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EUCARISTIA E SANTA CENA

Ultimo Aggiornamento: 06/09/2009 15:29
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06/09/2009 14:57

Il significato delle parole di Gesù è proprio quello appena scritto.

 

“Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui…”

 

(perché scandalizzati dalle parole dette da Gesù, proprio perché non erano simboliche, dato che era ed è proibito mangiare carne umana).

 

Che il discorso di Gesù non fosse simbolico lo si capisce pure dalla conclusione:

 

E se vedeste il Figlio delluomo salire là dovera prima?”, anche questa frase dovrebbe essere simbolica, visto che fa parte dello stesso discorso, e se fosse simbolica Gesù non sarebbe mai salito dov‘era prima. Non vi pare? Realtà fu dunque la prima Eucaristia, e il primo mangiare degli apostoli, la carne, e bere il sangue del Signore, come realtà fu il suo salire dov‘era prima…

 

Quindi l‘Eucarestia è il sacramento che contiene veramente e realmente il corpo ed il sangue, l‘anima e la divinita‘ di Gesù Cristo, sotto le apparenze del pane e del vino. Ma le parole spirito e vita indicano anche (come abbiamo accennato prima) la realtà umana, l‘uomo, la cui carne viene resa viva dallo spirito. Ma vediamo meglio quale significato dà la Bibbia alle parole ―spirito e vita.

 

In Giudici 15,19 Sansone bevve, il suo spirito si rianimò, ed egli riprese vita, cioè il suo corpo continuò a vivere, essendo l‘uomo composto da spirito e vita, intrinsecamente legati tra loro.

 

2 Mac 7,22-23 «Non so come siate apparsi nel mio seno; non io vi ho dato lo spirito e la vita, né io ho dato forma alle membra di ciascuno di voi. Senza dubbio il creatore del mondo, che ha plasmato alla origine luomo e ha provveduto alla generazione di tutti, per la sua misericordia vi restituirà di nuovo lo spirito e la vita, come voi ora per le sue leggi non vi curate di voi stessi».

 

E ancora:


 

Is 38,16 Signore, in te spera il mio cuore; si ravvivi il mio spirito. Guariscimi e rendimi la vita.”

 

Anche in 2° Maccabei e in Isaia vediamo che ―spirito e vita indicano l‘uomo in se stesso, l‘uomo composto da spirito e vita, l‘uomo non può essere tale se gli manca una delle due componenti, Isaia sperando nel Signore dice, ―si ravvivi il mio spirito, ma subito dopo aggiunge: guariscimi e rendimi la vita, proprio perché l‘uomo è spirito e vita, ha bisogno sia dello spirito che della vita, quest‘ultima non cessa se manca lo spirito.

 

Gen 6,3 “«Il mio spirito non resterà sempre nelluomo, perché egli è carne e la sua vita sarà di centoventi anni».”

 

Gb 33,4 “Lo spirito di Dio mi ha creato e il soffio dellOnnipotente mi dá vita”.

 

Ez 37,10 “Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi

 

Rm 8,10 ―E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione.”

 

Qui Paolo ci dice che lo spirito dell‘uomo viene salvato dalla sacrificio di Cristo e quindi reso vivo, la giustificazione dona la vita all‘uomo. Attenzione Gesù se intendeva specificare che stava parlando in senso spirituale poteva dire ―le mie parole sono Spirito o ―per il vostro spirito, invece usa il simbolismo che descrive l‘uomo credente, che prende vita dallo spirito.

I pagani non consideravano lo spirito dell‘uomo, ma solo ciò che vedevano, la materia.

