È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

Alle sorgenti della vera pietà (Carità nella Verità dottrinale) di don Fusina

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 16:24
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 1.222
Sesso: Femminile
05/09/2009 16:13


- Capitolo 18 -

"DI NUOVO VERRA' NELLA GLORIA PER GIUDICARE I VIVI E I MORTI"

IL GIORNO DEL SIGNORE


ascensione gloriosa del Signore Gesù alla destra del adre non pone la parola fine alla sua opera di salvezza. Egli continua la sua missione non solo in Cielo, ma anche quaggiù mediante il dono dello Spirito Santo ed il ministero della Chiesa che è il suo corpo, mentre lassù, come abbiamo visto, incessantemente intercede per noi. Così, con il passare degli anni e dei millenni, la Celeste Gerusalemme, anticipata dalla gloriosa Vergine Maria assunta e glorificata in Cielo, si va formando pietra su pietra, man mano che le anime dei giusti arrivano al porto della salvezza.

Dopo aver professato la nostra fede in questa verità, il Credo ci fa dire: "E di nuovo verrà nella gloria a giudicare i vivi ed i morti". Con queste parole noi scavalchiamo la storia e ci collochiamo al suo termine, in quel giorno misterioso e meraviglioso che la Bibbia chiama "il giorno del Signore". Di solito lo si rappresenta come un giorno terribile, come il giorno del giudizio e della vendetta di Dio. Ciò è vero, ma per i non salvati, per i reprobi, per quanti non hanno posto la loro fiducia nel Signore Gesù. Ma per noi che abbiamo sperato in Lui e che Lo abbiamo accolto nella fede come nostro Salvatore e Signore, per noi sarà un giorno di gioia e di festa.

Mi viene alla mente il giorno in cui le truppe alleate sono entrate vittoriose nelle città e nei paesi della Germania sconfitta. Quanti si trovavano da anni nei campi di prigionia

e di sterminio, trattati peggio delle bestie da parte di aguzzini spietati, appena sentirono il tuono dei cannoni avvicinarsi, furono tutti presi da una grande speranza e gioia: la liberazione era vicina, era alle porte. Certo, ci furono recrudescenze di ferocia da parte dei nazisti, i quali, talvolta, cercarono di sterminare quanti erano ancora in vita nella folle illusione di togliere di mezzo pericolosi testimoni. Ma il giorno dell'ira e della giusta punizione non poteva più essere fermato ed anche quelli che morivano pregustavano la soddisfazione che l'infamia stava per aver termine.

Così, è per noi! Il mondo ride della nostra fede, ci tratta da pazzi e da illusi. Spesso ci perseguita, ci emargina, ci uccide. Ma noi sentiamo già il tuono del giorno del Signore che si avvicina e guardiamo a quel giorno con grande speranza. Sappiamo che verrà, anche se non ne possiamo conoscere il tempo. Con buona pace dei Testimoni di Geova e sette affini, quel giorno è un segreto di Dio e nessuno lo conosce. Dice infatti Gesù ai suoi apostoli: "Non spetta a noi sapere quando esattamente ciò accadrà: solo il Padre può deciderlo" (cfr Atti 1,7). Quanti vanno cianciando sulla prossima fine del mondo e quanti vanno facendo conti cabalistici basandosi su questo o quel testo della Bibbia interpretato cervelloticamente, devono fermarsi davanti a parole di Gesù così chiare ed esplicite: solo Dio conosce quel giorno, nessun altro!

Sappiamo però che quel giorno ci sarà e sarà terribile per i malvagi e gioioso per i fedeli. A questi Gesù dice: "Quando queste cose cominceranno ad accadere, alzatevi e state sicuri, perché è vicino il tempo della. vostra liberazione" (cfr Le 21,28). Capite, amici? Non solo non dobbiamo aver paura di quel giorno, ma, al contrario, dobbiamo corrergli incontro, come si corre incontro al papà che finalmente torna a casa carico di doni e desideroso di abbracciarci! Credete voi che Gesù non desideri incontrarci ed abbracciarci? Che cosa aspetta

Egli in Cielo se non che anche l'ultimo nemico del genere umano, cioè la morte, sia finalmente vinto e tutti i suoi fratelli possano partecipare in pienezza alla vita beata della risurrezione? Non è Egli venuto proprio per questo? E per questo non è Egli morto e risorto? A che cosa tende la sua continua intercessione lassù, in Cielo, alla destra del Padre, se non a che nessuno dei suoi discepoli vada perduto e tutti li possa abbracciare presto nel giorno del giudizio?



