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Alle sorgenti della vera pietà (Carità nella Verità dottrinale) di don Fusina

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 16:24
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05/09/2009 16:02

ALLE SORGENTI DELLA PIETA’

Elevazioni spirituali sulle grandi verità che generano nell’anima la vera pietà cristiana

Di Don Luigi Maria Fusina

PRESENTAZIONE

I1 dono che don Luigi Fusina mette in mano ai cristiani che non hanno esigenze culturali, ma quella di rifondare la propria fede, viene a proposito. Si ha davvero la sensazione che quella di molti cristiani sia più religiosità che fede vera.

Vale la pena di cercare ulteriori cause di questa povertà di fede?

Personalmente ritengo che non ci sia vero interesse per una riflessione che permetta di rendersi conto del perché cre­diamo.

C'è la tendenza a tirare avanti, quasi per moto ondoso.

Il problema affiora quando si incontrano gli innumerevoli scogli che la vita fa affiorare bruscamente.

Allora la crisi latente assume uno spessore nuovo e la tentazione è quella di lasciar perdere.

Il lavoro di don Luigi Fusina è l'offerta di un aiuto che mira a chiarire idee, a creare convinzioni, a nutrire con pane sostanzioso la fede, a sfatare pregiudizi.

E' frutto, come afferma onestamente l'autore, di un'esperienza pastorale maturata in cinquant'anni di ministero sacerdotale non soltanto come giovane prete a Quaderni, a Montorio, a S. Maria in Organo, ma anche come parroco a Monzambano (MN) che allora apparteneva alla Diocesi di Verona e da ultimo, ancora in città nella parrocchia di Santo Stefano dove ora risiede.

Ma don Luigi ebbe modo di conoscere anche il mondo giovanile quando, per otto anni, fu Assistente della gioventù femminile di Azione Cattolica. Lo scrivente ebbe modo durante il suo ministero di incontrare parecchie di quelle ragazze, oramai diventate spose e madri, che ricordavano con riconoscenza l'aiuto di don Luigi.

Auguro che il presente sussidio possa svolgere un servizio prezioso per la fede di tutti coloro che desiderano rispondere a chiunque domandi ragione della speranza "che è in cia­scuno di noi" (cfr 1Pt 3,15).

MONS. GIANCARLO AGNOLINI VICARIO EPISCOPALE PER LE OPERE DI CARITA’ E SALUTE

P.S.: Ringrazio inoltre l'autore che ha voluto devolvere il ricavato dalla vendita del volume per contribuire alla costruzione della. "Piccola. fraternità diocesana Giubileo" che accoglierà venti disabili gravi.

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PREFAZIONE

Nel 1981 ho tenuto una serie di conferenze a Telepace in occasione dell'anno commemorativo del Concilio di Costantinopoli, durante il quale fu completata la professione di fede di Nicea. E' la stessa professione di fede che, col nome di Credo Niceno - Costantinopolitano, viene recitata ogni domenica nella celebrazione eucaristica.

Lo scopo di quelle conferenze non era di fare una specie di catechismo, ma di mettere alcune basi serie alla devozione dei miei ascoltatori seguendo lo schema del Credo. Ero infatti convinto, e lo sono tuttora, che la vera pietà cristiana non nasce dal sentimento, ma da quelle verità che costituiscono i fondamenti della nostra fede. La devozione infatti è come la struttura di una casa. Se poggia su solidi fondamenti non crollerà mai neanche quando la bufera si scatenerà contro di essa; ma se il fondamento è labile cadrà alla prima scossa di terremoto o alla prima violenza del vento. E' lo stesso Gesù che ce lo dice: "Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla. roccia.

Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia...

Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la. sua casa sulla. sabbia.

Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande" (Mt 7,24-27).

Questa convinzione mi spinge ora a dare alle stampe quelle conferenze, nella speranza che possano essere ancora utili a qualcuno. Naturalmente le ho un po' rimaneggiate per adattarle alla lettura, ma senza togliere l'originario tono discorsivo e semplice che tanto era piaciuto ai miei ascoltatori, come più e più volte mi hanno testimoniato.

