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Alle sorgenti della vera pietà (Carità nella Verità dottrinale) di don Fusina

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 16:24
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05/09/2009 16:14


- Capitolo 20 -

"CREDO NELLO SPIRITO SANTO"

LO SPIRITO SANTO


Noi proclamiamo: "Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio e con il Padre ed il Figlio è adorato e glorificato ed ha parlato per mezzo dei profeti". Poco prima, parlando di Gesù, si dice: "Si è incarnato per opera dello Spirito Santo nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo".

Sono poche parole, ma densissime di significati. Voglio meditarle una ad una per meglio comprendere, per quanto ci è consentito dai nostri limiti umani, le meravigliose realtà divine in esse rivelate e proposte alla nostra fede.

1 - La prima affermazione è la seguente: "Io credo nello Spi­rito Santo".

Richiamo il significato di quel " io credo in" che indica l'adesione di tutta la nostra persona non ad una verità astratta, ma a Qualcuno di concreto.

Questo Qualcuno è lo Spirito Santo: credo nello Spirito Santo!



CHI E' LO SPIRITO SANTO?

A questo punto sorge spontanea la domanda: ma Chi è lo Spirito Santo?

Noi adulti, che abbiamo studiato a memoria le risposte del vecchio catechismo, diciamo subito: lo Spirito Santo è la Terza Persona della Ss.ma Trinità!

Esatto! Ma comprendiamo il senso di queste parole?

Cosa significa che lo Spirito Santo è una Persona e precisamente la Terza Persona della Ss.ma Trinità? Che incidenza ha questa realtà nella nostra vita e nella nostra storia?

Procediamo con ordine. Intanto prendiamo atto che alcune sette pseudo cristiane (tipo i Testimoni di Geova) rifiutano la Persona dello Spirito Santo come del resto rifiutano tutto il mistero della Ss.ma Trinità. Per loro Dio (lo chiamano Geova sbagliando la traduzione del nome divino dall'ebraico) è una Persona sola. Gesù sarebbe soltanto un essere superiore a noi, ma creato da Dio. Quindi non suo Figlio nel senso proprio della parola, né tantomeno Dio lui stesso. Quanto allo Spirito Santo poi essi negano che sia una persona: lo presentano e lo ritengono soltanto una forza di luce e di amore che proviene da Dio: una "cosa", dunque, non una persona. Accanto ai Testimoni di Geova possiamo mettere, con sfumature diverse, i Mormoni e sette simili.

Tutti costoro non sono "cristiani" perché i cristiani sono i discepoli di Gesù, quelli cioè che accettano integralmente la rivelazione di Cristo, soprattutto quella riguardante la Ss.ma Trinità e la sua divinità. Così le vere chiese cristiane, fin dai primissimi secoli, hanno sintetizzato la dottrina cristiana nel Credo che noi recitiamo durante la Messa.

Esso viene recitato ed accolto dai Cattolici, dai Protestanti e dagli Ortodossi. In quanto Simbolo della Fede ci ritroviamo uniti, anche se ci dividiamo poi su altre cose.

Ma perché i Testimoni di Geova ed altri rifiutano di acco­gliere l'insegnamento cristiano sulla Persona dello Spirito Santo? Semplicemente perché leggono con un criterio sba­gliato la Sacra Bibbia e rifiutano la luce della Tradizione Apostolica.

Come sapete bene, la Bibbia è composta da molti libri, parecchi dei quali sono stati scritti nell'Antico Testamento, ossia prima di Gesù; altri, invece, nel Nuovo Testamento, ossia dagli apostoli di Gesù e dagli evangelisti. Dio infatti ha rivelato se stesso e la propria opera di salvezza gradualmente, lungo il corso di molti secoli, ispirando alcuni uomini a raccogliere, nello scritto, tutto e solo quello che Dio voleva dire alla nostra umanità. Ciò significa che la luce della divina rivelazione ha fatto un certo cammino col passare del tempo. Dio non ha rivelato tutto e subito, ma un po' alla volta, gra­dualmente, man mano che la storia procedeva nel suo corso ed il popolo eletto maturava nella comprensione della Divina Parola. La pienezza della luce venne solo con Gesù. Solo Lui poté dire: "Io sono la luce del mondo" (Gv 8,12), come anche "Io sono la via, la verità, la vita" (Gv 14,6)! Gesù è, nella sua Persona e nella sua opera, la rivelazione piena del Padre: "Chi ha visto Me, ha visto il Padre!" (Gv 14,9).

