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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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PRIMA DI APRIRE LA BIBBIA

Ultimo Aggiornamento: 09/09/2009 21:09
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06/09/2009 07:53

1. LA FEDE DI ABRAMO (1850 A.C.)

I primi cinque libri della Bibbia cercano di risalire la sorgente dell’identità di Israele. Si

tratta di una grande riflessione teologica e sapienziale nella quale si intrecciano memorie

di singole tribù, uomini che hanno toccato con mano il passaggio di Dio. Questa rilettura

trova due poli di unità: l’evento dell’esodo, descritto come un vero e proprio “parto” che

dà alla luce Israele con una precisa identità e missione, e la promessa rivolta ai patriarchi

Abramo, Isacco e Giacobbe, promessa di una benedizione destinata a scorrere di

generazione in generazione accanto al dono della terra e di una discendenza numerosa. In

questa prima fase è difficile distinguere i singoli fatti storici dalla ricostruzione teologica.

LA TERRA PROMESSA (1200 A.C.)

I GIUDICI (1200-1040 A.C.)

I RE (1030-931 A.C.)

Attorno al XIII secolo a.C. le dodici tribù nate dai figli di Giacobbe si trovano installate

in Palestina. Inizialmente esse mantengono la loro autonomia, poi di fronte alla minaccia

dell’espansione dei Filistei iniziano a coalizzarsi, sentendo il bisogno di avere un unico

punto di riferimento: il re.

Dopo il regno di Saul (1030-1012 a.C.), la monarchia incontra un periodo di forte

consolidamento sotto la guida di Davide (1012-972 a.C. - XI-X sec a.C.) che sa

approfittare della crisi interna all’Egitto per stringere in unità le dodici tribù di Israele. Il

punto di riferimento è una città neutrale, non appartenente a nessuna delle dodici tribù:

Gerusalemme. In poco tempo essa diventa il fulcro religioso e politico del popolo. Ma

l’avvedutezza del padre non trova riscontro nel figlio: Salomone (972-931 a.C.), descritto

dai testi come un re pacifico e saggio, non è un buon amministratore: le sue esagerate

tassazioni e le alleanze mal calibrate, gettano i semi di un malcontento che andrà

lentamente acuendosi, provocando la frattura che spezzerà in due il regno all’indomani

della sua morte. Ci si ritrova così con due regni gemelli, opposti l’uno all’altro, indeboliti

dalla divisione vicendevole.

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2. I DUE REGNI, E L’ESILIO

Alla morte di Salomone, quindi, il regno si divide in due:

Il regno del Nord (o di Israele), governato da Geroboamo (931-910 a.C.), con

capitale Samaria.

Il regno del Sud (o di Giuda), governato da Roboamo (931-913 a.C), con

capitale Gerusalemme.

Il regno del Nord reggerà alla pressione dei grandi imperi fino al 722 a.C. quando gli

Assiri (724 o 722 a.C.) conquisteranno il regno del Nord e deporteranno gli israeliti come

schiavi, favorendo l’insediamento dei propri coloni nelle terre conquistate. Così il regno

d’Israele cessa di esistere.

Il regno del Sud mantiene più a lungo la sua autonomia, fino al 587 a.C. quando i

Babilonesi, conquisteranno Gerusalemme con Nabucodonosor II (586 a.C.), verrà

distrutto il Tempio e gli ebrei deportati a Babilonia ( Sal 137, 1-71).

Il giudizio degli autori sacri sui loro re è senza appello: la forza e la debolezza dei

regnanti, come pure i successi e le sconfitte, sono frutto di una condotta morale e religiosa

sovente lontana da Dio e incapace di liberarsi dal calcolo umano. Ciononostante Dio non

si stanca di invitare alla conversione attraverso la voce dei profeti: Elia, Eliseo, Isaia (1-

39), Geremia, Amos, Osea sono portavoci di un appello doloroso e sofferto, carico di

passione e di amore… destinato, tuttavia, a restare inascoltato.