LA GIUSTIZIA DI DIO

Voi mi direte: ma non dobbiamo temere il giudizio di Dio, noi che siamo peccatori? E' una domanda legittima ed importante, che merita una risposta chiara e completa. Certo, il peccatore deve temere Dio e la sua giustizia, perché Dio non lascerà impunito neppure il più piccolo peccato. Gesù afferma che "anche di una parola inutile ci verrà chiesto il conto" (cfr Mt 12,36). Se è così per le parole inutili, che cosa sarà per quelle cattive? Che cosa sarà per i pensieri ed i desideri malvagi, per le opere e le azioni indegne dei figli di Dio e persino degli uomini?

Ma non dobbiamo fermarci qui, perché se tutto ciò è vero, è pure altrettanto vero che Gesù è "vittima di propiziazione per ogni nostro peccato!" (cfr 1Gv 2,2), il che significa che Egli ha pagato e cancellato con il suo sangue i nostri peccati uno ad uno, tanto il più grosso, quanto il più piccolo.

Immaginatevi di avere tra le mani numerose fatture di debi­ti che avete contratto e dobbiate presentarvi alla banca per pagarle. Colui che non avesse alcuna fonte cui attingere il denaro necessario, dovrebbe sì aver paura. Ma chi sa di avere in banca un conto aperto con un ingente deposito di denaro, perché dovrebbe temere? Ebbene noi abbiamo un conto aperto presso il Padre con un deposito infinito di meri­ti. Lo ha aperto il Signore Gesù quando è morto per noi sulla croce, quando ha versato tutto il suo sangue in riscatto per i nostri peccati. Questo deposito è così grande che supera di gran lunga tutta la lista delle nostre colpe. Anzi, dice S. Giovanni, supera anche quella di tutto il mondo! Perché allora aver paura del giudizio di Dio? Questa paura nasce da una fede che ha un falso fondamento. Una fede che mette a confronto la nostra miseria e la nostra cattiveria con la giu­stizia degli uomini. Ma noi non possiamo pensare alla giu­stizia di Dio come alla giustizia degli uomini. Sono due cose diverse. La giustizia degli uomini consiste nel dare a cia­scuno il suo: ai buoni il premio, ai malvagi il castigo. La giustizia di Dio invece giustifica l'uomo peccatore, purché abbia fede in Cristo. "Secondo la tua giustizia, salvami!" si dice nei Salmi. La tua giustizia, non la mia, non quella fondata sul merito mio, ma quella fondata sul merito infinito di Gesù e che la Chiesa mi dona in nome e col potere di Cristo Redentore.

Infatti la giustizia di Dio è salvatrice. Proprio perché è giu­sto, Dio mi salva per i meriti infiniti di Cristo! Certo, se Egli guardasse soltanto ai miei peccati, mi dovrebbe punire. Ma non sarebbe giusto se il suo sguardo si fermasse lì. Il suo sguardo sale invece alla Croce ed al Sangue di Gesù ed allora, proprio per giustizia, mi perdona. Gesù infatti ha pagato tutto per me!

Leggete il Vangelo e ditemi se non è proprio questa la Buona Novella! Coloro che si dannano, sono quelli che vogliono presentarsi a Dio con la loro giustizia e rifiutano la grazia di Cristo. Costoro non vanno all'Inferno perché hanno peccato, ma perché, avendo peccato, non hanno accolto Gesù come loro Salvatore.

Anche noi abbiamo peccato ed anche noi meritiamo l'inferno! Ma noi crediamo in Gesù, Lo accogliamo come nostro Salvatore, ci affidiamo al suo Spirito affinché ci liberi dal male e ci renda capaci di fare il bene mediante la nuova vita che ci ha portato! Perciò se da una parte dobbiamo temere Iddio e la sua ira e perciò evitare tutto ciò che lo offende, dall'altra dobbiamo guardare al suo giudizio ed alla sua giustizia con fiducia perché noi siamo perdonati e giustificati dalla nostra fede in Gesù.



