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Trattato della vera Devozione a Maria (di san Luigi Maria Grignon de Montfort)

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 18:17
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05/09/2009 18:07

DEVOZIONI VERE O FALSE



90. Esposte queste cinque verità, bisogna ora finalmente fare una buona scelta della vera devozione alla Santa Vergine, poiché vi sono delle false devozioni che è facile prendere come vere. Il demonio, come un falsario e ingannatore sperimentato, ha già raggirato e fatto perdere tante anime con una falsa devozione alla Santa Vergine; e ogni giorno, nella sua diabolica esperienza, si dà da fare per perderne molte altre, illudendole e facendole addormentare nel peccato, con il pretesto di qualche preghiera, recitata male, e di qualche pratica esteriore da lui suggerita. Come un falsario non contraffà di solito che l'oro e l'argento e solo raramente gli altri metalli, perché non ne vale la pena, così lo spirito maligno non falsifica tante altre devozioni, ma quelle di Gesù e di Maria, cioè la devozione all'Eucarestia e quella mariana, perché queste rappresentano ciò che l'oro e l'argento sono in confronto agli altri metalli.



91. E' dunque molto importante conoscere anzitutto le false devozioni alla Vergine Santa per evitarle, e quella vera per abbracciarla. In secondo luogo, tra le tante e diverse pratiche della vera devozione alla Santa Vergine, bisogna conoscere quella che è la più perfetta e gradita alla Santa Vergine, la più gloriosa per Dio e la più santificante per noi, per impegnarci a viverla.



92. Ho trovato sette specie di false devozioni alla Santa Vergine:


1°. i devoti critici;

2°. i devoti scrupolosi;

3°. i devoti esteriori;

4°. i devoti presuntuosi;

5°. i devoti incostanti;

6°. i devoti ipocriti;

7°. i devoti interessati.




93. I devoti critici sono di solito degli intellettuali orgogliosi, spiriti forti e presuntuosi, che hanno in fondo una certa devozione alla Santa Vergine, ma che criticano quasi tutte le pratiche di essa che le persone semplici rivolgono semplicemente e santamente a questa buona Madre. Le criticano perché tali pratiche non sono di loro gusto; mettono in dubbio tutti i miracoli e i racconti riportati da autori degni di fede, o tratte dalle cronache degli ordini religiosi, che testimoniano le misericordie e la potenza della Vergine Santa; guardano con fastidio le persone semplici e umili inginocchi davanti a un altare, o ad un'immagine della Vergine, a volte in un angolo della strada, per pregare Dio; e li accusano pure di idolatria, come se adorassero il legno o la pietra; dicono che per quanto li riguarda non amano per nulla queste devozioni esteriori e che non sono così deboli di spirito da aggiungere alla fede tutti quei racconti e storielle circa la Santa Vergine. Quando vengono poi riferite loro le lodi meravigliose che i santi Padri tributano alla Vergine Santa, essi rispondono dicendo che quelli hanno parlato da oratori, esagerando, oppure ne danno una loro spiegazione alterata. Questa specie di falsi devoti e di persone orgogliose e mondane è molto da temere; essi fanno un torto enorme alla Vergine Santa e riescono ad allontanare il popolo, con il pretesto di estirparne gli abusi



94. I devoti scrupolosi sono persone che temono di disonorare il Figlio onorando la Madre, di abbassare l'uno elevando l'altra. Non sanno accettare che vengano attribuite alla Santa Vergine le lodi giustissime che le hanno dato i santi Padri; accettano con difficoltà che vi sia più gente inginocchiata davanti all'altare della Santa Vergine che davanti al Santissimo Sacramento, come se l'uno fosse contro l'altro, come se coloro che pregano la Santa Vergine non pregassero Gesù Cristo per mezzo di lei! Non vogliono che si parli Spesso della Vergine Santa e che ci si rivolga a lei tanto di frequente. Ecco alcune loro affermazioni ricorrenti: A che servono tanti Rosari, tante confraternite e tante pratiche esteriori di devozione mariana? Quanta ignoranza in questi casi! Si mette in ridicolo la nostra fede! Parlatemi di chi è devoto di Gesù Cristo (e lo nominano senza scoprirsi il capo, lo dico tra Parentesi): bisogna ricorrere a Gesù Cristo, è lui il nostro unico mediatore; bisogna pregare Gesù Cristo, ecco ciò che è serio! Quanto essi dicono è vero da una parte, ma l'applicazione che ne fanno, per impedire la devozione alla Santa Vergine, è molto pericolosa; è un tranello del demonio, con il pretesto di un bene maggiore; infatti non si onora di più Gesù Cristo che quando si onora molto la Santa Vergine; si onora lei allo scopo di onorare più perfettamente Gesù Cristo; si va infatti a lei come alla strada per giungere al traguardo del cammino, che è Gesù.



95. La Santa Chiesa, con lo Spirito Santo, benedice prima la Santa Vergine e poi Gesù Cristo: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo, Gesù». Non perché la Santa Vergine sia, più di Gesù Cristo, o uguale a lui: sarebbe un'eresia intollerabile; ma è che per benedire più perfettamente Gesù Cristo, bisogna prima benedire Maria. Diciamo dunque con tutti i veri devoti della Vergine Santa, contro questi falsi devoti scrupolosi: «O Maria, tu sei benedetta tra tutte le donne e benedetto è il frutto del tuo grembo, Gesù».



96. I devoti esteriori sono persone che fanno consistere tutta la devozione alla Santa Vergine nelle pratiche esteriori; esse non gustano che l'esteriore della devozione alla Santa Vergine, perché non hanno uno spirito interiore; recitano molti Rosari, ma in fretta; ascoltano molte Messe, ma senza attenzione; vanno alle processioni, ma senza devozione; si iscrivono a tutte le confraternite, ma senza cambiare vita, senza vincere le loro passioni e senza giungere a imitare le virtù di questa Vergine santissima. Non amano che l'aspetto sensibile della devozione, senza gustarne la sostanza; se non trovano gusto sensibile nelle loro pratiche, credono che non siano efficaci e se ne distaccano, le abbandonano, o le fanno a capriccio. Il mondo è pieno di questa specie di devoti esteriori e nessuno più di loro critica le persone di orazione, che si applicano all'interiore come all'essenziale, senza disprezzare l'esteriore di modestia, che sempre accompagna la vera devozione.



97. I devoti presuntuosi sono dei peccatori abbandonati alle proprie passioni, o degli amanti del mondo, i quali, sotto il bel nome di cristiani e di devoti della Santa Vergine, nascondono l'orgoglio, o l'avarizia, o l'impurità, o l'ubriachezza, o la collera, o la bestemmia, o la maldicenza o l’ingiustizia, ecc. Essi dormono tranquilli nelle loro cattive abitudini, senza sforzarsi molto per correggersi, con la scusa che sono devoti della Vergine e pensano che Dio li perdonerà e che non moriranno senza essersi confessati e che non andranno dannati perché recitano il Rosario, digiunano il sabato, sono iscritti la confraternita del Santo Rosario o a quella dello Scapolare, o perché sono membri di un'associazione, o portano l'abitino o la catenella della Santa Vergine, ecc. Quando si dice loro che questa devozione non è che una illusione del demonio e una pericolosa presunzione, capace di perderli, essi non lo vogliono credere; rispondono che Dio è buono e misericordioso, che non ci ha creati per dannarci e che non c'è uomo che non pecchi; dicono che non moriranno senza confessarsi e che un buon mea culpa in punto di morte basterà; e aggiungono che in più sono devoti della Santa Vergine, portano lo scapolare e recitano in suo onore ogni giorno sette Pater e sette Ave fedelmente e senza ostentazione, e anzi ogni tanto recitano pure il Rosario e l'ufficio della Santa Vergine e che digiunano, ecc. A conferma di quanto dicono e per accecarsi ancor più, raccontano qualche episodio, sentito o letto sui libri, non importa loro se vero o falso, in cui si dice di qualcuno, morto in peccato mortale e senza confessarsi, e che, avendo in vita recitato qualche preghiera o compiuto qualche pratica di devozione alla Santa Vergine, sarebbe stato fatto risuscitare per confessarsi, o che la sua anima sarebbe rimasta miracolosamente nel corpo fino a che non avesse potuto confessarsi, oppure che, per la misericordia della Vergine Santa, abbia ottenuto da Dio, in punto di morte, la contrizione e il perdono dei suoi peccati e con questo sia stato salvato. E concludono dicendo che sperano la stessa cosa per loro stessi.