Di conseguenza se io voglio conoscere tutta la verità che Dio ci ha rivelato, guardo a Gesù, come ci insegna la Lettera agli Ebrei che dice: "Tenete fisso lo sguardo su Gesù autore e perfezionatore della Fede!" (Ebr 12,2).

Se invece voglio seguire il cammino storico che la rivelazione ha percorso, allora comincio dall'Antico Testamento e, su su, arrivo fino alla luce del Nuovo.

Nella Bibbia tutto è ispirato da Dio, perché tutto viene da Lui: ma non tutto ha l'identica intensità di luce. La fiamma della candela è luce perché è fuoco. Anche il sole è luce, perché è fuoco! Ma quale differenza tra la candela ed il sole! La candela mi può servire per illuminare le tenebre della notte, ma quando brilla il sole è meglio spegnerla: non serve, o serve a poco. Anzi, al sole la fiamma della candela fa ombra per terra! Bene, i Testimoni di Geova commettono l'errore di leggere l'Antico Testamento senza prima tener conto della luce piena che c'è nel Vangelo. Questo lo fanno su tutte le verità della fede: sull'anima, su Gesù, sullo Spirito Santo, ecc. Sarebbe come uno che volesse illuminare il sole con la fiammella della candela!

Noi cristiani invece partiamo dalle parole di Gesù, dal suo Vangelo, perché in esso abbiamo la pienezza della divina ri­velazione. Allora poi comprenderemo meglio gli sprazzi di luce che Dio ha donato nell'Antico Testamento.

Ebbene, a proposito dello Spirito Santo, che cosa ci ha rivelato Gesù?



UNA PERSONA DIVINA

Gesù ci ha rivelato tante cose sullo Spirito Santo, ma la prima di tutte è questa: lo Spirito Santo non è una "cosa" di­vina: è una Persona divina, come sono Persone divine il Padre e il Figlio. Vi cito soltanto alcune parole di Gesù in proposito. Durante l'ultima cena Egli ha detto ai suoi discepoli: "Io pregherò il Padre ed Egli vi manderà un altro Paraclito, lo Spi­rito di verità che procede dal Padre" (Gv 14,16-18).

Per capire bene questo testo è necessario metterlo a confronto con un altro della prima Lettera di Giovanni dove si dice: "Vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, (sappia che) abbiamo un Paraclito presso il Padre, Gesù Cristo, giusto" (la Gv 2,1).

Paraclito significa "avvocato difensore", colui che ci consola difendendoci, prendendo le nostre difese. Per questo viene tradotto anche con la parola "Consolatore". Orbene San Giovanni, nella sua Prima Lettera, ci rivela che i peccatori hanno in Cielo, presso il Padre, un Avvocato Difensore, un Consolatore che parla a loro difesa. Chi è? E' Gesù Cristo, il Giusto, cioè Colui che non ha mai peccato e che ci giustifica con la sua grazia. Dunque Gesù è il primo Paraclito. Ma Gesù è "una cosa" o una persona? Certamente è una Perso­na. Ora lo stesso Gesù parla di "un altro Paraclito" che ci viene donato dal Padre per sua richiesta: "lo pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Paraclito". Ciò vuol dire che come abbiamo una Persona (Gesù) che in Cielo prende le nostre difese, così abbiamo un'altra Persona che ci consola e ci difende qui in terra. E' lo Spirito Santo.

San Paolo ci rivela il medesimo mistero quando afferma che Gesù siede alla destra del Padre "in continua preghiera per noi", mentre lo Spirito Santo sta nel nostro cuore da dove fa salire una preghiera ineffabile che solo il Padre comprende. Vedete come appare chiaro dalle parole della Bibbia che lo Spirito Santo è una Persona! Solo di una persona, infatti si può dire che è "un altro avvocato difensore", solo di una persona si può dire che prega per noi!

