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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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TRINITA' AMORE O FALSITA'?

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 17:02
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05/09/2009 17:02

La fede del primo Papa

Anche san Pietro usa il saluto trinitario quando scrive ai fedeli. Egli comincia la sua Prima Lettera nel modo seguente:

“Pietro, apostolo di Gesù Cristo, ai fedeli dispersi nel Ponto, nella Galazìa, nella Cappadocia, nell'Asia e nella Bitinia, eletti secondo la prescienza di Dio Padre, mediante la santificazione dello Spirito, per obbedienza a Gesù Cristo” (1 Pietro 1, 1-2).

a) La struttura di questo saluto è specificamente trinitaria l'iniziativa della salvezza viene dal Padre, che realizza il suo disegno mediante lo Spirito Santo, il quale conduce gli uomini all'obbedienza di Gesù Cristo, ossia sotto la signoria del Figlio.

Come in san Paolo (cf. 1 Corinzi 12, 1-4; 2 Corinzi 13, 13), Padre, Figlio e Spirito Santo vanno collocati a livello dell'essere divino - sono un solo Dio - perché sono autori diretti della nostra salvezza, che è opera divina. E come san Paolo anche lo Spirito Santo è una Persona divina perché associato formalmente al Padre e al Figlio, che sono Persone divine.

 

b) Pure degno di nota è il fatto che san Pietro indirizza la sua Lettera a tutti i cristiani sparsi nel mondo greco-romano. Col suo saluto trinitario il primo Papa ci assicura che i primi cristiani - in Oriente come in Occidente - credevano in Dio Uno e Trino. Professavano tutti una sola fede (cf. Efesini 4, 5): la fede biblica nella triplice personalità dell'Unico Dio.

LO SPIRITO SANTO

Osservazioni preliminari

1 - Nella Bibbia, sia Antico che Nuovo Testamento, la parola spirito ricorre centinaia di volta e con diversi significati. I migliori dizionari biblici hanno bisogno di decine e decine di pagine e della penna di non pochi specialisti in materia per spiegare adeguatamente i molteplici significati di spirito. Questa semplice osservazione, che nessuno può negare, mostra quanto sia errato e settario i comportamento dei tdG, che credono di sapere di dire tutto sullo spirito con pochi testi biblici citati senza ordine, fuori del loro contesto, e senza approfondimento.

Errore assai più grave dei geovisti è quello di non precisare i vari significati che la parola spirito può  avere di fatto ha nei diversi libri della Bibbia, e peggio ancora fermarsi a qualche significato, trascurando volutamente gli altri allo scopo di inoculare l'errore negli ignoranti.

2. - Soprattutto non bisogna dimenticare che la Rivelazione divina è stata fatta progressivamente lungo un arco di tempo che copre decine di secoli. I profeti dell'Antico Testamento sapevano assai meno intorno a Dio e al suo proposito di salvezza di quanto ne hanno saputo gli Apostoli di Gesù Cristo alla scuola del loro Maestro (cf. Ebrei 1, 1-2; Giovanni 1, 17-18).

Questo non vuol dire che Dio cambia in se stesso come sofisticano i tdG, spiegando erroneamente alcune parole del libro di Malachìa (3,6). Cambia solo la conoscenza che noi abbiamo di Lui, a misura che Egli ci fa conoscere la sua ricchezza interiore e il disegno della sua volontà salvifica.

In modo particolare, Gesù ci ha fatto conoscere la Personalità dello Spirito Santo e la sua divinità, come sarà evidenziato abbondantemente nelle pagine che seguono.

