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Alle sorgenti della vera pietà (Carità nella Verità dottrinale) di don Fusina

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 16:24
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05/09/2009 16:07


- Capitolo 8 -

"CREDO IN UN SOLO SIGNORE GESU' CRISTO UNIGENITO FIGLIO DI DIO"

IL CUORE DELLA FEDE


Nella prima parte del Credo esprimiamo la nostra fede nel Padre, Creatore di tutte le cose. Nella seconda parte, che è quella centrale e più ampia, noi esprimiamo la nostra fede nel Signore Gesù Cristo. Diciamo: "Io credo... in un solo Signore Gesù Crísto Unigenito Figlio di Dio". Questo è, per così dire, il cuore del Simbolo della Fede. Noi, infatti, siamo chiamati cristiani proprio perché crediamo nel Signore Gesù Cristo. La fede, come abbiamo visto nei capitoli precedenti, è accoglienza di una persona nella nostra esistenza. Per fede noi accogliamo Gesù nella nostra vita quale nostro Salvatore e Signore. Vorrei introdurre questo tema facendovi una domanda: in che cosa si distingue il cristianesimo dalle altre religioni?

- Forse dal fatto che ci insegna ad essere onesti, buoni, retti? Ma anche le altre religioni propongono gli stessi valori.

- Forse perché ci insegna a pregare e a onorare Dio? Ma fanno lo stesso anche i mussulmani, gli ebrei, i buddisti e tanti altri!

Allora in che cosa consiste la differenza? In tre cose.

1) Tutte le religioni umane sono costituite dal cammino dell'uomo verso Dio. Indicano e offrono una strada per arrivare a Dio.

La religione cristiana, al contrario, ci rivela il cammino di Dio verso l'uomo: un cammino di amore e misericordia.

Là, nelle altre religioni, è l'uomo che cerca Dio. Qui, nel cri­stianesimo, è Dio che cerca l'uomo: è il Buon Pastore che cerca la pecorella smarrita.

2) Nelle religioni umane l'atteggiamento dell'uomo è quello di cercare la giustificazione (cioè la salvezza) mediante i propri sforzi.

Nel Cristianesimo invece l'uomo accoglie per fede la giustificazione che Dio gli dona gratuitamente, anche se ciò non esime l'uomo dal prestare la sua cooperazione.

Là è l'uomo che si salva, qui è Dio che lo salva!

3) Infine in tutte le religioni umane c'è distinzione tra Dio ed il profeta che lo rivela. Così, ad esempio, nell'Islam altro è Dio (Allah), altro è il suo profeta (Maometto).

Nel Cristianesimo invece è Dio stesso che si rivela e si fa presente nel mondo nella Persona di Gesù Cristo. Per i cristiani Gesù non è soltanto il profeta di Dio, ma è Dio in Persona, la Seconda Persona della Santissima Trinità fatta uomo! Vedete, allora, come il cristianesimo è una religione totalmente diversa da ogni altra. Esso, infatti, non è frutto della chiaroveggenza di un uomo, ma è di origine divina, è stato rivelato da Dio.

Nessun uomo, per quanto acuto ed illuminato, avrebbe mai osato proporci quello che ci propone Gesù. Ma Egli lo può fare perché è Dio in persona. Noi non abbiamo che da ringraziare ed adorare! E' il Creatore stesso che scende dal suo Cielo e viene a portarci il dono della salvezza. Noi non abbiamo che da accoglierlo e corrispondervi nella fede!

Il Cristianesimo è tutto qui!



IL GRANDE PROGETTO DI DIO

Dopo la caduta originale l'uomo è dominato dal peccato. E' un uomo che ha rifiutato Dio e la sua Legge: perciò è un uomo in cui regna l'egoismo con tutte le sue concupiscenze, sorgenti inquinate di disordini e di colpe. Nessun uomo, per quanti sforzi faccia, può ritenersi giusto agli occhi di Dio! Su questo punto la Bibbia è categorica: 'Tutti sono peccatori, tutti sono cattivi, non ce ne è uno che sia giusto!" (Rm 3,9-10). Certo, fra questi peccatori, ce ne sono di quelli che si sforzano di essere onesti e santi. Ma nessuno riesce a colmare l'abisso che il peccato ha scavato tra noi e Dio. Così l'umanità intera, quella del passato, quella del presente e quella del futuro, vive in un regime di separazione da Dio e nell'incapacità di riallacciare rapporti di comunione con Lui. Questa situazione, che noi chiamiamo peccato originale, la troviamo alle sorgenti della nostra vita quando entriamo a far parte di questa povera umanità. Siamo come i bambini che nascono dopo il terremoto: nascono baraccati, senza casa, senza niente.

