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E' PROSSIMA LA FINE DEL MONDO?

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 17:14
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05/09/2009 17:11

P. Nicola Tornese

PARTE PRIMA

 

MA LA BIBBIA NON DICE COSI'

 

Astuta propaganda

La fine del mondo o, come essi dicono, del presente sistema di cose malvagio è un tema assai sfruttato nell'astuta propaganda dei testimoni di Geova (tdG). Perché?

Perché l'annuncio insistente d'una prossima fine è quanto mai adatto a emozionare la gente incapace di ragionare e d'intendere. Tanto più che i geovisti assicurano i loro creduli seguaci che dopo la distruzione di tutti gli altri (e siamo miliardi!), il loro dio Geova darà ai membri della setta, che saranno i soli a sopravvivere, una terra ricolma d'ogni ben di Dio e una vita eterna tra danze e banchetti.

Pochi anni fa, La Torre di Guardia, che è la gazzetta ufficiale della setta e il canale infallibile per conoscere la mente e la volontà di Geova, annunciava la terribile profezia e la consolante promessa nei seguenti termini:

“Dio non è in pace  con la  cristianità. L'attende la distruzione... Dalla fine della prima guerra mondiale nel 1918, Geova ha fatto una meticolosa ispezione della cristianità, e fra breve, nel tempo da lui fissato, le presterà la debita attenzione, come fece con l'antica Gerusalemme. Allora i suoi fanatici sostenitori, oggi sicuri di sé, inciamperanno e  cadranno nella distruzione. Geova farà piazza pulita; non ci saranno avanzi o rimanenze. Qualsiasi cosa materiale Geova abbia permesso loro di acquistare "passerà da loro" finendo nelle mani dei nemici”.

Chi sono questi nemici dei fanatici sostenitori della cristianità destinata alla distruzione? Certamente i geovisti! Solo essi sopravviveranno all'imminente carneficina e nelle loro mani passerà qualsiasi cosa materiale Geova abbia permesso di acquistare alla distrutta cristianità. Non vi potrebbe essere linguaggio più chiaro e più crudele. Alla base della propaganda geovista vi è grande odio contro chi non è dei loro e promesse di beni materiali per chi ignorantemente aderisce alla setta.

Ma che cosa dice la Bibbia?

E' certo, comunque, che circa il tempo della fine la Bibbia non dice ciò che dicono i tdG. Le parole e gli scritti dei geovisti sono radicalmente antiscritturali. Sono pura e semplice propaganda per far seguaci ingannando i meno accorti. Il numero è denaro. Contro la propaganda geovista ricordiamo la verità del Vangelo.

 

1 - Più volte Gesù fu richiesto di pronunciarsi su quel tempo - sul giorno della fine. Mai lo volle fare!

“Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli dei cielo, e neppure il Figlio, ma solo il Padre” (Marco 13,32; Matteo 24,36; CEI).

Poche ore prima dell'Ascensione i discepoli ancora una volta interrogano il Risorto su quel quando.

Ma Gesù risponde:

“Il Padre con la sua autorità ha stabilito tempi e momenti che non spetta a voi conoscere” (Atti 1,7, Garo- falo).

No! A nessuna creatura umana è  dato di conoscere né il giorno né l'ora né i tempi né i momenti della fine. Chi tenta di conoscerli, chi ha avuto la presunzione di stabilirne l'anno, il mese e anche i giorni, come hanno fatto più volte i tdG, deve dirsi meritevole delle parole rivolte da Michele all'angelo ribelle: “Chi come Dio?”.

Gesù invece insiste solo e sempre sulla necessità di essere preparati per la venuta del Signore. Sola questo dice la Bibbia:

 

“Vegliate, dunque, perché non sapete in qual giorno verrà il vostro Signore (... ) Perciò, anche voi siate preparati, perché il Figlio dell'uomo verrà all'ora che voi non supponete (... ) Il padrone del servo verrà nel giorno in cui quello non l'aspetta e nell'ora che quello non conosce” (Matteo 24,42.44.50, Garofalo).

 

Gesù inoltre previde l'abuso e lo sfruttamento che alcuni uomini interessati avrebbero fatto della Parola di Dio e mise in guardia:

 

“Badate a non farvi ingannare. Molti verranno in nome mio dicendo: " Sono io! " e: " Il tempo è ormai giunto ". Non li seguite. Ma quando sentirete parlare di guerre e di sconvolgimento, non vi sgomentate: deve, infatti, prima accadere questo, ma non è subito la fine” (Luca 21,8-9 Garofato).