 

I. - Lo Spirito nell'Antico Testamento

Vari significati di spirito

Nell'Antico Testamento, scritto quasi tutto in lingua ebraica, la parola più comunemente usata per indicare “spirito” è ruach, che può avere diversi significati secondo il contesto.

a) Il significato fondamentale della ruach è quello di vento o aria in movimento. Per l'uomo dell'Antico Testamento il vento appariva come una forza attiva invisibile. il vento infatti agisce come una potenza invisibile, spesso anche disastrosa.

b) Un'analoga realtà invisibile e attiva appariva anche nell'uomo e nelle bestie. Anche tale forza era detta ruach (in latino spiritus, in italiano alito). il respiro o alito dell'uomo e degli animali indicava la forza vitale, ossia la sorgente recondita della vita e di tutte le attività umane. Quando veniva a mancare il respiro, l'uomo e l'animale cessavano di vivere (cf. Qoèlet 3,21; Salmo 104,29-30).

Da ciò tuttavia non seguiva che per l'ebreo dell'Antico Testamento lo spirito o forza vitale (la ruach) indicasse la stessa cosa sia nell'uomo che nella bestia.               Egli sapeva bene che lo spirito dello uomo ( neshamah =ruach) era stato comunicato direttamente da Dio alla polvere plasmata in forma umana       (cf. Genesi 2,7), mentre quello delle bestie era stato effetto d'una creazione generica (cf. Genesi 1, 24-25). Anche l'autore dell'Ecclesiaste (Qoèìet) poneva una differenza tra lo spirito dell'uomo e quello delle bestie quando si chiedeva: “Chi sa se il soffio vitale (= spirito) dell'uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso nella terra?” (Qoèlet 3,21; cf. 12,7).

 

c) Di questa stessa parola ruach si sono serviti gli autori sacri dell'Antico Testamento per indicare la potenza invisibile di Jahvè. La Ruach o Spirito divino non è concepito distinto da Jahvè. E' Dio- Spirito che agisce.

Alla Ruach o Spirito o Potenza invisibile di Jahvè è attribuita la vita dell'uomo: quando Jahvè soffiò sul volto dell'uomo il fiato o alito della vita (neshamah = ruach), l'uomo divenne un essere vivente (cf . Genesi 2, 7; Giobbe 27, 3; Isaia 42, 5 ecc.).

Sotto l'influsso della Ruach di Jahvè i profeti fanno conoscere la mente e la volontà di Dio, sono cioè ispirati (cf. 2 Re 2,9; Osca 9,7 ecc.), Anche la trasformazione morale dell'uomo, l'impegno d'un comportamento migliore, è opera della Ruach divina (cf. Isaia 4,4; Géremia 2, 38-40; Ezechiele 36,25-27). In alcuni uomini la Ruach di Jahve agisce in modo da far compiere azioni straordinarie. Tale è il caso di Sansone (cf. Giudici, cap. 4).

La personalità della Ruach divina

a) In tutti questi casi e in altri ancora la Ruach divina non appare come una persona, ossia come Qualcuno che vuole ed agisce distinto da Jahvè. E' lo Spirito di Dio che dà la vita, ispira, guida a una condotta migliore, dà la forza a Sansone ecc.

Ciò comunque non vuol dire che la Ruach o Spirito divino non avesse fin d'allora la sua Personalità.

b) Infatti, in alcuni testi biblici dell'Antico Testamento la Ruach divina è descritta come distinta da Jahvè e operante fuori di Lui. E' come il respiro o alito che esce dalla bocca ed agisce allo esterno. In questo senso è detto che la Ruach divina è inviata (cf. Isaia 48,16), che è data (Isaia 63, 1 1) e simili.

Vi è di più. Qualche volta la    'Ruach di Dio si comporta come un maestro o come una guida che indica la via da seguire (cf. Salmo 143, 10; 27, 1 1; Nehemia 9, 20; Zaccarla 7, 12; Isaia 59, 2 1). E' lecito scorgere in questi testi qualche indizio della futura rivelazione divina sulla personalità dello Spirito Santo. Ma sono solo indizi e nulla più.

c) Aggiungiamo che alcuni studiosi hanno voluto trovare, un indizio della dottrina  trinitaria e quindi della Personalità dello Spirito Santo, nella forma verbale al plurale, con cui la Bibbia racconta la creazione dell'uomo: “Facciamo l'uomo a nostra immagine” (Genesi 1, 26). Ma questa è stata una opinione privata di qualche studioso, non condivisa dalla maggior parte dei biblisti, e tanto meno fatta propria dalla Chiesa per dimostrare la dottrina biblica della SS. Trinità.