Un secondo esempio lo abbiamo ancora nel discorso dell'ultima cena, quando Gesù dice: 'Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa e vi guiderà verso la verità totale" (cfr Gv 14,26). Poi dice ancora: "Egli mi renderà testimonianza e anche voi mi renderete testimonianza" (Gv 15,26). Solo una persona può insegnare, può guidare verso la verità totale, può rendere testimonianza. Una "cosa" non può compiere azioni che sono proprie di una persona! Per questo Gesù usa il pronome personale "Egli" non solo in questo passo del vangelo, ma anche in altri.

Infine nel libro degli Atti, gli apostoli, scrivendo ai credenti di Antiochia, dicono: "E' sembrato bene allo Spirito Santo e a noi insegnarvi queste cose" (cfr Atti 15,28).

Notate bene come lo Spirito Santo viene presentato come uno che decide insieme agli apostoli l'insegnamento da dare ai fedeli. Non può essere "una cosa": Egli è una persona! Questa è la grande affermazione che troviamo nel Nuovo Testamento sulla bocca di Gesù e degli Apostoli! Nell'Antico Testamento che cosa si dice? Ecco, nell'Antico Testamento si parla molto di Spirito Santo, ma non si dice mai che Egli è una persona. Si parla della potenza di Dio, non della Terza Persona della Ss.ma Trinità. Tutt'al più ci sono delle espressioni in cui la parola Spirito, di Dio equivale a Dio stesso, ma la rivelazione della Persona dello Spirito Santo si trova con chiarezza ed in maniera esplicita solo nel Nuovo Testamento.

L'errore dei Testimoni di Geova, come delle altre sette affini, sta proprio nel guardare all'Antico Testamento senza aver prima ascoltato la Parola di Gesù e degli apostoli. Se non facessero così non cadrebbero in tutta quella caterva di errori in cui si trovano. Ma tant'è: chi abbandona la Chiesa che San Paolo chiama "colonna e fondamento della verità" (1Tm 3,15) non può che finire così! Ce ne dispiace, anche perché in genere si tratta di fratelli nostri che hanno abbandonato la nostra fede, probabilmente perché non l'hanno mai studiata a fondo e si sono lasciati ingannare dal Maligno!



RELAZIONI CON LO SPIRITO

Ma ritorniamo a noi: lo Spirito Santo, dunque, è una Per­sona Divina!

Questa realtà costituisce per tutti noi una rivelazione che coinvolge tutta la nostra vita. Infatti con le Persone si intrecciano rapporti personali fatti di amicizia, di amore, di fede, di impegno. Se lo Spirito Santo fosse soltanto una cosa, una forza, noi non potremmo avere alcun rapporto con Lui, se non quello che si ha con un oggetto. Ma poiché Egli è una Persona, ecco che possiamo entrare in comunione con Lui, diventare suoi amici, parlare con Lui, pregarlo, amarlo, ascoltarlo.