Noi uomini siamo i terremotati del peccato. Veniamo al mondo in una situazione di miseria, di colpa e di morte. I nostri sforzi, per quanto encomiabili e degni di ammirazione, sono insufficenti. Siamo perduti. Per noi non c'è speranza di salvezza!

"La carne ed il sangue - dice la Bibbia - non possono ereditare il Regno di Dio" (1 Cor 15,50). Carne e sangue, nel linguaggio biblico, significano la natura umana, quella cioè che riceviamo dai nostri genitori con la concezione e la nascita. Siamo concepiti peccatori e nasciamo peccatori. Noi non siamo peccatori perché facciamo peccati ma facciamo peccati perché siamo già peccatori. "Non può un albero cattivo dar frutti buoni" afferma Gesù (Mt 7,18). Noi tutti siamo ramoscelli di un albero che è inquinato fin dalle radici ed i nostri frutti non possono essere che frutti inquinati.

Ma ecco che Dio ha pietà di noi e compie Lui stesso quello che noi non siamo capaci di fare. Egli risponde alle nostre esigenze con il dono di suo Figlio.

Quali sono le nostre esigenze, le nostre necessità? Sono tre.

1) La prima essenza che sentiamo in noi è quella del perdono dei nostri peccati personali. Sentiamo il bisogno di venire perdonati. Come risponde Dio a questa nostra esigenza? Risponde offrendoci il Sangue di suo Figlio. Egli ci rivela che il Sangue di Gesù è il prezzo del perdono, un prezzo infinitamente superiore a tutte le nostre colpe, un prezzo che Lo soddisfa pienamente ed abbondantemente. Perciò se ci accostiamo con fede a questo Sangue preziosissimo i nostri peccati personali ci saranno perdonati. Che cos'è la Confessione se non un accostarci sacramentalmente a questo Sangue?

2) La seconda esigenza che sentiamo in noi è quella, più profonda, di essere guariti radicalmente dal peccato che in­quina la nostra natura umana. E' necessario che questa natura peccatrice venga distrutta e, al suo posto, ce ne venga data un'altra, giusta, santa! Dio risponde a questa esigenza mediante la Croce di Gesù. In Gesù è tutta la no­stra umanità che viene crocifissa e muore: "Egli portò i nostri peccati nel suo corpo sul legno della croce, perché, non vivendo più per il peccato, vivessimo per la giustizia; dalle sue piaghe siete stati guariti" (1 Pt 2,24). San Paolo scrive: "Sono stato crocijRsso con Cristo" (Gal 2,19). Così la Croce, cioè la morte di Gesù, è stata anche la morte della vecchia umanità di Adamo, morte che avrà il suo segno visibile quando lasceremo questo corpo alla cenere nella tomba.

3) Ma abbiamo una terza esigenza che è quella della vita. L'uomo non è fatto per la morte, ma per la vita: per una vita senza fine, felice, in continua crescita. Ebbene Dio ci dona in Gesù una vita nuova, quella che la Bibbia chiama "la vita eterna". E' la vita stessa del Figlio di Dio. Dice il Vangelo di Giovanni: "A quanti credono in Gesù, Dio ha fatto un dono: quello di essere figli di Dio mediante una nuova nascita, non dalla carne e dal sangue, ma da Dio stesso!" (cfr Gv 1,12-13) . Non si tratta soltanto della vita spirituale, ma anche corporale perché noi pure risorgeremo come è risorto Cristo. Dio dunque non ci ha fatto e non ci fa tante grazie: non ci dà tanti doni. Ci fa una sola grazia, ci dà un solo dono: suo Figlio Gesù! Ma in Gesù c'è ogni grazia, ogni dono: "In Lui - scrive San Paolo - ci sono tutti i tesori della sapienza e della scienza" (1 Cor 1,30 ). "In Lui - scrive ancora l'apostolo - c'è la pienezza della divinità" (Col 2,9) cioè la pienezza del bene. Qualsiasi bene tu cerchi, lo trovi in Gesù! Di qualsiasi dono tu abbia bisogno, lo trovi in Gesù! In Lui Dio ci ha donato tutto: ci ha donato sè stesso!



