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Alle sorgenti della vera pietà (Carità nella Verità dottrinale) di don Fusina

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 16:24
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05/09/2009 16:18


- Capitolo 26 -

"CREDO LA CHIESA"

LA CHIESA


Nei capitoli precedenti abbiamo parlato dell'articolo del Credo riguardante lo Spirito Santo. Ora passiamo al successivo che dice: "Credo Ecclesiam unam, sanctam, catholicam et apostolicam", "Credo la. Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica".

Prima però vorrei richiamare ancora una volta, per evitare spiacevoli equivoci, che lo scopo di questo nostro scritto non è l'esposizione sistematica della dottrina cristiana, ma la meditazione di alcuni aspetti di essa, sulla traccia del simbolo niceno-costantinopolitano, ossia del Credo della Santa Messa. Si tratta più che altro di quella che nel passato si chiamava theologia cordis, cioè contemplazione della teologia, più che theologia mentis o esposizione della verità. Questa nostra scelta spiega anche il genere del discorso che non è catechetico, ma omiletico: è un'omelia, una piccola predica su quelle che sono le grandi verità della fede. Chi cerca la completezza dell'esposizione e la sistematicità teologica della trattazione deve cercarla altrove. Qui trova alimento solo colui che vuole contemplare la verità nell'umiltà e nella semplicità. Ed è proprio per questa gente che scrivo: ad essa mi rivolgo, convinto come sono che il popolo cristiano tutto, anche nei suoi strati più umili e più semplici, è capace di accogliere un discorso approfondito su Dio e sulle verità eterne, purché si faccia appello non tanto all'erudizione, quanto alla luce dello Spirito Santo.

Veniamo dunque a parlare dell'articolo del Credo che riguarda la Chiesa. „ „ , .

C'è innanzitutto un particolare da rilevare: qui non si dice credo nella Chiesa, come si dice credo in Dio, credo in Cristo, credo nello Spirito Santo. Si dice credo la Chiesa. Perché?

Secondo me i motivi sono due:

1 ° - se la fede è adesione della mia persona ad un'altra persona, qui mi trovo di fronte ad una realtà diversa, perché la Chiesa non è una persona. Essa perciò è oggetto della mia fede, ma non come lo è la Persona del Padre, la Persona del Figlio, la Persona dello Spirito Santo;

2° - in secondo luogo mentre nei riguardi delle Tre Persone divine io mi apro con un cammino di fede che non avrà mai fine perché per tutta questa vita e per tutta l'eternità io continuerò a penetrare sempre più nella conoscenza e nell'amore della Ss.ma Trinità, nei riguardi della Chiesa ciò non avviene in quanto io stesso sono Chiesa, vivo già immerso nella sua vita, partecipo alla sua esistenza come membro del Corpo di Cristo.

La Chiesa per me non è qualcosa verso cui cammino, ma è un mistero nel quale mi trovo in virtù della grazia del Si­gnore. E' come l'umanità: non è che io possa tendere verso l'umanità perché io stesso sono umanità, partecipo di essa in virtù della mia nascita.

Come io mi trovo costituito uomo per il fatto che sono nato da un uomo e da una donna, così io mi trovo costituito cri­stiano per il fatto che sono nato dall'acqua e dallo Spirito Santo.

Non siamo dunque di fronte ad un nuovo oggetto di fede, ma semplicemente alle conseguenze dell'atto di Fede nello Spi­rito Santo. Infatti la Chiesa, l'unico battesimo in remissione dei peccati, la risurrezione dei morti e la vita del mondo futuro, sono i frutti della missione dello Spirito.

La Chiesa è associata allo Spirito Santo come sua prima opera, cui segue la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna.

Tutto ciò è molto logico. Infatti se leggete bene il Credo voi vedete come a ciascuna delle Tre Divine Persone viene associata un'opera o una missione.

Alla Persona del Padre viene associata l'opera della creazione; alla Persona del Figlio viene associata l'opera della salvezza; alla Persona dello Spirito Santo viene asso­ciata la Chiesa fino al suo compimento nel regno dei cieli. Eccoci allora di fronte ad una realtà divina troppo spesso trascurata quando si parla della Chiesa: la sua natura di opera dello Spirito. Tecnicamente si direbbe la sua natura pneumatica (dalla parola greca pneuma che vuol dire spirito). Ma qui cadiamo nel difficile e perciò lasciamo i termini tecnici. A noi interessa capire che la Chiesa non è opera di uomini, ma dello Spirito Santo. Essa è formata sì da uomini, ma è animata dallo Spirito di Dio che trasforma questi uomini e li unisce in un grande corpo misterioso, soprannaturale: il Corpo Mistico di Cristo.



I DUE ASPETTI DELLA CHIESA

Abbiamo così due aspetti della Chiesa che non possiamo trascurare:

a) il primo è l'aspetto di realtà soprannaturale e misteriosa creata ed animata dallo Spirito Santo. Questo aspetto è per natura sua invisibile;

b) il secondo invece è visibile ed è costituito dalla realtà umana in cui il mistero della Chiesa s'incarna.

Si ripete nella Chiesa, per analogia, quello che avviene in Gesù.

Che cosa avviene in Gesù? In Gesù il Verbo di Dio si fa vi­sibile e agisce attraverso una natura umana che ha assunto. Per questo noi diciamo che Gesù è il "sacramento" di Dio. Infatti Dio, nella sua realtà divina soprannaturale, è invisibile, impalpabile, irraggiungibile.

