QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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EUCARISTIA E SANTA CENA

Ultimo Aggiornamento: 06/09/2009 15:29
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06/09/2009 15:08

Sì, noi stessi, noi che siamo in lotta gli uni contro gli altri. Qualcuno forse replicherà in modo ironico: «Che cosa dici? Non vedi che siamo tutti sotto lo stesso tetto, dentro la stessa chiesa, concordi nello stesso ovile, senza il minimo dissenso, gridando all‘unisono sotto la guida dello stesso pastore, ascoltando insieme quello che dice, e pregando in comune; e tu parli di lotte e di discordie!». Sì, parlo di lotte e non sono pazzo e nemmeno m‘inganno. Vedo ciò che è evidente e so che siamo tutti nel medesimo ovile e sotto lo stesso pastore. Per questo ritengo tanto più deplorevole che, nonostante tutti i nostri segni di unione, siamo divisi. «Ma - mi direte - quale divisione vedi tra noi?». Qui nessuna, ma quando la nostra assemblea è terminata, l‘uno critica l‘altro; questo ingiuria pubblicamente il fratello; il tale è roso dall‘invidia, dall‘avarizia o dalla cupidigia; il tal altro si abbandona alla violenza; un altro ancora alla sensualità, all‘impostura o alla frode. Se le nostre anime potessero essere messe a nudo, vedreste allora l‘esattezza di tutto questo, e riconoscereste che non sono pazzo... Diffidando gli uni degli altri, ci temiamo a vicenda, parliamo all‘orecchio del vicino e se vediamo avvicinarsi un terzo ripiombiamo nel silenzio e cambiamo discorso. Questo non è certo un segno di fiducia, ma piuttosto di una diffidenza estrema».

 

«Non facciamo questo per nuocere agli altri - direte - ma per proteggerci». È proprio quello che mi addolora: vivendo tra fratelli, sentiamo il bisogno di stare in guardia per non ricevere dei torti, e riteniamo necessario prendere tante precauzioni. La causa di tutto questo è la frequenza della menzogna e dell’inganno, la grande diminuzione della carità, le querele senza tregua. Così troverete molta gente che ha più fiducia nei pagani che nei cristiani. Ecco un motivo di confusione, di lacrime e di gemiti...

 

Rispettate, rispettate dunque questa mensa a cui tutti ci comunichiamo; rispettate il Cristo immolato per noi; rispettate il sacrificio che viene offerto... Dopo aver partecipato a una simile tavola ed esservi comunicati con un simile alimento, dovremmo forse prendere le armi gli uni contro gli altri?

 

Dovremmo invece armarci, tutti insieme, contro il demonio! Ecco che cosa ci rende così deboli. Invece di riunire i nostri scudi in un solo fronte contro di lui, ci uniamo a lui per combattere i nostri fratelli; ci poniamo ai suoi ordini invece di combattere soltanto lui. Ripetiamolo; è contro i fratelli che dirigiamo i nostri colpi.

 

«Quali colpi?» direte. Quelli lanciati dalla lingua e dalle labbra.

 

Non ci sono soltanto le frecce e le lance che feriscono: certe parole causano ferite ben più profonde. Come porre fine a questa guerra?

 

Pensando che una parola pronunciata contro il tuo fratello è un veleno versato dalla tua bocca, e le tue calunnie raggiungono un membro di Cristo «Ma - dirai - io sono stato oltraggiato». Se il tuo prossimo ti ha ingiuriato, prega Dio di usargli misericordia. È tuo fratello, un membro del tuo corpo; egli è invitato alla stessa tavola, come te.

 

Crisostomo Giovanni, Omelie 8, sulla lettera ai Romani, 8

 

Queste parole di san Giovanni Crisostomo ci fanno ancor di più innamorare di Cristo, ci fanno riflettere su ciò che siamo, perché in esse vediamo dipinta la nostra vita quotidiana, i nostri gesti e comportamenti nei confronti dei nostri fratelli.

 

Purtroppo la mancanza di vera conoscenza, induce a sbagliare; i fratelli non cattolici ad esempio sbagliano a dare il giusto senso ai versetti di Paolo in 1 Corinzi 10, 14-21 “Perciò miei cari, fuggite il culto degli idoli. Parlo a voi come a gente assennata; giudicate voi stessi quanto io dico. Il calice di benedizione, che noi benediciamo non è forse una comunione col sangue di Cristo? Il pane che spezziamo non è forse una comunione col corpo di Cristo?

