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REGNO DI DIO e REGNO DI GEOVA

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 16:51
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05/09/2009 16:51

SECONDA PARTE

IL REGNO DI GEOVA

 

Ai tdG interessa soprattutto un regno di Dio su questa terra. Hanno scritto:

“Il governo mondiale di cui parliamo è per noi sulla terra! E' perfettamente adatto alle nostre pressanti necessità. Sta per assumere la cura di tutte le nostre attività. Perciò ne parliamo come del nostro prossimo governo mondiale” .

Si tratta dunque del loro prossimo governo mondiale. I geovisti infatti o come governanti o come governati saranno i soli a beneficiare. Tutti i beni materiali dei nemici passeranno nelle loro mani , e il governo si prenderà cura di tutte le attività dei governati, lasciando ad essi il piacere di vivere all'ombra del fico e della vite.

Questo prossimo governo è stato benignamente preparato da Geova, e sarà seguito - dopo Mille Anni - da un governo perfetto su questa terra, per sempre. Possiamo perciò distinguere vari tempi nel governo o regno di Geova, ciascuno con le sue caratteristiche. Noi esamineremo i singoli tempi e ciò che li caratterizza, tenendo presente la dottrina biblica sul Regno di Dio esposta nella Prima Parte e altri insegnamenti biblici. Esporremo prima l'errore e subito dopo la verità.

 

PRIMO TEMPO

A - L'errore:

1 - Per i tdG il regno di Dio - quello terreno che a loro interessa - sarebbe nato in cielo nel 1914, come diremo tra breve più diffusamente. Ma la Bibbia parla chiaramente in senso contrario là dove afferma in modo inequivocabile che Cristo cominciò a regnare in cielo e in terra fin dalla sua Ascensione (cfr. Matteo 28, 18-19; Filippesi 2, 10 ecc.).

Per giustificare il loro errore i tdG minimizzano questa regalità universale di Cristo e gli concedono solo un piccolo regno spirituale, “che ebbe inizio quaranta giorni dopo la risurrezione, quando Cristo ascese al cielo”. Allora Gesù Cristo “non cominciò a regnare sul mondo del genere umano. Non fu mai un re umano, terrestre. Fu un re spirituale, celeste. Infatti in Giovanni 18, 36 Gesù ha detto: "Il mio regno non è di questo mondo"”.

2 - In attesa dunque di tempi migliori, “il Principe dei re della terra” (Apocalisse 1, 5), stando in cielo, dovette accontentarsi d'un piccolo regno spirituale sulla terra, regnando spiritualmente solo su una congregazione di discepoli generati dallo spirito .

Chi sono costoro?

Sono i fortunati “suggellati” (Apocalisse 7, 4; 14, 1), che Geova costituì quale Corpo Direttivo del suo futuro regno sulla terra. “Tutti i secoli trascorsi (dal 33 dopo Cristo) hanno permesso a Geova di procedere al trasferimento di questi approvati discepoli di Gesù Cristo nello spirituale regno del Figlio del suo amore (Colossesi 1: 13)

Quanti sono?

Il numero totale completo e chiuso non può superare i 144.000! Tenendo presente che dopo il 1914 ve ne sono state diverse decine di migliaia, si deve concludere che durante i diciannove 'secoli Geova ha proceduto al trasferimento nel regno spirituale del suo Figlio solo di poche decine di migliaia e anche meno. La maggior parte di questi (se non tutti) vanno assegnati al primo secolo Era Cristiana a motivo della grande apostasia avvenuta alla fine di quel secolo.

 

B    La verità:

1   Il giorno dell'Ascensione Cristo pronunziò le solenni parole: “Mi è stato dato ogni potere in cielo e in terra” (Matteo 28, 18). Ora nello stile biblico cielo e terra equivale a   tutto l'universo (cfr. Genesi 1, 1; Isaia 65, 17 ecc.).    Fin d'allora dunque Gesù Cristo ebbe un potere effettivo universale, e non limitato a poche decine di migliaia di creature umane in cielo. Il potere del Risorto, fin d'allora, si estendeva anche alla terra.

Pochi anni dopo san Paolo affermava che “nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo, in terra e sotto terra” (Filíppesi 2, 10). Dunque fin d'allora il Risorto era riconosciuto come Sovrano universale. L'Apostolo dice: si pieghi (al presente), e: in cielo e in terra, ossia in tutto l'universo.

2 - In virtù del suo potere universale, lo stesso giorno dell'Ascensione, Cristo comandò ai suoi discepoli di “andare ed ammaestrare tutte le nazioni” (Matteo 28, 19), ossia di accogliere nel Regno chiunque avesse creduto (cfr. Marco 16, 16) senza limiti di numero (cfr. pp. 11-14).

Il comando del Signore corroborato dalla sua presenza invisibile e dinamica (cfr. Matteo 28, 20), ottenne subito grandi risultati. Verso la fine del primo secolo san Giovanni nell'Apocalisse vedeva nel Regno di Dio “una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare” (Apocalisse 7, 9) .

