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RISURREZIONE

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 16:27
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05/09/2009 16:26

La testimonianza di san Paolo .

a) Già prima che fosse illuminato dall'alto sulla identità di Gesù (cfr. Atti 9,1-6), Saulo, educato alla scuola dei farisei (cfr. Filippesi 3,5-6), professava con energia la fede nella risurrezione dei morti.

Nel libro degli Atti leggiamo:

“Paolo sapeva che nel sinedrio una parte era di sadducei e una parte di farisei; disse a gran voce: "Fratelli, io sono un fariseo, figlio di farisei, io sono chiamato in giudizio a motivo della speranza nella risurrezione dei morti". Appena egli ebbe detto ciò, scoppiò una disputa tra i fa- risei e i sadducei e l'assemblea si divise.I sadducei infatti affermano che non c'è risurrezione né angeli né spiriti; i farisei invece professano tutte queste cose” (Atti 23,6-8).

Divenuto cristiano Paolo afferma con maggior vigore la sua fede nella risurrezione dei morti. Da- vanti a Felice, governatore romano, dice:

“Ammetto invece che adoro il Dio dei miei padri, secondo quella dottrina che essi chiamano setta, credendo in tutto ciò che è conforme alla Legge e sta scritto nei profeti, nutrendo in Dio la speranza, condivisa pure da costoro, che ci sarà una risurrezione dei giusti e degli ingiusti” (Atti 24,14-15).

b) Confermato in questa speranza alla scuola del Maestro risorto, Paolo ne fa partecipi quanti accettano il messaggio cristiano di salvezza.

Ai cristiani di Roma scrive:

“Colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo dello Spirito che abita in voi” (Romani 8, 11).

Ai fedeli di Tessalonica afflitti e dubbiosi circa la sorte dei loro defunti Paolo annuncia il glorioso messaggio della risurrezione di tutti i morti:

“Non vogliamo lasciarvi nell'ignoranza, fratelli, circa quelli che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza. Noi crediamo, infatti, che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme a Lui. Questo vi diciamo sulla parola del Signore. noi che viviamo e saremo ancora in vita per la venuta (parousia) del Signore, non avremo alcun vantaggio su quelli che sono morti. Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo, e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo; quindi noi, i vivi, i superstiti, saremo rapiti insieme con loro sulle nubi, per andare incontro al Signore nell'aria, e così saremo sempre col Signore” (1 Tessalonicesi 4,13-17).

Spiegazione:

a) Paolo vuol confermare i cristiani di Tessalonica nella fede della risurrezione dei morti. Vi erano infatti a Tessalonica quelli che non credevano, cioè i pagani. Al contrario, i cristiani hanno in Cristo il garante della risurrezione. Egli l'ha detto, Paolo l'insegna sulla sua parola. Non solo. Cristo l'ha anche fatto con la sua risurrezione da morte.

b) Dopo aver ricordato le ragioni di questa fede l'apostolo si sofferma a descrivere la risurrezione dei giusti, dei “morti in Cristo”. Ciò non vuol dire che solo i giusti risorgeranno. I cristiani di Tessalonica volevano essere istruiti circa la sorte dei loro cari, che erano morti in Cristo. E di questo Paolo parla. Altrove Paolo afferma esplicitamente che vi sarà una risurrezione dei giusti e degli ingiusti (cfr. Atti 24, 15).

c) Paolo parla anche della sorte dei vivi, di quelli che ancora saranno in vita alla venuta del Signore. Tra questi colloca se stesso, esprimendo una speranza, ma non una certezza. Infatti poco dopo ricorda che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte (cfr.1Tessalonicesi 5, 1-2), di cui nessuno può prevedere il tempo e l'ora.  L'essenziale è vigilare, essere pronti, restare svegli ed essere sobri (cfr. 1 Tessalonicesi 5, 6).

d) Per quanto riguarda l'apparato scenico (“voce dell'Arcangelo , “tromba - “cielo”, “nubi”) è opinione dei biblisti che non va preso alla lettera. Sono descrizioni simboliche caratteristiche delle apparizioni di Dio nel creato. L'essenziale è che la risurrezione dei morti verrà quando Dio avrà pronunciato la sua parola d'ordine e la nuova creazione (aria, nubi, cielo) sarà il nuovo mondo dei risuscitati (cfr. 2 Pietro 3,11-13). “Il cielo non è che la comunità dei credenti con Cristo; essere con Lui è tutta la felicità degli eletti, come essere lontani è tutta l'amarezza e la disperazione dei reprobi”.