 

Dal momento che vi è un solo pane, noi, che siamo molti, formiamo un solo corpo, poiché noi tutti siamo partecipi di questunico pane. Guardate lIsraele terrestre! Non sono forse in comunione con laltare, quelli che mangiano le vittime? Che intendo dunque dire? Che la carne immolata agli idoli abbia un qualche valore ? Ovvero che un idolo sia qualcosa ? No, ma che quanto sacrificano i pagani, lo sacrificano ai demoni e non a Dio. Ora, non voglio che voi siate in comunione con i demoni; non potete prendere parte alla mensa del Signore e alla mensa dei demoni”

Nonostante nelle pagine precedenti sia stato dato qualche accenno in merito a questi versetti, è bene gustarli appieno soffermandosi un po‘ a meditarli.

 

Perché Paolo fa quest‘accostamento tra la carne immolata agli idoli, e il corpo e sangue di nostro Signore?

 

Nell‘altare dei pagani veniva posto un animale, sgozzato e tagliato, ne fuoriusciva del sangue, carne e sangue, erano (e sono) questi i due elementi che facevano entrare in comunione con i demoni, o con Dio nel caso dei sacrifici offerti dagli ebrei.

 

Se la carne veniva offerta agli idoli, ossia ad altri dei, allora chi mangiava di quella carne e beveva di quel sangue entrava in comunione con i demoni. Nel Vecchio Testamento in Israele, l‘animale veniva offerto a Dio, e i partecipanti entravano in comunione con Lui.

 

Paolo fa quest‘accostamento perché intende far capire ai discepoli, che la Santa Cena ha un carattere sacrificale, è cioè un vero sacrificio.

 

Mentre però nell‘Antico Testamento il sacrificio veniva ripetuto materialmente, (sacrificio cruento, con spargimento di sangue) immolando un agnello sull‘altare, nel Nuovo Testamento l‘agnello è l‘Agnello di Dio, cioè Gesù, che si è sacrificato un volta per tutte, liberando l‘umanità dalla schiavitù del peccato e sconfiggendo la morte.

 

Allo stesso modo Paolo quando fa l‘accostamento tra comunione con i demoni e comunione con

Cristo, lo fa per far meglio capire che si tratta in entrambi i casi di sacrificio.

 

Paolo parla di comunione spirituale, comunione con il corpo glorioso di Gesù, partecipando all‘Eucaristia si entra in comunione con il corpo e con il sangue di Gesù.

 

Così come era realmente presente il corpo e il sangue dell‘agnello nell‘altare, anche nell‘Eucaristia è realmente presente il corpo e il sangue di Cristo, solo così si può dare un senso alle parole di Paolo, altrimenti si potrebbe dire che Paolo abbia fatto un accostamento insensato. Paolo però scriveva sotto ispirazione divina, quindi il suo accostamento non può essere casuale. I fratelli protestanti dicono di credere per fede alla Parola di Dio, e allora come mai la loro fede si ferma davanti al mistero eucaristico, come mai non credono per fede alla presenza reale di Gesù nell‘Eucaristia ?

 

Con la loro razionalità tra le altre cose, dovrebbero spiegare come può Dio non aver avuto principio, perché Dio è sempre esistito, perché non vi fu mai un tempo in cui Dio non c‘era?

 

Con la razionalità dovrebbero pure spiegare il mistero della Trinità. Vi sono molti altri esempi presi dalla Bibbia, che si potrebbero fare come pure i miracoli che operava Gesù, come spiegano questo i fratelli separati ?

 

Quando Tommaso toccò le mani e il costato di Gesù, le sue mani toccarono realmente Gesù, non lo attraversarono da parte a parte come se fosse una visione fantasma.

 

E quando Gesù mangiò del pesce, quest‘ultimo non cadde a terra come se lo stesse mangiando un fantasma, ma fu ingerito da Gesù come lo ingerisce un normale uomo in carne ed ossa.

 

In quale apparato digestivo andò a poggiare il pesce per non cadere a terra? In quelle di Gesù, ovvio, ma come erano fatti questi tessuti, che trattenevano corpi estranei, ma che poco prima avevano attraversato la porta chiusa?

Come spiegano tutto ciò i fratelli separati?

 

Il corpo glorioso di Gesù non obbedisce più alle leggi fisiche, trascende la logica umana, la razionalità umana non può spiegare simili eventi, è qui che interviene la fede dei cristiani. Si deve credere per fede, la nostra mente non sa spiegarselo però crede per fede.

