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Alle sorgenti della vera pietà (Carità nella Verità dottrinale) di don Fusina

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 16:24
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05/09/2009 16:15


- Capitolo 22 -

"... CHE DA' LA VITA"

IL CRISTIANO E' UN ALTRO CRISTO


I1 tema dello Spirito Santo che porta in noi la vita è così vasto e così importante che occorrerebbero molti incontri per esaurirne la portata.

Abbiamo visto come il cristiano abbia ricevuto da Dio, me­diante la fede in Cristo, una vita nuova che lo fa figlio di Dio. E' Gesù stesso che viene a vivere in lui mediante l'azione salvatrice e santificatrice dello Spirito Santo. Per farci capire meglio questa realtà, Gesù usa paragonare se stesso alla vite e noi ai tralci (cfr Gv 15). Appare così evidente l'intima unione dei credenti con Lui e come un'unica linfa vitale scorra da Lui in noi, una linfa che ci rende capaci di produrre frutti di santità. Questa linfa è immagine dello Spirito Santo che ci è stato donato. Egli ha il compito di far maturare la nostra esistenza cristiana rendendola capace di produrre in noi come frutto il carattere di Gesù, ossia la sua immagine spirituale. Così il cristiano maturo è simile a Gesù: un altro Cristo.



IL FRUTTO DELLO SPIRITO

S. Paolo, nella lettera ai Galati, ci svela quale sia il frutto dello Spirito Santo: "Il frutto dello Spirito Santo in noi è: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, dolcezza, dominio di sè" (Gal 5,22). E' come se dicesse: `Eo Spirito Santo produce in noi le caratteristiche spirituali di Gesù, che sono: amore, gioia, pace ecc. ".

Accade spesso che parlando di qualcuno diciamo: E' tutto suo padre! Ha lo stesso carattere, la stessa intelligenza, la stessa passione di suo padre! Ebbene lo Spirito Santo tende a produrre in noi le stesse caratteristiche spirituali che sono in Gesù, cosicché guardandoci, ognuno, possa dire: è tutto Gesù! E' simile a Gesù! Soprattutto è il Padre Celeste che dovrebbe dire così guardando ciascuno di noi!

Ma è possibile tutto questo? Certo che è possibile! Ed, è logico, anche! Infatti non è logico che da un melo si producano mele e da un pesco si producano pesche? E' nella natura del melo produrre mele ed è nella natura del pesco . produrre pesche. Ogni albero produce frutti secondo la propria specie. E' naturale che nascano animali da coppie di animali. Nessuno si pone la domanda: è possibile? Perché è logico, è naturale che sia così!

Perché allora ci poniamo la domanda quando si tratta del frutto dello Spirito Santo? Non è stato lo Spirito Santo a produrre Gesù, il Figlio di Dio incarnato nel seno di Maria Vergine? Dove c'è lo Spirito, lì è naturale che ci sia il frutto, cioè il Cristo! Per questo infatti esso ci è stato dato dal Padre! Ma l'esperienza - direte voi - ci mostra il contrario: noi vedia­mo ogni momento dei cristiani che non assomigliano affatto a Gesù, anzi agiscono spesso in pieno contrasto con il suo Vangelo. Noi stessi poi constatiamo di giorno in giorno come ben altri siano i frutti della nostra vita: invidie, gelosie, cattiverie, peccati di ogni genere. Ciò vorrebbe significare che in noi non c'è lo Spirito? No! Lo Spirito c'è e la Parola di Dio ce ne rende sicuri: "Chi ha sete venga a me e chi crede in me beva. Una sorgente d'acqua pura zampillerà in vita eterna dal suo seno!" (cfr Gv 7,37-38). Sono parole di Gesù! "Voi siete il tempio di Dio - scrive S. Paolo - e lo Spirito Santo abita in voi!" (1Cor 3,16).