San Paolo afferma che "Egli abita in una luce inaccessibile". Però quando si incarna nel seno della Vergine Maria, Egli si fa visibile e palpabile attraverso la carne umana che ha assunto. Qualcosa di simile avviene nella Chiesa: la Chiesa è una realtà spirituale e soprannaturale invisibile, generata dal Cristo e animata dallo Spirito Santo. Essa è il Corpo Mistico di Gesù, ma è pure una realtà visibile in quanto è incarnata negli uomini ed in una struttura umana. In questo senso possiamo parlare di Chiesa sacramento e Chiesa mistero. Essa è il luogo ove vive Cristo. Come lo Spirito Santo ha operato l'unione del Figlio di Dio con la carne umana tratta da Maria Vergine, così lo stesso Spirito opera continuamente la nuova incarnazione rendendo presente Gesù nella Chiesa con una nuova generazione per fede, mediante l'acqua e lo Spirito. San Giovanni dice: "A coloro che lo hanno accolto ha fatto un dono: quello di diventare Figli di Dio. Costoro sono stati generati non dall'uomo, ma da Dio" (cfr Gv 1,12). E San Paolo insegna che i cristiani "sono stati trasferiti dal regno delle tenebre nel Regno della luce mediante la redenzione operata dal Sangue di Gesù" (Col 1,13).



IMMAGINI BIBLICHE DELLA CHIESA

La Bibbia parla di questo mistero che è la Chiesa ricorrendo a delle immagini.

La prima, e la più significativa, è quella del Corpo. Ascoltiamo: "Tutti insieme noi formiamo il Corpo di Cristo - scrive San Paolo ai Romani - e, individualmente, ognuno

di noi ha una funzione diversa da svolgere. Quindi apparteniamo gli uni agli altri, e ognuno ha bisogno degli altri" (cfr Rm 12,4-6).

Nella la Lettera ai Corinzi è più chiaro. Dice: "Il nostro corpo è composto di molte membra, e tutte queste parti, anche se sono molte, formano un unico corpo; ebbene è così anche il Corpo di Cristo. Ognuno di noi fa parte dell'unico Corpo di Cristo. Infatti tutti noi credenti, sia quelli di origine ebraica che quelli di origine pagana, sia schiavi che liberi, abbiamo ricevuto il battesimo di un unico corpo e tutti abbiamo bevuto alla fonte di un unico Spirito... Ecco cosa cerco di dirvi: tutti voi fate parte del Corpo di Cristo e, individualmente, ognuno di voi è parte di questo corpo" (cfr 1Cor 12).

San Pietro, invece, preferisce ricorrere ad un'altra im­magine: quella del Tempio Spirituale. Scrive: "Siate anche voi come tante pietre viventi che, entrando a far parte della struttura dell'edificio, formano un'unica casa spirituale... " (cfr 1 Pt 2,5).

Ecco, dunque, cosa è la Chiesa nel suo mistero: è il Corpo di Cristo, è il Tempio vivente di Dio.

Nel primo caso Gesù è la testa del Corpo e noi ne siamo le membra.

Nel secondo caso Gesù è la pietra fondamentale e noi siamo le pietre della struttura. Lo Spirito Santo abita in questo edificio e anima questo Corpo.

Per questo la Chiesa riflette in se stessa le caratteristiche di Gesù: è divina ed umana, invisibile e visibile, misteriosa e strutturata nello stesso tempo. In essa c'è qualcosa di così immenso e di così sublime che solo la Parola di Dio può ri­velare e solo la fede può percepire. Nello stesso tempo però in essa c'è qualcosa di umano, di debole, di fragile che possiamo vedere e constatare quotidianamente.

La parte divina (tanto per intenderci) della Chiesa sorpassa di gran lunga la realtà visibile: essa abbraccia non solo i battezzati, ma tutti i salvati, anche quelli che, senza loro colpa, non conoscono Gesù, ma, come insegna San Paolo, mettono la loro fiducia in un Dio Creatore e Rimuneratore. Questa realtà invisibile della Chiesa sfugge alla nostra percezione. Essa è il vero popolo di Dio nella totalità, quello che abbraccia tutti i giusti a cominciare da Abele - come insegna il Concilio Vaticano II -, fino all'ultimo giusto che lascerà questa povera terra. Notate bene come il Concilio parli di "giusti" e non di battezzati. Una volta ci si esprimeva con un altro linguaggio e si parlava di battesimo di desiderio. Si tratta cioè di tutti gli uomini di buona volontà, cristiani e non cristiani, giustificati da Dio in vista della loro fede esplicita o implicita nel Signore Gesù.

Questa immensa moltitudine di salvati costituisce, consciamente o meno, il Corpo di Cristo in questo mondo e nell'altro. Essa abbraccia i viventi ed i passati, come pure i futuri. Dio solo conosce i nomi di quelli che sono iscritti nel Libro della vita, di quelli cioè che costituiscono e costituiranno in eterno la Celeste Gerusalemme.

La parte visibile della Chiesa invece è quella che si identifica con la comunità dei battezzati, di quanti cioè aderendo al Signore Gesù sono stati rigenerati dall'acqua e dallo Spirito Santo.

Ed è su questa Chiesa strutturata e visibile che noi vogliamo fissare lo sguardo. Essa infatti non è diversa, né distinta da quella invisibile: ne è invece l'incarnazione. E come la carne umana che ha accolto il Verbo non ne ha esaurita o racchiusa l'immensità divina, così la Chiesa visibile non esaurisce e non racchiude la pienezza della salvezza. Piuttosto essa ha la missione di essere come la bandiera innalzata da Dio in mezzo a tutti i popoli della terra per indicare dove si trova la vera sorgente della salvezza e della vita: Cristo Signore.



LA CHIESA NASCE DALLO SPIRITO

1 ° - Ebbene questa Chiesa ha la sua origine dallo Spirito Santo, cioè nasce dallo Spirito.