Ed è qui che manchiamo di fede! Diciamo che è una Persona e lo trattiamo come un estraneo! Purtroppo trattiamo da estraneo proprio Colui che ci è più vicino. Infatti Gesù è sa­lito al Cielo e di là tornerà visibilmente tra noi solo alla fine del mondo. Nel frattempo Egli, vero Dio, vive nei nostri cuori mediante lo Spirito. Infatti il compito dello Spirito è proprio quello di metterci in comunione con Gesù nostro Salvatore e nostro Signore. Per questo Egli ce lo ha dato! Come lo Spirito ha misteriosamente, ma realmente, portato il Verbo di Dio, Gesù Cristo, nel seno di Maria, così, in modo diverso, ma in maniera sempre reale, Lo porta nei nostri cuori perché sia la nostra vita. Gesù ha detto: "Io sono la Vita!". E ha pure detto: "Sono venuto perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza!" (Gv 10,10). Ora perché possiamo avere questa vita è necessario che Egli sia presente in noi. Ebbene questo è il compito dello Spirito Santo. Gesù è salito in Cielo come uomo perché lo Spirito potesse portarlo in noi come Dio e Vita nostra. Provate a pensare: se Gesù fosse rimasto sulla terra visibilmente sarebbe stato confinato in un unico luogo, come avviene per noi. Quanti di noi avrebbero potuto vederlo, toccarlo, ascoltarlo almeno una volta in vita? E come avrebbe potuto Gesù vivere nel cuore di ciascuno dei suoi discepoli ed amici? Ecco allora che Gesù "sale alla destra del Padre", cioè scompare alla vista umana, per essere presente invisibilmente, mediante la fede, in tutti i credenti. "lo sto alla porta e busso. Se uno mi ascolta e mi apre la porta, entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me" (Ap 3,20). Come abbiamo visto mediante la fede l'uomo apre la porta della sua vita a Gesù e Gesù entra in Lui portandogli una vita nuova: la sua stessa vita di Figlio di Dio. Ma è lo Spirito che porta Gesù nel cuore, così come lo ha portato nel seno di Maria. Vi ricordo l'esempio del soffio. lo porto nel vostro cuore il mio affetto dicendovi: vi voglio bene! E' il soffio delle mie labbra che fa arrivare queste parole alle vostre orecchie e le porta nel vostro cuore dove voi le accogliete con riconoscenza. Lo Spi­rito Santo è il "Soffio" di Dio. Egli prende Gesù, il Figlio di Dio, dal seno del Padre e Lo porta nel vostro cuore aperto dalla vostra fede. Così Gesù, che è la Vita Eterna, entra in voi e voi avete la vita: "Chi accoglie Gesù, il Figlio, accoglie la Vita Eterna!" scrive San Giovanni (cfr 1Gv 5,12).

Ora questo Soffio Divino è il nostro Amico Consolatore. Egli ci ama e proprio per questo porta dentro di noi Gesù! Come possiamo restare indifferenti a tanto amore?

Come possiamo ignorare un Amico Divino così buono e così importante?

La Madonna ci ottenga dal Signore la grazia di conoscere sempre più il grande dono che ci ha fatto Gesù quando ha effuso in noi il suo Spirito; Lei che è stata riempita di Spirito Santo sin dalla sua immacolata concezione; Lei nel cui seno verginale lo Spirito Santo ha portato il Figlio perché prendesse la nostra carne e diventasse uomo come noi; Lei che divenne subito dopo strumento dello Spirito Santo per santificare il Battista nel seno di Elisabetta e che, ispirata dallo Spirito, innalzò a Dio il meraviglioso Cantico di lode del Magnificat profetizzando l'avvento di un Regno di giustizia e di pace; Lei che, alle nozze di Cana, ottenne da Gesù il vino nuovo simboleggiante il dono dello Spirito ai credenti; Lei che, ai piedi della croce, accolse la prima effusione dello Spirito dalle labbra di Gesù morente e Lo contemplò nel segno misterioso dell'acqua e del sangue sgorganti dal Cuore trafitto del Redentore; Lei infine, che aprì allo Spirito il cuore della Chiesa nel giorno della Pentecoste.

Quali relazioni meravigliose ci furono tra Maria e lo Spirito Santo!

Ci aiuti la Vergine santa ad aprire il nostro cuore allo Spirito che vive in noi!



CONTEMPLAZIONE

Come spunto per la contemplazione che segue questa riflessione sulla Persona dello Spirito Santo prendiamo il racconto dell'Annunciazione. Mettiamoci accanto alla Madonna e ascoltiamo con attenzione amorosa la rivelazione dello Spirito che scende su Maria. E' lo stesso Spirito che nel battesimo è sceso anche su noi. Guardiamo come Lo ha accolto Lei!

Vangelo di Luca cap. 1

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Si­gnore è con te».

A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.

L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.

Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.

Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo: il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo».

Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile:

nulla è impossibile a Dio».

Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.



- Capitolo 21 -

"E' SIGNORE E DA' LA VITA"

LA FONTE DELLA VITA


Nel Credo, dopo aver affermato che lo Spirito Santo è una Persona, e precisamente la Terza Persona della Ss.ma Trinità, affermiamo altre due realtà: 1 ° che Egli è Signore; 2° che Egli dà la vita.

1 - Lo Spirito Santo è Signore. Che vuol dire?

Si tratta di una professione di fede nella divinità dello Spi­rito Santo: Egli è una Persona Divina in tutto uguale al Padre ed al Figlio. Tant'è vero che gli viene dato il medesimo titolo divino che nell'Antico Testamento si dava a Jahwè e nel nuovo Testamento a Gesù glorificato.