IL SACRAMENTO CHE CI RICONCILIA

E qui, riscopriamo la bellezza dei sacramenti e, soprattutto, del sacramento della Riconciliazione. Vi ho detto, in altra occasione, che esso è celebrazione della divina misericordia. Ora aggiungo che è celebrazione anticipata del Giudizio finale. Infatti quando tu vai a confessarti ti sottoponi al giudizio di Dio per mezzo della Chiesa. Prendi i tuoi peccati, uno ad uno, e li metti lì davanti al sacerdote perché, in nome e con l'autorità ricevuta dal Signore, esprima il giudizio di Dio su di essi. Ma quale sarà il giudizio di Dio su questi peccati? Sarà un giudizio di condanna o un giudizio di assoluzione? Dipende da te, dalla tua fede! Se tu riconosci umilmente e sinceramente i tuoi peccati e credi nel perdono di Dio per i meriti infiniti di Cristo, il giudizio della Chiesa sarà un giudizio di assoluzione, un giudizio che porta fino a te il fatto della Croce ed il Sangue redentore, un giudizio che anticipa fin da ora l'assoluzione di Cristo quando dirà: "Venite, benedetti del Padre mio: prendete possesso del Regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo" (Mt 25,34).

Il sacerdote che ti assolve non fa che rendere attuale e tangibile questo giudizio di assoluzione. E' Gesù stesso che ti dichiara perdonato ed assolto perché ti ha lavato con il suo sangue e perciò ti ha già accolto come suo discepolo fedele nel Regno dei Cieli. Il tuo nome è scritto nel Libro della Vita senza alcun debito; tutto infatti è stato pagato dal Sangue Prezioso di Gesù!

Ogni volta che andiamo a confessarci rinnoviamo, nella ce­lebrazione sacramentale, il mistero della Croce e del Sangue che ci redime ed anticipiamo su di noi il giudizio assolutorio di Dio. In quel giorno tale giudizio sarà ufficialmente proclamato davanti a tutto il mondo, come oggi è proclamato nel segreto del confessionale o nella liturgia penitenziale comunitaria. Pensate, quanto siamo sciocchi noi peccatori che non ci accostiamo frequentemente al sacramento della riconciliazione e magari siamo pieni di timore e paura per il futuro giudizio di Dio! Abbiamo qui il mezzo per rinnovare anche ogni giorno, se lo vogliamo, la riconciliazione con Dio e l'anticipazione del suo giudizio finale di assoluzione e trascuriamo stupidamente un mezzo così efficace di pace e di serenità!

Ce ne parla anche S. Paolo nella 1 a Lettera ai Corinzi, proprio là dove tratta dell'Eucarestia e dove raccomanda la purità di coscienza per non mangiare indegnamente il Corpo del Signore: "Se ci giudichiamo attentamente ora - egli dice - non cadremo sotto la condanna di Dio" (cfr 1Cor 11,31). In che modo ci possiamo giudicare ora? Riconoscendo i nostri peccati e confessandoli con fede perché siamo assolti dal Signore mediante il ministero della Chiesa: "Coloro ai quali rimetterete i peccati, li avranno rimessi!" (Gv 20,23).

Nella Lettera ai Romani S. Paolo scrive: "Ora, non c'è più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù" (Rm 8,1). Perché? Perché Gesù ha inchiodato alla Croce la sentenza di condanna che era stata emessa contro di noi a causa dei nostri peccati e l'ha tolta di mezzo pagando ogni nostro debito con il suo Sangue. Quello che importa è che noi siamo in Cristo Gesù cioè uniti a Lui mediante la fede vera, quella fede cioè che è animata dall'amore! Se siamo in Cristo non dobbiamo più temere il giudizio perché, scrive S. Paolo, "chi potrà mai accusare quelli che Dio riconosce come suoi eletti? Nessuno, perché è Dio stesso che li dichiara non colpevoli. Chi allora potrà condannarli? Nessuno, perché il giudice, Gesù Cristo, proprio Lui, è morto per loro. Anzi, è risuscitato per loro ed ora si trova accanto a Dio, dove sostiene la loro causa!" (cfr Rm 8,31-39). Dio non può accusare quelli che Lui stesso ha reso innocenti, in quanto sono una cosa sola nel suo Figlio innocente! Gesù, il giudice del giudizio finale, non può condannare quelli che Lui stesso ha salvato con la sua croce e per i quali continua ad intercedere! Ha dunque ragione S. Paolo nel dire che "ora non c'è più alcuna condanna per coloro che sono in Cristo Gesù!" Com'è possibile, allora, aver paura del Giudizio?

S. Giovanni insegna: "Noi sappiamo e crediamo che Dio ci ama. Dio è amore e chi vive nell'amore è unito a Dio e Dio è presente in lui. Così è per Gesù e così e per noi in questo mondo. Se l'amore di Dio è perfetto in noi, ci sentiamo sicuri per il giorno del giudizio. Perché chi vive nell'amore di Dio non ha paura. Anzi, l'amore di Dio, quando è veramente perfetto in noi, caccia via la paura. Chi ha paura si aspetta un castigo, e non vive nell'amore di Dio in maniera perfetta" (cfr 1 Gv 4,16-18).