 

Quindi Gesù dicendo: ―le mie parole sono spirito e vita, sta dicendo che le sue parole sono per gli umani, abbiamo che i discepoli avevano inteso bene quelle parole, non ne capivano il profondo significato, ma avevano ben sentito; le sue parole indicano che Lui si presenta in tutto se stesso, lo Spirito che vivifica l‘Eucaristia. Quelle parole pur indicando qualcosa di trascendentale e quindi di poco comprensibile, sono dal significato umano, per gli umani, e gli umani sono composti da spirito e vita. I discepoli forse cercano di intuirne il significato spirituale, ma Gesù ribadisce che hanno ben capito, si è espresso in senso umano ―le parole che vi ho detto sono spirito e vita cioè sono precise e per gli umani, ―e avete perfettamente compreso quello che intendo dire nonostante non ci credete perché la vostra mente non arriva a comprendere come ciò possa avvenire. Questo ha inteso dire Gesù ai suoi discepoli con quelle parole, molti dei quali non si fidarono, non ebbero fede in Lui e si allontanarono, ma gli apostoli, anche non comprendendo (in quel momento) ebbero fede, si fidarono di Lui, e rimasero con Lui. Fu dopo lo Spirito Santo, a rivelare loro il vero significato del mistero Eucaristico.

 

Pietro non disse: Signore noi ti crediamo, perché abbiamo capito che stavi parlando in senso spirituale, o simbolico, ma credette in fiducia, per fede. Quelle parole gli risultavano ancora misteriose, ―…tu solo hai parole di vita eterna… gli disse, e la vita eterna è una verità per il credente, anche se non sa ancora come si svolgerà di preciso, si fida del Maestro. Le parole di Gesù erano, e sono, vere, anche se a volte qualche mistero sfugge alla nostra mente, noi crediamo.

 

 

 

TESTIMONIANZE STORICHE


 

S. Giustino vissuto intorno al 130-150 d.C. scrive in una sua lettera apologetica all'imperatore Tito Elio Adriano Antonino Pio Cesare Augusto e al figlio Verissimo filosofo, ed a Lucio, figlio del Cesare filosofo e, per adozione, del Pio, amante del sapere, al Sacro Senato ed a tutto il popolo romano.

 

E' carne e sangue di quel Gesù incarnato. Questo cibo è chiamato da noi Eucaristia, e a nessuno è lecito parteciparne, se non a chi crede che i nostri insegnamenti sono veri, si è purificato con il lavacro per la remissione dei peccati e la rigenerazione (battesimo), e vive così come Cristo ha insegnato.

 

Infatti noi li prendiamo non come pane comune e bevanda comune; ma come Gesù Cristo, il nostro Salvatore incarnatosi, per la parola di Dio, prese carne e sangue per la nostra salvezza, così abbiamo appreso che anche quel nutrimento, consacrato con la preghiera che contiene la parola di Lui stesso e di cui si nutrono il nostro sangue e la nostra carne per trasformazione, è carne e sangue di quel Gesù incarnato.

 

Nella seconda lettera apologetica inviata al senato di Roma, Giustino dice:

 

―Che cosa ci impedisce di confessare pubblicamente che anche queste azioni sono oneste, e di dimostrare che sono una filosofia divina, sostenendo che noi celebriamo i misteri di Cronos, se uccidiamo uomini e ci saziamo di sangue (come si dice), esattamente come avviene per l'idolo da voi onorato, che aspergete del sangue non solo di animali, ma anche di uomini, voi che, attraverso la persona più insigne e più nobile, fate l'aspersione del sangue di uomini immolati?

 

Perché non imitiamo Zeus e gli altri dèi nello stuprare fanciulli e nel congiungerci impunemente con donne, adducendo a giustificazione gli scritti di Epicuro e dei poeti?

 

Poiché, al contrario, ci sforziamo di persuadere a fuggire simili dottrine e quanti le praticano, insieme con i loro imitatori - come anche adesso abbiamo tentato di fare con questi discorsi -, in tutti i modi ci si fa guerra. Ma noi non ce ne curiamo, poiché sappiamo che Dio è giusto osservatore di tutto.

 

Oh, se ci fosse anche adesso qualcuno che salisse su un alto palco e gridasse con voce di tragéda: "Vergognatevi, vergognatevi di addossare ad innocenti ciò che voi fate impunemente, e di attribuire le azioni vostre e dei vostri dèi a costoro, che non ne sono nemmeno minimamente partecipi. Pentitevi, rinsavite".

 

Mi vanto di essere cristiano!