Perché allora non troviamo in noi il frutto dello Spirito, mentre troviamo i frutti del peccato? La risposta ci viene dalla Bibbia, come sempre, e precisamente dalla Lettera ai Galati. In essa S. Paolo ci insegna come in noi ci siano due forze potenti: la forza dell'Egoismo e la forza dello Spirito Santo. La forza dell'Egoismo ha la sua radice nella carne, ossia nella nostra natura corrotta. Fino a quando non moriremo la forza dell'Egoismo vivrà con noi ed in noi. Quando moriremo, essa pure morirà e noi risorgeremo trasformati, diversi, in tutto simili a Gesù. Allora resterà in noi solo la forza dello Spirito.

Fino a quel momento però noi dobbiamo lottare contro l'egoismo per mortificarlo per dominarlo, per assoggettarlo alla forza dello Spirito. In ogni istante ed in ogni circostanza noi siamo arbitri di una grande lotta tra queste due forze e spetta a noi scegliere l'una o l'altra. Se lo, Spirito non produce il suo frutto di santità è solo perché noi diamo corda all'egoismo e mortifichiamo lo Spirito. Lo Spirito è l'ospite divino dell'anima. Spesso però è più prigioniero che ospite in quanto Gli impediamo di agire, non Lo ascoltiamo, non seguiamo i suoi consigli, non chiediamo il suo aiuto (cfr Gal 5).

A questo punto penso che ognuno di noi abbia fatto un rapido esame di coscienza e riconosca umilmente di tenere im­prigionato lo Spirito, mentre lascia scorrazzare liberamente il proprio egoismo. Che fare? E' semplice: liberate lo Spirito Santo dalla prigione in cui l'avete confinato. Allora Egli agirà in voi e voi produrrete il frutto della santificazione. Ebbene la liberazione dello Spirito può essere fatta in vari modi. Io voglio insegnarvene uno. Nella mia esperienza l'ho trovato molto efficace. Qualcuno chiama questa liberazione dello Spirito battesimo nello Spirito Santo; qualche altro preferisce il termine effusione dello Spirito Santo. Così preferisce dire la Chiesa.

Si tratta di parole diverse per indicare un'unica realtà: non si tratta di ricevere in noi lo Spirito, perché esso ci è stato donato dal Signore quando siamo diventati cristiani. Si tratta di liberare lo Spirito che è in noi, affidandogli la guida della nostra vita ed il potere assoluto sulla nostra persona e ciò avviene mediante un libero atto della nostra volontà illuminata dalla fede. Lo Spirito è pronto a prendere in mano la situazione della nostra esistenza, ma vuole il nostro consenso incondizionato.

Vi racconto una storia che vi illustrerà meglio questo concetto. C'era un piccolo industriale a cui le faccende andavano piuttosto male. Allora pensò di associarsi un amico verso il quale aveva una grande stima. L'amico accettò di entrare in società con lui, ma gli fece un discorso molto serio: "lo ti sono amico e ti voglio bene - gli disse - Ho di te molta stima per quel che riguarda la tua. onestà, ma devo sinceramente dírti che non vali molto come industriale: non hai fiuto, non hai coraggio, non hai capacità amministrative. Io accetto di aiutarti, ma ad una condizione ben chiara: firmami una carta con la quale affidi a me la direzione dell'impresa senza alcuna riserva. Se fai questo, ti prometto che in poco tempo farò rifiorire la tua industria". Quell'uomo rimase perplesso: si trattava di un grande atto di fiducia che gli veniva richiesto: un atto in cui si giocava tutta la sua vita! Non mancarono perciò dubbi, incertezze, paure: ma la fiducia nel suo amico fu così grande che gli fece superare ogni remora e firmò la carta. Da quel momento l'industria, guidata da mani esperte, rifiorì ed egli cominciò ben presto a goderne i frutti.