 

2 - 1 grandi apostoli Pietro e Paolo non hanno tradito l'insegnamento del loro Maestro, ma lo hanno trasmesso fedelmente, a differenza di ciò che fanno oggi i tdG. Gli Apostoli del Signore sono stati fedeli amministratori (cf. 1 Cor. 4, 2).

 

a) In quanto a Paolo, egli personalmente poté costatare come alcuni falsi cristiani strumentalizzavano il tema della fine del mondo, spiegando male alcune sue espressioni (cf. 1 Tessalonicesi 2, 19; 3, 13; 4, 15). Ma le parole di Paolo esprimevano solo una speranza. Egli infatti aveva precisato:

 

“Per quanto riguarda il tempo e l'ora, o fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva. Voi stessi sapete perfettamente che il giorno del Signore viene come un ladro nella notte (... ). Non dormiamo, pertanto, come gli altri, ma vegliamo e siamo sobri” (1 Tessalonicesi 5,1-2.6, Garofalo).

 

Questo aveva detto Paolo. Ma alcuni della comunità di Tessalonica, in buona o mala fede, avevano travisato le sue parole e gli avevano attribuito cose mai da lui dette o scritte “come se il giorno del Signore fosse imminente” (2 Tessalonicesi 2, 2). No, Paolo non aveva detto questo. Perciò si affretta a precisare:

 

“Ora vi preghiamo, o fratelli, per quanto riguarda la venuta del nostro Signore Gesù Cristo e il nostro adunarci con lui, di non lasciarvi così presto turbare di animo o allarmare: per qualche rivelazione, qualche detto o qualche lettera a noi attribuiti, che pretenderebbero come imminente il giorno del Signore. Nessuno vi' illuda in alcun modo” (2 Tessalonicesi 2,1-3-1 Garofalo).

 

Fedele al Maestro, Paolo aveva solo insistito  di stare pronti nell'attesa:

 

“Ora dunque, o fratelli, state saldi e seguite fedelmente le dottrine (greco paradòseis, cioè tradizioni), che vi abbiamo trasmesse' sia a viva voce che per lettera” (2 Tessalonicesi 2,15, Garofalo).

 

b) In modo non dissimile san Pietro, il primo degli Apostoli. Certamente egli aveva scritto che “la fine di tutte le cose è vicina” (1 Pietro 4, 7) e, che bisogna “rendere conto a colui che è pronto :a giudicare i vivi e i morti” (1 Pietro 4, 5).

Ma contro i beffardi schernitori della promessa san Pietro ammoniva:

 

“Una cosa però non dimenticate, o carissimi: che un giorno solo presso il Signore è come mille anni e mille anni sono come un solo giorno. Il Signore non ritarda il compimento della promessa, come pretendono alcuni che stimano lentezza . Verrà però il giorno del Signore, come un ladro” (2 Pietro 3,8-10, Garofalo).

Il senso è: davanti a Dio i calcoli dell'uomo non hanno alcun valore. La cronologia di Dio non è la nostra. Ciò che Dio vuole è la nostra fedeltà alla sua Parola e il tenerci pronti alla sua venuta improvvisa, simile a quella del ladro.

Ne sanno più del Maestro

Non vi poteva essere maggior chiarezza nella Bibbia a riguardo del tempo della fine. A nessuno è dato calcolarlo, a nessuno è dato prevederlo, a nessuno è dato annunciarlo come imminente, come prossimo.

Eppure i testimoni di Geova hanno l'abilità e l'interesse di confondere le idee, spiegando la Parola di Dio in modo fantastico e settario.

A proposito delle parole di Gesù: “Quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno lo sa” (Marco 13, 32), i testimoni di Geova hanno scritto:

 

“Ma significano queste parole di Cristo che i servitori di Dio sulla terra non hanno il modo di determinare a che punto vivono nel corso del tempo? Non poteva essere così poiché Geova non è un Dio che lasci il suo popolo all'oscuro. L'ispirato profeta Amos dichiarò: " Il Signore Geova non farà alcuna cosa a meno che non abbia rivelato la sua questione confidenziale ai suoi servitori, i profeti" (Amos 3:7). In numerose occasioni Dio fece conoscere in anticipo il tempo preciso in cui dovevano aver luogo certi avvenimenti” ( Cf. La Torre di Guardia, 15-5-1975, p. 291).

