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RISURREZIONE

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 16:27
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05/09/2009 16:27

ERRORI E VERITA'

La prima risurrezione

L'errore:

Per i tdG la “prima risurrezione” è un privilegio dei 144.000 unti o santi. E' la “prima” in ordine di tempo perché ebbe inizio durante la presenza di Cristo a cominciare dal 1914 (1 Corinzi 15, 20-23). Ed è la “prima” anche in ordine di importanza, dato che quelli che vi partecipano diventano  coregnanti di Gesù nel suo Regno. Infine è “prima” per qualità perché quelli risuscitati nella prima risurrezione sono le uniche creature di cui la Bibbia dice che ricevono l'immortalità. (1 Corinzi 15:53; 1 Timoteo 6:6). La maggior parte dei privilegiati è ormai in cielo. Ma vi sono ancora in vita, su questa terra, i rimanenti dei 144.000. Nell'anno 1989 Era Cristiana erano 8.734 28. Questi vengono risuscitati appena muoiono, senza dover dormire nella morte (1 Corinzi 15, 51-52-1 1 Tessalonicesi 4, 15-17).

La verità:

a) L'autore ispirato dell'Apocalisse, che si ritiene essere Giovanni l'evangelista, fin dal primo secolo Era Cristiana parla della “prima risurrezione” come di una “vita” già conseguita da un numero sterminato di anime (cfr. suora p. 5). Dice Giovanni: “Questa è la prima risurrezione” (Apocalisse 20, 5). Poi parlerà della risurrezione dei morti (Apocalisse 20, 13) e della dimora di Dio con gli uomini (Apocalisse 21, 3).

Lo stesso Giovanni, nel suo vangelo, aveva parlato di un passaggio dalla morte alla vita come un fatto già possibile, già reale: “In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno” (Giovanni 5, 25). Poi parlerà della risurrezione dei morti (Giovanni 5, 28-29).

Da queste chiare testimonianze bibliche si deduce che la “prima resurrezione” non è quella che segue la morte fisica, ma l'acquisto di una nuova vita spirituale, conseguita da chiunque aderisce alla Parola del Figlio di Dio. Conseguenza di questa prima risurrezione è la gloria celeste subito dopo la morte (cfr. Apocalisse 20, 4) e la futura risurrezione dei corpi alla seconda venuta visibile del Signore alla fine dei tempi (Giovanni 5, 28-29; Matteo 25, 31.46; Atti 24, 15; 1 Corinzi 15, 51-54; Filippesi 3, 11.20-21; 1 Tessalonicesi 4, 14-17).

b) In perfetta armonia con Giovanni l'apostolo Paolo afferma ripetutamente che i battezzati - tutti i battezzati - sono risuscitati qui sulla terra prima di addormentarsi nella morte.

Rivolgendosi a dei pagani divenuti cristiani l'apostolo scrive:

“Anche voi eravate morti per le vostre colpe (…).  Nel numero dei ribelli, del resto, siamo vissuti anche tutti noi (…).  Ma Dio, ricco di misericordia da morti che eravamo  per i peccati, ci ha fatto rivivere in Cristo (…). Con Lui  ci ha anche risuscitati e ci ha fatto sedere nei cieli, in Cristo Gesù” (Efesini 2,1-6).

Qui  Paolo insegna chiaramente che sia pagani sia Ebrei, divenuti cristiani mediante la fede e il battesimo, hanno conseguita la prima risurrezione già fin da questa vita. In virtù di questa risurrezione ci vien comunicata quella medesima vita gloriosa che Cristo ha definitivamente acquistato. Si tratta d'una risurrezione spirituale, ma che dà anche al corpo la garanzia di partecipare alla vita gloriosa.

Qui viene stabilito un parallelismo più stretto tra la morte spirituale del cristiano e la sua risurrezione pure spirituale mediante il battesimo, e la morte e risurrezione di Cristo. Si tratta sempre della “prima risurrezione”, conseguita già in questa vita, mediante l'ascolto e l'adesione alla Parola del Figlio di Dio. Questa “prima risurrezione” è conseguita da tutti i credenti in Cristo, da tutti i battezzati, fin dalle origini del Cristianesimo.

c) A conferma vale quanto dice la Bibbia ogni volta che parla della risurrezione dei morti o della carne. La Bibbia afferma chiaramente che vi sarà una sola risurrezione dei morti, nel senso del passaggio a una vita migliore col corpo risuscitato. Questo è detto chiaramente in Daniele 12, 2; Matteo 25, 31; Giovanni 5, 28-29; 1 Tessalonicesi 4, 15-17; 5, 1-11; Apocalisse 20, 13). Solo Cristo è detto “primizia di coloro che sono morti” (1 Corinzi 15, 20) nel senso che fu risuscitato dai morti e vive ora nei cieli alla destra del Padre con un corpo glorioso. Finora nessuno ha conseguito la risurrezione del corpo, benché i morti in Cristo sono già nella gioia del paradiso (cfr. Luca 16, 22; 23, 43; Filippesi 1, 21; Apocalisse 6, 9; 20, 4).

d) Diverso è il significato di Apocalisse 14, 4, dove i 144.000 sono detti “primizie per Dio e per l'Agnello”. Qui non si parla affatto di risurrezione, non c'è nessun riferimento a una vita gloriosa, che segue la fine della vita su questa terra. Si parla solo di “redenti della terra”, o “riscattati dalla terra” (Garofalo) o “di mezzo agli uomini” (Interconfessionale). 144.000 sono ancora su questa terra, in questa vita, benché ormai sul monte Sion, ossia nella comunità dei redenti. Stando sulla terra ed essendo ormai nel numero dei salvati possono comprendere il cantico che viene dal cielo (Apocalisse 14, 3).

Sono detti “primizie” perché la schiera innumerevole di credenti in Cristo, che essi rappresentano, sarà seguita da tantissimi altri lungo il corso dei secoli: essi sono i primi frutti concreti dell'opera redentiva di Cristo. Paolo chiama “primizie” i cristiani di Tessalonica (2 Tessalonicesi 2, 13). Anche per i 144.000 la risurrezione dei corpi verrà nel giorno del Signore (cfr. 1 Tessalonicesi 5, 2).

e) Per i risorti - dopo il giorno del Signore - non vi sarà differenza di qualità. Tutti avranno il misero corpo trasfigurato e conformato al corpo glorioso del Signore Gesù Cristo (cfr. Filippesi 3, 20-21), tutti saremo simili a Dio perché lo vedremo così come egli è (cfr. 1 Giovanni 3, 2), tutti abbiamo la stessa speranza (cfr. Efesini 4, 4). Vi sarà differenza di quantità o di grado (cfr. Giovanni 14, 2), ma tutti saremo nella casa del Padre.

 

Conclusione:

La “prima risurrezione”, secondo la Bibbia, non consiste nel trasferimento in cielo di un minuscolo numero di privilegiati, ma nel passaggio dalla morte spirituale alla vita pure spirituale, già su questa terra, in virtù della Redenzione operata da Cristo circa due mila anni fa. Fin d'allora migliaia, milioni, miliardi hanno conseguito la “prima risurrezione”.

Il cervello della setta geovista, manipolando alcuni testi biblici, vuol mandare in cielo un numero limitato di persone per creare il mito “del servo fedele e discreto”, ossia della classe dirigente, che detiene il governo assoluto in nome di Geova su quanti aderiscono alla setta. A questa classe dirigente o Corpo Direttivo bisogna consegnare il proprio cervello e la propria volontà per conseguire su questa terra un posticino al sole nel regno terreno di Cristo, che è sempre annunciato prossimo venturo... Ma che tarda a venire!

Chi sarà risuscitato?

