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Trattato della vera Devozione a Maria (di san Luigi Maria Grignon de Montfort)

Ultimo Aggiornamento: 05/09/2009 18:17
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05/09/2009 18:17

PRATICHE PARTICOLARI E INTERIORI PER COLORO CHE VOGLIONO DIVENTARE PERFETTI



257. Queste pratiche esteriori che ho proposto, non devono essere omesse per negligenza, o per poca stima, secondo le possibilità della propria condizione. Oltre a queste, ecco ora delle pratiche interiori, che sono molto santificanti per coloro che lo Spirito Santo chiama a un'alta perfezione. Si tratta, in poche parole, di compiere tutte le proprie azioni per mezzo di Maria, con Maria, in Maria e per Maria, per poterle compiere più perfettamente per mezzo di Gesù Cristo, con Gesù Cristo, in Gesù e per Gesù.

Per mezzo di Maria



258. 1°. Bisogna compiere le proprie azione per mezzo di Maria; bisogna cioè obbedire in ogni cosa alla Santa Vergine e lasciarsi condurre sempre dal suo spirito, che è lo Spirito Santo di Dio: «Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, sono figli di Dio»; coloro che sono guidati dallo spirito di Maria, sono figli di Maria e quindi figli di Dio, come abbiamo dimostrato; tra tanti devoti della Vergine Santa, quelli autentici e fedeli sono coloro che si fanno guidare dal suo spirito. Ho detto che lo spirito di Maria è lo spirito di Dio: ella infatti non si è mai fatta guidare dal proprio spirito, ma sempre dallo spirito di Dio, il quale è talmente diventato suo ispiratore da diventare il suo stesso spirito. Per questo sant'Ambrogio dice: «Che l'anima di Maria sia in ciascuno per glorificare il Signore; che lo spirito di Maria sia in ognuno per rallegrarsi in Dio». Quanto è felice un'anima quando, sull'e­sempio del buon fratello gesuita Rodriguez, morto in concetto di santità, è tutta posseduta e guidata dallo spirito di Maria, che è uno spirito dolce e forte, zelante e prudente, umile e coraggio­so, puro e fecondo!



259. Perché un'anima possa lasciarsi condurre da questo spirito di Maria, biso­gna: 1°. Rinunciare al proprio spirito, al proprio modo di vedere e di volere, prima di fare qualcosa, per esempio prima di met­tersi a pregare, prima di celebrare o di par­tecipare alla santa Messa, alla Comunione, ecc.; infatti se noi seguiamo le tenebre del nostro spirito e la malizia del nostro volere e agire, anche se ci sembrano buoni, met­tiamo ostacolo al santo spirito di Maria. 2°. Dobbiamo affidarci allo spirito di Maria per esserne mossi e guidati nel modo che ella vorrà. Bisogna mettersi e lasciarsi andare tra le sue mani verginali, come uno strumento nella mani dell'operaio come un liuto nelle mani di un buon suonatore. Bisogna perdersi e abbandonarsi in lei, come una pietra gettata in mare: si fa in un attimo e con facilità, con una sola occhiata dello spirito, un lieve movimento della volontà, o con una parola, come per escm­pio: «Rinuncio a me stesso e mi dono a te, mia cara Madre». E anche se non si sente nessun gusto sensibile in questo atto di unione, rimane un gesto autentico; così come se uno dicesse con sincerità Dio non voglia «Mi do al demonio!», anche se lo dicesse senza alcuna emozione sensibile, rimane vero che apparterrebbe al demonio. 3°. Durante e dopo le proprie azioni, biso­gna di tanto in tanto rinnovare il medesimo atto di offerta e di unione; più lo si farà, più presto ci si santificherà e più presto si arriverà all'unione con Gesù Cristo, che sempre necessariamente segue all'unione con Maria, infatti Io spirito di Maria è lo spirito di Gesù.