 

 

Osservazioni:

a)Le parole di Amos non significano affatto che Dio rivela in anticipo il tempo preciso di certi avvenimenti. Amos si riferiva alla sua missione profetica e voleva dire che era stato mandato da Dio come profeta e doveva essere ascoltato. In effetti, sebbene dapprima contestato, fu poi riconosciuto come profeta ispirato. Amos non annunciò il tempo preciso della fine.

 

b) Bisogna inoltre tener presente che Amos visse ed esercitò la sua missione di profeta al tempo dell'autentico profetismo in Israele. Egli è collocato verso la metà dell'VIII secolo a.C. Per fare accettare il suo messaggio egli ricordava al popolo di allora che Jahve si serviva di profeti. Non era perciò una cosa strana la sua presenza e la sua parola, anche se dura alle orecchie dei suoi uditori.

 

c) Questo valeva allora, al tempo in cui “Dio parlava molte volte e in modi diversi ai padri per mezzo dei profeti” (Ebrei 1, 1). Ma con la venuta di Cristo la , profezia in senso di nuove rivelazioni non c'è più. Quanto Dio voleva rivelare, l'ha rivelato per mezzo di Cristo. Egli è il Profeta (Atti 3, 22). Non vi saranno più profeti che parlino in nome di Dio indipendentemente da Cristo e tanto meno in senso diverso da Cristo.

Flagrante contraddizione

Ed ora notate:

 

1 - Le parole sopra citate col relativo abuso del testo di Amos sono state scritte dai geovisti nella Torre di Guardia, in data 15 maggio 1975.

A quell'epoca la fine del mondo era annunciata per il 1" ottobre 1975, come diremo meglio in seguito. Perciò la voce autorevole dei capi scriveva con orgogliosa sicurezza che “la cronologia biblica addita il nostro giorno” come quello della fine.

Quanto questa cronologia biblica geovista sia sbagliata lo vedremo nella terza parte di questo opuscolo . Per ora basta attirare l'attenzione dei nostri lettori sul fatto che nel maggio 1975 i tdG affermavano di poter dimostrare con la Bibbia il tempo della fine.

2. - Ebbene, la stessa Torre di Guardia, a distanza di pochi mesi e precisamente il 15 marzo 1976, dopo che la loro profezia risultò falsa, scrisse quanto segue:

 

“La Bibbia non dà modo di fissare la data e quindi è inutile cercare di indovinare quando può essere quella data”. E a conferma di questa nuova posizione, in aperta contraddizione con quella del maggio 1975, i geovisti ricorrono anche alla Bibbia e precisamente alle parole di Gesù in Matteo: “Non sapete in quale giorno il Signore verrà” (Matteo 24, 42).

Dunque nel maggio 1975 le parole di Gesù (Marco 13, 32; Matteo 24, 42) non impedivano ai geovisti di conoscere in anticipo il tempo preciso della fine. Ma nel marzo 1976, facendo ancora uso della Bibbia,  i geovisti affermano il contrario, vale a dire che la Bibbia non dà modo di fissare la data e quindi è inutile cercare d'indovinare...

Contraddizioni flagranti di questo tipo, affermare cioè e negare la stessa cosa secondo le esigenze d'una propaganda settaria e abusando sempre della Bibbia, sono numerose sulla bocca e negli scritti dei testimoni di Geova. Alla base di tale comportamento contraddittorio vi è l'assenza d'ogni principio morale, un cinico opportunismo.

Daremo ora un breve ma accurato ragguaglio delle false profezie geoviste riguardanti il tempo della fine.

 

 

PARTE SECONDA

 

UN PO' DI STORIA

Carlo Taze Russell

Verso l'anno 1870 Carlo T. Russell gettò le basi della futura setta dei tdG. Mediante La Torre di Guardia, da lui fondata nel 1879, e altri scritti, cominciò ad annunziare solennemente che la presenza invisibile, ma attiva, di Cristo sulla terra era cominciata nel 1874 e sarebbe continuata fino al 1914. Nell'anno poi 1914 Cristo sarebbe apparso visibilmente per esaltare in cielo tutti e solo gli amici di Russell, lui compreso naturalmente. Gli altri sarebbero distrutti per sempre.

