È soltanto un Pokémon con le armi o è un qualcosa di più? Vieni a parlarne su Award & Oscar!
QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
Pagina precedente | 1 | Pagina successiva

I FRATELLI DI GESU'

Ultimo Aggiornamento: 06/09/2009 22:12
Autore
Stampa | Notifica email    
OFFLINE
Post: 1.208
Sesso: Maschile
06/09/2009 11:41

Cosa scriveva s.Ignazio agli Efesini ?:

 

"Non c'è che un solo medico, carnale e spirituale, generato e ingenerato, Dio venuto nella carne, vera vita nella morte; nato da Maria e da Dio, dapprima passibile, ora impassibile, Cristo Gesù nostro Signore (...) Perchè il nostro Dio Gesù Cristo è stato portato nel seno di Maria, secondo l'economia di Dio, nato dal seme di Davide e opera dello Spirito Santo..." (7,2) "Maria nel pensiero dei padri della Chiesa" L.Gambero, Ed.Paoline 1991".

 

Se nei Vangeli (Lettere Ap.) leggiamo che: "Ogni spirito che confessa Gesù Cristo venuto nella carne è da Dio..."(1Gv.4), s.Ignazio fa di più, ma non è che aggiunge nulla di nuovo, ma aiuta alla comprensione, comincia ad ampliare il Mistero dell'Incarnazione inserendo sempre la Madre e dice ai Tralliani: " Siate dunque sordi se qualcuno vi parla d'altro e NON di Gesù Cristo, della razza di Davide, FIGLIO DI MARIA; il quale realmente nacque, realmente mangiò e bevve; che fu realmente perseguitato sotto Ponzio Pilato..."(9,1-2).

Agli Smirniesi dice: " Il Signore nostro Gesù Cristo è veramente della razza di Davide secondo la CARNE, Figlio di Dio secondo la volontà e la potenza di Dio; Egli è nato verissimamente da una Vergine,....."(1,1)

 

I lettori che desiderano un approfondimento sulle prove bibliche circa i presunti fratelli di Gesù lo troveranno più avanti, prima mi pare doveroso riportare le testimonianze e i pareri di nostri fratelli che ci hanno preceduto nella fede e nella vita. Prima di ascoltare il parere e le spiegazioni di un odierno pastore, specie se protestante, è giusto conoscere anche quelle di chi ha vissuto in epoche sicuramente più vicine a Cristo, nelle quali la fede e il ricordo della sana dottrina erano sicuramente più vivi di oggi.

Ignazio specifica non solo che fu concepito da una vergine, ma che nacque da una vergine!

 

S.Giustino martire, nato tra 100 e il 110 e che morì martire nel 165 sotto Marco Aurelio, nel 138 aprì una scuola a Roma dopo la sua conversione al cristianesimo e tra i suoi discepoli ebbe anche Taziano che come lui divenne un buon apologeta . Giustino compone due opere "Apologie" e il "Dialogo con Trifone" Nell'Apologia s'interesserà del "MISTERO DELLA VERGINE madre" è interessante come vediamo che già dal primo secolo ci si interessava di Maria e del mistero della sua verginita', ora a noi non risulta che vi fossero una o più chiese che negassero quanto emergeva. Giustino è il primo a scrivere e a parlare del parallelismo Eva-Maria.

Quest'opera avrà un alto valore teologico dottrinale che emergerà chiaramente nei successivi sviluppi del pensiero cristiano.

Dalla preoccupazione che emerge in s.Luca sulla questione di Giuseppe che non sa che pesci prendere nel sapere Maria incinta, scatta in Giustino la necessità di presentare gli aspetti apologetici della vicenda, tentando di rimanere il più obiettivo possibile; egli tenta di stabilire il carattere storico e messianico del testo, specialmente agli occhi dei Giudei, i quali accusavano i cristiani di "ricopiare le favole della mitologia greca".

Ma Giustino esaminerà a fondo l'A.T. rilevando le reali conferme di questa verità storica dai fatti narrati dai vangeli, usa in particolare Is.7,14 e spiega perchè Dio ha voluto preannunciare gli avvenimenti della salvezza: "per aiutare gli uomini a riconoscere e ad accettare dei fatti che sembrano incredibili e la cui realizzazione presuppone l'intervento straordinario dell'Onnipotenza divina..."

 

Da questa premessa entra nei suoi "studi" la Vergine, studi che non troverà ostacoli, se non le forme eretiche che storpiano la persona del Cristo storpiando il ruolo della madre.

 

Giustino parte da una "verità che appare però incompleta". Nell'A.T. Eva viene chiamata la "madre dei viventi" (Gn.3,20), ma ai Padri apparve subito stridente il contrasto tra una tale denominazione e il ruolo svolto dalla progenitrice del genere umano nel destino dei suoi discendenti; giacchè se è vero che Eva trasmise a questi la vita fisica, con il suo peccato fu per essi causa di rovina e di morte, doveva esserci per forza "qualcos'altro" per mezzo del quale Dio avrebbe operato il riscatto.

