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Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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EUCARISTIA E SANTA CENA

Ultimo Aggiornamento: 06/09/2009 15:29
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06/09/2009 15:07

LA NON BIBLICITA‘ DEL TERMINE

 

TRANSUSTANZIAZIONE

 

 

―L‘ostilità o quanto meno il disagio riguardo al concetto di ―transustanziazione perché termine non biblico, perché legato alle categorie di una specifica filosofia, perché astruso rispetto alla mentalità dell‘uomo moderno. Riguardo al termine ―transustanziazione occorre spiegare che:

 

È vero che non compare nei Testi biblici, ma vi compare certamente il contenuto che viene adeguatamente espresso con questa parola; d‘altronde questo vale per tanti altri termini con cui definiamo contenuti centrali della nostra fede e che non compaiono nel testo biblico: l‘esempio più lampante è ―Trinità, che definisce il più importante contenuto della rivelazione cristiana senza essere presente nei libri del Nuovo Testamento. La nostra fede si esprime in parole umane, le più adatte che la riflessione teologica abbia trovato, per rappresentare i misteri divini; ma la Bibbia stessa non è forse ―Parola di Dio espressa in parole umane?

 

Troppi gruppi protestanti garantiscono di essere nella verità, poi però si scopre che ognuno di essi segue verità diverse.

 

Ma è mai possibile che su un punto così fondamentale della dottrina cristiana lo Spirito Santo suggerisca a ciascuno significati diversi attribuibili all‘Eucaristia? Come mai Lutero, Calvino,

 

Zwingli e altri erano tutti in disaccordo tra loro sul significato e il valore dell‘Eucaristia, nonostante ognuno di essi affermava di essere illuminato dallo Spirito Santo?

 

 

 

L‘UNICITA‘ DEL SACRIFICIO SALVIFICO

I fratelli protestanti respingono l‘affermazione che nella Messa viene rinnovato il sacrificio di

 

Cristo, perché ―noi siamo stati santificati, mediante lofferta del Corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre” (Eb, 10,10).

 

Evidentemente i fratelli non cattolici si attengono molto alle congetture ed alle apparenze, noi cattolici invece crediamo alla Parola di Dio ed al Magistero ecclesiastico istituito da Cristo per darci chiarezza e sicurezza. Il Magistero ci da la definizione della Messa in questi termini:

 

Essa è il sacrificio della Nuova Legge, è offerta la stessa vittima del Calvario, Gesù Cristo, per riconoscere il supremo dominio di Dio e per applicare ai fedeli i meriti acquistati sulla Croce”.

 

La natura propria della Messa è quella di essere un sacrificio. Non si tratta di un nuovo sacrificio, diverso dal sacrificio della Croce. La Croce è l’unico sacrificio del Nuovo Testamento; non vi sono altri sacrifici, quasi che quello fosse incompleto e manchevole (Eb 16,10-12).

 

E‘ attraverso una nuova offerta di esso al Padre, da parte del sacerdote, della Chiesa, dei fedeli. Perché molti fratelli protestanti faziosamente o incoscientemente vanno dicendo che i presbiteri cattolici pretendono di ripetere sempre quell‘unico sacrificio di Cristo sulla Croce?

 

I presbiteri cattolici non hanno mai messo (né con le mani, né con il pensiero) Gesù di nuovo sulla croce per torturarlo di nuovo, ma offrono semplicemente quell’oblazione pura di cui profetizzava Malachia nel suo libro (Ml 1,11). E‘ Cristo stesso che tramite il suoi ministri celebra il suo sacrificio in maniera gloriosa.

 

Molte discussioni si sono fatte per precisare meglio questo rapporto essenziale per cui la Messa, non potendosi dire un nuovo sacrificio diverso da quello della Croce, non si può tuttavia neppure ridurre a una semplice memoria o commemorazione di esso, ed ha ragion vera di sacrificio:

 

laugusto sacrificio dellaltare – dice Pio XII nella M.D., 55 non è una pura e semplice commemorazione della passione e morte di Gesù Cristo, ma è un vero e proprio sacrificio”.

 

Comprendo le gravi difficoltà che possono sorgere su tale argomento che la Chiesa definisce “mistero della fede”, quasi a significare che è uno dei più grandi misteri, se non assolutamente il più grande, dei misteri del Cristianesimo.

