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Il Santo Rosario e i Santi (di padre Manelli)

Ultimo Aggiornamento: 07/09/2009 16:05
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07/09/2009 15:59

IL SANTO ROSARIO CI SALVA


La corda di salvezza


Parrebbe incredibile, eppure il grande mistico e Dottore della Chiesa S. Alfonso M. de' Liguori faceva dipendere la salvezza eterna della sua anima dalla devozione al S. Rosario.

Nella sua tarda età, una sera, non ricordandosi se aveva recitato i Rosari di quel giorno, interpellò il fratello che lo accudiva. Questi credeva che i Rosari fossero stati recitati. Ma S. Alfonso insistette: «Credete, credete? Ma ne siete proprio sicuro?... Non sapete che da questa devozione dipende la mia salvezza?».

L'intuizione del valore salvifico del Rosario l'ebbe anche il genio di Michelangelo, che lo immortalò nella sua opera celeberrima, l'affresco della Cappella Sistina, in Vaticano, raffigurante la scena del Giudizio universale.

In quell'affresco, alla destra di Gesù, maestoso e terribile, tra le anime beate che salgono al Cielo trasfigurate di gloria, ci sono anime che vengono tirate in alto per mezzo di una corona del Rosario a cui stanno strettamente attaccate.

Un'altra immagine del Rosario come «corda» di salvezza, è quella che sognò una volta S. Giovanni Bosco.

Un grosso serpente velenoso sta per avventarsi, ma vien preso al collo dal cappio di una robusta corda. La stretta del cappio fa morire il serpente; poi la corda viene riposta in un cassetto. Quando si riapre il cassetto, si trova quella corda disposta in modo da formare le due parole Ave Maria.

S. Giovanni Bosco spiegò: il serpente raffigura il demonio, il cappio l'Ave Maria, la corda il Rosario che è una continuazione di Ave Maria, con cui si possono battere, vincere, distruggere tutti i demoni dell'inferno.

Anche il Papa Adriano VI affermò che «Il Rosario è il flagello dei demoni». Questa è la verità sempre attuale della parola onnipotente di Dio: «Essa ti schiaccerà il capo» (Gn 3,15). Con la corona del Rosario fra le mani non potremo che vincere contro le potenze demoniache, contro le passioni, contro i pericoli di ogni genere, contro tutte le tentazioni che ci assalgono in ogni tempo e luogo.



Salva la fede e i costumi

Il S. Rosario è un mezzo di salvezza per l'anima e per il corpo. Ci salva nella lotta contro i nemici dell'anima, ci scampa dai pericoli della morte, ci aiuta a custodire intatta la Fede, ci sostiene nelle riprese spirituali o nella riforma della vita, come sostenne S. Domenico nella lotta per battere l'eresia degli Albigesi, che stava infestando la cristianità.

Anche S. Teresina ci assicura con la sua luminosa semplicità che la preghiera del S. Rosario «è come il fermento che può riformare la terra». È vero. È proprio così.

Infatti, si sono visti interi paesi e regioni rifiorire spiritualmente ad opera della devozione al Santo Rosario.

S. Carlo Borromeo, subito dopo il Concilio di Trento, iniziò la riforma della Diocesi milanese introducendo la recita pubblica del S. Rosario in ogni Parrocchia. E ne ebbe frutti consolantissimi di vita cristiana integra e fedele. (Se si fosse pensato a fare lo stesso, dopo il Concilio Vaticano II!).

Il Ven. Vincenzo M. Orsini, arcivescovo di Benevento, si servì anch'egli del Rosario per ridestare la fede e la pietà nel suo popolo. E non dovette che gioire dei risultati.

S. Vincenzo Pallotti attesta che il grande apostolato di S. Gaspare Del Bufalo fu così fecondo, perché egli si impegnò «a propagare e a tenere esercitata nei popoli la recita del Rosario, come un mezzo assai efficace per la mutazione dei costumi».

S. Giovanni Bosco, il più grande educatore della gioventù, considerava la recita del Rosario uno dei punti fondamentali del suo metodo educativo. Quella volta che il marchese Roberto d'Azeglio, in visita all'Oratorio, ammirato dell'opera di Don Bosco, ebbe solo da criticare la recita del Rosario che egli considerava una pratica inutile e noiosa, da abolire, sentì rispondersi da Don Bosco con fermezza e dolcezza: «Ebbene, io ci sto molto a tale pratica: e su questa potrei dire che è fondata la mia istituzione; e sarei disposto a lasciare piuttosto tante altre cose ben importanti, ma non questa...».