Questa riflessione farà scaturire nei Padri e negli antichi cristiani la tendenza a vedere nel titolo di "madre dei viventi" attribuito all'antica Eva, la profetica raffigurazione di una nuova Eva, la quale sarebbe divenuta appunto la nuova "madre dei viventi", quel mezzo per il quale Dio avrebbe operato il riscatto, nel senso più pieno della parola perchè tutti noi "viventi in Cristo e per Cristo suo Figlio": da qui Giustino parla chiaramente e dice "La Nuova Eva doveva essere la Vergine Maria!"

Da questa intuizione è scaturito il noto parallelo EVA-MARIA, che ha portato la Chiesa primitiva sin da subito alla formulazione di una dottrina che rappresenta il primo tentativo felicemente andato in porto di riflessione teologica sulla Madre di Gesù in funzione del progetto della salvezza che Dio ha in Cristo portato a termine.

 

Dice il card. John Henry Newman (autorevolissimo anglicano convertitosi al cattolicesimo):

che la verità su Maria come nuova Eva costituisce un insegnamento rudimentale, ma della massima rilevanza, lasciatoci dall'antichità cristiana sulla beata Vergine. E' la prima meditazione sulla sua persona e sulla sua missione; il più ampio profilo tracciato su di lei; l'aspetto con cui ci è stata tramandata negli scritti dei Padri....(Lettera al rev.Pusey su maria e la vita cristiana, di G.Velocci, Città Nuova, Roma, 1975, pag.113)

 

"Se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dai morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita  in Cristo "(1Cor.15,21-22).

 

Non fu difficile per i Padri illuminati e guidati dallo Spirito di verità, scorgere il nesso profondo fra la concezione del Cristo come nuovo Adamo e quello della Madre, Maria, come nuova Eva.

 

E Giustino usa proprio le Scritture e nel "Dialogo a Trifone" scrive:

 

" Il Figlio di Dio si è fatto uomo per mezzo della Vergine, affinchè la disobbedienza provocata dal Serpente fosse annullata attraverso la stessa via per la quale prese inizio. Come infatti Eva, che era vergine e incorrotta, dopo aver accolto la parola del serpente, partorì disobbedienza e morte, allo stesso modo, Maria, la Vergine, avendo ricevuto le parole dell'Angelo annunciante l'Incarnazione divina e che lo Spirito Santo sarebbe sceso su di Lei (Lc.1,38) Così per mezzo di Maria è nato Colui a proposito del quale, come abbiamo dimostrato, sono state dettate tante Scritture. Per mezzo di Lui, il Figlio di Dio abbatte anche il serpente, insieme a quegli angeli e a quegli uomini che sono divenuti simili a Lui (la stirpe citata in Gn 3,15)"

 

Per Giustino è chiara e scritturale la funzione salvifica di Maria come conseguenza di una scelta consapevole e libera di fronte al messaggio dell'angelo. Quindi come l'azione distruttrice di Eva era però subordinata a quella decisiva di Adamo, sul quale cadde la responsabilità del peccato, allo stesso modo l'azione di Maria, in ordine alla salvezza umana proveniente dalla grazia di Dio, rimane subordinata all'azione necessaria ed indispensabile del Cristo, unico redentore.” (cfr dei fratelli Massimo, Caterina e Gino del sito Difendere la vera fede)

 

Questo è quanto abbiamo noi che ci è stato insegnato e tramandato. Nelle pagine successive verranno approfonditi i vari versetti e modi di scrivere degli antichi ebrei, evidenziando il loro modo di intendere certi termini.

 

IL PRIMOGENITO

 

Abbiamo accennato che la parola primogenito, nelle Sacre Scritture assume diversi significati in relazione al contesto nel quale questa parola viene usata, e comunque abbiamo visto e ripetiamo che gli ebrei gli attribuivano un significato più complesso rispetto a quello odierno usato da noi occidentali.

