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ADORAZIONE EUCARISTICA: Anime Riparatrici di padre Emilio Santini

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 12:45
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Sesso: Femminile
05/09/2009 12:45

GESÙ, FA' CHE MANIFESTI IL TUO VOLTO!

Anima eucaristica riparatrice, ritorno a te perché ti penso e ti ve­do in uno stato d'animo molto fluttuante.

Ti trovi dibattuta tra la serenità e la tristezza, tra la certezza e l'in­differenza, tra l'abbandono e la paura...

Ancora non sei approdata al porto sicuro della fiducia in Dio, non sei riuscita a salire sulla barca dell'abbandono a Dio, la sola che può darti sicurezza, serenità nell'attraversare il mare infido di questo mondo.

A volte ti agiti, ti rattristi, ti avvilisci perché provi a salire..., rie­sci a superare qualche gradino..., ma ecco all'improvviso un'onda più forte ...e ti ritrovi a terra.

Se vuoi superare l'onda, se vuoi salire sulla barca..., non guarda­re attorno a te, non lasciarti abbagliare da quella gioia, da quel sor­riso che puoi ammirare .... e forse anche invidiare in certe persone, in certe trasmissioni televisive ... Ma entra in te stessa e, camminan­do tra le tue incertezze, tra le tue paure, tra le tue impazienze..., sappi trovare Colui che è in te, che è il nocchiero della tua barca, della tua vita.



Gesù in te.

Ravviva la fede e credi alla presenza di Gesù in te. Egli non tiene conto delle tue qualità, delle tue capacità.... neppure delle tue infe­deltà.. . Ti ama! E perché ti ama, vuole venire in te per vivere con te.

Si fida totalmente di te che si abbandona a te. Ti lascia talmente libera che puoi accoglierlo o rifiutarlo, amarlo o insultarlo, onorar­lo o profanarlo ... Puoi fare di Lui ciò che vuoi...., ma non cesserà mai di amarti ... Pazientemente, soavemente ti attende sempre, anzi ti sollecita, ti stimola perché Gli apra le porte del tuo cuore.

Vuole penetrare sempre più nella tua volontà, perché sa bene che soltanto nella conformità della tua alla sua volontà, potrai superare, evitare il contrasto, la croce, la sofferenza..., tutto ciò che può ren­derti triste.



Tu in Gesù.

Di fronte a questa fiducia che Gesù pone in te, di fronte a questa sua paterna premura di renderti felice, cessa di dubitare e fidati di Lui. Con tutta tranquillità sali su una macchina e fiduciosa ti lasci por­tare. Almeno con altrettanta fiducia lasciati portare da Colui che guida l'universo, che in questo susseguirsi di avvenimenti lieti e tristi, ha un disegno d'amore anche per te.

Tu non vedi..., non senti nulla..., e il dubbio potrebbe turbarti. Ma Gesù ti viene incontro anche in queste incertezze. Ti dà un se­gno. Ti offre l'Eucaristia, dove questo dono vicendevole - Gesù a te e tu a Gesù - si realizza anche in modo sensibile, concreto: "Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue, rimane in me e io in lui" (Giov. 6,56).

"Mangiare", "bere", indicano quell'azione nella quale tu inserisci in te stesso un cibo, una bevanda, che poi il tuo organismo trasforma in sostentamento del tuo corpo, in vita della tua vita.

Nel Pane eucaristico tu ricevi il Verbo fatto carne. Però non sei tu che Lo trasformi in te, bensì è Lui che ti trasforma in Sé. Colui che ha unito in Sé la natura umana e la natura divina, dimo­ra in te e ti fa vivere della sua stessa vita: "Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me, e io vivo per il Padre, così colui che mange­rà la mia carne, vivrà per me" (Giov. 6,57).

Egli vive in virtù del Padre. Tu che nel sacramento ricevi la sua carne, mediante questa sua umanità, vivi di quella vita che Egli ha dal Padre.

Realizzi la sua preghiera: "Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola" (Giov. 17,21).



Non sei sola.

Se Gesù è in te, se si unisce a te, se ti unisce a Sé, se vive con te, devi convincerti che non sei sola. Sei un membro del Corpo Mi­stico, e Gesù vuole servirsi anche di te per rivivere in te la volontà salvifica del Padre.