CAMMINARE NELLO SPIRITO

Cari amici, lo Spirito Santo ci fa, più o meno, lo stesso di­scorsetto: “Vuoi vedere nella tua vita il frutto della santificazione? Allora non c'è che un mezzo. Tirati da parte e lasciami agire. Non mettermi bastoni tra le ruote, non riservarti nulla, ma affidati totalmente a me. Lasciati condurre da me e toccherai ben presto con le tue mani il mio frutto”.

Troppo semplice, direte voi! Sì semplice, perché è semplice il Vangelo, ma non facile! Semplice è una cosa, facile un'altra. Infatti se è semplice capire come la soluzione consista nell'affidare al Signore tutta la nostra vita, non è facile per noi tirarci da parte! Quante persone, anche religiose ed impegnate nella pastorale, si consacrano al Signore e poi si riprendono, tutto od in parte, quanto hanno donato: la volontà, il cuore, la vita! Bisogna invece che facciamo come ha fatto Maria: Essa si è affidata senza riserva a Dio, ma ha vissuto tutta la sua esistenza in questa fede assoluta. Ha detto: "Si faccia di me secondo la Tua Parola" ed è stata coerente fino alla croce, lasciando che Dio operasse in Lei, senza mai tentare di far qualcosa di suo, di autonomo, ma agendo sempre come ancella del Signore! Lo Spirito Santo ha trovato in lei la disponibilità più radicale e ha prodotto in lei la pienezza del suo frutto, Cristo Signore. Inoltre Egli ha fatto di lei l'immagine vivente della sua "sposa", cioè della persona che si dona e si lascia possedere totalmente nell'amore. Se vogliamo essere anche noi ripieni di Spirito Santo e portare frutti di salvezza e di santità, dobbiamo fare come Maria: dobbiamo affidare al Signore tutta la nostra vita, senza riserva alcuna. Non si tratta però di un gesto unico, delimitato nel tempo e nello spazio, ma di un gesto continuo. Infatti noi viviamo in una successione di momenti, non in un momento fisso.

Perciò dobbiamo ripetere spesso, ad ogni nuova situazione, la nostra fede ed il nostro abbandono allo Spirito. E' un cammino di crescita fino al giorno in cui questo possesso di noi da parte del Signore sarà completo e definitivo.

In pratica vi consiglio di fare queste cose.

1 - Confessare i vostri peccati e tutto ciò che blocca in voi l'azione dello Spirito Santo. Finché c'è in voi qualcosa, per piccola che sia, che lo Spirito detesta e che voi invece amate, non potrete esser riempiti di Spirito Santo. Bisogna buttare fuori tutto, mettendolo davanti al Signore, riconoscendolo lealmente come male nello stesso modo in cui lo riconosce Dio: pensieri, affetti, azioni, omissioni, sentimenti cattivi... Non dovete nascondere nulla, non dovete tenere il cuore attaccato a nulla che sia male agli occhi di Dio! Non è ne­cessario che facciate sacramentalmente questa confessione generale se avete la certezza morale di essere già stati assolti dai vostri peccati. Basterà che li confessiate di nuovo davanti a Dio in quanto volete sciogliere ogni legame che ancora vi ricollega ad essi.

Questa confessione a Dio ripetetela spesso, ogni giorno. Oltretutto sarà un'ottima preparazione alla riconciliazione sacramentale che è doveroso fare dopo ogni colpa grave ed è bene fare con una certa regolarità anche se non vi sono peccati mortali.

2 - Accettate Gesù come vostro Salvatore e Signore. In altre parole affidate la vostra salvezza e la vostra vita a Gesù consacrandola al suo servizio. Molti sono cristiani soltanto perché sono stati battezzati, ma non hanno mai affidato la loro vita al Signore affinché ne usi secondo la sua amorevole volontà. Si tratta di un grosso atto di fede perché con questo atto voi mettete nelle sue mani tutta la vostra esistenza, senza alcuna riserva. Anche questo atto va ripetuto spesso, non tanto perché Dio abbia bisogno di sentirselo ripetere, ma perché, come ho detto prima, cambia continuamente la situazione in cui viviamo ed è giusto che ogni nuova situa­zione sia affidata anche esplicitamente al Signore Gesù, alla sua Croce, alla sua Risurrezione, al suo Spirito.