 

SECONDO TEMPO

A - L'errore:

1 - Verso la fine del primo secolo Era Cristiana il piccolo regno spirituale di Geova entrò in una grave crisi. Tutti o quasi tutti i discepoli di Cristo apostatarono dalla fede, facendo connubio con credenze e pratiche pagane. Le tenebre ricoprirono la faccia della terra. Geova rimase senza regno!

Questo stato di cose tenebroso si trascinò per circa diciannove secoli, fino cioè alla seconda metà del secolo XIX, quando sorse il profeta Carlo Russell e con lui ripresero a spuntare i discepoli rigenerati dallo spirito.

 

2 - Fu comunque nel 1914 che si ebbe in cielo la nascita del regno terreno di Geova. In quell'anno fatidico in cielo fu proclamato: “Il regno del mondo è divenuto il regno del nostro Signore e del suo Cristo (Apocalisse 11: 15)”. In tal modo Gesù Cristo, che mai fu un re umano e terrestre ed aveva affermato che il suo regno non è di questo mondo (Giovanni 18, 36), entrò in possesso di un regno terreno a dimensioni mondiali, a cui aveva diritto. Infatti, quale legittimo discendente di Davide, che fu un re terreno, Gesù Cristo non poteva ereditare nulla di più di quanto aveva avuto il suo illustre antenato Davide, cioè un regno terreno. Non tutto il potere comunque, che appartiene solo a Geova, ma parte di esso con un ruolo secondario.

 

3 - Sulla nascita del regno terreno di Geova i testimoni si premurano di precisare che, essendo avvenuta in cielo, fu a noi invisibile, ma noi possiamo essere certi che così è stato veramente perché ne abbiamo i segni. Quali?

a) Perché nel 1914 si compirono i Tempi dei Gentili (Luca 21, 24) come indica la cronologia biblica nella profezia dei sette tempi di Daniele (4, 22) .

b) Perché nel 1914 ha avuto inizio un periodo di afflizioni senza precedenti nella storia. Si stava meglio quando si stava peggio! Il 1914 è stato l'inizio dei dolori come predice esattamente la Bibbia (Matteo 24, 8; cfr. Timoteo 3, 1-5).

 

4 - Con la nascita del regno in cielo Cristo ha comunicato a essere presente sulla terra benché in modo invisibile. Ma, ahimé Satana è ancora l'invisibile governante dei mondo";.

 

B - La verità:

1 - Notate, prima di tutto, come sia in stridente contrasto con la Bibbia affermare .che, a di- stanza di pochi decenni dall'Ascensione, vi sia stata una generale apostasia dalla fede. Ascendendo al cielo, Cristo aveva promesso ai discepoli la sua ininterrotta assistenza nell'opera di evangelizzazione (Matteo 28, 20). E' una grave offesa al Signore dire che, malgrado la sua promessa I'errore abbia in poco tempo oscurata la verità. Tanto più  offensivo in quanto Cristo, ritornato al Padre, ha mandato lo Spirito Santo - Spirito di verità -  affinché rimanesse sempre coi discepoli (cfr. Giovanni 14, 15), per ricordare loro quanto aveva detto il Maestro e guidarli alla verità tutta intera (cfr. Giovanni 14, 26 e 16, 13).

Cristo e anche san Paolo avevano sì preannunciato l'irruzione di lupi rapaci nel gregge dei fedeli (cfr. Matteo 7, 15; Atti 20, 29; 2 Pietro 2, 1-7 ecc.) come di fatto avvenne. Ma vi era stata pure la promessa del Figlio di Dio che le forze ,del male non avrebbero mai prevalso sulla Chiesa, arroccata su Pietro (cfr. Matteo 16, 16-18).

 

2 - Non meno contraria alla Scrittura è l'affermazione geovista che Cristo abbia cominciato a regnare in terra nel 1914. La verità è che Cristo, il giorno dell'Ascensione, poteva esplicitamente affermare di avere “,ogni potere in cielo e in terra” (Matteo 28. 18). In effetti aveva cominciato a sottomettere sotto i suoi piedi tutte le forze del male (cfr. 1 Corinzi 15, 25; Filippesi 2, 10) e fin dal suo tempo Giovanni a buon diritto poteva chiamare il Cristo glorioso “il Principe dei re della terra” (Apocalisse 1, 5).

Alla luce di questo insegnamento biblico deve dirsi errata e settaria la spiegazione che i tdG danno di alcuni testi bìblici, che non hanno nessun rapporto con la fantasiosa data del 1914. Ne diamo una breve analisi:

a) In Apocalisse 11, 15 è detto: “E' avvenuto il regno sul mondo del Signore nostro e del suo Cristo e regnerà per i secoli dei secoli” (Garofalo). Qui l'autore ispirato, che scrisse verso la fine del primo secolo Era Cristiana, si è espresso col verbo al tempo passato., “E' avvenuto il regno sul mondo”. Egli non ha detto avverrà (al futuro). Giovanni parlava d'una cosa già avvenuta, e aggiungeva che tale Regno riguardava il mondo, cioè anche questa terra.

