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PRIMA DI APRIRE LA BIBBIA

Ultimo Aggiornamento: 09/09/2009 21:09
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06/09/2009 07:35

Prima di aprire … LA BIBBIA

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Introduzione

Il termine Bibbia deriva dall’espressione greca Biblìa (“i libri”). Furono gli antichi autori cristiani che iniziarono a chiamare Biblìa la raccolta delle Sacre Scritture: il più antico documento al riguardo è una lettera scritta intorno al 150 d.C. da Clemente Alessandrino, uno dei primi Padri della Chiesa. Il nome divenne così il titolo della raccolta dei testi sacri dell’Antico e del Nuovo Testamento.


Cosa racconta la Bibbia?

La Bibbia narra la storia dell’amicizia tra Dio e l’uomo, iniziata con la creazione del mondo e dell’uomo, un’amicizia a cui Dio, anche quando l’uomo con il peccato l’ha tradita, non è mai venuto meno. Dio sceglie di rivelarsi, di manifestare il suo amore attraverso la “parola", proprio perché questa è lo strumento principale con cui gli esseri umani, a differenza di tutti gli altri esseri creati, comunicano se stessi. E’ mediante la parola che noi possiamo trasmettere agli altri i nostri pensieri, esprimere le nostre ansie, comunicare i nostri sentimenti. Dio si è voluto servire, quindi, dello strumento più usato dall’uomo, la parola, per comunicare Se stesso, il suo amore, la sua intimità.

La parola di Dio è l’espressione di una potenza che continuamente crea. E’ significativo che tra le prime parole con cui ha inizio la Bibbia ci sia proprio: “Dio disse” (Gen. 1,3).

La parola di Dio “è stabile come il cielo”; nel rivelarsi illumina”; essa “è dolce al mio palato: sono solo alcune delle espressioni con cui il Salmo 119 descrive la parola di Dio. E’ una parola, quella di Dio, che raggiunge ogni uomo e lo provoca a una risposta.

Dio, infatti, cerca continuamente il dialogo, il confronto, proprio come un amico che non si arrende mai, anche quando il colloquio si fa impegnativo e difficile.

La parola di Dio è “parola di verità(2 Sam. 7, 28), che in Gesù Cristo, figlio unigenito di Dio, si è fatta carneed è venuta ad abitare in mezzo a noi. Cristo rende presente e operante tutta intera la storia della salvezza iniziata dal Padre con la creazione del mondo, portata avanti con il messaggio profetico e sapienziale.

Una storia della salvezza, che con la venuta di Cristo giunge al suo compimento.

Gesù, quindi, è la Parola di Dio unica, definitiva e irripetibile.


Divisione della Bibbia

I libri che compongono la Bibbia non sono stati raccolti casualmente. Un lungo processo di maturazione e di verifica, non senza incertezze e dubbi, portò le comunità ebraiche e quelle cristiane a ritenere alcuni libri, e solo questi “testi sacri e ispirati da Dio”. Così nasce quello che gli esperti chiamano il “canone” (dal greco kanòn che significa “regola, norma”) della Bibbia, vale a dire l’elenco ufficiale dei testi biblici.

Ogni tradizione religiosa vive in genere due forme intrecciate tra loro: una trasmissione orale, spontanea, vitale e di una successiva codificazione scritta. Un popolo ai suoi inizi, proprio come un bambino, non comincia la sua storia scrivendo libri, prima vive, poi, fatta esperienza, scrive per ricordare e far ricordare alle nuove generazioni ciò che ha vissuto. Anche il Popolo d’Israele, prima ha vissuto una Storia, poi ha cominciato a trasmettere il ricordo di padre in figlio (tradizione orale) e infine ha anche fissato tale storia in una memoria scritta.

Distinguiamo il canone dell’Antico Testamento da quello del Nuovo Testamento. La parola “Testamento” è la traduzione latina dell’ebraico berìt che significa “alleanza ”, “patto ”.

Gli Ebrei hanno in comune con i cristiani la quasi totalità dei libri dell’Antico Testamento.


La Bibbia ebraica. Nel II secolo a.C. esisteva già un canone ebraico (“canone palestinese”) che comprendeva 39 libri, scritti originariamente in ebraico e tutti appartenenti all’Antico Testamento. La formazione di questa raccolta è progressiva: i primi testi a ottenere un riconoscimento ufficiale sono quelli della Torah(1) (il Pentateuco), nell’epoca immediatamente successiva all’esilio (VI sec. A.C.). Fanno seguito i testi dei Profeti attorno al IV secolo a.C. Più tardi, nel II secolo a.C. si aggiungono gli Scritti(2). Ma gli ebrei che vivevano al di fuori della Palestina e parlavano greco consideravano anche altri 7 testi in aggiunta a quelli compresi nel canone palestinese: Tobia, Giuditta, 1-2 Maccabei, Sapienza, Siracide e Baruc. Questi testi furono detti “deuterocanonici”(3) (cioè del secondo canone) e l’elenco è indicato come “canone alessandrino”, da Alessandria d’Egitto, dove viveva una numerosa comunità di ebrei e dove, a partire dal III secolo a.C. fu incominciata la traduzione in greco della Bibbia ebraica nota come “Bibbia dei Settanta”(4) (LXX). Alla base del rifiuto dei libri deuterocanonici da parte degli ebrei più intransigenti vi era la motivazione che si dovevano ritenere ispirati solo i libri scritti in ebraico e sul suolo palestinese.