S. Giovanni Bosco fu certamente uno dei più fervidi sostenitori della potenza del Rosario per salvarsi dalle insidie del demonio, per far rifiorire la fede, per ottenere e custodire la purezza dei giovani, per difendersi dagli errori, per aiutare la S. Chiesa.

E non può essere diversamente. Il Rosario è «singolare presidio contro le eresie e contro i vizi», come era detto nell'Ufficio Divino del 7 ottobre, festa del S. Rosario. Dove esso entra, gli animi vengono attratti e salvati da questa «catena dolce che ci rannoda a Dio» (Bartolo Longo).



Salva i peccatori

Che cosa dire della salvezza che il S. Rosario opera ottenendo la conversione dei peccatori?

Basti dire che la Madonna a Lourdes e a Fatima ha chiesto soprattutto la conversione dei peccatori, raccomandando ripetutamente la preghiera del Rosario.

Tutti i Santi hanno sperimentato la potenza del Rosario in questo campo e ce la garantiscono senza riserve.

Nel Diario intimo di S. Massimiliano Maria Kolbe, apostolo mariano a noi contemporaneo, troviamo scritta questa breve frase a mo' di sentenza: «Quante corone, tante anime salve». Un Rosario, quindi, può valere la salvezza di un'anima! Non dovremmo tutti approfittarne per aiutare i fratelli traviati? per salvare gli infedeli e i lontani da Dio?

S. Luigi Grignion de Montfort ci assicura che mai un peccatore gli resistette quando si servì del Rosario. Per questo poté scrivere un prezioso libretto dal titolo: «Il segreto ammirabile del Santo Rosario per convertirsi e salvarsi».

S. Clemente Hofbauer fu un apostolo in certo senso specialista nell'ottenere conversioni per mezzo del Rosario. Aveva sempre fra le mani una piccola corona donatagli dal Papa Pio VII; perdutala casualmente, ne fu oltremodo afflitto. Gliela ritrovò una suora, ed egli con giubilo le disse: «Voi in tal modo mi avete aiutato nella conversione dei peccatori, giacché ogni qualvolta ho recitato il Rosario per un peccatore, ne ho ottenuto la conversione». Per questo non si stancava mai di raccomandare ai suoi penitenti di aiutarlo a convertire i peccatori e i traviati con la recita di molti Rosari. Assicurava che con i Rosari otteneva sempre le conversioni desiderate, anche se si trattava di peccatori lontani dai Sacramenti da trenta o quarant'anni. E diveniva raggiante il suo volto diafano quando poteva esclamare: «Il Signore mi ha donato un'altra anima, per mezzo del Rosario».

S. Ludovico Bertrando era chiamato l'«Apostolo delle Indie», e con il Santo Rosario operò molti miracoli guarendo infermi e risuscitando anche alcuni morti, ma soprattutto ottenne più di 10.000 conversioni.

Un altro straordinario apostolo, il S. Curato d'Ars, si serviva del S. Rosario per attirare anime e far piovere su di esse grazie senza numero di conversioni anche prodigiose.

Una volta fu invitato a predicare gli Esercizi Spirituali al popolo in una località nei pressi di Ars. Per prima cosa, egli chiese al Parroco se tra i fedeli ci fosse qualcuno disposto a pregare intensamente. Il Parroco gli indicò una povera mendicante, buona solo a dire Rosari. Il Santo Curato avvicinò subito la poveretta e la pregò di voler recitare continuamente Rosari per tutto il tempo delle prediche. La mendicante ubbidì. La Missione andò benissimo. Le conversioni si moltiplicavano, e il S. Curato attestava con gran giubilo: «Non è opera mia, ma della Madonna invocata dalla mendicante con i Rosari».

Ai nostri tempi, si sa che P. Pio da Pietrelcina non pregava che recitando Rosari di giorno e di notte. Ed era con quei Rosari che attirava a S. Giovanni Rotondo folle di anime bisognose di grazia e di lumi, che diventavano folle di convertiti.



Una conversione sul treno

Nella vita della Serva di Dio Armida Barelli, leggiamo l'episodio di una conversione ottenuta con il Rosario durante un viaggio in treno.

«Sul direttissimo Milano-Roma... con un libretto in mano legge e medita. Ad un certo punto tira fuori dalla borsetta la corona e sta per cominciare il Rosario, quando si accorge che dirimpetto siede una giovane donna pallidissima e triste. Prova subito una grande pietà e pensa di offrirle ciò che a lei dà sempre un grande sollievo.

- Signora, vuole dire il Rosario con me? - La sconosciuta, molto sorpresa, accetta. Alla fine della dolce preghiera ha il viso tutto sconvolto.

- Ho recitato questa corona per lei - dice la signorina Armida.