Renditi maggiormente convinta che in questa tua misteriosa unio­ne con Gesù, Egli vive in te, e che tu vivi della sua stessa vita: "Io sono la vite, voi i tralci".

Allora tu, povera, fragile creatura, con un corpo fatto di terra, sog­getto alla malattia, alla stanchezza, alla vecchiaia..., con un'anima incline al male, attratta da umilianti passioni..., con la vita della Grazia sei una nuova creatura, figlia di Dio, tabernacolo vivo di Dio.



Vivi con il tuo Gesù
Nella calma e nella serenità,

nella stanchezza e nella monotonia del quotidiano,

nella solitudine e nello sconforto,

nella tribolazione e nella malattia,

nell'angoscia e nella preoccupazione,

negli assalti delle passioni e nei tentennamenti della tua volontà, pensa a questa vita di Gesù in te,

saranno tante occasioni che svilupperanno questa presenza vitale di Gesù in te e di te in Gesù, generando fra te e Lui un'intimità sempre crescente.

Per cui non devi sentirti sola.

Non sei sola nella preghiera, Gesù prega con te;

non sei sola nel tuo dovere quotidiano, Gesù agisce e opera con te;

non sei sola quando senti venir meno le forze, la salute, l'udito, la vista...Gesù si fa partecipe della tua angoscia;

non sei sola quando ti vedi incompresa, dimenticata, trascurata.... Gesù ti si fa sentire fedele amico;

non sei sola in quella disgrazia improvvisa, Gesù ti comunica il suo conforto;

non sei sola dopo il peccato, Gesù ti offre la sua misericordia. In questa meravigliosa unione che soltanto un amore onnipotente poteva escogitare e attuare, la tua vita diventa vita di Gesù, la vita di Gesù la tua vita.

Potresti obbiettare: la mia vita è sempre la mia, con le sue miserie e debolezze.

Potresti avere anche ragione. Ma dopo tante Messe, Comunioni, adorazioni; dopo tanti atti di fede, di amore, di offerta.... qualcosa di Gesù sarà pur rimasto in te e avrà certamente trasfuso nei tuoi pensieri, nei tuoi desideri, nei tuoi sentimenti..., i suoi pensieri, i suoi desideri, e suoi sentimenti..., in modo da farti pensare, volere, agire secondo il disegno d'amore che Egli ha per te.

Manifesti il suo volto.

Dalla consapevolezza di possedere Gesù, di essere posseduta da Gesù, Gesù diventa il tuo rifugio; la tua sicurezza. E proprio per questa sicurezza sorge nel tuo animo fiducia, abbandono, serenità, gioia, sorriso...

Renditi finalmente convinta di avere in te questa potenza divina, - che trasforma la tua sofferenza in una gioiosa partecipazione alla sofferenza redentiva di Cristo;

- che vince e cambia la tua tristezza in una serenità imperturbabile;

- che inserisce nella tua solitudine la consolante presenza di Gesù. Questa azione della grazia non puoi trattenere, nascondere nel tuo intimo, perché spontaneamente sale e trasfigura il tuo volto.

Manifesti, senza che te ne accorgi, lo sguardo, il sorriso, la sere­nità di Gesù che è in te.

Allora in qualunque luogo potrai trovarti - in chiesa, in casa, in ufficio, in viaggio, nei campi... - in qualunque stato potrai trovarti - nella salute o nell'infermità, nell'azione o nell'impossibilità di agi­re, nella comprensione o nell'abbandono... - sempre e ovunque la­scia trasparire dal tuo volto questo raggio divino, il sorriso di Gesù.

Se a volte ti costa, inserisciti maggiormente in Gesù, presente in te, e ricevi l'energia necessaria per irradiare quella serenità che sol­leva i cuori.

Ricordati che Gesù in te è la dinamo, e il tuo volto è la lampadina. Tieni accesa questa lampada, presenterai l'apologia più credibile della tua fede, svolgerai l'apostolato più atteso da una società che barcol­la nelle tenebre, in preda a tanta stanchezza e sfiducia.



GESÙ, FA' CHE TI TROVI IN ME!

Anima eucaristica riparatrice, ti scrivo, guardando in me. Per cui ti prego di comprendermi e sopportarmi se ti presento ancora una volta una riflessione che è come una risonanza del mio tormento in­teriore.

Gesù ti ama..., si dona totalmente a te..., vive in te ... Una realtà così sublime che ti sembra un'illusione, tanto più che ogni giorno ti trovi a dover sopportare una vita che è sempre la stessa, con le sue debolezze, incertezze, paure...