Ce lo ha insegnato Gesù quando ha detto: "E' necessario che io me ne vada; altrimenti non verrà a voi il Consolatore che il Padre vi ha promesso. Ma se io me ne vado, lo manderà a voi ed Egli vi guiderà alla verità totale" (cfr Gv 16,7- 19). Quando Gesù concluse la sua missione di salvezza sulla croce "emise lo Spirito", scrive S. Giovanni, quasi ad indicare più che il fatto della morte il fatto del dono dello Spirito Santo da parte di Gesù. Cominciava la missione del Paraclito. Così pure quando il soldato aprì il costato di Cristo morto e da esso sgorgò sangue ed acqua Giovanni vide in questo un segno dello Spirito secondo la profezia e la promessa di Gesù: "Chi ha sete venga a Me e chi crede in Me beva. Dal suo seno scaturiranno fiumi d'acqua viva, zampillante per la vita eterna" (cfr Gv 7,37-39). 'Allora - annota il Vangelo - Gesù intendeva parlare dello Spirito Santo che i discepoli avrebbero ricevuto quando il Cristo fosse stato glorificato". Giovanni, vedendo quell'acqua ricordò le parole di Gesù e ne comprese il segno: quell'acqua e quel sangue erano il segno della nuova creatura che nasceva dal costato di Cristo come Eva, la mamma di tutti gli uomini, era nata dal costato di Adamo. Questa nuova creatura, nata da Cristo per opera dello Spi­rito Santo, è la Chiesa.

Tutto quello che ho detto è molto importante anche per le sue conseguenze pratiche. Infatti se la Chiesa è il frutto e l'opera dello Spirito Santo non siamo noi che la costruiamo, ma Lui. Allora anche il nostro apostolato per far nascere nuove comunità di Chiesa e per far crescere quelle già esistenti deve tener conto di questa realtà. Al contrario, noi poniamo spesso la nostra fiducia solo nelle nostre organizzazioni, nei nostri sforzi, nei- nostri piani ed ignoriamo o mettiamo al secondo posto l'azione generatrice dello Spirito. E' un errore gravissimo ed imperdonabile che spiega il fallimento di tante iniziative, in se stesse buone e valide, ma rese vane da un'impostazione sbagliata. Ancora: se la Chiesa è opera dello Spirito Santo essa non è in linea ascendente, ma discendente: non sono gli uomini che si mettono uniti per formare la Chiesa, come si mettono uniti per formare una società, ma è lo Spirito che li chiama, li unifica, li trasforma nel Corpo di Cristo che lo fa, come vedremo, mediante la Parola ed il sacramento, quindi mediante il ministero degli apostoli e dei loro successori i quali, di conseguenza, non sono espressione di una scelta democratica, ma di una elezione divina che si può manifestare in modi diversi, secondo le varie epoche e situazioni, ma che risale sempre alla libera iniziativa dello Spirito. Anche l'autorità che opera nella Chiesa, dunque, come pure il Magistero sono dono dello Spirito che genera la Chiesa non è invenzione degli uomini per un modo più ordinato di vivere, come vorrebbero certi nostri fratelli separati.

In fine l'essere chiamati a far parte del Corpo Mistico di Cristo come sue membra non è frutto di meriti o di sforzi nostri, ma è dono gratuito di Dio il quale, mediante il suo Spirito, ci offre, con la chiamata alla salvezza, la chiamata alla missione e, quindi, alla corresponsabilità secondo la personale vocazione cui ci destina ed i carismi di cui ci arricchisce.



LA CHIESA E' ANIMATA DALLO SPIRITO

2° - E qui veniamo a parlare del secondo aspetto della Chiesa in, quanto cioè non solo nasce dallo Spirito, ma ne è anche animata, come il corpo è animato dall'anima. Osserviamo bene ciò che avviene nella nascita e nella crescita dell'uomo. Nella cellula germinale è presente tutta l'anima e da essa quella cellula è già orientata verso un progetto particolare che richiede un particolare modo di crescere e di vivere.

Man mano che il corpo si sviluppa, l'anima lo riempie e lo vivifica secondo la particolarità delle singole membra. Così nell'occhio l'anima vede, nell'orecchio sente, nel cuore ama, nel cervello ragiona, nelle braccia lavora, nelle gambe cammina. Non ci sono tante anime quante sono le membra, ma c'è un'anima sola che vivifica ogni membro secondo la sua destinazione per il bene del corpo intero.

Così agisce lo Spirito nella Chiesa. Man mano che la Chiesa cresce Egli ne genera le membra, le vivifica, le alimenta, le guida alla realizzazione della loro particolare vocazione per il bene di tutto il Corpo Mistico. Non siamo noi che scegliamo il nostro posto ed il nostro ruolo: è il Signore che a ciò ci ha chiamati e deputati dall'eternità: "Non voi avete scelto Me, ma io ho scelto voi e vi ho posti perché portiate frutto ed il vostro frutto rimanga" (Gv 15,16).

Anche qui le conseguenze pratiche sono molte ed importanti.

Innanzitutto ciascuno di noi è chiamato ad occupare un proprio posto nella Chiesa ed è responsabile di esso. Siamo come le pietruzze di un grande mosaico vivente che lo Spi­rito va costruendo. Ciascuno ha il suo posto ed è fatto per esso. Bisogna accettarlo con fede e con umiltà secondo il disegno di Dio e bisogna esserne responsabili.

Purtroppo c'è sempre chi non si adatta mai al ruolo che Dio ha fissato per lui! Ne vorrebbe sempre uno diverso e così resta pietruzza inutilizzata o spostata, causa di sofferenze per sè e per gli altri.

Bisogna inoltre attuare in pienezza il carisma che lo Spirito ha dato a ciascuno per il bene di tutta la Chiesa. Ciascuno di noi ha un dono o più doni spirituali e soprannaturali: glieli ha dati lo Spirito perché alla Chiesa non manchi nulla:

il consiglio, la profezia, l'esortazione, la testimonianza eroi­ca, ecc. Guai se uno trascura il proprio carisma: non solo offende lo Spirito, ma priva la Chiesa di una ricchezza che dovrebbe avere. Guai anche a chi ignora o, peggio, mortifica e rende inutile il carisma degli altri: si rende responsabile di un delitto contro il Corpo di Cristo. Sarebbe come se tagliassi un piede o una mano al corpo umano. Non potrebbe più funzionare in pienezza secondo la sua natura. Tutto nella Chiesa deve essere ordinato verso la pienezza della vita di Gesù. Tutta la ricchezza spirituale che lo Spirito Santo ha posto in Cristo quale cellula germinale, deve ritrovarsi nella Chiesa distribuita secondo il Disegno di Dio. Allora si verifica la realtà di questo Disegno che è Cristo in noi, cioè la presenza di Gesù Salvatore e Signore nel mondo.



