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Alle sorgenti della vera pietà (Carità nella Verità dottrinale) di don Fusina

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 16:24
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05/09/2009 16:05


- Capitolo 4 -

"IN DIO, PADRE ONNIPOTENTE, CREATORE"

IL CREATORE


C on il primo articolo del Credo, abbiamo detto, noi espri­miamo la nostra fede nel Dio Padre del Signore Nostro Gesù Cristo e Padre Nostro Celeste.

Questo Padre è pure il Creatore onnipotente, Colui cioè che ha fatto dal nulla tutte le cose e che sostiene con la sua potenza tutto l'universo.

La creazione è uno dei grandi postulati della fede. Anche la ragione, di per sè, arriva ad ammettere un intervento divino nell'origine del mondo, ma è la Parola di Dio che ci rivela con chiarezza in che cosa consista questo intervento.



IN PRINCIPIO

La Bibbia comincia con queste parole: "In principio Dio creò il cielo e la terra" (Gen 1,1). Poi prosegue descrivendo l'evolversi del creato sotto la mano potente di Dio usando espressioni poetiche e popolari nelle quali si manifesta la mentalità semplice e concreta dei popoli di quel tempo. In questo racconto tuttavia c'è un messaggio di fede ed è la dipendenza di ogni cosa da Dio, vuoi nella sua origine, vuoi nella sua stessa esistenza. Tutto viene da Dio e tutto sussiste in Lui. Nulla esiste, o può esistere, senza di Lui!



LA SCIENZA

La scienza moderna, pur essendo molto progredita rispetto a quella dell'Antico Testamento e pur avendo possibilità tecniche di ricerca infmitamente più valide di quelle che potevano avere gli studiosi egiziani o babilonesi, si trova tuttavia handicappata di fronte al problema dell'origine del mondo. Essa può spiegarti tutto ciò che avvenne dopo il primo istante, ma non sa dirti che cosa sia avvenuto in quell'istante (cfr. L'universo che fugge - Paul Davies, pag. 49 Ed. Mondadori). Si parla del bang iniziale, si parla di creazione continua, si parla di un universo che pulsa e respira. Tutte ipotesi scientifiche, più o meno seguite dagli studiosi moderni, ma nessuna delle quali riesce a risolvere il vero problema: che cosa .c'era prima? Come ha avuto inizio il mondo attuale? E' un mistero e tale rimane anche per la scienza.



LA FEDE

La fede, invece, ci offre la soluzione. La fede ci parla di creazione dal nulla mediante un atto d'amore onnipotente. Prima c'è Dio, Amore eterno, Amore Infinito, Amore onnipotente. Da Lui, dalla sua sapienza, dal suo cuore è partita la scintilla che ha dato origine al mondo e che ha messo in moto l'enorme, meravigliosa macchina dell'universo: "fiat"! Questa è la risposta della fede cristiana. Ma è ancora incompleta. La risposta globale è quella che troviamo in Colossesi 1,15-17: "Il Dio invisibile si è fatto visibile in Cristo nato dal Padre prima della creazione del mondo. Tutte le cose create, in cielo e sulla terra, sono state fatte per mezzo di Lui; sia le cose visibili, sia quelle invisibili: i poteri, le forze, le autorità, le potenze. Tutto fu creato per mezzo di Lui ed in vista di Lui. Cristo è prima di tutte le cose e tiene insieme tutto l'universo".

Leggiamo pure in Effesini 1,3-12: "Il Padre del Signore Nostro Gesù Cristo ci ha scelti, prima della creazione del mondo, in Cristo per renderci santi e senza difetti al suo cospetto... Nel suo progetto Dio ha scelto anche noi fin dal principio... ha voluto che fossimo una lode della sua. grandezza".

E San Giovanni, nel prologo del suo Vangelo, scrive: 'Al principio (prima che Dio creasse il mondo), c'era (colui che è) la Parola (il Verbo). Egli era con Dio; Egli era Dio. Egli era al principio con Dio. Per mezzo di Lui Dio ha creato ogni cosa e senza di Lui non ha creato nulla" (Gv 1,1-3) .