Con Maria



260. 2°. Bisogna compiere le proprie azioni con Maria; cioè nelle proprie azioni, bisogna guardare Maria come a un modello assoluto di ogni virtù e perfezione, formato dallo Spirito Santo in una semplice creatu­ra per imitarlo secondo la nostra piccola portata. In ogni azione dobbiamo quindi pensare come l'ha compiuta Maria, o come la compirebbe se fosse al nostro posto. Per questo dobbiamo esaminare e meditare le grandi virtù che ella ha praticato durante la sua vita, particolarmente: 1°.la viva fede, per mezzo della quale ha creduto, senza esitare, la parola dell'angelo; ha creduto fedelmente e costantemente fino al piede della croce sul Calvaro; 2°. l'umiltà profon­da, che l'ha condotta a rimanere nascosta, a tacere, ad accettare tutto e a mettersi all'ul­timo posto; 3°. la purezza tutta divina, che non ha mai avuto, né mai avrà l'ugua­le sotto il cielo; e infine tutte le altre sue virtù. Lo ripeto un'altra volta: si ricordi che Maria è il grande e unico stampo di Dio, adatto a produrre delle immagini viventi di Dio con poca spesa e in poco tempo; l'anima che ha trovato questo stampo e vi si perde dentro, viene presto mutata in Gesù Cristo, che questo stampo riproduce così com'è.

In Maria



261. 3°. Bisogna compiere le proprie azioni in Maria. Per ben comprendere que­sta pratica, bisogna sapere che: 1°. La Santa Vergine è il vero paradiso terrestre del nuovo Adamo, di cui il vecchio paradiso terrestre non era che la figura. In questo paradiso terrestre vi sono dunque ricchez­ze, bellezze, rarità e dolcezze inspiegabili, che il nuovo Adamo, Gesù Cristo, vi ha lasciato. E' in questo paradiso che egli ha posto le sue compiacenze durante nove mesi, che ha operato le sue meraviglie e mostrato le sue ricchezze con la magnifi­cenza di un Dio. Questo luogo santissimo è composto unicamente da una terra vergine e immacolata, dalla quale è stato formato e nutrito il nuovo Adamo, senza alcuna mac­chia nè bruttura, per l'opera dello Spirito Santo che vi abita. In questo paradiso ter­restre che si trova veramente l'albero di vita, che ha portato Gesù Cristo, il frutto di vita; l'albero della scienza del bene e del male, che ha dato la luce al mondo. In que­sto luogo divino vi sono alberi piantati dalla mano di Dio e innaffiati dalla sua divina unzione, che hanno portato e portano ogni giorno frutti di un gusto divino; vi sono aiuole smaltate di fiori di virtù belli e varopinti, emananti un odore che profuma anche gli angeli. Vi sono in questo luogo dei prati verdi di speranza, torri inespugnabili di fortezza, costruzioni incantevoli di fiducia, ecc. Solo lo Spirito Santo può far conosce­re la verità nascosta sotto queste figure di cose materiali. C'è in questo luogo un'aria pulita, senza inquinamento, di purezza; vi è il giorno luminoso, senza notte, dell'uma­nità santa; il sole splendente, senza ombre, della Divinità; una fornace ardente e peren­ne di carità, dove tutto il ferro che viene immerso è arroventato e trasformato in oro; vi è un fiume di umiltà che sgorga dalla terra, si divide in quattro rami e irriga tutto questo luogo incantato; sono le quattro virtù cardinali.



262. 2°. Lo Spirito Santo, per bocca dei santi Padri, chiama ancora la Santa Vergine: la porta orientale, attraverso cui il sommo sacerdote Gesù Cristo entra ed esce nel mondo; vi è entrato la prima volta per mezzo di lei e vi ritornerà la seconda; il santuario della Divinità, il riposo della san­tissima Trinità, il trono di Dio, la città di Dio, l'altare di Dio, il tempio di Dio, il mondo di Dio. Tutti questi diversi titoli e lodi sono molto veri, in riferimento alle tante meraviglie e grazie che l'Altissimo ha compiuto in Maria. Oh! quali ricchezze! Oh! quale gloria! Oh! quale piacere! Oh! quale gioia poter entrare e dimo­rare in Maria, dove l'Altissimo ha posto il trono della sua gloria supre­ma.



263. Ma quanto è difficile, per dei peccatori come noi siamo, avere il permes­so, la capacità e la luce per entrare in que­sto luogo così alto e così santo, custodito non da un cherubino come l'antico paradiso terrestre, ma dallo Spirito Santo stesso, che ne è divenuto padrone assoluto; egli dice di lei: «Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigilla­ta». Maria è chiusa; Maria è sigillata; i miseri figli di Adamo e di Eva, cacciati dal paradiso terrestre, non possono entrare in esso, se non per una grazia speciale dello Spirito Santo, che essi devono meritare.