Apocalisse 20,12-13

L'ultimo libro della Bibbia, che è l'Apocalisse, si chiude in modo molto appropriato con un grandioso atto di fede nella risurrezione. Giovanni presenta anzitutto il Giudice Supremo seduto su un trono bianco, simbolo dell'eternità. Questo Giudice è il Figlio di Dio, il Cristo. Egli è “Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini e darà a ciascuno secondo le proprie opere” (Apocalisse 2, 23). Da notare che nella Bibbia questo supremo potere di giudicare appartiene a Jahve (cfr. Geremia 17, 10; 11, 20). Il Figlio dunque ha lo stesso potere del Padre.

Mentre la terra e il cielo stanno per scomparire e la creazione presente cede il posto a una nuova creazione (cfr. Apocalisse 21, 1; 2 Pietro 3, 11-13), avviene la risurrezione dei morti:

“Vidi poi i morti, grandi e piccoli, ritti davanti al trono (...). I morti vennero giudicati in base  a ciò che era scritto in quei libri, ciascuno secondo le sue opere. Il mare restituì i morti, che esso custodiva e la morte e gli Inferi (Ades) resero i morti da loro custoditi” (Apocalisse 20,12-13).

Osserva un biblista:

“Tutti i morti sono restituiti dall'abisso del mare e dall'abisso della terra, luoghi dove secondo gli antichi erano raccolti i defunti”.

2) Che cos'è la risurrezione?

Cristo, primizia dei risorti

Per sapere che cosa sia la risurrezione dei morti o della carne è necessario conoscere le indicazioni che ce ne dà la Bibbia, soprattutto le Lettere di san Paolo. Scrivendo ai cristiani di Corinto, oltre ad assicurarli sul fatto della risurrezione, l'apostolo cerca di spiegare “come risuscitano I morti”, ossia la natura della risurrezione. Per lui il Signore Gesù risuscitato dai morti, non è solo la garanzia della nostra risurrezione, ma anche il modello. Scrive l'apostolo:

1 - “Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti (... ). Come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo. Ciascuno però nel suo ordine: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo; poi sarà la fine” (1 Corinzi 15, 20-24).

Osservazioni:

a) Cristo è detto “primizia” in quanto, come uomo, fu il primo dei risuscitati da morte con un corpo glorioso. i futuri risuscitati saranno la messe. Ora primizia e messe sono della stessa natura. Cristo dunque, in quanto uomo risorto, è modello della futura risurrezione di coloro che muoiono in Lui.

b) Per aver qualche idea di come sarà il corpo risorto dei giusti bisogna ricordare ciò che i vangeli dicono del corpo glorioso di Cristo. Non era uno spirito, ma qualcuno in carne e ossa. Apparendo ai discepoli il Risorto li assicura dicendo: “Uno spirito non ha carne né ossa come vedete che lo ho” (Luca 24, 39).

c) Tuttavia il corpo glorioso del Risorto era assai diverso da quello di prima, cioè dal corpo carnale. In tutte le sue apparizioni il Risorto si muove libero dai condizionamenti o leggi di natura, a cui è soggetto il corpo umano nel suo presente stato di vita. Entra ed esce a porte chiuse (cfr. Giovanni 20,19), nasconde e rivela a sua piacere le proprie sembianze (cfr. Giovanni 20, 14-17; 21, 4-6; Luca 24, 30-31), si dilegua dalla vista dei discepoli (cfr. Luca 24, 31.51; Atti 1, 9-10).

2 - San Paolo insiste su questa somiglianza tra il corpo del Cristo risorto e quello dei giusti risuscitati. Scrivendo ai Filippesi cosi si esprime:

“La nostra patria invece è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che ha di sottomettere  a sé tutte le cose” (Filippesi 3,20-21).