Sempre a proposito di modi di parlare e scrivere usuali di ogni epoca, ma esposti a eventuali cambiamenti, dettati dall’evolversi degli usi e dei costumi, riportiamo un’altro esempio chiarificatore: se prima che le armi da sparo fossero state inventate qualcuno usava la frase: “un banchiere di via del Fante è caduto sotto il piombo dei rapinatori” nell’antichità, quando ancora le armi da fuoco non erano state inventate, si poteva pensare che il banchiere magari fosse stato schiacciato da un masso di piombo, da una lastra, da una colonna, o da un carro fatto di piombo usato dai rapinatori, o magari ci si sarebbe soffermati cercando di capire cosa volesse significare una frase del genere. Ma se la stessa frase viene ripetuta oggi, nessuno nutre dubbi sul fatto che i rapinatori abbiano sparato al banchiere. Per noi sono esempi banali, ma immedesimiamoci in chi tanti anni fa non conosceva le armi da sparo, che cosa avrebbe pensato? L’esempio dimostra semplicemente l’evolversi dei linguaggi in relazione a eventi e mutamenti storici. Nelle pagine precendenti sono stati fatti esempi tra il linguaggio odierno in rapporto al futuro, ma anche rispetto al passato, ma ricordiamo che ancora oggi gli ebrei e molti popoli africani e asitici usano usano la sola parola “fratello” per indicare più tipologie di persone, quando trattasi di fratello uterino, essi specificano sempre “figli della stessa madre” o “stessa madre e stesso padre”.

O ancora se fra 1000 anni le armi da sparo non esisteranno più, e magari si useranno quelle al laser, i nostri posteri, capiranno facilmente la frase “…è caduto sotto il piombo dei rapinatori…”?

Alcuni  termini linguistici mutano il loro significato nel corso della storia, in seguito magari a scoperte scientifiche, o ad eventi che cambiano il modo di vivere degli uomini.

E’ normale quindi, nel nostro caso, che si deve conoscere il linguaggio semitico (povero di termini) usato nelle Sacre Scritture, perché esse furono scritte molti secoli addietro, in quella realtà culturale, il dono della Scienza di cui parla la stessa Bibbia, forse molti protestanti lo sconoscono.

Se ci dovessimo attenere al significato odierno della parola “primogenito” quindi dovremmo dare ragione ai testimoni di Geova, dicendo che Gesù sarebbe realmente il primogenito del creato cioè il primo di tutte le creature, perché oggigiorno questo indica la parola “primogenito”. Eppure noi cristiani distinguiamo il significato di “primogenito” nei versetti di Col 1,15, perché si capisce che quella parola viene usata in quel contesto per rivestire Gesù di regalità, importanza, predominanza. Allora mi chiedo come mai i fratelli evangelici quando incontrano tale parola nei versetti relativi all’infanzia di Gesù gli debbano per forza attribuire il significato “odierno”, cioè che Gesù venne chiamato primogenito di Maria perché ebbe altri fratelli carnali.

Perché in Col 1,15 interpretano, e in altri versetti leggono alla lettera?

La parola “primogenito” si legge nel Vangelo dell’infanzia secondo Luca 2,7.

Era arrivato per Maria il tempo del parto: <<… ed ella diede alla luce il suo figlio primogenito (kai eteken ton hyion autés ton protòtokon)>>.

In greco biblico, il termine non implica necessariamente la nascita di fratelli successivi, ma sottolinea la dignità e i diritti del figlio. L’appellativo di primogenito indica specialmente la sua consacrazione a Jahvè.

Qualcuno osserva che per indicare Gesù in rapporto a Maria, non viene usato il termine figlio unico, unigenito.

“Esaminiamo prototokos. La sua etimologia, come quella di adelphos, è molto semplice. Il termine ha come prefisso il numerale ordinale protos, che significa <<primo>>, seguito dalla radice del verbo tikto che significa: <<mettere al mondo>>, <<generare>> (lo stesso verbo che nel versetto di Luca che abbiamo citato si trova poco più avanti in forma coniugata); dunque; letteralmente: <<primo generato>> o <<primo messo al mondo>>.

Figlio unico si traduce in greco con monopais che manca completamente nei Vangeli, e con  monogenes, quelt’ultimo è formato dal prefisso monos (solo, unico) e dalla radice gen (generare, nascere); da qui <<solo generato>>, <<solo nato>>, <<figlio unico>>. E abbiamo detto nella prima sezione che nessun evangelista usa questo termine o un’altra espressione corrispondente a proposito della filialità umana e carnale di Gesù rispetto a Maria.[…] Nel Vangelo di Luca, a proposito di filialità umana carnale, troviamo tre volte il termine monogenes applicato a casi di bambini diversi da Gesù. Esaminiamoli.

 

-         In Luca 7,12. Il racconto riguarda la risurrezione del figlio della vedova di Nain. Il brano è proprio ed esclusivo di Luca. Gesù, andando con i suoi discepoli e altre persone a Nain, raggiunge la porta della città e incontra un corteo funebre: <<…si portava alla sepoltura un morto, figlio unico di sua madre (…tethnekos monogenes hyios tei metri autou…) che era vedova…>>

-         Il seconondo caso è in Luca 8,42. Questa volta si tratta del racconto delle resurrezione, compiutà da Gesù, della figlia di Iairo. Iario capo della sinagoga, si getta ai piedi di Gesù e lo supplica di andare da lui: <<…perché aveva una figlia unica (hoti thygater monogenes en auto…) di circa dodici anni, che stava per morire>>.

