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Alle sorgenti della vera pietà (Carità nella Verità dottrinale) di don Fusina

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 16:24
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05/09/2009 16:16


- Capitolo 24 -

"HA PARLATO PER MEZZO DEI PROFETI"

RIVELAZIONE E ISPIRAZIONE


X q bbiamo visto, nei capitoli precedenti, il significato di uelle parole del Credo in cui si dice: Credo nello Spirito Santo che è Signore e dà la vita.

Ora vorrei meditare con voi le altre, che dicono: "ed ha parlato per mezzo dei profeti". Con questa espressione la Chiesa proclama la sua fede nella divina rivelazione e nella ispirazione della Bibbia. Sono due realtà molto interessanti per la nostra vita cristiana.

Dico due realtà perché altro è la divina rivelazione, altro l'ispirazione della Bibbia.

La fede cattolica proclama che alla fonte di queste due realtà sta l'azione divina dello Spirito Santo.

1° - La prima realtà è la divina rivelazione.

Che cosa intendiamo noi con queste parole? Immaginatevi di essere in una piazza all'inaugurazione di un monumento. La statua è coperta da un velo tricolore che la nasconde ai no­stri occhi. Il sindaco tira una cordicella ed il velo cade a terra e vien tolto. Ed ecco appare il monumento in tutta la sua bellezza. La gente batte le mani felice e lo scultore della sta­tua viene congratulato da tutti. E' commosso per la gloria che ne riceve. Poi il sindaco fa un discorso e spiega il perché di quel monumento illustrandone il significato. Così tutta la gente lo capisce e lo ammira ed ogni volta che passa da quel luogo, guardando quel monumento, rivive l'avvenimento che esso ricorda, il fatto glorioso o la persona famosa alla cui memoria e gloria è stato innalzato.

Ebbene, Dio ha fatto proprio così nella storia della salvezza. Egli ha innalzato numerosi monumenti per richiamare il suo amorevole disegno paterno verso l'uomo peccatore: la sua volontà di salvarlo ad ogni costo. Questi monumenti sono i grandi fatti storici che costellano i secoli della vicenda umana, da quando siamo stati creati fino all'ultimo giorno del mondo. Con linguaggio biblico-liturgico vengono chiamati "memoriali".

Il monumento centrale è la Croce Gloriosa di Cristo, ossia il mistero dell'Incarnazione, della Passione, della Morte, della Risurrezione, della Glorificazione di Gesù e dell'effusione dello Spirito Santo ai credenti. Ma attorno a questo avvenimento centrale e fondamentale ce ne sono molti altri sia nell'Antico, come nel Nuovo Testamento. Ebbene Dio si è servito di alcuni uomini per rivelarci il mistero racchiuso in questi fatti. Con le parole Egli ha tolto il velo che copriva questi misteri. Ecco da dove viene la parola rivelazione: si­gnifica appunto togliere il velo perché tutti possano vedere quello che Dio ha fatto, fa e continuerà a fare per tutti noi e per ciascuno di noi!

Gli uomini che hanno prestato la loro voce a Dio si chiamano ro eti. (Profeta vuol dire: colui che parla in nome di Dio).

In questi "profeti" Dio ha agito in tempi e modi diversi.

- A volte appariva loro in visione e rivelava loro i suoi pro­getti: così ha fatto con Abramo e Mosè.

- A volte, invece, li illuminava nel sonno con sogni che non erano frutto della fantasia, ma che venivano da Dio: così accadde a Giuseppe l'ebreo, quello che venduto dai fratelli divenne vicerè dell'Egitto. E così accadde anche a San Giu­seppe, lo sposo di Maria.

- Altre volte ancora Dio illuminava la mente del profeta facendogli capire la divina volontà, il disegno della salvezza, i progetti del suo cuore. Allora il profeta si sentiva invaso da una luce interiore sconosciuta e soprannaturale e sapeva con certezza assoluta che in quel momento Dio parlava dentro di lui e lo spingeva a proclamare le parole del Signore al popolo. Così accadde ad Isaia, a Geremia ed a tanti altri profeti.

