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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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IL NATALE FESTA PAGANA? e altre curiosità geoviste

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 16:52
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05/09/2009 16:52

Se la vostra giustizia… (Matteo 5, 20)

Alla luce di quanto detto finora è possibile accertarsi del vero significato di Matteo 6, 5-9, di cui abusano i tdG.

 

1 – Il testo:

 

“Quando pregate, non siate simili agli ipocriti che amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e negli angoli delle piazza, per essere visti dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Tu, invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. Pregando poi, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate” (Matteo 6, 5-9).

 

2 – La spiegazione:

 

a – Come aveva ammonito poco prima, nello stesso discorso della Montagna (Matteo 5, 20), Gesù vuole insegnare che anche nella preghiera la giustizia dei suoi discepoli deve superare quella dei farisei; e che il loro comportamento morale e spirituale deve essere differente da quello dei pagani (Matteo 5, 47).

Per quanto riguarda i farisei, Gesù non li condannava perché ripetevano la stessa preghiera, ma per la loro mancanza di giustizia nei rapporti con Dio. Non si curavano tanto dell’onore di Dio quanto piuttosto del loro onore: pregavano per essere visti dagli uomini. Peccavano di formalismo e di vanagloria.. Erano interiormente vuoti.

 

b - I pagani poi, nella loro preghiera, si illudevano di far pressione sulla divinità, di piegare cioè la volontà divina al proprio volere, in forza di formule ripetute ininterrottamente. Essi davano alle loro pro ghiere un valore magico. Mancavano di fiducia e d abbandono in Dio (Cf, 1 Re 18, 27). In essi Gesù condanna la mancanza di sottomissione alla volontà di vino, non già l'insistenza nella preghiera e la ripetizioni della stessa domanda.

 

c - Non così devono pregare i veri discepoli di Cristo. Il Maestro vuole che i suoi veri seguaci “adorino Dio in spirito e verità” (Giovanni 4, 24), chiedendo nella preghiera primieramente la santificazione del nome di Dio e l'avvento dei suo Regno.

A differenza poi dei pagani i veri discepoli di Cristo accompagnano sempre le loro preghiere, siano essi lunghe o brevi, con l'umile e coraggiosa accettazioni della volontà di Dio (Matteo 6, 10) e con l'abbandono fiducioso nella sua paterna bontà.

Dio è il Giudice (Salmo 50, 6)

Ma dicono i geovisti: Solo noi adoriamo Dio in spirito e verità, mentre i cristiani nominali onorano Dio solo con le labbra.

 

Al che si risponde:

 

a - “Chi sei tu per giudicare un servo che non è tuo?  Stia in piedi o cada, ciò riguarda il suo padrone. Ma. starà in piedi, perché il Signore ha il potere di farcelo stare”(Romani 14, 4; cf. Giacomo 4, 12; 1 Corinzi 5, 13).

E. Gesù disse: “lo sono Colui che scruta gli affetti e i pensieri degli uomini, e darò a ciascuno di voi secondo le proprie opere” (Apocalisse 2, 23; cf. Geremia 11, 20; 17, 10).

 

b - Appropriata deve dirsi la risposta che il Signor Vincenzo Ranauro, dissociatosi dalla setta geovista, diede a un testimone di Geova. Quest'ultimo, senza essere richiesto, aveva aspramente criticato la coscienziosa e coraggiosa decisione del signor Ranauro a lasciare la setta.

 

Scrisse dunque il signor Ranauro:

 

“Non è possibile che le preghiere ripetute della vecchietta possano essere recitate con amore, con vera fede, possano essere recepite in cielo, con vera gioia? Qui la biblica trave nell'occhio vi calza a pennello (Matteo 7, 3) Perché non prova a leggere con attenzione le riviste,

libri dei testimoni di Geova? Si accorgerà che i vostri scritti sono una continua ripetizione a dir poco ossessiva come pure va detto delle vostre preghiere ove continua mente ripetete le solite cose”.

 

Quali sono queste solite cose? Sollecitazioni a Geova, il loro dio, affinché distrugga tutti coloro che non vogliono essere testimoni di Geova e dìa ai membri della setta, i soli privilegiati, questa terra ricolma di vino di olio e di frumento.

Come invocare Dio

E’ una curiosità legittima, non vi pare?

 

Dicono i geovisti:  Rivolgendovi a Dio, dovete chiamarlo Geova, altrimenti non vi risponde.

 

Possibile?

Spiegano i geovisti: Supponiamo che in piazza vi siano tre uomini e voi volete chiamare uno di loro; se dite: “signore!”, quello che voi cercate non capisce e non vi risponde. Forse vi risponderà uno dei tre che non volete.

 

Ma se voi dite: Prosdòcimo! , che è il nome proprio della persona che voi cercate, quello subito capisce e vi risponde...

Allo stesso modo con Dio: Dovete chiamarlo Geova, altrimenti non capisce e non vi presta attenzione ... ...