 

La Messa, sacrificio incruento, “anziché diminuire la dignità del sacrificio cruento, ne fa risaltare come afferma il Concilio di Trento, la grandezza e ne proclama la necessità. Rinnovato ogni giorno, ci ammonisce della Croce di Nostro Signore Gesù Cristo.” (dalla Mediator Dei 65, di Pio XII).

 

Il Catechismo di Pio X, inoltre, aggiunge che “sulla Croce Gesù Cristo meritò ogni grazia per noi; invece sullaltare Egli… ci applica i meriti del Sacrificio della Croce”

 

Sul Calvario solo Gesù è vittima e sacerdote; nella Messa, insieme con Lui, che rinnova l‘offerta attraverso il ministero del sacerdote, si unisce la Chiesa tutta e si uniscono i fedeli partecipanti… La Messa è l‘offerta sacrificale del Cristo intero, persona fisica e persona mistica, di Gesù e della

 

Chiesa, prolungamento di Cristo nella storia. In tal senso il Salmo 109,4 richiama Gen 14,18 Tu sei sacerdote in eterno secondo lordine di Melchisedech”

 

Questo salmo, che da tutti è ritenuto messianico afferma tre cose: Cristo è sacerdote e pertanto offre il sacrificio; Egli compirà questa funzione sacerdotale per sempre; la sua offerta sacrificale sarà fatta secondo il rito di Melchisedech (Gen 14,18).

 

L‘inciso ―ed era sacerdote dell‘Altissimo suggerisce l‘idea di una oblazione sacrificale di pane e vino, fatta da Melchisedech per la vittoria di Abramo…

 

Tale profezia si può ritenere pienamente verificata soltanto nell‘ipotesi che la Messa sia un vero sacrificio; infatti solamente nella Messa quotidiana con l‘offerta del pane e del vino consacrati, Cristo appare sacerdote che offre perpetuamente un sacrificio secondo il rito di Melchisedech. Nel secolo V a.C., il profeta Malachia, come abbiamo visto, riprendendo la tiepidezza dei sacerdoti dell‘Antico Testamento, che offrivano roba di scarto (animali ciechi o zoppi), così si esprime:

 

“Io non sono contento di voi, dice il Signore degli eserciti, io non accoglierò più il sacrificio delle vostre mani, perché dallOriente allOccidente il mio nome è grande fra le genti e in ogni luogo si sacrifica e si offre al mio nome un’oblazione pura, poiché grande è il mio nome fra le genti, dice il Signore degli eserciti (Mal 1,10-11).

 

In questa profezia Malachia parla di un vero sacrificio, che sarà offerto nell‘età messianica, caratterizzata dall‘abrogazione del levitismo, dalla universalità e dalla santità.

 

La visione profetica di Malachia che vede l‘offerta, il sacrificio puro all‘unico Dio, ha il suo compimento perfetto nella Messa, che da ogni punto della terra e da tutte le stirpi è offerta come

“ostia immacolata al Signore.

 

Se Malachia si riferiva al sacrificio di Gesù sul calvario e basta, doveva indicare una sola persona (Gesù) e non usare l‘espressione ―dall‘Oriente all‘Occidente ―…e in ogni luogo si sacrifica e si offre al mio nome un’oblazione pura” indicando così tutti i popoli. Attenzione

 

Malachia qui non ha scritto ―…e in ogni luogo si ricorda il mio sacrificio… non parla affatto di semplice ricordo, ma parla in maniera chiara e inoppugnabile di, sacrificio, infatti dice ―…si sacrifica e si offre al mio nome un‘oblazione pura.

 

Qui appare chiaro il carattere sacrificale della Santa Messa, nella quale viene offerta

 

“l’oblazione pura”, l‘Agnello puro, l‘Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo; e come può essere offerto se come dicono molti fratelli protestanti la santa cena è solo una commemorazione?

 

Vorrebbero spiegare con ragionamenti umani ciò che solo lo Spirito Santo rivela, ciò che avviene tramite la potenza dello Spirito che vivifica il pane e il vino facendoli diventare il corpo e il sangue di Gesù nostro Signore. E‘ lo Spirito che vivifica la carne non giova a nulla! E‘ lo Spirito

 

Santo che dà vita al pane è al vino trasformandoli nel corpo e sangue di Cristo. Questo parlare è duro, chi lo può comprendere?

 

Lo comprendono coloro che credono per fede, e non per ragionamenti logici; e se gli increduli vedessero Gesù salire al Cielo sotto i loro occhi che direbbero?

 

Direbbero forse che si tratti di un fantasma? O di qualche manifestazione satanica, travestita da angelo di luce?