Il contesto conferma questa precisazione. Nel capitolo precedente dell'Apocalisse (cfr. 10, 7) è detto che “nei giorni in cui il settimo angelo suonerà la tromba sarà consumato il mistero di Dio”. Ora è proprio il settimo angelo che proclama in cielo l'annuncio del regno (cfr. Apocalisse 11, 15). Dunque in quei giorni, ossia nei giorni dell'annuncio, il mistero di Dio è già compiuto. Il Regno di Dio è una realtà. Infatti, mistero di Dio indica il piano programmato da Dio per la salvezza dell'uomo mediante l'effettivo potere regale del Figlio su tutte le cose, in cielo e in terra (cfr. Efesini 1, 9-10).

b) Parimenti settario è l'uso (o l'abuso) che i tdG fanno di Apocalisse 12, 10-12.

Scrisse Giovanni: “E udii una   voce  grande nel    cielo che diceva. "Ormai è avvenuta la salvezza, la potenza e il regno del Dio nostro e l'autorità del suo Cristo, perché è stato gettato l'accusatore dei fratelli nostri, il quale li accusava davanti al Dio nostro giorno e notte. Ed essi lo hanno vinto a causa del sangue dell'agnello e a causa della parola della loro testimonianza, e non hanno amato l'anima loro fino alla morte. Perciò rallegratevi, cieli e quanti dimorate in essi! Guai alla terra e al mare, poiché discese il diavolo a voi, avendo furore grande, sapendo' che  ha poco tempo” (Apocalisse 12, 10-12, Garofalo).

Spiegazione:

Anche qui come in Apocalisse 11, 15 si precisa che “ormai è avvenuta la salvezza, la potenza e il regno del Dio nostro e l'autorità del suo Cristo”. Si tratta perciò di un fatto già avvenuto, d'una realtà già esistente, non di qualcosa che deve ancora venire nel futuro.

A conferma vale il fatto che in virtù della presenza del Regno, i martiri hanno vinto le insidie del maligno, “a causa del sangue dell'Agnello”, vale a dire per la forza data loro dalla Redenzione del Cristo, fondatore del Regno.

E vale pure quanto è detto poco prima (versi 7-8), che cioè- il dragone, il diavolo, satana, fu sconfitto nella lotta con Michele: fu sconfitto (nel passato), non sarà sconfitto (nel futuro). (Cfr. Luca 10, 18). Scaraventato sulla terra satana potrà fare ancora del male prima di essere incatenato (cfr. Apocalisse 20, 4). Ma l'autorità del Cristo già in piena efficienza svuoterà il potere del maligno fino al trionfo finale del bene (cfr. 1 Corinzi 15, 24-28).

 

3 - E' assurdo perciò pensare che quanto è detto in Apocalisse 11, 15 e 12,10 abbia come scopo la proclamazione di un regno terreno, ereditato da Cristo quale legittimo discendente di Davide, in un lontano 1914.Se Cristo non poteva ereditare nulla di più di quanto aveva avuto Davide, il Regno di Dio e di Cristo sarebbe un regno terreno, avente come confini il Mar Mediterraneo, l'Egitto, il Mar Morto, il fiume Giordano e a nord la Siria e il Libano. Quante assurdità (e stupidità) nella propaganda geovista!

E notate inoltre l'acrobazia biblica dei geovisti. Mentre prima ci hanno detto che Cristo aveva un regno celeste perché, in base a Giovanni 18, 36, non poteva avere un regno terreno; ora ci dicono che a partire dal 1914 ottenne un regno terreno, malgrado Giovanni 18, 36, che dice: “Il mio regno non è di questo mondo”.

Oltre a ciò, l'affermazione che Cristo abbia avuto un regno terreno perché legittimo discendente di Davide contrasta con l'autentico insegnamento della Bibbia. Davide chiama Cristo suo Signore (cfr. Matteo 22, 41-46). Com'è possibile che il Signore riceva il regno dal servo?

 

4 - Che cosa dire dei segni?

A parere dei geovisti, i segni della nascita del regno in cielo nell'autunno del 1914 sarebbero indicati dai vangeli. Hanno scritto:

“Le prove sono dinanzi ai nostri occhi nelle cose che Gesù preannunciò come "segno" visibile” (Matteo cap. 24 e 25; Marco 13: 3-37; Luca 21: 5-36) 38.

Si risponde:

a) Nei capitoli di Matteo, Marco e Luca indicati dai geovisti Gesù preannuncia i segni della distruzione di Gerusalemme in quella generazione (cfr. Marco 13, 30) e della sua venuta visibile (parusìa) alla fine del mondo (cfr. Matteo 24, 3.29-31).