 

-     Dice la Bibbia:

 

“Tu, Signore, mi scruti e mi conosci (…)  Penetri da lontano i miei pensieri (...). La mia parola non è ancora sulla lingua e tu, Signore, già la conosci” (Salmo 139, 1-4).

 

- “Se avessimo dimenticato il nome del nostro Dio e teso le mani verso un dio straniero, forse che Dio non lo avrebbe scoperto? Lui che conosce i segreti del cuore?” (Salmo 44, 21-22).

 

­            - “Non dobbiamo pensare che la divinità abbia qualcosa della immaginazione umana” (Atti 17, 29).

 

Scrisse un ex-testimone di Geova:

 

“Per risolvere i miei dubbi, che erano molti e gravi, lessi con avidità gli opuscoli da lei scritti. Più li leggevo e più mi apparivano astruse le dottrine dei testimoni di Geova finché alcune mi apparvero dopo un po' addirittura ridicole”.

 

DI CASA IN CASA

L'errore

A sentire i tdG, gli unici fedelissimi predicatori del Vangelo sarebbero loro e soltanto loro perché vanno “di casa in casa” come, sempre a sentir loro, facevano Gesù e san Paolo. Al contrario, tutti i sedicenti cristiani, cattolici e non cattolici, specie i preti e i ministri, avrebbero tradito il Vangelo perché non vanno di casa in casa.

Si tratta evidentemente di un'ennesima mistificazione della Parola di Dio allo scopo di creare un complesso di superiorità e di orgoglio nei seguaci della setta, che accettano senza alcun senso critico tutto ciò che propina La Torre di Guardia.

Ma la Bibbia non dice così! E san Paolo sapientemente avverte: “Esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono. Astenetevi da ogni specie di male” (1 Tessalonicesi 5, 21-22).

L'esempio di Gesù

Per provare la sua insostenibile tesi o piuttosto il suo errore un testimone di Geova citò una volta le parole di Luca 8, 1, che dice: “In seguito egli (Gesù) se ne andava per le città e i villaggi, predicando e annunziando la buona novella del regno di Dio”.

Eravamo a discutere all'aperto, su un marciapiede, ed io chiesi al primo passante: “Pensa lei che " andare per le città e i villaggi " equivale ad " andare di casa in casa

“No, certamente!”, rispose l'intervistato come per istinto e proseguì per la sua strada con grande disdetta dei testimone di Geova.

In effetti, chiunque abbia un minimo eli capacità intellettiva ed esamina onestamente ogni cosa, come dice l'apostolo, comprende ed accetta che “andare per le città e i villaggi” non comporta assolutamente “andare di casa in casa”.

L'uso della Bibbia che fanno i tdG, è superficiale e settario.

Paolo e il suo metodo

In ogni modo, il testo biblico maggiormente strumentalizzato dai geovisti in questa loro ingannevole propaganda sono le parole di san Paolo nel suo discorso di addio agli anziani di Efeso:

“Sapete come non mi sono mai sottratto a ciò che poteva essere utile, al fine di predicare a voi e istruirvi in pubblico e nelle vostre case” (Atti 20, 20).

 

Qual è il pensiero dell'Apostolo?

 

a) Notate anzitutto come san Paolo parla in primo luogo di predicazione e di istruzione in pubblico. L'evangelizzazione “di casa in casa” non era dunque né l'unico né il primo modo di annunziare il regno di Dio. Paolo dava la precedenza alla predicazione e istruzione in pubblico.

 

b) Negli Atti degli Apostoli abbiamo numerose testimonianze di questo metodo di evangelizzazione.

Giunti in una località, Paolo e i suoi collaboratori “non andavano di casa in casa”, ma piuttosto in luoghi pubblici per annunziare la buona novella del regno. Durante il primo viaggio missionario “arrivarono ad Antiochia di Pisidia, ed entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, si sedette. Dopo la lettura della Legge si alzò Paolo e fatto cenno con la mano disse...” (Atti 13, 14-16).. Anche ad lconio essi entrarono nella sinagoga dei Giúdei e vi parlarono in modo tale che un gran numero di Giudei e di Greci divennero credenti (Atti 14, 1 ss).

Identico metodo fu seguito durante il secondo viaggio missionario sinagoghe e, ad Atene, l'Areopago sono gli unici luoghi menzionati in rapporto alla predicazione di san Paolo (cf. Atti 17, 1-22). La stessa cosa avvenne a Corinto (cf. Atti 18, 4), e quando a Paolo furono chiuse le porte della sinagoga, non cominciò a girare di casa in casa, ma prese dimora presso un tale chiamato Tizio Giusto, 'la cui abitazione era accanto alla sinagoga. Colà Paolo riceveva e istruiva, e anche Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua, famiglia, e con lui molti

dei Corinzi credettero e si fecero battezzare (cf. Atti 18, 7-8).

