È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

La Santa Messa: FONTE DELL'EUCARESTIA

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 12:23
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 1.222
Sesso: Femminile
05/09/2009 12:19

LA SANTA MESSA - RIFLESSIONI DI VITA EUCARISTICA

Presentazione

Il padre Emilio Santini (1921-1995), sacerdote cappuc­cino, per lunghi anni ha dedicato le sue migliori energie alla direzione dell'Associazione Eucaristica Riparatrice. Non solo ha curato in modo ammirevole l'organizzazione dell'Associazione, dotandola di una moderna e decorosa sede, centro vivo di animazione e di accoglienza, ma soprattutto ha coltivato e promosso tra i numerosissimi iscritti il culto a Gesù Eucaristia con la meditazione, con la parola pronunciata e scritta.

Questo opuscolo, che raccoglie le sue riflessioni è, a un tempo, testamento e memoria della sua intima vita eucaristica.

Il linguaggio del padre Emilio è appropriato e in piena sintonia con la teologia eucaristica.

Le sue riflessioni a tratti potrebbero apparire ripetitive per chi non è esercitato a esplorare in profondità il miste­ro eucaristico. Ma così non è per chi ama immergersi nella contemplazione.

L'insegnamento limpido e calmo del Padre Emilio ha, in effetti, luminose rifrazioni in sempre nuove sottolinea­ture, in riprese felici, in rinnovate analisi, come una fuga musicale che riprende incessantemente e varia il motivo dominante.

È questo un modo efficace per accompagnare il lettore alla comprensione e alla meditazione dell'insondabile ric­chezza eucaristica, soprattutto nel suo significato di sacri­ficio di Cristo per l'edificazione del Corpo Mistico. Le convinzioni così si radicano nella mente e i sentimenti toccano il cuore.

La spiritualità del padre Emilio emerge da queste pagi­ne pacata e profonda, come il suo temperamento mite e forte. Uomo del silenzio operoso fu il padre Emilio. E il silenzio, si sa, genera mistiche risonanze interiori che si consumano nel segreto con benefici riflessi sugli altri. Esse fanno luce intorno, come l'evangelica lampada posta sul candelabro ad illuminare la stanza.

Pertanto invito volentieri alla lettura di queste brevi e serene considerazioni che possono bene accompagna­re, sostenere e facilitare i colloqui eucaristici delle anime pie.

Delegato Pontificio per il Santuario di Loreto



LA MESSA INVISIBILE

La Chiesa, anche se ha tre diverse collocazioni, anche se ha tre diversi gradi di formazione - militante, purgan­te, trionfante - è sempre una sola, quella che è nata con Cristo, quella che è sempre con Cristo.

Ha il suo punto di convergenza nella celebrazione della Messa, che costituisce la gioia dei beati del Cielo, il tesoro dei fedeli in terra, la speranza delle anime del Purgatorio.

Partecipare alla Messa è mettersi al centro di questi due mondi: quello celeste e quello terrestre, quello ange­lico e quello umano, dove Cristo è altare, vittima e sacer­dote.

In Cielo la liturgia si svolge intorno al mistico Agnello dell'Apocalisse, immolato per la nostra salvezza, sempre in atto di intercedere per noi presso il Padre (Ebr. 7,25).

La nostra Messa non è un riflesso di questa liturgia celeste, ma è addirittura la stessa liturgia del Cielo porta­ta in terra.

Ora, se la Messa è un tutt'uno con l'offerta che Gesù fa di sé in Cielo, si deve ammettere che essa viene cele­brata alla presenza di tutta la corte celeste.

La Chiesa, "pellegrina sulla terra", non invita gli angeli e i santi a scendere in terra, ma ordina ai fedeli di salire nel mondo angelico: "Sursum corda! In alto i nostri cuori!" E il punto di congiungimento avviene nella recita, nel canto del "Sanctus".

"Per questo mistero di salvezza il cielo e la terra si uniscono in un cantico nuovo di adorazione e di lode, e noi con tutti gli angeli del Cielo proclamiamo senza fine la tua gloria: Santo, santo santo... " (Pref. della SS. Eucaristia).

Vengono superate le barriere del tempo e dello spazio; terra e cielo si congiungono; corte celeste e povera uma­nità si uniscono; Chiesa trionfante e Chiesa militante si fondono, per assistere e partecipare all'offerta perenne che Gesù, l'Agnello immolato, fa di sé stesso per mezzo dello Spirito Santo al Padre, a beneficio di tutta la crea­zione.