 

“Nell'anno 1914 le nazioni gentili saranno distrutte e scomparirà ciò che Dio chiama Babilonia e gli uomini chiamano cristianità”

 

Riportiamo ciò che scrisse La Torre di Guardia del 15 febbraio 1975, a pagina 126:

 

“Nel, luglio 1879 C. T. Russell cominciò a pubblicare una nuova rivista religiosa, si chiamò: " Torre di Guardia e Araldo della presenza di Cristo ". Essa annunciava che la presenza di Cristo era cominciata nel 1874. Si attendeva che questa invisibile presenza continuasse sino alla fine dei tempi dei Gentili nel 1914, quando le nazioni sarebbero state distrutte e il rimanente della classe della " casta vergine " sarebbe stato glorificato con lo sposo in cielo.

Infine, arrivò quel giorno, il I' ottobre 1914. 1 tempi dei Gentili finirono, ma la prevista glorificazione celeste della chiesa non si verificò. Infatti, non si era verificata neppure per il tempo in cui Russell stesso mori, il 31 otto- bre 1916”.

Dunque la glorificazione celeste della chiesa setta geovista), benché prevista e solennemente annunziata, non si verificò. Geova mancò all'appuntamento. La cristianità non fu distrutta, anzi continuò a crescere in tutti i continenti. Ce lo dicono proprio i tdG, che hanno scritto: “Dalla fine della prima guerra mondiale la cristianità ha visto una straordinaria crescita nel numero dei propri membri”. (La Torre di Guardia, 15-1-19801 p. 19). Ma, a loro avviso, saremmo tutti corrotti, marci! (cf. 1 Corinzi 5, 12-13; Giovanni 8, 7; Giacomo 4, 12).

Scoppiato il primo conflitto mondiale, la Chiesa - la vera Chiesa di Gesù Cristo - dopo aver fatto ogni tentativo per impedirlo, non venne meno alla sua missione di pace e di bontà. Al Papa Santo (Pio X) fu chiesto di benedire le armi, ma egli rispose: “lo benedico la pace, non la guerra!”. E nel- l'infuriare della lotta - inutile strage! - Chiesa e Papa (Benedetto XV) si prodigarono ad alleviare le sofferenze materiali e morali dei popoli belligeranti. Mai cessarono di patrocinare la causa della pace. “Vogliono condannarmi al silenzio - disse Papa Benedetto XV -, ma nessuno potrà impedire al Padre di gridare ai propri figli: pace, pace, pace!”I.

Dunque Carlo Taze Rússell si rivelò falso profeta! Egli mori durante il primo conflitto mondiale, nel 1916, come qualsiasi altro mortale, afflitto per la mancata esaltazione al cielo, e moralmente depresso per vedersi abbandonato dalla maggior parte di quelli che si considerarono ingannati dalle sue false predizioni.

Il successore di Russell

Delusi e amareggiati molti seguaci di Russell si dispersero, cercando altrove la verità e la salvezza. Le lampade (= la setta) furono sul punto di spegnersi. Ma il legale di Russell, Joscph Franklin Rutherford, riuscì a prendere in mano la direzione dei pochi superstiti e fare opera di salvataggio. Vi erano interessi di natura economica.

Rutherford era abbastanza astuto ed autoritario. Col suo despotismo fece fuori i suoi avversari, con l'astuzia reclutò nuovi seguaci. Egli era convinto che la setta poteva essere salvata e incrementata col rilancio delle profezie sulla fine del vecchio mondo e l'inizio prestigioso della nuova umanità.  Scrivono i testimoni:

 

“All'opera di far discepoli contribuì in quei giorni una nuova attività di predicazione, ".la campagna dei milioni". Dava risalto alla distribuzione del libro di 128 pagine Milioni ora viventi non morranno mai. Il libro s'imperniava su una conferenza in origine intitolata: " Il mondo è finito, milioni ora viventi non morranno mai ", pronunciata da J. F. Rutherford a Los Angeles il 24 febbraio 1918 e pubblicata nel nuovo libro” .

Nel libro si legge:

 

“Dal fatto che il vecchio mondo è destinato a cessare e scomparire per dar luogo all'ordine nuovo, dal fatto che l'anno 1925 segna il momento della risurrezione dei fedeli vincitori dell'Antico Testamento e l'inizio della Ricapito- lazione, si può prudentemente arguire che milioni di co- loro che vivono attualmente, nel 1925 continueranno a restare nel mondo. Fondati sulle premesse custodite nella parola di Dio, dobbiamo giungere alla conclusione positiva e inconfutabile (?) che milioni che oggi vivono, non morranno mai” .