-         In Luca 9,38 troviamo una guarigione, di nuovo di un bambino. Un uomo che sta in mezzo alla folla grida a Gesù. << Maestro, ti prego, volgi lo sguardo a mio figlio [malato epilettico, sembra]: è l’unico che io abbia (epi ton hyion mou hoti monogenes moi estin)…>>

 

Riunendo dunque queste constatazioni e collegandole l’una all’altra, concludiamo semplicemente che Luca, da solo ci pone di fronte ad un serio problema a proposito dei <<cugini>> di Gesù e del fatto che fosse <<figlio unico>> di Maria. “  (cfr Gilles, Fratelli e sorelle di Gesù)

In breve Gilles con le sue riflessioni cerca di portare il lettore alla conclusione che lui vuole, cioè quella della presenza di fratelli carnali di Gesù.

Il lettore attento però noterà che non è corretto citare solo Luca, sorvolando sulle lettere di Paolo, che ad esempio –l’abbiamo visto- in Col. 1,18 usa (anche lui) il termine primogenito riferito questa volta a Gesù, rispetto al Padre. Ma basta solo l’attenzione del lettore per scovare simili inasettezze? Io credo che anche il lettore più attento, non avendo sufficienti conoscenze bibliche finisce con l’essere ingannato da considerazioni inesatte. Poi troviamo in Rm 8,29-30

 

“Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.”

 

Qui è evidente che Paolo non si sta riferendo a fratelli uterini, ma a quelli spirituali, proprio perché in rapporto a Gesù tutti sono chiamati fratelli di lui.

Anche nella lettera agli ebrei 1,6 Paolo usa ancora il termine primogenito

 

“E di nuovo, quando introduce il primogenito nel mondo, dice:Lo adorino tutti gli angeli di Dio.”

 

E ancora Giovanni in Apocalisse 1,5

 

“Gesù Cristo, il testimone fedele, il primogenito dei morti e il principe dei re della terra.”

 

Se Gilles stesso va poi a citare il Vangelo di Giovanni 1,18 (a pag.85) che in rapporto al Padre usa il termine Unigenito, ovviamente riferito a Gesù, perché non cita pure gli altri versetti del Nuovo Testamento dove si riscontra il termine primogenito?

Con tutte le sue disquisizioni, analisi logiche, traduzioni dal greco, Gilles conduce per mano il lettore, non azzardando mai una netta conclusione, ma suggerendo, passo dopo passo l’epilogo. Evidentemente riesce a convincere parecchi protestanti che leggono il suo libro, e che vogliono proprio vedere e sentire questo tipo di conclusione.

Il substrato sul quale si fondano le tesi protestanti è sempre lo stesso, il lettore deve sempre restare convinto che è egli stesso a capire, si allude sempre alla guida divina, mai a quella umana.

Basta dialogare un po’ con qualsiasi protestante, per appurare con quale certezza e convinzione asserisce di capire la Bibbia da se stesso, senza subire nessun plagio umano. Seguendo questo filo pseudo-logico vantano la mancanza di commenti nella loro Bibbia, salvo poi andarsi a leggere i commentari al primo dubbio, oppure libri di supporto come questo di Jean Gilles.

Moltissimi protestanti, non sono disposti ad accogliere versioni dei fatti diverse dai loro assunti, perché hanno ormai formata una mentalità impermeabile a qualsiasi tesi esterna alla loro comunità. Questo li porta a ergere un’atteggiamento di sufficienza verso chiunque li contraddice o voglia dargli spiegazioni. Spesso dovrebbero verificare sulla stessa Bibbia le loro tesi, e non lo fanno, imparano a memoria i soliti versetti per citarli al momento opportuno al cattolico di turno. Ma, purtroppo anche molti cattolici non verificano un bel nulla, arrivando addirittura a sconoscere il contenuto della Bibbia. Ho scritto volutamente “il contenuto” perché la copertina la conoscono.

Putroppo molti sono cattolici solo anagraficamente, proprio costoro recano alla Chiesa cattolica più danno dei protestanti.

Amministra Discussione: | Chiudi | Sposta | Cancella | Modifica | Notifica email Pagina precedente | 1 | Pagina successiva
Nuova Discussione
 | 
Rispondi

Feed | Forum | Bacheca | Album | Utenti | Cerca | Login | Registrati | Amministra
Crea forum gratis, gestisci la tua comunità! Iscriviti a FreeForumZone
FreeForumZone [v.6.1] - Leggendo la pagina si accettano regolamento e privacy
Tutti gli orari sono GMT+01:00. Adesso sono le 13:11. Versione: Stampabile | Mobile
Copyright © 2000-2024 FFZ srl - www.freeforumzone.com