Il taglio è eminentemente spirituale e pastorale, orientato cioè a suscitare meditazione e preghiera nei semplici fedeli e non studio o discussione tra i dotti. Ripeto che non sono ca­techesi vere e proprie, anche se, dato il loro tema, servono indubbiamente ad alimentare la fede. Sono più che altro sprazzi di luce diretti ad illuminare gli occhi interiori del cuore. Spero che anche i miei lettori ne rimangano soddi­sfatti. Per aiutarli a trasfondere la verità nella pietà vi ho aggiunto delle "contemplazioni" o, meglio, delle indicazioni per la preghiera contemplativa. Di solito si tratta di pagine bibliche che richiamano quanto esposto nelle conferenze. Sono convinto infatti che la Parola di Dio va non solo stu­diata, ma soprattutto meditata, gustata, contemplata con i sensi dello spirito, sotto l'azione dolce e serena dello Spirito Santo. Si tratta di imparare da Maria la quale, dice il vangelo, "custodiva tutti questi fatti meditandoli nel suo cuore" (Lc 2,19). La scuola di Maria è molto semplice ed è fatta per i semplici e i piccoli. Per questo ho scelto un linguaggio volutamente povero e semplice. Le stesse citazioni scritturali non sono sempre strettamente letterali proprio per renderle facilmente comprensibili a tutti. In tal caso le ho trascritte precedute da cfr (= confronta) rimandando al testo ufficiale chi volesse la Parola di Dio originale. Bisogna perciò farsi "piccoli" per entrare nel clima di queste conferenze e per coglierne il vero frutto spirituale. Ciò non significa affatto che la dottrina contenuta sia da considerarsi campata in aria o fantasiosa. Prima di parlare ho studiato e mi sono documentato con grande serietà ed impegno. Talvolta su di un determinato testo o argomento ci possono essere ipotesi diverse di interpretazione. In tal caso ho scelto quella che, a mio parere, sembra più conforme all'insegnamento del Magistero della Chiesa o quella comunemente accolta dai maestri di teologia.

Però non c'è affermazione che non si appoggi a solido fondamento. Il mio scopo infatti era e rimane quello di mettere alla portata di tutti, specialmente dei più umili, quanto la Chiesa insegna con il suo magistero fondato sulle Sacre Scritture sulla Tradizione Apostolica. Per quanto riguarda le proposte per la preghiera contemplativa nella scelta dei brani biblici ho seguito il mio istinto interiore, ma nulla impedisce al lettore di usarne altri. L'importante è che tutto non si riduca alla sola lettura, ma diventi sorgente di vera pietà cristiana. Sono stato anche tentato di fare una riflessione particolare sulla Madonna e sul suo ruolo materno nella Chiesa e nella vita di ogni figlio di Dio, ma ho preferito richiamarne la presenza mano mano che i misteri proclamati nel Credo vengono spiegati. Ritengo in tal modo che la figura della nostra Mamma celeste possa apparire meglio evidenziata lungo il cammino del Progetto di Dio, come parte integrante di esso.

Voglia il Cielo che il mio lettore possa abbeverarsi abbondantemente di quest'acqua spirituale che umilmente gli porgo nel misero recipiente di questo libro. Perlomeno mi auguro che, non soddisfatto, gli venga la voglia di accedere a libri più consistenti e più appetibili, primo fra tutti Il Ca­techismo della Chiesa Cattolica dove troverà i misteri della fede spiegati ed esposti non solo con maggior abbondanza, ma anche e soprattutto con l'autorevolezza che gli proviene dal Magistero del Papa e del Concilio Vaticano II.

Affido e consacro alla Madonna il mio umile lavoro pregandola vivamente di benedire chiunque lo prenda in mano affinché la lettura sia per lui fonte di luce e di grazia.