 

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Israele si trova, ora, nel bel mezzo di una pagina buia ma estremamente preziosa. La

drammatica perdita della terra, della monarchia, del tempio, obbliga gli esuli a rientrare in

se stessi per ritrovare l’identità perduta. Nel silenzio dell’esilio, un “piccolo resto” risale

la china della storia, raccoglie le memorie dell’azione di Dio, riscrive la storia nella sua

luminosa prospettiva, fissa nel cuore degli esuli i fondamenti dell’identità e dell’elezione,

ispirando i passi futuri dei figli di Israele. Sono gli anni in cui prende forma la Torah, i

primi cinque libri della Bibbia. I profeti (Ezechiele, Deutero-Isaia) prima presenti per

scuotere, ora sono accanto per consolare, incoraggiare, ridare speranza.

Con l’avvento dell’impero persiano si apre la possibilità del ritorno. Nel 538 a.C. Ciro, re

di Persia, emana un editto che autorizza il ritorno a Gerusalemme e la ricostruzione del

tempio. Mentre alcuni preferiscono restare nei territori in cui erano stati deportati o

insediarsi in altre terre, dando così inizio al fenomeno della “diaspora”, la maggioranza

degli esuli, invece, vuole ritornare in patria. La speranza e l’entusiasmo sono grandi, ma

l’impatto con la realtà obbliga gli esuli a restare con i piedi per terra: Gerusalemme non è

pronta ad accogliere 50.000 profughi. I fratelli che durante l’esilio si sono presi cura delle

terre, non sono disposti a restituirle, mentre i governatori e i sacerdoti hanno tutto

l’interesse perché lo status quo non venga alterato. I profeti Aggeo, Zaccaria, il Trito-

Isaia (cfr Is 56-66) e Malachia sostengono il ritorno, e con loro alcuni autori sapienziali:

in questo periodo, infatti, nascono il libri di Qoélet, Siracide, Sapienza, Proverbi, Giobbe.

L’accorato appello di questi profeti preparerà il terreno per la grande riforma di Esdra e

Neemia (458 a.C.). Questa riforma prevede la riedificazione delle mura di Gerusalemme,

il ripristino del riposo sabbatico, la proibizione dei matrimoni misti, la lettura della Legge

(alcuni studiosi collocano in questo periodo la comparsa delle prime sinagoghe, per

l’impossibilità di molti di raggiungere il tempio), la regolarizzazione della classe dei

leviti. Per indicare questa nuova forma assunta dalla religione ebraica si parlerà di

giudaismo.

3. ALESSANDRO MAGNO E L’IMPERO GRECO

Nel 333 a.C. una serie di fulminee campagne militari annettono all’impero di Alessandro

Magno la Siria e la Palestina. E’ l’incontro con una nuova cultura, la sua religione, i suoi

“affascinanti” usi e costumi. Ma alla morte di Alessandro Magno (323 a.C.), l’Impero

macedone si divide e la Palestina è posta sotto il dominio dei Tolomei del regno d’Egitto.

Risale a questo periodo la famosa traduzione greca della Bibbia detta dei “Settanta”. Gli

scrittore del Nuovo Testamento quando citano i passi dell’Antico Testamento si

riferiscono a questa traduzione dei “Settanta”, che fu il testo biblico fin dai primi secoli

del cristianesimo. A questo periodo risale probabilmente l’istituzione del Sinedrio

(organo di governo religioso degli ebrei). Era composto di 71 membri, sotto la presidenza

del Sommo Sacerdote. Ne facevano parte gli anziani e i rappresentanti più in vista del

popolo, i sommi sacerdoti non più in carica e gli scribi. All’inizio aveva una competenza

assai vasta, ma poi venne fortemente ridimensionata dai dominatori romani.