In questi testi biblici non vi è il minimo cenno a una presunta presenza invisibile sulla terra a cominciare dal 1914.Cristo è stato ed è invisibilmente presente tra i suoi discepoli sulla terra fin dal giorno della sua Ascensione (cfr. Matteo 28, 20. Tale presenza invisibile non è mai chiamata parusìa.

b) In particolare “i tempi dei pagani”, di cui in san Luca 21, 24, non hanno nulla che vedere coi “sette tempi” di Daniele 4, 20-23.Vi è solo somiglianza di linguaggio com'è d'uso presso gli scrittori biblici del Nuovo Testamento. In san Luca Gesù si riferisce alla fine di Gerusalemme per opera dei Romani entro quella generazione: “Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti” (Luca 21, 24). Questi “tempi dei pagani” corrispondono al periodo . che intercorre tra la distruzione di Gerusalemme nel 70 dopo Cristo e la futura riabilitazione dei Giudei mediante la loro conversione al Vangelo. Per san Paolo questa era una certezza (cfr. Romani 11, 27).

In Daniele invece (4, 20-23) i. “sette tempi” vanno riferiti alla crisi del regno di Nabucodonosor, privato del suo potere regale per sette anni. La cronologia biblica non indica affatto che “i sette tempi” si compirono nel 1914. Si tratta di una cronologia sofisticata, che si basa su un grossolano abuso di alcuni dati biblici. L'abbiamo evidenziato nel numero 4 di questa Collana.

Infine, contro il fantasioso uso o abuso che i tdG fanno sia di Luca 21, 24 sia di Daniele 4, 20-23, vi è una prova di fatto, realmente visibile agli occhi di tutti: malgrado la conclamata fine dei “tempi dei gentili” nel 1914, le nazioni pagane continuano a spadroneggiare, e anche la Chiesa Cattolica continua a essere creduta e amata da centinaia di milioni di creature umane.

c) Vi è poi un grosso errore di prospettiva nel discorso geovista dei segni. Nei vangeli di Matteo e Luca i segni riguardano un evento futuro: con quei segni Gesù preannunciava la fine di Gerusalemme entro quella generazione (cfr. Luca 21, 32, Matteo 24, 3; Marco 13, 30) o quella del mondo (cfr. Matteo 24, 3). Quei segni precedono, non seguono l'avvenimento preannunciato.

Al contrario i geovisti collocano quei segni dopo l'evento, ossia dopo l'immaginaria proclamazione del regno di Geova in cielo nel 1914. In pari tempo, sempre col metodo del doppio gioco, i geovisti usano quei segni anche come prova dell'imminente fine del presente sistema di cose. Ma la Bibbia non dice così.

d) Né vale dire che nel 1914 vi è stato solo l'inizio dei dolori. Questo è un sotterfugio e quindi un abuso della Parola di Dio. In effetti, dicendo Gesù. “Ma tutto questo è solo l'inizio dei dolori” (Matteo 24, 8), non voleva indicare una cosa dei passato, ossia la sua presenza invisibile nel regno già avvenuta. Egli si riferiva al futuro, ossia alla distruzione di Gerusalemme e alla fine del mondo.

L'immagine è presa dai dolori del parto, ossia dall'ultima fase della gestazione. E' una fase sofferta, ma indice sicuro d'un evento, che certa- mente avverrà: indice dunque d'una cosa futura, non. passata. Anche san Paolo usa la stessa immagine riferendosi alla futura liberazione dalla schiavitù della corruzione (cfr. Romani 8, 21-22). I dolori sono provvidenziali perché consigliano a tenersi pronti e a non distrarre la mente in cose estranee, che potrebbero nuocere all'evento certo nel futuro.

e) Anche l'espressione biblica “ultimi tempi” (2 Timoteo 3, 1) non ha il significato che ad essa attribuiscono i tdG. Come abbiamo spiegato altrove diffusamente 40 : ultimi tempi equivale nella Bibbia a tutto il tempo che intercorre tra l'instaurazione del Regno mediante l'opera di Cristo sulla terra e la sua seconda venuta, di cui nessuno conosce “i tempi e i momenti” (Atti 1, 7: cfr. Matteo 24, 36; Marco 13, 32). E' falso perciò dire o insinuare che gli ultimi tempi sono quelli iniziati nel 1914.

Anche dopo la restaurazione del Regno, dopo cioè che l'umanità è entrata negli ultimi tempi, continuano come prima, come sempre, le calamità di ogni genere: terremoti, guerre, carestie, sollevazioni di popoli, crimini, crudeltà ecc. C'erano anche ai tempi di Timoteo, altrimenti l'apostolo non raccomandava a questo suo discepolo di “guardarsi bene da costoro!” (2 Timoteo 3, 5). E' falso perciò dire che tutte queste cose avvengono dopo il 1914.

I veri cristiani capiscono che Dio ha permesso e permette tutte queste cose anche dopo la instaurazione del Regno circa duemila anni fa affinché il cuore dell'uomo non si appesantisca in gozzoviglie e si addormenti (cfr. Matteo 24, 45-51). So- no permissioni provvidenziali di Dio e segni di eventi futuri perché servono a ricordarci che la nostra patria è nei cieli (cfr. Filippesi 3, 20) e che “non abbiamo quaggiù una città stabile, ma cerchiamo quella futura” (Ebrei 13, 14).