DON LUIGI MARIA FUSINA



AVVERTENZE

1 - Ti richiamo quanto ho scritto nella prefazione e cioè che questo non è un catechismo e neppure un libro di teologia. E' un libro di meditazioni, anzi di elevazioni spirituali sulle verità che costituiscono il fondamento della nostra fede cristiana. Quindi non pensare di trovare tutte le spiegazioni che ordinariamente si trovano in libri di catechesi. Semplicemente troverai degli spunti per elevare la tua mente e il tuo cuore a Dio. Immagina di trovarti in alta montagna con un amico. Sei seduto e davanti a te si spalanca un panorama ricco e me­raviglioso. L'amico ti sollecita continuamente: "Guarda laggiù... guarda quello scorcio a destra... guarda il colore del cielo..." e via dicendo. E tu, docile, segui queste sollecitazioni e guardi in silenzio. Contempli e nel contemplare senti sgorgare dal cuore lo stupore, la meraviglia, la gioia! Piano piano il tuo spirito si eleva verso il Creatore di queste bellezze e senti di entrare in comunione con Lui così, nella pace, nella serenità, senza bisogno di dire una sola parola! Non è preghiera anche questa, anzi la preghiera più bella e più vera?

2 - Perché questo si verífichi è necessario che ti accosti al libro con alcuni atteggiamenti interiori senza dei quali resterà lettera morta e ti annoierà.

A) Prima di tutto devi accostarti a queste pagine con umiltà, cioè senza la pretesa di trovarvi chissà quali rivelazioni. E' un libro semplice, scritto per gente semplice e con parole semplici. Fatti bambino: ti piacerà!

B) In secondo luogo prega la Madonna che ti accompagni nella lettura come ha accompagnato me nella stesura.

cioè che logia. E, verità cristiani che emente cuore a ico. Sei e me­"Guarda lore del -itazioni e senti Piano bellezze e, nella Non è e più al libro resterà umiltà, ni. E' un emplici.

mpagni stesura.

Ricordati della mamma, quando da piccolo, t'insegnava le preghiere e ti parlava di Dio con tanta semplicità. Questo oggi lo vuol fare la Mamma celeste. Basta che tu ti metta ai suoi piedi e l'ascolti. Sarà Lei a parlare al tuo cuore.

C) Infine prega lo Spirito Santo. Le sollecitazioni che troverai vengono da Lui perché vuole farti entrare nei grandi misteri di Dio, là. dove nessun uomo, per quanto dotto, potrà mai portarti e dove solo la luce della divina grazia ti aprirà lo sguardo del cuore su orizzonti infiniti. Prega prima di cominciare a leggere, prega durante la lettura con slanci d'amore, prega e ringrazia alla fine perché quanto hai contemplato si solidiftchi nel tuo spirito. E non aver fretta: il passo di Maria e la luce dello Spi­rito si adattano alla tua piccolezza, non temere! Leggi e rileggi e, magari, leggi ancora. Piano piano arriverai là dove Essi desiderano condurti.

Auguri e buon viaggio nello spazio immenso e meraviglioso della nostra fede!





- Capitolo 1 -

IO CREDO

VERITA' E REALTA'


Con questo capitolo iniziamo una serie di riflessioni spi­rituali sulle grandi verità-realtà che stanno a fondamento della nostra fede e che noi professiamo solennemente ogni domenica quando recitiamo il Credo.

Il nostro tema sarà dunque il Credo della Messa. In esso si esprime tutta la nostra fede. Per questo viene chiamato simbolo che vuol dire raccolta o anche riassunto.

Un'altra cosa che vorrei subito sottolineare è questa: noi parliamo sempre di verità della fede, di verità rivelate, ecc. L'espressione è giusta, ma può dar adito ad interpretazioni non esatte. Bisogna tenere presente che si tratta di realtà, cioè di fatti concreti che il Signore o ha già compiuto, o compie, o anche compirà per noi. Questi fatti sono verità proprio perché sono fatti reali, veri, dei quali noi siamo a conoscenza con assoluta certezza perché è Dio stesso che ce li rivela.