La Bibbia, dunque, non solo ci rivela che il mondo è stato creato da Dio, ma ci rivela pure come questa creazione faccia parte di un progetto divino per noi.

Nessuno costruisce una casa se non per abitarla lui stesso o per farla abitare da qualcuno; così Dio ha creato questo mondo per farlo abitare da noi, perché fosse la nostra dimora, la nostra casa.



IL PROGETTO DI DIO

Il suo progetto però va più in là. Egli vuole che noi andiamo a vivere con Lui, partecipiamo alla sua stessa vita divina. Ecco allora che, nel suo progetto, la creazione è solo il primo atto di un grande dramma. L'epilogo, il finale del dramma, è la Vita Eterna, quando tutto il progetto divino troverà il suo compimento. Perché ciò sia possibile Dio, fin dal principio, ha previsto e voluto l'incarnazione di suo Figlio, la sua passione, la sua morte e la sua risurrezione. Così in Lui, nel suo Figlio, il mondo sarebbe rinato, sarebbe ricominciato di nuovo in una nuova creazione dove il peccato e la morte, il dolore e la cattiveria non ci saranno più, ma soltanto pace, amore, gioia senza fine.

La Bibbia è molto chiara in proposito. Essa dice per bocca di San Pietro: "Dio ci ha promesso cieli nuovi ed una nuova terra, dove tutto sarà secondo la sua volontà. Questo noi aspettiamo" (Pt 3,13). E ancora: "Allora io vidi un nuovo cielo ed una nuova terra - il primo cielo e la prima terra erano spari­ti, ed il mare non c'era più - e vidi venire dal Cielo, da parte di Dio, la santa città, la nuova Gerusalemme, ornata come una sposa pronta per andare incontro al suo sposo... Non ci sarà più né lutto, né pianto, né dolore. Il mondo di prima è scomparso per sempre... Allora Dio da suo trono disse: Ora faccio nuova ogni cosa" (Ape 21,1-5).

La prima creazione, dunque, cioè quella nella quale ora vi­viamo, è orientata alla seconda, quella che Dio attuerà nel tempo stabilito. Ora noi viviamo nell'attesa, come nell'aspettativa di un parto. Nel parto ci sono due persone distinte: la mamma ed il bambino. Finché non è giunta l'ora della nascita, il bambino vive nella mamma e per mezzo della mamma. Ebbene il mondo nuovo vive ora in questo mondo creato ed attende l'ora della nascita. Scrive San Paolo: "Tutto l'universo aspetta con grande impazienza il momento in cui Dio mostrerà il vero volto dei suoi figli... Noi sappiamo che fino ad ora il creato soffre e geme come una donna che partorisce" (Rm 8,19-22).

Alla fine del Credo riprenderemo la meditazione di questa attesa quando commenteremo le ultime parole: "Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà". Ma fin d'ora noi dobbiamo aver presente "quel mondo" perché esso è già presente, come il bambino è presente nel seno materno finché non viene il giorno della nascita. E quando noi professiamo la fede in Dio Creatore non abbiamo davanti agli occhi soltanto questo universo nel quale viviamo ora come peccatori, ma anche l'altro, quello che Dio ci ha promesso ed al quale questo conduce. Parliamo infatti di creazione del mondo e di fine del mondo. In realtà il mondo non avrà fine, ma sarà trasformato dalla stessa onnipotenza divina che lo ha creato. Sarà trasformato perché corrisponda in pienezza al progetto di Dio. Il peccato lo ha guastato, come un terremoto che rende inagibile e pericolante la casa. Dalle sue rovine l'uomo è stato tratto in salvo da Cristo Signore, vivificato dal suo Sangue divino, rinato ad una vita nuova come figlio di Dio. La vecchia casa deve essere abbattuta, non distrutta. Con le sue pietre si costruirà una casa nuova, più bella, più sicura, incrollabile dove potremo abitare tranquilli per sempre. Questo è quanto Dio ha promesso di fare e questo ha già cominciato ad attuare in Cristo Gesù ed in noi.

