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Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 16:35
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05/09/2009 16:35

Osservazioni:

a) La testimonianza di Ireneo relativa alla successione, non meno di quella di Clemente Romano, merita la più grande credibilità. Egli aveva appreso da testimoni oculari il comportamento degli Apostoli in questo settore della vita della Chiesa, vale a dire come essi si erano preoccupati di trasmettere a persone ben provate e preparate la funzione di preservare e passare ad altri il tesoro o sacro deposito delle verità rivelate, della Parola di Dio. A Smirne, sua città natale, Ireneo aveva appreso questa dottrina da san Policarpo, discepolo dell'Apostolo Giovanni. A Roma poté apprendere da persone degne di fede come si erano svolte le cose in quella grandissima e antichissima Chiesa.

b) Basandosi su documenti e testimonianze dirette, Ireneo è convinto che la successione ininterrotta dei vescovi è la sola garanzia della preservazione e trasmissione autentica della Parola di Dio nella vera Chiesa di Cristo. Fuori di questo canale ininterrotto dei successori degli Apostoli non vi può essere vera Chiesa e non si può trovare la verità.

3 - Tertulliano

Nacque a Cartagine verso il 160 Era Cristiana. Il suo intero nome era Quinto Settimio Fiorenzo Tertulliano. Pagano di nascita si convertì al cristianesimo all'età di 33 anni circa. Era avvocato. Divenuto cristiano fu apologista, polemista, teologo e moralista. Morì in età avanzata verso il 240. La sua attività letteraria si svolse soprattutto nei primi decenni del terzo secolo, dal 200 al 220 circa.

Per Tertulliano il vero cristiano è colui che appartiene alla Chiesa fondata dagli Apostoli, aderisce alla dottrina insegnata da loro e preservata nelle chiese apostoliche. Questo gli eretici non ce l'hanno. Quindi non sono cristiani. Sono fuori della vera Chiesa di Cristo. Col suo stile energico Tertulliano scrive in forma di sfida:

“Non pare che Gesù Cristo abbia rivelato il Padre suo ad altri che agli Apostoli, che egli inviò a predicare (... ). E qual è la materia della loro predicazione? ( ... ). Per saperlo bisogna necessariamente rivolgersi alle chiese che gli Apostoli in persona fondarono e costruirono, sia a viva voce sia, più tardi, per lettera. Se la cosa sta così, ne consegue che si debba considerare vera solo quella dottrina che concordi con la dottrina delle chiese apostoliche, madri e sorgenti della fede (...). Ne segue che deve essere giudicata a priori parto di menzogna ogni altra dottrina che contraddica alla verità delle chiese degli Apostoli di Cristo e di Dio”.

L'eresia manca di apostolicità:

“Può darsi che ci siano eresie, le quali osino rifarsi all'età apostolica sì da parer insegnate dagli Apostoli. Si può replicare ad esse: “Mettano fuori dunque le carte di nascita delle loro chiese; sciorinino i cataloghi dei loro vescovi, che dimostrino la loro successione fin dal principio, in modo che si veda che quegli che fu il primo vescovo ricevette l'investitura e fu preceduto da uno degli Apostoli o almeno da un uomo apostolico, che con gli Apostoli avesse avuto rapporti costanti. Questo è il modo con cui le Chiese apostoliche esibiscono i propri titoli: così la chiesa di Smirne mostra che Policarpo fu collocato in quella sede da Giovanni; così quella di Roma mostra che Clemente vi fu ordinato da Pietro; e così pure le altre esibiscono i vescovi che, costituiti nell'episcopato dagli Apostoli, sono per esse i veicoli della semente apostolica”.

Rivolto agli eretici Tertulliano scrive: “Alto là! Chi siete voi? Quando e da dove siete venuti? Che cosa volete fare presso di noi, voi che non siete dei nostri? (... ). Come mai venite a seminarvi e a pascolarvi a vostro piacere? Il podere è mio; lo posseggo da lungo tempo e prima di voi. Il mio diritto originario è sicuro e inviolabile, poiché risale a coloro che ne furono i primi padroni. lo sono l'erede degli Apostoli! Come essi hanno deposto per me nel loro testamento e mi  trasmisero per fedecommesso e confermarono per giuramento, così io sono il possessore. Quanto a voi, resta dunque chiaro che essi vi hanno per sempre diseredati e rinnegati, come degli estranei, come dei nemici”.