 

L'anonimo cronista di questa storia, anche lui testimone di Geova, continua: a informarci:

 

“L'anno 1925 venne e trascorse. Come classe gli unti seguaci di Gesù erano ancora sulla terra. Come individui molti di loro erano scesi nella tomba. I fedeli uomini i l'antichità, Abramo, David ed altri, non erano stati risuscitati per divenire principi della terra...”.

Il cronista continua:

 

“Anna MacDonald ricorda: " Il 1925 fu per molti fratelli un anno triste. Alcuni di essi inciamparono; le loro speranze s'infransero. Avevano sperato di vedere alcuni degli 'antichi degni' risuscitati. Invece di considerarla una ' probabilità', essi la presero come se fosse 'una certezza', e alcuni si prepararono per attendere la risurrezione dei propri cari. Personalmente io ricevetti una lettera dalla sorella che mi aveva portato la verità. Ella mi avvisava che era sbagliato ciò che mi aveva detto "”.

E ora considerate: - Se ciò che aveva detto quella sorella era sbagliato, come mai aveva potuto portare la verità? Aveva certamente portato l'errore e la menzogna.

- Se ciò che aveva annunciato Rutherford era solo una “probabilità”, come mai si era espresso con quelle parole già ricordate: , “Dobbiamo giungere alla conclusione positiva e inconfutabile che milioni che oggi vivono, non morranno mai?”.

A motivo di questo secondo mancato appuntamento di Geova, “il popolo di Dio (= la classe dei dirigenti della setta) dovette aggiustare il proprio pensiero circa l'anno 1925”. In parole più chiare, i russellisti dovettero ammettere che la profezia di Rutherford era risultata falsa, e cercare altre vie per illudere e ingannare.

Franklin Rutherford morì di cancro nel 1942. Le promesse da lui lette nella Parola di Dio non gli assicurarono l'immortalità.

Il terzo presidente

Nathari Knorr, il terzo presidente, ebbe in mano le sorti della setta per un quarto di secolo. Fra vivo quando Rutherford fece la inconfutabile profezia che milioni allora viventi non sarebbero morti iamais. Ora Nathan Knorr è morto e seppellito da tempo ". (Nathan Knorr mori nel giugno 1977. Ma la notizia della sua morte fu data in Italia dopo quattro mesi, nella Torre di Guardia del l' ottobre 1977, a pagina 591. Di lui ivi è detto: “Ci rallegriamo ancora di più perché viviamo nel giorno in cui coloro che hanno la speranza celeste, terminando il loro corso terreno sono mutati in un momento e destati incorruttibili”. Ci sia permesso osservare che Nathan Knorr non è stato né, mutato in un momento né destato incorruttibile. E' morto come tutti gli altri! Il suo corpo si è, putrefatto nella terra, e Dio ha già pronunciata la sentenza del suo eterno destino (Ebrei 9, 27)).

 

Anche Nathan Knorr,  non  meno astuto  dei  suoi predecessori, sfruttò al massimo il tema “prossima fine del mondo” nel secondo dopoguerra come Rutherford aveva fatto dopo il primo conflitto mondiale. Sono tempi, senza dubbio, di grande disorientamento per molte persone e perciò assai adatti a diffondere le più assurde speranze, trovando sempre gente che le creda.

Tra gli strumenti dell'astuta propaganda di Nathan Knorr va ricordato in modo particolare il libro che ha per titolo Vita Eterna nella libertà dei figli di Dio. Il libro non porta nome di autore, è cioè anonimo, come tutti gli scritti geovisti, ed è stato presentato come opera della setta il sabato 25 giugno 1966. Non esprime perciò opinioni private, ma gli insegnamenti ufficiali dei capi.

Trascriviamo alcune frasi da codesto libro:

“In questo ventesimo secolo è stato fatto uno studio indipendente che non segue ciecamente qualche tradizionale calcolo cronologico della cristianità, e lo stampato calcolo del tempo che risulta da questo studio indipendente indica la data della creazione dell'uomo come il 4026 a. E. V. (= avanti Era Volgare). Secondo questa fidata cronologia biblica seimila anni dalla creazione dell'uomo termineranno nel 1975, e il settimo periodo di mille anni della storia umana comincerà nell'autunno del 1975 E.V. (= Era Volgare).