"Perciò quando celebriamo il sacrificio eucaristico ci uniamo in sommo grado al culto della Chiesa celeste, comunicando con essa e venerando la memoria soprat­tutto della gloriosa sempre vergine Maria, ma anche del beato Giuseppe e dei beati apostoli e martiri e di tutti i santi... " (Lumen Gentium, 50).

Quindi cielo e terra formano una cosa sola, per cui quando si celebra la Messa noi siamo già in Cielo davan­ti al trono della Maestà divina, concittadini degli angeli e dei santi, e familiari di Dio.

"Voi vi siete accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all'adunanza festosa e all'assemblea dei primo­geniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti..., al Mediatore della Nuova Alleanza... " (Ebr, 12,22-24). Allora "rifletti con chi ti trovi accanto e con chi stai per invocare Dio: con i Cherubini. Immaginati in quali cori stai per entrare. Che nessuno si unisca con negli­genza a questi inni sacri e mistici. Che nessuno conservi un pensiero terreno, ma liberatosi da tutto ciò che è ter­reno e trasportatosi interamente in Cielo..., canti l'inno santissimo del Dio della gloria e della maestà... " (S. Giovanni Crisostomo).



CON GLI ANGELI E I SANTI

Nella celebrazione della S. Messa si riattualizza il sacrificio che Gesù ha compiuto sul Calvario e reso perenne in Cielo.

Non sono due liturgie che si svolgono in due luoghi distinti, ma Cielo e terra si uniscono in una sola identica liturgia.

Per cui ad ogni Messa:

- è presente il Padre per donarci il Figlio e riaverlo immolato e offerto da noi;

- è presente il Figlio per offrirsi al Padre con noi e per noi; è presente lo Spirito Santo per trasformare il pane e il vino nel Corpo e nel Sangue di Cristo;

- sono presenti gli angeli e i santi, riuniti e adoranti attorno al trono di Dio;

- sono presenti le anime del Purgatorio, avide di essere purificate per essere ammesse alla presenza del Padre. Sappiamo entrare in questa liturgia, e sentirci in com­pagnia degli angeli e dei santi.

La Chiesa "terrestre", già fin dall'inizio di ogni Messa, ci viene in aiuto facendoci vedere, nella recita del "Confiteor", circondati dalla Vergine Maria, dagli angeli e dai santi, e ci invita a supplicarli per una inter­cessione di purificazione.

Introdotti in questa celestiale compagnia, avanziamo nella celebrazione eucaristica, sentendola più vicina, più intima in certi momenti particolari.

Quando si avvicina il momento solenne del Sacrificio, rendiamocene più consapevoli per associarci al coro degli angeli e cantare anche noi il loro inno di lode: Santo, santo, santo...

Durante la Consacrazione, prostriamoci con tutta la corte celeste davanti all'Agnello immolato, con senti­menti di stupore, di ammirazione, di adorazione, di gra­titudine...

Quando alcuni angeli e santi, come rappresentanti di tutta la schiera dei beati, vengono chiamati per nome, affidiamoci alla loro intercessione.

Nella recita del "Padre nostro", prendiamoli come nostri modelli nel lodare il nome del Signore, nell'in­staurare il regno di Dio, nel compiere la sua volontà: "Sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra".

Nell'atto di offerta, che il celebrante compie innal­zando il Corpo e il Sangue di Cristo, uniamo la nostra voce a quella di miriadi di angeli per ripetere con loro: "A Colui che siede sul trono e all'Agnello lode, onore e gloria nei secoli dei secoli" (Ap. 5,12).

Nel fare la Comunione vediamoli meravigliati, stupi­ti, per la condiscendenza del loro Signore verso noi, povere creature.

Una Messa così partecipata e vissuta ci dà il vero senso della vita, facendoci vivere fin da questa vita con i beati del Cielo, trasformando il nostro vivere umano in un vivere divino.



MESSA DEL CORPO MISTICO

La celebrazione della S. Messa non è un rito privato o una devozione privata, ma è una cerimonia di tutta la Chiesa, compiuta da tutta la Chiesa, a beneficio di tutta la Chiesa, anche se ciò avviene mediante alcuni suoi ministri.

Gesù, come in ogni Sacramento, nell'Eucaristia non viene mai a contatto solo con il singolo individuo, ma con tutta la Chiesa; così l'individuo che riceve l'Eucaristia, non viene a contatto soltanto con Cristo, ma anche con tutta la Sua Chiesa.