264. Dopo aver ottenuto questa grazia insigne, con la propria fedeltà, bisogna dimorare con piacere nello splendido inte­riore di Maria, riposarvisi in pace, appog­giarvisi con fiducia, nascondervisi in sicu­rezza e perdervisi senza riserva, affinché in questo grembo verginale: 1. l'anima venga nutrita del latte della sua grazia e misericordia materna; 2. vi venga liberata da ansie, paure e scrupoli; 3. vi si ritrovi in sicurezza contro tutti i propri nemici, il demonio, il mondo e il peccato, i quali non hanno mai avuto acces­so: per questo ella dice: «Chi compie le mie opere non peccherà», cioé: chi in spi­rito dimora nella Santa Vergine, non com­metterà peccati di rilievo; 4. perché sia for­mata in Gesù Cristo e Gesù Cristo in lei: infatti il suo grembo come dicono i Padri è la sala dei divini misteri, dove è stato formato Gesù Cristo e tutti gli eletti: «L'uno e l'altro é nato in essa»

Per Maria



265. 4°. Infine, bisogna compiere tutte le proprie azioni per Maria. Poiché infatti ci si è dedicati completamente al suo servizio, è giusto che si faccia tutto per lei, come un paggio, un servitore e uno schiavo; non che la si prenda per fine ultimo dei propri servizi, che è solo Gesù Cristo, ma come fine prossimo e come ambiente misterioso, come mezzo facile per andare a lui. Come un buon servitore e schiavo, non bisogna rimanere oziosi; bisogna invece, con il sostegno della sua protezione, intra­prendere e realizzare grandi cose per questa augusta Sovrana. Bisogna difendere i suoi privilegi quando vengono messi in discus­sione; bisogna sostenere la sua gloria quan­do viene attaccata; bisogna attirare tutti, potendolo, al suo servizio e a questa devo­zione vera e solida; bisogna parlare e grida­re contro coloro che abusano della sua devozione per offendere il Figlio suo, e nello stesso tempo occorre promuovere questa devozione autentica; non bisogna pretendere altro da lei, come ricompensa dei propri piccoli servizi, che l'onore di appartenere a una Principessa così amabile, e la gioia di essere, per mezzo di lei, unito a Gesù, suo Figlio, con un legame indisso­lubile nel tempo e nell'eternità. Gloria a Gesù in Maria! Gloria a Maria in Gesù! Gloria a Dio solo!

MODO DI PRATICARE QUESTA DEVOZIONE NELLA SANTA COMUNIONE



266. PRIMA DELLA COMUNIONE.

1°. Ti umilierai profondamente davanti a Dio.

2°. Rinuncerai al tuo fondo corrotto e alle tue disposizioni, per quanto buone te le faccia apparire il tuo amor proprio.

3°. Rinnoverai la consacrazione, dicendo: «Io sono tutto tuo, mia cara Sovrana, con tutto ciò che mi appartiene».

4°. Pregherai que­sta buona Madre di prestarti il suo cuore, per accogliervi il Figlio suo con le sue stes­se disposizioni. Le dirai che ne va della glo­ria del Figlio suo, se verrà accolto in un cuore come il tuo, così macchiato e inco­stante, capace di sminuire la sua gloria o di allontanarsi da lui; ma che se ella vuoI venire ad abitare da te per ricevere il Figlio suo, lo potrà fare per il potere che ha sui cuori; e che il Figlio suo sarà, per mezzo di lei, ben accolto, senza mac­chia e senza pericolo di essere offeso, o respinto: «Dio sta in essa, non potrà vacillare». Le dirai in confidenza che tutto ciò che le hai dato, dei tuoi beni, è poca cosa per onorarla, ma che con la santa Comunione tu vuoi farle il medesi­mo dono che l'eterno Padre ha fatto a lei, e che questo le renderà più onore che non il donarle tutti i beni della terra; e che infine Gesù, che la ama in modo unico, desidera ancora prendere in lei la sua compiacenza e il suo riposo, sebbene sia nella tua anima, più sporca e più povera della stalla in cui Gesù non ha avuto difficoltà a venire per­ché vi era presente lei. Le chiederai il suo cuore con queste tenere parole: «Ti prendo per mio tutto. Dammi il tuo cuore, o Maria!».



267. DURANTE LA COMUNIONE.
2°. Pronto a ricevere Gesù Cristo, dopo il Padre nostro, dirai tre volte: «O Signore, non sono degno…», come se dicessi una prima volta all'eterno Padre che tu non sei degno di ricevere il Suo Figlio unico, a causa dei tuoi cattivi pensieri e ingratitudi­ni nei confronti di un così buon Padre, ma che ecco Maria, la sua serva: «Ecco la serva del Signore!», che fa al posto tuo e ti dà fiducia e speranza singolare verso la sua Maestà: «Tu solo, o Signore, mi fai riposare al sicuro!»