GESU, IL DONO DI DIO

Ma vediamo un po' meglio la ricchezza di questo dono ana­lizzando i titoli che il Simbolo attribuisce a Gesù: lo chiama: Gesù - Cristo - Signore.

1) Gesù!

Parlando a Giuseppe l'angelo Gabriele svela, con il nome, anche il significato: `Eo chiamerai Gesù, perché salverà il suo popolo dai peccati" (Mt 1,21). In ebraico Gesù significa: "Dio è salvezza!".

"Lo chiamerai: Dio - è - salvezza": un nome che non solo indica un programma, una missione, ma anche una realtà: egli è Dio stesso che viene a portare la salvezza! Salvezza da che cosa? Dai peccati, spiega l'angelo. Ecco qui, nel nome stesso di Gesù, una prima rivelazione della sua realtà personale e della sua missione: egli è Dio che viene a salvarci! 2) Cristo! Gesù è il Cristo!

Cristo è un nome che viene dal greco e che traduce l'ebraico Messia.

Messia vuol dire: Mandato da Dio, inviato di Dio. Gesù è un mandato. E' mandato a compiere una missione nel mondo. Chi lo manda è il Padre. Lo afferma egli stesso: "Il Padre mi ha mandato a compiere l'opera sua". L'opera di Dio è la salvezza del mondo. Questo mandato dal Padre è, per Gesù, una consacrazione. Quando si destina un calice per il servizio liturgico, lo si consacra, cioè lo si toglie all'uso profano per adibirlo al servizio esclusivo di Dio. Così quando un uomo viene mandato a continuare l'opera di Gesù lo si consacra al Signore. E' accaduto per tutti noi nel battesimo e nella cresima, avviene per gli sposi nel sacramento del matrimonio, per i religiosi mediante la loro professione, per i diaconi, sacerdoti e vescovi con l'ordinazione. Tutto il popolo cristiano è consacrato al servizio di Dio: è un popolo messianico. Partecipa della consacrazione di Gesù. Questa consacrazione si attua mediante il dono dello Spirito Santo. A Nazareth Gesù fece sue le parole dell'antico profeta: `Eo Spirito del Signore è sceso sopra di me e mi ha consacrato con l'unzione spirituale. Per questo sono stato mandato ad evangelizzare i poveri, a portare la libertà agli oppressí ed ai prigionieri, a predicare il tempo della, misericordia di Dio" (cfr Lc 4,18,19). Ed infatti, poco prima, presso il fiume Giordano lo Spirito Santo era sceso sopra di Lui ed il Padre, dal Cielo, lo aveva proclamato " il figlio suo diletto" (cfr Mt 3,17)!

Gesù è il Cristo, il Messia, il Consacrato a Dio, cioè il Servo di Dio, venuto nel mondo per compiere l'opera di Dio e per comunicarla a tutti gli uomini.

In Lui e mediante il suo ministero (che oggi continua nella Chiesa) Dio compie la salvezza del mondo e la attua in ogni uomo che crede al Vangelo.

3) Gesù è il Signore.

Il titolo Signore è pasquale, cioè è il titolo che i cristiani danno a Gesù Risorto. Il primo è stato Tomaso quando, aprendo il cuore alla fede, grida a Gesù Risuscitato: "mio Signore e mio Dio" (Gv 20,28)!

Finché Gesù è su questa terra e compie il suo ministero di salvezza è il servo di Dio. Ma quando risorge da morte e sale alla destra del Padre ecco che diventa il Signore. S. Paolo ce ne parla così: "Gesù si è fatto obbediente fino alla morte ed alla morte di croce. Per questo Dio lo ha glorificato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni altro nome, così che nel nome del Signore Gesù, ogni ginocchio si pieghi in terra, in cielo o negli inferi per la gloria di Dio Padre" (Fil 2,8).