Questo perché Gesù offre al Padre non soltanto Se stesso, ma anche la sua Chiesa, cioè tutto Se stesso: Lui e la Sua Chiesa, Lui e noi, Lui e tutta l'umanità.

La ragione profonda, dogmatica di questa doppia offerta (Gesù - Chiesa) è che la Chiesa è in Gesù "un'unica persona mistica".

Ad ogni istante Gesù s'immola e si offre al Padre, la Chiesa con Lui, purificata, santificata, divenuta "con­materia del Sacrificio".

Pur avendo soddisfatto per ogni singolo uomo, Gesù presentò al Padre la Sua soddisfazione per la redenzio­ne dell'umanità. I singoli uomini sono stati redenti, salvati da Cristo, come parte di un solo organismo.

Quindi non ci si deve sentire salvati solo personal­mente, ma salvati nell'insieme, come una cosa sola. Anche se un solo fedele assiste alla S. Messa, in lui vi è tutta la parrocchia, tutta la Chiesa, tutta l'umanità. Di conseguenza, non ci si deve sentire soli nella Messa, non si deve guardare soltanto in alto, ma anche attorno.

Unirsi ai fratelli presenti e assenti per essere accolti insieme dal Padre comune.

Unirsi ai fratelli anche con spirito di sostituzione e di supplenza per presentarli con noi al Padre.

Si deve cooperare con Cristo, affinché possa offrire al Padre tutto il Suo corpo che siamo noi, che sono tutti gli uomini.

Non privarlo dell'intima consolazione di presentare al Padre un'offerta completa.

Proprio per attirare tutti gli uomini a Sé, Egli rinno­va in ogni luogo e in ogni tempo il Suo sacrificio euca­ristico.

Corrispondiamo a questo amore, a questa attesa di Gesù. Sappiamo vedere sull'altare non soltanto il Suo Corpo naturale - immolato e glorioso -, ma anche il Suo Corpo Mistico e cerchiamo di renderlo completo, perfetto il più possibile, portando in noi tanti fratelli: familiari, parenti, conoscenti..., coloro che soffrono, che fanno soffrire..., coloro che svolgono i lavori domestici..., coloro che si trovano negli uffici, nelle fabbriche..., coloro che fanno del male..., coloro che stanno morendo...

Sentiamoli tutti in noi, per celebrare insieme la Messa, per presentarci insieme al Padre, per cibarci insieme del Corpo di Cristo, per far circolare in noi e fra noi il medesimo amore di Cristo.

Ricordiamo che Gesù non potrà offrirsi totalmente al Padre finché c'è un solo membro del Suo Corpo che rifiuta di offrirsi con Lui.



LA MIA PARTECIPAZIONE

La Messa, mistero della fede, riattualizza l'atto salvifi­co dell'amore di Cristo.

Mistero d'amore, così poco conosciuto, per cui tanto trascurato.

Siamo chiamati a riparare anche questa ignoranza sulla Messa con una partecipazione attiva e con una testimo­nianza sincera.

Potrebbe esserci di aiuto la seguente riflessione.

1 - Unirsi a Cristo

Ogni Messa rende presente la suprema offerta che Cristo fa di Sé stesso al Padre.

Però sull'altare non è più solo, non è più il Cristo del Cenacolo e del Calvario, bensì è il Cristo Risorto, il Capo del Corpo Mistico, che richiede la presenza di tutti i suoi membri.

Il pane che il celebrante depone sulla patena, il vino che versa nel calice, non è solo preparazione all'offerta di Cristo, ma è anche un invito ai fedeli di rendersi presenti in quel pane e in quel vino. E noi ci rendiamo presenti in essi nella misura in cui vi inseriamo la nostra vita, la vita delle persone care, la vita della Chiesa, della società, del mondo intero.

Comprendiamo l'importanza di questo atto, se voglia­mo partecipare alla Messa e non rimanere semplici spet­tatori.

2 - Immolarsi con Cristo

Nel momento culminante della Messa in cui il Celebrante pronuncia le parole della consacrazione, ricor­diamoci che in quel pane, in quel vino ci siamo anche noi.

Come il pane e il vino si lasciano trasformare nel Corpo e nel Sangue di Cristo, riattualizzando la sua immolazione, così anche noi dobbiamo permettere allo Spirito Santo di agire su ognuno di noi, se vogliamo par­tecipare all'immolazione di Cristo.

L'immolazione di Cristo consiste essenzialmente nel fare la volontà del Padre, una volontà salvifica che L'ha condot­to alla morte in croce e che Lo conduce continuamente a riattualizzare la sua passione e morte su ogni altare.