 

c) Caso tipico è pure il comportamento di Paolo nella fondazione della chiesa di Efeso:

“Entrato poi nella sinagoga (Paolo), vi potè parlate liberamente per tre mesi, discutendo e cercando di persuadere gli ascoltatori circa il regno di Dio. Ma poiché alcuni si ostinavano e si rifiutavano di credere dicendo male in pubblico di questa nuova dottrina, (Paolo) si staccò da loro separando i discepoli e continuò a discutere ogni giorno nella scuola di un certo Tiranno. Questo durò due anni (o tre cf. Atti 20, 31), col risultato che tutti gli abitanti della provincia d'Asia, Giudei e Greci, poterono ascoltare la parola dei Signore” (Atti 19, 8-10).

Non vi sfugga il particolare: continuò a discutere ogni giorno nella scuola (...). Questo durò due anni (o tre). E' evidente che Paolo, proprio ad Efeso, non andava di casa in casa, ma predicava il regno di Dio in pubblico, in un'aula scolastica presa quasi certamente in affitto.

Di casa in casa

Alla luce di tante testimonianze biblíche deve dirsi errata e settaria la spiegazione che i geovisti danno delle parole “di casa in casa” di Atti 20, 20.

Perché?

Già abbiamo detto che tale espressione ricorre nel discorso di addio che Paolo fa alla comunità di Efeso, nel quale ricorda il lavoro da lui fatto nella fondazione di quella chiesa. Narrando gli eventi connessi con quella fondazione il libro degli Atti specifica che Paolo riceveva e istruiva in un locale pubblico, in un'aula scolastica ogni giorno, dove veniva gente da tutta la provincia d'Asia. E' impossibile dunque che l'apostolo dedicasse la maggior parte del suo tempo e delle sue energie, andando di casa in casa a distribuire fogli e sorrisi.

Il significato di quelle parole “di casa in casa”, nel contesto specifico della fondazione della chiesa di Efeso, non può essere che uno solo, vale a dire che, nei limiti del possibile e dietro richiesta di persone maggiormente interessate al Vangelo o anche impossibilitate ad andare nella sala dove Paolo riceveva e istruiva, l'apostolo completava l'opera di evangelizzazione anche nelle case, a domicilio. La maggior parte del tempo, comunque, era dato alla predicazione in pubblico.

E' dunque da escludere in modo assoluto che san Paolo e ; suoi collaboratori, ad Efeso e altrove, andassero di casa in casa come fanno i lontani discepoli di Carlo Russell, importunando la gente e vendendo gli opuscoli, i libri, le riviste della setta geovista su una base nettamente affaristica.

San Paolo era ben consapevole del comando dei Signore, che mandando i discepoli a predicare, aveva detto: “Non passate di casa in casa” (Luca 10, 7).

 

SCRUTATE LE SCRITTURE (Giovanni 5, 39)

 

Cozzuolo (Treviso) 21-12-1979

 

...Sarebbe utile ed edificante pubblicare anche alcune lettere di quelle persone che dopo aver letto gli opuscoli si sono dissociate dal seguire le ampollose vacuità di questa setta, l'unica che non conosce la parola amore, ma gioisce per la “imminente” distruzione del genere umano.

 

COSTELLA BRUNO

 Piazza Cozzuolo, 24

 Cozzuolo (Treviso)

 

Ho capito di aver sbagliato! .

 

Se le scrivo è perché le mie intenzioni, verso di lei e la Chiesa Cattolica, sono radicalmente cambiate da quanto le scrissi la prima volta (...)

Forse si chiederà a cosa è dovuta questa conversione: in massima parte per merito della signora Paola Ricciardi del M.B.C. di Velletti che per mezzo delle sue lettere e della letteratura che mi ha inviato, mi ha fatto capire, e fatto entrare nel cuore, che la strada giusta non era quella che avevo intrapresa, ma quella segnata nei secoli da veri Santi, da veri Martiri, da veri Evangelizzatori, e non quella percorsa da falsi profeti.

Ora che non seguo più gli insegnamenti della Torre di Guardia, ora che ho letto tanti libri di autori cattolici, ora so che Gesù quand'era sulla terra non era solo un uomo perfetto ma anche Dio e con la “D” maiuscola; ora so che lo Spirito Santo non è “una forza attiva non intelligente” come lo definì la Torre di Guardia del 15-4-72 a pag. 244, ma è una persona divina,  “un altro consolatore”, ed è a lui che è stato affidato il compito di guidare la Chiesa in tutta la verità, e non allo “schiavo fedele e discreto” dei tdG...

Per ultimo vorrei informarla qual è stato il secondo importante motivo di questo mio cambiamento: quando ho detto ai testimoni che conducevano il mio studio biblico che volevo esaminare anche ciò che dicevano i cattolici a proposito della vera religione, nessuno si è fatto più vedere. Prima erano tutti i giorni a casa mia, sia loro che gli altri membri della congregazione locale; ora invece quando mi incontrano per strada fanno finta di non conoscermi. Anche questo ha contribuito a farmi capire che mi ero cacciato in un vicolo cieco, ero entrato in una organizzazione dove il “Prossimo” è ristretto ai soli membri appartenenti, ove, e l'ho capito solo ora purtroppo, esiste una “fratellanza settaria”.