Di solito noi chiamiamo Signore il Padre e Gesù. Diciamo, per esempio: il Signore ha fatto il cielo e la terra. Oppure: vado a pregare il Signore.

In queste espressioni intendiamo parlare semplicemente di Dio. Ma diciamo pure: Il Signore è morto e risuscitato per noi Ed in questo caso intendiamo parlare del Figlio di Dio, cioè di Gesù.

Chiamando Signore anche lo Spirito Santo intendiamo ri­conoscergli la medesima natura divina che è nel Padre e nel Figlio. Dire che lo Spirito Santo è Signore, significa dire che è Dio! Certo, per noi è difficile parlare della Ss.ma Trinità, tanto più che noi accompagniamo sempre le nostre parole con immagini e non c'è nessuna immagine che possa esprimere questo mistero. Certe immagini che vengono talvolta presentate non solo sono inadeguate, ma addirittura pericolose perché possono falsificare il vero mistero della Trinità.

E' un mistero, cioè una realtà divina incomprensibile e basta! Noi l'accettiamo per fede, perché ce lo ha rivelato Gesù e non perché lo comprendiamo!

Ebbene, proprio per fede noi crediamo che lo Spirito Santo è Dio come il Padre e come il Figlio: un unico Dio, il Dio che ci ha creati, il Dio che ci ama, il Dio che ci aspetta in Cielo. Ma è una Persona distinta sia dal Padre che dal Figlio. Una Persona con la quale, come abbiamo visto nel capitolo precedente, possiamo intrattenere rapporti di amicizia e di amore.

2 - Ma è il secondo titolo che ora c'interessa più da vicino: Egli è vivificante dice il Credo, cioè Colui che dona la vita.

E' Gesù stesso che ce lo rivela al termine del suo grande di­scorso eucaristico nel cap. 6° di S. Giovanni. Egli dice: "E' lo Spirito che dà la vita!".

Di quale vita si parla qui? Non della vita naturale, ma della vita soprannaturale quella che Gesù chiama vita eterna e che noi usiamo chiamare "Grazia di Dio". Certo, lo Spirito Santo è anche il donatore della vita in genere, come lo è il Padre, come lo è il Figlio. Infatti ogni vita viene da Dio Creatore, in modo particolare la vita degli uomini. Nell'uomo, infatti, la vita procede sì da una generazione biologica, ma c'è anche uno spirito immortale (che noi siamo abituati chiamare anima) e questo non può che essere dono di Dio.

Tuttavia la vita di cui si parla qui, nel Credo, è un'altra: quella della grazia. Si tratta di una realtà nuova, superiore ad ogni aspettativa ed esigenza umana che Dio dona ai di­scepoli di Gesù facendoli così diventare suoi figli di adozione. Questa parola "adozione" non deve trarci in inganno. Infatti altra è l'adozione umana, altra l'adozione divina.

L'adozione umana è una finzione giuridica mediante la quale un bambino viene accolto come figlio nella famiglia dell'adottante. Ne riceve il nome, l'eredità, i titoli: non però la vita.

Invece nell'adozione divina noi riceviamo una vita nuova: diventiamo partecipi della vita stessa di Dio! Come inse­gna S. Pietro nella sua Lettera (cfr 2Pt 1,4). E S. Giovanni afferma: "Non solo siamo chiamati figli di Dio: lo siamo nella realtà. Ora però non si vede questa realtà in maniera manifesta. Ma verrà un giorno in cui essa apparirà visibilmente. Allora vedremo Dio faccia faccia, cioè vivremo anche in maniera manifesta la nuova vita che abbiamo ricevuto" (cfr 1Gv 3,1-2).

Questa rivelazione è molto importante: è fondamentale! Non si riesce a capire il cristianesimo se non si coglie la realtà della nostra vita. Infatti Gesù è venuto proprio per darci questa nuova vita: "Sono venuto - Egli dice - perché abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza!" (Gv 10,10 ). Egli definisce se stesso "pane della vita" ed addirittura la vita" stessa: "Io sono la vita". Gesù usa paragonare questa vita di grazia all'acqua viva e paragona lo Spirito Santo alla sorgente che zampilla questa vita per tutta l'eternità (cfr Gv 7,37-38).