 

C‘è troppa gente che in buona fede punta duramente il dito contro la Chiesa cattolica e i suoi insegnamenti, che altro non sono se non quelli di Gesù.

 

Il Nuovo Testamento offre molti indizi certi e, chiare testimonianze riguardo al carattere sacrificale della Messa. Nell‘ultima Cena Gesù compì un vero è proprio sacrificio quando disse che il suo Corpo era “dato, ed il suo sangue era ―versato. Queste due espressioni nello stile biblico, anche separatamente prese (vedi, Mt 20,28; Rm 8,12; Gal 1,4; 2,20; Ef 5,25; 1 Tm 2,6;

 

Tit 2,14; Eb 10,10; per l‘effusione del suo sangue, vedi: Rm 3,25; 5,9; Ef 1,7; 1Cor 14,20; Eb 9,7 1 Pt1,19; 1 Gv 1,7) indicano sempre un‘immolazione sacrificale.

 

Gesù quella sera compì il miracolo Eucaristico, sotto gli occhi degli Apostoli, il più grande dei miracoli, e per questo il più incomprensibile. Ci teneva moltissimo Gesù a fare l‘ultima Pasqua con i suoi Apostoli, perché in quella sera sapeva che doveva fare il più grande dei miracoli, donare il suo corpo e il suo sangue sotto forma apparente di pane e di vino, secondo l‘ordine di

 

Melchisedech (Gen, 14,18). Grande e potente è il Signore! In tutto questo l‘idolatria dove sta?

 

Come fanno i fratelli separati ad accusare di idolatria i cattolici che adorano l‘ostia consacrata? L‘ostia consacrata è Gesù stesso, dov‘è l‘idolatria?

 

Nel pane e nel vino consacrati c‘è Gesù con il suo corpo glorioso, quindi non soggetto alle leggi fisiche, lo stesso corpo che attraversò la porta, lo stesso corpo toccato da Tommaso Apostolo, lo stesso corpo che ingerì il pesce alla presenza degli apostoli; come faccia questo corpo a non sottostare alle leggi fisiche noi non lo sappiamo per ora, lo sapremo quando saremo risorti, rinati a vita nuova ed eterna.

 

Pertanto si considera stabilita la Nuova Alleanza nel Sangue eucaristico, con manifesta allusione ad Es 28,8. Le due Alleanze sono viste nella prospettiva sacrificale dell‘effusione del sangue delle vittime. In questo stesso sfondo l‘Eucaristia è considerata come la nuova Pasqua, la quale, nel Sangue dell‘unico Agnello che toglie il peccato dal mondo (Gv 1,29), fa cessare gli innumerevoli sacrifici della Legge.

 

S. Paolo (1 Cor 10,20-21) affianca le testimonianze evangeliche:

 

“…No, ma dico che i sacrifici dei pagani sono fatti a demoni e non a Dio. Ora, io non voglio che voi entriate in comunione con i demoni; non potete bere il calice del Signore e il calice dei demoni; non potete partecipare alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni.

 

“…chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna." Chiaro, chiarissimo, qui Paolo si riferisce proprio al corpo del Signore, non al ricordo del Suo sacrificio sulla croce.

 

L‘Apostolo, stabilendo un‘antitesi tra i riti pagani e quelli cristiani, riconosce presso entrambi l‘esistenza di un sacrificio.

 

Il fratello non cattolico Nisbet (studioso valdese) scrive che la dottrina della Messa così come è oggi insegnata dalla Chiesa cattolica, è sorta col Concilio Laterano del 1215; il fratello Nisbet si sbaglia perché fin dalla nascita la Chiesa di Cristo circondò il rito della frazione del pane di cerimonie e di preghiere, nelle quali, in forma semplice, venne espressa la fede comune che rivive l‘indole sacrificale del culto eucaristico.

 

Abbiamo visto che ne parlano diversi documenti ecclesiali, la Didachè (14,1-3) affermò che l‘Eucaristia è il sacrificio predetto da Malachia, S. Giustino ne fornì la prima descrizione liturgica. Con S. Ippolito ne viene introdotto il ricordo nel primo Canone romano, e con Serapione nasce la prima anafora orientale.

 

L‘immolazione incruenta e sacramentale rappresenta la morte cruenta del Calvario e ne rinnova perennemente la memoria: ci parlano di ciò S. Cipriano, Serapione di Thmuis, S.Agostino e tanti altri.