Nel 198 a.C. la Palestina cadde sotto il dominio dei Seleuciti del regno di Siria. Con

Antioco III vengono riconfermati i privilegi di cui godevano gli Ebrei (amministrazione

autonoma, esenzione dalle tasse per 3 anni, contributo regio per il tempio). Ma con

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l’avvento di Antioco IV Epifanie (nel 175-163 a.C.), le cose cambiano radicalmente.

Egli, infatti, tenta l’ellenizzazione forzata della Giudea, abolendo la Legge mosaica e il

culto di Jahwé, con conversioni forzate, e imponendo il culto di Giove Olimpo. Molti si

rifiutano, altri si lasciano convincere, altri ancora si compromettono per paura. I primi

pagano la loro fedeltà nel sangue. La tensione sfocia in una rivolta armata in nome della

fedeltà al Dio dei padri: essa è guidata da un sacerdote, Mattatia, e dai suoi figli. Nel 164

a.C. Giuda Maccabeo, diventa il simbolo della resistenza nazionale, riconquista

Gerusalemme e ne purifica il tempio. Ma gli anni che seguono sono travagliati e confusi:

chi guida il popolo (la dinastia degli Asmodei, discendenti della famiglia di Mattatia),

mescola la fede in Dio agli interessi politici, perdendo credibilità e autorevolezza.

Nascono su questo sfondo alcuni movimenti che si prefiggono la purificazione di Israele:

tra questi vanno menzionati i farisei che propongono una rinnovata osservanza della

Legge, e gli esseni che rifiutando il tempio ormai caduto in discredito, conducono una

vita austera in spazi deserti. Restano al potere i sadducei invischiati in interessi politici.

Nel frattempo, sulla scena, avanza l’ombra di un altro grande impero: l’impero romano.

Nel 63 a.C. Pompeo invade la regione e conquista Gerusalemme.

4. L’IMPERO ROMANO IN SIRIA-PALESTINA

La storia del Nuovo Testamento si intreccia con la storia dell’impero romano. I romani

invadono la Giudea nel 63 d.C. sotto la guida di Pompeo. Pochi anni dopo, nel 40 a.C.

Erode ottiene dal senato il titolo di “re dei Giudei”, estendendo presto il suo potere a tutta

la Palestina. Passerà alla storia come un abile politico, un grande costruttore, un re

crudele. Alla sua morte (nel 4 a.C.), il regno è diviso tra i suoi tre figli: Archelao, Erode

Antipa e Filippo, ben noti al lettore del Nuovo Testamento. Il primo eredita dal padre la

crudeltà ma non l’abilità politica e verrà deposto dallo stesso imperatore nel 6 d.C. e

sostituito con un prefetto o procuratore. Sulla lista dei procuratori figura Pilato (26-36

d.C.). E’ durante il suo mandato in Giudea (e quello di Erode Antipa in Galilea), che si

consuma la predicazione e il destino di Gesù di Nazareth.

Nel frattempo, nella dinastia di Erode si fa avanti un altro abile politico: è Erode Agrippa,

nipote di Erode il Grande. Questi riesce a riconquistare il titolo di “re” su buona parte del

territorio avuto dal nonno. Passa alla storia per aver messo a morte un apostolo: Giacomo

il maggiore. Nel 44 d.C. tuttavia, la Giudea torna nuovamente sotto la guida dei

procuratori: si tratta di uomini in gran parte violenti che al posto di mantenere la pace,

fomentano l’odio del popolo, provocandone la rivolta armata. Due di questi avranno a

che fare con l’Apostolo Paolo: Antonio Felice (52-60 d.C.) e Porcio Festo (60-62 d.C.).

L’impero, nel frattempo, dà i primi segni di debolezza: le turbolenze ne minacciano la

coesione in diverse regioni. Nella provincia di Siria-Palestina la situazione è delle

peggiori: nel 66 d.C. il popolo reagisce ai soprusi del potere occupante con un’azione

violenta. E’ l’inizio della prima rivolta giudaica. Il segnale viene lanciato dal capitano del

tempio, Eleazaro, che sospende il sacrificio quotidiano per l’imperatore. La rivolta si

protrae fino al 70 d.C. quando Tito conquista Gerusalemme e ne occupa il tempio. Nella

furia, nonostante gli avvertimenti contrari, il tempio viene dato alle fiamme e

completamente distrutto. Israele vive una delle pagine più buie e dolorose della sua storia.