Credere nel Creatore per un cristiano significa perciò credere anche nella futura nuova creazione. Significa accogliere la rivelazione del nuovo progetto di Dio per un mondo che non ci deluderà mai più. Ma significa anche lavorare con Dio per l'edificazione di quel mondo, come i terremotati lavorano con i loro salvatori prima nello sgombrare le macerie della vecchia casa, poi nel costruire la casa nuova.



L'IMPEGNO

La fede in Dio Creatore impegna l'uomo verso il mondo attuale e verso il mondo futuro.

a) Verso il mondo attuale: lo impegna in tre direzioni.

la direzione lo impegna a scoprire nel mondo attuale la sapienza e l'amore del Creatore, come dice bene il poeta Metastasio:

Ovunque il quardo giro - immenso Iddio ti vedo nell'opre tue t'ammiro - ti riconosco in me.

La terra, il mar, le sfere - parlano del tuo potere. Tu sei per tutto, e noi - tutti viviamo in te.

Se Dio veder tu vuoi - guardalo in ogni oggetto cercalo nel tuo petto - lo troverai con te.

2a direzione: la fede in Dio creatore impegna l'uomo a rispettare il mondo.

Oggi si parla molto di ecologia. La vera ecologia nasce dal rispetto del mondo come opera di Dio. Il che significa che ogni creatura deve essere usata secondo la sua. propria

natura, secondo le sue proprie leggi, secondo gli scopi per cui Dio l'ha voluta.

Abusare delle creature, violentarle per scopi criminali (come stiamo facendo con l'energia nucleare), distruggerle per i nostri sporchi interessi, significa rovinare il mondo e noi stessi, significa peccare contro il volere di Colui che le ha create.

3a direzione: la fede in Dio Creatore impegna l'uomo a sviluppare tutte le potenzialità del mondo attuale.

Dio ha detto: "Crescete, moltiplicatevi, riempite la. terra e dominatela" (Genesi).

El'invito, anzi il comando, al progresso ed alla promozione umana. Tutte le energie, tutte le potenze, tutte le ricchezze che Dio ha posto nel Cosmo sono per noi, per il progresso dell'umanità, per la promozione dell'umanità, di tutta l'umanità e di ogni singolo uomo. Di qui l'impegno alla giustizia sociale ed alla comune crescita verso un mondo migliore, più progredito, ma anche più giusto e più umano. Quando invece la tecnica o la scienza vengono poste non al servizio della promozione umana, bensì al servizio del potere dispotico o dell'egoismo personale, razziale o nazionale, allora esse diventano strumenti di rovina e di morte.

b) Ma la fede in Dio Creatore impegna l'uomo anche verso il mondo futuro che, come abbiamo già detto, è presente fin d'ora come un seme nella terra, come un bimbo nel seno della mamma. E' l'impegno a preparare il Regno di Dio nella speranza. Nella certezza cioè che tutto ciò che facciamo per il bene dell'umanità, non va perduto, ma concorre a costruire quel patrimonio di bontà e giustizia che formerà un giorno le fondamenta del mondo nuovo. Certo, esso sarà opera di Dio, del suo amore, della sua onnipotenza, della sua grazia. Ma sarà, in qualche modo, anche opera nostra. Più o meno come avviene per la salvezza individuale: è Dio che la opera mediante la fede in Cristo, ma è anche l'uomo che si apre al progetto di Dio e si fa disponibile al suo dono.

Così è avvenuto in Maria. Essa ha espresso la sua fede di­cendo: "Eccomi, sono la serva del Signore; mi avvenga secondo la tua parola" (Lc 1,38). In questa frase troviamo i vari elementi della fede di Maria, elementi che dobbiamo noi pure avere.