La Chiesa Cattolica fa sua l'affermazione secondo cui “non si può provare in alcun testo dello Antico Testamento che lo Spirito di Jahvè sia una persona realmente distinta da Jahvè. Nell'Antico Testamento abbiamo solo qualche indizio circa la dottrina della SS. Trinità .

d) Notiamo pure come la spiegazione geovista delle parole: “Facciamo l'uomo” ecc. deve dirsi sbagliata. A loro avviso, il plurale facciamo indicherebbe che Geova Dio dicesse o piuttosto ordinasse al Figlio (Gesù Cristo) di creare l’uomo, come un superiore comanda a un inferiore. Si tratta d'un errore. Infatti, nel libro dei Proverbi 8, 30 la Sapienza creatrice appare come l'architetto della creazione, e non già come qualcuno che esegue gli ordini di uno a lui superiore.

 

2. - Lo, Spirito Santo nel Nuovo Testamento

Migliore conoscenza di Dio

a) Con la venuta del Figlio proprio di Dio (cf. Romani 8,39)  dell'Unigenito Dio (cf. Giovanni 1, 18), l'uomo è stato introdotto in una più profonda conoscenza di Dio: della sua ricca personalità, della sua opera di salvezza a beneficio dell'uomo. Questo appunto vuole dire l'evangelista Giovanni quando afferma:          “Dalla sua (= di Crìsto) pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia. Perché la legge fu data per mezzo di Mosé, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio nessuno l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito (o Dio Unigenito), che è nel seno del Padre, lui l'ha rivelato” (Giovanni 1, 16-18).

 

b) Questo pure voleva dire Gesù con le parole dette nel discorso di addio: “Ho fatto conoscere il tuo Nome” (Giovanni 17. 6 e 27). Far conoscere il Nome di Dio non vuol dire far sapere che Dio si chiama Geova come spiegano erroneamente i tdG. I Giudei, a cui Cristo aveva annunziato il Vangelo del Regno, sapevano assai bene che il Nome di Dio era Jahvè (non Geova). Cristo avrebbe fatto una meschina figura se si fosse presentato ai suoi correligionari con la pretesa di far conoscere una cosa che già sapevano.

Far conoscere il Nome vuol dire far conoscere o rilevare l'intima natura, la ricchezza interiore di Dio. Gesù ci ha fatto conoscere meglio di come avevano fatto Mosé e i profeti Chi è Dio in se stesso e nei rapporti con l'uomo.

Alla conoscenza più completa di Dio data dal Figlio appartiene la certezza che lo Spirito Santo è una Persona Divina come il Padre e come il Figlio.

Significati di spirito nel Nuovo Testamento

Nel Nuovo Testamento, scritto tutto in lingua greca, lo spirito è indicato con la parola pneuma, che come il suo corrispondente ebraico ruach può avere diversi significati. Ne indichiamo solo tre:

 

I. - Pneuma, come l'ebraico ruach, significa fondamentalmente vento o aria in movimento. Così in Giovanni 3, 8 Gesù dice a Nicodemo: “Il vento (pneuma) spira dove vuole”. Si tratta d'una forza invisibile e incontrollabile, senza discernimento e volontà. Una forza impersonale.

