QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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Il Sacro Cuore di Gesù e il Sacerdozio (da regalare ai Sacerdoti)

Ultimo Aggiornamento: 07/09/2009 15:17
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07/09/2009 15:17

ELEVAZIONE 11

Intermediario tra Dio e l'uomo


Ogni uomo può personalmente avvicinarsi a Dio con fiducia, perché Dio è creatore di tutti, Padre di tutti. Ama ogni uomo. Il Verbo incarnato, Cristo-Amore, è colui che introduce gli uomini alla presenza del Padre e, attraverso di lui, essi sono certi di essere ac­colti con bontà. Ma a Dio, ma a Gesù piace che la sua umile crea­tura si serva, per avvicinarsi a lui, in molte circostanze, dell'inter­mediario che Dio stesso ha designato a presentargli gli uomini, i sacrifici e i doni che essi vogliono offrirgli. Questo intermediario scelto da Dio, è il prete.

Dio ha formato, nella sua sapienza e nel suo amore, una sorta di scala misteriosa o, se si preferisce, di catena che va dalla creatura alla divinità: dalla creatura materiale all'uomo, dall'uomo al sacerdote, dal sacerdote al Cristo, dal Cristo a Dio. E dall'amore infinito di Dio stesso discendono tutte le grazie e tutti i benefici lungo questa stessa catena d'amore fino alle più umili e piccole creature; da Dio, Amore Infinito, a Cristo, da Cristo al sacerdote, dal sacerdote alla moltitudine degli uomini, da questi alle creature materiali.

L'Amore Infinito passa e ripassa così, in un flusso e riflusso eterni, da Dio alla creazione, e dalla creazione a Dio.



ELEVAZIONE 12

La Vergine Maria e il sacerdote


L'amore del sacerdote per Gesù deve essere diverso da quello degli altri uomini e singolarmente più ardente, perché « chi più ha ricevuto ama di più ». Ora, le grazie e i doni particolari che arric­chiscono l'anima e il cuore del sacerdote sono così numerosi che chi li ha ricevuti e li possiede non ne ha neppure una vaga idea, e quand'anche creda di aver molto ricevuto, non può neppure allora conoscere la moltitudine di grazie che l'Amore Infinito gli ha fatto. Sarà una delle beatitudini del prete in cielo vedere e conoscere tutto ciò che l'Amore ha fatto per lui, e quanto è stato privilegiato tra gli uomini.

Il sacerdote passa in qualche modo allo stato di essere diviniz­zato nell'unione che ha con Cristo, e nella potenza che ha, da Cristo, sulle anime, per il loro bene e la loro salvezza. Così è obbligato ad avere per Dio, Nostro Signore, un amore tutto particolare, forte, tenero e ardente.

Non c'è che una sola creatura che ha amato e che ama Gesù come il sacerdote deve amarlo; non c'è che un cuore che possa ser­vire da modello al suo per questo amore: è il cuore della Vergine santa. L'amore del sacerdote per Gesù deve essere in tutto simile a quello di Maria per il suo Figlio divino.

Come Maria, il sacerdote innalzato da una grazia d'elezione, ri­mane tuttavia una creatura inferiore, sottomessa al Maestro divino. Come lei, è per sua natura un nulla, e entra nell'intimo della di­vinità per un privilegio d'amore. Come lei, deve essere illuminato più profondamente sulla verità della propria miseria e piccolezza, e più illuminato dai raggi dell'Amore Infinito. Come lei, riceve, grazie allo Spirito, il potere di generare al mondo il Verbo incarnato: la Madre lo genera nella verità del suo corpo visibile; il sacerdote, nella verità del suo corpo eucaristico.

L'amore di Maria per Gesù è l'amore di una creatura privilegiata. È un amore di riconoscenza ardente e di profonda umiltà; un amore che si abbassa e si dona, che si dà tutto intero, per il bisogno di rendere il più possibile a Colui da cui tutto si è ricevuto. L'amore di Maria è anche un amore di madre; tenero, delicato, premuroso; un amore che difende e protegge, che si dona ancora, ma diversa­mente; che si dà non per restituire, ma per darsi ancora a Colui cui già si è dato.