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Nel 132 d.C. scoppia la seconda rivolta giudaica che si allarga a macchia d’olio e viene

soffocata nel sangue solo tre anni dopo, nel 135 d.C. L’impero adotta misure drastiche: a

tutti i circoncisi viene proibito l’ingresso a Gerusalemme, mentre la città santa è dedicata

a Giove Olimpo con il nome di Aelia Capitolina.

Durante il periodo dell’occupazione romana vengono redatti tutti gli scritti del Nuovo

Testamento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La “lectio divina”

Come cogliere e custodire la ricchezza che la Bibbia racchiude? I Grandi Padri della

tradizione ecclesiale ci hanno lasciato alcuni consigli preziosi. Essi riprendono le tappe di

quella lettura spirituale dei testi sacri, nota come “lectio divina”.

Raccogliersi. “La mente è come un mercato di roba usata, pieno di gente.

Finché continui a restare nella testa, i pensieri continueranno a ronzarti attorno,

come la bufera di neve d’inverno o le nuvole di zanzare d’estate, e la tua lettura

rimane esteriore. Devi scendere dalla testa al cuore, raccogliere la mente nel

cuore, restare nel tuo cuore perché lì è Dio. Chiunque incontra il Signore, lo

incontra lì” (Teofane il Recluso).

Leggere. “Dedicati alla lettura delle Divine Scritture; applicati a questo con

perseveranza. Se durante la lettura ti trovi davanti a una porta chiusa, bussa e il

suo custode te l’aprirà” (Origene)

Meditare. “Ti invito a non scorazzare per le Scritture; perché la fretta e la

superficialità impediscono all’anima di diventare esperta e padrona del senso

spirituale del testo sacro. Bisogna cercare Dio percorrendo il sentiero più

breve. La meditatio di un solo versetto della Scrittura ci fa varcare tutte le

frontiere del mondo visibile” (Cassiano).

Pregare. “Non ti devi accontentare di bussare e di cercare: per comprendere le

cose di Dio ti è assolutamente necessaria la preghiera. E’ per esortarci ad essa

che il Signore ci ha detto non soltanto: “Cercate e troverete” e “bussate e vi

sarà aperto”, ma ha anche aggiunto: “Chiedete e vi sarà dato” (Origene).

Condividere. “La condivisione è superiore alla lettura individuale. Sommando

insieme i lumi e le esperienze concessi a ciascuno, si arriva più addentro nella

comprensione della Parola. Le domande, le risposte e le obiezioni stimolano

una ricerca più fervida; tutto, allora, si fa più chiaro” (Isidoro di Siviglia).

25

Indice

Prima di aprire….LA BIBBIA ......................................................................................................... 1

Introduzione .................................................................................................................................... 1

Divisione della Bibbia ...................................................................................................................... 2

Formazione della Bibbia .................................................................................................................. 5

L’Ispirazione ................................................................................................................................... 9

L’Interpretazione ............................................................................................................................ 12

La lingua ....................................................................................................................................... 15

La storia......................................................................................................................................... 17

La “lectio divina” ........................................................................................................................... 24

Bibliografia

1. Giacomo Perego, per la lettura della Bibbia - San Paolo -

2. Grande Commentario Biblico - Queriniana –

3. Concordanza pastorale della Bibbia – EDB –

4. Dizionario dei concetti biblici del Nuovo Testamento – EDB –

5. E. Galbiati-Piazza, Pagine difficili della Bibbia (Antico Testamento) – Ed. Massimo –

6. La Bibbia per la famiglia, a cura di G Ravasi – San Paolo -

 

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