La parola Signore che noi attribuiamo anche a Dio Padre e allo Spirito Santo, in realtà è propria del Figlio suo Gesù. Significa che egli, anche nella sua umanità glorificata, è il Re, il Cuore e il Centro del nuovo mondo.

Da Lui viene la nuova vita, la vita eterna. Da Lui si espande nell'universo la nuova potenza che tutto rinnova: lo Spirito Santo. Proclamare Gesù Signore, significa riconoscerlo come nostro Re, nostro principio vitale, nostro Dio. Accogliere Gesù come Signore, significa farlo sedere sul trono del no­stro cuore sottomettendogli per amore tutta la nostra vita, tutti i nostri interessi, tutto il nostro essere. Così Egli, me­diante lo Spirito Santo, prende possesso della nostra esistenza e vive in noi: "non più io vivo, ma Cristo vive in me!" (Gal 2,20).

Ecco allora il significato primo della nostra professione di fede, quando diciamo: "Credo in un solo Signore, Gesù Cristo". Vuol dire che noi accogliamo nel cuore e nella vita Gesù il Figlio di Dio, come nostro Salvatore, come nostro Messia, come nostro Signore.

Questa triplice realtà coinvolge tutti i credenti perché, me­diante l'incarnazione, essa diventa nostra così che nella no­stra povera umanità è Gesù Cristo Signore che vive ed agisce per portare la salvezza di Dio al mondo.

E' questo che il mondo si attende, sia pur inconsciamente, da noi cristiani! Non tanto un nuovo regime politico, e neppure una nuova rivoluzione sociale (che del resto è necessariamente insita nel rinnovamento cristiano del mondo), ma la divina realtà del Signore vivente in noi.

E' del Signore Gesù Cristo che ha bisogno l'uomo perché solo nel Signore Gesù Cristo trova vita, salvezza, perdono. Infatti: Gesù è l'unico che può dare un senso vero alla vita dell'uomo rivelandogli il suo eterno destino in Paradiso;

. Gesù è l'unico che può offrire all'uomo peccatore il perdono di Dio che Egli ci ha ottenuto con il suo sacrificio; . Gesù è l'unico che può infondere la vera pace nel cuore umano e, di conseguenza, nella nostra società;

. Gesù è l'unico che può dare una vita piena, felice, eterna! Preghiamo la Madonna perché ci aiuti a credere nel Signore Gesù Cristo come ci ha creduto Lei quando si è offerta senza riserve alla Parola di Dio che le rivelava il dono del Padre: Gesù!



CONTEMPLAZIONE

Questa contemplazione sarebbe opportuno farla davanti al Ss.mo Sacramento o almeno davanti ad una immagine di Gesù per meglio immergerti nella meditazione della Parola di Dio.

Lettera agli Efesini cap. 1

Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo.

In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Gesù Cristo,

secondo il beneplacito della sua volontà. E questo a lode e gloria della sua grazia, che ci ha dato nel suo Figlio diletto;

nel quale abbiamo la redenzione mediante il suo sangue, la remissione dei peccati secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l'ha abbondantemente riversata su di noi con ogni sapienza e intelligenza, poiché egli ci ha fatto conoscere il mistero della sua volontà, secondo quanto nella sua benevolenza aveva in lui presta­bilito per realizzarlo nella pienezza dei tempi: il disegno cioè di ricapitolare in Cristo tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra.

In lui siamo stati fatti anche eredi, essendo stati predestinati secondo il piano di colui che tutto opera efficacemente conforme alla sua volontà, perché noi fossimo a lode della sua gloria, noi, che per primi abbiamo sperato in Cristo.

In lui anche voi, dopo aver ascoltato la parola della verità, il vangelo della vostra salvezza e avere in esso creduto, avete ricevuto il suggello dello Spirito Santo che era stato promesso, il quale è caparra della nostra eredità, in attesa della completa redenzione di coloro che Dio si è acquistato, a lode della sua gloria.



- Capitolo 9 -

"UNIGENITO FIGLIO DI DIO,

NATO DAL PADRE PRIMA DI TUTTI I SECOLI"

FARE TEOLOGIA


L argomento di questo capitolo è uno di quelli che, come direbbe Dante, fanno tremare le vene e i polsi. Si tratta di un tema di altissima teologia. Un tema che proprio per questo viene troppo facilmente lasciato alla speculazione dei teologi pensando, ma a torto, che il popolo cristiano sia incapace di affrontarlo. La stessa cosa capita anche per altri temi analoghi e così il popolo di Dio viene privato di un suo diritto fondamentale che è quello di fare teologia, cioè di fare "un discorso su Dio". Infatti se esaminiamo bene la parola teologia (di origine greca) vediamo che essa è composta di due parti: la parola theos', che significa Dio e la parola logos che significa discorso. Teologia vuol dire discorso su Dio, parlare di Dio.

Ora ogni cristiano ha la capacità soprannaturale di recepire e di fare un discorso su Dio perché Gesù ci ha rivelato come in ogni credente sia presente lo Spirito Santo con i suoi doni ed i suoi frutti. Inoltre ogni cristiano deve fare teologia, cioè deve fare un discorso su Dio, perché è mandato dal Signore a portare il Vangelo ad ogni creatura ed il Vangelo che cos'è se non un grande discorso su Dio e sul mistero della sua opera di salvezza? Non dobbiamo perciò evitare di toccare certi temi della fede solo perché profondi e difficili. Dobbiamo avere fede nella promessa di Gesù quando assicura ai suoi discepoli: "lo Spirito Santo verrà in voi e vi ricorderà tutto quello che io vi ho insegnato. Egli vi condurrà alla verità piena" (cfr Gv 16,13). Certo, se noi volessimo partecipare alla nostra gente le grandi speculazioni teologiche sulla natura, sulla persona, sulle processioni trinitarie e via dicendo, faremmo probabilmente un buco nell'acqua o, peggio, creeremmo una grande confusione. Ma se noi, con parole umili e semplici, presentiamo i misteri di Dio così come il Vangelo ce li rivela e la Chiesa ce li insegna, ci accorgeremo che anche il più povero e il più piccolo dei figli Dio è in grado di recepirli. Anzi avviene talvolta che proprio i più semplici penetrano in questi misteri assai più a fondo dei grandi teologi e ciò capita quando lo Spirito di Dio li trova disponibili ed aperti alla sua luce soprannaturale, indipendentemente dalle loro capacità naturali e dai loro studi. Ne abbiamo prove lampanti nella vita dei santi: S. Caterina da Siena, ad esempio, non ha mai studiato teologia: eppure ha parlato di Dio, quindi ha fatto teologia, in maniera straordinaria tanto che il Papa l'ha proclamata Dottore della Chiesa.

lo non ho paura ad affrontare il tema che il Simbolo ci propone, anche se esso presenta un grande mistero. Ho fiducia nello Spirito Santo che mi illumina e che illumina voi. Sarà lo Spirito, cari amici, che ci renderà capaci di fare un discorso su Dio, cioè di fare teologia, nell'umiltà e nella semplicità, ma anche nella profondità.



IL MISTERO DEL SIGNORE GESU’

Nel capitolo precedente abbiamo meditato sopra i tre titoli che il Simbolo esprime a proposito di Gesù: Salvatore, Messia e Signore. Ora il Simbolo prosegue e dice: "Credo in un solo Signore, Gesù Cristo... Unigenito Fíglio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli. Dio da Dio, luce da luce, Dio vero da Dio vero. Generato, non creato: della stessa sostanza del Padre, Per mezzo di lui tutte le cose sono state create". E' un lungo articolo di fede nel quale la Chiesa ha condensato il mistero del Signore Gesù. Esso è il risultato di lunghe e laboriose discussioni teologiche che vescovi e laici hanno sostenuto per secoli contro gli eretici, ossia contro quei fedeli che pertinacemente negavano qualche verità riguardante Gesù. L'affermazione centrale è questa: Gesù è l'Unigenito Figlio di Dio!

Per il cristiano questa affermazione è fondamentale e qualificante.

Non si è cristiani se non si accetta Gesù come vero Figlio di Dio!

Gesù stesso, a Cesarea di Filippo, ha voluto chiarire questo fatto. Prima ha chiesto quale fosse il pensiero della gente nei suoi riguardi. Gli fu riferito che la gente lo riteneva un profeta, un santo, qualcuno anche il Messia. Allora Gesù interrogò gli apostoli: 'E voi chi dite che io sia?". Non era più alla gente che ora si rivolgeva, ma ai suoi discepoli, alla sua Chiesa. Allora lo Spirito Santo parlò per bocca di Pietro: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!". Pietro, illuminato da Dio, proclamò in quel momento il dogma basilare della fede cristiana.

Gesù ne fu contento e chiarì che quella proclamazione non era il frutto di una speculazione razionale e neppure il risultato di un insegnamento umano, ma di una rivelazione del Padre (Mt 16,13-19).

La proclamazione di Pietro è pure la nostra: Gesù è il figlio del Dio Vivente: "Credo in solo Signore Gesù Cristo, Unigenito Figlio di Dio". Ma che cosa significano queste parole? Quale è il senso profondo di questa affermazione? Queste domande se le sono fatte anche i cristiani dei primi secoli ed hanno tentato di dare delle risposte.

Nacque così un lungo discorso sul mistero della Ss.ma Trinità ed in particolare sul mistero della divinità di Cristo. Un discorso che con semplicità ed in forma sintetica vogliamo fare anche noi.

In questo articolo del Simbolo diciamo due cose riguardo a Gesù: diciamo cioè che è Figlio di Dio e che è l'Unigenito.

1) Innanzitutto affermiamo che Gesù è il Figlio di Dio. Che cosa vuol dire? Spostiamo la domanda: che significa essere figlio per noi uomini?

Significa essere stati generati. Altro è essere generati. altro è essere fatti.

Una cosa si dice che è fatta quando riceve l'esistenza dal di fuori, dall'esterno. Io faccio qualcosa quando adopero la materia che è fuori di me e la trasformo con le mie mani. Così dico che ho fatto un quadro: non dico che ho generato un quadro! Dico che ho fatto un articolo giornalistico: non dico che ho generato un articolo. Invece quando parlo di mio figlio dico: io l'ho generato! Il figlio non lo faccio, ma lo genero, perché il figlio non viene dal di fuori di me, ma dal di dentro. Egli è il frutto delle mie viscere, è carne della mia carne, sangue del mio sangue, vita della mia vita. In mio figlio sono io stesso che continuo a vivere: è la mia vita che si espande! Guardate, per esempio, la differenza che c'è tra una casa ed un frutto. La casa è fatta, è costruita, mattone su mattone. Non nasce dalla terra, non è generata dalla terra, non sboccia dalla terra. Invece il frutto da dove viene? Viene dall'albero e l'albero nasce dalla terra. Perciò parliamo di madre terra, parliamo della terra che genera le piante.

Passiamo ora a Dio. Affermando che Gesù è Figlio di Dio neghiamo prima di tutto che egli sia una creatura di Dio, un'opera di Dio fatta dall'esterno, come sono state create tutte le cose del mondo. Ci sono stati degli eretici (e ce ne sono ancora) che sostenevano proprio questa cosa. Dicevano: Gesù è la prima creatura di Dio, è stato fatto da Dio prima del mondo. E' la creatura più grande e più importante, ma non è che una creatura. Allora la Chiesa,

illuminata dallo Spirito santo, ha proclamato: "Egli è il Figlio di Dio, generato, non fatto. Egli è della stessa sostanza del Padre". Come il figlio di un uomo è della stessa sostanza dell'uomo che lo genera perché viene dal di dentro di lui, così Gesù è della stessa sostanza del Padre perché viene dal di dentro del Padre: è generato non creato! Per meglio mettere in chiaro questa realtà di Cristo il Simbolo aggiunge: "Egli è luce da luce, Dio da Dio, vero Dio dal vero Dio". Cioè: il Padre è luce eterna (è un'immagine per indicare la spiritualità di Dio). Ebbene Gesù è lui pure luce eterna. San Giovanni infatti scrive: "Egli è la Luce che illumina il mondo" (cfr Gv 1,9). E Gesù stesso ha affermato: "Io sono la luce del mondo!" (Gv 8, 12). Il raggio di luce è della stessa sostanza della fonte di luce da cui deriva. Così Gesù è della stessa sostanza del Padre che lo genera. Il Padre è Dio, è il vero Dio: così Gesù è Dio è vero Dio perché viene da Lui generato.