 

Per capire questo linguaggio geovista bisogna ricordare che, secondo il loro insegnamento (non quello della Bibbia), un regno millenario di Cristo sarebbe inaugurato con la battaglia di Armaghedon (Apocalisse 16, 16). Sempre secondo l'erroneo insegnamento geovista, Cristo, apparendo visibilmente, distruggerebbe Babilonia la Grande (= la cristianità) e tutti gli altri popoli della terra; i morti risorgerebbero, i membri della setta di Serie A sarebbero esaltati in cielo, mentre quelli di Serie B (le altre pecore) rimarrebbero vivi e vegeti su questa terra messa completamente a nuovo.

Questa grande svolta dell'umanità è stata dunque profetata da Nathan Knorr per l'autunno del 1975!

Come se tanta chiarezza non bastasse, alla pagina 35 dello stesso libro, la tabella delle date significative dalla creazione dell'uomo, preparata dalla intellighenzia della setta a uso e consumo di gente assai ignorante, indica l'anno 1975 come fine del 6' giorno di 1.000 anni dall'esistenza dell'uomo (al principio dell'autunno).

Aggiungiamo infine che i tdG fino all'anno 1973 hanno pubblicizzato il suddetto libro nel modo seguente:

“Vita eterna nella liberà dei figli di Dio. Potete leggervi come e quando dovrà venire la liberazione, e come sarà allora la vita. La sua tabella cronologica rivela che rimangono  pochi anni a questo attuale sistema di cose malvagio.

Ognuno di noi sa molto bene che l’anno 1975 venne e passô senza che la profezia di Nathan Knorr si avverasse! Ancora una volta Geova ha mostrato di essere un falso dio! Prima no, poi si

Quale atteggiamento hanno preso i tdG dopo ii fallito adempimento delle loro profezie? 0 piutto­sto quali ordini di caserma vennero impartiti dal cervello della setta alle squadre di lavoro?

In un primo tempo, fino a pochi anni fa, biso­gnava affermare a spada tratta che mai i tdG avevano fatto profezie sulla fine del mondo. Scrive un ex testimone di Geova:

Con le mie orecchie ho sentito dire dall’anziano nella sala del regno quasi in tono di sfida: “Chi ha detto che nel 1975 doveva venire la fine di questo mondo?.

 

E commenta:

 

Che faccia tosta! Chi ha scritto il libro Vita eterna nella libertà dei figli di Dio? Forse io o l’organizzazione del tdG con sede a Brooklyn?

Dopo  tutto l’anziano di cui qui si parla, non faceva altro che ripetere ció che scriveva La Torre di Guardia fin dall’aprile 1975, pochi mesi prima dell’attesa fine:

Le pubblicazioni del tdG hanno mostrato che, secon­do la cronologia biblica, sembra (!) che 6.000 anni di esi­stenza dell’uomo termineranno a metà degli anni settanta. Ma queste pubblicazioni non hanno mai detto die allora sarebbe venuta Ia fine del mondo. Ciò nondimeno, sono state fatte notevoli congetture persoriali a questo riguar­do

E’ chiaro che si tratta di affermazioni menzo­gnere. Per convincersene basta ricordare che pro­prio nelle pubblicazioni dei tdG è detto che nel citato libro Vita eterna nella libertà dei figli di Dio si poteva leggere come e quando dovrà venire la liberazione, cioè la fine di questo sistema malvagio di cose.

E’ falso dunque affermare che si tratta di con­getture personali , tanto più che è risaputo che qualunque cosa viene pubblicata nei libri e nelle riviste dci tdG deve prima essere vagliata dal comitato  degli scrittori, composto da alcuni membri del Corpo Direttivo di Brooklyn, N.Y.

In un secondo tempo, dopo anni di tentativi d'inganni, i dirigenti della setta hanno deciso di cambiare tattica. Oggi ammettono di avere sbagliato. Hanno scritto:

“I tdG non pretendono di essere profeti ispirati. Hanno fatto sbagli. A volte, come gli apostoli di Gesù Cristo, hanno atteso cose che non si sono realizzate. - Luca 19:11; Atti 1:6”.

E ancora:

 “Le Scritture forniscono dati cronologici relativi alla presenza di Cristo, e i tdG li hanno studiato con vivo interesse (Luca 21.-24; Dan. 4:10-17) (... ). E' vero che i tdG hanno fatto sbagli nel loro intendimento di quello che sarebbe accaduto alla fine di certi periodi di tempo, ma non hanno commesso l'errore di perdere la fede” .