- Ne avevo bisogno - mormora la sconosciuta, e scoppia in pianto. - Sono fuggita dalla mia casa, da mio marito, vado a raggiungere a Roma un uomo. Se la mamma lo sapesse!

La mamma! La signorina afferra quel nome come un'ancora per attraccare la navicella in naufragio. Mentre il treno corre tra i colli toscani, la giovane donna confessa il suo dramma e il turbamento che l'ha assalita durante la silenziosa preghiera della sua compagna di viaggio, turbamento che si è accresciuto fino a scatenare una vera tempesta durante il lento sgranarsi delle Ave Maria. La signorina riesce a dire parole così persuasive da indurla a ritornare da sua madre. Anzi, interrompe il suo viaggio, scende a Firenze con la donna infedele, l'affida a una pensione di suore, poi scrive alla madre perché vada incontro alla pecorella smarrita».



Salva da guerre e castighi

Per ottenere la fine della prima guerra mondiale, la Madonna a Fatima raccomandò il S. Rosario. Per ottenere la pace e custodirla, raccomandò ugualmente il Rosario. Per salvare la cristianità dall'invasione dell'Islam, S. Pio V bandì la crociata del Rosario, affidando le sorti della lotta alla Madonna del Rosario: e ne ebbe la gloriosa vittoria a Lepanto.

Il Rosario ottiene la pace, salva la pace, fa cessare le guerre, porta alla vittoria. S. Giovanni Bosco assicura che dove si recita il Rosario ci saranno «giorni di pace e di tranquillità». E S. Teresina conferma che, per quanto grandi siano le colpe degli uomini, «finché il Rosario sarà recitato, Dio non potrà abbandonare il mondo, perché questa preghiera è potente sul suo cuore».

Il santo cardinale di Milano Ildefonso Schuster raccomandava di mobilitare tutta la cristianità nell'offrire particolarmente il mese del Rosario, ottobre, «come un assalto generale contro le falangi infernali» che turbano la pace, seminano rovine, provocano castighi sull'umanità.

Il B. Luigi Orione, quando venne a sapere che la Polonia era stata invasa dalle armate tedesche (1 settembre 1939), di fronte alla tragedia di quella nobile nazione, chiamò a raccolta i suoi figli, dicendo: «Opponiamo ai cannoni i Rosari e mettiamo le mani giunte al posto di quelle che impugnano le armi».

Una visione di P. Pio ci conferma che il Rosario è tra le più grandi armi di pace e di vittoria che tutti possiamo avere fra le mani.

P. Pio stesso raccontò di aver visto dalla finestra del coro una piazza piena di nemici che gridavano: «A morte! A morte!...». Rivoltosi alla Madonna per chiedere aiuto, Ella gli mise fra le mani la corona del Rosario da manovrare come arma. Allora egli si affacciò alla finestra con il Rosario fra le mani e vide tutti i nemici cadere a terra abbattuti.

È proprio vero che la Madonna ha dato un grande potere al Rosario. Per convertire i peccatori, per battere il comunismo, per ottenere la pace, Ella a Fatima ha chiesto il Rosario. Per allontanare i castighi sia temporali (le guerre) che eterni (l'inferno), ha chiesto ancora il Rosario. Come facciamo a non capirlo?



Libera dal Purgatorio

Ad una pia signora era morto il fratello. Afflitta da questa perdita, tanto più dolorosa perché il fratello era veramente un buon cristiano, la signora fece un sogno. Vide P. Pio da Pietrelcina che la consolò e le disse: «Recita 200 Rosari e tuo fratello passerà subito in Paradiso». Quando la signora si svegliò, ricordò il sogno, ma pensò che fosse solo un sogno, e basta. Tuttavia la mattina seguente partì e si recò da P. Pio. Appena incontrò P. Pio, senza più pensare al sogno, la signora in lacrime gli chiese dove si trovasse l'anima del fratello e che cosa fare per lui. P. Pio le rispose subito: «E non te l'ho detto stanotte?... Recita duecento Rosari, e tuo fratello passerà subito in Paradiso».

Il Rosario ha anche questo potere straordinario: affrettare la liberazione delle anime dal Purgatorio, recare loro grande sollievo e conforto.

Lo stesso P. Pio da Pietrelcina, un giorno, nel donare una corona a una figlia spirituale, disse con trepida voce: «Ti affido un tesoro: sappi tesoreggiare. Vuotiamo il Purgatorio».

Negli Atti del Processo di Beatificazione di San Giovanni Massias, domenicano, leggiamo che la Madonna gli apparve sul letto di morte e gli rivelò che per l'incessante recita del S. Rosario egli aveva liberato dal Purgatorio un milione e quattrocentomila anime. