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Alle sorgenti della vera pietà (Carità nella Verità dottrinale) di don Fusina

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 16:24
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05/09/2009 16:12


- Capitolo 16 -

"IL TERZO GIORNO E' RISUSCITATO SECONDO LE SCRITTURE"

LA PASQUA


Nel Credo, dopo aver professato la nostra fede nella Passione e Morte Redentrice del Signore, affermiamo: "Il terzo giorno è risuscitato secondo le scritture". Qual'è il si­gnificato di questo articolo del Credo?

Ho già detto che la Passione e la Morte del Signore non sono fine a se stesse, ma hanno come scopo la Risurrezione.

Se non ci fosse stata la Risurrezione, la morte di Cristo risulterebbe vana, inutile. Tutta l'opera redentrice e salvatrice di Dio in Gesù Cristo è tesa alla Risurrezione gloriosa come a mèta. Perché?

Semplicemente perché la Risurrezione di Cristo è la Vita Nuova che Dio ha donato all'umanità peccatrice. Gesù è come il chicco di grano sepolto nelle zolle della terra. Esso è destinato a morire affinché possa nascere da lui una bella spiga, carica di chicchi nuovi. "Se il grano non muore - dice Gesù - rimane solo, ma se muore produce come frutto una nuova spiga, una nuova pianta" (cfr Gv 12,25). Dio è il buon contadino che ha seminato in questo povero mondo il chicco di grano che è Gesù; lo ha fatto morire non solo per l'espiazione dei peccati, perché al nostro posto li pagasse tutti, uno ad uno, ma anche e prima di tutto perché ci acquistasse una nuova vita, la vita della risurrezione.

S. Paolo scrive nel capitolo 15 della Prima Lettera ai Corinti: 'Vi ho trasmesso dunque, anzitutto, quello che anch'io ho ricevuto: che cioè Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture, fu sepolto ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.

In seguito apparve a più di cinquecento fratelli in una sola. volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto".



LA PASQUA DI GESU' E NOI

Il fatto storico della Risurrezione sta a dimostrare che Gesù ha realmente espiato tutti i peccati, ha realmente crocifisso nel proprio corpo la vecchia umanità ed è diventato, per chiunque crede in Lui, la sorgente della nuova vita. Dal sepolcro di Cristo, con la risurrezione. è uscita la nuova umanità. quella che piace a Dio. quella che è destinata a regnare nei Cieli per sempre.

Di questa nuova umanità noi abbiamo un modello e un'anticipazione nella Vergine Maria assunta in Cielo. Questo spiega perché la Chiesa celebra con tanta gioia que­sta festa mariana: è la festa più solenne della Madonna, ma è pure la festa più bella della Chiesa. E' la conclusione della Pasqua di Gesù, è la celebrazione anticipata della Pasqua del Cielo. Infatti mentre a Pasqua noi proclamiamo la risurrezione e la glorificazione di Gesù, nell'Assunzione di Maria noi celebriamo l'immagine profetica della risurrezione e glorificazione del suo Corpo Mistico, cioè della Chiesa rappresentata dalla Madonna. Portando Maria viva e gloriosa in Paradiso, Dio annuncia ed anticipa la risurrezione e la glorificazione della Chiesa.

Abbiamo soprattutto due passi della Sacra Scrittura che, in un certo senso, riguardano questo mistero mariano. Dico in un certo senso perché letteralmente non parlano di questo fatto. Ciò non toglie però che la luce che da essi promana non serva ad illuminare anche l'assunzione di Maria.

Il primo passo lo troviamo nella Lettera agli Efesini, là dove Paolo rivela il rapporto tra Gesù e la sua Chiesa come un rapporto sponsale. Egli dice che Gesù "ha amato la Chiesa fino a sacrificare la sua vita per lei, per renderla santa e pura, purificata dall'acqua del battesimo e dalla parola di Dio; per farla comparire alla sua presenza gloriosa, senza macchia, senza ruga o cosa del genere, ma santa e perfetta" (cfr Ef 5,21-32). Evidentemente queste parole riguardano la Chiesa nelle due fasi della sua esistenza la fase della purificazione e la fase finale la Chiesa del Cielo. Soltanto allora essa comparirà davanti a Gesù gloriosa e perfetta!

Sappiamo però che Dio ha voluto darci in Maria l'anticipazione, l'immagine profetica, il bozzetto (per così dire) della Chiesa. Non solo, ma in Lei ha voluto realizzare già la pienezza, il vertice della perfezione ecclesiale.

Dov'è che la Chiesa, la sposa del Signore, raggiunge il vertice dell'immacolatezza e della pienezza di grazia e salvezza se non in Maria Immacolata, esente da ogni peccato e piena di grazia? Dov'è che la Chiesa raggiunge la perfezione della sua fedeltà allo Sposo Celeste, cioè la pienezza della sua verginità spirituale, se non nella verginità di Maria? Dov'è che la Chiesa tocca il vertice della sua maternità spirituale se non in Maria, Madre di Cristo e dei credenti? E dov'è che la Chiesa vive già fin d'ora la pienezza della glorificazione mediante la nuova vita della risurrezione se non nella Madonna assunta in Cielo?

Vedete come tutti i privilegi che Dio ha dato a Maria, pur essendo strettamente personali, sono dati in vista della Chiesa perché, per mezzo di essi, possiamo contemplare in Maria, come in un identikit, il volto glorioso della Chiesa quale sarà alla fine dei tempi.

- Queste parole sono suffragate dalle altre che troviamo nell'Apocalisse al cap. 12 ed al cap. 21. San Giovanni si serve qui di due immagini per rivelarci il destino della Chiesa nel corso della storia ed alla fine dei tempi.

Nel cap. 12 si serve dell'immagine di una Donna, vestita di sole, coronata di stelle, madre del re dell'universo in lotta contro satana ed i suoi seguaci.

Questa immagine è certamente profezia della Chiesa, ma è anche profezia di Maria che la riassume e la rappresenta. Nel cap. 21 invece Giovanni ci parla delle nozze fra l'Agnello Gesù e la Chiesa Sua Sposa, che raffigura nella celeste Gerusalemme. Anche qui l'immagine riguarda la Chiesa, ma non esclude, anzi suppone Maria che la impersona e la anticipa.

Ecco perché affermo che anche la festa dell'Assunzione del 15 di agosto è la celebrazione profetica della Pasqua Celeste. Questa Pasqua, queste nozze tra l'Agnello Divino e la Sua Sposa son già state celebrate, oserei dire per procura, quando Maria è stata assunta nel Cielo. In Lei era tutta la Chiesa che andava incontro allo Sposo celeste per essere incoronata di gloria per tutta l'eternità.



LA PASQUA DELLA CHIESA

Ecco il frutto meraviglioso della Risurrezione del Signore! Ecco perché Gesù doveva patire e morire: proprio perché la sua sposa, la Chiesa, potesse nascere dal suo cuore squarciato e potesse entrare in possesso della vita celeste della risurrezione. Se Gesù non fosse morto, se il suo Cuore Divino non fosse stato trapassato dalla lancia, la Chiesa, simboleggiata dal sangue e dall'acqua sgorgati dalla ferita, non sarebbe nata. Anche la prima umanità, raffigurata in Eva, è nata dal costato dell'uomo addormentato, dal corpo di Adamo, per opera del Creatore. E' un'immagine, certamente, ma un'immagine che illumina il disegno di Dio. Adamo dormiva: profezia del nuovo Adamo, Cristo che sulla croce s'addormenta per noi nel sonno della morte. Dal costato del primo Adamo Dio trae Eva, la vecchia umanità che cadrà nel peccato. Dal costato del nuovo Adamo, Cristo, Dio trae la nuova Eva, la Chiesa; la nuova umanità della risurrezione. E come il vecchio Adamo, una volta risvegliatosi dal sonno, riconobbe in Eva la sua sposa e proclamò la legge del matrimonio dicendole: "Tu sei carne della mia carne ed ossa delle mie ossa" (Gen 2,23), così il nuovo Adamo, risvegliatosi dal sepolcro con la risurrezione, riconobbe nella Chiesa la sua sposa e le donò il suo Spirito di vita e di santità.

La risurrezione del Signore, dunque, è lo scopo di tutta l'opera della redenzione che Dio ha compiuto nel suo Figlio Gesù e Maria, assunta in Cielo, è l'immagine profetica della Chiesa del futuro, cioè della glorificazione che sarà manife­stata alla fine dei tempi. Dico manifestata, non attuata ed a ragione. Infatti la vita della risurrezione che sgorga dal Cristo glorioso è già presente ed operante in noi, ma non è manifesta.

Voglio farvi un esempio tolto dal Vangelo dove si parla della trasfigurazione di Gesù. Voi sapete come Gesù prese con se Pietro, Giacomo e Giovanni, salì su di un alto monte (pro­babilmente il Tabor) e lì si trasfigurò davanti a loro. Il suo volto divenne splendente come il sole e le sue vesti candide come la neve. Dopo questa visione Gesù ritornò come prima e tale rimase fino alla Pasqua. Quello splendore celestiale, quella luce misteriosa che lo avvolse lassù sul Tabor, era forse scomparsa da Gesù? Si era dissolta come la nebbia al sole? No! Gesù era sempre quello che gli apostoli avevano contemplato estasiati, ma la sua gloria non era manifesta. Era nascosta agli occhi umani dal velo della sua carne mortale. Egli rimaneva sempre il glorioso Figlio di Dio, ma appariva allo sguardo della gente come il povero figlio di Maria. Solo dopo la Pasqua lo splendore della sua gloria sfolgorò per sempre, come avviene anche oggi in Paradiso. Ebbene la medesima cosa si ripete per noi. Mediante il battesimo della fede noi veniamo sepolti con Cristo e risorgiamo insieme a Lui a nuova vita: la vita della risurrezione. Questa vita però non è manifesta, ma è nascosta. La possediamo realmente, ma non la vediamo e non la sentiamo. Possiamo coglierne la bellezza e la potenza solo con gli occhi della fede. Noi siamo di ià uomini risorti, uomini nuovi, ma lo sappiamo per fede, non per esperienza. Verrà un giorno in cui si manifesterà ciò che siamo realmente ed allora capiremo la grandiosa trasformazione che Dio ha operato in noi quando ci ha uniti a Gesù. Allora capiremo quanto la morte corporale sia necessaria perché anche il nostro corpo possa partecipare alla vita nuova della risurrezione.

Il corpo infatti parteciperà alla vita della risurrezione, ma solo alla fine dei tempi. Lo spirito, invece, vi partecipa fin da ora, ma nella fede, non nella manifestazione.

"Miei cari, fin d'ora noi siamo figli di Dio: quello che saremo però ancora non si vede. Ma quando Gesù ritornerà, saremo simili a Lui, perché lo vedremo come è realmente" (1 Gv 3,1-2). "Quando avete ricevuto il battesimo - scrive S. Paolo ai Colossesi - siete stati sepolti insieme con Cristo e con Lui siete risuscitati perché avete creduto nella potenza di Dio che ha risuscitato Cristo dalla morte! Un tempo, quando eravate immersi nel peccato e lontani da Cristo, di fatto eravate come morti. Ma Dio che ha ridato la vita a Cristo, ha fatto rivivere anche voi. Egli ha perdonato tutti i vostri peccati... Voi siete morti con Cristo e siete stati liberati dagli spiriti del male che dominavano il mondo... Perché allora vivete come se la vostra vita dipendesse ancora dalle regole di questo mondo?... Se voi siete risuscitati insieme con Cristo, cercate le cose del cielo, dove Cristo regna accanto a Dio. Pensate alle cose del cielo e non a quelle di questo mondo. Perché voi siete già come morti: la vostra vera vita è nascosta con Cristo in Dio. E quando Cristo, che è la vostra vita, si farà visibile a tutti, allora tutti vedranno anche la vostra gloria, insieme con la sua" (cfr Col 2,12-23 3,1-4).

E' così, che la fede nella risurrezione di Gesù diventa principio e norma di vita per i credenti. Bisogna però essere realmente convinti in ogni momento ed in ogni circostanza. Vi faccio un esempio. In me c'è una vita animale ed una vita spirituale. La vita animale è fatta di istinti, di sensi, di carnalità. La vita dello spirito invece è fatta di pensiero, di affetti, di volontà e di libertà. Molto spesso c'è contrasto tra l'una e l'altra. Quando mi metto a mangiare non lascio che mi guidi il mio istinto, ma la ragione. La mamma, quand'ero piccolo, e mi vedeva mangiare in maniera maleducata mi diceva: sembri un maialino! Mangia da uomo e non da bestia! E quando qualcuno si comporta male gli diciamo: sei un animale! Al contrario quando uno si comporta educatamente diciamo ammirati: è un vero gentiluomo, è un vero uomo! Ebbene in noi ci son due vite: la vita umana del peccatore figlio di Adamo e la vita che lo Spirito Santo che ci ha donato unendoci a Gesù. La prima è stata crocifissa con Gesù, la seconda ci è stata donata nella sua risurrezione. Questo lo sappiamo per fede.

Perciò dobbiamo mortificare sempre più la vita della vecchia natura, vita che è destinata a morire per sempre. Invece dobbiamo sviluppare sempre più la vita della nuova natura, quella che è opera dello Spirito Santo e che ha la sua sorgente nella risurrezione del Signore Gesù!

Ricordatevelo: voi non siete più quelli di prima, schiavi del peccato e delle passioni umane! Voi siete nuovi, risorti con Gesù ed un giorno anche il vostro corpo risorgerà!

Vivete dunque da figli della luce e della risurrezione e non da figli delle tenebre e della morte!



CONTEMPLAZIONE

Guarda con gli occhi del cuore, illuminati dalla fede, la Donna vestita di sole di cui parla la Bibbia nella quale Dio ci mostra, anticipata in Maria, la glorificazione della sua Chiesa e nostra, frutto della redenzione di Gesù.

Apocalisse cap. 12

Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle.

Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato. Essa partorì un figlio maschio, destinato a governare tutte le nazioni con scettro di ferro, e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono.

La donna invece fuggì nel deserto, ove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni.



- Capitolo 17 -

"SALI’" AL CIELO E SIEDE ALLA DESTRA DEL PADRE"

GESU’ NOSTRO AVVOCATO


D opo aver meditato sulla risurrezione del Signore, medi­tiamo ora sulla sua ascensione al Cielo. Nelle nostre cele­brazioni liturgiche la risurrezione e l'ascensione costituiscono due feste distinte. Nella realtà esse sono un unico mistero. L'ascensione, infatti, è il coronamento della risurrezione: è la glorificazione di Gesù non solo davanti agli uomini, ma anche davanti a Dio. Vediamo di spiegare un po' questo mistero.

Quando il Figlio di Dio si è fatto uomo nel seno della Vergine Maria, ha preso come sua la nostra natura umana. Da quel momento, pur restando vero Dio, cominciò ad essere anche vero uomo. Sappiamo che l'umanità era stata cacciata fuori dal Paradiso Terrestre, come racconta la Bibbia, a causa del suo peccato. Si tratta di un'immagine per indicare la separazione da Dio e dal suo gradimento. Per l'uomo non c'era più posto in Cielo. Per lui non rimaneva, dopo questa vita, che l'inferno. Ebbene Gesù ha ristabilito la situazione primitiva, quando Dio e l'uomo stavano insieme ed erano amici. Ha riportato l'umanità in Paradiso. Non solo, ma addirittura l'ha fatta sedere alla destra del Padre perché è figlia di Dio, partecipe della natura divina.



UN RITO PROFETICO

Nell'Antico Testamento questa meravigliosa realtà era stata profetizzata in un rito liturgico che si compiva una volta all'anno, nel giorno dell'espiazione. In quel giorno, dopo aver digiunato e confessato i peccati suoi e del popolo, il sommo sacerdote ebreo immolava un agnello e ne raccoglieva il sangue in un bacile d'oro. Poi, pieno del santo timor di Dio, apriva il velo che separava il luogo santissimo dov'era l'Arca dell'alleanza dal santuario dove ogni giorno si offriva l'incenso profumato al Signore. Tutto il popolo stava fuori in preghiera. Le trombe suonavano ed i sacerdoti lodavano Dio. Solo lui, il sommo sacerdote, con il cuore coperto da un pettorale su cui brillavano dodici pietre preziose simboleggianti le dodici tribù d'Israele, solo lui, dico, entrava in quel luogo buio. Infatti non c'erano né finestre, né lampade. Solo il tenue bagliore del candelabro d'oro che illuminava il santuario giorno e notte faceva arrivare fin là qualche raggio di luce. Nella penombra il sommo sacerdote avanzava verso l'Arca dell'Alleanza. La cassa, tutta rivestita d'oro, conteneva le tavole della legge. Sul coperchio c'erano due cherubini alati in ginocchio, con le ali tese a fare come un baldacchino. La Bibbia dice che quello era il luogo dove posavano i piedi di Dio. Un modo per indicare la presenza misteriosa, ma reale, del Signore. Era il luogo del perdono, chiamato propiziatorio! Il sommo sacerdote, avvicinatosi all'Arca santa, le girava intorno e l'aspergeva con il sangue dell'agnello, mentre invocava supplichevole il nome di Jahwè, nome che nessun ebreo osava mai pronunciare! Con quel gesto il sommo sacerdote intendeva espiare per i peccati suoi e del suo popolo mediante l'offerta del sangue dell'agnello. Egli sentiva di portare sulle sue spalle tutto il popolo ebreo, raffigurato dalle 12 pietre preziose: ne portava le miserie, i peccati, ma anche la fede e l'amore per il Signore.

Compiuto il rito usciva dal luogo santissimo e si recava alla porta del santuario dove benediceva la folla esultante. Questo avveniva nel Tempio di Gerusalemme una sola volta all'anno, ma avveniva ogni anno, perché nessun agnello con il suo sangue poteva espiare i peccati degli uomini. Il sommo sacerdote entrava sì nel luogo santissimo, ma poi ne usciva subito, pieno di timore, perché temeva che la giustizia di Dio colpisse lui e tutto il popolo peccatore.

C'è una Lettera del Nuovo Testamento che ci dà una spiegazione profonda di questo rito e ce lo presenta come la profezia di una realtà che noi ora viviamo. Si tratta della lettera agli Ebrei. L'autore sembra sia S. Paolo, anche se lo scrittore ispirato è certamente uno dei suoi discepoli, forse quell'Apollo di cui Paolo parla nella la ai Corinzi o anche Barnaba, che era stato un levita. Poco importa sapere chi scrisse materialmente questo libro del Nuovo Testamento. Conta invece il fatto che esso è ispirato da Dio e ci rivela il pensiero di Dio.

Il luogo santissimo in cui si trova l'Arca dell'Alleanza, dice questa Lettera, è il Paradiso, il Cielo, mentre il santuario è la terra. Il velo che separa l'uno dall'altro è la morte, castigo del peccato. Gesù è il nostro sommo ed eterno sacerdote. Egli ha preso su di se tutti noi con i nostri peccati quando ha abbracciato la croce e si è avviato verso la cortina della morte non con il sangue di un agnello, ma con il suo sangue. Ed ecco che Egli ha superato il velo della separazione ed è entrato nel luogo santissimo del Cielo, là dove Dio siede glorioso tra miriadi di cherubini e di serafini. Gesù si è presentato a Lui non solo come 2a Persona della Ss.ma Trinità, ma anche come vero uomo, carico di tutte le miserie umane e ha presentato al Padre il suo sangue in espiazione. Il Padre, vedendo il sangue del suo Figliuolo e la sua obbedienza fino alla morte, ha perdonato ogni peccato, una volta per sempre. Non ha rimandato indietro Gesù perché tornasse a patire ed a morire ogni anno, come si faceva nell'Antico Testamento con l'agnello, ma lo ha accolto una volta per sempre, lo ha riconosciuto come Figlio anche nella sua carne umana, lo ha fatto sedere anche come uomo alla sua destra affinché prendesse possesso, nella sua carne umana, del ruolo che quale Dio aveva da tutta l'eternità. La cortina che separava la Terra dal Cielo si è squarciata, come dice il Vangelo. Si è squarciata quando la lancia del soldato romano ha squarciato il cuore di Gesù crocifisso. Ora il nostro sommo sacerdote è lassù, alla destra di Dio e noi possiamo entrare nel luogo santissimo, nel Paradiso. Ho già detto che la morte, per noi credenti, è la porta che ci immette nella nuova dimensione della vita eterna! Ma anche finché siamo quaggiù ci è possibile passare attraverso la cortina della carne di Cristo per salire con Lui alla destra di Dio, a colloquio con Dio. Lo facciamo soprattutto quando ci accostiamo all'Eucarestia, allorché attraverso il sacramento del Corpo e del Sangue del Signore, Cristo stesso si fa nostro cibo e nostra bevanda. Ma lo facciamo anche quando andiamo a confessarci: allora noi portiamo i nostri peccati, bagnati dal sangue di Cristo, alla presenza del Padre per averne il perdono. Li portiamo insieme a Lui, vivente ed operante nel ministero della sua Chiesa.

Così pure quando preghiamo, quando celebriamo le varie liturgie, quando offriamo al Signore le nostre opere e le no­stre sofferenze noi passiamo attraverso il velo squarciato del Cuore di Cristo e ci accostiamo al trono dell'Altissimo con la sicura fiducia di essere accolti come figli perché sappiamo che siamo una cosa sola con Gesù.



NEL TEMPIO CELESTE

Ecco: questo è il profondo significato della nostra fede nel mistero dell'Ascensione. Non vogliamo solo affermare che Gesù ora è in Cielo: vogliamo anche proclamare che Egli è là per noi come nostro sommo ed eterno sacerdote e come no­stro avvocato.

"Egli è là ad intercedere per noi" scrive S. Paolo e non a­vrebbe potuto esprimere in modo migliore la situazione di Gesù in Cielo. S. Giovanni poi, nella sua la lettera, parla del Corpo glorioso di Gesù come del propiziatorio, cioè del luogo del perdono. Il propiziatorio era, come abbiamo visto, il co­perchio dell'Arca Santa, sul quale il sommo sacerdote versava il sangue dell'agnello in espiazione dei peccati: per questo veniva chiamato luogo del perdono.

Gesù in Cielo è dunque Colui che prega per noi ed il luogo del perdono per ogni nostro peccato. Non solo! Ancora S. Giovanni ce lo presenta come il Consolatore, cioè l'Amico che ci difende. Lo chiama proprio così: "Abbiamo in Cielo un Paraclito, Gesù il Giusto". Paraclito vuol dire: amico che ci consola e ci difende. Da chi ci difende in Cielo? Ci difende da colui che ci accusa davanti a Dio. E' un'immagine biblica quella del giudizio celeste: da una parte c'è Satana, il nostro avversario, colui che ci accusa giorno e notte. Ci accusa di essere peccatori e perciò meritevoli di condanna. Ma c'è anche Gesù, il nostro Paraclito, cioè il nostro amico avvocato, che ci difende. In che modo?

Prima di tutto offrendo il suo sangue per pagare ogni nostro delitto. In secondo luogo presentando in se stesso una umanità nuova, giusta, perfetta. Il Padre ascolta Gesù e ci accoglie come suoi figli perdonandoci ogni peccato e donandoci la sua grazia che ci fa giusti e santi. Ecco perché S. Paolo osa dire: "Ora non c'è più alcuna condanna per quelli che sono uniti a Cristo Gesù" e poi si chiede: "Che cosa diremo di fronte a questi fatti? Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Lui che non ha risparmiato il suo Figlio, ma lo ha dato per tutti noi; come non potrebbe darci ogni cosa insieme con Lui? E chi potrà accusare gli eletti di Dio? Nessuno, perché Dio stesso li dichiara giusti, innocenti. Chi allora li potrà condannare? Nessuno, perché Gesù è morto per loro. Anzi è risorto ed ora si trova accanto a Dio, dove sostiene la nostra causa" (Rm 8).

Capite allora, cari amici, il vero significato delle parole del Credo quando diciamo che Gesù "salì al Cielo e siede alla destra del Padre"?



IL DONO DELLO SPIRITO

Ma vi è un'altra cosa da considerare. Gesù aveva legato alla sua glorificazione il dono dello Spirito Santo per i suoi di­scepoli qui sulla terra. Non solo cioè Egli sarebbe salito al Cielo, come nostro sommo sacerdote, per aprirci la strada della fiducia e per difenderci come nostro avvocato, ma promise che avrebbe inviato sulla Terra un altro amico, lo Spirito Santo: "E' bene per voi che io vada in Cielo perché, quando me ne sarò andato, vi manderò un altro Consolatore, un altro Paraclito, lo Spirito di verità che procede dal Padre. Egli vi guiderà al possesso di tutta intera la verità" (cfr Gv 16,7 e 13). In Cielo Gesù ci difende ed intercede per noi; sulla terra lo Spirito Santo ci guida al possesso della verità tutta intera. Ecco i frutti dell'ascensione e della glorificazione di Gesù alla destra del Padre.