98. Nulla, nel cristianesimo, è più condannabile di una simile presunzione diabolica; come si può dire infatti di amare e onorare davvero la Santa Vergine, quando a causa dei propri peccati, si continua a colpire, a trafiggere, a mettere in croce e ad offendere senza pietà Gesù Cristo suo Figlio? Se Maria si facesse un dovere di salvare con la sua misericordia simili persone, sarebbe come se autorizzasse la colpa e contribuisse ad oltraggiare e a crocifiggere il Figlio suo; chi oserebbe mai pensare questo?



99. Io sono convinto che se si abusa in questo modo della devozione alla Santa Vergine, che è la più santa e la più solida delle devozioni, dopo quella a Gesù Cristo Signore, si commette un orribile sacrilegio, il più grave e meno perdonabile, dopo quello della Comunione ricevuta indegnamente. Ammetto che per essere un vero devoto della Vergine Santa, non è strettamente necessario essere cosi santo da evitare ogni peccato, anche se ciò sarebbe augurabile, ma si noti bene ciò che dico bisogna almeno: 1°. essere sinceramente decisi ad evitare almeno tutti i peccati mortali, che offendono tanto la Madre quanto il Figlio; 2°. sforzarsi di evitare ogni altro peccato; 3°. iscriversi alle confraternite, recitare il Rosario o altre preghiere, digiunare il sabato, ecc.



100. Tutto questo è mirabilmente utile alla conversione di un peccatore, anche indurito. Se tu che leggi fossi uno di questi, se avessi pure un piede sull'abisso, io ti consiglio queste pratiche, ma a condizione che tu compia tali buone opere con l'intenzione di ottenere da Dio, per intercessione della Vergine Santa, la grazia della contrizione e del perdono dei tuoi peccati e per vincere le tue cattive abitudini, e non per rimanere pigramente nello stato di peccato, resistendo ai rimorsi di coscienza, all'esempio di Gesù Cristo e dei santi e agli insegnamenti del santo Vangelo.



101. I devoti incostanti sono coloro che manifestano devozione alla Santa Vergine solo a intervalli e in modo volubile: ora sono fervorosi e ora tiepidi; ora sembrano pronti a tutto per servirla e poco dopo non sono più gli stessi. A un momento vorrebbero abbracciare tutte le pratiche di devozione alla Santa Vergine, dare il nome a tutte le confraternite, e poi non ne praticano per nulla le regole con fedeltà; cambiano come la luna, e Maria li mette sotto i suoi piedi come questa, perché sono instabili e non meritano di essere posti tra i servitori di questa Vergine fedele, i quali invece hanno come divisa la fedeltà e la costanza. Piuttosto che caricarsi di tante preghiere e pratiche di devozione, è meglio farne poche con amore e perseveranza, resistendo al mondo, al demonio e alla carne.



102. Vi sono altri falsi devoti della Vergine Santa che sono gli ipocriti. Questi coprono i loro peccati e le cattive abitudini sotto il manto di questa Vergine fedele, per apparire agli occhi degli altri diversi da quello che sono.



103. Un'altra categoria sono i devoti interessati, i quali ricorrono alla Vergine Santa solo per vincere qualche processo, o per evitare un pericolo, guarire da una malattia, o per qualche altro bisogno di questo genere; senza queste circostanze la dimenticherebbero. Gli uni e gli altri sono falsi devoti, senza valore davanti a Dio e alla sua santa Madre.



104. Facciamo dunque bene attenzione per non essere nel numero dei devoti critici, che non credono a nulla e criticano tutto;

né dei devoti scrupolosi, che temono di essere troppo devoti della Santa Vergine in rapporto a Gesù Cristo;

né dei devoti esteriori, che fanno consistere tutta la devozione in pratiche esteriori;

né dei devoti presuntuosi, che con il pretesto della loro falsa devozione alla Santa Vergine marciscono nel peccato; né dei devoti incostanti, che cambiano con leggerezza le loro pratiche di devozione, o alla prima tentazione le abbandonano del tutto;

né dei devoti ipocriti, che si iscrivono alle confraternite e portano le insegne della Vergine Santa per farsi credere buoni;

né infine dei devoti interessati, che ricorrono alla Vergine Santa solo per essere liberati dai mali del corpo, o per ottenere dei beni temporali.



105. Dopo aver smascherato e condannato le false devozioni alla Santa Vergine, bisogna ora brevemente descrivere quella vera, che invece è:

1°. interiore;

2°. tenera;

3°. santa;

4°. costante;

5° disinteressata.




106. In primo luogo, una vera devozione alla Santa Vergine è interiore, cioè proviene dallo spirito e dal cuore e deriva dalla stima che si ha per la Santa Vergine, dalla profonda consapevolezza delle sue grandezze e dall'amore che le si porta.



107. In secondo luogo, una devozione vera è tenera, cioè piena di fiducia nella Santa Vergine, come quella di un bambino nei confronti della sua buona mamma. Questo fa sì che un'anima ricorra a Maria e per tutti i propri bisogni, del corpo e dello spirito, con molta semplicità, confidenza e tenerezza; in ogni momento, in ogni luogo e per tutto, l'anima invoca l'aiuto della sua buona Madre: nei dubbi, per essere illuminata; negli smarrimenti, per ritrovare il cammino; nelle tentazioni, per essere sostenuta; nelle debolezze, per essere rinvigorita; nelle cadute, per essere rialzata; negli scoraggiamenti, per essere rincuorata; negli scrupoli, per esserne liberata; nelle croci, nelle fatiche e contrarietà della vita, per essere consolata. In ogni sorta di mali, del corpo e dello spirito, Maria è il suo soccorso ordinario, senza timore che questa buona Madre si senta disturbata, o che Gesù Cristo ne sia dispiaciuto.



108. In terzo luogo, la vera devozione alla Santa Vergine è santa, cioè deve condurre un'anima a evitare il peccato e a imitare le virtù della Vergine Santa, in particolare la sua umiltà profonda, la viva fede, l'obbedienza cieca, la continua orazione, la mortificazione universale, la purezza divina, l'ardente carità, la pazienza eroica, l'angelica dolcezza e la sapienza divina. Sono queste le dieci principali virtù della Vergine Santa.



109. In quarto luogo, la vera devozione alla Santa Vergine è costante. Essa stabilizza l'anima nel bene e la conduce a non abbandonare con facilità le sue pratiche di devozione. La rende coraggiosa nell'opporsi al mondo, con le sue mode e principi, alla carne, con le sue molestie e passioni, al demonio, con le sue tentazioni. In questo modo una persona veramente devota della Vergine Santa non è per nulla volubile, né afflitta, nè scrupolosa o timorosa. Non è che non cada, o che non possa a volte cambiare nelle espressioni sensibili della sua devozione; ma se cade, si rialza, tendendo la mano alla sua buona Madre; se perde ogni gusto, o diviene insensibile, non se ne dà pena: il giusto vive di fede, e il fedele devoto di Maria vive della fede di Gesù e di Maria e non dell'emozione sensibile del corpo.