LA CHIESA E' SACRAMENTO DI SALVEZZA

3° - Ed eccoci al terzo aspetto, quello che riguarda la Chiesa come sacramento di salvezza per il mondo. Quale è lo scopo per cui lo Spirito conduce ed anima la Chiesa verso la pienezza della vita di Cristo? E' la salvezza di tutti gli uomini. Gesù è stato mandato, Gesù è venuto per salvare ogni uomo. Questo infatti è il disegno misericordioso di Dio. Ebbene Gesù ha fondato la Chiesa affinché sia il luogo visibile della sua presenza e lo strumento della sua opera di salvezza, come le mie mani ed i miei piedi sono strumento del mio agire. Noi cristiani siamo le mani ed i piedi di Gesù, siamo le membra del suo Corpo. Ebbene lo Spirito Santo si serve della Chiesa per continuare l'opera salvifica di Gesù sulla terra fino alla fine dei secoli e ne fa strumento di salvezza e di santificazione. Per questo noi diciamo che la Chiesa è sacramento di salvezza.

Ma in che modo lo Spirito si serve della Chiesa come di uno strumento per la salvezza di tutti gli uomini?

Egli se ne serve secondo tre linee precise:

a) la linea della Parola di Dio; b) la linea dei sacramenti; c) la linea del ministero.

Questi tre elementi costituiscono la struttura portante della Chiesa, quelli che la rendono visibile, segno e strumento della comunione con Dio e con gli uomini.

Di queste tre linee parleremo nel prossimo capitolo. Concludo riassumendo quanto ho detto: l'articolo del Credo che riguarda la Chiesa (Credo la Chiesa) è la continuazione di quello precedente che riguarda lo Spirito Santo, perché la Chiesa è il frutto dello Spirito.

Essa è un mistero con due facce: una invisibile che abbraccia tutti gli uomini salvati da Cristo, l'altra visibile che raccoglie tutti i battezzati ed è strutturata secondo le linee della Parola, del Sacramento e del Ministero. La Chiesa è il Corpo di Cristo animato dallo Spirito Santo, mediante il quale Dio rende presente ed operante nel mondo il Figlio suo Gesù Salvatore e Signore.



LA MADONNA E LA CHIESA

Preghiamo la Madonna che è la Madre della Chiesa e ne è pure l'icona ed il riassunto: in essa, infatti è cominciata la Chiesa, quando il Verbo di Dio si è fatto carne nel suo seno. "La Beata Vergine, per il dono e l'ufficio della divina maternità che la unisce con il Figlio redentore e per le sue singolari grazie e funzioni, è pure intimamente congiunta con la Chiesa: la Madre di Dio è figura della Chiesa, come già insegnava sant'Ambrogio, nell'ordine cioè della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo. Infatti nel mistero della Chiesa, la quale pure è giustamente chiamata madre e vergine, la Beata Vergine Maria occupa il primo posto, presentandosi in modo eminente e singolare quale vergine e quale madre. Ciò perché nella sua fede ed obbedienza generò sulla terra lo stesso Figlio di Dio, senza contatto con uomo, ma adombrata dallo Spirito Santo, come una nuova Eva credendo non all'antico serpente, ma senza alcuna esitazione, al messaggero di Dio. Diede poi alla luce il Figlio, che Dio ha posto quale primogenito tra i molti fratelli (cfr Rm 8,29), cioè tra i credenti, alla rigenerazione e formazione dei quali essa coopera con amore di madre". Orbene, la Chiesa contemplando la santità misteriosa della Vergine, imitandone la carità e adempiendo fedelmente la volontà del Padre, per mezzo della Parola di Dio accolta con fedeltà diventa essa pure madre, poiché con la predicazione e il battesimo genera ad una vita nuova e immortale i figli concepiti ad opera dello Spirito Santo e nati da Dio. Essa pure è vergine, che custodisce integra e pura la fede data allo sposo; imitando la Madre del suo Signore, con la virtù dello Spirito Santo conserva verginalmente integra la fede, salda la speranza, sincera la carità (Conc. Vat. II LG 63-64).



CONTEMPLAZIONE

Contempla la Chiesa nella prima comunità cristiana a Gerusalemme nel giorno della Pentecoste.

Atti degli Apostoli cap. 2

Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo.

Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro;

ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d'esprimersi.

Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo.

Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua.

Erano stupefatti e fuori di sè per lo stupore dicevano: «Co­storo che parlano non sono forse tutti Galilei?

E com'è che li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?

Siamo Parti, Medi, Elamìti e abitanti della. Mesopotamía, della Giudea, della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirène, stranieri di Roma, Ebrei e prosèliti, Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dío».

Tutti erano stupiti e perplessi, chiedendosi l'un l'altro: «Ché significa, questo?».

Altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di mosto».

Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta così: «Uomini di Giudea, e voi tutti che vi trovate a Gerusalemme, vi sia ben noto questo e fate attenzione alle mie parole:

Questi uomini non sono ubriachi come voi sospettate, essendo appena le nove del mattino.

Accade invece quello che predisse il profeta Gioele:

Negli ultimi giorni, dice il Signore, lo effonderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri giovani avranno visioni e i vostri anziani faranno dei sogni.

E anche sui miei servi e sulle mie serve in quei giorni effonderò il mio Spirito ed essi profeteranno.