Per cui anche noi dobbiamo prendere questa nostra volontà e deporla sull'altare, perché illuminata, trasfor­mata, fortificata dallo Spirito Santo, possiamo con libertà accettare la situazione in cui ci troviamo a dire con since­rità: "Padre, sia fatta la tua volontà".

3 - Donarsi con Cristo

Uniti a Cristo, immolati con Cristo, dobbiamo donarci come Lui si dona.

Lui si lascia mangiare, anche noi dobbiamo lasciarci mangiare, divenire con Lui un pane offerto, spezzato, mangiato.

Potrebbero sembrare delle belle frasi, ma lontane della realtà; eppure esprimono una verità. Soltanto non ce ne rendiamo conto. Infatti, nel momento della Consacrazio­ne, nelle parole di Gesù: "Prendete e mangiate, questo è il mio Corpo... Prendete e bevete questo è il mio Sangue... ", vi è anche la parola di ognuno di noi, membri del suo Corpo Mistico.

In Gesù diciamo vicendevolmente: "Prendete e man­giate questo è il mio corpo..., prendete e bevete, questo è il mio sangue".

Una donazione dell'uno all'altro che abbraccia tutta la vastissima gamma della carità.



LA "MIA" MESSA

Si può avere una certa attrattiva per la Messa, per cui vi si va con frequenza, anche tutti i giorni.

Delle volte si può sentire qualche soddisfazione nel­l'unirci a Cristo, nell'immolarci con Cristo, nel donarci con Cristo.

Però facciamo attenzione a non ridurre la Messa ad un atto a se stante, a non lasciarla in chiesa, mentre ritorniamo alle nostre case, alle nostre abituali e quoti­diane occupazioni, perché la Messa è vita, quindi dev'essere non solo celebrata, ma anche vissuta.

Dopo aver partecipato alla Messa di Cristo, dobbiamo uscire dalla chiesa con il pensiero, con il proposito di andare a celebrare la nostra Messa.

Gesù rimane in chiesa, ma viene anche con noi, è in noi.

Questa sua presenza in noi, se sappiamo captare le sue emissioni di amore, ci mette in sintonia con la sua presenza eucaristica, dove continua ad offrirsi, immo­larsi, donarsi. Per cui non dobbiamo accontentarci di andare a Messa, ma sentirci sospinti a portarci di altare in altare dove Gesù ad ogni ora riattualizza il suo sacri­ficio e attende la nostra presenza, perché non può esse­re più solo, come lo fu sul Calvario.

Teniamo presente questa Messa continuata di Cristo e sincronizziamoci con essa.

Mentre siamo raccolti nella preghiera o assorbiti dal lavoro o tormentati dalla sofferenza, mentre camminia­mo, mentre ci troviamo seduti attorno al desco domesti­co, mentre ci prendiamo un sollievo.... Gesù s'immola su qualche altare:

- ascoltiamo e accettiamo la parola di Dio, che ci viene rivolta, manifestata nel dovere di quel momento;

- deponiamo sulla patena l'azione che stiamo facendo;

- versiamo sul calice la sofferenza che ci preoccupa;

- pensiamo alla consacrazione e con Gesù conformia­moci alla volontà di Dio;

- il pensiero della comunione ci sospinga a donarci ai fratelli come Gesù si dona a noi.

Così, in concomitanza alla proclamazione della paro­la di Dio, all'offertorio, alla consacrazione, alla comu­nione, che continuamente si susseguono nelle nostre chiese, noi viviamo la nostra Messa nella Messa di Cristo.

In questa unione offertoriale con Cristo, la nostra azione, anche la più ordinaria e insignificante, diventa azione di Cristo e, in lui, un'offerta viva a gloria del Padre e a salvezza dei fratelli.

Tutti, in qualunque occupazione o situazione, possia­mo compiere e vivere questo inserimento nel sacrificio di Cristo, perché non si richiedono doti particolari, ma soltanto quella delicatezza d'animo che ci fa rispondere "sì" all'attesa di Gesù.

Un "sì" che possiamo manifestare, concretizzare in questa breve espressione: Gesù, con te!

Semplice invocazione che, se detta col cuore, acqui­sta una tale potenza da unirci a Cristo, da offrirci con Cristo, da trasformare la nostra vita e renderla divina­mente ricca, anche se dagli uomini poco apprezzata.

Gesù, con te! Celebreremo ogni giorno la nostra Messa, vivremo la nostra Messa, diverremo Messa vivente.






Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 23:40. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com