L'amore del sacerdote per Gesù deve essere simile a questo. Deve avere un amore di umile riconoscenza, amore di creatura amata che adora, ringrazia, si dà senza calcolare; un amore pieno di deli­catezze; amore geloso che custodisce, vigila, protegge, circonda di cure, si dà fino all'oblìo di se stesso.

Maria ha avuto per Gesù non soltanto un amore di creatura privilegiata, e di madre amante, ha avuto di più, ha avuto sempre, per il suo Figlio, un amore di vergine. È un amore umile, ancora; ma confidente, fedele, unico, colmo di caste familiarità, di attenzioni e di ardori rispettosi.

Ancora così deve essere l'amore del sacerdote per Gesù: un amore puro, disinteressato, fedele e fiducioso. È vero, il sacerdote non ha il candore ideale dell'Immacolata. Il suo cuore non ha la purezza di quello della Vergine Madre. Ma ha solo da attingere alle grazie del suo sacerdozio: vi troverà sorgenti di tenerezza verginale e di dedizione eroica.

Gesù vuol essere amato dal sacerdote come lo è stato dalla Vergine Maria, e ha racchiuso, nel privilegio del sacerdozio, grazie simili a quello che contiene il privilegio della maternità divina: grazie di unione intima e tutta particolare con lui; grazie di purezza; grazie di dedizione senza riserve.



ELEVAZIONE 13

Pasci le mie pecore


Gesù ha detto un giorno a Pietro: « Pasci i miei agnelli... Pasci le mie pecore ».' Secondo l'interpretazione comune, gli agnelli sono i fedeli e le pecore i pastori; e il prete è il pastore del gregge che gli è affidato. In questa sola parola pecora Gesù ha racchiuso, in sintesi, tutti i doveri del sacerdote: i suoi doveri verso Dio, verso il papa, vicario di Cristo, verso i suoi confratelli nel sacerdozio, verso le anime.

La pecora appartiene completamente al suo padrone; gli deve la vita, la fecondità; il padrone ha diritto di disporre di lei a suo piacere. Il sacerdote si deve tutto a Dio, suo Padrone sovrano. È completamente di Cristo; gli deve la fecondità delle sue opere e, se è il caso, il sacrificio della sua vita.

La pecora deve essere docile al pastore che la dirige in nome del padrone. Deve rispondere alla sua voce, seguirlo nei pascoli in cui la conduce, deve essergli obbediente e fedele. Così il sacerdote deve essere docile alla voce del papa; entrare nelle sue vedute, nutrirsi soltanto delle dottrine che egli approva, rimanere fedele e sottomesso al pastorale di Pietro.

Ogni pecora del gregge non ha altri doveri verso quelle che la circondano che la dolcezza e l'unione. Non deve allontanarsi dal gregge e restar sola, perché si esporrebbe alla morte. Gesù vuole che i suoi preti abbiano fra loro una stretta unione, che conservino l'unità della fede nel vincolo della carità fraterna e che, lavorando nel medesimo spirito, diano pace al mondo e gloria a Dio.

Infine la pecora è madre, madre degli agnelli. Li porta nel suo ventre, li nutre del suo latte, li riscalda e li difende. Il prete non è soltanto padre delle anime; è anche madre. Deve avere, per loro, l'amore tenero e delicato delle madri, la loro dedizione fino al sa­crificio. Deve dare alle anime il meglio della propria sostanza, del­l'anima spirituale e pura; riscaldarle con le fiamme dell'Amore In­finito, difenderle dal male.

Si trova, in queste considerazioni, un segno della divinità del Salvatore. All'uomo sono necessarie molte parole per rendere un'idea; Gesù con una sola parola rende tutto un insieme di pensieri.