Nella traduzione italiana del Credo si è voluto rispettare il senso genuino dei fatti e la loro collocazione nel tempo usando forme verbali diverse, anche se non sempre sembrano sintatticamente corrette.

a) Per esprimere fatti che Dio ha compiuto una volta per sempre e che non sussistono più si è usato il passato remoto: es. fu crocifisso, morì, fu sepolto, risuscitò... Sono fatti accaduti e fissati per sempre nel passato. Essi non ritorneranno mai più anche se i loro frutti arrivano fino a noi.

b) Per esprimere invece fatti che hanno avuto inizio nel passato, ma che continuano anche oggi, si è usata la forma verbale del passato prossimo: essi è incarnato, si è fatto uomo, è salito al cielo, ecc. Gesù, infatti, si è incarnato e si è fatto uomo nel seno di Maria nel Natale di 2000 anni or sono, ma continua ad essere uomo come noi anche oggi. Così Egli è salito al cielo una volta per sempre, ma la sua permanenza in cielo continua anche oggi.

c) Per esprimere fatti attuali si è usato, ovviamente, il presente: es. siede alla destra del Padre. Gesù siede ora alla destra di Dio!

d) Infine per esprimere fatti che Dio compirà secondo le sue promesse, si è usato il futuro: Il Suo regno non avrà fine... Credo la vita del mondo che verrà, ecc.

Già da questa puntualizzazione si vede l'importanza che ha ogni singola parola del Credo e come proprio nulla, neppure una virgola, sia messa lì senza uno scopo.

Infine un'ultima osservazione generale prima di entrare nel­la meditazione dei singoli articoli di fede: nel simbolo della Messa (che si chiama Simbolo Niceno - Costantinopolitano perché soprattutto espressione dei Concili di Nicea e di Costantinopoli) sono racchiuse tutte e solo quelle verità della fede che sono accettate da tutti i cristiani, siano essi cattolici o meno. Si tratta delle verità essenziali, dei fatti fondamentali. Naturalmente ci sono altre verità e altri fatti che non sono racchiusi nel Simbolo. Anche questi tuttavia hanno in esso la loro base, il loro fondamento (es.: l'Eucarestia, i dogmi mariani, le verità concernenti la Chiesa).

qui abbiamo le sorgenti del grande fiume della tradi­zione Cristiana. Pur non essendo ispirato come la Bibbia, il Simbolo Niceno - Costantinopolitano è certamente una Parola sicura che ci viene da Dio mediante la Chiesa. "Questa è la nostra fede. Questa è la fede della Chiesa. E noi ci gloriamo di professarla in Cristo Gesù, nostro Signore". Quando recitiamo il Credo nella Messa ci mettiamo in incarnato, si è si è incarnato di 2000 anni i anche oggi. e, ma la sua ovviamente, il siede ora alla secondo le no non avrà a che ha a, neppure entrare nel­imbolo della tinopolitano Nicea e di uelle verità tiani, siano senziali, dei verità e altri che questi amento (es.: cernenti la della tradi­la Bibbia, il ente una la Chiesa. Chiesa. E noi tro Signore". ettiamo in comunione fraterna con tutti i credenti del mondo e con tutti i milioni e milioni di cristiani "che ci hanno preceduti nel segno della fede e dormono il sonno della pace" (Dalla Prima Preghiera Eucaristica della Messa).





IO CREDO

Il simbolo comincia con l'affermazione: " Io credo".

E' un'affermazione categorica, personale, impegnativa.

a) E' categorica: cioè non ammette alcun dubbio. Non ci sono né i se né i ma. Infatti i se ed i ma uccidono la vera fede. Mi viene in mente una piccola poesia del Trilussa in propo­sito. E' molto significativa:

Credo in Dio Padre onnipotente. Ma... Ci'ai quarche dubbio? Tiettelo pe' te. La Fede è bella senza li "chissà", senza li "come" e senza li "perché".

b) L'affermazione "io credo" non solo è categorica, ma è anche personale. Non si dice: "noi crediamo", ma "io credo". Essa ci coinvolge di persona. Si tratta di un affare che ci tocca personalmente e che nessun altro può affrontare al nostro posto. Anche quando i genitori, e tutta la Chiesa con loro, professano la fede a nome del bambino che viene battezzato lo fanno al singolare proprio per indicare questo coinvolgimento personale. Appena ne avrà la possibilità, il bambino dovrà ratificare liberamente e personalmente quell'atto di fede.

c) Infine l'affermazione "io credo" è impegnativa. Infatti non si tratta tanto di un atto intellettuale, quanto di un atto umano completo, nel quale cioè sono coinvolte tutte le facoltà dell'uomo, tutto il suo essere.

Questo è più facile intenderlo esaminando bene il significato del nostro credere. Che significa dunque credere in senso cristiano?

Forse la più bella spiegazione è quella che ci è data nell'Apocalisse, là dove si legge: "Ecco, io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia parola e mi apre, Io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con Me" (Ap 3,20).

Esaminiamo bene questo versetto della Bibbia e compren­deremo il vero, profondo, significato della nostra fede.

1) "Io sto alla porta e busso". Colui che parla è Gesù. La porta è il nostro cuore. L'iniziativa della fede parte da Lui, non da noi. E' Lui che per primo viene a noi e bussa, cioè ci offre la sua rivelazione. Gesù bussa e parla per mezzo della sua Chiesa che predica il Vangelo a tutte le genti. Quando la parola del Vangelo arriva al tuo cuore è Gesù che bussa perché vuole entrare in te con la pienezza della sua vita e dei suoi doni di salvezza.

2) "Se uno ascolta la mia parola". La fede nasce dall'ascolto della parola di Gesù. Presuppone, quindi, attenzione e ri­flessione sincera e onesta. Molti non hanno fede o perché non prestano attenzione alla Parola di Gesù, o perché non vi riflettono con sincerità e con onestà. Ricordate la parabola del seminatore e del seme caduto sulla strada, tra le pietre e tra le spine? (cfr Mt 13,3-23).

Se si vuol credere bisogna perciò ascoltare la parola di Dio, ma ascoltarla con attenzione, con riflessione e con onestà di cuore, ossia con rettitudine. C'è, dunque, un impegno da parte nostra che precede la fede. Senza di esso non è possibile la fede! Di conseguenza Gesù condanna coloro che non credono quando la loro mancanza di fede dipende proprio dalla loro disonestà di cuore: "Chi non crederà sarà condannato" (Mc 16-16), Egli dice, e nel capitolo 3° di Giovanni afferma: "Chi non crede sarà condannato perché, a causa delle sue opere malvagie, non vuole accogliere il Figlio di Dio" (Gv 3-19).

3) "Se uno ascolta la mia parola e mi apre la porta". Non basta ascoltare la parola di Gesù: bisogna anche aprirgli la porta del cuore. Lo si fa mediante la fede. Aver fede significa accogliere Gesù nella nostra vita e farlo sedere sul trono del nostro cuore.

Accoglierlo come nostro Salvatore, perché Egli viene a portarci il dono della salvezza, cioè il perdono dei peccati e la vita nuova dei figli di Dio.

Ma non basta accoglierlo: occorre anche intronizzarlo, cioè farlo sedere sul trono del nostro cuore come Signore affidandogli il governo di tutta la nostra vita. Mediante il battesimo la Chiesa ha provveduto lei stessa ad aprire la porta del nostro cuore ed ad introdurvi Gesù, così come la mamma, con il bambino in braccio, va ad aprire la porta di casa per introdurre il papà che viene a portare i doni al suo piccino. Viene però il momento in cui il figliolo, divenuto adulto, sarà lui stesso ad aprire e ad accogliere con amore il papà quando torna a casa dal lavoro e bussa alla porta.

Molti cristiani non hanno ancora compiuto questo gesto di fede cosciente: non hanno ancora invitato Gesù ad entrare nella loro vita e a sedere sul trono del loro cuore. Non gli hanno ancora abbandonato la loro esistenza perché ne sia il sovrano assoluto.

4) "Allora io entrerò e cenerò con Lui ed egli con me". Il frutto della vera fede è la comunione con Gesù e, in Gesù, con il Padre e con lo Spirito Santo.

Gesù promette due cose:

1 ° di entrare nella nostra vita e di fare comunione con noi; 2° di farci entrare in comunione con Lui.

Sembrano due cose uguali, ma invece sono diverse e complementari. Quando Gesù dice "Io entrerò e cenerò con lui" vuol dire che effettivamente Egli si fa presente nel nostro cuore come un amico, come un dolce ospite nostro. Ma quando dice che noi faremo comunione con lui ("ed egli con Me'1, vuol significare che sarà Lui stesso a prendere il ti­mone della nostra vita e noi veniamo associati alla sua azione salvatrice. Mediante la fede non solo Gesù viene in noi e caccia fuori il peccato, ma anche diventa il motore, la sorgente infinita di una nuova vita per cui posso dire: "Non vivo più io, in realtà chi vive in me è Gesù" (Gal 2,20).