1 - L'errore:

I tdG sono del parere che non tutti saranno risuscitati. Hanno scritto: “La Bibbia mostra che Giuda Iscariota, il quale tradì Gesù, non verrà risuscitato. Per la sua volontaria malvagità, Giuda è chiamato "figlio di distruzione” (Giovanni 17:12). Egli andò nella simbolica Geenna, da cui non c'è risurrezione”. Il motivo piuttosto recondito di questo errore geovista è l'altro loro errore secondo cui questo nostro pianeta, la terra, sarà la dimora eterna dei risuscitati. Poiché la terra non può contenere i miliardi di creature umane finora vissute e quelli che ancora vivranno, i geovisti devono necessaria- mente limitare il numero dei risuscitati contro ogni evidenza biblica.

La verità:

a) Sempre che parla della risurrezione dei morti la Bibbia afferma inequivocabilmente che tutti saranno risuscitati, i giusti per la gioia eterna, gli ingiusti per la pena eterna (cfr. Daniele 12, 2; Giovanni 5, 27-28; Matteo 25, 32-33; Atti 24, 14; Apocalisse 20, 12-13).

b) In Giovanni 17,12 Gesù chiama Giuda “figlio della perdizione”, non della “distruzione”. La parola greca “apòleia” significa “perdizione”, “rovina” e simili, non “distruzione”. Andare in rovina o perdizione vuol dire perdere i beni che si hanno, magari tutti i beni, ma non l'esistenza. Gesù usa lo stesso vocabolo quando parla delle pecore “perdute” (apolòlota) della casa di Israele (cfr. Matteo 10, 6; 15, 24). Le pecore “perdute” sono quelle fuori dell'ovile e del pascolo, ma non distrutte, annientate.

c) Nel Vangelo è detto ripetutamente che anche i peccatori risorgeranno (cfr. Matteo 11, 22-24; Luca 10, 12-16). Anche Giuda il traditore risorgerà nell'ultimo giorno, qualunque possa essere a suo riguardo il giudizio di Dio. I tdG si ergono spesso a giudici dei vivi e dei morti, dimenticando che solo Uno - Gesù Cristo - è colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini e darà a ciascuno secondo le sue opere (cfr. Apocalisse 2, 23; Geremia 17, 10).

d) In nessuna parte della Bibbia è detto che Giuda è andato nella simbolica Geenna. Il testo di Matteo che essi citano (22, 33) riporta le parole di Gesù ai farisei: “Razza di vipere, non potete scampare dalla condanna della Geenna”. Qui non è detto che la condanna della Geenna equivale a distruzione. Questo lo dicono i tdG, ammannendo ai loro seguaci un cibo velenoso e mortifero, che non è certamente la Parola di Dio.

2 - L'errore: “C'è ovviamente un numero sconosciuto di persone che non saranno risuscitate. Fra queste ci sa- ranno gli scribi e i farisei impenitenti, che rigettarono Gesù e gli Apostoli, il religioso "uomo dell'illegalità" e i cristiani unti, che si sono allontanati” (2 Tessalonicesi 2:3; Ebrei 6,4-6; Matteo 23:29-33).

La verità:

a) Tutte le affermazioni geoviste qui riportate sono radicalmente contrarie all'insegnamento della Bibbia. Sono invenzioni ed elucubrazioni settarie. La Bibbia dice che saranno risuscitati tutti (greco pantes), quanti fecero il bene e quanti fecero il male (cfr. Giovanni 5, 28-29), giusti ed ingiusti (cfr. Atti 24, 15), tutte le genti (cfr. Matteo 25, 32).

b) In 2 Tessalonicesi 2, 3 è detto che, prima del giorno del Signore, “dovrà essere rivelato l'uomo iniquo”. Paolo non specifica chi sia l'uomo iniquo, e tanto meno dice che non sarà risuscitato. Farglielo dire è una manipolazione della Bibbia. Se è una creatura umana e sarà morta alla venuta del Signore, sarà certamente risuscitata tra gli ingiusti, tra quanti fecero il male (Atti 24, 15; Giovanni 5, 29).

c) In Ebrei 6, 4-5 non si parla affatto di risurrezione. L'autore sacro parla unicamente della difficoltà o impossibilità di una seconda conversione per coloro che, dopo aver gustato le dolcezze della vita cristiana, hanno crocifisso di nuovo il Figlio di Dio, cioè hanno rinnegato la fede. Se muoiono impenitenti, saranno tra coloro che fecero il male e usciranno dai sepolcri per una risurrezione di condanna (cfr. Giovanni 5, 29).