 

VINCENZO RANAURO

Il Tempo, Rubrica “Così semplicemente”

15 gennaio 1978

 

Ostia Lido (Roma) 28-9-1979

 

Grazie a Dio, ai libri di G. Pape, di Giuseppe Crocetti, e ai suoi meravigliosi opuscoli sulle dottrine, ho potuto maturare la decisione di dissociarmi dall'organizzazione dei tdG. E’, una decisione di pochissimi giorni fa, che ho preso in tutta coscienza e serenità dopo essere stato testimone per circa 18 mesi.

Tutto è cominciato quando, volendomi approfondire sulle dottrine intorno alle quali le altre religioni ci attaccavano, andai in una libreria S. Paolo (allora mi trovavo a Trieste) e chiesi qualcosa sui tdG. Ciò mi sarebbe servito a conoscere le argomentazioni delle altre organizzazioni religiose contro le dottrine dei tdG, in questo modo avrei potuto approfondirmi sull'argomento e controbattere con le Scritture alla mano. Vi trovai solo il libro di G. Pape, che mi lasciò sconcertato, anche se non era il tipo di libro che cercavo. Anche dopo averlo letto però continuai ad uscire in “servizio teocratico” perché per un po' di tempo riuscii a tenere a freno i miei dubbi. Sennonché questi dubbi mi salivano alla mente sempre più potentemente finché capii di non potere continuare così. Ripresi allora il libro di G. Pape e lo rilessi con più attenzione.

Risultato:  da allora non sono più uscito in “servizio teocratico”, né partecipato alle adunanze nella “sala del Regno”, Già fin dalla mia prima “assenza ingiustificata” si fecero sentire gli effetti di questa dittatura mascherata sotto il nome di Dio, cosicché quando alcuni tra i 'più anziani chiesero a mia moglie (testimone), ella riferì che avevo letto qualcosa e che nutrivo dei dubbi. Risultato: appena finita l’adunanza di servizio bussano alla porta. Gentilmente li faccio accomodare, anzi li invito a cena su due piedi. Morale della favola. non è importante chi ha fondato l'organizzazione, né i suoi successori, neppure quello che hanno scritto o detto, quanto i frutti che l'organizzazione produce poiché disse Cristo: “Dai loro frutti riconoscerete i miei discepoli”.

lo rimango sulle mie e ribadisco i miei dubbi. Pochi giorni dopo (per fortuna) vado in ferie a Bari dove io e mia moglie siamo nati e cresciuti. Lì, avevo pensato, potrò risolvere con più serenità i miei dubbi non pressato da nessuno.

I dubbi sull'organizzazione ormai erano gravi, ma volevo vedere se almeno nelle dottrine da loro proclamate vi era chiarezza. Andai così di nuovo in una libreria S. Paolo a Bari e vi trovai il libro di G. Crocetti “I testimoni di Geova” e parte degli opuscoli scritti dai lei. Li lessi con avidità e capii subito che anche le dottrine dei tdG erano opinabili. Più li leggevo e più, mi apparvero astruse le dottrine dei tdG finché alcune mi apparvero dopo un po' addirittura 'ridicole'.

Certo, per uno come me, a digiuno di religione, non era stato difficile ai tdG farmi credere quello che volevano; soprattutto grazie al metodo che hanno di prendere un versetto qua, un versetto là, strappandolo dal contesto e per di più in base a una Bibbia spuria. Ogni volta infatti che prendevo in mano una mia vecchia Bibbia, mi veniva detto: “Ma no! Leggi su quella nostra; è più chiara! ! Ormai dovresti aver capito che è questa la vera religione! !”, facendomi così intendere che la loro “vera” religione non può ingannare.

Intanto finiscono le ferie e torno a Roma, 'base del mio lavoro. Ormai avevo messo in discussione tutto.

Il giorno dopo il mio ritorno (che tempismo! ) un “anziano” e un “servitore di ministero” bussarono alla porta. Dissi loro chiaro e tondo che i dubbi erano gravi e volevo risolverli da me! Rimasi dello stesso parere anche dopo vari disperati tentativi da parte loro di considerare subito i dubbi insieme a loro cercando di farmi sentire in colpa per essermi isolato nelle considerazioni sulla Bibbia, cosa condannata dalla Sacra Scrittura. Risposi che io non cercavo una mia verità, ma dove questa fosse. Inoltre dissi anche che avendomi nascosto moltissime cose per poter fare un esame obiettivo durante tutto lo studio biblico che ebbero a farmi, avevo capito che queste cose dovevo cercarle da me stesso.

Hanno insistito allora sui “frutti marci della cristianità” e sui “frutti puri della loro organizzazione”, segno visibile della vera religione. Visto però la mia tenacia, si sono dovuti rassegnare ad andarsene senza aver ottenuto il loro scopo, trovando però parole che altro scopo non avevano se non quello di farmi sentire in colpa  per essermi andato a cercare dei dubbi su uni religione che non è “comoda”. Anche qui trovai il tempo di dire che se, avessi voluto lasciare l'organizzazione, l'avrei fatto dopo aver letto poche pagine del libro di G. Pape.