110. In quinto luogo, la vera devozione alla Santa Vergine è disinteressata, cioè ispira ad n'anima di non cercare se stessa, ma Dio solo, nella sua santa Madre. Un autentico devoto di Maria non serve questa augusta Regina con intenzione di lucro e di interesse, nè per un proprio vantaggio, temporale o eterno, corporale o spirituale, ma unicamente perché ella merita di essere servita, e in lei Dio solo. Precisamente, non ama Maria perché gli fa del bene, o perché spera di averne da lei, ma perché ella è degna di essere amata. Per questo egli la ama e la serve fedelmente, sia quando non prova gusto sensibile o si sente nell'aridità, sia quando ne gusta la dolcezza e il fervore sensibile; la ama allo stesso modo sul Calvario e alle nozze di Cana. Oh! com'è gradito e prezioso agli occhi di Dio e della sua santa Madre, il devoto di lei che non ricerca per nulla se stesso nei servizi che rende. Ma com’è raro trovarne oggi! Ed è perché non sia più così raro, che ho preso carta e penna per mettere per iscritto ciò che ho insegnato con frutto, in pubblico e in privato, nelle missioni che ho predicato durante parecchi anni.



111. Ho già detto molte cose sulla Santa Vergine, ma ne ho ancora molte da dire e ne tralascerò ancora un numero infinito, sia per ignoranza e incapacità, che per mancanza di tempo, nel proposito che ho di formare un vero devoto di Maria e autentico discepolo di Gesù Cristo.



112. Oh! quanto sarebbe spesa bene la mia fatica, se questo breve scritto, capitando fra le mani di un'anima per bene, veramente nata da Dio e da Maria, e «non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo», le scoprisse e ispirasse, con la grazia dello Spirito Santo, la grandezza e il valore di questa vera e solida devozione alla Santa Vergine che sto per esporre ora! Se sapessi che il mio sangue di peccatore potesse servire a far penetrare nei cuori le verità che scrivo in onore della mia cara Madre e regale Sovrana, di cui mi sento l'ultimo dei figli e schiavi, me ne servirei invece dell'inchiostro, per tracciare questi caratteri, nella speranza che ho di trovare delle anime buone, le quali sapranno con la loro fedeltà alla pratica di devozione che voglio insegnare compensare la mia cara Madre e Sovrana dei danni subiti a causa della mia ingratitudine e infedeltà



113. Più che mai sono portato a credere e a sperare che si realizzi tutto ciò che ho profondamente impresso nel cuore, e che da molti anni vado chiedendo a Dio; cioè che presto o tardi la Santa Vergine avrà sempre più figli, servi e schiavi d'amore e che, per questo mezzo, Gesù Cristo, mio caro Signore, regnerà sempre più nei cuori



114. Prevedo molte belve arrabbiate, che arriveranno con furia per strappare con i loro denti diabolici questo piccolo scritto e colui del quale lo Spirito Santo si è servito per scriverlo, o almeno per avvolgerlo nelle tenebre e nel silenzio di un baule, affinché non venga Lui conosciuto; costoro anzi attaccheranno e perseguiteranno quelli e quelle che lo leggeranno e cercheranno di metterlo in pratica. Ma non importa! Anzi, tanto meglio! Questa previsione mi incoraggia e mi fa sperare un grande successo, cioè una grande schiera di valorosi e coraggiosi soldati di Gesù e di Maria, dell'uno e dell'altro sesso, per combattere il mondo, il demonio e la natura corrotta, nei tempi difficili che sempre più si avvicinano! «Chi legge comprenda». «Chi può capire, capisca».



115. Vi sono diverse pratiche interiori di vera devozione alla Santa Vergine. Ecco una sintesi delle principali. 1°. Onorarla come la degna Madre di Dio con il culto di iperduliha, cioè stimarla e onorarla più che tutti gli altri santi, come il capolavoro della grazia e la prima dopo Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo. 2°. Meditare sulle sue virtù, sui suoi privilegi e sul suo agire. 3°. Contemplare le sue grandezze. 4°. Esprimerle atti di amore, di lode e di ringraziamento. 5°. Invocarla di cuore. 6°. Offrirsi e unirsi a lei. 7°. Compiere le proprie azioni per essere a lei gradito. 8°. Iniziare, continuare e terminare ogni nostra azione per mezzo di lei, in lei, con lei e per lei, allo scopo di compierle per mezzo di Gesù Cristo, in Gesù Cristo, con Gesù Cristo e per Gesù Cristo, nostro ultimo fine. Spiegheremo poi questa ultima pratica.



116. La vera devozione alla Santa Vergine comprende anche diverse pratiche esteriori, di cui ecco le principali. 1°. Iscriversi alle sue confraternite ed entrare nelle sue associazioni. 2°. Entrare negli ordini e istituti religiosi fondati in suo onore. 3°. Proclamare le sue lodi. 4°. Fare elemosine, digiuni, e mortificazioni del corpo e dello spirito, in suo onore. 5°. Portare su di sè le sue insegne, come la corona del Rosario, lo scapolare, una catenella. 6°. Recitare con attenzione, devozione e semplicità il santo Rosario di quindici decine di Ave Maria, in onore dei quindici principali misteri di Gesù Cristo, o la corona di cinque decine, che è un terzo del Rosario, in onore dei cinque misteri della gioia, che sono: l'Annunciazione, la Visitazione, la Nascita di Gesù Cristo, la Purificazione e il Ritrovamento di Gesù al tempio; o in onore dei cinque misteri del dolore, che sono: l'Agonia di Gesù Cristo nel giardino degli ulivi, la Flagellazione, l'Incoronazione di spine, il Viaggio al Calvario, la Crocifissione; o in onore dei cinque misteri della gloria, che sono: la Risurrezione di Gesù Cristo, la sua Ascensione, la Discesa dello Spirito Santo, o Pentecoste, l'Assunzione della Vergine Santa in corpo e anima in cielo e la sua Incoronazione da parte delle tre Persone della santissima Trinità. Si può anche recitare una corona di sei o sette decine, in onore degli anni che si crede abbia vissuto la Santa Vergine sulla terra; o la piccola corona della Santa Vergine, composta da tre Pater e dodici Ave, in onore della sua corona di dodici stelle o privilegi; oppure l'ufficio della Santa Vergine, così universalmente accolto e recitato nella Chiesa; o il piccolo salterio della Santa Vergine, che san Bonaventura ha composto in suo onore e che è così affettuoso e pio che non si può recitare senza sentirsi inteneriti; oppure quattordici Pater e Ave in onore delle quattordici allegrezze; o qualche altra preghiera, inno o cantico della Chiesa, come la Salve Regina, O madre del Redentore, Ave Regina dei cieli, Regina del cielo, secondo i diversi tempi liturgici, o Ave stel­la del mare, O gloriosa Signora, il Magnificat, o altre devote preghiere di cui i libri sono pieni. 7°. Cantare e far cantare dei cantici spirituali in suo onore. 8°. Farle un certo numero di riverenze o genuflessioni, dicendo per esempio, ogni mattina, sessanta o cento volte: Ave Maria, Vèrgine fedele, per ottenere da Dio, per suo mezzo, la fedeltà alle grazie di Dio durante la giornata; e alla sera: Ave Maria, madre di misericordia, per chiedere perdono a Dio, per mezzo di lei, per i peccati commessi durante il giorno. 9°. Avere cura delle sue confraternite, decorare i suoi altari, coronare e abbellire le sue immagini. 10°. Portare e far portare le sue immagini in processione, portarne una su di sè, come una potente arma contro il demonio. 11°. Far eseguire le sue immagini, o il suo nome, e collocarli nelle chiese, o nelle case, o sulle porte e le entrate di città, di chiese, di case. 12°. Consacrarsi a lei in maniera speciale e solenne.



117. Vi sono molte altre pratiche di devozione alla Santa Vergine, che lo Spirito Santo ha suggerito a delle sante anime e che sono molto santificanti; le si potrà leggere più in esteso nel libro Il Paradiso aperto a Filagia, scritto dal padre Paul Barry, della Compagnia di Gesù, dove egli ha raccolto un gran numero di pratiche che i santi hanno esercitato in onore della Vergine Santa; queste devozioni possono servire in modo meraviglioso per santificare le anime, a condizione che siano fatte come si deve, cioè: 1°. con buona e retta intenzione di piacere a Dio solo, di unirsi a Gesù Cristo come al nostro fine ultimo e di edificare il prossimo; 2°. con attenzione e senza distrazione volontaria; 3°. con devozione, senza fretta o negligenza; 4°. con umile semplicità e in un atteggiamento del corpo che sia rispettoso ed edificante.