268. Dirai al Figlio: «O Signore, non sono degno…». Che non sei degno di rice­verlo, a causa delle tue parole inutili e cat­tive, e della tua infedeltà nel suo servizio; ma che tuttavia lo preghi di avere pietà di te, poiché lo fai entrare nella casa della sua Madre e della tua, e che non lo lascerai andarsene senza che sia venuto ad alloggiare presso di te: «Lo strinsi fortemente e non lo lascerò finché non l'abbia condotto in casa di mia madre, nella stanza della mia genitrice». Lo pre­gherai di alzarsi e di venire nel luogo del suo riposo e nell'arca della sua santificazio­ne: «Alzati, Signore, verso il luogo del tuo riposo, tu e l'arca della tua poten­za». Gli dirai che tu non riponi alcuna fiducia nei tuoi meriti, nella tua forza e nella tua preparazione, come Esaù, ma in quelle di Maria, la tua cara Madre, come il piccolo Giacobbe nelle cure di Rebecca; che, pur essendo tu pecca­tore e come Esaù, osi avvicinarti alla sua santità, sostenuto e ornato dei meriti e delle virtù della sua santa Madre.



269. Dirai allo Spirito Santo: «O Signore, non sono degno...». Che non sei degno di ricevere il capolavoro della sua carità, a causa della tiepidezza e della catti­veria delle tue azioni e per le tue resistenze alle sue ispirazioni, ma che tutta la tua fidu­cia è Maria, la sua fedele Sposa; e dirai con san Bernardo: «Questa è la mia più grande fiducia; questa è tutta la ragione della mia speranza». Potrai anche pregarlo di veni­re ancora in Maria, sua indissolubile Sposa: che il suo grembo è puro come non mai, e il suo cuore sempre ardente; e che senza la sua venuta nella tua anima, né Gesù, né Maria saranno mai formati, né degnamente accolti.



270. DOPO LA SANTA COMUNIONE. Rimanendo interiormente raccolto e con gli occhi chiusi, dopo la santa Comunione farai entrare Gesù Cristo nel cuore di Maria. Lo consegnerai a sua Madre, che lo riceverà con amore, gli darà un posto d'onore, lo adorerà profondamente, lo amerà in modo perfetto, l'abbraccerà strettamente e gli ren­derà in spirito e verità molte delicatezze che sono sconosciute a noi nelle nostre fitte tenebre.



271. Oppure rimarrai profondamente umiliato nel tuo cuore, alla presenza di Gesù dimorante in Maria. O starai come uno schiavo alla porta del palazzo del Re, dove egli sta parlando con la Regina; e men­tre essi parlano tra loro, senza aver bisogno di te, te ne andrai spiritualmente per cielo e per terra, invitando tutte le creature a rin­graziare, adorare e amare Gesù e Maria al posto tuo: «Venite, prostrati adoriamo... ».



272. O ancora, chiederai tu stesso a Gesù, in unione a Maria, l'avvento del suo regno sulla terra per mezzo della sua santa Madre. oppure la divina sapienza, o il divino amore o il perdono dei tuoi peccati, o qualche altra grazia, ma sempre per mezzo di Maria e in Maria, dirai, togliendo lo sguardo da te stesso: «Signore, non guardare i miei peccati, ma gli occhi tuoi vedano in me solo i meriti e le virtù di Maria». E ricordando i tuoi peccati, aggiungerai: «Un nemico ha fatto questo…»; sono io stesso il mio peggior nemico che mi sta addosso e che ha commesso questi peccati, oppure: «Liberami dall’uomo iniquo e fallace», oppure: «Tu devi crescere e io invece diminuire». Gesù mio, bisogna che tu cresca nella mia anima e ehe io diminuisca. O Maria. bisogna che tu cresca presso di me e che io sia meno di quello che sono stato. «Siate fecondi e miltiplicatevi…» Gesù e Maria, crescete dentro di me e moltiplicate­vi al di fuori, negli altri.



273. Vi è una quantita di altri pensie­ri che lo Spirito Santo ti suggerisce e ti ispi­rera se davvero sarai raccolto. mortificato e fedele a questa grande e sublime devozione che ti ho ora insegnato. Ma ricordati che più lascerai agire Maria nella tua Comu­nione, e più Gesù sata glorifleato, più lascerai agire Maria per Gesù e Gesù in Maria, più tu sarai nell'umiltà profonda e li ascolterai con pace e silenzio, senza preoc­cuparti né di vedere, nè di gustare, né di sentire, poiché ovunque il giusto vive di fede, specialmente nella santa Comunione, che è un atto di fede: «Il mio giusto vivrà mediante la fede».