Farò prodigi in alto nel cielo e segni in basso sulla terra, sangue, fuoco e nuvole di fumo.

Il sole si muterà in tenebra e la luna in sangue, prima che giunga il giorno del Signore, giorno grande e splendido. Allora chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.

Uomini d'Israele, ascoltate queste parole: Gesù di Nazaret uomo accreditato da Dio presso di voi per mezzo di miracoli, prodigi e segni, che Dio stesso operò fra di voi per opera sua, come voi ben sapete, dopo che, secondo il prestabilito disegno e la prescienza di Dio, fu consegnato a voi, voi l'avete inchiodato sulla croce per mano di empi e l'avete ucciso.

Ma Dio lo ha risuscitato, sciogliendolo dalle angosce della morte, perché non era possibile che questa lo tenesse in suo potere.

Dice infatti Davide a suo riguardo: Contemplavo sempre il Si­gnore innanzi a me; poiché egli sta alla mia destra, perché io non vacilli.

Per questo si rallegrò il mio cuore ed esultò la mia lingua; ed anche la mia carne riposerà nella speranza, perché tu non abbandonerai l'aníma mia negli inferi, né permetterai che il tuo Santo veda la corruzione.

Mi hai fatto conoscere le vie della vita, mi colmerai di gioia con la tua presenza.

Fratelli, mi sia lecito dirvi francamente, riguardo al patriarca Davide, che egli morì e fu sepolto e la sua tomba è ancora oggi fra noi.

Poiché però era profeta e sapeva che Dio gli aveva giurato solennemente di far sedere sul suo trono un suo discen­dente, previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne vide corruzione. Questo Gesù Dio l'ha risuscitato e noi tutti ne siamo testimoni. Innalzato pertanto alla destra di Dio e dopo aver ricevuto dal Padre lo Spirito Santo che egli aveva promesso, lo ha effuso, come voi stessi potete vedere e udire.

Davide infatti non salì al cielo; tuttavia egli dice: Disse il Si­gnore al mio Signore: siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici come, sgabello ai tuoi piedi.

Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!».

All'udir tutto questo si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Che cosa dobbiamo fare, fratelli?».

E Pietro disse: «Pentitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo.

Per voi infatti è la promessa e per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, quanti ne chiamerà il Signore Dio nostro». Con molte altre parole li scongiurava e li esortava: «Salvatevi da questa generazione perversa».

Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone.



- Capitolo 27 -

"CREDO LA CHIESA" (2)

IL CORPO DI CRISTO


Si flettendo sull'articolo del Credo che dice: "Credo la Chiesa" abbiamo visto come essa sia opera dello Spirito Santo in quanto continua ed estende l'incarnazione di Gesù. Infatti come da Adamo discende per naturale generazione tutta l'umanità cosicché ogni uomo che nasce è un nuovo membro di essa, così da Cristo discende per rigenerazione soprannaturale la nuova umanità, quella dei salvati e dei santi, cosicché ogni uomo giustificato dalla grazia di Gesù diviene membro del suo Corpo Mistico. Tutto ciò viene compiuto da Dio per mezzo dello Spirito Santo. E' opera dello Spirito l'incarnazione del Figlio di Dio nel seno di Maria Vergine ed è opera dello Spirito il suo Corpo Mistico che è la Chiesa, nella quale e per la quale il mistero dell'incarnazione continua e si estende.

Abbiamo pure visto anche che come in Gesù ci sono due nature in una sola persona, così nella Chiesa ci sono due aspetti: uno invisibile e divino, l'altro visibile, strutturato ed umano.

La Chiesa è un po' come l'Eucarestia: nella particola di pane consacrato c'è qualcosa che si vede e si tocca, qualcosa che è strutturato secondo le leggi della chimica ed è quella che noi chiamiamo la specie del pane. Ma vi è pure una realtà sostanziale ed invisibile che sorpassa ogni nostra conoscenza ed è la presenza reale del Corpo e del Sangue del Signore. Così è della Chiesa: una realtà visibile e strutturata, segno e strumento di una realtà invisibile e divina che è il Corpo Mistico di Cristo.



LE TRE CARATTERISTICHE DELLA CHIESA VISIBILE

Ora se fermiamo il nostro sguardo all'aspetto visibile della Chiesa vi scorgiamo una struttura che segue le tre caratte­ristiche di Gesù: la profezia, la sacerdotalità, la regalità. Gesù infatti è profeta, è sacerdote, è re. Così la Chiesa: è profeta, è sacerdote, è re.

1 - Gesù è profeta ossia il Maestro che annuncia al mondo la Parola di Dio. Anzi Lui stesso, in persona, è la Parola di Dio.

Ebbene la Chiesa è strutturata innanzitutto per la Parola di Dio: 'Andate e predicate in tutto il mondo il mio Vangelo!". La Chiesa è prima di tutto "il luogo" dove risuona la Parola di Dio e dove si vive la fede. Il suo primo compito è l'evangelizzazione del mondo.

Non può esistere Chiesa senza evangelizzazione. Ora questa evangelizzazione comprende tre gradi.

a) Il primo grado è l'annuncio ossia la rivelazione dell'amore di Dio, del suo Piano di salvezza, di quello che Egli ha fatto e fa per noi.

In altre parole è la rivelazione di Gesù e della sua opera. Una Chiesa che cessasse di annunciare Gesù quale Salvatore e Signore, non solo resterebbe sterile, ma anche cesserebbe di essere la vera Chiesa di Dio.

Purtroppo oggi accade che molte delle nostre comunità ecclesiali si avviano alla sterilità ed all'annientamento proprio perché hanno cessato o stanno cessando di annunciare Gesù. Abbiamo cristiani che, pur essendo stati rigenerati dal Battesimo e santificati dagli altri sacramenti, praticamente non hanno mai accolto con vera fede Gesù quale loro Salvatore e Signore in maniera esplicita ed efficace, così da sperimentarne; la presenza viva nella loro vita quotidiana. Magari vanno a messa spesso, ma Gesù Lo tengono ancora fuori dalla loro porta perché nessuno ha mai insegnato loro ad aprirla.