118. Dopo tutto ciò, posso dire ad alta voce che, avendo letto quasi tutti i libri che trattano della devozione alla Santa Vergine, e avendo conversato familiarmente con tante persone sante e dotte di questi ultimi tempi, non ho conosciuto nè appreso una pratica di devozione verso la Santa Vergine come quella che sto per esporre, che domandi da un'anima più dedizione a Dio, che la sappia maggiormente svuotare di se stessa e del suo amor proprio, che la conservi più fedelmente nella grazia e mantenga la grazia in lei, che la unisca più perfettamente e con maggior facilità a Gesu Cristo e che infine produca maggior gloria a Dio, santificazione per l'anima e utilità per il prossimo.



119. Poiché la sostanza di questa devozione consiste nell'interiorità che deve formare, essa non sarà compresa da tutti nella stessa misura: alcuni si fermeranno a quanto essa propone di esteriore e non andranno oltre, e saranno i più; altri, un piccolo numero, arriveranno alla sua interiorità, ma non vi saliranno che un gradino. Chi salirà al secondo? Chi arriverà fino al terzo? E infine chi vi dimorerà in modo stabile? Solo colui al quale lo Spirito di Gesù Cristo rivelerà questo segreto. Sarà lui a guidare l'anima fedele, per farla avanzare di virtù in virtù, di grazia in grazia e di luce in luce, per arrivare fino alla trasformazione di se stessi in Gesù Cristo e alla pienezza della sua età sulla terra e della sua gloria in cielo.



LA PERFETTA CONSACRAZIONE A GESU’ CRISTO



120. Poiché tutta la nostra perfezione consiste nell'essere conformi, uniti e consacrati a Gesù Cristo, la più perfetta di tutte le devozioni è senza dubbio quella che ci conforma, unisce e consacra più perfettamente a Gesù Cristo. Ora, essendo Maria, tra tutte le creature, la più conforme a Gesù Cristo, ne segue che, tra tutte le devozioni, quella che consacra e conforma di più un'anima a Gesù Cristo Signore è la devozione alla Santa Vergine, sua Madre e che più un'anima sarà consacrata a Maria, più lo sarà a Gesù Cristo. E' per questo che la perfetta consacrazione a Gesù Cristo non è altro che una perfetta e totale consacrazione di se stessi alla Santa Vergine, che è la devozione che io insegno; o, in altre parole, una perfetta rinnovazione dei voti e delle promesse del santo battesimo.



121. Questa devozione consiste dunque nel donarsi totalmente alla Vergine Santa, per essere, per mezzo di lei, totalmente di Gesù Cristo. Bisogna donarle: 1°. il nostro corpo, con tutti i sensi e le mem­bra; 2°. la nostra anima, con tutte le facoltà; 3°. i nostri beni esteriori, che chiamiamo di fortuna, presenti e futuri; 4°. i beni interiori e spirituali, che sono i meriti, le virtù, le buone opere: passate, presenti e future. In una parola, doniamo tutto ciò che abbiamo, nell'ordine della natura e della grazia, e tutto ciò che potremo avere in futuro, nell'ordine della natura, della grazia e della gloria; e questo senza alcuna riserva, neppure di un soldo, o di un capello, o della più piccola buona azione, e per tutta l'eternità, senza pretendere nè sperare altra ricompensa, per la propria offerta e il proprio servizio, che l'onore di appartenere a Gesù Cristo per mezzo di lei e in lei, quand'anche questa amabile Sovrana non fosse, come invece lo è sempre, la più generosa e riconoscente delle creature.



122. Bisogna qui notare che vi sono due aspetti nelle buone opere che compiamo: la soddisfazione e il merito, cioè: il valore soddisfattorio o impetratorio e il valore meritorio. Il valore soddisfattorio o impetratorio di un'opera buona è la stessa buona azione in quanto ripaga la pena dovuta al peccato, oppure ottiene qualche nuova grazia. Il valore meritorio, o il merito, è la buona azione in quanto capace di meritare la grazia e la gloria eterna. Ora, in questa consacrazione di noi stessi alla Vergine Santa, noi doniamo tutto il valore soddisfattorio, impetratorio e meritorio, cioè la capacità che tutte le nostre buone opere hanno di soddisfare e meritare; doniamo i nostri meriti, le grazie e le virtù, non per comunicarli ad altri, poiché propriamente parlando, i nostri meriti, le grazie e le virtù sono incomunicabili; solo Gesù Cristo ha potuto comunicarci i suoi meriti, facendosi garante per noi presso il Padre suo; questi noi li doniamo perché siano conservati, accresciuti e abbelliti, come diremo più avanti. Le doniamo invece il valore soddisfattorio perché lo comunichi a chi meglio le sembrerà e per la maggior gloria di Dio.



123. Ne consegue che:
1°. Con questa forma di devozione si dona a Gesù Cristo, nella maniera più perfetta perché è per le mani di Maria, tutto ciò che si può donare e molto di più che con le altre forme di devozione, dove si dona o una parte del proprio tempo, o una parte delle proprie buone opere, o una parte del valore soddisfattorio o delle mortificazioni. Qui tutto è donato e consacrato, persino il diritto di disporre dei propri beni interiori e il valore soddisfattoio che si acquista con le proprie opere buone, giorno per giorno. Questo non lo si fa in nessun Istituto religioso; là, si donano a Dio con il voto di povertà i beni di fortuna, con il voto di castità i beni del corpo, con il voto di obbedienza la propria volontà e, in alcuni casi, la libertà del corpo con il voto di clausura; ma non si dona la libertà o il diritto che si ha di disporre del valore delle proprie buone opere e non ci si spoglia fino in fondo di ciò che un cristiano ha di più prezioso e caro, che sono i meriti e il valore soddisfattorio.



124. 2°. Chi si è in questo modo volontariamente consacrato e sacrificato a Gesù Cristo per mezzo di Maria, non può più disporre del valore di nessuna delle proprie buone azioni. Tutto ciò che soffre, ciò che pensa, ciò che fa di bene, appartiene a Maria, perché ella ne disponga secondo la volontà del Figlio suo e per la sua maggior gloria, senza tuttavia che questa dipendenza pregiudichi in alcun modo i doveri del proprio stato, presente o futuro; per esempio, gli obblighi di un sacerdote il quale, a causa del suo ufficio, deve applicare il valore soddisfattorio e impetratorio della santa Messa per una particolare intenzione; si fa questa offerta sempre secondo l'ordine stabilito da Dio e in conformità ai doveri del proprio stato.



125. 3°. Ci si consacra dunque nel medesimo tempo alla Santa Vergine e a Gesù Cristo: alla Santa Vergine come al mezzo perfetto che Gesù Cristo ha scelto per unirsi a noi e per unirci a lui, e a Gesù Cristo Signore come al nostro ultimo fine, al quale noi dobbiamo tutto ciò che siamo, poiché è nostro Redentore e nostro Dio.



126. Ho detto che questa pratica di devozione poteva essere benissimo chiamata una perfetta rinnovazione dei voti, o promesse, del santo battesimo. Infatti ogni cristiano, prima del battesimo, era schiavo del demonio, perché a lui apparteneva. Nel battesimo, direttamente o per bocca del padrino o della madrina, egli ha poi rinunciato È solennemente a Satana, alle sue seduzioni e alle sue opere e ha scelto Gesù Cristo come suo padrone e sovrano Signore, per dipendere da lui come uno schiavo d'amore. E' ciò che si fa anche con questa forma di devozione: come è indicato nella formula di consacrazione, si rinuncia al demonio, al mondo, al peccato e a se stessi e ci si dona interamente a Gesù Cristo per le mani di Maria. Anzi si fa pure qualcosa di più, poiché nel battesimo, di solito, si parla per bocca d'altri, cioè del padrino e della madrina e quindi ci si dà a Gesù Cristo per procura; qui invece ci si dona da se stessi, volontariamente e con conoscenza di causa. Nel santo battesimo non ci si dona a Gesù Cristo per le mani di Maria, almeno in modo esplicito e non si dà a Gesù Cristo il valore delle proprie buone opere; dopo il battesimo si resta interamente liberi di applicarlo a chi si vuole, o di conservarlo per sè; con questa devozione invece ci si dona espressamente a Gesù Cristo Signore per le mani di Maria e a lui si consacra il valore di tutte le proprie azioni.