Nella Lettera ai Colossesi chiama Cristo “il primogenito di coloro che risuscitano dai morti” (Colossesi 1, 18) non soltanto in quanto modello del nostro corpo glorioso, ma anche perché con la sua Risurrezione diventa Capo o Sorgente di quanti aderiscono a Lui. Gli uomini possono trovare nella Risurrezione di Cristo la sorgente efficace per la loro risurrezione spirituale (prima risurrezione), ma anche per quella corporale alla fine dei tempi.

Il corpo spirituale

Dopo questo richiamo a Cristo Risorto, causa e modello della nostra risurrezione, l'apostolo si sofferma a spiegare il modo di essere del corpo risuscitato.

“Ma qualcuno dirà: Come risuscitano i morti? Con quale corpo verranno?” (1 Corinzi 15,35).

Paolo, padre e maestro dei suoi fedeli (cfr. 1 Corinzi 4, 14-15), cerca di spiegare la non facile questione mediante immagini, similitudini, analogie, tratte tutte da realtà concrete, visibili, tangibili.

1 -  Prima immagine o analogia è quella del seme rispetto alla pianta. Il corpo umano non sarà come il corpo> di prima, bensì trasformato, perfezionato. Tuttavia non estraneo o avulso dalla materia, dalla corporeità, come l'albero rispetto al seme. L'albero è lo stesso seme, ma sviluppato e giunto, per così dire, alla perfezione (cfr. 1 Corinzi 15, 36-38).

Seconda analogia. “Non ogni carne è la medesima carne; altra è la carne di uomini e altra quella di animali; altra quella di uccelli e altra quella di pesci” (1 Corinzi 15, 39). Così il corpo glorioso. Sarà diverso dal corpo mortale e carnale, ma sarà ancora corpo nella sua diversità e superiorità. Proprietà diverse, migliori, superiori, ma sempre nell'ambito del sensibile, del visibile, del corporeo.

Terza analogia. “Vi sono corpi celesti e corpi terrestri, ma altro è lo splendore dei corpi celesti, altro quello dei corpi terrestri. Altro è lo splendore del sole, altro lo splendore della luna e altro lo splendore delle stelle: ogni stella infatti differisce da un'altra nello splendore” (1 Corinzi 15, 40-41). Alla base del pensiero di san Paolo vi è la persuasione che la potenza divina è veramente grande. Se ha saputo realizzare cose tanto spettacolari e diverse, sa e può anche operare la trasformazione di un corpo corruttibile in un corpo incorruttibile e glorioso, senza che il corpo perda la sua individualità e corporeità.

“Così è anche la risurrezione dei morti.- si semina corruttibile e risorge incorruttibile; si semina ignobile e risorge glorioso, si semina debole e risorge pieno di forza, si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale” (1 Corinzi 15, 42-44).

La Bibbia descrive in splendido linguaggio figurato come i morti usciranno dalla terra. Non significa però che le molecole, che costituivano il nostro corpo al momento della morte, verranno rimesse insieme. Non si tratta di una ricostruzione di questo corpo terrestre. (Del resto che cosa sono le “nostre” molecole? Mutano continuamente. Degli elementi che formavano il corpo di un bambino, non ritroviamo quasi più nulla nell'adulto). Si tratta, invece, del compimento del nostro corpo spirituale. Paolo ne parla diffusamente e con calore nella Prima Lettera ai Corinzi (15, 31-50). Egli dimostra che non dobbiamo immaginare la risurrezione come un ritorno alla carne e al sangue corruttibili. Il nostro corpo attuale è semplicemente un abbozzo di quello vero e proprio: “Si semina nella corruzione, si risorge nella incorruttibilità; si semina nello squallore, si risorge nello splendore; si semina nell'infermità, si risorge nella potenza; si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale” (1 Corinzi 15, 42-44). Non si tratta di questo nostro corpo biologico, ma del corpo che vivrà nella nuova creazione. Come Gesù che, dopo la risurrezione, era lo stesso e tuttavia diverso, tanto che i suoi Apostoli, pur sapendo che era il Signore, al primo momento non lo riconobbero.