CONSACRAZIONE DI SE STESSI A GESU’ CRISTO, SAPIENZA INCARNATA PER LE MANI DI MARIA



O Sapienza eterna e incarnata! O mio Gesù, tanto amabile e adorabile, vero Dio e vero Uomo, unico Figlio dell'eterno Padre e di Maria, la Semprevergine! Ti adoro profondamente nel seno e tra gli splendori del Padre tuo, durante l’eternità, e nel grem­bo verginale di Maria, tua degna Madre, nel tempo della tua incarnazione.
Ti ringrazio perché ti sei voluto spo­gliare di te stesso, assumendo la condizione di schiavo, per liberare me dalla crudele schiavitù del demonio.
Ti lodo e ti rendo gloria per aver voluto vivere sottomesso in tutto a Maria, tua santa Madre, per rendere me tuo schiavo fedele, per mezzo di lei. Ma io sono stato davvero ingrato e infedele; non ho mantenuto verso di te i voti e le promesse che avevo fatto solenne­mente nel mio battesimo e non ho onorato i miei impegni; non merito di essere chiama­to tuo figlio, e neppure tuo schiavo: in me, tutto merita i tuoi rimproveri e la tua ira; da parte mia, non oso più avvicinarmi, da solo, alla tua santa e sovrana Maestà.
Per questo faccio ricorso alla intercessione e alla mise­ricordia della tua santa Madre, che mi hai dato come Mediatrice presso di te; per mezzo suo, ho speranza di ottenere da te la contrizione e il perdono dei miei peccati, e di acquistare e conservare la Sapienza. Saluto dunque te, o Maria immacola­ta, vivo tabernacolo della divinità, dove la Sapienza eterna, nascosta, vuole essere adorata dagli angeli e dagli uomini.
Ti salu­to, Regina del cielo e della terra: al tuo impero è sottomesso tutto ciò che al di sotto di Dio. Ti saluto, rifugio sicuro per i pecca­tori: la tua misericordia non è mai mancata per nessuno. Esaudisci i desideri che ho della divi­na Sapienza e ricevi per questo i voti e le offerte che nella mia pochezza ti presento. io ... peccatore infedele, rinnovo oggi e ratifico nelle tue mani i voti del mio bat­tesimo: rinuncio per sempre a Satana, alle sue seduzioni e alle sue opere; mi dò inte­ramente a Gesù Cristo, la Sapienza incar­nata, per portare dietro a lui la mia croce, tutti i giorni della mia vita, e per essergli più fedele che nel passato.
Ti scelgo oggi, davanti a tuttta la corte celeste, come mia Madre e Sovrana. Come uno schiavo, ti consegno e ti consacro il mio corpo e l'anima mia, i miei beni inte­riori ed esteriori, il valore stesso delle mie buone opere, passate, presenti e tuture; ti lascio il diritto pieno e totale di disporre di me e di tutto ciò che mi appartiene, senza eccezione, secondo il tuo volere e alla mag­gior gloria di Dio, per il tempo e per l'eter­nità. O Vergine benigna, ricevi questa pic­cola offerta della mia schiavitù: a imitazio­ne e in onore della sottomissione che la Sapienza eterna ha voluto avere nella tua maternità; come riconoscimento del potere che tutti e due avete su di me, piccolo verme e misero peccatore; e in ringrazia­mento per i doni che la Santissima Trinità ti ha concesso.
Dichiaro di volere ormai, come tuo vero schiavo, cercare il tuo onore e obbe­dirti in tutto. O Madre ammirabile, presentami al tuo caro Figlio, in qualità di schiavo per sempre: così egli mi riceverà per mezzo tuo, come per mezzo tuo mi ha riscattato.
O Madre di misericordia, fammi la grazia di ottenere la vera Sapienza di Dio e di mettermi per questo nel numero di coloro che tu ami, istruisci, nutri e proteggi come tuoi figli e tuoi schiavi.
O Vergine fedele! Rendimi in ogni cosa un così perfetto discepolo e schiavo della Sapienza incarna­ta, Gesù Cristo, tuo Figlio, da poter giunge­re, per la tua intercessione e sul tuo esem­pio, alla pienezza della sua età sulla terra e della sua gloria nei cieli.

Amen.


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