127. San Tommaso scrive che «nel battesimo gli uomini fanno voto di rinunciare al demonio e alle sue vanità» e sant'Agostino aggiunge che «questo voto è il più grande e più indispensabile». E' pure ciò che dicono i canonisti: «Il voto principale è quello che faccia­mo nel battesimo». E tuttavia, chi osserva veramente questo voto? Chi mantiene con fedeltà le promesse del santo battesimo? Quasi tutti i cristiani non tradiscono forse la fedeltà che hanno promesso a Gesù Cristo nel loro battesimo? Da dove può venire questa negligenza universale se non dalla dimenticanza in cui vengono vissute le promesse fatte e gli impegni assunti nel santo battesimo, e dal fatto che quasi nessuno ratifica da se stesso il contratto di alleanza che ha fatto con Dio, per mezzo dei padrini e delle madrine?



128. Questo è così vero che il Concilio di Sens, convocato per ordine di Ludovico il Pio, per trovare rimedio ai gravi disordini in cui vivevano i cristiani, valutò che la principale causa di questa corruzione nei costumi fosse la dimenticanza e l'ignoranza in cui erano vissuti gli impegni del santo battesimo; e non trovò un mezzo migliore per rimediare a un così grande male, che quello di condurre i cristiani a rinnovare i voti e le promesse del santo battesimo.



129. Il Catechismo del Concilio di Trento, fedele interprete delle intenzioni di quel grande concilio, esorta i parroci a fare la stessa cosa e a condurre i fedeli a fare memoria e a credere che si sono legati e consacrati a Gesù Cristo Signore come degli schiavi alloro Redentore e Signore. Ecco il testo: «Il parroco esorterò il popolo fedele così da fargli capire che noi... dobbiamo offrirci e consacrarci per sempre come schiavi al nostro Redentore e Signore».



130. Ora se i concili, i Padri e l'esperienza stessa ci mostrano che il mezzo migliore per trovare rimedio ai disordini dei cristiani è di farli ricordare degli obblighi del loro battesimo e di condurli a rinnovare i voti che hanno fatto, non è allora ragionevole che lo si faccia ora in un modo perfetto per mezzo di questa devozione e consacrazione a Gesù Cristo Signore per mezzo della sua santa Madre? Dico in un modo perfetto, perché per consacrarsi a Gesù Cristo ci si serve del più perfetto di tutti i mezzi, che è la Santa Vergine.



131. Non si deve obiettare che questa forma di devozione sia nuova o di poca importanza: non è nuova poiché i concili, i Padri e non pochi autori, antichi e recenti, parlano di una simile consacrazione a Gesù Cristo Signore, o rinnovazione dei voti del santo battesimo, come di una pratica antica e la consigliano a tutti i cristiani; e non è di poca importanza, perché la principale fonte dei disordini e quindi della dannazione dei cristiani, deriva dall'oblio e dalla indifferenza verso questa pratica.



132. Qualcuno potrebbe osservare che questa pratica di devozione, facendoci donare a Gesù Cristo Signore per le mani della Santa Vergine, il valore di tutte le nostre opere buone, delle preghiere, mortificazioni ed elemosine, ci porti alla impossibilità di aiutare le anime dei nostri parenti, amici e benefattori. Rispondo a costoro. Anzitutto non è pensabile che i nostri parenti, amici e benefattori soffrano un danno per il fatto che noi ci siamo offerti e consacrati senza riserva al servizio di Gesù Cristo Signore e della sua santa Madre. Sarebbe fare torto alla potenza e alla bontà di Gesù e di Maria, i quali sapranno ben aiutare i nostri parenti, amici e benefattori con la nostra piccola rendita spirituale, o con altri mezzi. Inoltre, questa pratica non impedisce affatto di pregare per gli altri, sia vivi che defunti, benché l'applicazione delle nostre buone opere dipenda dalla volontà della Santa Vergine; questo anzi ci porterà a pregare con più fiducia; è come se una persona ricca, che ha donato tutto a un grande principe, per onorarlo maggiormente, pregasse con più fiducia questo principe di dare un'elemosina a qualcuno dei suoi amici che gliela chiede. Sarebbe anzi un grande piacere per questo principe avere l'occasione per dimostrare riconoscenza verso la persona che si è spogliata per rivestirlo, che si è resa povera per onorarlo. Bisogna dire la stessa cosa per Gesù Cristo Signore e la Santa Vergine: essi non si lasceranno mai vincere nella riconoscenza.



133. Qualcuno potrà ancora dire: se io dono alla Santa Vergine tutto il valore delle mie azioni perché le applichi a chi vorrà, bisognerà forse che io soffra a lungo in purgatorio. Questa obiezione cade da sola, perché proviene dall’amor proprio e dal non conoscere la generosità di Dio e della Vergine Santa. Non è possibile che un'anima fervente e generosa, che bada più agli interessi di Dio che ai suoi, che offre a Dio tutto ciò che ha, senza riserva, in modo da poter dire non posso di più, che non respira che la gloria e il regno di Gesù Cristo per mezzo della sua santa Madre, che si sacrifica totalmente per possederlo... non è possibile, dico, che quest'anima generosa e disponibile venga poi punita nell'altro mondo, per essere stata più generosa e più disinteressata delle altre. Al contrario; e verso simili anime, come vedremo in seguito, che Gesù Cristo Signore e la sua santa Madre sono maggiormente generosi in questo mondo e nell'altro, nell'ordine della natura, della grazia e della gloria.



134. E ora dobbiamo esporre, il più brevemente possibile, i motivi che ci devono rendere raccomandabile questa devozione, gli effetti meravigliosi che essa produce nelle anime fedeli e le pratiche di questa devozione.



135. PRIMO MOTIVO, che ci mostra l'eccellenza di questa consacrazione di se stessi a Gesù Cristo per le mani di Maria. Se non si può immaginare sulla terra un compito più nobile del servizio di Dio, se il più piccolo dei servitori di Dio è più ricco, più potente e più nobile di tutti i re e gli imperatori della terra, se non sono essi stessi servitori di Dio, quali non saranno le ricchezze, il potere e la dignità del fedele e perfetto servitore di Dio, che si sarà consacrato al suo servizio interamente, senza riserve e secondo tutte le sue possibilità! Tale è un fedele e amoroso schiavo di Gesù in Maria, che si è offerto interamente al servizio di questo Re dei re, per le mani della sua santa Madre e che non ha ritenuto nulla per sè: tutto l'oro della terra e le bellezze dei cieli non bastano a pagarlo.



136. Le diverse congregazioni, associazioni e confraternite istituite in onore di Gesù Cristo Signore e della sua santa Madre, che fanno tanto bene nel cristianesimo, non propongono di offrire tutto senza riserva; esse prescrivono ai loro associati solo alcune pratiche e opere per soddisfare i loro obblighi e lasciano poi liberi per tutte le altre azioni e per gli altri momenti della vita. Questa devozione invece fa donare senza riserva a Gesù e a Maria tutti i pensieri, le parole, le azioni e le sofferenze e tutti i momenti della vita, di modo che, si vegli o si dorma, si beva o si mangi, si compiano grandi azioni oppure piccole, si può sempre dire che ciò che si fa, anche se non ci si pensa, è per Gesù e per Maria, in forza dell'offerta compiuta, a meno che non si sia ritrattata espressamente. Quale consolazione!



137. Come ho già detto, non c'è altra pratica che questa, con la quale ci si possa disfare facilmente di un certo senso di proprietà che si insinua subdolamente nelle nostre migliori azioni; e il buon Gesù fa questa grande grazia in ricompensa dell'eroica e disinteressata azione che si compie cedendogli, per le mani della sua santa Madre, tutto il valore delle proprie opere buone. Se egli dà il centuplo, anche in questo mondo, a coloro che lasciano per amor suo i beni esteriori, temporali ed effimeri, quale sarà il centuplo che darà a colui che sacrifica anche i suoi beni interiori e spirituali!