"Eccomi": si tratta della prontezza. Maria crede subito, non tergiversa. Non tentenna... il suo Cuore è subito pronto. "Sono la serva del Signore": abbiamo qui l'umiltà senza la quale non è possibile la fede. L'umiltà è l'humus, il terreno su cui lo Spirito Santo fa germinare la vera fede.

"Si faccia di me": ecco l'abbandono. Maria si abbandona all'azione di Dio e al suo progetto senza cercare alternative, senza chiedere ripensamenti o attese...

"Secondo la tua parola": la fede si fonda sull'autorità di Dio che ci parla mediante vari strumenti secondo il suo progetto: gli angeli, i profeti, gli uomini ispirati che hanno scritto la Bibbia... La Madonna non guarda allo strumento, ma a Dio che lo adopera per far conoscere la sua volontà.

Credi in un solo Dio, Padre Onnipotente, creatore del Cielo e della terra, di tutte le cose visibili ed invisibili?

Sì, o Signore, io credo!



CONTEMPLAZIONE

Se puoi mettiti alla finestra e guarda il cielo. Meglio ancora se lo guardi di notte quando brillano le stelle. Ogni stella è un sole, a volte immensamente più grande del nostro. Distanze enormi ci separano dalle stelle, distanze misurabili in milioni e miliardi di anni luce (un anno­luce, come sai, è il cammino che la luce percorre in un anno viaggiando alla velocità di 300.000 Km al minuto secondo). Un'astronave che viaggiasse a questa velocità impiegherebbe solo 1 secondo per andare sulla Luna, 8 minuti per arrivare al sole, quattro anni per raggiungere la stella a noi più vicina, miliardi di anni per rincorrere da vicino le stelle più lontane attualmente visibili al telescopio. Ma quanto sarà grande ancora l'universo? Ebbene pensa alla grandezza e alla potenza di Colui che lo ha fatto e lo abbraccia!

Salmo 8

O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra: sopra i cieli si innalza la tua magnificenza.

Con la bocca dei bimbi e dei lattanti affermi la tua potenza contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli. Se guardo il tuo cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissate,

che cosa è l'uomo perché te ne ricordi e il figlio dell'uomo perché te ne curi?

Eppure l'hai fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore lo hai coronato:

gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi;

tutti i greggi e gli armenti, tutte le bestie della campagna;

gli uccelli del cielo e i pesci del mare, che percorrono le vie del mare.

O Signore, nostro Dio, quanto è grande il tuo nome su tutta la terra.



- Capitolo 5 -

"...DI TUTTE LE COSE VISIBILI ED INVISIBILI"

I DUE MONDI


uando professiamo la nostra fede in Dio Creatore aggiungiamo: "di tutte le cose visibili ed invisibili". Le cose visibili sono quelle che costituiscono questo universo materiale.

Le cose invisibili sono quelle che riguardano il mondo spirituale e cioè il mondo delle anime, degli angeli, dei demoni. Un mondo quanto mai misterioso, spesso ridicolizzato o negato, ma sempre affascinante.

Secondo la fede cristiana Dio non ha creato solo quello che c'è di materiale e di visibile ma anche i puri spiriti, come crea continuamente le anime degli uomini che nascono. Cominciamo proprio da queste: dalle anime.



L'ANIMA UMANA

Alcuni pseudo cristiani ci accusano di essere in contrasto con la Bibbia perché affermiamo che l'anima dell'uomo è spirituale ed immortale. Si tratta di uno dei tanti equivoci che, più o meno in malafede, vanno propagando alla gente sprovveduta, ben sapendo che la realtà è diversa.

Noi infatti usiamo la parola anima per indicare lo spirito che c'è nell'uomo, quello spirito che la Bibbia descrive come "soffio di Dio".

Ecco come ne parla la Bibbia: "Il Signore Iddio prese del terreno e ne plasmò un corpo umano. Poi gli soffiò nelle na­rici l'alito della vita e l'uomo divenne un'anima vivente" (Gen 2,7).