C'è una fede implicita che, unita al gesto sacramentale della Chiesa, rigenera e ci fa membra del Corpo Mistico di Cristo: ciò avviene, per esempio, quando battezziamo un bambino. Ma non ci si può fermare lì. Occorre una fede esplicita perché Gesù diventi il Signore ed il Salvatore anche soggettivamente. Ritorno al solito esempio dell'assegno. Non basta regalare un grosso assegno ad un bambino per renderlo effettivamente ed efficacemente ricco. Occorre insegnargli anche il valore del dono ricevuto sicché ne usi secondo le proprie necessità.

Tutti i battezzati possiedono l'assegno salvifico che Dio ha loro donato in Cristo per mezzo dello Spirito: ma quanti ne sono a conoscenza? E quanti ne usano concretamente? Ciò accade perché manca l'annuncio, la rivelazione o comunque, se c'è, non è comprensibile o appetibile. Molti pastori d'anime e molti loro collaboratori lo presuppongono, ma a torto, perché non basta dire "dovrebbero conoscerlo", se poi, di fatto, nessuno lo conosce!

Secondo me questa mancanza della rivelazione di Gesù Salvatore e Signore è la causa fondamentale del venir meno della fede nella Chiesa e del crollo di tante comunità ecclesiali.

E' possibile costruire una casa senza fondamenta? L'annuncio o la predicazione di Gesù è il fondamento dell'edificio santo di Dio, insegna la Bibbia, e nessuna cosa al mondo lo può sostituire.

b) Dopo l'annuncio viene la catechesi, che è l'insegnamento sistematico delle verità che Dio ci ha rivelato. Se l'annuncio è paragonabile al fondamento, la catechesi lo è alla struttura della casa, ai pilastri che la sostengono. L'edificio della vita cristiana, costruito sull'adesione di fede a Gesù, non si sostiene se non mediante una solida ed appropriata cateche­si. Questa catechesi non può essere che l'applicazione della Parola di Dio e perciò deve essere totalmente ispirata, guidata e sostenuta dalla Parola di Dio. Inoltre essa deve abbracciare tutta la vita adattandosi alle varie età ed alle varie situazioni.

Come tutta la comunità è chiamata ad essere annunciatrice di Gesù, così tutta la comunità è chiamata ad essere catechista, sia pure in modi e gradi diversi.

c) Infine c'è 1'omilia. L'omilia, come dice la parola stessa che deriva dal greco omilèuo = spiego, è la spiegazione liturgica della divina Parola. Essa presuppone fedeli che già abbiano accolto Gesù quale loro Signore e Salvatore e già siano sufficientemente istruiti da una solida catechesi. In caso contrario (che, ahimè!, è il più comune) l'omilia o resta incomprensibile o rischia di cadere a fare la supplente dell'annuncio e della catechesi.

L'omilia è il vertice della predicazione e del ruolo profetico della Chiesa, perché avviene nella celebrazione liturgica: è essa stessa celebrazione della Divina Parola, la mensa verbí che precede e prepara la mensa panis: il banchetto della Parola che precede e prepara quello del Pane Eucaristico! L'omilia ha come effetto quella fede attuale e viva che rende il fedele capace di partecipare attentamente, piamente e vitalmente alla celebrazione liturgica. Essa, infatti, rivela la presenza del Signore nei segni sacramentali ed orienta il cuore alle realtà future. Purtroppo, come ho detto sopra, oggi è piuttosto raro ascoltare una vera omilia, perché i pa­stori d'anime preferiscono, per necessità di cose, usare del tempo destinato all'omilia per fare quell'annuncio e quella catechesi di cui il popolo di Dio è privo. Ma ciò non è né giu­sto, né efficace. Siamo fuori dal piano dello Spirito. Può essere necessaria questa supplenza, ma non è giustificata per sempre o per tutti.

La predicazione della Parola di Dio deve essere accompagna­ta dalla testimonianza. Anzi il suo vero cammino, come abbiamo detto più sopra, è questo: dall'esperienza di fede del credente nasce la proposta al fratello e la proposta si fa cre­dibile e accettabile mediante la testimonianza. La fede, infatti, genera fede se ed in quanto è trasmissione non di parole, ma di vita. Gesù ha voluto che la predicazione della Divina Parola, cioè l'evangelizzazione del mondo, fosse il primo cardine strutturale della sua Chiesa. Per questo ha dotato la sua Chiesa di adeguati carismi dello Spirito, primo tra tutti quello dell'infallibilità. L'infallibilità è un dono dello Spirito per garantire il cammino di fede della Chiesa. Esso è dato al Papa personalmente in quanto Pastore e Maestro universale, poi al corpo episcopale, che è in comunione con Lui, in quanto partecipe dell'unica missione pastorale ed infine alla totalità del Popolo di Dio in quanto ne segue le indicazioni e ne assimila gli insegnamenti.

Lo stesso Spirito infatti parla per bocca dei pastori ed illumina le menti ed i cuori dei fedeli.

2 - Gesù è sacerdote.