 

3 - L'errore: Gesù parlò anche di persone simili a capri in vita alla fine del mondo, le quali sarebbero andate nel “fuoco eterno> preparato per il diavolo e per i suoi angeli”, cioè allo “stroncamento eterno” (Matteo 25:41, 46). Per tutti questi non vi sarà risurrezione.

La verità:

Ripetiamo quanto abbiamo già detto cioè che sia nell'Antico Testamento come nel Nuovo alla risurrezione vi sarà un premio per i buoni e un castigo o condanna per i cattivi (cfr. Daniele 12, 2; Giovanni 5, 28-29).

In Matteo 25, 46 si parla di “supplizio” eterno. La parola greca usata dall'autore sacro, tradotta “supplizio”, è kòlasis, che vuol dire “potatura”, “correzione”, “punizione”. L'albero, che è potato, non è stroncato, annientato, ma continua a vivere, anche se privato dei suoi rami. Parimenti la “correzione” o “punizione” non distrugge o stronca la persona, ma la priva di qualcosa o di qualcuno. La privazione è causa di sofferenza, di fuoco morale, che fa soffrire.

Perché gli Ingiusti saranno risuscitati?

L'errore:

La Bibbia spiega: “Vi sarà una risurrezione sia dei giusti che degli ingiusti. Tale sarà il caso del malfattore pentito, a cui Cristo promette il paradiso (Luca 2, 39-43). Questo fu un ingiusto perché non conosceva la volontà di Dio. Gesù risusciterà questo ingiusto, come pure altri miliardi di persone che morirono nell'ignoranza. Saranno risuscitati, verrà insegnata loro la volontà di Dio e avranno l'opportunità di dimostrare che amano realmente Dio, facendo la sua volontà”.

La verità:

a) La parola ingiusto non vuol dire “ignorante” o “analfabeta”, ma una persona che pur conoscendo ciò che è giusto, agisce in modo contrario. Ingiusto vuol dire iniquo, peccatore. “Ingiusto” è contrario di “giusto”, cioè di colui che agisce secondo giustizia o coscienza. Dio fa conoscere la sua volontà, ossia ciò che è giusto, oltre che nella Bibbia, anche nella coscienza della creatura umana. Scrisse san Paolo:

 Quando i pagani, che non hanno la legge (cioè la Bibbia), per natura agiscono secondo la legge, essi, pur non avendo la legge, sono legge a se stessi; essi dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori come risulta dalla testimonianza delle loro coscienze (... ). Così avverrà nel giorno in cui Dio giudicherà i segreti degli uomini per mezzo di Gesù Cristo, secondo il mio vangelo” (Romani 2,14-16).

E' perciò radicalmente contrario alla Bibbia affermare che quanti non conobbero la Bibbia saranno risuscitati perché venga loro insegnata la volontà di Dio. San Paolo afferma chiaramente che “è stabilito che gli uomini muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio” (Ebrei 9, 27). La sorte di ciascuna creatura umana, sia che abbia conosciuta la Bibbia o abbia fatto la volontà di Dio seguendo i dettami della propria coscienza, è segnata definitivamente subito dopo la fine di questa vita. I tdG non conoscono la Bibbia.

b) Il malfattore pentito fu un “ingiusto” durante la sua vita perché, pur conoscendo la volontà di Dio, non volle farla. Ma fu illuminato prima della morte dalla vista di Gesù, che si offriva, innocente, alla morte di croce anche per i suoi nemici. Il buon ladrone condannò il suo passato, chiese perdono a Dio e fu graziato o, redento. Quello stesso giorno entrò nella gioia dei beati, andò con Cristo in Paradiso.

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