Non ti senti penetrata, illuminata, sorretta dalla grazia. Per cui il tuo animo non è sempre sereno, il tuo volto difficilmente è l'espres­sione di quello di Gesù.

Non puoi pretendere di manifestarlo se prima non ti rendi consape­vole, convinta che Gesù è in te, vive con te, opera con te, soffre con te, gioisce con te...



Tesoro nascosto.

Questo mistero della vita di Gesù in te, è come un tesoro nascosto nel tuo intimo. Scoprirlo, conoscerlo, viverlo è la grande scienza della salvezza, è l'unica cosa necessaria, è la vera vita, che ora possie­di mediante la grazia e che un giorno vivrai in cielo mediante la gloria.

Questa presenza, questa vita di Gesù in te, è il dogma più subli­me, più consolante, più degno di considerazione. Infatti che vi è di più grande che avere Dio realmente in te? Che vi è di più consolante che vivere della vita di Dio? Che vi è di più incoraggiante che avere a tua disposizione lo Spirito di Dio?

Riflettici, convinciti e deciditi a vendere tutto il tuo avere per ac­quistare questo unico tesoro prezioso.



Nel tuo intimo.

Entra nel tuo intimo, dove Gesù ti attende e ti chiede di dargli la tua vita per vivere e crescere in te.

Ricordati che nel Battesimo sei stata innestata in Cristo, per cui la sua vita è divenuta vita della tua anima, come la tua anima è vita del tuo corpo. Questa grazia del Battesimo deve crescere in te fino a farti giungere all'età perfetta di Cristo.

Gesù ti previene con la sua grazia, ma non agisce senza te. Senza te ti ha creata e redenta, ma senza te non ti salva. Senza te è nato in te, ma senza te deperisce e muore.

Guarda, osserva come Gesù è in te..., se è vivo e vigoroso, oppu­re se è rimasto piccolo piccolo.

Se non noti nulla di particolare, sappi risalire dagli effetti alla causa. Se sei impaziente, scontenta.... se il tuo volto è turbato, se il tuo cuore è agitato, se la tua volontà è titubante..., Gesù in te potrebbe essere malato, paralizzato, agonizzante.

Per ridargli vita e vigore, tieni presente la frase del Battista: "Egli deve crescere e io diminuire".

Devi morire giorno per giorno al tuo "io", per far crescere in te il tuo "Dio".

Certamente "questo morire" è la massima sofferenza, ma la pro­gressiva mortificazione del tuo "io", la progressiva sottomissione della tua volontà alla volontà di Dio, è la tua progressiva consape­volezza di Dio in te, è la tua progressiva conquista di Dio in te.



La vera vita.

Proprio in questo reciproco donarsi, in questa alternativa di dare e ricevere, devi far consistere la tua vita cristiana, in particolare la tua vita di anima eucaristica riparatrice.

Penetra in questa vita e vivila con generosità; è la più vigorosa, la più travolgente vita che si possa immaginare: non sei più tu che vivi, ma è Cristo che vive in te.



Nel quotidiano.

Potresti pensare: sono belle parole, ma la realtà è un'altra.

Purtroppo hai ragione. La mia vita, la tua vita non manifestano questa trasformazione. E certamente anche tu ti sarai chiesta più volte perché la tua vita continua a manifestarsi triste, scontenta, scoraggiata, sfiduciata, delusa.... nonostante le continue e molteplici preghiere.

Non perdere del tempo prezioso sui tuoi "perché", ma piuttosto approfitta e rifletti su certe illuminazioni interiori, per comprendere sempre meglio che le virtù non sono un dono che ricevi da altri, nep­pure una conquista delle tue forze, ma sono fiori che spuntano dal tuo intimo, dove il divin Giardiniere attende il tuo consenso, la tua collaborazione per piantarli e coltivarli.

Se vuoi una vigorosa fioritura, va', cerca, trova, acquista il teso­ro nascosto in te, che è Cristo Gesù.

Più Lo trovi, più vive in te e con te. Però per trovarlo e farlo tuo nel tuo pensare, nel volere, nell'agire, devi togliere dalla tua vita quotidiana quella coltre che te Lo nasconde e che Gli impedisce di crescere in te, che è il tuo vivere abitudinario.



L'abitudine.