Invece ancora non mi decidevo a lasciare l'organizzazione. Mi capitò, dopo un po' di tempo, una sosta di servizio proprio a Bari la mia città. Ritornai in una libreria San Paolo e questa volta vi trovai gli opuscoli sui Santi e sulle Bibbie a confronto. Alla fine di queste letture  ormai non avevo più dubbi neanche sulla falsità delle dottrine da loro proclamate. Avevo anche capito che il frutto più marcio, quello di peccare contro lo Spirito Santo attraverso una traduzione spuria della Bibbia, l'aveva prodotto proprio l'organizzazione che tanto si vantava dei suoi frutti (...).

Così, dopo lunga riflessione, pochi giorni fa ho indirizzato alla mia ex “sala del Regno”, una lettera di dissociazione.

 

                                                         Ostia Lido (Roma)

                                                   N. Roberto

 

 

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                                Palermo, 10-6-1980

 

Caro reverendo Tornese,

 

sono (per Grazia di Dio) un ex testimone di Geova. Ho letto tutti i suoi opuscoli, i quali hanno saputo veramente darmi l'aspetto “reale” della Chiesa, nella quale sono stato battezzato, e la trovo (non più sotto l'influenza della Torre di Guardia) bellissima, Perché le scrivo? Perché in lei ho trovato fiducia e conforto, e in un certo senso una liberazione. Era triste, mi creda, credere che Cristo Gesù avesse promesso il cielo solo ad alcuni, mentre gli altri dovevano morire e quindi essere annientati anche se solo temporaneamente, e poi che paura mi faceva l'Har-Maghedon. Tutto ciò non riusciva ad entrarmi nel cuore, ma purtroppo ci credevo. Solo ora riconosco le vere eresie che in buona fede sostenevo e di questo Dio voglia perdonarmi. Ringrazio primíeramente il Dio Meraviglioso della Chiesa Cattolica (e lo dico col cuore) che ha riversato la Sua Luce nell'anima mia. Egli si è servito di due ex testimoni di Geova che mi hanno aperto gli occhi dell'inganno che la Torre di Guardia trama alle spalle della povera gente, e a lei che nella mia delusione, tramite le sue pubblicazioni ha confermato e spiegato meravigiosamente al mio senso  di vuoto spirituale, chi è e che cosa crede quella che la Torre di Guardia chiama “Babilonia” e che io giustamente chiamerei “Gerusalemme Celeste”.

Ho letto la triste esperienza di Gúnther Pape, e quello che lui racconta riflette in un certo senso la lotta interiore che si trova in ogni testimone di cuore sincero, ma che soffoca pensando che sia satana, come inculca la Torre di Guardia: andare contro gli insegnamenti di quest'ultima significa andare contro Geova stesso! (diceva una Torre di Guardia). E’ doloroso pensare che molti sinceri testimoni di Geova siano ancora loro schiavi, e io, Padre, ne conosco molti. Purtroppo certi “anziani” della congregazione alla quale appartenevo io, hanno sparso la voce che io sono malato di “peste spirituale”  Proprio così mi ha detto un anziano (così si chiamano quelli che prendono la direttiva in ogni comunità di testimoni di Geova), al quale avevo detto che la Torre di Guardia è un falso profeta, e questi adirato mi ha detto che il libro che io avevo letto e che parlava della setta, aveva firmato la mia condanna. Ma ciò non mi ha fermato: ho detto ad altri “anziani” che la loro Bibbia è “falsificata”, e mi hanno risposto che le altre traduzioni erano false; cosa che è semplicemente pazzesca, e che denuncia la loro mancanza di verità.

Io adesso sono stato “bollato” come l’“Anticristo”, ma non è vero: io amo Gesù, anche se umilmente riconosco che alcune volte non sono degno di Lui. La prego, caro Tornese, mi dìa dei consigli. Io non ho la sua esperienza, ma vorrei aiutare i sinceri testimoni che sono stati ingannati! Molti di loro sono finiti a lavare scale per avere tempo libero per predicare il Regno di Cristo, mentre è solo una montatura della setta.

ANZALONE  DIEGO (anni 20)

Palermo

 


 

Palermo 23-6-1980

 

Carissimo Reverendo,

Ho ricevuto la Sua gradita lettera la quale mi ha incoraggiato molto dal lato spirituale. Ho apprezzato moltissimo la sua freschezza nel consigliarmi l'opera di “ricupero”. Comunque anch'io ho la coscienza scossa per questo penoso inganno; non si preoccupi: ho nella mia mente la bella frase di san Paolo.: “Guai a me, se non dichiarassi l'Evangelo”.

Se può usare la mia testimonianza per eventuali pubblicazioni? Ma certo!