RIASSUMENDO

Osservate bene come è fatta la nostra fede cristiana. Ci sono dei fatti che ne costituiscono la base storica. Su questi fatti viene costruita da Dio una realtà nuova che ci coinvolge subito, fin da adesso, e che possiamo cogliere solo per fede. Questa realtà si espande verso il futuro quando, al tempo stabilito da Dio, si manifesterà in tutta la sua pienezza. Allora il Disegno di Dio apparirà completo e definitivo.

1) Primo fatto: Il Figlio di Dio si è fatto uomo nel seno di Maria. L'umanità viene rinnovata, comincia un mondo nuovo che avrà la sua completezza in Cielo. Gesù è il seme, noi siamo la pianta.

2) Secondo fatto: Gesù muore per noi sulla croce e versa il suo sangue in espiazione dei nostri peccati. Conseguenza: ogni peccato è perdonato in virtù del sangue di Cristo e noi moriamo con lui sulla croce. Il nostro vecchio uomo è morto per sempre. Non esiste Più.

3) Terzo fatto: Gesù risorge con una vita nuova ed eterna. Egli è la sorgente della nuova umanità, l'umanità che deve dar vita ad un mondo nuovo, a nuovi cieli ed a nuova terra. 4) Quarto fatto: Gesù è salito al Cielo e siede alla destra di Dio come nostro avvocato e nostro sommo sacerdote. Di conseguenza Dio ci accoglie come suoi, ci dichiara innocenti, ci vuole accanto a se nella gloria del Cielo ed intanto ci dona il suo Spirito affinché ci purifichi e ci prepari.

E' molto importante, amici, aver fede in questi fatti e nelle loro conseguenze.

Tutto il cristianesimo è qui: nel credere veramente in questi fatti e nel credere veramente e concretamente nelle loro conseguenze. Molti cristiani invece hanno poca fede e si comportano come se questi fatti non esistessero o non avessero nessun influsso su di noi.

Faccio un esempio molto semplice.

Un mio amico ha depositato in banca per me una grossa somma e me lo ha scritto: Sappi che ho depositato la tal somma sul tuo conto corrente. Usala come vuoi: Ecco: questo è un fatto!

Di fronte ad esso io posso comportarmi in due modi:

a) o io non credo al mio amico ed allora non credo neppure di possedere quella somma. Di conseguenza non la uso e rimango povero;

b) oppure io credo al mio amico ed allora so di essere ricco e di poter usare quella somma. Ma qui ci sono due casi:

- so di possedere quella somma, ma non la uso. Resto povero!

- so di possedere quella somma, e ne uso. Vivo da ricco!

Molti cristiani non credono. Altri credono sì, ma non tirano le conseguenze della loro fede: e sono i più!

- Dicono di credere nell'incarnazione del Figlio di Dio, ma non si sentono figli di Dio, e neppure membra del suo Corpo Mistico.

- Dicono di credere nella morte e nel sangue di Gesù, ma non hanno fiducia nel perdono e vivono ancora schiavi del peccato, pur sapendo di essere già morti con Gesù.

- Dicono di credere nella risurrezione del Signore, ma non si sentono partecipi della sua nuova vita.

- Dicono di credere nella glorificazione di Cristo, ma non credono alla presenza dello Spirito Santo in loro e non hanno fiducia nell'intercessione di Gesù.

Questo modo di vivere il cristianesimo è falso e dispiace a Dio. Dio vuole gente che creda sul serio e che tiri le conseguenze della propria fede ogni momento, in ogni circostanza.

Il mondo stesso ha bisogno di gente così e non di gente incerta e triste, come sono nella maggior parte i cristiani di oggi!

I fatti che Dio ha compiuto sono realtà storiche e le conseguenze che da essi derivano sono realtà vive e concrete che invadono tutta la nostra esistenza riempiendola di gioia. Se vogliamo rinnovare la Chiesa ed il Mondo non c'è niente che noi possiamo fare di nuovo: c'è solo da credere sul serio a quello che ha già fatto Dio e tirarne le conseguenze.