- Spesso Dio univa insieme visioni e parole interiori e rivelava al profeta anche cose future. In questo caso il profeta, pur sapendo di parlare in nome di Dio e di rivelare il futuro non capiva fino in fondo il significato di quello che profetizzava per cui era costretto a ricorrere a parole e ad immagini che, a prima vista, sembrano oscure, ma quando il futuro si rea­lizza, appaiono in tutta la luce della loro verità.

- Infine alcune volte il profeta sentiva l'impulso interiore di esortare il popolo alla conversione, di richiamarlo dal peccato, di minacciarlo dei divini castighi e lo faceva con parole sue e con sentimenti suoi, anche se sapeva che era Dio stesso a volere ciò. Così è accaduto spesso ai vari profeti dell'Antico e del Nuovo Testamento.

Notate bene che non sempre il carisma della profezia era unito alla santità della vita. Dio si è sempre mantenuto libero nelle sue scelte. Talvolta si è servito anche di gente pagana ed idolatra (come Balaam), in certi casi anche di persone indegne e cattive, come accadde al pontefice ebreo Caifa quando affermò: "E' meglio che Gesù solo muoia per tutti noi, piuttosto che i Romani vengano a massacrarci" e così, senza saperlo e senza volerlo (come recita il Vangelo) egli disse una grande verità e cioè che Gesù è morto al no­stro posto, per noi tutti. La Chiesa insegna che nei profeti è lo Spirito Santo che agisce e parla e perciò che dai loro gesti e dalle loro parole noi veniamo a conoscere il disegno di Dio sul mondo. Ecco: questa è la divina rivelazione!

Essa ha il suo centro in Gesù: Gesù è il Profeta per eccellenza. Egli infatti non solo ci dice di Dio cose che nessun altro ha mai detto né potrà dire, ma addirittura mostra Dio in se

stesso: "Chi vede Me, vede il Padre!". Per questo ogni altra rivelazione deve essere verificata con la rivelazione di Gesù e trova il suo compimento nella persona di Lui, nelle sue parole e nella sua opera.

Per questo anche non è possibile un'ulteriore rivelazione che aggiunga qualcosa alla rivelazione di Gesù. Certo, lo Spirito Santo ha ancora dei profeti in questo mondo e ne avrà sempre, ma essi non sono più chiamati a portare messaggi nuovi, bensì a richiamare ed a rischiarare il grande messaggio di Gesù, la sua Buona Novella. Oggi Dio ha dotato il suo popolo con un carisma nuovo: quello che ha affidato al Papa ed ai Vescovi, il carisma dell'infallibilità per confermare nella vera fede tutti i fratelli. Di fronte a nuove, presunte, rivelazioni stiamo ben attenti se siano in perfetta armonia con il Vangelo del Signore ed accolte come autentiche dalla Chiesa e dal suo Magistero. Purtroppo oggi c'è molta gente che corre a cercare rivelazioni a destra ed a sinistra... Gesù stesso e gli apostoli ci hanno messo in guardia da questa pericolosa insidia di Satana!

Il poeta Dante, raccogliendo la vera saggezza cristiana, afferma:

Avete il Vecchio e Nuovo Testamento e il Pastor della Chiesa che vi guida. Questo vi basti a vostro salvamento.

2° - Veniamo ora all'altro carisma dello Spirito Santo: quello dell'ispirazione.

Con questa parola intendiamo quell'azione dello Spirito mediante la quale, uomini scelti ed illuminati da Dio, hanno scritto tutte e solo quelle cose che Egli voleva trasmetterci. Nel corso dei secoli lo Spirito Santo si è posato su certe persone (profeti e non, apostoli e non) ed ha agito in esse con una triplice azione soprannaturale:

a) le ha spinte a mettere per iscritto alcune cose (fatti, di­scorsi, poesie, ecc.);

b) le ha illuminate perché scrivessero tutto e solo quello che Egli voleva fosse scritto;

c) le ha assistite perché nello scrivere non tradissero in nessun modo la verità, ma la servissero anche con la scelta delle stesse parole usate.

Queste persone, che usiamo chiamare autori sacri, agiografi o anche uomini ispirati non sempre erano i profeti. Spesso erano i loro segretari, o i loro discepoli: così, per esempio, il vangelo di S. Marco è stato scritto da Marco, discepolo di Pietro, pur contenendo la predicazione dell'apostolo. Al­trettanto avvenne soprattutto per i profeti dell'Antico Testamento. Gli stessi discorsi di Gesù non sono stati scritti da Lui, ma dai suoi discepoli.