 

Qui si vede come i cristiani erano accusati di mangiare la carne di uomini uccisi e bere il loro sangue, perché nella celebrazione eucaristica dicevano di mangiare e bere il corpo e il sangue di Gesù Cristo, questo secondo i pagani era un atto di cannibalismo, se un cristiano sottoposto a interrogatorio ammetteva che mangiava e beveva il corpo e il sangue di Cristo, i giudici lo accusavano di cannibalismo, perché nel loro modo di pensare pagano, i cristiani si comportavano come gli adoratori di Cronos.

 

Ma non era più semplice per i cristiani che venivano interrogati ammettere che in realtà si trattava solo del celebrare il ricordo (come fanno i protestanti) della Cena del Signore, o del simbolo del suo sacrificio sulla croce? Se era solo un simbolo bastava ammetterlo, e tante vite sarebbero state risparmiate dai carnefici.

Come mai i cristiani in loro difesa non ammettevano che si trattava solo di simboli e di ricordo?

 

Perché i cristiani preferivano morire, ma non cambiavano una virgola nelle loro dichiarazioni, circa la celebrazione eucaristica?

 

Giustino, nelle sue lettere apologetiche perché non chiarì che si trattava solo di simboli?

 

Egli nelle sue lettere difendeva i cristiani, ma al tempo stesso professava la verità, difendeva i cristiani dicendo la verità e, se egli dice che:


 

abbiamo appreso che anche quel nutrimento, consacrato con la preghiera che contiene la parola di Lui stesso e di cui si nutrono il nostro sangue e la nostra carne per trasformazione, è carne e sangue di quel Gesù incarnato.

 

Vuol dire che i primi cristiani questo credevano fermamente, e lo professavano anche a costo della vita.

 

Anche Cirillo di Gerusalemme nella sua catechesi I mistagogica dice:

 

―Ma anche quello che si appende nei templi degli idoli e nelle feste, come carni, pani e altre simili cose contaminate dalla invocazione di demoni infami, è da inserire nella pompa del diavolo. Il pane e il vino dell’Eucarestia prima della santa epiclesi dell’adorabile Trinità, erano pane e vino comuni. Dopo l’epiclesi, invece, il pane diventa corpo di Cristo e il vino sangue di Cristo. Allo stesso modo gli alimenti della pompa di satana, che sono per loro natura comuni, con l‘invocazione dei demoni diventano impuri.

 

Nella sua III catechesi mistagogica (parla della cresima) Cirillo dice:

 

―Attento però a non pensare che quello sia un semplice balsamo. Come il pane dell‘Eucarestia, dopo l‘invocazione dello Spirito Santo non è più semplice pane, ma corpo di Cristo, così anche questo sacro balsamo, dopo l‘invocazione, non è più semplice balsamo, o come si potrebbe dire comune, ma crisma di Cristo, divenuto efficace della sua divinità per la presenza dello Spirito Santo. Ti vengono unti simbolicamente di quel balsamo la fronte e tutti gli altri sensi. Il corpo è unto di questo balsamo visibile, ma l‘anima è santificata dallo Spirito Santo vivificatore.

 

La Bibbia in più parti ci parla dell‘olio santo usato per le unzioni sacre come ad esempio quelle dei re o dei sacerdoti

 

1 Sam 16,13 “Samuele prese il corno dell’olio e lo consacrò con lunzione in mezzo ai suoi fratelli, e lo spirito del Signore si posò su Davide da quel giorno in poi. Samuele poi si alzò e tornò a Rama.”

 

Qui Cirillo sta parlando del crisma della confermazione (cresima) e fa un chiaro parallelo con l‘Eucaristia, cosa certa era l’Eucaristia con la trasformazione della sostanza del pane e del vino e cosa certa era la trasformazione dell’olio usato per il crisma, lo Spirito Santo vivificatore ungeva (e unge) tramite quell‘olio, lo Spirito Santo trasforma in carne e sangue di Gesù il pane e il vino.