Nel leggere questo passo della Bibbia c'è il pericolo di fraintenderlo nel senso che si pensa all'amore che noi dobbiamo avere per Iddio. Se fosse così chi mai potrebbe dire: in me l'amore di Dio è perfetto? Ma San Giovanni non parla qui del nostro amore per Iddio, ma dell'amore di Dio per noi. Egli dice infatti: "Noi sappiamo e crediamo che Dio ci ama" e poi prosegue dicendo che questo amore, quando è perfetto in noi, caccia via la paura del giudizio. E quand'è che questo amore di Dio è perfetto in noi? Quando viene accolto per fede! Vi faccio un esempio: il sole brilla all'orizzonte ed illumina tutto il panorama. Quand'è che questo panorama e questa luce diventano perfetti, ossia pienamente reali, in me? Quando io apro gli occhi e guardo. Allora la luce porta dentro di me il meraviglioso paesaggio che mi sta dinanzi! Quand'è che l'amore che Dio mi porta diviene reale in me? Quando io credo a questo amore e ci credo pienamente! Ora se tu credi davvero che Dio ti ama, come puoi aver paura per il giorno del giudizio?



UN SOGNO

Permettetemi di raccontarvi un sogno che io ho fatto molti anni fa. Dategli il peso che merita un sogno, ma vedrete l'insegnamento in esso contenuto, molto vero e molto valido. Era morto da poco un ragazzo ed io ero preoccupato per la sua salvezza perché era morto tragicamente senza aver avuto la possibilità di ricevere i sacramenti della Chiesa. Pregai molto per lui. Poi il tempo me lo fece dimenticare. Altri problemi mi assillavano: tra questi quello del giudizio di Dio. Una notte vidi in sogno quel ragazzo: era tutto bello e felice. Meravigliato gli chiesi: ma tu non sei morto? Perché sei qui? Mi rispose: sono qui per te! Voglio dirti che sono con il Signore.

- Davvero? Ma, dimmi, come è stato il giudizio di Dio? E' vero che si tratta di un giudizio molto severo?

- Non severo, ma esigente. Molto esigente... - Qui il ragazzo tacque quasi cercando le parole giuste. Poi, sorrise e mi disse: "esigente, ma paterno!". E disparve!

Esigente, ma paterno! Non saprei come meglio parlare del giudizio di Dio!

Esigente, perché Dio non potrà mai accettare neppure il più piccolo peccato.

Paterno, perché Dio ci ama quali figli diletti e ci vede in Cristo, quindi purificati dal suo sangue e santificati dal suo Spirito.

Nessuna paura, dunque, ma impegno. Quello si! Impegno ad evitare ogni peccato, per piccolo che sia, affinché Dio veda che viviamo da veri figli suoi, come Gesù! Ma se pecchiamo, non scoraggiamoci: ricordiamoci che "Gesù è propizíazione

per i nostri peccati" per ogni peccato e che in Cielo intercede sempre per noi! Ricorriamo subito al suo giudizio di misericordia e così eviteremo alla fine della vita ed alla fine della storia il giudizio di condanna.

La Madonna ci aiuti con la sua materna intercessione.



CONTEMPLAZIONE

Immagina di essere davanti al Giudice Divino nel "grande giorno di Dio" mentre emana le sue sentenze. Poi rivolgiti a Maria e chiedi la sua materna intercessione.

Quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si siederà sul trono della sua gloria.

E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo.

Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi.

Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti ab­biamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere?

Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito?

E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti?

Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me.

Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli.

Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere;

ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch'essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti ab­biamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito?

Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l'avete fatto a me.

E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna.



- Capitolo 19 -

"... VERBA' NELLA GLORIA PER GIUDICARE I VIVI E I MORTI" (bis)

SAREMO GIUDICATI SULL'AMORE


Nel capitolo precedente abbiamo meditato sull'articolo del Credo che dice: "Di nuovo Egli verrà nella gloria per giudicare i vivi ed i morti.