Si tratta di una descrizione in forma popolare, come è del resto di tutti gli altri racconti della Genesi. Non è un trattato di teologia o di filosofia. L'alito che dilata le narici è il segno che c'è vita: un uomo che respira è ritenuto vivente. II Libro Sacro vuol dirci che la vita dell'uomo viene direttamente da Dio: è come la partecipazione al respiro, alla vita di Dio. Può anche darsi che la scienza riesca a dimostrare in maniera indiscutibile che l'uomo deriva, per evoluzione, da un altro essere che noi usiamo chiamare primate. Non lo ha ancora fatto in modo tale da cancellare ogni dubbio e, forse, non lo potrà fare mai. Comunque ciò non toglierebbe nulla al messaggio biblico sull'origine dell'uomo. La Bibbia infatti non è un libro scientifico, ma religioso. Trasmette un messaggio di fede servendosi non di parole e neppure di dati scientifici moderni, ma del linguaggio popolare del tempo in cui fu scritta. Quale che sia l'origine dell'essere umano una cosa è sicura, perché rivelata dalla Parola di Dio: e cioè che nell'uomo c'è qualcosa che deriva direttamente dal Creatore, qualcosa per cui questo essere vivente è uomo e non animale. Questo qualcosa noi usiamo chiamarlo in vari modi: spirito, anima, principio vitale e via dicendo. Non bisogna giocare sulle parole, come fanno alcuni, ma badare al significato che ad esse noi diamo.

E' vero: la Bibbia chiama spesso anima anche il principio vitale degli animali e la stessa vita fisica dell'uomo per cui quest'anima viene presentata come materiale, mortale. Ma la Bibbia parla anche dello spirito che Dio ha messo nell'uomo, quello spirito che costituisce l'essenza fondamentale della persona umana, l'io incomunicabile ed irripetibile. Questa essenza, questo spirito - dice la Bibbia - è immortale, cioè non muore quando l'uomo muore e non morirà mai, in eterno. Già nell'Antico Testamento più e più volte la Bibbia afferma questa verità, ma è soprattutto nel Nuovo Testamento che essa viene presentata in tutta la sua realtà e pienezza. Al buon ladrone, crocifisso accanto a Lui, Gesù proclama: "Oggi tu sarai con me nel paradiso!" (Lc 23,43). Ora noi sappiamo che quell'uomo morì sulla croce accanto al Signore. Come avrebbe potuto essere con Gesù in Paradiso in quello stesso giorno se qualcosa di lui non fosse stato immortale?

Nell'Apocalisse si dice che 1e anime dei martiri in cielo reclamano giustizia da Dio" (Ap 6,9-11; Ap 20,4). Come potrebbero reclamare giustizia i martiri se le loro anime non fossero immortali e non vivessero in Cielo?

Ma restiamo pure nel Vangelo: Gesù parlando contro i Saducei che negavano la risurrezione, afferma che Abramo, Isacco e Giacobbe siedono a mensa nel Regno di Dio e così sono vivi: Dio, infatti, non è il Dio dei morti, ma dei viventi! Ora Abramo, Isacco e Giacobbe erano morti già da oltre mille e più anni e i loro corpi erano sepolti in luoghi ben conosciuti dove sono venerati ancor oggi. Come potevano essere vivi se non mediante le loro anime immortali o, se più vi piace, i loro spiriti immortali? (cfr Lc 20,27-40).

Appare evidente l'insegnamento della Scrittura: nell'uomo Dio infonde un qualche cosa (chiamatelo come volete!) che è spirituale e immortale; un qualche cosa che non muore quando l'essere umano muore, ma vive per sempre! In questo qualche cosa (che noi chiamiamo anima) sta l'essenza immortale della persona umana. Di fronte a questa realtà che la Bibbia ci rivela con tutta la sua autorità di Parola di Dio, ma che la stessa ragione umana ci fa conoscere in tanti modi (pensiamo al culto dei morti presso tutti i popoli, pensiamo ai moderni spiritisti, pensiamo alle varie filosofie antiche e recenti) di fronte a queste realtà dico ecco stagliarsene un'altra che noi esamineremo più avanti; la realtà dell'aldilà, del Paradiso e dell'Inferno.