138. Gesù, nostro grande amico, si è donato a noi senza riserva, corpo e anima, virtù, grazie e meriti. Dice san Bernardo: «Mi ha conquistato totalmente, dandosi a me totalmente» Non si tratta allora di giustizia e di riconoscenza se diamo a lui tutto ciò che possiamo dare? Egli è stato per primo generoso con noi; siamolo per secondi e lo scopriremo ancora più generoso durante la nostra vita, nel momento della morte e per tutta l'eternità: «Con l'uomo generoso, tu sei generoso».



139. SECONDO MOTIVO, che ci mostra come sia giusto in sè e vantaggioso per il cristiano consacrarsi interamente alla Santa Vergine con questa pratica, per esserlo più perfettamente a Gesù Cristo. Questo buon Maestro non ha disdegnato di rinchiudersi nel grembo della Santa Vergine come un prigioniero e uno schiavo per amore e di esserle sottomesso e obbediente durante trent'anni. Qui lo spirito umano, ripeto, si smarrisce se riflette seriamente su questo comportamento della Sapienza incarnata, la quale non ha voluto darsi direttamente all'umanità, anche se l'avrebbe potuto fare, ma per mezzo della Santa Vergine; e non ha voluto venire al mondo in età di uomo adulto e già autonomo, ma come un bambino, piccolo e povero, bisognoso di dipendere dalle cure e dal mantenimento della sua santa Madre. Questa infinita Sapienza, che aveva un immenso desiderio di rendere gloria a Dio suo Padre e di salvare l'umanità, non ha trovato un mezzo più perfetto e più efficace per farlo, se non quello di sottomettersi in tutto alla Santa Vergine, non soltanto durante i primi otto, o dieci, o quindici anni della sua vita, come gli altri figli, ma durante trent'anni; e ha dato più gloria a Dio suo Padre durante tutto questo tempo di sottomissione e di dipendenza dalla Santa Vergine, che non gliene avrebbe data impiegando quei trent'anni a compiere miracoli, a predicare per il mondo intero, a convertire tutti; altrimenti l'avrebbe fatto. Oh! come si rende gloria a Dio in modo sublime sottomettendosi a Maria, sull'esempio di Gesù! Avendo davanti agli occhi un esempio così chiaro e noto a tutti, saremo così stolti da credere di poter trovare un mezzo più perfetto e più efficace per glorificare Dio, di quello di sottometterci a Maria, sull'esempio del Figlio suo?



140. Per convincerci della dipendenza che dobbiamo avere dalla Santa Vergine, si ricordi quanto ho già detto, riferendo gli esempi che ci danno il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, nella dipendenza che noi dobbiamo avere dalla Santa Vergine. Il Padre non ha dato e non dà suo Figlio che per mezzo di lei, non si procura dei figli che per mezzo di lei, non comunica le sue grazie che per mezzo di lei; Dio Figlio non è stato formato per tutti in generale che per mezzo di lei e non viene formato e generato ogni giorno che per mezzo di lei in unione con lo Spirito Santo e non comunica i suoi meriti e le virtù che per mezzo di lei; lo Spirito Santo non ha formato Gesù Cristo che per mezzo di lei, non forma i membri del suo Corpo mistico che per mezzo di lei e non dispensa i suoi doni e favori che per mezzo di lei. Dopo questi esempi della Trinità santissima, così forti e insistenti, come potremmo, senza mostrarci ciechi del tutto, fare a meno di Maria e non consacrarci a lei e dipendere da lei, per andare a Dio e per consacrarci a lui?



141. Ecco alcuni passi dei Padri che ho scelto per provare ciò che ho appena detto. «Maria ha due figli: uno UomoDio e l'altro un semplice uomo, del primo è madre corporalmente, del secondo spiritualmente» «Questo è il volere di Dio, il quale ha voluto che ricevessimo tutto per mezzo di Maria; se quindi abbiamo un po' di speranza, di grazia, di salvezza, dobbiamo riconoscere che da lei ci proviene». « Tutti i doni, le virtù e le grazie dello stesso Spirito Santo sono elargiti dalle sue mani a chi vuole, quando vuole, come vuole e nella misura che vuole». «Tu eri indegno di ricevere, per questo è stato dato a Maria quanto avresti avuto, perché tu lo riceva per mezzo di lei».



142. Dice ancora san Bernardo che Dio ci vede indegni di ricevere le sue grazie direttamente dalle sue mani, perciò egli le dà a Maria, affinché noi riceviamo per mezzo di lei tutto ciò che egli ci vuole dare; e trova pure la sua gloria nel ricevere per le mani di Maria la gratitudine, l'onore e l'amore che noi gli dobbiamo per i suoi benefici. E' dunque molto giusto imitare questa condotta di Dio, prosegue san Bernardo, «affinché la grazia ritorni al suo autore per lo stesso canale per il quale era venuta a noi» E' ciò che si fa per mezzo di questa pratica di devozione: si offre e consacra alla Santa Vergine tutto ciò che si è e tutto ciò che si possiede, affinché Gesù Cristo Signore riceva per mezzo di lei la gloria e la gratitudine che a lui si deve. Ci si riconosce indegni e incapaci di avvicinarsi da sè alla sua infinita Maestà: per questo ci si serve della intercessione della Santa Vergine.



143. Inoltre, si tratta qui di una pratica di grande umiltà, virtù che Dio ama al di sopra di tutte. Un'anima che pretende di innalzarsi, abbassa Dio; l'anima invece che si umilia, esalta Dio. «Dio resiste ai superbi; agli umili invece dà la sua grazia». Se ti abbassi, credendoti indegno di comparire davanti a lui e di avvicinarlo, egli discende, si abbassa per venire a te, per compiacersi in te e per elevarti, anche tuo malgrado; al contrario, quando ci si avvicina a Dio senza rispetto e senza mediatore, Dio si allontana e non lo si può raggiungere. Oh! quanto egli ama l'umiltà del cuore! Ed è a questa umiltà che impegna la presente pratica di devozione, perché insegna a non avvicinarsi mai da se stessi a Gesù Cristo Signore, anche se egli è dolce e misericordioso, ma a servirsi sempre della intercessione della Vergine Santa, sia per comparire davanti a Dio, che per parlargli, o avvicinarlo, o per offrirgli qualcosa, o per unirsi e consacrarsi a lui.



144. TERZO MOTIVO. La Santa Vergine, che è una madre di dolcezza e di misericor­dia e che non si lascia mai vincere in amore e generosità, vedendo che ci si dona intera­mente a lei per renderle onore e servirla, spogliandosi di ciò che si ha di più caro per ornare lei, si dà ella stessa interamente e in modo inarrivabile a colui che le dona tutto. Lo sommerge nell'abisso delle sue grazie, lo adorna dei suoi meriti, lo sostiene con il suo potere, lo illumina con la sua luce, lo infiamma del suo amore, gli comunica le sue virtù: l'umiltà, la fede, la purezza, ecc., diventa suo garante, sua integrazione, suo tutto presso Gesù. Infine, poiché questa persona consacrata è tutta di Maria, anche Maria è tutta di lei, in modo che si può dire di questo perfetto servitore e figlio di Maria ciò che san Giovanni evangelista dice di se stesso, che cioè egli ha preso la Santa Vergine in luogo di tutti i suoi beni: «Il discepolo l'accolse tra i suoi beni».