 

2. - In secondo luogo pneunia è usato nel Nuovo Testamento per indicare lo spirito umano: quella forza o realtà invisibile che dà all'uomo la vita (cf. Genesi 2, 7) e con la vita la capacità di pensare e di volere. In virtù dello spirito l'uomo è una persona, ossia una creatura intelligente e volitiva. Senza lo spirito (pneuma) l'uomo non può né vivere né pensare né volere. In san Luca è detto che Gesù comandò alla fanciulla morta: “Fanciulla, alzati. E il suo spirito (pneuma) ritornò in lei” (Luca 8,54-55). Il martire Stefano, prima di morire, esclamò: “Signore Gesù, ricevi il mio spirito (pneuma)” (Atti 7, 59). Egli imitava il suo Maestro Gesù, l'uomo-Dio, che concludendo la sua vita terrena aveva detto: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito (pneuma)” (Luca 23,44). Certamente né il martire Stefano consegnava a Gesù l'ultima boccata di ossigeno né l'uomo Gesù, morendo, affidava al Padre un pugno d'aria o di vento. Nell'uno e nell'altro caso spirito (pneuma) vuol dire la componente immateriale e immortale dell'uomo. Perciò l'autore della Lettera agli Ebrei può parlare di “Spiriti (pneumata) dei giusti portati alla perfezione” (12,23).

 

3. - A noi comunque interessa soprattutto esaminare il significato di spirito (pneuma) con rife- rimento a Dio.

Dio è spirito in tutta la sua essenza, in tutta la sua dimensione (Giovanni 4,24). In nessuna parte della Bibbia è detto che Dio ha un corpo spirituale come falsamente insegnano i tdG . Quando Gesù dice alla Samaritana: “Dio è Spirito” (Giovanni 4,24) vuol solo dire che il Dio della Bibbia non è legato a un luogo, al monte Garizim o a Gerusalemme e neppure a una parte determinata dei cieli. Gesù qui non parla delle Persone divine.

Lo Spirito Santo come Persona

Tuttavia in un numero considerevole di testi del Nuovo Testamento lo Spirito di Dio si manifesta con una sua personalità tutta propria, distinta da quella del Padre e del Figlio. La Bibbia dà ampia testimonianza della Personalità dello Spirito Santo come appare dalla breve analisi che ora faremo, cominciando da san Paolo.

 

I. - San Paolo

a) Scrivendo ai fedeli di Corinto san Paolo ricorda loro che lo Spirito Santo abita nel cristiano, nel composto umano di chi crede, come in un tempio:

“0 non sapete che il vostro corpo è tempio (naòs) dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio e che non appartenete a voi stessi?” (1 Corinzi 6,19).

E poco prima aveva detto:

“Non sapete che siete tempio (naòs) di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?” (1 Corinzi 3,16).

Fate attenzione ai termini o parole usate da san Paolo. Egli parla di tempio (in greco naòs), che signìflca dimora o abitazione divina. Gli antichi ebrei credevano che Dio fosse presente in modo particolare, avesse cioè la sua dimora, nel tempio (naòs) di Gerusalemme (cf. 1 Re 8,14-29). Dire dunque che lo Spirito Santo o Spirito di Dio abita nel cristiano come in un tempio equivale ad affermare non solo la sua divinità, ma anche la sua Personalità. La dimora o abitazione accoglie delle persone, non una forza attiva impersonale. San Paolo afferma chiaramente che lo Spirito Santo è una Persona Divina.

 

b) Altrove l'apostolo ci fa come sentire la voce dello Spirito Santo, che abita nel cristiano: “E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà Padre!” (Galati 4,6). Colui che ci fa invocare Dio come Padre, che è per noi come un suggeritore, non può essere una vaga forza impersonale, ma Qualcuno che sa e ama, cioè una Persona. E' la Guida dei figli di Dio (cf. Romani 8,14).

 

c) Ma se il cristiano non segue i suggerimenti dello Spirito Santo che è in lui, lo Spirito si rattrista. Scrive ancora l'apostolo: “E non vogliate rattristare lo Spirito Santo di Dio, col quale foste segnati per il giorno della redenzione” (Efesini 4, 30). Il rattristarsi è una caratteristica propria della persona, non di una forza attiva impersonale.