3 - Infine spalancate le porte e le finestre al Soffio Santo di Dio, alla Terza Persona della Ss.ma Trinità affinché prenda possesso della vostra mente, del vostro cuore, dei vostri sensi, della vostra vita intera. Allora la potenza dello, Spirito vi invaderà e comincerà ad operare in voi! Attenti però a non misurare l'azione dello Spirito con il metro delle emozioni o dei sentimenti. C'è un abisso tra le due realtà. Le emozioni ed i sentimenti appartengono al mondo materiale, mentre l'azione dello Spirito appartiene al mondo spirituale e si può cogliere solo per fede! Una volta che abbiate compiuto i tre gesti di cui vi ho parlato, voi dovete camminare nella fede, cioè lasciarvi guidare unicamente dalla Parola di Dio. Uno dei primi frutti dello Spirito sarà proprio quello che Gesù fece ai suoi apostoli la sera di Pasqua: "Aprì le loro menti perché intendessero il senso delle scritture!" (Lc 24,45). Sarà la Parola di Dio, soprattutto le Promesse del Signore, che dovranno guidarvi d'ora in poi. Dovrete fondare la vostra certezza non su quello che voi provate o sentite, ma su quello che Dio afferma e promette.

Vi dice Egli "lo son con voi ogni giorno"? Ebbene voi dovete essere certi che Egli è realmente con voi oggi, ora, in questa circostanza. Come è possibile mettere in dubbio la Parola del Signore?

Lo Spirito vi aiuterà in questo cammino di fede e vi offre anche un punto certo di riferimento e di verifica: il Magistero ed il Ministero della Chiesa! "Conferma nella fede i tuoi fratelli" ha detto Gesù a Pietro (Lc 22,31)! Il nostro cammino nello Spirito Santo sarà sicuro solo se in armonia continua con "coloro che lo Spirito ha posto quali ministri della sua Chiesa" (cfr Atti 20,28).

Ecco, cari amici, quanto volevo dirvi a proposito dello Spirito Santo che è vivificante, cioè datore di vita. Resta ora da vedere un altro aspetto di questa verità e cioè attraverso quali strumenti Egli comunichi a voi la vita di figli. Ne parleremo nel prossimo capitolo.

La Madonna vi ottenga luce e grazia, Lei che in ogni circostanza ha saputo vedere e accogliere la voce dello Spirito con - piena disponibilità e - generosa ubbidienza.



CONTEMPLAZIONE

Ora mettiti davanti a Dio e compi con fede questi tre gesti per essere riempito di Spirito Santo.

1 - Confessa a Dio tutte le tue colpe con umiltà e sincerità. Così come le vede Lui, senza cercare scuse di sorta. Non è necessario che tu le richia­mi una ad una, ma quelle che Dio stesso ti mostra nell'intimo della tua coscienza... Poi prendi tutta la tua vita di peccato e mettila nelle mani di Gesù pregandolo che ti ottenga il perdono del Padre per i meriti del suo sangue versato per te sulla croce. Se lo ritenessi necessario o utile potresti anche fare la tua Confessione sacramentale generale, abbracciando cioè tutta la tua vita.

2 - Riconosci che Gesù è il tuo personale Salvatore e Signore. Chiedigli perciò di venire nel tuo cuore riconoscendolo e accogliendolo esplicitamente quale tuo Salvatore e Signore. E' molto importante affidare questo gesto all'intercessione materna di Maria perché sia Lei a produrre in te questa disponibilità: è la sua missione materna nella Chiesa fino alla fine dei tempi... Perciò mettiti nelle mani di Maria riconoscendola come tua Mamma e accogliendola nella tua vita come ha fatto Giovanni sul Calvario: "E il discepolo la prese con se" (Gv 19,27).