Conclusioni

Al termine della nostra breve rassegna sia biblica che storica noi possiamo e dobbiamo dedurre e puntualizzare alcune conclusioni. Sono piuttosto verità o principi o norme indispensabili per conoscere con certezza quale deve essere l'oggetto della fede e della morale del vero discepolo di Cristo.

La prima. Cristo ha voluto che la sua vera Chiesa procedesse nel tempo poggiata sulla testimonianza degli Apostoli, ossia di uomini scelti ed autorizzati dal Signore Gesù a preservare e trasmettere il Vangelo eterno. La vera Chiesa di Cristo o è apostolica o non è la sua vera Chiesa. Chiunque si è distaccato o si distacca da questa Chiesa Apostolica non ha nessuna autorità di annunciare ciò che bisogna credere e fare per piacere al vero Dio è conseguire la salvezza.

La seconda. A cominciare dagli Apostoli si è formata una catena ininterrotta di persone qualificate e autorizzate, ossia di successori degli Apostoli. Sono i loro legittimi eredi, i custodi capaci e fedeli del deposito della fede. Solo essi danno la garanzia di preservare e trasmettere con fedeltà e integrità i fatti e i detti del Signore. Chiunque si arroga il diritto di annunciare la Parola di Dio senza essere inserito in questa catena, deve dirsi un intruso, o, peggio ancora, un usurpatore, un ladro (cfr. Giovanni 10, 1-10).

La terza. Numerose testimonianze storiche, a cominciare dall'età sub-apostolica, attestano al di là d'ogni possibile dubbio che nella Chiesa Cattolica la catena dei successori degli Apostoli non è stata mai interrotta. Papa e Vescovi sono i legittimi eredi degli Apostoli nella funzione di pascere i veri discepoli dì Cristo, di guidarli cioè nella sana dottrina della fede e della morale. Il diritto della Chiesa Cattolica a dare il vero senso della Scrittura è originario e inviolabile. Esso risale a coloro che ne furono i primi custodi, ossia agli Apostoli, e mediante gli Apostoli, allo stesso Signore Gesù Cristo.

 

PARTE OUARTA

CHI VI HA MANDATO?

Chiunque ha il diritto...

1 - Non è raro oggi il caso, anzi è piuttosto frequente, che qualcuno bussi alla vostra porta e chieda di entrare e di essere ascoltato perché vi vuol parlare di felicità e di Bibbia. Può darsi che sia una buona cosa. Ma chiunque riceve una tale visita ha il diritto di chiedere: Chi vi ha mandato?

La Bibbia non è una merce qualunque e tanto meno lo è il suo contenuto. Non può essere lasciata in balìa di avventurieri e di mercanti spregiudicati.

Supponiamo che il visitatore e l'offerente sia un cattolico. Anche a lui dobbiamo rivolgere la domanda: Chi vi ha mandato? Egli può rispondere con tutta verità: Mi ha mandato Gesù Cristo. Il cattolico ha perciò il diritto-dovere di diffondere la Bibbia, di far conoscere il suo messaggio.

In effetti, il cattolico è legato al suo Vescovo, anzi a tutti i Vescovi del mondo, che sono in rapporto di continuità con gli Apostoli. Sono i loro legittimi successori. E in quanto tali hanno l'autorità di predicare il Vangelo, di diffondere la Bibbia. Tale autorità l'hanno ricevuta da Gesù Cristo. Lo abbiamo dimostrato nelle pagine che precedono.

Mediante il suo Vescovo, ogni cattolico, prete o laico, uomo o donna, è inserito nella catena! ininterrotta dei legittimi proclamatori del Vangelo, che hanno ricevuto tale missione direttamente da Gesù Cristo. Il cattolico interpellato sull'origine della sua missione può rispondere con tutta verità: Mi ha mandato Dio.

2 - Ma supponiamo che si presenti alla vostra porta un testimone di Geova (tdG), cosa non rara ai nostri giorni. Egli vuoi entrare nella vostra casa, vuoi vendervi la sua Bibbia, spiegarla a modo suo, aggregarvi alla setta a cui appartiene. Anche a lui, specialmente a lui, ho il diritto di chiedere: Chi vi ha mandato?

Forse risponderà: Mi ha mandato Geova

Ma io insisto: Chi è questo Geova? Quando, come, dove vi ha parlato? Quali sono le prove concrete, storiche, convincenti che sia vero quanto voi dite?

