di San Paolo: "Il Pane che noi spezziamo non è comunione con il Corpo di Cristo? Essendo uno solo il Pane, noi siamo un corpo solo, seb­bene in molti, partecipando tutti dello stesso Pane".



"Prese il Pane, lo spezzò, lo diede ai suoi discepoli...". Con questo gesto Gesú ci rende tutti fratelli nell'uguaglianza perchè ognuno di noi accostandosi a ricevere un pezzo di quel pane e un sorso di quel vino, è partecipe della vita nuova che già da ora ini­zia e si compirà alla resurrezione dei nostri corpi. Siamo parteci­pi del medesimo cammino, poichè abbiamo accolto il medesimo invito nel Battesimo e ora cibandoci dello stesso pane acquistia­mo le forze per impegnarci maggiormente in questo comune lavo­ro che è la costruzione del suo Regno tra noi.



* Ci sono, almeno alcuni momenti durante i quali mi ricordo che col Battesimo sono divenuto partecipe ed ora con l'Eucaristia rin­novo la mia appartenenza ad un cammino di comunione con gli altri e che saprò farmi aiutare e aiuterò gli altri in questo viaggio?



Desideriamo "spezzare "per poter donare agli altri qualcosa di noi stessi. Spezziamo ad esempio il nostro egoismo per poter esse­re piú attenti e piú accoglienti verso i fratelli.



PADRE NOSTRO

La preghiera del Signore, il Padre Nostro, è sempre stata consi­derata la preghiera di preparazione alla Comunione.

Tutti osiamo rivolgerci a Dio chiamandolo Padre, perchè il Sacrificio di Gesú ci ha fatti figli di adozione. In quel momento ci sentiamo tutti fratelli intorno alla mensa dell'unico Padre.

La prima domanda che facciamo è quella di rimettere i nostri debiti come noi li rimettiamo agli altri. Facciamo sempre così?

Il Padre nostro si conclude con un ultima domanda: "Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.

Noi chiediamo a Dio di non esporci alla tentazione, ma se ritie­ne utile sottoporci alla prova: "Di liberarci dal male ".

San Giacomo dice: "Beato l'uomo che sopporta la tentazione ". Noi nelle tentazioni ci rivolgiamo a Dio?



Il "Padre Nostro" è la preghiera che Gesú ci ha insegnato per­chè noi imparassimo a chiedere le cose essenziali al Padre, rico­noscendo così solo Lui nostro Dio.

Padre che sei di tutti e che stai nei Cieli, il tuo nome sia sem­pre santificato, chiediamo sempre il tuo Regno, vogliamo fare la tua volontà in terra per arrivare al cielo. (Questa prima parte è di lode e di riconoscimento; la seconda è di domanda).

Fà che il pane non ci manchi mai, sia il pane alimento sia il pane spirituale; fà che perdoniamo ai nostri fratelli per essere anche noi perdonati, ma, soprattutto, o Dio, fà che non cadiamo nelle nostre tentazioni e donaci un cuore sempre più nuovo libe­randoci dal male.



* Desidero per me tutte queste cose?

* Sono io in atteggiamento di richiesta e di ascolto?



Padre, donaci l'umiltà di riconoscere che abbiamo bisogno solo del tuo Amore, della tua presenza, del tuo perdono, della tua misericordia.



COMUNIONE

Il Sacerdote dopo aver ricevuto il Corpo e il Sangue di Gesú, come nutrimento, lo distribuisce ai fedeli...

La Comunione sacramentale è infatti il mezzo mediante il quale l'anima vive unita a Cristo in una unione strettissima; "Egli dimo­ra in me e io in Lui", dice il Signore.

E contro questa Comunione nulla può la morte: "Chi mangia questa Pane non morrà in eterno ", perchè quel Pane è il Corpo di Cristo offerto per noi.

San Paolo dice: "Il Pane che noi spezziamo non è comunione con il Corpo di Cristo? ".

Noi ci accostiamo alla Comunione? E quando ci accostiamo, come?



Il momento della Comunione è quello in cui siamo chiamati alla più grande responsabilità ed al maggior impegno.

Ricevere in noi il Corpo ed il Sangue del Signore non ci cam­bia, non ci rende migliori in modo magico... Dio non fa mai nulla senza la nostra adesione, non ci impone nemmeno di fare il bene. Se ci accostiamo all'altare con leggerezza facciamo la nostra con­danna, in quanto non utilizziamo l'aiuto che il Signore ci dà per essere migliori e rendiamo inutile il Corpo ed il Sangue di Cristo in noi.



* Quante volte mi accosto a ricevere l'Eucaristia con leggerezza, pensando magari a chi ho vicino, alla gente che mi osserva, a cosa farò uscito di Chiesa?

* Senza che mi sfiori il senso di quel che sto per fare, di Chi sto per ricevere?



Facci capaci di continuare a vivere la Comunione in tutti gli aspetti della vita quotidiana, nella famiglia, nel lavoro, nello studio...