Abbiamo visto come, con queste parole, noi esprimiamo la nostra fede nel ritorno del Signore Gesù quale giudice di tutti gli uomini. Quel giorno è conosciuto nella Bibbia con il nome di giorno del Signore perché allora sarà lui a dominare gli eventi. La prima volta egli non è venuto nella gloria, ma nell'umiltà, nella povertà, nella sofferenza. E' venuto per compiere l'opera della salvezza, mettendosi al nostro posto e pagando con il suo sangue ogni nostro peccato. In quel giorno, invece, tornerà nella gloria cioè con tutta la maestà e la potenza che gli è propria come Figlio Unigenito di Dio e verrà per fare il giudizio, cioè per discernere, per separare ciò che è suo, da ciò che è di Satana. Gesù ha raffigurato più volte quello che farà in quel giorno servendosi di parabole. In una ha parlato di pescatori che, seduti sulla riva, separano i pesci mangerecci dagli altri. In un'altra ha parlato di mietitori che separano il buon grano dalla gramigna.

Ma c'è una parabola soprattutto nella quale il Signore raffigura quel giorno come una grande opera di separazione: la parabola del Re Pastore che mette alla sua sinistra i caproni ed alla sua destra le pecorelle (Mt 25,31-46).

Questa parabola è densa di insegnamenti e rivelazioni... Facciamo soltanto alcune considerazioni:

1) innanzitutto è facile comprendere chi è questo Re Pastore: è Gesù! Ed è facile pure comprendere che parla del suo grande giorno: l'ultimo di questa storia ed il primo di una storia nuova;

2) anche chi rappresentano i capri e le pecorelle non è difficile capirlo: i capri rappresentano tutti quelli che non sono di Cristo, le pecorelle invece sono quelli che appartengono a Lui e che in altra parte del Vangelo egli chiama le mie pecorelle... i miei agnelli, il mio gregge;

3) c'è un segno che distingue capri dalle pecore, coloro che appartengono a Gesù da coloro che non sono suoi: è l'amore. Quelli che non sono animati dall'amore, non sono di Dio perché "chi non ama non conosce Dio e non è nato da Lui" (1Gv 4,9).



L'AMORE VERO

Ora è importante capire di quale amore si parli, perché sotto l'etichetta della parola amore noi siamo abituati a contrabbandare molte altre cose, ben diverse dal vero amore. Ebbene qui è chiaro che Gesù parla dell'amore che viene da Dio, cioè della carità, ossia di quell'amore che nasce dal Cuore di Dio, si comunica al nostro cuore mediante la Grazia che ci eleva ad essere partecipi della divina natura in Cristo, e, attraverso noi, si dona ai fratelli nei quali vediamo e riconosciamo Gesù stesso. E' l'amore che parte dall'Amore e si espande nel mondo mediante i canali dei nostri cuori per poi ritornare all'Amore. Un po' come avviene per la pioggia. Nasce dall'oceano, si trasforma in nubi per irrorare la terra, poi ritorna all'oceano mediante i fiumi. Si tratta dunque del dono gratuito di sè, ad imitazione di Dio e ad imitazione di Gesù. Anzi si tratta dell'amore stesso di Dio, anche se non sempre illuminato in maniera esplicita dalla fede. Sembra quasi che Gesù, in questa parabola, parli soltanto di questa situazione, cioè della situazione di chi ama e dona a Dio senza saperlo. Infatti tutti gli interpellati si meravigliano di aver dato o rifiutato al Signore qualche cosa: "Quando mai ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato (o non ti abbiamo dato) da mangiare?".

Gesù ci vuol rivelare qui una verità assai importante: ciò che ci rende figli di Dio è la presenza del suo amore in noi, non la conoscenza di esso. Se uno è figlio di un re, lo è perché generato da lui, perché nelle sue vene scorre il sangue reale, che egli lo sappia o meno. Non è il fatto del saperlo che lo rende figlio, ma il sangue che scorre in Lui!

Così non è il fatto di sapere che Gesù è presente nel fratello, che ci manifesta figli di Dio. Anche Satana lo sa, eppure non è figlio di Dio! Quello che conta è che tu ami con l'amore stesso di Dio e che ami Dio concretamente nei tuoi fratelli: questo ti salva! Ora c'è della gente a questo mondo che sa per fede che Gesù vive nelle sue membra, cioè nei fratelli e c'è della gente che questa realtà non la conosce perché nessuno gliel'ha insegnata. Ma l'importante non è tanto il sapere questo, quanto piuttosto il fatto di amare concretamente Gesù nei fratelli. Certo, colui che conosce questa misteriosa presenza di Gesù nei fratelli è facilitato nell'amore. Una tale conoscenza è un dono! Ma è pure una grossa responsabilità perché non ha alcuna scusa se non ama i fratelli. Gesù non accetta per valida neppure la scusa di coloro che dicono: io non lo sapevo! Quanto meno accetterà scuse da coloro che lo sapevano o lo dovevano sapere, quali siamo noi cristiani! Gesù bada ai fatti, non alle parole. Davanti a lui ciò che conta non è che tu sappia o meno che Lui stesso vive nei fratelli, ma il fatto che tu lo abbia o non Lo abbia amato in essi.