2 - Alla luce di questa spiegazione appare chiaro il significato delle parole paoline: “si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale (1Corinzi 15, 44).

Il corpo “animale” è il corpo umano nella sua attuale condizione terrena, macchiato per di più dal peccato (cfr. Romani 5, 12). Ha una vita,  che è principio nutritivo, sensitivo e razionale. Così Dio creò il primo uomo (cfr. Genesi 2, 7; 1 Corinzi 15, 45).

Ma ciò non vuol dire che “l'uomo non è superiore agli animali quando si tratta dello spirito che ne anima il corpo” ". Infatti, solo dell'uomo è detto che Dio lo creò a sua immagine (cfr. Genesi 1, 27). E Adamo, avendo passate> in rassegna tutti gli esseri viventi sulla terra, “non trovò un aiuto che gli fosse simile” (Genesi 2,20).

Il corpo risorto è spirituale in quanto non più sottomesso ai limiti dello spazio e del tempo, e non più esposte> alla corruzione della morte, alle malattie e ai bisogni della vita terrena (cfr. Apocalisse 21, 4). E' spirituale perché diventa trasparenza dello spirito, perde tutti i limiti dovuti alla materia e acquista i valori e i vantaggi propri dello spirito. L'anima, che è la componente spirituale dell'uomo, una volta glorificata, comunica al corpo, che è la componente materiale, tutte le qualità che fanno parte della gloria dello spirito. E il corpo non è più un ostacolo e un peso per l'anima, ma, lasciandosi permeare totalmente, diventa esso stesso spirituale.

3 - Insistendo su questa futura trasformazione, Paolo afferma: “Queste> vi dico, o fratelli: la carne e il sangue non possono ereditare il Regno di Dio, né ciò che è corruttibile può ereditare l'incorruttibilità” (1 Corinzi 15, 50).

Abusando di queste parole di san Paolo i tdG vogliono insinuare che i loro santi o unti, i 144.000, sono in cielo con Cristo senza corpo.

Contro questa falsa spiegazione ricordiamo anzitutto che le> stesse> Apostolo più d'una volta afferma chiaramente che sia Cristo Risorto sia quelli che come Lui risorgeranno, possederanno un corpo (cfr. Filippesí 3, 20-21).

L'espressione biblica “carne e sangue” indica lo stato o condizione umana durante la vita terrena, soggetta appunto alla corruttibilità sia morale che fisica. li corpo glorioso, pur rimanendo corpo o materia, perde tutti questi limiti, e sarà trasfigurato in corpo spirituale.

In ogni modo, come già abbiamo spiegato (cfr. supra p. 34), Cristo Risorto rimane il modello dei risorti. Il nostro misero corpo sarà conformato al suo corpo glorioso (cfr. Filippesi 3, 21).

E' doveroso infine precisare che la “risurrezione della carne” si riferisce non solo al corpo fisico, ma si estende a tutta la dimensione storica della nostra vita terrena, che abbiamo vissuto col corpo. Nella risurrezione tutta la nostra vita sarà ricuperata e trasfigurata, in modo che si veda in tutto il trionfo del bene sul male, della grazia sul peccato, della vita sulla morte, e l'amore di Dio sia conosciuto e glorificato.

Significato della risurrezione

La risurrezione dei morti riguarda dunque tutto l'uomo, ma in modo particolare la trasformazione del corpo: “si semina un corpo animale, risorge un corpo spirituale” (1 Corinzi 15, 44). Ma come sarà animato questo corpo?

Qui si pone il problema dell'immortalità dell'anima o sopravvivenza dell'uomo alla vita terrena. La Bibbia insegna, al di là d'ogni possibile dubbio, che dopo la morte l'uomo non torna in uno stato di inesistenza, ma continua a vivere in attesa della risurrezione del corpo. Alla luce di questa verità vogliamo ora precisare, sempre su base biblica quale sia il significato della risurrezione della carne.