145. Ciò che si realizza nella sua anima, se resta fedele, è una grande diffi­denza, disistima e avversione con se stesso, e una grande fiducia, un grande abbandono alla Santa Vergine, sua sovrana amata. Egli non fa più assegnamento come prima sulle proprie disposizioni, intenzioni, meriti, virtù e buone opere, poiché avendone fatto offerta totale a Gesù Cristo per mezzo di questa buona Madre, non possiede che un tesoro, dove sono tutti i suoi beni e che non ha più con sè: questo tesoro è Maria. Si avvicina così a Gesù Cristo Signore senza timore servile o scrupoloso e lo prega con molta fiducia; è questo che lo fa entrare nei sentimenti del devoto e dotto abate Ruperto, il quale parlando della vittoria riportata da Giacobbe sull'angelo, rivolge alla Santa Vergine queste belle parole: «O Maria, mia principessa e Madre immacolata di un DioUomo, Gesù Cristo, io desidero lottare con questo Uomo, cioè il Verbo di Dio, armato non dei miei meriti, ma dei tuoi». Oh! come si è potenti e forti presso Gesù Cristo quando si è armati dei meriti e dell'intercessione di una degna Madre di Dio, la quale, come dice sant'Agostino, ha vinto l'Onnipotente con l'amore!.



146. Poiché mediante questa forma di devozione si donano a Gesù Cristo Signore, per le mani della sua santa Madre, tutte le proprie buone opere, questa buona Sovrana le purifica, le abbellisce e le fa accettare dal Figlio suo.

1°. Ella le purifica da tutta la sporcizia dell'amor proprio e dal sottile attaccamento alla creatura che si insinua nelle migliori azioni, senza che ci si accorga. Dal momento in cui sono nelle sue mani purissime e feconde, queste mani che non sono mai state sterili od oziose, che purificano ciò che toccano, liberano il dono che le si fa da tutto ciò che può avere di guasto o imperfetto.



147. 2°. Le abbellisce, ornandole dei suoi meriti e virtù. E' come se un contadino, che vuole guadagnare l'amicizia e la benevolenza del re, andasse dalla regina e le presentasse una mela, che è tutto il suo avere, perché ella la presenti al re. La regina, dopo aver accettato il piccolo e povero dono del contadino, metterebbe questa mela al centro di un grande e bel vassoio d'oro e la presenterebbe così al re, da parte del contadino. In questo modo la mela, sebbene indegna per sè di essere presen­½$ tata al re, diventerebbe degna della sua Maestà a causa del vassoio d'oro sul quale è posta e della persona che la presenta.



148. 3°. Ella presenta queste buone opere a Gesù Cristo. Infatti non trattiene per sè nulla di ciò che le si presenta, come se fosse lei il fine; ma fedelmente rimanda tutto a Gesù. Se si dà a lei, si dà necessariamente a Gesù; se la si loda e le si rende gloria, subito ella loda e rende gloria a Gesù. Ora come un tempo, quando santa Elisabetta ebbe a lodarla, quando la si loda e la si benedice, ella canta: «L'anima mia magnifica il Signore».



149. 4°. Fa accettare da Gesù queste buone opere, anche se sono un piccolo e povero dono per questo Santo dei santi e Re dei re. Quando si presenta qualche cosa a Gesù da se stessi e sostenuti dalla propria capacità e disposizione, Gesù esamina il dono e spesso lo rifiuta a causa dello sporco derivante dall'amor proprio, come un tempo rifiutò i sacrifici degli Ebrei pieni di volontà propria. Ma quando gli si presenta qualche cosa per le mani pure e verginali della sua Amatissima, lo si prende per il lato debole, se posso usare questa espressione: egli allora non considera più tanto il dono che gli si fa, quanto la sua buona Madre che glielo presenta; non guarda più tanto da dove viene quel dono, quanto colei per la quale arriva. Così Maria, che non viene mai rifiutata, ma sempre ben accolta dal suo Figlio, fa ricevere favorevolmente dalla sua Maestà tutto ciò che lei gli presenta, piccolo o grande; basta che Maria lo presenti e Gesù lo accoglie e lo gradisce. E' il prezioso consiglio che san Bernardo dava a quelli e quelle che egli guidava verso la perfezione: «Quando vuoi offrire qualcosa a Dio, abbi l'accortezza di presentarglielo per le mani molto degne e gradevoli di Maria, se non vuoi vederti rifiutato».



150. Non è forse questo che la stessa natura ispira ai piccoli nei confronti dei grandi, come abbiamo visto? Perché la grazia non dovrebbe portarci a fare la stessa cosa nei confronti di Dio, che è infinitamente superiore a noi e davanti al quale noi siamo meno degli atomi? Abbiamo d'altra parte un avvocata così potente, che non viene mai respinta, così capace, che conosce tutti i segreti per conquistare il cuore di Dio, così buona e piena di carità che non respinge mai nessuno, per quanto piccolo e cattivo. Più avanti riferirò la storia di Giacobbe e Rebecca, come figura effettiva delle verità che ho esposto.



151. QUARTO MOTIVO. Questa devozione, praticata con fedeltà, è un mezzo eccellente per fare in modo che il valore di tutte le nostre buone opere sia impegnato per la maggior gloria di Dio. Quasi nessuno agisce pensando a questo nobile fine, benché ne abbia l'obbligo, o perché non si conosce dove stia la maggior gloria di Dio, oppure perché non la si cerca. Ma poiché la Santa Vergine, alla quale si cede il valore e il merito delle proprie buone opere, conosce molto bene dove sta la maggior gloria di Dio e non fa nulla se non per la maggior gloria di Dio, un perfetto servitore di questa buona Sovrana, che si è consacrato a lei interamente, come abbiamo detto, può affermare con audacia che il valore di tutte le proprie azioni, pensieri e parole è utilizzato per la maggior gloria di Dio, a meno che non revochi espressamente la sua offerta. Si può forse trovare qualcosa di più consolante per un'anima che ama Dio di un amore puro e senza interesse e che stima la gloria e gli interessi di Dio più dei propri?



152. QUINTO MOTIVO. Questa forma di devozione è una via facile, breve, perfetta e sicura per giungere all'unione con Gesù Cristo Signore, nella quale consiste la perfezione cristiana.

1°. E' una via facile: è una via che Gesù Cristo ha aperto venendo a noi e sulla quale non c'è alcun ostacolo per giungere a lui. Veramente si può arrivare all'unione divina per altre strade, ma sarà attraverso maggiori croci, strane morti e con più difficoltà, faticose da vincere. Bisognerà passare attraverso notti oscure, lotte, strane agonie, per aspre montagne, su pungentissime spine e in paurosi deserti. Invece sulla strada di Maria si cammina più dolcemente e con maggior tranquillità. Certo, anche qui si incontrano grandi lotte da sostenere e forti difficoltà da vincere, ma questa buona Madre e Sovrana sta così vicina e presente ai suoi fedeli servitori, per illuminarli nelle tenebre, rischiararli nei dubbi, rassicurarli nei timori, sostenerli nelle lotte e difficoltà, che veramente questo cammino verginale per trovare Gesù Cristo è un cammino di rose e di miele nei confron­ti degli altri. Ci sono stati alcuni santi, ma in piccolo numero, come sant'Efrem, san Giovanni di Damasco, san Bernardo, san Bernardino, san Bonaventura, san Francesco di Sales, ecc., che hanno camminato per questa dolce strada per giungere a Gesù Cristo, poiché lo Spirito Santo, fedele Sposo di Maria, l'aveva loro mostrata per una speciale grazia; ma gli altri santi, che sono un più gran numero, pur avendo avuto tutti una devozione alla Santa Vergine, non hanno tuttavia percorso questa via, o ben poco. E' per questo che sono passati attraverso prove più dure e pericolose.



153. Qualche fedele servitore di Maria mi domanderà allora come si spiega che i fedeli servitori di questa buona Madre hanno tante occasioni per soffrire, più di quelli che non le sono così devoti. Vengono contraddetti, perseguitati, calunniati, mal sopportati, oppure camminano nelle tenebre interiori o per deserti, dove non c’è una minima goccia di rugiada del cielo. Se questa devozione alla Santa Vergine rende più facile il cammino per trovare Gesù Cristo, come mai sono proprio loro i più crocifissi?