I profeti perciò erano illuminati dallo Spirito Santo affinché trasmettessero agli uomini la divina rivelazione; invece gli scrittori sacri erano ispirati affinché la scrivessero secondo il desiderio dello Spirito.

Non tutto ciò che è stato rivelato, è stato anche scritto, specialmente nel Nuovo Testamento. Per questo la Chiesa attinge la divina rivelazione dalla predicazione apostolica che arriva a noi e nella Sacra Scrittura e nella Sacra Tradizione.

Ecco come ne parla il Concilio Vaticano 11:

"La Sacra Tradizione e la Sacra Scrittura costituiscono un unico sacro deposito della Parola di Dio affidato alla Chiesa. La Chiesa ha sempre considerato e considera le Divine Scritture, insieme con la Sacra Tradizione, come la regola suprema della propria fede: esse infatti, ispirate come sono da Dio e redatte una volta per sempre, imparti­scono immutabilmente la Parola stessa di Dio e fanno risuonare, nelle parole dei Profeti e degli Apostoli, la voce dello Spirito Santo".

I santi Padri della Chiesa paragonano l'ispirazione biblica all'incarnazione di Cristo. E, a dire il vero, il paragone è quanto mai significativo.

a) Chi è che si incarna nel seno di Maria? E' il Verbo di Dio, cioè la Parola Persona, il Figlio Eterno del Padre.

E chi è che si rivela nelle sacre scritture? E' sempre Lui, la Parola Vivente di Dio.

b) In che modo si incarna il Verbo nel seno di Maria?

Si incarna per l'azione divina dello Spirito Santo. Gesù è il frutto dell'opera dello Spirito.

Così avviene nella Bibbia. E' l'azione dello Spirito che incarna, per così dire, la Parola Eterna di Dio ispirandola al sacro scrittore.

c) Come si incarna in Maria il Verbo di Dio?

Si incarna in un determinato momento storico, assumendo un determinato aspetto fisico, parlando, vivendo, agendo secondo la mentalità e le modalità di quel momento e di quel luogo.

Così è avvenuto anche per l'ispirazione della Bibbia. Lo Spirito Santo ha illuminato gli scrittori sacri, ma li ha la­sciati nella loro situazione terrena di ambiente, di linguaggio, ecc. La Bibbia è stata scritta per tutti gli uomini di tutti i tempi: essa porta un messaggio divino che è sempre attuale.

Però la parola che incarna questo messaggio rispecchia una mentalità, un carattere, una particolare situazione storica. E come per capire Gesù mi è necessario uno sforzo per entrare nel suo tempo e nel suo linguaggio, così devo fare per capire la Bibbia. Essa mi porta sì un messaggio per me oggi, ma lo porta rivestito di parole umane frutto di una si­tuazione e di una mentalità.

Ecco perché, tra l'altro, noi abbiamo bisogno di una guida e di una maestra nella lettura e nella comprensione della Scrittura. Questa guida e questa maestra è la Santa Chiesa:-

L'apostolo San Pietro scrive in proposito:

"Per mezzo dello Spirito Santo mandato dal Cielo, alcuni uomini vi hanno portato il messaggio del Vangelo...". E ancora: "Le parole dei profeti sono degne di fiducia, oggi più di prima. E voi farete bene a considerarle con attenzione. Esse sono come una lampada che brilla in un luogo oscuro, fino a quando non comincerà il giorno, e la stella del mattino illuminerà i vostri cuori. Soprattutto sappiate una cosa: gli antichi profeti non parlavano mai di loro iniziativa, ma furono uomini guidati dallo Spirito Santo e parlavano in nome di Dio. Perciò nessuno può spiegare con le sue sole forze le profezie che ci sono nella Bibbia" (cfr 2Pt 1,19-21) .



CONTEMPLAZIONE

Negli Atti degli Apostoli ci viene raccontato un fatto molto significativo per chi vuole conoscere la Bibbia. Chissà quante volte sarà capitato anche a te di non capire quello che leggi. Ebbene, hai vicino a te la Chiesa che, guidata dallo Spirito Santo, ti può condurre alla verità, Contempla questo episodio mettendoti umilmente accanto al ministro della regina Candàce.