La verità è tutt'altra! Se vogliamo conoscere la vostra identità, sapere con esattezza chi siete e chi vi ha mandato, basta ricordare un pochino le strutture della vostra organizzazione e alcune pagine della sua storia. La vera storia, non quella raccontata dagli agenti assegnati dai vostri capi a uso e consumo dei creduli seguaci.

La verità è che vi ha mandato il capo della locale congregazione geovista, che voi chiamate “anziano”.

La congregazione locale è il gruppo di tdG di un determinato quartiere o rione o paese o villaggio, che hanno come mandante autoritario d'ogni loro movimento un capo chiamato “anziano”. Il luogo dove si riuniscono è detto “sala del regno”. Là si trova il cervello direttivo dei singoli membri; là avviene lo smistamento dei propagandisti o venditori ambulanti; là pure è la sede del tribunale, che giudica ogni trasgressione...

Il testimone di Geova che bussa alla vostra porta e vuole entrare a ogni costo e vendere e spiegare la sua Bibbia, se vuol essere sincero (cosa rara!), alla vostra domanda: “Chi vi ha mandato?”, dovrebbe  rispondere: “Mi ha mandato l'anziano”, dando di lui cognome, nome e domicilio. Non lo farà mai!  Il cattolico, sì, vi dirà cognome, nome e domicilio  del Vescovo che l'ha mandato.

3 - Ma anche se il tdG vi dicesse: “Mi ha mandato l'anziano”, la risposta deve dirsi insoddisfacente. Infatti, gli si può, gli si deve chiedere: “E con quale autorità vi ha mandato l'anziano?”. Sappiamo infatti che l'anziano locale non ha nessuna autorità. Egli è stato messo lì per volere di un altro membro della setta, che manovra tutte le attività a livello distrettuale o nazionale. Gli anziani locali devono fare in tutto e per tutto la volontà di altri, eseguire i loro ordini come marionette nelle mani del burattinaio.

Perciò possiamo e dobbiamo andare oltre, salire ancora la scala. I responsabili distrettuali o nazionali sono a loro volta manovrati da altri. Non hanno nessuna autorità. Anche loro sono burattini nelle mani di chi sta più in alto, al supremo gradino della setta. Siamo così giunti al vertice di tutta la manovra.

Il tdG che bussa alla vostra porta, come pure l'anziano della congregazione locale e i responsabili distrettuali e nazionali, seguono meccanicamente gli ordini di pochi uomini con a capo un presidente, che risiedono a Brooklyn, negli Stati Uniti d'America.

Chi sono costoro? Sono il Corpo Direttivo. Si qualificano come “santi” o “unti”, come “lo schiavo discreto e fedele”, di cui parla Gesù nel Vangelo (cfr. Matteo 24, 45). Dicono di essere “l'unico canale”, per cui Dio o piuttosto Geova trasmette agli uomini e alle donne che cosa devono pensare, volere, fare...

In realtà sono esseri mortali, falsi profeti, per, ché “hanno fatto sbagli nel loro intendimento dì quello che sarebbe accaduto alla fine di certi periodi di tempo” e non solo in questo ...

Un po' di storia farà capire meglio le cose.

Carlo Russell, il profeta!

I tdG sono una delle tante sette religiose sorte sul prolifero suolo degli Stati Uniti d'America. Il loro fondatore fu Carlo Taze Russell, nato nel 1852 nello Stato americano di Pennsylvania, e morto pure in terra d'America mentre era in viaggio di propaganda nell'ottobre del 1916.

Era un commerciante di stoffe e, come tanti altri figli della grande America, sentì a modo suo il problema religioso e lo risolse anche a modo suo. Non ebbe, comunque, mai la preoccupazione di accertarsi quale fosse la vera Chiesa fondata da Gesù Cristo e quali le sue note specifiche (cfr. 1 Tessalonicesi 5, 21). Come tanti suoi concittadini era vittima di pregiudizi contro la Chiesa Cattolica in modo particolare.

Pur non avendo i requisiti per capire e spiegare la Bibbia, si autodefinì “profeta”, e naturalmente trovò alcuni che gli credettero e lo seguirono. La sua principale preoccupazione, oppure astuzia, fu quella di stabilire date e scadenze, e neppure in questo fu originale.