154. Rispondo che è ben vero che i più fedeli servitori della Santa Vergine, essendo i suoi più grandi favoriti, ricevono da lei le più grandi grazie e favori del cielo, che sono le croci; ma dico pure che sono questi servitori di Maria che portano tali croci con più facilità, merito e gloria; ciò che sarebbe capace di fermare un altro mille volte, o di farlo cadere, non ferma costoro una sola volta e li fa andare avanti, perché questa buona Madre, tutta piena di grazia e di dolcezza dello Spirito Santo, addolcisce tutte queste croci che prepara nello zucchero della sua materna dolcezza e nella soavità del puro amore, cosicché essi le ingeriscono gioiosamente come delle noci candite, benché siano per se stesse amarissime. E io credo che una persona che vuole essere devota e vivere in Gesù Cristo con profonda fede, e che perciò deve soffrire persecuzione e portare ogni giorno la propria croce, non riuscirà mai a portare delle grandi croci, oppure non le porterà con gioia, né con perseveranza, senza una tenera devozione alla Santa Vergine, che rende dolci le croci; così come una persona, senza farsi una grande violenza, in cui non potrà resistere a lungo, non potrà mangiare delle noci acerbe, non candite nello zucchero.



155. 2°. Questa forma di devozione alla Santa Vergine è una via breve per trovare Gesù Cristo, sia perché non ci si smarrisce, sia perché come ho appena detto vi si cammina con più gioia e facilità e quindi più speditamente. Si progredisce di più in poco tempo di sottomissione e dipendenza da Maria, che in anni interi di volontà propria e di appoggio su se stessi; infatti un uomo obbediente e sottomesso alla divina Maria canterà vittorie importanti su tutti i suoi nemici. E' vero, questi vorrebbero impedirgli il cammino, o farlo indietreggiare, o cadere, ma con il sostegno, l'aiuto e la guida di Maria, senza cadere, senza indietreggiare e perfino senza rallentare, egli avanzerà a passo da gigante verso Gesù Cristo, per la stessa strada per la quale come è scritto Gesù è venuto a noi, a passo da gigante e in poco tempo.



156. Per qual motivo pensi che Gesù Cristo abbia vissuto così poco sulla terra, e che i pochi anni che ha vissuto li abbia trascorsi quasi tutti nella sottomissione e nell'obbedienza a sua Madre? Ah! è che, giunto in breve alla perfezione, ha vissuto a lungo, più a lungo di Adamo, del quale era venuto a riparare i danni, anche se quegli era vissuto più di novecento anni; Gesù Cristo ha vissuto molto, perché è vissuto molto sottomesso e molto unito alla sua santa Madre, per obbedire a Dio suo Padre. Infatti: 1°. chi onora la propria madre è come colui che raccoglie un tesoro, dice lo Spirito Santo; cioè chi onora Maria sua Madre fino a sottomettersi a lei e obbedirle in tutto, diventerà presto molto ricco, perché accumula tesori ogni giorno, per mezzo del segreto di questa pietra filosofale: «Chi riverisce la madre, e come chi accumula tesori»; 2°. seguendo una interpretazione spirituale di questa parola dello Spirito Santo: «La mia vecchiaia si trova nella misericordia del grembo», è nel grembo di Maria, che ha cinto e generato un uomo perfetto e ha potuto contenere colui che l'universo intero non abbraccia né contiene, è nel grembo di Maria, dico, che i giovani diventano vecchi, per illuminazione, santità, esperienza e sapienza, e che si giunge in pochi anni fino alla pienezza dell'età di Gesù Cristo.



157. 3°. Questa pratica di devozione alla Santa Vergine è una via perfetta per incontrarsi e unirsi a Gesù Cristo, poiché la divina Maria è la più perfetta e la più santa delle semplici creature e Gesù Cristo, che ha scelto una maniera perfetta per venire a noi, non ha preso altra strada per il suo grande e meraviglioso viaggio. L'Altissimo, l'Incomprensibile, l'Inaccessibile, Colui che è, ha voluto venire a noi, piccoli vermi di terra, che nulla siamo. Come è successo? L'Altissimo è disceso fino a noi in modo perfetto e divino per mezzo dell'umile Maria senza nulla perdere della sua divi­nità e santità, ed è per mezzo di Maria che questi piccolissimi devono salire verso l'Altissimo in modo perfetto e divino, senza nulla temere. L'Incomprensibile si è lasciato comprendere e contenere in modo perfetto dalla piccola Maria, senza nulla perdere della sua immensità; ed è ancora per mezzo della piccola Maria che noi dobbiamo lasciarci contenere e condurre in modo perfetto, senza alcuna riserva. L'Inaccessibile si è avvicinato, si è unito strettamente, in modo perfetto e anche di persona alla nostra umanità per mezzo di Maria, senza nulla perdere della sua Maestà; ed è ancora per mezzo di Maria che noi dobbiamo avvicinarci a Dio e unirci alla sua Maestà in modo perfetto e strettamente, senza temere di essere respinti. Infine, Colui che è, ha voluto venire presso ciò che non è, e fare in modo che ciò che non è, diventi Dio, o Colui che è; lo ha fatto in modo perfetto, donandosi e sottomettendosi interamente alla giovane Vergine Maria, senza cessare di essere nel tempo Colui che è da tutta l'eternità; ancora, benché noi non siamo nulla, è per mezzo di Maria che possiamo divenire simili a Dio, per mezzo della grazia e della gloria, donandoci a lei in modo così perfetto e totale, da non essere nulla in noi stessi, e tutto in lei, senza timore di ingannarci.



158. Mi si mostri una nuova strada per andare a Gesù Cristo, che questa strada sia lastricata da tutti i meriti dei beati, ornata da tutte le loro virtù eroiche, illuminata e abbellita da tutti gli splendori e le bellezze degli angeli e che tutti gli angeli e i santi siano presenti per guidare, proteggere e sostenere quelli e quelle che vi vorranno camminare; in verità, in verità, lo dico con audacia e dico la verità, invece di questa strada, che sarebbe così perfetta, io preferirei la via immacolata di Maria: «E ha reso integro il mio cammino», via, o cammino senza alcuna macchia né sporcizia, senza peccato originale o attuale, senza né ombre né tenebre; e se il mio amabile Gesù, nella sua gloria, viene una seconda volta sulla terra, come è certo, per regnarvi, non sceglierà altra via per il suo viaggio che la divina Maria, per mezzo della quale egli è venuto la prima volta in modo così sicuro e perfetto. La differenza che vi sarà tra la prima e la seconda venuta è che la prima è stata segreta e nascosta, la seconda sarà gloriosa e sfolgorante, ma tutte due perfette, perché tutte due saranno per mezzo di Maria. Ahimè! ecco un mistero che non si comprende! Qui ogni lingua deve tacere.



159. 4°. Questa devozione alla Santa Vergine è una via sicura per andare a Gesù Cristo e possedere la perfezione unendoci a lui. 1°. Perché questa pratica che io insegno non è nuova; è antica quanto mai, e come dice il Boudon, morto da poco in odore di santità, in un libro che ha scritto su questa devozione, non se ne possono indicare esattamente gli inizi; è però certo che se ne trovano le tracce nella Chiesa da più di settecento anni. Sant'Odilone, abate di Cluny, che visse intorno all'anno 1040, fu uno dei primi a praticarla pubblicamente in Francia. Così si legge nella sua vita. Il cardinale Pier Damiani riferisce che, nell'anno 1076, il beato Marino, suo fratello, in presenza del suo direttore, si fece schiavo della Santa Vergine, con un rito molto edificante: si pose una corda al collo e si flagellò, poi mise sull'altare una somma di denaro, per indicare di essersi consegnato e consacrato alla Santa Vergine, e continuò così fedelmente per tutta la vita, e alla sua morte meritò di essere visitato e consolato dalla sua buona Sovrana e di ricevere dalla bocca di lei la promessa del paradiso come ricompensa dei suoi servizi Cesare Bollando ricorda un illustre cavaliere, Vautier de Birbak, vicino parente dei duchi di Lovanio, il quale, verso l'anno 1300, fece questa consacrazione di se stes­so alla Santa Vergine. Questa devozione è stata praticata in privato da parecchie persone fino al XVII secolo, quando divenne pubblicà.



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