La Bibbia cristiana, riprende la Bibbia ebraica, estendendo la storia della salvezza nei testi del Nuovo Testamento. La figura di Gesù è centrale ed è alla luce del suo insegnamento e della sua persona che i cristiani rileggono e interpretano tutta la storia di Israele e tutto l’Antico Testamento. I 46 libri dell’Antico Testamento vengono raggruppati in modo diverso rispetto alla Bibbia ebraica(5).

I 27 libri del Nuovo Testamento, accettati anche dai Protestanti, hanno una storia più travagliata. Nella lista più antica in nostro possesso (180 d.C.), quella di Ireneo vescovo di Lione, sono assenti, la lettera di Giacomo, 1 Pietro, 2 Giovanni. Anche nel frammento muratoriano(6) un elenco ufficiale dei testi biblici del 190 d.C. mancano 5 delle 7 lettere cattoliche(7). I 27 libri sono riconosciuti nel suo insieme solo nel 367 d.C. in una lettera di Atanasio, padre e dottore della Chiesa, mentre l’elenco ufficiale di tutti i libri biblici viene confermato in modo definitivo e solenne dai Concili di Firenze (1431) e di Trento (1546).



NOTA 1 Gli Ebrei con il nome di Torah o “Legge” indicavano i primi cinque libri della Bibbia (Genesi, Esodo, Levitico, Deuteronomio, Numeri), cioè il Pentateuco (dal greco “cinque rotoli o “libri”). Questi libri, infatti, contengono tutta la

legislazione d’Israele, ecco perché vengono considerati una unità. La parte più estesa del Pentateuco è composta di Leggi (di qui l’appellativo ebraico: “Torah” o “Legge”).


NOTA 2 : La Bibbia ebraica, come scrive il prologo del Siracide (190-180 a.C.), è composta da libri della:

1. Legge(Il Pentateuco).

2. Profetidetti “anteriori”, corrispondenti ai libri di Giosuè, Giudici, 1-2 Samuele e 1-2 Re. I Profeti posteriori (Isaia, Geremia, Ezechiele e 12 profeti minori, da Osea a Malachia).

3. Scritti(Salmi, Proverbi, Giobbe, Cantico dei Cantici, Daniele, Rut, Qoelèt, Ester, Esdra, Neemia, 1-2 Cronache, Lamentazioni). Questi 39 libri che vanno sotto il nome di “Canone Ebraico o Palestinese” furono tutti scritti in ebraico e sono riconosciuti dagli Ebrei e dai Protestanti.

NOTA 3  Anche nel N.T. ci sono libri deuterocanonici”: Lettera agli Ebrei, Lettera di Giacomo, II lettera di Pietro, II e III Lettera di Giovanni, Lettera di Giuda, Apocalisse.

NOTA 4 La prima traduzione in greco dell’Antico Testamento è chiamata: Bibbia dei Settanta”. Il suo nome è legato a una lettera dello Pseudo Aristea (II sec. a.C.) secondo la quale il Re d’Egitto Tolomeo Filadelfo (285-247), desiderando arricchire la celebre biblioteca di Alessandria con un esemplare della legge mosaica, radunò nella città “Settanta” dotti ebrei provenienti da Gerusalemme, i quali tradussero in altrettanti giorni (“Settanta”) tutto l’Antico Testamento.

Certamente si tratta di una leggenda, ma sembra accertato che proprio al tempo di Tolomeo sia cominciata una traduzione d’équipe in greco dell’A.T. per soddisfare le esigenze dei numerosi ebrei della diaspora (provenienti cioè dall’esilio), che non parlavano più l’ebraico. Il N.T. fu scritto interamente in greco, sappiamo però, che la prima redazione del Vangelo di Matteo, fu scritta in ebraico o aramaico, ma a noi è giunta solo la redazione in greco.


NOTA 5 I 46 libri dell’A.T. della Bibbia Cristiana vengono così disposti:

1. Pentateuco (che corrisponde alla Torah ebraica).

2. Libri storici (che narrano la storia di Israele a partire dall’ingresso nella Terra Promessa).

3. Libri sapienziali (opere di riflessione, poesie e preghiere).

4. Libri profetici (che comprendono Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele e i 12 profeti minori).

NOTA 6  Chiamato muratoriano”, da colui che lo scoprì nel 1740, lo storico: Ludovico Antonio Muratori, il quale pubblicò un documento da lui rinvenuto nella Biblioteca Ambrosiana di Milano. E’ un testo latino del VI secolo, che contiene l’elenco dei libri “canonici”, cioè approvati sin da allora dalla Chiesa.

NOTA 7  Le sette Lettere cattoliche (Giacomo, 1 e 2 Pietro, 1, 2 e 3 Giovanni, Giuda) sono così chiamate perché indirizzate in origine non a un singolo o a una comunità ma a tutti i credenti.

[Modificato da (Gino61) 09/09/2009 21:09]
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