3 - Ora chiedi allo Spirito, in nome di Cristo, di prendere possesso di te senza riserva alcuna. Abbandona tutta la tua vita a Lui perché ti riempia di se e produca in te il suo frutto, che è Gesù, mediante i suoi doni e i suoi carismi. Accogli questo Dono dello Spirito con umiltà e con fede, certo che Egli ora è presente in te con tutta la sua pienezza di grazia se­condo la promessa di Cristo: "In verità, in verità vi dico: se chiederete qualche cosa al Padre nel mio Nome, Egli ve la darà" (Gv 16,23). E ancora: "Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del Cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!" (Le 11,13).



- Capitolo 23 -

"LO SPIRITO VIVIFICANTE" (3)

SACRAMENTI E CARISMI


Nel capitolo precedente abbiamo visto come lo Spirito Santo sia datore di vita eterna. Egli infatti porta in noi e fa crescere in noi una vita nuova, la vita del Figlio di Dio. Per questo Gesù paragona lo Spirito Santo ad una sorgente di acqua viva.

Ora ci vogliamo chiedere: in che modo e con quali mezzi lo Spirito di Dio produce e fa crescere in noi la nuova vita? Qui è necessario che facciamo alcune considerazioni molto importanti.

Prima considerazione: Dio è invisibile perché è spirito. Egli non ha un corpo come noi. Di conseguenza per rendersi accessibile a noi Egli deve scendere al nostro livello e usare il nostro stesso linguaggio. Ora noi abbiamo due modi di esprimerci: le parole ed i gesti. Facciamo un esempio: io voglio bene ad un amico. Il mio amore è nel cuore, è un affetto spirituale, invisibile. Come posso far capire il mio amore a questo amico? Come far sì che il mio amore passi nel suo cuore?

1° - Posso servirmi della parola. Gli dico: "Ti voglio bene, sono tuo amico". In queste parole io racchiudo il mio affetto spirituale. Lo rendo, per così dire, sensibile. Egli lo può capire ascoltando le mie parole e può farlo suo accogliendo le mie parole. Allora egli sa che io lo amo e si sente pieno del mio amore. In un certo senso io mi sono donato a lui con le mie parole. Anche Dio fa così! Egli si serve delle parole per rivelarci e donarci il suo amore. Non solo ce lo rivela e ce lo fa sapere: ma se Gli apriamo il cuore con fede, ce lo dona. Con il suo amore entra dentro di noi, ci trasforma e ci dona una vita nuova. La Bibbia dice che noi siamo stati generati ad una vita nuova dalla Parola di Dio accolta con fede.

2° - Oltre che di parole, io posso servirmi di gesti per manifestare e comunicare il mio amore. Così tornando all'esempio dell'amico che amo, io posso comunicargli il mio affetto con le parole, ma posso anche abbracciarlo, baciarlo, fargli un dono. Da questi gesti il mio amico capisce che io lo amo davvero.

Anche Dio fa così! Anch'Egli si serve di questi gesti per ri­velarci e donarci il suo amore e la sua salvezza.

Possiamo dire che il gesto di Dio è uno solo: quello di donarci Gesù. In Gesù Dio ci rivela e ci dona sè stesso, il suo amore, la sua salvezza. "Dio ha tanto amato il mondo - scrive Giovanni nel suo Vangelo - da darci il suo stesso Figlio Unigenito affinché il mondo si salvi per mezzo di Lui" (Gv 3,16). E San Paolo ci insegna che "l'amore di Dio per noi si misura dal fatto che ha mandato Gesù a morire per i peccatori" (cfr Rm 5,8).

Gesù, dunque, è il gesto con cui Dio si rivela a noi e si dona a noi con la pienezza della sua vita e della sua salvezza.

In greco (lingua originale dei Vangeli) questo "gesto" di Dio viene chiamato mistero: Gesù è il mistero di Dio, scrive San Paolo.