 

5 - In forte contrasto coll'insegnamento biblico deve dirsi pure l'articolo di fede dei geovisti secondo cui anche dopo la proclamazione del regno di Geova nel 1914 “satana continua ad essere l'invisibile governante di questo mondo”.

Il Vangelo parla chiaro in senso contrario là dove dice che, con l'avvento del Regno, il diavolo è stato disarmato (cfr. Marco 3, 27; Matteo 12, 29; Luca 11, 21-22). Cristo poi ha dato ai suoi discepoli il potere di sottomettere i demoni (cfr. Luca 10, 17; Marco 16, 17; Matteo 10, 8). Infatti la morte di Cristo ha liberato gli uomini dalla tirannia di satana (cfr. Giovanni 12, 31; 14, 30; 16, 11 ecc.), il quale può fare ancora del male (cfr. Matteo 13, 39; Luca 9, 12; 1 Pietro 5, 8), ma il cristiano può resistere alle sue insidie (cfr. Efesini 6, 11). Satana è ora come un cane legato a una catena (cfr. Apocalisse 20, 1-3); può abbaiare, ma non mordere se non chi deliberatamente gli si avvicina. In questo senso è detto “il dio di questo mondo” (2 Corinzi 4, 4).

Come tante volte la Scrittura dice, Cristo Signore, avendo preso possesso del suo Regno, pone progressivamente sotto i suoi piedi tutti i suoi nemici (cfr. 1 Corinzi 15, 25). Egli è l'invisibile Governante o Re di questo mondo e nelle sue mani è il destino dell'umanità (cfr. Apocalisse 5, 9-14), non in quelle del forte disarmato (cfr. Marco 3, 27; Matteo-12, 29; Luca 11, 11-22).

 

TERZO TEMPO

A - L'errore:

Che cosa avverrà in un futuro non lontano. Quale aspetto o forma prenderà il regno di Geova?

Rispondono i geovisti:

1 - Geova porrà fine al presente sistema di cose, che anche dopo il 1914 ha continuato a essere malvagio e forse peggio. Geova, Re Guerriero, servendosi di Cristo, suo fedel maresciallo, annienterà in un bagno di sangue la cristianità e l'impero della falsa religione come pure ogni associazione politi- ca. Sarà quel giorno l'ora della vendetta: Armaghedòn! Tutti in quel giorno piangeranno, eccetto i tdG, poco più di tre milioni in una popolazione mondiale che supera i cinque miliardi di creature umane! Per i geovisti sarà un giorno di crudele tripudio!

2 - Dopo l'immane carneficina avrà inizio il regno dei Mille Anni. Geova primo, e Cristo secondo, regneranno veramente. Ma, ahimé! anche durante i Mille Anni la terra vedrà ingiustizie ed afflizioni. Tutto comunque sarà aggiustato per il meglio.

In che modo?

Per opera dei suoi legittimi rappresentanti, che sono naturalmente i suggellati (= i 144.000), Cristo potrà sanare spiritualmente, mentalmente e fisicamente la nuova umanità. In parole più chiare, tutti dovranno accettare ciò che impone la società geovista, conformando la loro condotta agli ordini dittatoriali del Corpo Direttivo. Chi volesse discutere tali ordini e ragionare con la propria testa, sarà inesorabilmente eliminato: subirà la pena di morte e l'eterno annientamento Si deve ragionevolmente supporre che vi saranno sbirri e boia per eseguire le condanne a morte dei malcapitati!

B   La verità:

1   Il Vangelo di Cristo non conosce un dio guerriero vendicativo qual è il Geova de La Torre di Guardia. Nulla poi è più contrario alla volontà di Cristo che un letterale annientamento dell'umanità a eccezione di pochi, quali sarebbero i privilegiati membri d'una setta. Quando due discepoli in un eccesso di zelo settario chiesero: “Signore, vuoi che diciamo che scenda il fuoco e li consumi? Ma Gesù si  voltò e li rimproverò” (Luca 9, 54-55).

Difficilmente  voi trovate nei libri della setta geovista le belle parole di Gesù conservateti da san Luca:

“Amate invece  i vostri nemici, fate del bene e prestate senza  sperare nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro” (Luca 6, 35-36; cfr. Matteo 5, 43-48).

Interpretando le parole della Bibbia e quindi dell'Apocalisse con feroce letteralismo e con indomabile arbitrarietà, i tdG fanno di Armaghedòn (cfr. Apocalisse 16, 16) il tempo e il luogo della carneficina universale, esclusi i membri della set- ta, per opera di un Geova vendicativo.

Ma a saper leggere la Bibbia come si conviene, Armaghedòn non va preso alla lettera. E' invece il simbolo dello scontro finale tra le forze ostili a Dio e la potenza salvifica di Cristo. Saranno di- strutte le forze avverse a Dio, non già i miliardi di creature umane che Dio ha creato e redento per- ché siano salve e felici nel Regno del Figlio del suo amore (cfr. 1 Timoteo 2, 3-6)11.