Questo si vede ad ogni passo nei Vangeli. Con questo solo ter­mine pecora lasciato cadere come per caso nel discorso, Gesù ha detto tutto del sacerdote: tutto ciò che deve essere, tutto ciò che deve fare, tutto ciò che deve offrire di se stesso a Dio, alla Chiesa, alle anime. Perché Gesù è il Verbo. E’ il pensiero divino e la pa­rola increata. Una sola parola caduta dalle sue labbra racchiude un pensiero di Dio.

È bello conoscere Gesù, così grande nella sua divinità, così dolce nella sua umanità. Ci sia concesso di poter esprimere il poco che sappiamo di lui, di farlo conoscere, di farlo amare, adorare, di circondarlo di lodi, d'amore, di gloria, di esaltarlo per sempre.



ELEVAZIONE 14

L'amore e la giustizia


« Dio è troppo buono; non può punire in eterno ». E’ così che molti ti giudicano, Signore. E sotto questo sciocco pretesto, prefe­riscono servire le loro cattive passioni e le loro cattive inclinazioni piuttosto che rinunciare a se stessi e seguirti.

Nulla tuttavia è più contrario alla dottrina della tua Chiesa: l'inferno è ben lontano dall'essere opposto alla tua bontà, ed è precisamente perché io credo al tuo amore, o Dio potente e buono, che io credo all'inferno.

Se tu non fossi Amore; se egoisticamente chiuso nella tua bea­titudine tu non avessi gettato sugli esseri inferiori a te che sguardi indifferenti, forse l'inferno avrebbe potuto non esistere. Ma tu... tu hai creato tutto per amore. Hai formato l'uomo a tua somiglianza; l'hai vivificato con il tuo respiro; l'hai colmato dei tuoi doni, e non hai chiesto a questa creatura, così riccamente dotata, che un poco di fiducia, di fedeltà e di amore. E quando essa ti disprezza e si rivolta contro di te, tu resteresti impassibile, come un Essere incompleto, privo di amore e di sentimento? Dio! Io credo ai rigori della tua giustizia perché credo alle eccessive tenerezze del tuo cuore! Ti amo, mio Dio, Amore Infinito, che ti chini verso la creatura, che la sostieni e la sollevi. Ma ti amo anche, Amore misconosciuto e oltraggiato, che ti irrigidisci e punisci.

Se l'inferno non esistesse, non ti amerei altrettanto. Quando vedo un principe lasciare, nel suo regno, tutti i delitti impuniti; quando lo vedo spargere le sue ricchezze con altrettanta profusione su vili e traditori come sui suoi sudditi fedeli, e trascinare nell'avvilimento la grandezza e la maestà regali, non posso che disprezzarlo e chia­marlo ingiusto e fiacco. No, se non ci fosse l'inferno, mancherebbero tre gemme splendide alla corona delle tue perfezioni: mancherebbero la giustizia, la potenza e la dignità.

Ti amo, ti adoro, mio Dio, nella tua misericordia per i deboli, nella tua bontà per i piccoli, nella tua generosità per i poveri. Ti adoro nel tuo perdono senza riserve; nell'amore che scende dal tuo seno su tutte le creature; nelle tue attese senza stanchezza; nelle grazie che spandi a profusione sulle anime per toccarle, per ricon­durle a te, per illuminarle, per vincerle.

Ti adoro anche, ti amo appassionatamente grande, maestoso, ter­ribile, che consumi in una fiamma eterna coloro che hanno resistito all'assedio del tuo amore.

Del resto non sei tu, mio Dio, sovranamente buono, che con­danni e punisci: sono i cattivi stessi che, rifiutandosi di gettarsi nelle fiamme del tuo amore senza fine, si precipitano in quelle dell'eterna giustizia.

Sì, ti amo come tu sei.

Ti adoro, incoronato dall'insieme infinito delle perfezioni; tanto giusto come buono, grande tanto per la tua potenza e santità che per la tua misericordia, e sempre l'Amore, l'Amore Infinito; Amore che crea, che dona, che perdona, che vivifica; Amore che comanda, riprende e castiga...