Da questo punto di vista credenti e non credenti sono messi sullo stesso piano: sul piano dell'amore! Hai la fede ed hai amato? Allora appartieni a Dio. Hai la fede e non hai amato? Allora la tua fede è sterile e tu non sei di Dio. Non hai avuto il dono della fede, ma hai amato? Tu non lo sapevi, ma di fatto appartieni a Dio, perché Dio è amore. Invece non hai la fede e non hai amato?'Allora tu non sei in Dio, perché chi non ama non vive in Lui!

In fondo il giudizio di Dio è tutto qui: nel discernere quelli che vivono nel suo amore e del suo amore da quelli in cui domina invece l'egoismo.

Qualcuno si potrebbe domandare: ma perché proprio l'amore-carità è la discriminante tra i buoni ed i cattivi, tra i vivi ed i morti come dice l'articolo del Credo?

Voglio tentare di rispondere a questa domanda perché mi pare che colga il cuore della vita cristiana.

Noi sappiamo che Dio ci ha creati non perché restassimo per sempre su questa Terra, ma per il Regno dei Cieli.

Ora in che cosa consiste il Regno dei Cieli? Quale sarà la vita che si vive in esso?

Nel libro dell'Apocalisse la Bibbia ci parla della vita eterna come di una luna di miele tra il Signore Gesù e la sua Sposa, la Chiesa, raffigurata nella Celeste Gerusalemme: una luna di miele che non avrà mai fine. Siamo infatti chiamati ad una felicità senza fine e questa è possibile soltanto in un amore senza fine, non inquinato da egoismo. Ora, come la vita coniugale deve essere preparata dal fidanzamento durante il quale l'uomo e la donna imparano a conoscersi, a rispettarsi e ad amarsi rinunciando progressivamente al proprio egoismo, ciò avviene anche tra noi e Dio. Qui sulla terra noi viviamo il nostro fidanzamento con Dio ed impa­nàmo a conoscerlo e ad amarlo. Per questo Egli si è fatto ih tutto simile a noi nell'umanità di Gesù. Inoltre Egli ci ha offerto nella Vergine Maria il modello della Sposa Celeste ed ha anticipato in Lei la gloria e la gioia del matrimonio che ci attende in Paradiso. Queste parole non sono elucubrazioni mistiche di un esaltato, ma dottrina biblica, ispirata da Dio. Infatti S. Paolo paragona la comunità cristiana di Corinto ad una giovane fidanzata: "Vi ho presentati a Cristo come fidanzata" (cfr 2Cor 11,2), egli scrive. E Giovanni Battista, il profeta del Nuovo Testamento, parlando di Gesù lo paragona al Fidanzato che viene per conoscere e sposare la sua ragazza: "Io - dice - sono soltanto l'amico dello sposo e sono felice che egli sia venuto e che la folla lo segua. E' giusto, infatti, che la sposa segua lo sposo, mentre all'amico dello sposo basterà condividerne la gioia" (cfr Gv 3,29). Diceva così perché i suoi seguaci erano invidiosi del successo di Gesù in mezzo alla gente. Ecco allora il segreto della vita cristiana: imparare ad amare per essere capaci, un giorno, di vivere in perfetta comunione con Dio.

Per aiutarci in questo cammino Gesù ci ha rivelato l'amore di Dio per noi, la sua bontà, la sua misericordia. Inoltre ci ha reso palpabile questo amore con il suo amore, fino a dare la vita per noi. "Così - ci ha detto - dovete amarvi tra di voi: proprio così, come io ho amato voi!" (cfr Gv 15,12). E' questa la lezione fondamentale che dobbiamo imparare da Gesù e non solo teoricamente, ma concretamente. Sarà proprio su questa lezione che dovremo dare l'esame in quel giorno!