Atti degli Apostoli cap. 8

Un angelo del Signore parlò intanto a Filippo: «Alzati, e và verso il mezzogiorno, sulla strada che discende da Gerusalemme a Gaza; essa è deserta».

Egli si alzò e si mise in cammino, quand'ecco un Etíope, un eunuco, funzionario di Candàce, regina di Etiopia, sovrintendente a tutti i suoi tesori, venuto per il culto a Gerusalemme, se ne ritornava, seduto sul suo carro da viaggio, leggendo il profeta Isaia.

Disse allora lo Spirito a Filippo: «Và avanti, e raggiungi quel carro».

Filippo corse innanzi e, udito che leggeva il profeta Isaia, gli disse: «Capisci quello che stai leggendo?».

Quegli rispose: «E come lo potrei se nessuno mi istrui­sce?». E invitò Filippo a salire e a sedere accanto a lui.

Il passo della Scrittura che stava leggendo era questo: Come una pecora fu condotta al macello e come un agnello senza voce innanzi a chi lo tosa, così egli non apre la sua bocca. Nella sua umiliazione il giudizio gli è stato negato, ma la sua posterità chi potrà mai descriverla? Poiché è stata recisa dalla terra la sua vita.

E rivoltosi a Filippo l'eunuco disse: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?».

Filippo, prendendo a parlare e partendo da quel passo della Scrittura, gli annunziò la buona novella di Gesù. Proseguendo lungo la strada, giunsero a un luogo dove c'era acqua e l'eunuco disse: «Ecco qui c'è acqua; che- cosa mi impedisce di essere battezzato?».

Fece fermare il carro e discesero tutti e due nell'acqua, Filippo e l'eunuco, ed egli lo battezzò.

Quando furono usciti dall'acqua, lo Spirito del Signore rapì Fi­lippo e l'eunuco non lo vide più e proseguì pieno di gioia il suo cammino.



- Capitolo 25 -

"COME LEGGERE LA BIBBIA"

LA BIBBIA E LA VITA


E ccoci a riprendere la nostra meditazione sulla parola del Credo con cui affermiamo che lo Spirito Santo "ha parlato per mezzo dei profeti".

Abbiamo visto nel capitolo precedente come, con questa espressione, la Chiesa afferma i fatti divini della Rivelazione e dell'Ispirazione Biblica.

"Rimani fermo, fedele alla verità che hai imparato e della quale sei pienamente convinto - scrive San Paolo a Timoteo - Ricorda da chi l'hai imparato. Tu infatti conosci la Bibbia fin da quando eri bambino: essa può darti la saggezza che conduce alla salvezza, per mezzo della fede in Cristo Gesù.

Tutto ciò che è scritto nella Bibbia è ispirato da Dio, e quindi è utile per insegnare la verità, per convincere, per correggere gli errori ed educare a vivere in modo giusto. E così ogni uomo di Dio può essere perfettamente pronto, ben preparato a compiere ogni opera buona".

In questo brano della seconda lettera a Timoteo (2,14-16), San Paolo ci insegna diverse cose a proposito della Bibbia. a) Innanzitutto egli ci dice come le nostre convinzioni di fede sono formate sulla Sacra Scrittura. Essa è il fondamento della nostra fede.

b) In secondo luogo egli ci ricorda come "tutto ciò che è scritto nella Bibbia è ispirato da Dio" ossia è Parola di Dio incarnata nello scritto.

c) Ci dice anche che la Bibbia ci dona quella saggezza che conduce alla salvezza, mediante la fede in Gesù. Cioè: se noi accogliamo nel cuore e con fede la Parola di Dio essa produce in noi una vita nuova, la vita di Cristo e ci salva!

d) Ci insegna che la lettura della Bibbia è utile:

- per insegnare la verità (quindi ai predicatori, ai catechisti, ai genitori, ecc.);

- per convincere (cioè per portare la gente alla fede e farla crescere nella fede);

- per correggere gli errori (ossia per farci vedere dove sbagliamo nel nostro modo di pensare e nel nostro modo di vivere) ;

- per educare a vivere in modo giusto (cioè per farci camminare sulla via della giustizia cristiana, della santità cristiana).

e) Infine l'apostolo ci assicura che la lettura della Bibbia forma "l'uomo di Dio" ossia il vero cristiano rendendolo pronto e capace a compiere ogni opera buona.