BEATA PER LA TUA FEDE

Così ha fatto Maria! E per questo lo Spirito Santo l'ha proclamata beata proponendola come modello di fede viva a tutti i discepoli del Signore: "Beata colei che ha creduto nel compimento della Parola. del Signore'1 (Le 1,45). Non ha creduto solo alla Parola, ma ha creduto nel suo compimento: cioè nella sua concreta realtà! La fede di Maria anticipa e riassume in sè la fede della Chiesa. Nel cammino della fede Maria ci precede. Se vogliamo piacere a Dio dobbiamo seguirne le orme che passano dalla stanzetta dell'Annunciazione alla grotta di Betlemme; dalla casetta di Nazareth a Gerusalemme e al Calvario per sfociare nell'oceano meraviglioso della visione di Dio. Guardiamo a Maria, Donna nuova, Donna di fede e chiediamo che ci ottenga una fede come la sua.



CONTEMPLAZIONE

Mettiti davanti al quadro meraviglioso che la Lettera agli Ebrei ti presenta e, con il tuo cuore, sali con Gesù al trono del Padre in umile e devota adorazione.

Lettera agli Ebrei cap. 9

Certo, anche la prima alleanza aveva norme per il culto e un santuario terreno.

Fu costruita infatti una Tenda: la prima, nella quale vi erano il candelabro, la tavola. e i pani dell'offerta: essa veniva chiamata il Santo.

Dietro il secondo velo poi c'era una Tenda, detta Santo dei Santi, con

l'altare d'oro per i profumi e l'arca dell'alleanza tutta ricoperta d'oro, nella quale si trovavano un'urna d'oro contenente la. manna, la verga di Aronne che aveva fiorito e le tavole dell'alleanza.

E sopra l'arca stavano i cherubini della. gloria, che facevano ombra al luogo dell'espiazione. Di tutte queste cose non è ne­cessario ora parlare nei particolari.

Disposte in tal modo le cose, nella prima Tenda entrano sempre i sacerdoti per celebrarvi il culto;

nella. seconda invece solamente il sommo sacerdote, una volta all'anno, e non senza portarvi del sangue, che egli offre per se stesso e per i peccati involontari del popolo.

Lo Spirito Santo intendeva così mostrare che non era ancora aperta la via del santuario, finché sussisteva la prima Tenda. Essa infatti è una figura per il tempo attuale, offrendosi sotto di essa doni e sacrifici che non possono rendere perfetto, nella sua coscienza, l'offerente,

trattandosi solo di cibi, di bevande e di varie abluzioni, tutte prescrizioni umane, valide fino al tempo in cui sarebbero state riformate.

Cristo invece, venuto come sommo sacerdote di beni futuri, attraverso una Tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano di uomo. cioè non appartenente a questa creazione. non con sangue di capri e di vitelli ma con il proprio sangue entrò una volta 12er sempre nel santuario. Procurandoci così una redenzione eterna.

Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsi su quelli che sono contaminati, li santificano, purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo. che con uno Spirito eterno o ffrì se stesso senza macchia a Dio. purifìcherà la nostra coscienza dalle opere morte. per servire il Dio vivente?

Per questo egli è mediatore di una nuova alleanza, perché, essendo ormai intervenuta la sua morte per la redenzione delle colpe commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l'eredità eterna che è stata promessa. Dove infatti c'è un testamento, è necessario che sia accertata la morte del testatore, perché un testamento ha valore solo dopo la morte e rimane senza effetto finché il testatore vive.

Per questo neanche la prima alleanza fu inaugurata senza sangue.

Infatti dopo che tutti i comandamenti furono promulgati a tutto il popolo da Mosè, secondo la legge, questi, preso il sangue dei vitelli e dei capri con acqua, lana scarlatta e issòpo, ne asperse il libro stesso e tutto il popolo,

dicendo: Questo è il sangue dell'alleanza che Dio ha stabilito per voi.

Alla. stessa maniera asperse con il sangue anche la Tenda e tutti gli arredi del culto.

Secondo la legge, infatti, quasi tutte le cose vengono purificate con il sangue e senza spargimento di sangue non esiste perdono.

Era dunque necessario che i simboli delle realtà celesti fossero purificati con tali mezzi; le realtà celesti poi dovevano esserlo con sacrifici superiori a questi.

Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo Largura di quello vero ma nel cielo stesso. per comparire ora al cospetto di Dio in nostro, favore, e non per offrire se stesso più volte come il sommo sacerdote che entra nel santuario o_ni anno con sangue altrui.

In questo caso, infatti, avrebbe dovuto soffrire più volte dalla fondazione del mondo. Ora invece una volta sola. alla pienezza dei tempi è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso.

Davanti a tanto mistero non c'è che da adorare in silenzio con Maria.



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