 

Quando parlo dell‘Eucaristia lo faccio con estrema riverenza, essendo pienamente cosciente che sto parlando di nostro Signore Gesù Cristo, non mi sento degno di spiegarlo io con parole umane, trattandosi un argomento così importante.

Tuttavia è per amore di Cristo che sto scrivendo queste riflessioni, per amore della

 

Verità, e quindi ne parlo per confutare le molte inesattezze che diffondono e sostengono i fratelli separati, la maggior parte di loro inconsapevolmente, con la speranza di aprire i loro occhi, con l‘aiuto del Signore.

 

 

L‘EUCARISTIA TUTTI I GIORNI

 

La Chiesa cattolica inoltre è accusata di aver travisato la Parola di Dio anche per il fatto che celebra l’Eucaristia tutti i giorni, quando invece i fratelli separati la celebrano solo quando ne sentono il bisogno interiore, quindi come al solito, loro sarebbero nel giusto e la Chiesa Cattolica no. Eppure in Atti 2,46 Luca dice che i primi cristiani ogni giorno erano assidui nel frequentare insieme il tempio e nella case spezzavano il pane”

 

Luca qui dice ogni giorno non una volta ogni tanto, i primi cristiani sentivano il bisogno di spezzare il pane ogni giorno, e allora se gli Atti degli Apostoli sono Parola di Dio, chi la travisa? Risulta chiaro e lampante che la travisano i fratelli protestanti.

 

Quando si parla con loro e gli si pone una domanda subito rispondono con una contro-domanda, spesso io ho fatto notare che da Atti 2,46 si capisce che i primi cristiani soprattutto ogni Domenica spezzavano il pane. Alcuni pentecostali subito mi risposero con un'altra domanda: ―ma la Chiesa cattolica spezza il pane ogni giorno quindi non segue alla lettera gli insegnamenti cristiani. Sarebbe così, se non fosse per le parole di Luca che dice: ―ogni giorno erano assidui nel frequentare insieme il tempio e nella case spezzavano il pane”

 

Io ho detto soprattutto la domenica, ma i primi cristiani spezzavano il pane ―ogni giorno, quindi si differenziano dai pentecostali che spezzano il pane ogni tanto, una volta al mese, e spesso con intervalli di tempo anche più lunghi. Ma la differenza principale non sta nella frequenza, ma nella sostanza, i pentecostali, come spiegato, non intendono l‘Eucaristia come facevano i primi cristiani.

 

Fratelli basta leggere con lentezza e attenzione la Bibbia per trovare le risposte, in Atti 2,46 si trova la risposta alla osservazione pentecostale sull‘Eucaristia giornaliera, e fa capire che sono loro a non seguire in maniera esatta gli insegnamenti cristiani.

 

San Giustino martire in una sua lettera rivolta all‘imperatore pagano Antonino Pio verso l‘anno

 

155 d.C. descrive dettagliatamente la Messa domenicale, con la sua liturgia eucaristica, e guarda caso la Chiesa cattolica ancora oggi si attiene a quella descrizione.

 

Aprite gli occhi fratelli, se non credete a me, verificate se Giustino martire era un eretico oppure un campione di fede, che ha dato la sua vita (in tutti i sensi) per Cristo.

 

Nell‘155 la Chiesa era ancora pura, e si celebrava la Messa cosi come la si celebra oggi nella Chiesa cattolica, verificate se sono invenzioni o verità. Chi ama veramente la Verità deve verificare di persona, leggendo i documenti che parlano di questi fatti.

 

Evidentemente non hanno capito il vero significato della cena del Signore, ed è per questo che non sentono il bisogno di celebrarla ogni giorno.

 

 

 

 

I SIMBOLI

 

 

Ho accennato che nella simbologia ebraica il sangue non veniva rappresentato dal vino, così come il pane non era il simbolo del corpo.

 

Il fuoco era simbolo di distruzione, e con Cristo e lo Spirito Santo diventa anche simbolo di purificazione.

 

L‘acqua è simbolo di purificazione, simboleggia la Parola di Dio, in Apocalisse il fiume di acqua viva simboleggia lo Spirito Santo, eppure mai nessun profeta o Apostolo ha detto che chi beve l‘acqua viva nel peccato, pecca contro lo Spirito Santo, e nemmeno se si uccide una colomba che è il simbolo dello Spirito Santo si pecca contro lo Spirito.

 

Se non si rispetta un agnello nel periodo pasquale, simbolo di Cristo Agnello di Dio, non si sta peccando contro Gesù. Quando noi cristiani pecchiamo offendiamo Cristo, calpestiamo il suo sacrificio sulla croce. Per offendere Cristo non c‘è bisogno di abusare della santa cena, ma lo si può fare semplicemente peccando in mille modi diversi.

 

Si può entrare indegnamente anche in Chiesa, senza essersi realmente pentiti dei propri peccati, ma tuttavia non significa abusare del corpo e del sangue di Cristo. Cibandosi però indegnamente dell‘Eucaristia si abusa, come di Paolo, del corpo e del sangue di Cristo.

 

Se il pane e il vino consacrati fossero solo simboli, Paolo non ammonirebbe i discepoli dicendo che ―si abusa del corpo e del sangue di Cristo, ma semplicemente si abuserebbe della bontà di nostro Signore, e del suo sacrificio.

 

E‘ chiaro che l‘Apostolo ripete corpo e sangue, perché nell‘Eucaristia diventano realmente presenti, Gesù diventa realmente presente nelle due specie.

 

La verità è che Cristo Gesù, morto e risuscitato per noi, sta alla destra di Dio e intercede per noi, è presente in molti modi nella Chiesa: nella sua Parola, nella preghiera della Chiesa, ―la dove sono due o tre riuniti nel suo nome, nei poveri, nei malati, nei prigionieri, nei sacramenti di cui Egli è l‘autore, nel sacrificio della Messa e nella persona del ministro. Ma soprattutto è presente sotto le specie eucaristiche.

 

San Giovanni Crisostomo dice:

 

Non è l‘uomo che fa diventare le cose offerte Corpo e Sangue di Cristo, ma è Cristo stesso, che è stato crocifisso per noi.

 

Il sacerdote, figura di Cristo, pronunzia quelle parole, ma la loro virtù e la grazia sono di Dio. San Paolo dice che chi mangia il pane e beve il vino durante la santa cena entra in comunione con il corpo e il sangue di Cristo, e come si può entrare in comunione con qualcosa che è solo simbolo? Se il presbitero impone le mani a un discepolo che crede e vuole ricevere lo Spirito Santo, il discepolo entra in comunione con lo Spirito Santo, lo riceve, entra in comunione con lo

 

Spirito perché Egli è realmente presente, l‘imposizione delle mani non è solo un simbolo ma trasmette lo Spirito Santo, per volere di Dio. Allo stesso modo se durante la Messa matrimoniale, essendo immerso in preghiera, tocco una colomba (che alcune volte viene usata durante le cerimonie), o la prendo tra le mie mani, non entro di certo in comunione con lo Spirito Santo, eppure la colomba lo simboleggia.

 

Se il pane e il vino dopo la consacrazione restassero simboli, di certo chi ne mangia non entrerebbe in comunione con il corpo e il sangue di Cristo.

 

Abbiamo visto che durante la celebrazione eucaristica Gesù non parla in modo generico, mentre nella parabole sì. E‘ Lui la figura primaria, la luce viene assimilata a Lui, la porta viene assimilata a Lui, la Via viene assimilata a Lui, in queste espressioni Gesù non dice questa luce, riferendosi ad una luce in particolare, non dice questa porta, toccandone o indicandone una in particolare, non dice questa Via, indicandone una in particolare; nella santa cena invece usa parole precise, , non parla più in similitudini, ma dice: ―questo è il mio corpo ―questo è il mio sangue

 

―questo cioè quello che sta tenendo fra le pani in quel preciso momento, il pane e il vino dopo la preghiera di benedizione diventano vero corpo e vero sangue di Cristo, e gli Apostoli hanno gustato per primi la nuova Pasqua che il Signore ha istituito quella sera.

 

Cristo raccomanda ai suoi Apostoli di ripetere il memoriale del suo sacrificio, con le stesse parole da lui usate, e con la stessa preghiera di benedizione, durante la quale invocò lo Spirito Santo.

 

Per concludere rivolgendomi ai fratelli separati di buona volontà, che dispongono di animo sincero e imparziale proteso verso la ricerca della Verità, propongo di verificare i miracoli eucaristici che ho indicato nelle pagine precedenti; si accorgeranno della potenza del Signore, vedranno con i loro stessi occhi e rimarranno impietriti chiedendo perdono a Dio per la loro incredulità. E‘ pure utile conoscere testimonianze archeologiche e storiche come quelle qui di seguito.

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