Vedete quali meravigliosi frutti produce in noi e attorno a noi la lettura della Bibbia!



COME LEGGERE LA BIBBIA

Però attenti: c'è lettura e lettura! C'è una lettura esegetico-scientifica, c'è una lettura teologica e c'è una lettura spirituale.

1) La prima, la lettura esegetico-scientifica è propria degli studiosi i quali ci fanno il servizio, davvero encomiabile e necessario, di darci il testo autentico della Bibbia collocandolo nel suo contesto storico e culturale.

Questo lavoro di solito (parlo per la gente comune), si trova nelle pagine di introduzione ai vari libri della Bibbia e nelle note a pié di pagina.

Conoscere queste cose è importante per capire bene il vero senso della Bibbia.

2) La seconda lettura è quella teologica. Essa ci dona il frutto dello studio dei teologi sui testi biblici. Un frutto assai prezioso e utile perché il messaggio di Dio va colto nel suo insieme e non soltanto in questo o quel versetto come fanno, purtroppo, certi gruppi che si ritengono ispirati dallo Spirito Santo! Non si può isolare un versetto o un brano da tutto il resto, perché tutto è ispirato da Dio e tutto va messo a confronto. Tanto più che la rivelazione divina nella Bibbia ha un carattere di gradualità, va cioè dal meno al più, fino a trovare la pienezza della luce in Cristo. I teologi aiutano a leggere la Bibbia tenendo presente questo aspetto.

Anche questo lavoro lo troviamo, in genere, nelle introduzioni e nelle note, ma soprattutto in libri speciali dove i teologi trattano a fondo i vari temi della teologia biblica.

Ogni cristiano che voglia accostarsi alla Bibbia dovrà tenere in massima considerazione queste due prime letture: quella esegetica e quella teologica.

Naturalmente ciascuno farà secondo le proprie capacità. Ma almeno sappia essere umile e si riconosca bisognoso di essere aiutato chi non ha la possibilità di fare da solo questo cammino! E qui ci si incontra con la Chiesa, con il suo Ma­gistero, con i suoi specialisti! Ma occorre umiltà, tanta umiltà!

3) La lettura più importante però è quella spirituale. Gli antichi la chiamavano "lectio divina", "lettura divina". Essa presuppone le altre due, ma le oltrepassa, quanto il Cielo oltrepassa la terra! Là, infatti, siamo ancora a livello di intelligenza umana, anche se illuminata dalla fede: siamo a livello scientifico dove si può cogliere la verità senza essere toccati e coinvolti. Infatti ci sono esegeti e teologi che non credono, altri che credono poco, altri ancora che credono, ma non vivono ciò che credono!

La lettura spirituale della Bibbia, invece, è diretta a tutta la persona, specialmente al cuore e tende, come insegna San Paolo, a formare "l'uomo di Dio". E' la lettura che si fa sotto l'azione dello Spirito Santo e che nessuno può fare se non nello Spirito Santo. E' la lettura che ci fa "comprendere le scritture" e ce le fa gustare. Ricordate l'episodio dei due di­scepoli di Emmaus? Dopo che Gesù si era loro rivelato allo spezzar del pane, riconoscono che il loro cuore ardeva nel petto mentre Egli spiegava loro la Bibbia! E più tardi, quando arrivarono a Gerusalemme, Gesù apparve a tutti e diede a tutti il dono dello Spirito Santo "affinché potessero comprendere il vero senso delle Scritture" (Lc 24,45). E' questo dono che noi dobbiamo chiedere al Signore per fare la lettura spirituale della Bibbia!