CONGEDO

Il Sacerdote aveva iniziato la Santa Messa con l'invocazione delle tre Persone Divine. Ora, nel nome di queste Persone la termi­na.

Il Sacerdote dice: "Andate in Pace" e con questo suggerisce al cristiano che ha partecipato al Sacrificio del suo Signore, offerto per la salvezza del mondo, offerto con la Chiesa che è Sacramento di salvezza per il mondo, che deve trasformarsi in missionario e deve sforzarsi di irradiare attorno a sè giustizia e carità.

Noi facciamo sempre così al termine di ogni Santa Messa?



Il Signore ci ha convocato per la Cena. Non è soltanto un "mangiare insieme" è accogliere la vita di Gesú (la sua Parola, il suo Corpo) e donargli la nostra.

Il congedo non è quindi un lasciarsi. Dio resta in noi.

Egli, donando la sua vita per noi, mette il suo Amore nei nostri cuori. Ormai verrà riconosciuto grazie alla sua presenza in noi. Perciò, siamo chiamati a donarlo donando noi stessi nell'am­biente in cui viviamo. Questo è il nostro essere missionari.

Nella condivisione si costruisce il Regno di Dio iniziato con la Pasqua di Gesú. Egli ci ha donato la sua pace, cioè Se stesso. Questa pace ci dà la forza di vivere in suo nome, annunciando la sua presenza liberante tra noi.



* Credo veramente che la Messa non deve terminare con il conge­do, ma continuare nella mia vita?

* Qual è la missione che il Signore oggi mi affida?

* Riesco a vivere e a portare la pace con cui il Signore mi invia ad annunciarlo?



Cercare di incarnare la Parola ricevuta nella celebrazione con docilità allo Spirito, cosciente che Cristo vive in me e ha bisogno di me per farsi conoscere agli uomini.



IL SILENZIO: PERCHÈ? PER ASCOLTARE

"Sentiamo " tanti suoni, tanti rumori, tante voci. La Parola però non può entrare dentro e farei crescere se non è ascoltata nel silen­zio: può stordirci soltanto. La Parola del Signore chiede un clima di silenzio interiore perchè sia per noi Parola di vita.

La liturgia eucaristica ci offre vari momenti di silenzio: vedia­moli insieme per viverli "dal di dentro" lasciando pregare lo Spirito che abita in noi.

Così la Messa non sarà un episodio isolato della domenica, ma coinvolgerà realmente tutta la vita.

Arriviamo in Chiesa, magari qualche minuto prima che la litur­gia inizi, raccogliendoci un po' in silenzio in modo da poter fare spazio a quanto il Signore ci dirà e ci donerà nel nuovo incontro con Lui Risorto. In questo silenzio ricordiamoci anche dei nostri fratel­li, conosciuti o no, per cui e con cui vogliamo offrire il nostro sacri­ficio sull'altare insieme a Gesú.



* Facciamo silenzio dopo l'invito del Sacerdote a riconoscerci pec­catori: cerchiamo, con la mente e col cuore, di guardare il Signore. La scoperta della Sua misericordia operante nella nostra vita ci aiu­terà a verificare le nostre situazioni di peccato, di infedeltà all'amo­re.

* Entriamo così in un atteggiamento di preghiera personale che offriremo al Signore in un momento di silenzio quando, dopo che avremo proclamato la gloria di Dio, il Sacerdote dirà: "Preghiamo". Egli poi raccoglierà tutte le nostre intenzioni nella formula prepa­rata detta, appunto, "colletta".

* Dopo aver ascoltato la lettura della Parola di Dio, c'è uno spazio di silenzio perchè essa risuoni in noi, così che la sentiamo Parola detta a noi oggi, Parola che vuole essere messa in pratica da noi oggi.

* Se la Parola è Dio che è qui con noi e ci parla, l'Eucaristia è Dio che è qui, presente con il suo Corpo e il suo Sangue di cui ci cibia­mo al momento della Comunione. Subito dopo sostiamo in silenzio adorando Dio che è in noi perchè viviamo in Lui, cioè nell'acco­glienza della Sua volontà. Sostiamo in silenzio gustando l'incontro con il Dio fatto Carne, dicendogli il nostro desiderio di stare e di vivere con Lui per tutto il resto del tempo.

* Questo silenzio di adorazione si raccoglie nella preghiera che il celebrante innalza dopo averci invitato ad unirci con la nostra pre­ghiera personale dicendo: "Preghiamo" e facendo una breve pausa di silenzio.

* Il Sacerdote conclude la liturgia dicendoci: "Andate in pace". É bene però che restiamo ancora un po' in silenzio e in preghiera, per assimilare, con la mente e col cuore, il mistero che abbiamo cele­brato, per ricordare la Parola ascoltata che è la nostra missione, per ringraziare Dio di averci donato ancora una volta il Corpo e il Sangue di Gesú che ci danno la forza per compiere questa missio­ne, per disporci a continuare con Lui la Messa nella vita quotidiana.


[SM=g27998]

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 06:09. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com