Non possiamo però tralasciare due richiami.

1) Il primo riguarda la riconoscenza che dobbiamo a Dio Creatore. Quando io sono stato concepito non c'erano soltanto mio padre e mia madre, ma c'era anche Lui a benedire quell'amore e a creare questo mio spirito umano che mi fa essere simile a Lui: intelligente, cosciente, libero, capace di amare e di essere felice. Devo essere riconoscente a Dio perché mi ha creato. Ecco perché, mattino e sera, dico: Mio Dio ti adoro e ti ringrazio di avermi creato.

2) Il secondo richiamo riguarda la preziosità di questo spi­rito immortale. Il mio corpo ritornerà alla polvere dalla quale fu tratto, ma la mia anima resterà per sempre. Allora che importa guadagnare il mondo intero se poi perdo la mia anima nella dannazione? Questo pensiero evangelico ha fatto nascere una moltitudine di santi. Luigi Gonzaga, ad esempio teneva sempre sul suo tavolo di studio un piccolo biglietto con questa frase: Quid hoc ad aeternitatem? Quello che sto facendo giova alla salvezza eterna della mia anima? E S. Bernardo amava ripetere: Quod aeternum non est, nihil est! Quel che non ha valore per l'eternità, non conta niente! Sembrano esagerazioni e tali sono se vengono prese fuori dal loro contesto. Esse però esprimono la sapienza dei santi, se assunte nella loro visione di vita cristiana piena e coerente. Di qui un richiamo per noi che così facilmente dimentichia­mo le dimensioni ed i valori dello spirito per dare il primo posto alle cose materiali, agli affari terreni, alla vita di quaggiù. Un richiamo all'importanza che ha l'anima e alla sua preziosità, un'importanza e una preziosità tale che Dio stesso ha ritenuto di doverla salvare con la morte di suo Figlio Gesù. Certo, la salvezza del Signore è rivolta a tutto l'uomo e non solo alla sua anima. Tant'è vero che il corpo risorgerà. Ma è l'io umano, lo spirito immortale, il soggetto essenziale dell'opera salvifica del Signore!

A questo punto permettetemi, cari amici, di farvi una do­manda: qual è il posto che voi riservate alla vita spirituale nella vostra esistenza quotidiana? o, se volete, la cura per il bene della vostra anima è continua, viene prima di ogni altra cosa, è seria e profonda?



QUANDO VIENE CREATA L'ANIMA UMANA?

A proposito della creazione dell'anima umana da parte di Dio ci sono state delle discussioni in passato, nell'ambito dei teologi, sul quando e sul come Dio compirebbe questo crea­tivo gesto d'amore. Oggi non ci sono più dubbi, anche perché la stessa scienza biologica ne facilita la risposta. La scienza evidentemente non può verificare la creazione dell'anima, come non può verificare la creazione del mondo: l'atto creativo di Dio non è oggetto d'indagine scientifica. Ma la scienza biologica o genetica può affermare con fermezza che sin dal momento del concepimento esiste nella cellula germinale una nuova individualità umana, con il suo codice genetico completo, cosicché quanto accade da quel momento sarà la realizzazione di quel codice, agendo non dal di fuori, ma dal di dentro, per virtù propria. La cellula umana germinale si divide e si moltiplica in virtù di una forza propria, non in virtù di forze esterne. Possiede già una sua vitalità, distinta, anche se non separata dalla vitalità della madre.

Ne son controprova i discussi e discutibili esperimenti di fecondazione così detta in vitro, cioè in provetta. Se è vero che oggi esistono dei bambini così detti figli della provetta, cioè sviluppati in laboratorio e non nel seno materno, ciò significa che nella cellula germinale c'è già tutto quello che occorre perché nasca un vero uomo. Ebbene la fede ritiene -che fin da quel momento sia presente anche l'anima creata direttamente da Dio, quindi che quell'essere sia una vera persona, anche se ancora fisicamente imperfetta.