In quanto agli “anziani” non mi fanno paura, anzi un 15 giorni fa ne sono venuti 2 a casa mia e mi hanno proposto di ritornare in congregazione; ma io fatto notare loro che non ero diventato pazzo, ho fatto sapere, loro tutto l'inganno della Torre di Guardia, e che la loro Bibbia è falsa, e uno di loro mi ha risposto che io non sono un professore di ebraico e neanche di greco, ed io ho risposto che neanche loro lo erano per cui non potevano dimostrarmi che la loto traduzione era fedele alla “Vera Bibbia”. Morale della discussione? Uno di  loro si mise le mani alle orecchie perché (secondo lui) non poteva ascoltare le mie “eresie”; ed io ho tuonato a pari volume. “E perché io dovrei ascoltare le vostre eresie?”. Quindi per me possono cantare anche la “traviata”. Un saluto cristiano.

 

Vostro conservo

        ANZALONE DIEGO

 

 

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Vezzi (Novara), 10-4-1980

 

Caro P. Nicola,

Sono un sacerdote di Verona che svolge il suo ministero fra i giovani adolescenti del Piemonte.

Un giorno ho avuto tra mano i primi 11 opuscoli della Piccola Collana “I testimoni di Geova”. Davvero interessanti !

Anzi il N. 11 Bibbie a confronto mi è  servito per una sincera discussione con due testimoni, i quali alta fine non erano più d’accordo neanche fra loro due.

Grazie di quanto sta facendo per illuminare la mente dei nostri fedeli... Continui!

Uniti nella preghiera.

 

Distinti saluti

 

D. LUCATO CLAUDIO

 

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Casamassima (Bari), 30-6-1976

 

Caro Padre Tornese,

grazie alla Provvidenza, grazie anche ai suoi libricini sui testimoni di Geova, sono riuscito a far diventare  anti-testimoni un gruppo di sensibili studenti, ed un leader-battezzato rimasto qui in paese un gruppetto di irredimibili perché letteralmente analfabeti e cocciuti che rifiutano ogni dialogo.

 

Grazie e tanti auguri.

 

Aff.mo nel Signore

Sac. TOMMASO CONTICCHIO


Andria, 13-12-1982

 

Rev.mo P. Tornese,

mi è grato inviarle i più sinceri e calorosi auguri per il S. Natale e il 1983.

I suoi opuscoli riscuotono positivi successi. D'accordo con gli insegnanti di Religione dell'Istituto Tecnico Industriale Statale di Andria (dove anch'io insegno), Don Giuseppe Scianella e Don Peppino Ruotolo, ho distribuito (in omaggio) i due opuscoli del “Piccolo Catechismo” in tutte le classi (n. 16! ) dell'I.T.I.S. = circa 600 copie di ciascun volumetto. I tdG che sono venuti anche a infastidire i nostri studenti all'uscita (e all'inizio), sono rimasti neutralizzati e... non si sono fatti più vivi!

Cordiali saluti.

 

 

L. MAGNO

 

 

 

 

Scandicci (Firenze), 21-3-1983

 

Egregio P. Nicola Tornese,

Frequento la Parrocchia di S. Giusto di Scandicci e partecipo alla catechesi per adulti. Fortunatamente ho avuto occasione di leggere i suoi preziosi e oculatissimi opuscoli della collana: “I testimoni di Geova”. Dico fortunatamente perché ho apprezzato moltissimo il Suo lavoro non indifferente. Sono cattolico convinto, sono nato nel 1936, sposato con due figli. Prego sempre, sperando che tutto il popolo di Dio si salvi da tutto questo " fiorire " di sette che si dicono " cristiane. Sono solidale con Lei e condivido pienamente tutto l'espletamento della " materia " trattata inerente ai tdG. soprattutto quando asserisce il concetto “...dispiace che queste persone interpretino così male la parola  Dio”.

Questi fratelli continuano a fare e a farsi del male L'uomo ha inventato la scrittura (i caratteri) non solo per leggerla e per tramandarla ai posteri, indelebilmente, ma soprattutto come mezzo per esprimere dei concetti e dei pensieri. Così, penso, avviene nella Sacra Scrittura, quella vera, la nostra! E’ il contenuti globale, tutto il contesto che non deve sfuggirci. E noi la parola estratta a nostro piacimento. Credo che, parola scritta debba essere sempre considerata un simbolo subordinata al pensiero e non viceversa. Saremmo capaci tutti di estrarre delle parole dall'A.T. e N.T. adattandole alle nostre comode interpretazioni personali. Così facendo potremmo coniare ancora altre set te. Penso a volte stupidamente... potessi trovare nella Bibbia qualche parola per ammorbidire, sminuire qual che mio peccatuccio o peccataccio!

 

Ma Dio è Serio, Amoroso, la Sua legge perfetta, giusto il Suo giudizio.

 

Avere cultura della parola di Dio non vuol dire interpretarla, distorcendola, ma testimoniarla! E non, mi sembra sia necessario possedere dei diplomi o essere biblisti, se poi deve sfuggirci la semplicità di come Gesù Cristo Non a caso rivelato il Va gelo di Gesù affida il compito di costituire. la Chiesa di Dio a Pietro. un pescatore, a cui affida le Chiavi del Regno dei cieli!