Noi siamo soliti dire che Gesù è venuto a togliere i nostri peccati ed a morire per i nostri peccati. Ed è giusto! Ma non è esatto fermarsi lì. Bisogna aggiungere che Egli è venuto a toglierci i peccati per darci la nuova vita ed è risorto perché noi potessimo avere questa vita mediante la sua risurrezione. Cerchiamo di spiegarci.

Con il peccato l'uomo si separa da Dio, fonte eterna della vita. Questa separazione è raffigurata nella Bibbia dal racconto del peccato originale, quando Adamo ed Eva furono cacciati via dal Paradiso Terrestre affinché non potessero più gustare i frutti dell'albero della vita. Quell'albero è un simbolo: il simbolo della vita eterna che Dio vuole donare all'uomo perché, pur restando uomo, possa partecipare alla felicità stessa di Dio! La vita umana ci viene data, sempre da Dio, per naturale generazione e mediante la creazione dell'anima immortale. Ma questa vita umana è inquinata di peccato ed ha come punto di riferimento prima la morte fisica, poi un'immortalità infelice, lontana da Dio. Questo è il destino dell'uomo dopo il peccato! Ma Dio non ha accettato questo destino: non si è arreso di fronte al peccato dell'uomo! Dio persegue il suo disegno d'amore nonostante il peccato. Dio, infatti, non ci vuole bene perché siamo buoni noi, ma ci vuol bene perché Lui è buono! Il suo amore scatu­risce dalla sua bontà: non è frutto della nostra giustizia!

Di fronte al peccatore l'amore di Dio diviene misericordia, ossia un amore rivolto al misero, attratto dalla miseria, come l'acqua della sorgente corre a riempire le buche e le valli, fino alla grande buca del mare.

Dio, dunque, persevera nel disegno di fare dell'uomo un suo figlio di adozione. Ma per ottenere ciò è necessario ché l'uomo venga rifatto ex-novo, sia ri-creato cioè creato di nuovo, rigenerato cioè generato ex novo non più dalla carne, ma dallo Spirito.

San Paolo insegna che " la carne non possederà mai il regno di Dio" (1Cor 15,50). Con la parola carne Egli intende l'uomo peccatore discendente da Adamo. Occorre far "rf-nascere" l'uomo, ma dallo Spirito. Come? Ecco il meraviglioso disegno di Dio: Egli manda dal Cielo il proprio Figlio Unigenito come sorgente della nuova umanità. Egli sarà per gli uomini il nuovo Adamo, la fonte della nuova vita spirituale, il nuovo Albero della vita.

Chiunque viene innestato in questo albero, riceve una vita nuova, la vita eterna! Ma per essere innestati, bisogna prima essere staccati dal vecchio albero marcio: bisogna morire al peccato!

Come può un uomo morire e rinascere?

Ecco il grande mistero della Morte e della Risurrezione di Cristo.

Il Figlio di Dio si fa uomo e si carica del peccato dell'uomo. Poi lo porta sulla croce dove muore. Muore non solo per espiare il peccato, ma perché la sua carne deve essere riempita di una vita nuova in modo da diventare sorgente di vita eterna per tutti noi. Con la morte di Gesù la vecchia umanità peccatrice muore, ed è distrutta sia nella carne, che nel peccato. Con la risurrezione di Gesù una vita nuova entra nella carne umana: una vita eterna.

Ecco: Gesù Risorto è l'Albero della Vita Eterna!

Che cosa deve fare un uomo per possedere questa vita? Una cosa sola: credere!

Mediante la fede nel Salvatore e nel Signore Risorto l'uomo mangia, per così dire, il frutto dell'albero della vita "Io sono il Pane deUa vita... Chi mangia di Me non morrà in eterno!" (cfr Gv 6,48-51). La fede porta l'uomo ad unirsi alla morte ed alla risurrezione di Gesù nel Sacramento del Battesimo ed in ogni altro sacramento. Allora la Vita Eterna, che è Gesù stesso, fluisce in lui, lo vivifica ora nell'anima, un giorno anche nel corpo. Questa carne mortale deve passare, con Gesù, attraverso la morte fisica, ma per risorgere alla vita eterna!