Naturalmente qui il Simbolo parla della natura divina di Gesù, non della natura umana. Questa è stata generata per mezzo di Maria, come vedremo più avanti. Ma Gesù esisteva ancora prima di Maria: Egli era il Figlio di Dio prima di essere il figlio di Maria.

Da quanto tempo esiste il Figlio di Dio? Da quando esiste il Padre che lo genera. Ora il Padre esiste da sempre: è eterno. Così anche il Figlio esiste da sempre: è eterno: "Prima di tutti i secoli!".

Concludiamo: Gesù - afferma il simbolo della fede - è vero figlio di Dio. Non è stato creato, ma è generato. E' della stessa sostanza del Padre; come la luce viene dalla luce egli è Dio che viene da Dio.

Non siamo d'accordo perciò con quanti, pur dichiarandosi cristiani, rifiutano questa verità fondamentale della fede: la divinità e l'eternità del Signore. Oggi, tra questi, ci sono anche i Testimoni di Geova ed i Mormoni. Essi non accettano Gesù come Figlio vero di Dio, anche se usano chiamarlo così. In realtà essi dicono che Gesù è una creatura di Dio. E' stato creato - dicono - non generato! Attenti perciò a non lasciarvi ingannare dalle parole di que­sta gente che ripete gli errori degli antichi eretici. Sembrano dire cose nuove, in realtà riprendono errori ed eresie antiche di secoli! Noi che ci proclamiamo cristiani siamo fondati sulla grande verità che è la base di tutto il Vangelo: Gesù è veramente il Figlio eterno di Dio!

2) Ed è l'unigenito: cioè l'unico vero figlio di Dio. Questo lo affermiamo per distinguerlo da tutti gli altri che vengono chiamati così, come diciamo dei credenti. Noi siamo figli di Dio per adozione, cioè per partecipazione in quanto, me­diante la fede ed il battesimo, abbiamo ricevuto una vita nuova, la vita stessa del Figlio. Gesù è figlio di Dio per natura, noi invece per grazia, ossia per partecipazione. Noi restiamo sempre delle creature, anche se, uniti a Gesù, partecipiamo alla sua vita di figlio. Gesù al contrario rimane sempre il vero Figlio di Dio, anche se ha voluto assumere da Maria la nostra natura umana. Egli è l'Unigenito. cioè l'Unico Eterno Vero Figlio di Dio!

Abbiamo fatto un discorso su Dio, abbiamo fatto teologia: con umiltà e semplicità. Di fronte al grande mistero di Gesù e della sua divina figliolanza non ci resta che contemplare e adorare. Ma anche ringraziare e lodare perché questo mi­stero ci è stato rivelato per la nostra salvezza.

"Chi crede nel Figlio di Dio - scrive S. Giovanni - ha in sè la vita eterna! " (Gv 6,47).



CONTEMPLAZIONE

Anche quest'oggi la contemplazione si basa su una delle pagine più belle del Nuovo Testamento. Ancora una volta immagina di vedere Gesù davanti a te e ascolta con il cuore quanto di Lui afferma la Parola di Dio.

Ringraziamo con gioia il Padre che ci ha messi in grado di partecipare alla sorte dei santi nella luce.

E' lui infatti che ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto,

per opera del quale abbiamo la redenzione, la remissione dei peccati.

Egli è immagine del Dio invisibile, generato prima di ogni creatura;

poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.

Egli è prima di tutte le cose e tutte sussistono in lui.

Egli è anche il capo del corpo, cioè della Chiesa; il principio, il primogenito di coloro che risuscitano dai morti, per ottenere il primato su tutte le cose.

Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza

e per mezzo di lui riconciliare a sè tutte le cose, rappaciando con il sangue della sua croce, cioè per mezzo di lui, le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli.

E anche voi, che un tempo eravate stranieri e nemici con la mente intenta alle opere cattive che facevate,

ora egli vi ha riconciliati per mezzo della morte del suo corpo di carne, per presentarvi santi, immacolati e irreprensibili al suo cospetto:

purché restiate fondati e fermi nella fede e non vi lasciate allontanare dalla speranza promessa nel vangelo che avete ascoltato, il quale è stato annunziato ad ogni creatura (Col 1,12-23).



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