Ne viene di conseguenza che nessuna Legge umana può cambiare questa realtà! Quindi ogni attentato volontario

contro la vita dell'embrione umano è un attentato contro la vita dell'uomo.

L'aborto procurato perciò è un vero e proprio omicidio, checché ne dicano le leggi degli uomini. Esso cade sotto l'imperativo del quinto comandamento che dice: Non uccidere!

Oggi il problema è di gravissima attualità, ma non è questo il luogo per trattarlo in tutti i suoi aspetti; a me basta questo richiamo fondato sui dati della scienza e sulla Parola del Signore. Quali che siano i motivi portati dagli abortisti, quali che siano le sentenze della Corte Costituzionale, quali che siano le leggi dello Stato, c'è una realtà che nessuno può negare né con dati scientifici né con dati di fede ed è che fin dal concepimento l'uomo è uomo e quindi deve avere la pienezza dei suoi diritti, primo fra tutti quello di vivere! Di conseguenza la soppressione dell'embrione è soppressione di un uomo vero e proprio e perciò un omicidio, una violenza indegna e malvagia esercitata su di una creatura innocente. I giochetti di parole possono ingannare gli sprovveduti, ma basta un minimo di riflessione per capire la verità. Uccidere un uomo piccolo o grande, perfetto o non perfetto, in stato embrionale o nella più tarda vecchiaia è e rimane, nonostante tutte le varie elucubrazioni politiche e giuridiche, un omicidio e quindi un gravissimo peccato contro la vita e contro Dio!

La nostra fede nella spiritualità e nell'immortalità dell'anima, si deve dunque tradurre concretamente nel rispetto per la vita dell'uomo. Non solo per la vita nascente (di cui abbiamo parlato ora), ma anche per tutta la vita e non solo per la vita terrena, ma anche e soprattutto per la vita eterna. Infatti se l'anima dell'uomo è spirituale e immortale, egli non ha bisogno soltanto di cibo, di cure mediche, di lavoro, ma ha pure bisogno di coltivare la sua spiritualità nella libertà, ha bisogno di essere rispettato in tutta la sua personalità e aiutato a salvarsi per l'eternità.

Perciò si mettono contro il Creatore tutti coloro che in un modo o nell'altro attentano alla vita corporale dell'uomo: gli omicidi, i violenti, i terroristi, i rapitori di uomini, gli oppressori di qualsiasi genere, gli stessi governi che, attraverso leggi ingiuste ed inique, attentano alla libertà e ai diritti dell'uomo. Ma anche quanti attentano alla vita spirituale e religiosa quali: gli scandalosi, i seminatori di odio contro Dio e la sua Chiesa, quelli che mediante la pornografia e la propaganda più schifosa plagiano ed opprimono lo spirito specialmente dei bambini e dei giovani, quelli che spacciano la droga e via dicendo. La Bibbia contiene moltissime maledizioni contro costoro perché offendono Dio uccidendo, corporalmente o spiritualmente, l'uomo. Mi basta citare quanto scrive l'apostolo Paolo nella Prima Lettera a Timoteo: `Ea. legge è contro coloro che agiscono male e cioè: per i ribelli e i delinquenti, per i malvagi e i peccatori, per quelli che non rispettano Dio e quel che è scritto, per gli assassini e per quelli che uccidono il padre o la madre; per le persone immorali e i maniaci sessuali, per i rapitori di uomini, per i bugiardi e gli spergiuri..." (1Tim 1,9-10).

Al contrario la Bibbia è piena di lodi e di benedizioni per quanti si dedicano all'uomo e alla sua salvezza, sia che si tratti di quella corporale (con le opere di misericordia corporale) sia che si tratti di quella spirituale (con le opere di misericordia spirituale). Salvare l'anima di un fratello - dice la Bibbia - equivale a salvare la propria anima, così come aiutare un fratello in una necessità corporale, significa dare al Signore.