Esaminiamo ora il secondo elemento che struttura la Chiesa visibile: è il sacramento ossia la funzione sacerdotale. Gesù infatti è sacerdote cioè Mediatore tra Dio e l'uomo. Egli è il ponte attraverso il quale salgono a Dio le preghiere e le aspirazioni degli uomini, e scendono agli uomini i doni e la grazia di Dio. Questo ponte però è costituito da tante pietre: le pietre siamo noi cristiani, per cui tutta la comunità dei battezzati partecipa a questo ufficio sacerdotale di Gesù. Ogni battezzato è sacerdote in Cristo; non è invece, un prete. Infatti vi è un sacerdozio comune a tutti i fedeli ed un sacerdozio ministeriale, proprio di coloro che Dio chiama al servizio dei fratelli. Altro è il sacerdozio dei battezzati, altro quello dei preti. Tra l'uno e l'altro corre una grande differenza, che non è solo di grado, ma di essenza. Sono due cose diverse. L'importante è sapere questo: che tutta la Chiesa, tutta la comunità cristiana, partecipa al sacerdozio di Gesù, alla sua mediazione. In realtà non c'è che un solo sacerdote, un solo mediatore: Gesù Cristo. Noi siamo sacerdoti e mediatori in Lui, con Lui e per mezzo di Lui in quanto siamo il suo Corpo Mistico. Lo stesso sacramento che ci unisce come membra a Gesù è quello che ci rende partecipi del suo sacerdozio: il sacramento del battesimo. Ogni battezzato diventa parte del Corpo di Cristo e diventa sacerdote con Cristo.

E che cosa fa la Chiesa per esercitare il sacerdozio di Gesù in maniera visibile? Celebra i sacramenti!

Cosa sono i sacramenti? Sono dei gesti liturgici che celebrano, cioè contengono, annunciano e donano, una realtà divina. Sono dei segni che rendono visibile e portano nel cuore la grazia.

Faccio un solo esempio, quello che riguarda il sacramento per eccellenza, il vertice, ma anche la fonte di tutta la vita ecclesiale: l'Eucarestia.

Osservate la Messa: è una serie di riti, di gesti liturgici, quindi visibili, accompagnati da Parole divine che li spiegano. Non sono però dei gesti vuoti: in essi è contenuto e viene offerto il dono di Dio per eccellenza, che è Gesù Salvatore e Signore. Nella Messa il momento supremo ed eterno del sacerdozio di Cristo, il suo sacrificio in croce e la sua glorificazione pasquale, viene significato, annunciato e donato al mondo mediante l'opera sacerdotale e la mediazione del Popolo di Dio. La Messa infatti è la celebrazione liturgica dell'opera della redenzione: non è solo una rievocazione, ma una ri-presentazione vera, reale, efficace mediante il segno sacramentale del pane e del vino.

Si tratta di un segno che è fatto da tutta l'assemblea e non dal solo prete. Il prete vi ha un suo ruolo preciso, insostitui­bile e fondamentale, senza del quale non è possibile l'eucarestia. Questo ruolo gli è dato dal sacramento dell'Ordine che lo rende capace di agire " in persona" di Cristo Capo, Maestro e Sacerdote in maniera particolare e personale, per il servizio della comunità. Ma accanto al prete e, insieme con lui, in gradi e modi diversi, è tutto il Popolo di Dio che celebra l'Eucarestia. E' tutta la Chiesa che si fa presente nella piccola o grande assemblea eucaristica ed offre a Dio le preghiere, le pene, le angosce, le gioie, le speranze, l'amore, il pentimento di tutta l'umanità. E' tutta la Chiesa che predica la Parola mediante la proclamazione della Bibbia, mediante la meditazione comunitaria con il silenzio, 1'omilia, il canto o la recita dei salmi. E' tutta la Chiesa che loda, ringrazia, glorifica il Padre offrendogli, nello Spirito Santo, Gesù nostra Vittima di espiazione e nostro Salvatore. E' ancora tutta la Chiesa che dona questo Gesù al mondo nella mensa della divina Parola, come nella mensa del Pane e del Vino. Se c'è un segno per eccellenza nel quale si rende visibile in maniera evidente il Corpo Mistico del Signore, questo segno è la Messa. Non è l'unico, ma certamente il più importante ed efficace.

Accanto ad esso la Chiesa Cattolica ne conosce altri sei: il Battesimo, la Cresima, la Penitenza o Riconciliazione, l'Ordi­ne Sacro, il Matrimonio e l'Unzione degli Infermi. Inoltre ci sono degli altri segni liturgici chiamati "sacramentali" che, pur non essendo considerati sacramenti nel senso pieno della parola, come lo sono questi sette, tuttavia costitui­scono nel loro insieme un'unica grande azione liturgica del sacerdozio di Cristo e della sua Chiesa perché rendono sempre meglio visibile, palpabile, il mistero pasquale di Cristo e l'azione invisibile del Signore che, mediante lo Spirito, opera la salvezza del mondo.

Se non ci fosse la Chiesa con la sua liturgia, l'opera salvatrice del Signore resterebbe incomprensibile ed inafferrabile per noi.

3- Gesù è re.

Infine il terzo elemento che struttura la Chiesa è il ministero. Esso è, come dice la parola stessa, un dono per il servizio. La comunità ecclesiale non può essere garantita nella sua opera di evangelizzazione e nella sua azione sacerdotale senza la presenza dei sacri ministri. Per questo il Signore ha donato alla Chiesa il ministero gerarchico: affinché perpe­tuasse in mezzo ai fedeli il suo ruolo di Capo e di Pastore. Non è che il sacro ministro sia Gesù: Egli è, anzi, un niente, proprio come le specie del pane e del vino nell'Eucarestia che, in se stesse sono nulla: hanno soltanto funzione di segno.

Il Papa ed il Vescovo, sono un niente in se stessi. Ma, per mezzo del sacramento dell'Ordine e della successione apo­stolica, diventano segni vivi di Cristo Re, cioè di Cristo Capo e Signore della Chiesa. Partecipano perciò del potere di go­verno che ha Cristo: un potere che non è dominio, ma servizio. Un servizio autorevole però. Servono esercitando la sacra potestà del Signore che impersonano. I preti, a loro volta, partecipano a questo servizio episcopale, lo estendono, per così dire fino a tutte le più piccole cellule del Corpo Mistico di Gesù.