Mediante un uso distorto o abuso della Bibbia riuscì a convincere poche migliaia di fanatici che Cristo sarebbe tornato visibilmente su questa terra nel 1914, per esaltare in cielo lui e i suoi, facendo allo stesso tempo piazza pulita dell'odiata Cristianità.

Scrisse Russell: “No, le verità che io presento, come portavoce di Dio (God's mouthpicce), non sono rivelate in visioni o sogni, né per aver io udito sensibilmente la voce di Dio, e neppure tutte una sola volta, ma gradatamente, a cominciare specialmente dal 1870, e in modo particolare dal 1880. Né questo chiaro svolgimento della verità è dovuto a qualche umana ingenuità o acutezza d'intendimento, ma al semplice fatto che il tempo stabilito da Dio è arrivato; e se io non parlassi, e se nessun altro mezzo si potesse trovare, le stesse pietre parlerebbero ad alta Voce”.

Né visioni dunque né sogni né voce di Dio né ingenuità né acutezza d'intendimento, ma solo il fatto che egli, l'ex commerciante di stoffe, aveva parlato, ipse dixit, preannunciando prossima la fine. Voce dunque di uomo, non di Dio!

E la fine non venne! E la Cristianità non fu distrutta!

All'origine dunque della propaganda geovista vi è un falso profeta, un semplice mortale, che ha parlato per presunzione! Non ha nessuna autorità di far conoscere quale sia la mente e la volontà dell'unico e vero Dio! (cfr. Deuteronomio 18, 22).

Carlo Russell, un uomo qualunque

Russell avrebbe voluto che i suoi insegnamenti fossero ritenuti validi anche dopo la sua morte. Lo scrisse nel suo testamento. Ma non furono di questo parere coloro che dopo di lui ebbero ed hanno in mano le sorti della setta.

L'elezione del successore  di Russell nella carica di presidente avvenne mediante una votazione truffaldina. Joseph Franklin Rutherford, l'ex legale di Russell, fu eletto alla presidenza con 150 mila voti da un corpo elettorale di appena 600 persone. Come mai?

La Torre di Guardia, nel numero del I' novembre 1955, p. 633, fa sapere che gli elettori avevano diritto a tanti voti per quante donazioni di 10 dollari avessero fatto a favore della società geovista.Così non fu difficile a Joseph Rutherford occupare il posto rimasto vuoto con la morte di Russell.

Divenuto presidente, Rutherford non ebbe nessuna preoccupazione di eseguire le ultime volontà di Russell. Nei riguardi di lui, profeta e portavoce di Dio, il nuovo presidente si espresse nei seguenti termini:

“Il lavoro dell'organizzazione di Dio non è soggetto al controllo di un uomo (cioè di Russell), né è controllato dalla volontà d'una creatura (cioè di Russell)”.

Così Rutherford spogliò Russell dell'aureola di “profeta e microfono di Dio”, e lo ridusse al rango d'un uomo qualunque. Ora il “profeta” era lui, Rutherford, e quanto lui diceva, doveva essere recepito come parola di Dio anche se in contrasto con ciò che lo stesso Geova aveva fatto sapere tramite Russell.

Essendo dunque un uomo qualunque, Russell aveva fatto in modo che “il popolo di Geova fosse ancora tenuto in restrizioni babiloniche ereditate da tradizioni pagane adottate dalla cristianità (... ). I testimoni di Geova celebravano alcune feste pagane, come il Natale; usavano il simbolo della croce come segno di devozione cristiana e in quanto all'organizzazione seguivano nella congregazione l'ordine democratico e presbiteriano”.

Sotto il nuovo presidente questo sconcio fu eliminato. I tdG piansero questi loro peccati, dovuti alla poca chiaroveggenza del 'profeta' Russell, e sotto la guida teocratica, cioè dispotica, di Rutherford, si avviarono a un futuro brillante.

Tra le nuove luci accese da Rutherford ricordiamo solo la sua profezia circa la fine. Il nuovo microfono di Dio aggiornò quanto aveva detto il suo predecessore, spostando la data della fine prima al 1918 e poi al 1925. Ma, ahimè, la nuova luce si rivelò una falsa luce. Venne infatti il 1925 e gli unti seguaci di Geova non andarono in cielo. Rutherford mori di cancro l'8 gennaio 1942.

“Guai a coloro che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre” (Isaia 5, 20).