 

2. - San Giovanni

Nel vangelo di Giovanni, in un modo più accentuato e con maggior ricchezza di contenuto, lo Spirito Santo si rivela come Persona al pari del Padre e del Figlio, ma distinta dall'Uno e dall'Altro.

 

a) Ricordiamo anzitutto le parole di Gesù che nel discorso di addio prima della sua passione e morte promette agli Apostoli e alla sua comunità un altro Paraclito:

“lo pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito, che rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità ...” (Giovanni 14,16-17).

Poco dopo, nello stesso discorso di addio, Gesù precisa che sarà egli stesso a mandarlo:

“Quando verrà il Paraclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità, che procede dal Padre, egli mi renderà testimonianza (Giovanni 15,26; cf. anche Giovanni 16, 5-15).

E' fuor di dubbio che Gesù parla qui dello Spirito Santo come di una Persona, non di una forza attiva impersonale. Infatti, Paraclito vuol dire Consolatore, Avvocato, Difensore, Soccorritore, ossia Qualcuno, che con intelligenza ed amore consola, difende, soccorre ecc. Solo una Persona può far questo. Sono tutte attività specifiche della Persona. Lo Spirito Santo deve dirsi una Persona.

A conferma ricordiamo che lo stesso Giovanni dà anche a Gesù il titolo o qualifica di Paraclito:

 “Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Avvocato (Paraclito) presso il Padre. Gesù Cristo il Giusto” (i Giovanni 2, 1). Ora Gesù, il Figlio proprio di Dio (cf. Romani 8,32), è certamente una Persona Divina. Dunque anche l'altro Paraclito (cf. Giovanni 14,16), cioè lo Spirito Santo, deve dirsi una Persona Divina.

b) Gesù non ci ha lasciati orfani (cf. 14,18). Durante il tempo dell'attesa, vale a dire tra la sua Ascensione e la sua seconda venuta nell'ultimo giorno, ci ha assicurato la presenza e l'assistenza di un altro Consolatore, “lo Spirito di verità che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perché egli dimora presso di voi e sarà con voi” (Giovanni 14, 16-17).

Queste parole di Gesù ricordano la promessa da Lui fatta ai discepoli precedentemente:

“Quando vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come  discolparvi e che cosa dire perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire” (Luca 12,11-12; cf. Matteo 10, 17-20).

c) L'altro Paraclito, ossia lo Spirito Santo, farà da guida ai discepoli, affinché, attraverso il tempo dell'attesa e della crescita, possano approfondire la ricchezza degli insegnamenti del Maestro, senza nulla cambiare:

“Quando verrà, vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da sé, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future” (Giovanni 16,8-13).

Solo una Persona parla e dice. Una forza attiva non intelligente emette suoni inarticolati e senza senso.

d) E' degno di nota infine un fatto molto significativo. Benché la parola greca pneuma sia di genere neutro, Giovanni usa il pronome maschile (greco ekeinos) sempre che si riferisce allo Spirito Santo: “Egli (ekeinos) vi insegnerà ogni cosa” (Giovanni 14,26); “Egli (ekeinos) mi darà testimonianza” (Giovanni 15, 26); Egli (ekeinos) confon- derà il mondo quanto a peccato” (Giovanni 16,8); Egli (ekeinos) mi glorificherà” (Giovanni 16,14). Grammaticalmente il pronome maschile indica una persona, non una realtà impersonale. E' chiaro dunque che nel pensiero dì Giovanni lo Spirito Santo è una Persona.

 

3. - Atti degli Apostoli

Il libro degli Atti degli Apostoli è noto come lo scritto del Nuovo Testamento, in cui l'autore sacro (san Luca) ha messo in particolare evidenza l'attività della Persona dello Spirito Santo nella Chiesa primitiva. Egli guida la comunità dei primi discepoli di Gesù, soprattutto san Pietro e san Paolo, nelle scelte da fare per la diffusione, l'organizzazione e il governo della Chiesa. Ricordiamo alcuni momenti di questa storia umano-divina.