Questa funzione ministeriale appartiene anche ai laici, non però attraverso il sacramento dell'Ordine che costituisce la Gerarchia come abbiamo detto, ma attraverso il battesimo per ministeri diversi, come ad esempio il ministero coniugale. I ministeri dei laici sono numerosi e tutti utili, anzi necessari alla vita della comunità. Nella stessa liturgia i laici possono esercitare alcuni ministeri sacri: leggere le sacre letture, servire all'altare e via dicendo. Quando i laici compiono i ministeri loro propri in essi agisce lo stesso Gesù. Per mezzo di essi infatti Gesù esercita la sua regalità nella Chiesa e nel mondo.

Ecco, dunque, come si fa visibile la Chiesa invisibile: attraverso le tre linee di strutturazione: la predicazione della Parola, l'azione liturgico-sacramentale, il servizio ministeria­le e gerarchico.

E' questa, la Chiesa che noi crediamo: Credo Ecclesiam! E' questa la Chiesa di cui siamo membra vive!

In essa e per essa noi continuiamo sulla terra l'opera della salvezza del mondo.

Ne siamo consapevoli veramente?



LA MADONNA E IL SUO MINISTERO MATERNO

La Madonna, che nella sua persona, riassume tutta la Chiesa di Dio, ci aiuti con la sua preghiera e con il suo materno esempio. Essa è immagine della Chiesa anche in questo: infatti Essa ha un suo specifico, personale, mini­stero nella Chiesa, ministero che ha esercitato ed esercita tuttora a nostro favore per volontà di Dio. Lei è chiamata a dare al mondo Gesù. Lo ha dato quando lo ha generato alla vita umana, ma lo dona anche oggi mediante la sua materna intercessione e mediazione di grazia. Questa mediazione non sostituisce quella di Gesù, unico nostro Mediatore con Dio, e neppure la oscura. Anzi contribuisce a renderla più visibile e la estende in ogni anima che rigenera nello Spirito Santo diventandone la Mamma nell'ordine della grazia in obbedienza alla parola di Gesù: "Ecco tuo figlio". Il vangelo ci presenta diversi momenti in cui Maria esercita questo specifico ministero. Non solo quando genera Cristo a Betlemme, ma anche quando lo dona ai pastori e ai Magi, quando Lo offre a Dio nel Tempio, quando intercede per gli sposi a Cana, quando accoglie Giovanni (e noi in lui) come figlio ai piedi della croce e quando, con gli apostoli e i discepoli prega per ottenere il dono dello Spirito Santo.

Quest'azione ministeriale di Maria non è cessata con la sua Assunzione in cielo. Anzi è diventata più importante e più preziosa per la Chiesa e per il mondo come afferma Il Concilio Vaticano II: "Questa maternità di Maria nell'economia della grazia perdura senza soste dal momento del consenso fedelmente prestato nell'Annunciazione e mantenuto senza esitazioni sotto la croce, fino al perpetuo coronamento di tutti gli eletti. Difatti anche dopo la sua assunzione in cielo non ha interrotto questa funzione salvifica, ma con la sua molteplice intercessione continua ad ottenerci i doni che ci assicurano la nostra salvezza eterna. Con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti e posti in mezzo a pericoli e affanni, fino a che non siano condotti nella patria beata... E questa funzione subordinata di Maria la Chiesa non dubita di riconoscerla apertamente; essa non cessa di farne esperienza e la raccomanda all'amore dei fedeli, perché, sostenuti da questo materno aiuto, siano più intimamente congiunti col Mediatore e Salvatore" (L.G. 62).

Un "segno" di questa materna, attuale, carità ci è dato nelle cosidette apparizioni. Quando sono autentiche (e spetta alla Gerarchia esprimere un giudizio positivo o negativo su di esse, giudizio alla formazione del quale però contribuiscono anche i fedeli con le loro intuizioni di fede e, soprattutto, con l'esercizio di una devozione seria ed evangelicamente impe­gnata) le apparizioni costituiscono un fatto soprannaturale molto significativo per richiamare l'invito di Maria al messaggio evangelico predicato da Gesù, specialmente alla conversione e alla santificazione della vita, invito che estende quello dato ai servi a Cana di Galilea: "Qualsiasi cosa vi dirà fatela!" (Gv 2,5).



CONTEMPLAZIONE

S. Paolo ci aiuta a contemplare il mistero della Chiesa Corpo Mistico di Cristo.

Prima Letera ai Corinzi cap. 12

Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo.

E in realtà noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Gíudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito.

Ora il corpo non risulta di un membro solo, ma di molte membra.

Se il piede dicesse: «Poiché io non sono mano, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo.

E se l'orecchio dicesse: «Poiché io non sono occhio, non appartengo al corpo», non per questo non farebbe più parte del corpo.

Se il corpo fosse tutto occhio, dove sarebbe l'udito? Se fosse tutto udito, dove l'odorato?

Ora, invece, Dio ha disposto le membra in modo distinto nel corpo, come egli ha voluto.

Se poi tutto fosse un membro solo, dove sarebbe il corpo? Invece molte sono le membra, ma uno solo è il corpo.

Non può l'occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»; né la testa ai piedi: «Non ho bisogno di voi».

Anzi quelle membra del corpo che sembrano più deboli sono più necessarie;

e quelle parti del corpo che riteniamo meno onorevoli le circondiamo di maggior rispetto, e quelle indecorose sono trattate con maggior decenza,

mentre quelle decenti non ne hanno bisogno. Ma Dio ha composto il corpo, conferendo maggior onore a ciò che ne mancava,

perché non vi fosse disunione nel corpo, ma anzi le varie membra avessero cura le une delle altre.

Quindi se un membro soffre, tutte le membra soffrono insieme; e se un membro è onorato, tutte le membra gioiscono con lui. Ora voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte.

Alcuni perciò Dio li ha posti nella Chiesa in primo luogo come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo luogo come maestri; poi vengono i miracoli, poi i doni di far guarigioni, i doni di assistenza, di governare, delle lingue.



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