Il servo fidato e prudente

Dopo la morte di Rutherford fu eletto presidente Nathan Knorr. Era un uomo d'affari con scarsa conoscenza della Bibbia. Per circa due decenni, governò la setta da monarca come avevano fatto i suoi predecessori. Ma negli ultimi anni, a motivo di contestazioni anche tra i suoi più vicini collaboratori, dovette addivenire a una forma di governo apparentemente democratica. Al vertice della setta fu collocato un “Corpo Direttivo”, composto di un numero limitato di “santi” o “unti”, ossia della classe privilegiata destinata al comando in questa vita e in quella che ha da venire. Abbiamo detto “apparentemente democratica” perché di fatto, anche dopo la ristrutturazione, il presidente è riconosciuto come il portavoce di Geova. Egli dà il significato della Bibbia e gli altri - tutti gli altri - devono accettare supinamente ciò che egli dice.

Ma con quale autorità il Corpo Direttivo si autodefinisce il canale di Dio o piuttosto di Geova? Strumentalizzando qualche versetto della Bibbia come avevano fatto Russell e Rutherford.

Nel caso presente grande importanza danno i capi della setta, e naturalmente anche la base, ad alcune parole di Gesù di cui in Matteo 24, 45:

“Qual è dunque il servo fidato e prudente che il padrone ha proposto ai suoi domestici con l'incarico di dar loro il cibo in tempo opportuno?”

A parere dei tdG il servo fidato e prudente sarebbe il Corpo Direttivo, che Geova avrebbe costituito per comunicare a tutte le creature umane il suo pensiero e soprattutto la sua volontà.

Nulla di vero in tutto questo. Si tratta d'una spiegazione settaria della Parola di Dio.

Notate, prima di tutto, come al tempo di Russell e Rutherford il 'servo fidato e prudente' era una singola persona, cioè Russell e Rutherford. Dopo, sotto Nathan Knorr, il pensiero di Gesù sarebbe cambiato ed egli avrebbe avuto in mente più persone, cioè il Corpo Direttivo.

La verità è molto diversa. Nella parabola Gesù non si riferisce né a una singola persona né a un gruppo di persone privilegiate, ma a tutti i suoi discepoli. Soprattutto egli non intende conferire nessuna autorità di comando. La parabola ha come unico scopo di esortare alla vigilanza tutti i discepoli di Cristo durante il tempo dell'attesa della sua venuta.

A conferma vale il fatto che Gesù insiste sullo stesso insegnamento nelle due parabole che seguono immediatamente: quella delle vergini stolte e delle prudenti (Matteo 25, 1-12), e quella dei talenti (Matteo 25, 14-30). Le tre parabole servono a illustrare quanto Gesù aveva detto poco prima,

“Considerate però questo: se il padre di famiglia sapesse in quale veglia della notte deve venire il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe sfondare la casa. Perciò anche voi siate preparati, perché il Figlio dell'uomo verrà all'ora che voi non supponete” (Matteo 24, 43-44).

Le tre parabole sembrano riferirsi allo stesso contesto precedente, cioè alla seconda venuta del Signore o giudizio finale (cfr. Matteo 24, 44). Ma sarebbe possibile anche considerarle come avvertimenti 1per la venuta del Cristo nella vita dei singoli uomini, sia che si tratti di suoi ministri sia che si tratti dei semplici fedeli.

In ogni modo, sia che si tratti della fine del singolo o del giudizio che riguarda l'umanità intera, il contenuto della parabola del “servo fidato e prudente”, come pure delle altre due, non è il conferimento di un potere a una singola persona o a un gruppo di persone, ma l'esortazione alla vigilanza rivolta a tutti i discepoli di Cristo per essere trovati nel pieno adempimento del loro dovere al ritorno del loro Signore.

Conclusione

Nei centoventi anni di storia della setta geovista una cosa appare certa ed è che ogni presidente si è appropriata la qualifica di portavoce di Dio, e su questa base ha disdetto il suo predecessore, affermando cose radicalmente diverse. E' mai possibile che Dio si contraddica? E' mai possibile che faccia apparire nero e buio ciò che prima era presentato bianco e luminoso? Dio è verità. E allora una conclusione s'impone nei riguardi di chi bussa alla vostra porta con lo scopo di aggregarvi alla setta dei tdG:

“Si sono fatti della menzogna un rifugio e nella falsità si sono nascosti” (Isaia 28, 15).

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