2 - Il regno dei mille anni. Il feroce letteralismo nell'interpretare la Bibbia è messo in opera dai tdG anche nella spiegazione dell'unico testo scritturale dove si parla del regno dei mille anni 4.

“Vidi poi un angelo che scendeva dal cielo con la chiave dell'abisso e una gran catena in mano. Afferrò il dragone, il serpente antico - cioè il diavolo, satana - e lo incatenò per mille anni; lo gettò nell'abisso, ve lo rinchiuse e ne sigillò la porta sopra di lui, perché non seducesse più le nazioni, fino al compimento dei mille anni. Dopo questi dovrà essere sciolto per un po' di tempo. Poi vidi alcuni troni e a quelli che vi sedettero fu dato il potere di giudicare. Vidi anche le anime dei decapitati a causa della testimonianza di Gesù e della parola di Dio (... ). Essi presero vita e regnarono con Cristo per mille anni; gli altri morti invece non tornarono in vita fino al compimento dei mille anni. Questa è la prima risurrezione. Beati e santi coloro che prendono parte alla prima risurrezione. Su di loro non ha potere la seconda morte, ma saranno sacerdoti di Dio e del Cristo e regneranno con lui per mille anni” (Apocalisse 20, 1-7).

Ed ecco ora la spiegazione:

A - Per poter capire bene il pensiero di san Giovanni non bisogna dimenticare ciò che la Bibbia dice altrove, come fanno abitualmente i tdG, cadendo così in grossolani errori e contraddizioni. Nel caso presente bisogna ricordare che la Bibbia:

a) Parla di un giudizio definitivo subito dopo la morte, dicendo che “è stabilito per gli uomini che muoiano una sola volta, dopo di che il giudizio” (Ebrei 9, 27). E che si tratti di una sentenza definitiva è detto inequivocabilrnente nei vangeli: per Lazzaro povero e il ricco egoista dopo la morte non c'è più nulla da fare né per meritare né per demeritare (cfr. Luca 16, 19-31). L'uomo raccoglierà i frutti delle sue opere subito dopo la morte (cfr. Luca 16, 4-9).

b) La Bibbia insegna pure che una sola sarà la conclusione della storia umana, col giudizio pubblico e universale, nel giorno della risurrezione dei morti. “Verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la voce del Figlio e ne usciranno: quanti fecero il bene, per una risurrezione di vita, e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna” (Giovanni 5, 28-29). Gesù non fa cenno a un periodo di Mille Anni tra la risurrezione e il premio o condanna finale.

c) Ripetutamente san Paolo parla di una sola tenuta (parusìa = presenza visibile) del Signore, davanti al cui tribunale tutti dobbiamo comparire (ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene sia in male” (cfr. 2 Corinzi 5, 10; 1 Corinzi 3, 11-15. Egli non era in attesa di un Regno Millenario, ma “della manifestazione gloriosa del grande Dio e Salvatore vostro Gesù Cristo” (cfr. Tito 2, 13; cfr. 2 Pie- :ro 3, 10-13).

d) Nelle parole di Paolo vi è l'insegnamento lei Maestro che aveva parlato di una sola sua tenuta (parusìa) per giudicare definitivamente tutti i popoli della terra (cfr. Matteo 25, 31-46). I morti di Sodoma e Gomorra (Matteo 10, 15), quel- li di Tiro e Sidone (cfr. Matteo 11, 22) e quelli di Ninive (cfr. Matte 12, 11) saranno risuscitati non per una seconda vita su questa terra, ma per la sentenza pubblica del Giudice dei vivi e dei morti Apocalisse 2, 23).

e) I grandi uomini dell'antichità - Abramo, Isacco, Giacobbe ecc. - mai hanno nutrito la speranza di ritornare sulla terra, da cui erano usciti. La loro aspirazione fu sempre verso una patria migliore, cioè quella celeste (cfr. Ebrei 11, 16).

Concludendo diciamo che la Bibbia non può contraddirsi. Perciò qualsiasi spiegazione del regno dei Mille Anni che distrugga le chiare verità bibliche ora ricordate va rigettata. In effetti, la spiegazione letterale dei Mille Anni distrugge la verità biblica secondo cui il giudizio definitivo avvenga subito dopo la morte, così pure distrugge la verità. che vi sia una sola morte (cfr. Ebrei 9, 27). Ed è pure verità biblica che all'unica parusta o venuta o manifestazione visibile del Signore Gesù la storia umana avrà la sua conclusione. Il destino dell'uomo sarà segnato definitivamente (cfr. Matteo 25, 46).