Egregio P. Tornese, mi congratulo vivamente per il suo coraggio, la massima dedizione, aderenza alle cose di Dio. Grazie a lei e anche ai tdG.) che contribuiranno sempre a fare emergere ancor più, la convinzione che noi cattolici siamo nella giusta Chiesa di Dio!

 

 

SPATARO RENATO


 

Bolzano, 13-4-1982

 

Mio caro reverendo Padre Nicola Tornese,

Tanto tempo fa vi scrissi e vi dissi che ero un ex testimone di Geova ritornato alla Chiesa Madre. Questa decisione, devo sottolineare, l'ho presa dopo aver esaminato accuratamente e da solo “Il Primato della Chiesa di Cristo”. Questo primato l'ho trovato nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Dopo tre anni di cammino in seno alla Chiesa di Cristo mi sono convinto e ne ho le prove che codesta Chiesa (Cattolica) tanto odiata dai testimoni di Geova è la stessa uguale in sostanza ed in spirito, come ai tempi Apostolici. Essa à l'unica " Vera Fonte di Salvezza per il genere umano "! Ho parlato di frequente con i testimoni di Geova sul tema “Primato di Pietro e del Papa”; ma essi fuggono al solo menzionare tali cose. I testimoni di Geova sono annebbiati. Dove loro predicano e fanno proselitismo, entra il dolore e il tormento. Ho visto molte famiglie rovinate, famiglie dove l'amore è scomparso. Un esempio fra i tanti lo abbiamo qui in via Sassari a Bolzano; sto parlando di una famiglia che una volta era un esempio di amore e di felicità; da questo amore nacquero due figli e quindi la felicità era completa. Li vedevamo venire sempre a Messa, erano per così dire un esempio nella Parrocchia. Finché un giorno la madre iniziò a studiare con i testimoni di Geova. Man mano che lei progrediva nella falsa dottrina, lei cambiava di carattere. Ora si è giunti a tal punto che la madre non vuole vivere sotto lo stesso tetto dei marito. Vuole divorziare, non ne vuole più sapere del marito “cattolico” (Vedere 1 Pietro 3, 1-2).

 

SERGIO FOLGARAIT

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Bolzano, 25-4-1982

Carissimo Reverendo Padre Nicola Tornese,

Ho ricevuto e letto con gioia la Sua lettera. In questi ultimi tempi ho capito che è il Signore che mi spinge ad avvertire i fratelli cattolici della nostra zona, avvertirli del pericolo dell'eresia.

Geova.

Caro Padre, noi Le diamo il permesso di pubblicare la lettera dove Lei vuole, sia sui giornali sia sui suoi libricini. Desideriamo pure che Lei metta il nostro nome e cognome e indirizzo (...). li tutto aiuterà qualcuno, metterà in guardia chi leggerà il giornale e i Suoi bellissimi libricini.

Aiutare i fratelli che si sono persi nell'eresia significa aver amore, significa desiderare che anche essi abbiano la nostra felicità, che la si trova solo nella Chiesa Madre Cattolica Apostolica Romana. Il geovismo si è schierato apertamente contro la Chiesa di Cristo, cercando di infangarla. Essi devono avere il nostro aiuto, dobbiamo avvertirli che, essendosi loro allontanati dalla Chiesa, si rendono responsabili della propria morte. Nessuno può avere Dio per Padre se non ha la Chiesa per Madre.

Il pericolo che li sovrasta è grave. L'Apostolo Paolo nella Sua lettera ai Galati cap. 1: ver. 7-9, parla chiaro; quindi il nostro lavoro è di salvezza, d'amore e di preghiera per coloro che hanno perso il “lume della ragione”.

La saluto fraternamente e La prego di assistermi con qualche preghiera.

 

SERGIO FOLGARAIT

Via Cagliari, 10/3 - 39100 Bolzano

 

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FERLITTO ROSY

22040 Alserio (CO)

 

Caro Padre Tornese,

sono una ragazza che fino a poco tempo fa studiavo coi testimoni di Geova, fino a quando un giorno una Suora si recò a casa mia per richiesta di mia Madre che a tutti costi voleva impedirmi questa strada, e che lo sinceramente credevo giusta.

Dopo una lunga discussione su vari argomenti la Suora mi diede da leggere alcuni suoi opuscoli, che io lessi con molta avidità e più li leggevo più mi accorgevo degli errori, che prima non riuscivo a vedere. La cosa che mi colpì molto fu l'argomento della trasfusione dei sangue, e che essi cocciutamente sostengono, causando così la morte di piccoli innocenti. Devo sinceramente dire che mi sono liberata da un peso enorme, perché proprio di un peso si tratta, obbligando con forza le persone a fare secondo ciò che il Corpo Direttivo comanda.

Non mi ero mai accorta dell'odio mortale che La Torre di Guardia propina contro la Cristianità. Ci sono tante altre religioni, ma non ho mai trovato un commento denigratorio su queste, quando invece lo è in modo così costante per la Chiesa Cattolica. Dio ha dato il libero arbitrio di amarlo liberamente in Spirito e verità. I testimoni di Geova non sanno cosa vuol

dire libertà perché la loro dottrina è come una monarchia assoluta: loro comandano e tu devi agire, dopo averti fatto un perfetto lavaggio di cervello, sei pronta per essere una marionetta nelle loro mani, avendo sempre in mente il giorno di Armaghedon.