Ecco perché Gesù paragona questo atto di fede ad una nuova nascita: "Se vuoi entrare nel regno di Dio - Egli dice a Nicodemo - è necessario che tu nasca di nuovo" (Gv 3,3). Non si tratta di rinascere come uomini e neppure di risorge­re come uomini. Gesù dice chiaramente: "Ciò che nasce dal­la carne rimane carne"; cioè, dalla natura umana peccatrice nasce solo l'uomo peccatore. Se Nicodemo avesse potuto ritornare nel seno di sua madre e nascere un'altra volta, si sarebbe trovato lo stesso uomo di prima: peccatore e mortale. Così, ad esempio, quando Gesù risuscitò Lazzaro dalla tomba, lo risuscitò ancora a questa vita di peccato e di morte. Lazzaro uscito dal sepolcro non era diverso da quello che era morto. Infatti, dopo alcuni anni, tornò a morire. Invece la vita nuova che Gesù ci dona mediante la Fede ed il Battesimo è una vita diversa. E' la vita stessa del Figlio di Dio portata in noi dallo Spirito Santo. Con la risurrezione di cui parla Gesù e della quale Egli è diventato la sorgente, ci trasformiamo in uomini nuovi, immortali, beati. Dopo la risurrezione non saremo più quelli che siamo ora. Pur mantenendo la nostra identità personale e corporale, saremo uomini diversi, viventi per sempre con una vita nuova, gloriosa, santa, beata.

Ecco il senso profondo della nostra Fede! Quando noi dicia­mo "Io credo" vogliamo significare che siamo anche uomini nuovi, rinnovati dallo Spirito Santo, diventati Figli di Dio. Davanti al nostro sguardo si spalanca il grandioso panorama delle realtà divine che la parola di Dio ci rivela e nelle quali vogliamo entrare come in una terra promessa con l'aiuto materno di Maria, nostra madre. Maria, infatti, ci viene proposta dallo Spirito Santo come modello del vero credente: "Beata Colei che ha creduto..." (Lc 1,45).



CONTEMPLAZIONE

Leggi adagio il Credo con gli occhi del cuore cercando di "vedere" le Tre Persone della Ss.ma Trinità nella loro opera di salvezza, quasi fossi davanti ad un meraviglioso trittico: adorale con profonda devozione e gioia e chiedi il dono della sapienza per interiorizzare le grandi verità riassunte in questa professione della fede cristiana.



CREDO in un solo Dio

IL PADRE



1 - Padre onnipotente, Creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili.

IL FIGLIO



2 - Credo in un solo Signore, Gesù Cristo,

Unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero;

generato non creato; della stessa sostanza del Padre; per mezzo di Lui tutte le cose sono state create.

Per noi uomíni e per la nostra salvezza discese dal Cielo; e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della. Vergine Maria e si è fatto uomo.

Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. E il terzo giorno è risuscitato, secondo le scritture; è salito al Cielo, siede alla destra del Padre.

E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti e il suo regno non avrà fine.



LO SPIRITO SANTO

3 - Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita

e procede dal Padre e dal Figlio.

Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato e ha parlato per mezzo dei profeti.



L'OPERA DELLO SPIRITO

Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti

e la vita del mondo che verrà. Amen!

Ora medita con calma la Parola di Dio che hai incontrato in questa prima riflessione sul Credo:

"Ecco, Io sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia parola. e mi apre, Io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con Me" (Ap 3,20).



Vangelo di Giovanni cap. 3

C'era tra f farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: «Rabbi, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui».

Gli rispose Gesù: «In verità in verità ti dico se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio».

Gli disse Nicodèmo: «Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?».

Gli rispose Gesù: «In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito non può entrare nel regno di Dio

Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito.

Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto.

Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito». Replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?».

Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose?

In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non acco­gliete la nostra testimonianza.

Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crede­rete se vi parlerò di cose del cielo?

Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo.

E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo, perché chiunque crede in lui abbia la. vita eterna».

Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito. perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.

Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.

E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.

Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere.

Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.



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