B - Qual'è dunque l'esatta spiegazione di Apocalisse 20, 1-7?

a) Tutti gli studiosi della Bibbia sono unanimi nell'affermare che l'Apocalisse, soprattutto nella sua seconda parte (dal cap. 4 in poi), è un susseguirsi di visioni simboliche. L'uso dei numeri, largamente praticato in questo libro, è perciò simbolico, soprattutto di quei numeri che di loro natura erano simbolici. A questi appartiene il numero mille, che non indica perciò un periodo di 10 secoli o mille anni astronomici, ma una durata lunga e indeterminata.

b) Notate ora che san Giovanni parla di una prima risurrezione e chiama beati e santi coloro i quali prendono parte a questa prima risurrezione (20, 5-6). Poiché secondo l'insegnamento biblico sopra ricordato, vi sarà solo una risurrezione dei morti in senso fisico alla fine del mondo, ne segue che la prima risurrezione di Apocalisse 20, 5 non deve essere intesa in senso fisico, ma in senso spirituale, cioè del passaggio dalla morte del peccato alla vita della nostra amicizia con Dio.

Questo è pienamente conforme alla Scrittura. in effetti, l'idea d'una risurrezione che si avvera già in questa vita, prima della fine del mondo e prima di un inesistente Regno Millenario, ricorre con grande risalto in san Paolo. “Per mezzo del battesimo siamo stati sepolti con Cristo affinché (...) anche noi vivessimo di vita nuova” (Romani 6, 4-5). “Da morti che eravamo per le nostre colpe, ci ha rido- nato la vita con Cristo...” (Efesini 2, 4-6). Anche nel Vangelo di Giovanni Gesù dice: “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede in colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non è sottomesso a condanna, ma è passato dalla morte alla vita” (5, 24-26).

c) Di questi risuscitati spirituali san Giovanni dice che fu dato loro il potere di giudicare (Apocalisse 20, 4), che è in armonia con la Scrittura. Gesù infatti aveva detto agli Apostoli che nella rigenerazione sarebbero seduti su dodici troni per giudicare le dodici tribù di Israele (cfr. 19, 18; Luca 22, 28-30). La rigenerazione indica il passaggio a una nuova vita e coincide col tempo dell'avvento del Regno di Dio a cominciare dal giorno dell'Ascensione San Paolo dice che ai santi, ossia a tutti i fedeli discepoli di Cristo - a quanti non hanno adorato la bestia né la sua immagine (Apocalisse 20, 4) - è dato il potere -di giudicare il mondo (cfr. 1 Corinzi 6, 2).

C - Alla luce di questo innegabile insegnamento biblico i Mille Anni altro non indicano che il tem- po decorrente d  alla instaurazione del Regno, operata da Cristo Risorto, alla sua seconda venuta alla fine della storia umana. E' il tempo della Chiesa, lungo e indeterminabile, indicato       simbolicamente col numero Mille in piena armonia con lo stile dell'Apocalisse.

a) Durante questo periodo satana è legato (Apocalisse 20, 1-2) perché Cristo lo ha disarmato (cfr. Luca 11, 20; Matteo 12, 28-29; Marco 3, 137). Sarà sciolto alla fine dei tempi, (cfr. Apocalisse 20, 7), come indica anche san Paolo (cfr. 2 Tessalonicesi 2, 3).

b) Giovanni parla poi di una seconda morte, che è in rapporto a una prima morte, cioè a quella fisica o del corpo. Sì tratta evidentemente della morte spirituale ossia della tremenda possibilità per l'uomo di separarsi definitivamente dall'Amore ed essere tormentato giorno e notte per i secoli dei secoli (cfr. Apocalisse 20, 10).

Obiettano i geovisti: Gli antichi scrittori cristiani interpretavano letteralmente i mille anni.

Si risponde:

a) Alcuni scrittori dell'antichità spiegavano letteralmente i mille anni perché, seguendo la mentalità giudaica, materializzavano il Regno di Dio, come fanno ora i tdG. Altri scrittori cristiani preferivano l'interpretazione spirituale e simbolica, che è conforme al Vangelo. Tra questi eccelle sant'Agostino (La città di Dio cap. XX).

b) La Chiesa Cattolica non è obbligata ad approvare tutte le opinioni degli scrittori e dei teologi. Questi non fanno autorità, se non quando le loro dottrine sono approvate ed accettate da coloro che Cristo ha costituito custodi della sua Parola (cfr. Atti 20, 28; 2 Timoteo 2, 1-2). Solo agli Apostoli guidati da Pietro e ai loro successori Cristo ha detto: “Tutto quello che legherete sopra la terra sarà legato anche in cielo” (Matteo 18, 18; cfr. Matteo 16,-19; Giovanni 21, 15-17). La Chiesa Cattolica non ha mai fatta sua l'interpretazione letterale dei mille anni.

c) Notate infine come i geovisti rifiutano la dottrina di questi stessi scrittori della Chiesa quando essi insegnano verità che la setta geovista rinnega, come l'immortalità dell'anima, la divinità di Gesù Cristo, la SS.ma Trinità ecc. Due pesi e due misure, com'è loro abitudine!