Voi capite bene che una fidanzata per quanto bella e piena di ottime qualità non vale niente se non ama il suo fidanzato. Al contrario se c'è in essa un grande amore, il fidanzato passerà sopra alle sue pecche. Quello che è fondamentale nel matrimonio è l'amore: allora ogni problema può essere risolto. Ma se manca l'amore, tutto il resto non vale niente. Così Dio ci esamina solo sull'amore perché a tutto il resto sa provvedere Lui con la sua infinita potenza e sapienza.



IL FUOCO PURIFICATORE

Che cosa sarà il Purgatorio se non l'opera dell'amore purificante? Il Purgatorio non è un luogo di tormento vendicativo, ma uno stato d'amore in cui l'amore prende pieno possesso del nostro essere purificandolo da ogni egoismo e trasformandolo finché non sarà degno di entrare alle nozze eterne. Io penso che il fuoco del Purgatorio sia il fuoco dell'amore che brucia ogni residuo di egoismo fino a quando tutto in noi sarà dominato dall'amore. Solo allora potremo godere la gioia eterna della comunione con Dio. Questo fuoco d'amore comincia la sua opera quaggiù me­diante la carità che lo Spirito Santo diffonde nei nostri cuori. Ci sono in noi come due fuochi: quello che nasce dalla no­stra natura corrotta e produce l'egoismo con tutti i suoi frutti di peccato e quello che nasce dallo Spirito Santo e porta i suoi frutti di salvezza e di santità. La nostra vita è una continua lotta tra l'egoismo e la carità. In questa lotta noi commettiamo di solito un gravissimo errore ed è quello di far appello al nostro cuore per vincere l'egoismo. Ora il nostro cuore è proprio la sede dell'egoismo: è il suo trono. Ecco perché, nonostante i nostri buoni propositi, per quanto sinceri e santi, noi non riusciamo a vincere l'egoismo. Purtroppo succede che anche molti direttori spirituali cadano in questo errore consigliando di ricorrere solo o prevalentemente alla nostra buona volontà, al nostro impegno. Una volontà ed un impegno molto deboli ed essi stessi inquinati di egoismo. Che direste se in una battaglia si chiedesse aiuto agli alleati del nemico? Non sarebbe una cosa sciocca e pericolosa?

Se vogliamo vincere l'egoismo che è in noi non rimane che una cosa da fare: fare spazio allo Spirito Santo che è in noi! E' Lui che diffonde nei nostri cuori l'amore che viene da Dio, l'unico capace di vincere e distruggere l'egoismo. Santo diventa non colui che ci mette più buona volontà soltanto, ma colui che prima di tutto fa più spazio allo Spirito del Signore.

Ecco allora la strategia spirituale da seguire, se vogliamo arrivare al Giudizio con il cuore colmo di carità ed essere accolti tra le pecorelle di Gesù: lasciarci dominare dallo Spirito Santo facendo continuo appello alla carità divina, soprattutto nel nostro rapporto con i fratelli.

Alla luce della Parola di Dio lo Spirito ci fa scoprire Gesù nei fratelli. Non basta saperlo: bisogna esserne convinti concretamente. Ora questa convinzione è dono dello Spirito Santo. Tutti i cristiani hanno sentito dire che nei fratelli vive il Signore, ma solo pochi ne sono convinti. Per questo solo pochi sanno amare come ci ha amato Gesù. Ma se tu fai posto all'azione dello Spirito Santo, allora Egli formerà in te la convinzione della fede che ti farà vedere Gesù in ogni fratello, specialmente nel più povero e nel più piccolo. Di fronte a questa divina realtà la carità sgorgherà dal tuo cuore perché lo Spirito Santo è l'Amore di Dio che tende a Gesù. Come un vento impetuoso Egli ti trasporterà verso Gesù vivente nel fratello per amarlo con l'amore stesso di Dio! Molta gente, umile e semplice, vive questa carità magari senza rendersene conto del tutto. II fatto è che si lascia docilmente guidare e condurre, anzi portare, dalla potenza dello Spirito Santo. Invece c'è gente che conosce bene le Scritture e la Dottrina Cristiana, ma è superba ed è incapace di amare in questo modo. Lo Spirito non può agire in essi perché la loro autosufficienza Lo imprigiona e Lo blocca. Ritornando al tema del giudizio com'è presentato da Gesù nella parabola del Re-Pastore, ricordiamoci che saremo esaminati sull'amore perché solo chi ama può oltrepassare la frontiera del Regno dell'Amore Infinito ed Eterno.