 

E ancora Cirillo ci parla ulteriormente dell‘Eucaristia:

 

―Egli di sua volontà una volta cambiò a Cana di Galilea l‘acqua in vino, e non è degno di fede se muta il vino in sangue? Invitato alle nozze fisiche fece questo miracolo strepitoso. E noi non lo confesseremo molto più, avendo dato ai figli dello sposo la gioia del suo corpo e del suo sangue?

 

Portatori di Cristo

 

Con ogni sicurezza partecipiamo al corpo e al sangue di Cristo. Sotto la specie del pane ti è dato il corpo, e sotto la specie del vino ti è dato il sangue perché tu divenga, partecipando al corpo e al sangue di Cristo, un solo corpo e un solo sangue col Cristo. Così diveniamo portatori di Cristo, essendosi diffusi il suo corpo e il suo sangue per le nostre membra. Così secondo il beato Pietro noi diveniamo «partecipi della natura divina».


Il fraintendimento degli ebrei

 

Una volta Cristo parlando ai giudei disse: «Se non mangiate la mia carne e non bevete il mio sangue, non avete in voi la vita». Quelli non intendendo spiritualmente le sue parole se ne andarono scandalizzati, credendo che il Salvatore li invitasse alla sarcofagia.

 

Il pane e il Logos

 

C‘erano nell‘Antico Testamento i pani della proposizione i quali proprio perché dell‘Antico

 

Testamento sono terminati. Nel Nuovo Testamento è un pane celeste e un calice di salvezza che santificano l‘anima e il corpo. Come il pane è proprio per il corpo, così il Logos è proprio per l‘anima.

 

La fede non i sensi

 

Non ritenerli come semplici e naturali quel pane e quel vino: sono invece, secondo la dichiarazione del Signore, il corpo e il sangue. Anche se i sensi ti inducono a questo, la fede però ti sia salda. Non giudicare la cosa dal gusto, ma per fede abbi la piena convinzione, tu che sei giudicato degno del corpo e del sangue di Cristo.

 

 

Questi scritti testimoniano ancora una volta che le prime comunità cristiane vissute nei primissimi secoli, intendevano l‘Eucaristia (come anche la cresima ecc.) proprio come oggi la intende la

Chiesa cattolica romana.

 

Vediamo come la Didachè (dottrina degli apostoli) testimonia il carattere sacrificale della celebrazione eucaristica, proprio come lo intende la Chiesa cattolica.

 

―1. Nel giorno del Signore, riuniti, spezzate il pane e rendete grazie dopo aver confessato i vostri peccati, affinché il vostro sacrificio sia puro.

 

2.Ma tutti quelli che hanno qualche discordia con il loro compagno, non si uniscano a voi prima di essersi riconciliati, affinché il vostro sacrificio non sia profanato.

 

3. Questo è infatti il sacrificio di cui il Signore ha detto: «In ogni luogo e in ogni tempo offritemi un sacrificio puro, perché un re grande sono io - dice il Signore - e mirabile è il mio nome fra le genti.

 

Anche la didachè non parla di ricordo o di simbolo, ma di sacrificio. Vediamo che al capitolo 14 parla di ―sacrificio riferendosi alla profezia di Malachia 1,11; lo stesso sacrificio incruento che la Chiesa cattolica offre nella celebrazione eucaristica. E‘ Cristo che tramite il suo ministro si offre come oblazione pura, da Oriente a Occidente.

 

Basterebbe solo che molti fratelli separati mettessero da parte i loro pregiudizi anticattolici, per capire l‘immenso valore e significato dell‘Eucaristia, ammettendo che la Chiesa cattolica ha sempre professato e difeso la vera dottrina cristiana.

 

 

 

IL DOGMA DELL‘EUCARISTIA


 

 

Molti fratelli separati male informati dicono che la dottrina della transustanziazione risale al

 

IV Concilio del Laterano nel 1215, ―prima di allora si era liberi di crederci o di respingerla.


 

Prego questi fratelli di adeguare le proprie idee alla storia e non alla fantasia, perché la storia viene documentata, e chiunque può verificare.

 

Infatti la verità della transustanziazione non fu mai posta in dubbio o negata dai credenti dei primi secoli, e quando dico mai, significa mai, solo gli eretici come ariani, catari, manichei, consideravano simbolo il sacrificio Eucaristico.