Ed è qui che lo Spirito Santo si mostra datore della vita, vi­vificante.

E' il Soffio Santo di Dio, la Terza Persona della Santissima Trinità, che compie in noi il passaggio dal peccato alla vita di grazia, dalla morte alla risurrezione. E' questa la Missione che Egli ha compiuto nella carne di Gesù ed è la Missione che compie nei credenti.

Egli ha riempito con il suo amore e con la sua potenza il seno verginale di Maria e l'ha fatta diventare Madre del Figlio di Dio e Madre di tutti i credenti. Egli ha fatto compiere alla carne (cioè alla natura umana) di Gesù il passaggio dalla morte alla vita. Ora Egli fa compiere questo passaggio ai credenti: prima nella fede e nei sacramenti, poi nella morte fisica e nella risurrezione:

Per questo Gesù ha detto: 'E' bene che io me ne vada, perché se io non me ne vado non verrà a voi il Consolatore" (Gv 16,7). Una volta salito al Cielo alla destra del Padre, Gesù lascia l'umanità allo Spirito Santo che ha il compito di vivificarla. Lo Spirito porta la vita stessa del Figlio di Dio nel cuore e nella carne dei credenti per cui ogni cristiano può dire: "Non sono più io che vivo, ma è Cristo che vive in me". Verrà un giorno in cui questa vita nuova ed eterna si renderà visibile: sarà il giorno della risurrezione. Ora essa è già presente in noi, ma noi possiamo rendercene conto solo mediante la fede. Noi sappiamo che in noi c'è una vita nuova ed eterna, non perché la sentiamo, ma perché crediamo alla Parola del Signore.

II fondamento della nostra certezza è la Parola del Signore. Questa Parola ci assicura che Gesù ora siede alla destra del Padre e che, di conseguenza, lo Spirito ci è stato donato come vivificante: Colui che porta la vita. "Quando sarò andato al Padre, vi invierò lo Spirito" ha promesso Gesù (cfr Gv 14,15-17). Dove è ora Gesù? E' alla destra del Padre! Dunque lo Spirito ci è dato, secondo la sua promessa! Non conta il sentirlo o non sentirlo: conta la Parola del Signore! "Carissimi, vi scrivo per dirvi che voi siete figli di Dio e che possedete la vita eterna" dice San Giovanni. Poi afferma: "Sappiamo che chiunque è nato da Dio non appartiene più al mondo del peccato: la vita di Dio lo salva ed il Maligno non può fargli alcun male.

Sappiamo anche che noi veniamo da Dio, mentre il mondo appartiene al Maligno.

Sappiamo infine che il Figlio di Dio è venuto per darci la conoscenza del vero Dio (cioè la fede) e così inserirci (immetterci) in suo Figlio. Questo Figlio è vero Dio ed è la Vita eterna" (cfr 1Gv 5,18-20).

Sappiamo: è la certezza della fede, fondata sulla Parola di Dio!

Credo nello Spirito Santo che dà la vita! Grazie, Signore!

Maria, tempio dello Spirito Santo, prega per me!



CONTEMPLAZIONE

Come spunto per la contemplazione di questo mistero immagina di trovarti con gli apostoli nel cenacolo e ascolta, con le orecchie del cuore, quello che Gesù dice.

Vangelo di Giovanni cap. 14

«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e ab­biatefede anche in me.

Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l'avrei detto. Io vado a prepararvi un posto;

quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io.

E del luogo dove io vado, voi conoscete la via».

Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?».

Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.

Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre?

Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me; ma il Padre che è con me compie le sue opere.

Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.

In verità, in verità vi dico: anche chi crede in me, compirà le opere che io compio e ne farà di più grandi, perché io vado al Padre.

Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio.

Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò. Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.

Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre,

lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete. Perché egli dimora presso di voi e sarà in voi.

Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi.

Ma il Consolatore. lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome. egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia ti­more.

Avete udito che vi ho detto: Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me.

Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perché quando avverrà, voi crediate.

Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo, egli non ha nessun potere su di me,

ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato».



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