1 - Ricordiamo anzitutto che “risurrezione” vuol dire “sorgere - o “alzarsi”, e anche “svegliarsi” o “essere svegliato”. Nella Bibbia spesso la morte è paragonata al sonno (cfr. 1 Tessalonicesi 4, 13; 5, 10). Colui che dorme, continua ad esistere e a vivere. Non è ritornato nel nulla. Parimenti chi sorge o si alza o si sveglia o è svegliato dal sonno possiede una vita, una esistenza individuale, reale, oggettiva, che non ha mai perduto. La persona sveglia è sostanzialmente uguale alla persona che dormiva. Se la Bibbia paragona spesso la morte al sonno, è per coprire la tragicità della morte (usando un eufemismo), e far capire che la creatura umana mediante la morte entra in uno stato di “riposo”, non certo nella non esistenza.

2 - Questo concetto biblico, cioè che i morti continuano ad avere una vita loro propria, reale, oggettiva, appare molto bene nella risposta di Gesù sul problema appunto della risurrezione dei morti:

“Quanto poi alla risurrezione dei morti non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: "lo sono il Dio di Abramo e il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe?  Ora, non è Dio dei morti, ma dei vivi” (Matteo 22,31-32; cfr.' Luca 20, 27-38; Marco 121 18-27).

Commenta La Bibbia di Gerusalemme:

“Quando Dio accorda la sua protezione a un individuo o a un popolo al punto da divenire 'suo Dio', ciò non può essere in maniera imperfetta ed effimera, che lo lasci ritornare nel nulla. Questa esigenza dell'eternità da parte dell'amore divino non fu chiaramente percepita agli inizi della rivelazione, donde la credenza in uno 'sheol' senza risurrezione (cfr. Isaia 38,10-20; Salmo 6,6; 88,11-13), alla quale il tradizionalismo conservatore dei sadducei (cfr. Atti 23,8) pretendeva di restar fedele. Ma il progresso della rivelazione a poco a poco ha compreso e soddisfatto questa esigenza (cfr. Salmo 16, 10-11; 49,16; 73,24), annunziando il ritorno alla vita (cfr. Sapienza 3,1-9) di tutto l'uomo salvato perfino nel suo corpo (cfr. Daniele 12,2; 2 Maccabei 7,9ss; 12,43-46). E' questa rivelazione ultima che Gesù sanziona, mostrando che, nel pensiero di Dio, essa era già soggiacente alla vecchia formula di Esodo 3,6”.

E La Sacra Bibbia di Salvatore Garofalo:

“Gesù cita le parole dette da Dio a Mosè dal roveto (Esodo 3,6) per provare l'immortalità dell'anima. Perché Dio sia Dio di qualche cosa o di qualcuno, la cosa o la persona devono esistere; d'altra parte, se Dio, dopo la morte dei patriarchi, continua a dirsi loro Signore (lo sono e non io ero) è segno che non li ha abbandonati alle tenebre d'oltretomba (lo sheol), ma si riserva di glorificarli nel futuro con la risurrezione dei corpi. L'immortalità dell'anima esige la risurrezione dei corpo perché l'uomo sia completo secondo la sua natura”.

3 - Secondo dunque il chiaro insegnamento biblico, dopo la morte della creatura umana rimane molto più che un modello di vita conservato nella memoria di Dio (cioè di Geova). Modelli di vita esistono eternamente nella  mente di Dio e non sa- ranno mai cancellati. In questa ipotesi irreale e antibiblica la risurrezione dei morti sarebbe una seconda creazione secondo vecchi modelli. Ma la Bibbia non dice così. La risurrezione è il risveglio dei morti, la glorificazione di tutto l'uomo, che anche dopo la morte continua ad esistere più che nella memoria di Dio. La risurrezione è il ritorno a una vita piena, gloriosa, gioiosa, anima e corpo, così come Dio l'aveva programmata e attuata in Adamo prima del peccato.

Questo comporta il testo di Apocalisse 20,13 dov'è detto che “gli Inferi resero i morti da loro custoditi”. Si tratta d'una restituzione, non di una nuova creazione. Perché una cosa o persona sia custodita e restituita è necessario che la cosa o persona continui ad esistere realmente, oggettivamente, non soltanto nel ricordo di qualcuno.

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