 

QUARTO TEMPO

A - L'errore

1 - Alla fine del Millennio un'ultima prova attende la nuova umanità. Satana sarà sciolto dalla sua prigione e uscirà per sedurre le nazioni (cfr. Apocalisse 20, 7-8). Il numero di quelli che si lasceranno sviare sarà così indefinito come i granelli che sono sulla spiaggia del mare. Tutti questi saranno completamente distrutti. E' questa la seconda morte.

La prova suprema, comunque, riguarda solo gli abitanti della terra, non i 144.000 suggellati, a cui è stato già assicurato il trono con Cristo nei cieli.

2 - Ai terrestri vittoriosi, che saranno una sparuta minoranza se paragonata ai miliardi di creature umane finite nel nulla, Geova darà finalmente la vita eterna su questa terra. Vi sarà l'adempimento letterale della profezia di Isaia 25, 6: “E Geova degli eserciti per certo farà per tutti i popoli su questo monte, un banchetto di piatti ben oleati”. Passeranno la vita mangiando, bevendo, divertendosi per secoli dei secoli.

B - La verità

1 - Certo la Bibbia parla di lotta finale del male contro il bene, conosciuta come l'azione del- l'Anticristo: ne parlano i vangeli, san Paolo, san Giovanni, l'Apocalisse. Ma nessuno può determinare con esattezza chi sia l'Anticristo, (o gli Anticristi) (cfr. 1 Giovanni 2, 18) né il come e il quando della sua venuta e della sua azione.

2 - E' assolutamente antiscritturale che coloro i quali si lasceranno sviare dal male siano completamente distrutti. Secondo la dottrina dì san Paolo non vi è distruzione eterna. Lo abbiamo di- mostrato nel N. 2 di questa collana. Affermare il contrario equivale a ripetere l'errore dei pagani ed atei d'ogni tempo che apre la via al più abietto materialismo (cfr. 1 Corinzi 15, 32-34).

3 - Parimenti la Scrittura non conosce una doppia ricompensa eterna: in cielo per pochi prìvilegiati e sulla terra per uomini di Serie B. Una sarà la città santa, la nuova Gerusalemme, che scen- de dal cielo, la dimora di Dio con gli uomini, ed e1ssi saranno il suo popolo, e Dìo stesso sarà con loro (cfr. Apocalisse 21, 2-3).

 

APPENDICE:

UN GROSSO ERRORE

 

I tdG ci forniscono alcune cifre riguardanti il numero dei rigenerati dallo spirito (i santi, gli unti) dal 1874 ai nostri giorni. Considerando tali cifre, si arriva alla conclusione che il regno spirituale su cui Cristo avrebbe esercitato la sua signoria durante il primo secolo Era Cristiana, contava sì e no circa 30.000 unità. Questo contrasta fortemente con la Bibbia.

1 - I dati geovisti. Dal 1874 fino al 1931 i suggellati sono stati circa 30.000. Dal 1931 al 1939 si ebbero altri 73.464 tutti santi o unti perché le altre pecore erano ancora in gestazione. Dopo il 1939 sarebbero spuntate altre poche migliaia. Nel 1983 ne sarebbero ancora in giro circa 10.000. Sommando queste cifre si ha un totale di più di 120.000 unità. Se ora dal numero completo e chiuso dei 144.000 sottraiamo 120.000, ne segue che durante tutti i secoli trascorsi - dall'ascensione di Cristo fino al 1874 - Geova avrebbe trasferito nel suo regno spirituale circa 24.000 suggellati. Di questi la maggior parte sarebbero vissuti nel primo secolo Era Cristiana. E' una cifra assai magra, anzi magrissima.

2 - I dati della Bibbia. In Atti 2, 41 si parla di circa 3.000 persone venute alla fede; in Atti, 4, 4 di circa 5.000; in Atti 5, 14 di aumento di uomini e di donne; 6, 7 di un gran numero di sacerdoti dell'Antico Patto convertiti al Vangelo. A principio degli anni sessanta san Giacomo poteva dire a san Paolo: “Fratello, tu osservi quante miriadi (= decine di migliaia) di convertiti vi siano tra i Giudei e tutti fortemente attaccati alla legge” (Atti 21, 20 Garofalo) .

In quanto ai pagani venuti alla fede, in Atti 11, 21-24 è detto che un gran numero di elleni (= pagani) credette e che una folla innumerevole fu condotta al Signore. E poco oltre, in Atti 16, 5, san Luca informa il lettore che le comunità crescevano di numero ogni giorno.

Ben a ragione san Giovanni, scrivendo verso la fine del primo secolo, testimoniava di “una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare (...). Tutti stavano davanti al trono e davanti all'Agnello” (Apocalisse 7. 9), quindi in cielo, ossia nella parte interna del tempio, non già nel suo esterno, come vorrebbe far intendere La Torre di Guardia.

Ogni onesto lettore può facilmente dedurre da queste chiare ed inequivocabili testimonianze bibliche che il Regno di Cristo e di Dio (cfr. Efesini 5, 5) superava di gran lunga lo sparuto numero di suggellati o santi o unti, che gli concedono i tdG. Si tratta di un grosso errore (o manovra) geovista con finalità prettamente settarie.

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