In latino la parola mistero viene tradotta con sacramento: Gesù è il sacramento di Dio.

Ecco come Dio si fa sentire, vedere, toccare: con il gesto di donarci Gesù, cioè con quel mistero, con quel sacramento vivo che è Cristo.

Ascoltate ora come San Giovanni ci parla di questo modo di agire da parte di Dio: "IL Figlio di Dio, il Verbo della vita, esisteva fin dal principio. Ebbene noi apostoli lo abbiamo udito e visto con i nostri occhi, lo abbiamo contemplato, e le nostre mani lo hanno toccato. Egli, che è la vita, si è mostrato a noi e noi vi garantiamo di averlo visto e ve lo annunciamo" (cfr Gv 1,1-4).

3° - Eccoci al terzo punto. Dio, fonte della vita, si fa presente in Gesù e così, mediante questo mistero o sacramento, Egli può essere visto, toccato, accolto. Egli che è Spirito, si fa toccare nel corpo di Gesù: Egli che è invisibile, si fa vedere nell'umanità di Gesù. Con la bocca di Gesù ci parla, con il cuore di Gesù ci rivela il suo amore, con gli occhi di Gesù ci guarda, con la carne e il sangue di Gesù ci nutre.

C'è un solo modo dato all'uomo per entrare in contatto con Dio: la fede in Gesù, ossia accogliere Gesù "sacramento" di Dio. Ebbene questo sacramento è stato formato nel seno della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo. E' stato lo Spi­rito a prepararci in Gesù la sorgente della salvezza e della vita eterna! Ora lo stesso Spirito porta Gesù in altri gesti sacramentali nei quali e mediante i quali noi possiamo toccare ed accogliere Dio stesso.

Il primo di essi è la Chiesa, la comunità cristiana. La Chiesa, infatti, è il Tempio vivente in cui dimora Gesù: è il suo Corpo. Perciò là dov'è la Chiesa, ivi è Gesù, ivi è Dio!

Ecco, dunque, un secondo sacramento: la Chiesa.

Il primo, quello che è la fonte di tutti gli altri, è Gesù stesso. 4° - E ora veniamo al quarto punto. Dio che si fa presente e si dona in Gesù, Gesù che si fa presente e si dona nella Chiesa, si fa pure presente e si dona a noi mediante il mi­nistero della Chiesa in alcuni segni o gesti che chiamiamo Sacramenti. Essi, come sapete, sono sette: il battesimo, la cresima, l'eucarestia, la confessione, l'unzione degli infermi, l'ordine sacro ed il matrimonio. Questi sette sacramenti sono stati istituiti da Gesù e ci sono stati rivelati da Lui stesso o dai suoi santi apostoli.

In modo chiaro ed esplicito Gesù ci ha rivelato quattro sacramenti: il battesimo quando ha detto: "Andate e battezzate nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28,19). Ci ha poi rivelato il sacramento dell'eucarestia quando, dopo la consacrazione del pane e del vino ha comandato: "Fate questo in mia memoria" (Lc 22,19). Ci ha rivelato il sacramento dell'ordine sacro e della confessione quando, la sera di Pasqua, ha soffiato sopra gli apostoli dicendo: "Ricevete lo Spirito Santo. Coloro ai quali rimetterete i peccati, li avranno rimessi..." (Gv 20,22).

In questo passo, anzi, la struttura del sacramento appare in tutta chiarezza:

a) c'è Gesù che compie un gesto: alita sopra gli apostoli. Con questo gesto Egli vuole significare il dono che viene dal suo Cuore: lo Spirito;

b) c'è la Parola che dà senso al gesto, ne rivela il contenuto soprannaturale. Dice: "Ricevete lo Spirito Santo";

c) c'è il dono significato dal gesto e dalla Parola: è il dono dello Spirito Santo;

d) infine c'è l'effetto soprannaturale procurato negli apostoli dal Dono ricevuto: il potere di rimettere i peccati.