Per questo, fin d'ora, impariamo ad amare Gesù nei fratelli. E' lì infatti che lo troviamo se ci lasciamo guidare e condurre dallo Spirito. Dice S. Paolo: "Chi ha lo Spirito di Cristo, appartiene a Cristo!" (Rm 8,9). Se lasciamo che lo Spirito Santo operi in noi e diffonda in noi la carità di Dio, allora siamo di Cristo, apparteniamo a Lui e non abbiamo nulla da temere nel giorno del Giudizio.



IL CUORE DI MARIA

Guardiamo a Maria: lo Spirito che agiva sovranamente nel suo cuore l'ha condotta da Elisabetta e là si è servito di lei per compiere il primo atto di salvezza e di santificazione operato da Gesù su questa terra. Nel cuore di Maria agiva l'Amore di Dio perché era un cuore dominato dallo Spirito Santo. In questo cuore Egli non ha mai trovato resistenza, ma al contrario un perfetto abbandono e una perfetta obbedienza ai suoi impulsi di grazia.

Per questo la Chiesa ci propone il Cuore Immacolato di Maria come il modello più sublime dell'amore di carità verso Dio e verso i fratelli, fino a riassumere in esso tutta la persona e tutta la vita della Madre di Dio. Infatti quando noi parliamo del Cuore Immacolato di Maria prendiamo l'immagine del cuore come segno del suo amore e della sua stessa persona avvolta nella carità di Dio e riverberante questa carità su tutti gli uomini tradotta, per così dire, in termini materni. In Maria, per la sua intima e unica partecipazione alla vita della Ss.ma Trinità, si riversano come tre raggi di luce infuocata simboleggianti l'amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, come vide S. Matilde in una delle sue grandi visioni mistiche.

Ci aiuti, dunque, la Vergine Santa ad abbandonarci a questo divino Spirito affinché la carità di Dio si serva dei nostri cuori a favore dei fratelli, specialmente di quelli più piccoli e più bisognosi.



CONTEMPLAZIONE

Mettiti davanti al S. Cuore di Gesù, come davanti ad una fornace di fuoco, così come Lo ha visto S. Margherita Maria Alacoque. Da questa fornace attingi, in silenziosa preghiera, il fuoco dell'Amore.

Immagina pure l'apparizione della Madonna a Fatima, quando mostrò ai pastorelli, avvolgendoli nella luce di Dio, il suo Cuore Immacolato. In silenzio contempla e immergiti nel suo amore materno.

Prima Lettera ai Corinzi 13

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.

E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.

La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia,

non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,

non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

La carità non avrà mai fine. Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà.

La nostra conoscenza è imperfetta e imperfetta la nostra profezia.

Ma quando verrà ciò che è perfetto, quello che è imperfetto scomparirà.

Quand'ero bambino, parlavo da bambino, pensavo da bambino, ragionavo da bambino. Ma, divenuto uomo, ciò che era da bambino l'ho abbandonato.

Ora vediamo come in uno specchio, in maniera confusa; ma allora vedremo a faccia a faccia. Ora conosco in modo imperfetto, ma allora conoscerò perfettamente, come anch'io sono conosciuto.

Queste dunque le tre cose che rimangono: la fede, la speranza e la carità; ma di tutte più grande è la carità!

Prima Lettera di Giovanni cap. 4,7 ss.

Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio.

Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore.

In questo si è manifestato l'amore di Dio per noi: Dio ha mandato il suo unigenito Figlio nel mondo, perché noi avessimo la vita per lui.

In questo sta l'amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati.

Carissimi, se Dio ci ha amato, anche noi dobbiamo amarci gli uni gli altri.

Nessuno mai ha visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio rimane in noi e l'amore di lui è perfetto in noi.

Da questo si conosce che noi rimaniamo in lui ed egli in noi: egli ci ha fatto dono del suo Spirito.

E noi stessi abbiamo veduto e attestiamo che il Padre ha mandato il suo Figlio come salvatore del mondo.

Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio.

Noi abbiamo riconosciuto e creduto all'amore che Dio ha per noi. Dio è amore; chi sta nell'amore dimora in Dio e Dio dimora in lui.

Per questo l'amore ha raggiunto in noi la sua perfezione, perché abbiamo fiducia nel giorno del giudizio; perché come è lui, così siamo anche noi, in questo mondo.

Nell'amore non c'è timore, al contrario l'amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell'amore.

Noi amiamo, perché egli ci ha amati per primo.

Se uno dicesse: «Io amo Dio», e odiasse il suo fratello, è un mentitore. Chi infatti non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede.

Questo è il comandamento che abbiamo da lui: chi ama Dio, ami anche il suo fratello.





Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 04:48. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com