 

Abbiamo visto che i padri del protestantesimo variamente respinsero la verità cattolica. Lutero respinse la transustanziazione, non la presenza reale parlando di consustanziazione; Calvino e Zwingli respinsero anche la presenza reale.

 

Calvino riducendola ad una presenza spirituale dinamica (lo Spirito era presente durante la celebrazione nel pane e nel vino, finita la celebrazione svaniva), Zwingli invece pensava ad una presenza simbolica.

 

E le varie professioni protestantiche moltiplicarono poi le varie interpretazioni, tutte concordi nel respingere la verità cristiana, ossia cattolica, apostolica, romana.

L‘istituzione della Eucaristia, (questa realtà, la più sublime e ineffabile, in cui culmina l‘amore di

 

Dio per gli uomini) non è stata il prodotto di uno slancio passeggero di sentimento del Divin Salvatore. No. Essa risponde a un grande disegno di Dio già prestabilito e manifestato nei secoli precedenti.

 

La prima figura la troviamo ai primordi del mondo, e fu l’albero della vita, posto da Dio nel

 

Paradiso terrestre, il quale aveva la virtù di far crescere l‘uomo sempre vegeto, robusto, comunicandogli il dono della incorruttibilità e immortalità… Altra figura incontriamo nel pane e nel vino, che offrì al Signore il sacerdote Melchisedech… Andando avanti nei secoli, altre due figure furono l’Agnello pasquale e la Manna del deserto; l‘Agnello pasquale, che per gli Ebrei era tutto insieme vittima e alimento… e liberò infine il popolo del Signore dalla schiavitù di Egitto col suo sangue segnato sulle porte… La Manna del deserto che conteneva ogni più delizioso sapore, ecc.. Altre figure: l’Arca dell’Alleanza, i pani della propiziazione, il capro emissario che cadeva vittima di espiazione per tutte le iniquità del popolo.

Nel Nuovo Testamento troviamo la conversione dell‘acqua in vino alle nozze di Cana;

 

la moltiplicazione dei pani e, più di tutto, i discorsi del Salvatore ai discepoli e alle turbe, dove si trovavano le più chiare promesse.

 

Come abbiamo visto una prova inconfutabile di come intendevano l‘Eucaristia le prime comunità cristiane la troviamo nella prima apologia di S. Giustino, scritta appena 150 anni dopo Cristo. Giustino parla con estrema sicurezza e tranquillità dell‘Eucaristia, e ci descrive: ― non è lecito partecipare ad alcuno, se non a chi crede essere vero ciò che è insegnato da noi, e ha ricevuto il battesimo… e vive così come Cristo ha insegnato

 

poiché noi non la riceviamo come pane consueto né consueta bevanda; ma come abbiamo appreso che, per il Verbo di Dio, il nostro Salvatore Gesù Cristo fatto uomo ebbe carne e sangue per nostra salvezza, così abbiamo appreso che quel cibo consacrato con la prece delle parole da Lui stesso proferite e dal quale il nostro sangue e le nostre carni sono nutrite per assimilazione,

 

è carne e sangue di quel  Gesù che si è fatto uomo

 

Nel 1215 fu approvata soltanto il termine ―transustanziazione che etimologicamente e sinteticamente indicava molto bene quello che esprimeva, o si esprime con molte più parole, ossia il cambiamento della sostanza del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di N.S. Gesù Cristo. Cercare di annullare o svilire prove come quelle che ci portano gli scritti di Giustino (e altri padri), è da persone calunniose, Giustino era (ed è) realmente un Santo, un autorevole servo di Dio, non una persona ignota della quale sono trovati scritti che non si sa se giudicare romanzi, o prove storiche del cristianesimo dei primi secoli. Giustino non era dunque un ignoto, ma un santo di Dio, una persona di fede provata, e ci sono molti documenti ad attestarlo.

 

Molti fratelli separati vogliono sminuire a tutti i costi l‘importanza degli scritti dei padri e dei dottori della Chiesa per poter spadroneggiare nelle loro singolari e fantasiose interpretazioni

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