Gesù poi non lo si sente neppure nelle loro Sale del Regno; esiste Geova in primo luogo e Gesù ha una parte così piccola che non si sente se c'è o non c'è. Per fortuna ho capito in tempo, e adesso mi sento più serena e tranquilla. Ogni giorno leggo parte del Vangelo e mi sono proposta di approfondire sempre la mia Religione.

Mi trovavo in Sicilia in vacanza quando la Suora mi diede da leggere i suoi opuscoli; quindi in quei 20 giorni ho avuto modo di riflettere e meditare molto bene lontana dalla loro presenza. Al ritorno ero decisa di smetterla con loro. Dopo alcuni giorni si presentarono a casa mia e così dissi loro apertamente che tutto era finito, che avevo letto alcuni libri riguardanti la loro dottrina e che a mio parere non la ritenevo più giusta e che la loro Bibbia non era uguale a quella cattolica.

Beh! Ho potuto constatare che quando qualcuno approfondisce qualcosa per vedere se le cose stanno così, allora scappano e veniamo così considerati apostati.

 

Rosy

 

 

UN GESUITA TESTIMONE DI GEOVA

 

Sul caso di Julio Iniesta García, che fu un tempo gesuita e divenne poi testimone di Geova, la propaganda geovista si è sbizzarrita e si sbizzarrisce ancora. Lo fa forse (e senza forse) per far dimenticare i tanti casi di defezioni avvenute in questi ultimi anni dalle file dei tdG in ogni parte della terra. Sono centinaia di migliaia, anzi milioni! Ne ricordiamo solo tre e precisamente   Raymond Franz, che lasciò la setta nel 1980; Chitty C. Eart, dimissionario dal 1979; e Sullivan J. Thomas, dimissionario dal 1973. Tutti e tre erano membri del Corpo Direttivo, occupavano cioè le più alte cariche nella gerarchia geovista.

Per consiglio d'un mio confratello della Curia Generalizia dei Gesuiti di Roma, scrissi al padre Carlos Palmés, gesuita, che fu compagno di studi e poi superiore provinciale di Julio Iniesta. Mi ha risposto con la lettera che metto qui a conoscenza di quanti vogliono vedere le cose coi propri occhi, e non con le lenti colorate imposte dai dirigenti della setta geovista.

 

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                Cochabamba, 29 agosto 1983

 

 

P. Nicola Tornese, S. J.

Viale S. Ignazio, 4

80131 Napoli

 

Stimatissimo P. Nicola:

Ho ricevuto la sua lettera dell'8 luglio con motto ritardo. In essa lei mi chiede di Julio Iniesta, che fu della Compagnia e che poi è passato ai testimoni di Geova.

Io sono stato suo compagno durante gli studi di teologia e poi suo superiore Provinciale. Quindi lo conosco abbastanza bene.

Si è sempre distinto come generoso, passionale, radicale, andando facilmente agli eccessi. Gli studi gli pesarono molto per essere entrato in Compagnia già adulto ed anche perché di capacità limitata.

Credo che durante il tempo che fu in Compagnia si. comportò con rettitudine secondo la sua coscienza. Era motto caritatevole, di una carità piuttosto ingenua, aiutando, per esempio, chiunque dicesse di essere in bisogno senza prima accertarsi se fosse vero o no.

Proveniva da una famiglia molto modesta. Suo padre era portinaio in una casa di Barcellona (Spagna). Forse questo contribuì alla sua costante mancanza di sicurezza: A ciò si aggiunge la non felice riuscita negli studi. Credo si possa affermare che soffrisse d'un complesso d'inferiorità.

Il suo lavoro apostolico lo ha quasi sempre svolto tra gente umile e penso con abnegazione e generosità.

Forse il punto più debole del suo carattere era la passionalità e una forte emotività. C'erano momenti in cui lo si poteva dire uno squilibrato. Alcuni mesi prima di lasciare la Compagnia ebbe una forte crisi di lede. Non saprei dire fino a che punto questa abbia potuto influire sulla sua decisione.

La ragione principale che egli adduceva per lasciare la Compagnia era la mancanza di carità tra noi e concretamente verso di lui. Sinceramente penso che questo motivo sia privo di fondamento perché è stato trattato, sempre con rispetto ed affetto. Sembra che qualche suo parente rosse di questa setta e che lo abbia trattato con particolare alletto e ciò fu il motivo decisivo per passare ai testimoni di Geova. Ciò sta a indicare quanto poco avesse capito gli studi sacri.

Questo è tutto quello che ricordo di Julio, al quale ho sempre voluto bene come confratello e per il quale desidero il vero incontro con Dio.

 

Con affetto fraterno

 Carlos Palmés S.J.

 

Parroquia PIO X

Casilla 2151 - Coeliabatnba (Bolivia)

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