Vedete come il Signore ha racchiuso in questo gesto pasquale una meravigliosa realtà divina che trasforma gli apostoli in ministri di Cristo: "Come il Padre ha mandato Me, così Io mando voi! Ricevete lo Spirito Santo... Coloro ai quali rimetterete i peccati, li avranno rimessi".

Così ha fatto per gli altri sacramenti. Ne abbiamo notizia esplicita o implicita negli stessi Vangeli nonché dalla tradizione apostolica, che è stata accolta e proposta solennemente dalla Chiesa nel Concilio di Trento. Tutti e 7 provengono da Gesù: sono gesti di Gesù mediante i quali ci viene donato lo Spirito Santo vivificante.

Il Dono del sacramento è sempre lo Spirito, il quale poi agisce e compie in noi l'opera della santificazione secondo il fine che è proprio di ciascun sacramento.

Così nel Battesimo lo Spirito ci fa rinascere a vita nuova, unendoci alla morte ed alla Risurrezione del Signore Gesù. Nella Cresima ci conferma quali testimoni e discepoli di Cristo.

Nell'Eucarestia ci dona, mediante il Corpo ed il Sangue di Cristo, il nutrimento soprannaturale che ci fa diventare una cosa sola, una sola comunità, un solo corpo con Lui e ci fa partecipare al sacrificio di Cristo per la gloria del Padre e la salvezza del mondo.

Nella Riconciliazione cancella i nostri peccati per i meriti infiniti di Gesù e ci guarisce dalle nostre piaghe spirituali, soprattutto dall'egoismo, radice di ogni peccato.

Nell'Olio degli infermi ci rende partecipi della sofferenza di Cristo, ci consola e ci dà forza per affrontare la lotta della malattia e della morte trasformandole nella croce di Gesù che è la porta della vita eterna.

Nel matrimonio trasforma l'amore degli sposi nell'amore di Gesù e della Chiesa, come a Cana trasformò l'acqua nel vino miracoloso.

Infine, come abbiamo visto, nell'Ordine Sacro lo Spirito scendendo sugli eletti al ministero li rende capaci di operare nel nome e nella persona del divino Pastore Gesù a favore della sua Chiesa.

Sono gesti sacramentali diversi, che producono effetti diversi, ma nei quali agisce sempre lo stesso unico Spirito vivificante.

Parola di Dio e Sacramenti: ecco i due mezzi principali di cui si serve lo Spirito Santo per unirci e trasformarci sempre più in Cristo. Alla Parola ed ai Sacramenti noi dobbiamo corrispondere con la nostra fede accogliendo con amore il dono di Dio.

Così come ha fatto Maria, quando ha accolto nel suo Cuore prima e nel suo seno poi il Verbo di Dio portato in Lei dallo Spirito Santo.

Seconda considerazione. Ma vi è una seconda considera­zione da fare ed è questa: lo Spirito non agisce soltanto per mezzo della Parola e dei Sacramenti, ma elargisce pure alla sua Chiesa innumerevoli doni di grazia che usiamo chiamare carismi. Le lettere di San Paolo contengono diverse elencazioni e descrizioni di questi carismi. Essi sono doni gratuiti (in quanto non sono dati in base ai meriti della persona, ma in base alle necessità della Chiesa). I carismi sono la risposta dello Spirito Santo alle varie necessità della comunità cristiana. Alcuni di essi sono permanenti, altri transitori. Questi carismi non sono mai cessati nella Chiesa, anche se può essere cessata, in genere, la loro straordinarietà. Voglio dire che il carisma c'è anche quando non appare in maniera miracolosa. Ci sono però anche i carismi straordinari, come vediamo nei santi. Tuttavia ordinariamente noi li troviamo senza questo alone di miracolo e li troviamo spesso nelle persone più umili e più semplici. Possiamo dire che in ogni comunità cristiana, in ogni parrocchia, lo Spirito diffonde con abbondanza i suoi carismi secondo le necessità di quella comunità e secondo il disegno che Dio vuole attuare in essa e per mezzo di essa. E' compito del Pastore, coadiuvato dal consiglio pastorale, individuare i carismi dello Spirito per arricchirne la comunità tutta e per conoscere il disegno di Dio su di essa. E' qui, soprattutto, che deve intervenire il consiglio pastorale, più che nel fare sterili discussioni sull'orario delle messe e sul numero delle candele da accendere. Un vero consiglio pastorale coadiuva il Pastore nel discernere l'opera dello Spirito nella comunità e l'o­rientamento che Egli, mediante i carismi, indica alla me­desima.