APPENDICE I

Esame di coscienza del sacerdote


Il cuore di Gesù, il divin Sacerdote, è stato guidato in tutta la sua vita da tre sentimenti:

- una sete ardente della gloria del Padre;

- un appassionato desiderio della salvezza dei suoi fratelli;

- un bisogno irresistibile e costante di sacrificio e di immolazione. Questi tre sentimenti sono stati vivi oggi in me?

- che cosa ho fatto per la gloria del Padre?

- come ho cercato il bene dei miei fratelli?

- quali croci ho portato, in unione con Gesù?

Gesù, il divin Sacerdote, ha accettato insulti e umiliazioni per riparare la gloria del Padre.

- Mi sono umiliato, oggi, davanti a Dio, riconoscendo il mio nulla e il mio peccato, e riferendo a lui la gloria per il bene che mi ha concesso di fare? Ho accolto con gioia indifferenze e offese dagli altri?

Gesù, il divin Sacerdote, ha dimenticato se stesso, ha rinunciato a ogni cosa e si è impoverito per potersi dare interamente alla sal­vezza dei fratelli.

- Che cosa ho donato oggi ai miei fratelli: del mio tempo, del mio cuore, delle mie cose, sia materiali che spirituali?

Gesù, il divin Sacerdote, dopo essere vissuto in spirito di sa­crificio per tutta la vita, alla fine si è offerto sulla croce e ha im­molato la propria vita per amore.

- Ho agito con spirito di sacrificio?

- che cosa ho sacrificato: delle mie soddisfazioni personali, dei miei godimenti intellettuali, delle mie forze, del mio riposo, della mia vita insomma, per amore di Gesù e delle anime?



Rincrescimento profondo, doloroso, delle mancanze di questo giorno.



Offerta al cuore di Gesù del bene compiuto.



APPENDICE II

Atto di adorazione e donazione all'Amore Infinito


O Amore Infinito, Dio eterno, principio di vita, sorgente dell'Essere, io ti adoro nella tua Unità sovrana e nella Trinità delle tue Persone.

Ti adoro nel Padre, Creatore onnipotente di tutte le cose. Ti adoro nel Figlio, sapienza eterna, per il quale tutto è stato fatto, Verbo del Padre, incarnato nel tempo nel seno della Vergine Madre, Gesù Cristo, Redentore e Re.

Ti adoro nello Spirito Santo, Amore sostanziale del Padre e del Figlio, nel quale è la luce, la forza, la fecondità.

Ti adoro, Amore Infinito, nascosto nei misteri tutti della nostra fede, risplendente nell'Eucaristia, ridondante sul Calvario, vivificante nella santa Chiesa per mezzo dei sacramenti, canali della grazia.

Ti adoro palpitante nel cuore del Cristo, tuo ineffabile tabernacolo e a te mi consacro.

Io mi dono a te, senza timore, nella pienezza della mia volontà; prendi possesso del mio essere, pervadilo totalmente.

Io non sono che un niente, incapace a servirti, è vero. Ma sei tu, Amore Infinito, che questo niente hai vivificato e attrai a te.

Eccomi dunque, o Gesù, pronto a fare la tua Opera di amore, per diffondere, quanto mi sarà possibile, nelle anime dei tuoi sacerdoti e per essi nel mondo intero, la conoscenza delle tue misericordie infinite e delle sublimi tenerezze del tuo Cuore.

Io voglio compiere la tua volontà a qualunque costo, sino all'effusione del mio sangue, se il mio sangue non sarà reputato indegno di scorrere per la tua gloria.

O Maria, Vergine Immacolata, che l'Amore Infinito ha resa feconda, per le tue mani verginali io mi dono e consacro all'Infinito Amore.

Ottienimi di essere umile e fedele

e di dedicarmi senza riserva alcuna agli interessi di Gesù Cristo, tuo adorabile figlio, e alla glorificazione del suo sacratissimo Cuore.

Amen.


[SM=g27998]

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