 

IL PANE SPEZZATO

 

I fratelli separati continuano però a non capire come possa esserci Gesù nel pane e nel vino, come possa spiegarsi il fatto che anche spezzando il pane Gesù sia in ogni briciola di quel pane. Già abbiamo fatto qualche esempio in merito, ma ne facciamo ancora un altro: se ad esempio un laboratorio di analisi chimiche analizza un chilogrammo di pane troverà la sostanza che compone il pane, la sostanza che noi chiamiamo pane, se spezziamo il pane in due pezzi, la sua sostanza non cambia, rimane sempre sostanza del pane, anche una minuscola briciola contiene la sostanza del pane, Gesù che è la sostanza del pane consacrato vi è presente in ogni sua briciola, perché quel pane solo apparentemente rimane pane, ma la sua sostanza cambia, la sua sostanza è Gesù.

 

Cristo non è presente nel pane secondo il modo della quantità ma della sostanza.

 

La presenza di Cristo è unica e mirabile; tuttavia possiamo trovare qualche altra analogia per aiutare a capire. Possiamo per esempio paragonare il modo di essere presente del Corpo di Cristo nell‘Eucaristia col modo con cui sono presenti nelle cose materiali le realtà immateriali.

 

Così per esempio il pensiero di chi scrive è presente nello scritto, ma non diventa né grande né piccolo al variare del tipo di caratteri di stampa usati dalle diverse case editrici, né si moltiplica fotocopiando lo scritto oppure si divide se si strappa le sue pagine, il pensiero dello scrittore quello è e quello rimane, anche se lo scrittore non è presente.

 

Si tratta di analogia, perché il modo della presenza di Cristo nel Sacramento è un modo unico e speciale, esclusivo di questo Sacramento: lo si suole denominare appunto ―presenza sacramentale

 

Un altro punto dove i fratelli non cattolici puntano il dito è quello dell‘Eucaristia sotto le due specie, accusano infatti la Chiesa cattolica di dare solo il pane e non il vino ai fedeli, ma dicono che solo il prete può comunicarsi sotto le due specie.

 

Inizio col dire che questo non è vero, perché io personalmente frequentavo una comunità di catecumeni e mi comunicavo sotto le due specie come tutti i miei fratelli; tuttavia è pur vero che in molte parrocchie viene dato solo il pane (ostia), non vedo però dove sta l‘errore che additano i fratelli non cattolici.

 

Essi devono sapere che nel pane c‘è Gesù tutto intero, così come nel vino, altrimenti sembrerebbe che Gesù si formasse dall’unione del pane e del vino, il pane conterrebbe solo mezzo Gesù, e l‘altra metà sarebbe contenuta nel vino, per cui se il fedele non si comunica con entrambe le specie prenderebbe solo mezzo Gesù. Ragionamenti di questo tipo sono molto pittoreschi Nel mistero eucaristico Gesù è presente sotto le due specie, intero in ognuna di esse, la comunione sotto le due specie serve da segno, per meglio rappresentare la santa cena, ma non possono esserci dubbi sul fatto che Gesù sia tutto intero nel pane e tutto intero nel vino.

 

Gesù disse: ― In verità in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo (Gv 6,22-23)

 

Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno, e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo

 

“ Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me, e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia di me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo,… Chi mangia questo pane vivrà in eterno” (Gv 6,57-58)

 

In queste parole Gesù non fa riferimento al calice. Egli è tutto intero nel pane, è per motivi igienici, e per la precauzione di non spargere per qualche sorso maldestro il prezioso sangue di Gesù, che la Chiesa cattolica romana preferisce dare solo il pane ai fedeli. Tuttavia è doveroso sottolineare che non è vero che essa proibisce la comunione sotto le due specie, ma tutti i fedeli che vengono sensibilizzati nel maneggiare con cura il calice possono comunicarsi anche con il vino, io stesso ne rendo testimonianza perché mi sono comunicato più volte sotto le due specie.

 

E‘ impossibile separare il Sangue di Cristo dal Suo Corpo, dalla Sua Anima e dalla Sua Divinità, e questo in forza di quella concomitanza che tiene indissolubilmente uniti il Corpo, il Sangue, l‘Anima e la Divinità di Gesù Cristo.

 

“Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, dice Gesù, io sono in mezzo a loro (Mt 18,20).

 

Mantenere uniti coloro che si amano è frutto di una grande e forte amicizia. Mi chiederete: «Vi sono persone così miserabili da non desiderare Cristo in mezzo a loro?».

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