La fede nel Creatore dell'uomo si vive nella carità verso l'uomo, perché una fede senza opere è una fede morta!



LA MADONNA E LE ANIME

A volte ci si chiede, anche da parte di persone credenti e praticanti, il perché di tanti interventi di Maria (alcuni veri altri presunti altri infine certamente falsi) in questi nostri tempi. Se noi, con umiltà e fede, ascoltiamo i messaggi della Madonna vi scopriamo sempre un'ansia materna per la salvezza e la santificazione delle anime. Maria viene soprattutto per aiutarci a salvare le anime, la nostra e quella dei nostri fratelli. Le sue parole non portano nuove rivelazioni, ma indirizzano a Gesù, unico nostro Salvatore e c'invitano a prenderci cura delle anime mediante la conversione, la preghiera e la penitenza. Certo, quale buona madre, Ella si occupa anche di altre realtà che ci toccano da vicino mentre siamo pellegrini su questa terra (come la malattia, la guerra, le divisioni fraterne e via dicendo), ma è preminente il suo interesse per la salvezza eterna e la vita spirituale delle anime. E a questo proposito chiede la nostra collaborazione: "Pregate per i peccatori!" chiede a Lourdes. "Pregate e fate penitenza per le anime dei poveri peccatori: Molti di essi vanno all'inferno perché non c'è nessuno che preghi e faccia penitenza per loro!" dice ai pastorelli di Fatima.

La Madonna sa quanto siano preziose le nostre anime. Per questo, spinta dal suo amore materno e mandata dall'Amore Infinito di Dio, viene sulla terra per richiamarci questa preziosità e per aiutarci a santificare e a salvare quello spi­rito immortale che Dio ci ha donato nel giorno del nostro concepimento in vista della vita eterna.



CONTEMPLAZIONE

Oggi la tua contemplazione è affidata ad un Salmo nel quale si esprime la fiducia in Dio. L'anima si innalza fino a Lui e gli si abbandona nelle mani, come un bambino tra le braccia della mamma.

A Te, Signore, elevo l'anima mia.

Dio mio, in te confido: non sia confuso! Non trionfino su di me i miei nemici!

Chiunque spera in te non resti deluso, sia confuso chi tradisce per un nulla.

Fammi conoscere, Signore, le tue vie, insegnami i tuoi sentieri. Guidami nella tua verità e istruiscimi, perché sei tu il Dio della mia salvezza, in te ho sempre sperato.

Ricordati, Signore, del tuo amore, della. tua fedeltà che è da sempre.

Non ricordare i peccati della mia giovinezza: ricordati di me nella tua misericordia, per la tua bontà, Signore.

Buono e retto è il Signore, la via. giusta addita ai peccatori; guida gli umili secondo giustizia, insegna ai poveri le sue vie. Tutti i sentieri del Signore sono verità e grazia per chi osserva il suo patto e i suoi precetti.

Per il tuo nome, Signore, perdona il mio peccato anche se grande.

Chi è l'uomo che teme Dio? Gli indica il cammino da seguire. Egli vivrà nella ricchezza, la sua discendenza possederà la terra.

Il Signore si rivela a chi lo teme, gli fa conoscere la sua alleanza.

Tengo i miei occhi rivolti al Signore, perché libera dal laccio il mio piede.

Volgiti a me e abbi misericordia, perché sono solo ed infelice. Allevia le angosce del mio cuore, liberami dagli affanni.

Vedi la mia miseria e la mia pena e perdona tutti i miei peccati.

Guarda i miei nemici: sono molti e mi detestano con odio violento.

Proteggimi, dammi salvezza: al tuo riparo io non sia deluso. Mi proteggano integrità e rettitudine, perché in te ho sperato. 0 Dio, libera Israele da tutte le sue angosce.



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