Osservazioni

a) Prendiamo atto, anzitutto, che i tdG non pretendono di essere “profeti ispirati” e che “hanno fatto sbagli” nel loro intendimento di quello che sarebbe accaduto alla fine di certi periodi di tempo cioè nel loro intendimento delle Scritture. Stando così le cose, il Corpo Direttivo non può avanzare la pretesa di essere il canale infallibile della mente e della volontà di Dio. Può sbagliare, di fatto ha sbagliato.

Il Credo insegnato dalla Chiesa Cattolica è rimasto sempre lo stesso, da duemila anni! Se vi sono stati cambiamenti, non riguardano la sostanza della dottrina.

b) A giustificare i loro errori i tdG citano la Scrittura: Luca 19, 11; Atti 1, 6. Si tratta ancora una volta d'un uso aberrante o abuso della Parola di Dio. Vediamone le ragioni:

Luca 19,11: “Poi, stando essi in ascolto, disse ancora una parabola, perché era vicino a Gerusalemme e quelli credevano che subito dovesse apparire il regno di Dio” (Garofalo). Atti 1,6: “I convenuti dunque gli chiesero: "Signore, ripristini adesso il regno per Israele?”.

Nell'uno e nell'altro testo l'autore sacro (san Luca) testimonia la mentalità dei discepoli di Gesù e di altri loro correligionari che si aspettavano l'inaugurazione clamorosa del regno politico d'Israele da parte d'un Messia guerriero. Gli Apostoli di Gesù non facevano calcoli, solo ponevano domande al Maestro. Non fissavano tempi di scadenza.

c) Non così i tdG. Fin dall'origine della loro esistenza - che supera di poco i cento anni - sì sono qualificati profeti e hanno determinato date e scadenze di tempi, hanno voluto conoscere ciò che il Padre ha riservato a sé (cf. Atti 1, 7).

La Bibbia ci dà la chiave per poterli definire falsi profeti:

 

“Se tu pensi nel tuo cuore: "Come conosceremo la parola che Jahve non ha detto? ". Se il profeta ha parlato in nome di Jahve e la sua parola non si avvera, non si compie, Jahve non ha detto proprio questa parola. Il profeta ha parlato per presunzione: non avere timore di lui” (Deuteronomio 18, 21-22, Garofalo).

Anzi i tdG si sono qualificati da se stessi quando in un loro opuscolo hanno scritto:

 

“Tali profeti fecero predizioni del futuro in nome del loro dio. Se la predizione fatta in nome di un dio non si avverava, risultava che il dio era falso, che non era dio. Infatti, la prova di un vero dio si basava sulla facoltà di adempiere la sua profezia”.

Geova è un falso dio!

d) I dirigenti della setta si consolano dicendo che, malgrado gli sbagli nel loro intendimento circa la fine di certi periodi di tempo, essi non hanno commesso l'errore di perdere la fede.

Nulla di vero in tutto questo. I fatti dimostrano che centinaia di migliaia, anzi più di un milione di persone, hanno perso la fede geovista perché si rivelò alla loro mente come un cumulo di errori. Abbandonata coraggiosamente la setta, molti di loro sono ritornati alla cristianità e sono modelli di onestà e di fede nel vero Dio.

 

e) Per coprire la propria faccia, i tdG applicano agli altri, specie ai ministri della Chiesa Cattolica, le parole di Gesù in Matteo 7, 15-16:

 

“Guardatevi dai falsi profeti, i quali vengono a voi sotto spoglia di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Li riconoscerete dai loro frutti”.

Si tratta ancora una volta d'un uso aberrante della Scrittura. I ministri della cristianità, specie della Chiesa Cattolica, non si sono mai qualificati come profeti e mai hanno stabilito scadenza di tempi. I geovisti sì, parecchie volte, e si sono rivelati falsi.

In quanto ai frutti, oltre a tante falsità e menzogne, i tdG hanno sul loro conto il fatto di aver corrotto la Bibbia. Scrive uno che fu dei loro:

 

“Avevo anche capito che il frutto più marcio, quello di peccare contro lo Spirito Santo attraverso una traduzione spuria della Bibbia, l'aveva prodotto proprio l'organizzazione che tanto si vantava dei  suoi frutti.

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