In tal modo noi scopriamo nella nostra comunità il carisma della profezia: ci sono cioè persone sagge che parlano in nome di Dio, ci fanno conoscere la volontà di Dio, i suoi desideri. Basta metterci in ascolto. Lo Spirito parla alle chiese magari servendosi della vecchietta o del bambino. Egli fa le sue scelte, che sono ben diverse dalle nostre. Così, se stiamo attenti, scopriremo il carisma dell'inse­gnamento che è tipico dei catechisti. Non tutti sono chiamati a questo ministero perché non tutti hanno il carisma per esercitarlo con efficacia. Scopriremo in altre persone il cari­sma della consolazione: sono spesso le persone più umili e più semplici del popolo, quelle persone che hanno una particolare capacità per assistere con amore e con dolcezza i malati ed i sofferenti.

Ecco come lo Spirito di Dio vivifica e il singolo discepolo e le comunità della Chiesa. Ci sarebbero tante altre cose da dire in proposito, ma non mi è possibile parlare di tutti i carismi e le operazioni dello Spirito. Mettiamoci invece al cospetto del Signore, come ha fatto la Madonna, nella quale Dio ci offre il modello e l'immagine vivente non solo del cristiano, ma anche della Chiesa e chiediamo il Dono dello Spirito su di noi e sulle nostre comunità perché ci porti la vera vita, perché ci riempia dei suoi doni, perché ci faccia sempre più simili al Signore Gesù!

Vieni, Santo Spirito... Vieni, datore dei doni... Vieni, fonte di vita!



CONTEMPLAZIONE

Ora mettiti in preghiera devota davanti al Tabernacolo o ad una imma­gine sacra. Ascolta con le orecchie del cuore l'insegnamento dello Spirito dalla bocca dell'apostolo Paolo.



Prima Lettera ai Corinti cap. 12

Riguardo ai doni dello Spirito, fratelli, non voglio che restiate nell'ignoranza.

Voi sapete infatti che, quando eravate pagani, vi lasciavate trascinare verso gli idoli muti secondo l'impulso del momento.

Ebbene, io vi dichiaro: come nessuno che parli sotto l'azione dello Spirito di Dio può dire «Gesù è anàtema», così nessuno può dire «Gesù è Signore» se non sotto l'azione dello Spirito Santo.

Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.

E a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spi­rito per l'utilità comune: a uno viene concesso dallo Spirito il linguaggio della sapienza; a un altro invece, per mezzo dello stesso Spirito, il linguaggio di scienza; a uno la fede per mezzo dello stesso Spirito; a un altro il dono di far-guarigioni per mezzo dell'unico Spirito; a uno il potere dei miracoli; a un altro il dono della profezia; a un altro il dono di distinguere gli spiriti; a un altro le varietà delle lingue; a un altro infine l'interpretazione delle lingue.

Ma tutte queste cose è l'uníco e il medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole.

Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo.

E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito.

Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.

Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue.

Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti fanno miracoli? Tutti possiedono il dono delle guarigioni? Tutti parlano lingue? Tutti le interpretano?

Desiderate invece intensamente i carismi più grandi. Ebbene vi mostrerò la via più sublime.

Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.

E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.

E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova.

La carità è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia,

non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto,

non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. La carità non avrà mai fine.



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