Nella monotonia delle tue azioni quotidiane ti sei ammalata di abi­tudine. Una brutta malattia che ti fa agire senza riflettere, senza com­prendere; che ti trattiene nel tuo mondo esteriore, senza permetterti di entrare in te stessa.

Forse hai acquisito tale abitudine, ma neppure te ne accor­gi. Per cui ti presento alcuni casi, sui quali puoi esaminarti, confrontarti, e così conoscere quale influenza l'abitudine esercita nel tuo agire quotidiano.

- Tu preghi, forse anche molto. Però fa' attenzione se l'abitudine avesse ridotto le tue preghiere a un semplice bisbigliare di parole. Perché può darsi il caso che tu preghi senza pensare a quello che dici, senza metterti in comunione con Gesù che è in te, senza inse­rirti nella sua preghiera, senza sentirti nutrita, rafforzata spiritual­mente. Preghi per poter dire che hai pregato. Guardi più te stessa che il Signore. Ti compiaci dell'esteriorità.

- Nella Messa non vi è quella partecipazione che ti fa morire e risor­gere con Cristo. Ti sei abituata e fermata alla semplice presenza.

- Credi alla presenza di Gesù nell'Ostia e Lo ricevi in te. Ma tu ri­mani fuori, non entri, non ti trattieni con Lui. L'abitudine ti fa fare una Comunione che non realizza in te la "comune unione".

- Senti il desiderio della Confessione e ti confessi. Ma ti sei così abi­tuata a ripetere le stesse cose che rimani sempre la stessa. "Oh felix culpa!", sarebbe il caso di dire, se un certo peccato ti scuotesse, ti aprisse gli occhi.

- Infine ti piace leggere, ascoltare la Parola di Dio, ma quel sentire è divenuto un dolce suono che ti sfiora appena e va a perdersi nel vuoto. Quanta incoerenza! Ascolti ma non ti lasci penetrare, sai ma non fai, dici ma non vivi. Ti sei assuefatta a due modi di vivere: dare a Dio qualche preghiera, e tenerti mente, cuore e attività per il tuo egoismo.

Delle volte ne senti vergogna, ti trovi a disagio, ma l'abitudine ti ha tolto la forza di reagire.



Reazione.

In questa perplessità della tua anima, in questa malinconia indefi­nita, in questa tristezza e solitudine opprimenti, anche dalla tue lab­bra potrebbe uscire l'angoscioso lamento: sono stanca! E una nota di pessimismo può sfiorare la tua vita, la sfiducia può sorgere dal tuo animo, puoi sentirti tentata di fermarti, di fare "sciopero".

Non spaventarti! È duro reagire all'abitudine, è difficile guarire da questa pessima malattia dello spirito, ma tutto puoi in Colui che ti ama. Egli non guarda la tua passata indolenza, i tuoi ripiegamenti, ma si compiace del tuo amore.

Ama Colui che ti ama. Soltanto l'amore potrà liberarti dall'abitu­dine e ridarti la vera vita.

Per risorgere a vita nuova, entra, e scendi nel tuo intimo, e cerca e trova il prezioso tesoro che è in te. Gesù non ti farà attendere, ti si manifesterà e ti si donerà.

Prendilo, è tuo. Il Gesù del Tabernacolo è di tutti, invece il Gesù del tuo cuore è soltanto tuo. Sappi sentirlo tuo. Gesù a te e tu a Ge­sù, per vivere insieme, per pregare, parlare, agire, soffrire, amare insieme.

Acquisterai e manifesterai quella serenità che nulla agita, turba, spaventa.

Sarai felice di quella felicità che resiste a tutte le prove e contra­rietà della vita.

Avrai quella pace immutabile che possiede Dio.

Sappi insistere, resistere, perseverare in questo cammino nel tuo mondo interiore; anche se delle volte vi trovi l'oscurità più profon­da, vi sarà sempre quella fiammella che ti illuminerà, ti purificherà, ti fortificherà, ti comunicherà pace, serenità, gioia, trasformando il tuo volto in quello di Gesù.

Recitiamo un’Ave Maria per Padre Emilio Santini

Autore “santo” di questi insegnamenti Eucaristici!

Ave, o Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e be­nedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. San­ta Maria, Madre di Dio, prega per noi pec­catori, adesso e nell'ora della nostra mor­te.
Amen.


[SM=g27998]


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