PRIMO: PREGARE LO SPIRITO

Ecco allora la prima cosa da fare: pregare, chiedere il dono dello Spirito Santo. Nessuno mai dovrebbe mettersi a leggere e a meditare il Vangelo o l'Antico Testamento senza prima aver pregato lo Spirito Santo. Nella Scrittura infatti c'è un senso letterale che è abbastanza facile da scoprire, soprattutto con 1'esegesi. Ma vi sono altri sensi nascosti, che solo lo Spirito Santo può rivelarci. Vi faccio un esempio tolto dalla stessa Bibbia. Voi avete letto certamente l'episodio in cui Mosè fece sgorgare acqua fresca da una roccia del deserto per dissetare il popolo (cfr Num 20,1-11). Questo fatto è stato letto da migliaia e migliaia di Ebrei i quali vedevano in esso l'amore di Dio per il suo popolo e la potenza divina del Signore. Sotto sotto però c'era un altro significato, assai più profondo, ma nessuno mai era riuscito a capirlo. Ce lo ha rivelato San Paolo (cfr 1Cor 10,1-5) quando scrisse che quella roccia, dalla quale sgorgò acqua viva, era immagine di Cristo Crocifisso, dal quale è sgorgato Sangue ed Acqua, simbolo della nostra vita. Se lo Spirito Santo non avesse illuminato San Paolo nella comprensione di questa verità, chi mai l'avrebbe conosciuta e con certezza? Ebbene lo Spirito Santo che ha ispirato ogni parola della Bibbia, ha nascosto spesso, sotto episodi e racconti apparentemente insignificanti, un senso spirituale che Lui solo conosce e che Lui solo può rivelarci. Però questo senso spirituale deve essere verificato confrontandolo con l'insegnamento della Chiesa, unica garanzia di verità e di certezza.

A parte ciò, rimane sempre il fatto che la Parola di Dio per produrre in noi il suo frutto di luce e di grazia ha bisogno dell'azione dello Spirito che illumini la mente portandola alla convinzione, riempia di grazia il cuore facendogli gustare la bellezza della divina rivelazione e rafforzi la volontà rendendola capace di attuare nella vita l'insegnamento divino ricevuto. Senza lo Spirito Santo questo triplice frutto è impossibile e la lettura della Bibbia rimane sterile.



SECONDO: SCEGLIERE UN METODO

Una seconda cosa da farsi per la lettura spirituale della Bibbia è quella di scegliersi un metodo appropriato. Di metodi ce ne sono tanti, a cominciare da quello liturgico che consiste nel leggere le Sacre Scritture proposte dalla liturgia, giorno dopo giorno. Certamente è il metodo più sicuro e più valido, sia perché è garantito dalla Chiesa, sia perché la liturgia lo propone in tutto un contesto di preghiere, di canti, di riflessioni che lo rendono quanto di più completo possa immaginarsi in proposito. E' il metodo tipico dei sacerdoti e dei religiosi i quali, più volte al giorno, sono chiamati a pregare con la Bibbia e a meditare la Bibbia. Oggi aumentano sempre di più anche i laici che seguono questo metodo e di ciò dobbiamo ringraziare Dio.

Un altro metodo efficace sta nel leggere un capitolo della Bibbia ogni giorno, con perseveranza, incorniciandolo di preghiere prima e dopo la lettura. In questo caso consiglio una traduzione facile, specialmente da parte di chi si acco­sta alla Bibbia per la prima volta. Consiglio la bellissima edizione interconfessionale "La Parola del Signore". Consiglio anche di sottolineare con una matita e magari di trascrivere su un quaderno i versetti che vi colpiscono per l'attrattiva che hanno sul vostro cuore.

Sarà bene cominciare a leggere la Bibbia dal Nuovo Testamento e precisamente dai Vangeli e poi passare agli Atti, alle Lettere degli Apostoli e solo dopo all'Antico Testa­mento.

Un altro metodo (che io consiglio però solo a chi ha già letto la Bibbia per intero) è quello di seguire non i libri e i capitoli, ma gli argomenti, per esempio: "l'amore di Dio per noi", Io Spirito Santo", " la preghiera", ecc. Per far ciò bisogna servirsi di un buon indice analitico che trovate in quasi tutte le edizioni moderne della Bibbia intera o del Nuovo Testamento soltanto.

L'importante è che si faccia una lettura spirituale autentica e cioè che facciate questi quattro passi:

1° passo: osservare quali sono i personaggi presenti nel brano, quale è il fatto o il discorso che viene presentato, dove avviene, ecc. (es. l'ultima cena, Gesù, gli Apostoli, la notte, il cenacolo);

2° passo: interpretare, ossia cercare di vedere come il Si­gnore è presente in questo brano, di che cosa parla, quale tema tratta e con quale versetto si potrebbe riassumere tutto il brano (è il cosidetto versetto "chiave");

3° passo: applicare quanto si è detto a sè stessi, chiedendoci che cosa significhi per noi quello che abbiamo letto, che cosa voglia dire a noi, ora, il Signore, con quelle parole, che cosa mi invita a fare (es. la certezza che Gesù mi ama e vuole da me la corrispondenza al suo amore con la mia fiducia in Lui) ;

4° passo: pregare, ossia lodare e ringraziare Dio per averci parlato con questo brano della Bibbia, chiedendogli perdono per non aver capito e fatto prima quello che ora comprendia­mo e vogliamo fare. Chiedere l'intercessione di Maria.

Ecco: questo è un modo semplice e piacevole per fare ogni giorno la vostra lettura spirituale della Bibbia.

Mi auguro vivamente che tutti voi che leggete questo libro mettiate in pratica, se già non lo fate, il mio consiglio: leggere ogni giorno un capitolo della Bibbia mettendovi in ascolto di Dio che vi parla mediante il suo Spirito.

La Madonna vi sia di esempio e di aiuto.

Nella basilica di S. Stefano in Verona c'è un bellissimo e prezioso affresco di Martino da Verona (sec. XIV) rappresentante l'Annunciazione e la glorificazione di Maria. L'annunciazione raffigura l'angelo Gabriele che saluta Maria stando in ginocchio e avendo in mano un giglio lo porge alla Vergine, mentre con l'altra mano le mostra tre dita, simbolo della Ss.ma Trinità. Davanti a lui, seduta su un trono sta la Madonna in ascolto tenendo sulle ginocchia un libro aperto mentre sullo scrittoio che ha davanti a se sta un secondo libro, ma chiuso, con accanto l'inchiostro e la penna. L'autore probabilmente ha voluto raffigurare nel libro chiuso l'Antico Testamento e nel libro aperto il Nuovo in quanto esso inizia proprio con l'Annnuncio a Maria e viene scritto, prima che sui libri, nel Cuore della Vergine giustamente visto da alcuni Padri della Chiesa come il vangelo vivente dello Spirito perché, come dice Luca: "Maria da parte sua custodiva tutti questi fatti, meditandoli nel suo cuore... Sua madre custodiva tutti questi fatti nel suo cuore" Wc 2,19.51). Si tratta di una raffigurazione simbolica importante per chi vuol mettersi alla scuola della Bibbia prendendo Maria come modello e maestra. Il metodo semplice di cui vi ho parlato sopra è proprio il metodo di Maria.

a) "Maria da parte sua custodiva tutti questi fatti": cioè osservava quanto accadeva in Lei e attorno a Lei e che riguardava il suo Gesù. Noi "questi fatti" li troviamo scritti nel vangelo.

b) "Meditandoli nel suo cuore": il verbo greco usato da Luca indica l'attività del cuore, cioè dello spirito di Maria, che esaminava e confrontava quanto vedeva. Ecco la meditazione sotto la luce dello Spirito.

c) "Sua. madre custodiva questi fatti nel suo cuore". Dopo aver meditato Maria pregava e faceva tesoro di quanto aveva capito. Impiantava la Parola del Signore nel 'suo cuore, la inaffiava di preghiera e l'attuava nella vita. E' questo che dobbiamo fare anche noi. In questo modo la fede vive, cresce e diventa vita santa.



CONTEMPLAZIONE

Ti propongo come soggetto di contemplazione, ancora una volta, il racconto dell'Annunciazione. Osserva con gli occhi del cuore come Maria ascolta la Parola che Dio le annuncia per mezzo dell'angelo.

Vangelo di Luca cap. 1

Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.

Entrando da lei, disse: «Ti saluto, o piena di grazia, il Si­gnore è con te».

A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto.

L'angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.

Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.

Sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

Allora Maria disse all'angelo: «Come è possibile? Non conosco uomo».

Le rispose l'angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell'Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio.

Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile:

nulla è impossibile a Dio».

Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto». E l'angelo partì da lei.



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