 

a) La promessa. Prima di sottrarsi alla vista dei discepoli il giorno della Ascensione Gesù aveva detto:

“Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza (dynamis) dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme e in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra” (Atti 1, 7-8).

Gesù precisa: “Avrete forza (dynamis) dallo Spirito Santo che verrà su di voi”. Egli distingue chiaramente due cose: la forza che gli Apostoli riceveranno, e Colui che la porterà o donerà loro con la sua venuta: distingue il dono dal Donatore. Il dono o i doni non sono certamente una persona. Ma Colui che li dà, il Donatore, deve dirsi certamente una Persona, e poiché si tratta di doni divini, lo Spirito che li dà è una Persona Divina. La sua venuta e la sua presenza arricchirà gli Apostoli d'una capacità soprannaturale che li rende idonei testimoni di Gesù.

b) La venuta dello Spirito Santo e il conferimento dei suoi doni si verificarono il giorno di Pentecoste:

“Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro di esprimersi” (Atti 2,1-4).

Spiegazione: Chiunque sappia leggere la Bibbia con retto intendimento capirà subito che i fenomeni qui descritti, come rombo o tuono, vento, fuoco, sono simboli o segni della presenza divina. Così avvenne, per citare solo un esempio, sul monte Sinai, dove Dio, tra tuoni, lampi, fuoco, diede a Mosè il Decalogo, ossia la Legge dell'Antica Alleanza (cf. Esodo 19,16-23; 20,1-21).

Un evento analogo si verificò a Gerusalemme il giorno della prima Pentecoste cristiana: Dio, Spirito Santo, si avvicina al gruppo dei primi discepoli di Gesù tra tuoni e fuoco, e comunica loro i doni necessari per diffondere in tutto il mondo la Legge della Nuova Alleanza, ossia il Vangelo del Figlio di Dio.

Altra cosa è dunque la presenza di Dio, Spirito Santo, che viene o discende, altra cosa i doni di cui egli riveste gli Apostoli di Gesù. Dio, Spirito Santo, è una Persona Divina come lo era Jahve sul monte Sinal; i doni sono una realtà impersonale, che proviene, cioè è data, dallo Spirito Santo, ed abilita i discepoli di Cristo alla promulgazione del Vangelo.

c) Dopo questo straordinario evento lo Spirito Santo rimane sempre coi discepoli di Cristo come guida, maestro, consigliere.

Al momento di prendere una grave decisione, quella di ammettere i pagani nella comunità cristiana, lo Spirito Santo parla al primo degli Apostoli: “Pietro stava ancora ripensando alla visione, quando lo Spirito gli disse” (Atti 10, 19).  Ed  è  pure  lo  Spirito  Santo  che  sceglie  i  primi  missionari  per i pagani: “Mentre essi stavano celebrando il culto del Signore e digiunando, lo Spirito Santo disse: “Riservate per me Barnaba e Saulo per l'opera alla quale li ho chiamati” (Atti 13,2). Ed è ancora lo Spirito Santo a decidere assieme agli Apostoli circa la condotta da tenere coi convertiti dal paganesimo: “Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie” (.Atti 15, 28).

Conclusione: E ora notate. Gli scrittori ispirati si sono serviti d'una straordinaria varietà di termini per affermare una sola verità: la personalità dello Spirito Santo. Infatti, parlare, inviare, decidere, assistere, difendere, consolare, mostrare, guidare, udire, annunziare, testimoniare ecc. sono termini che indicano tutti un'attività personale, ossia di Qualcuno, che agisce in virtù d'una intelligenza e di una volontà propria. Essi hanno senso solo se si ammette che lo Spirito Santo è una Persona Divina.

 

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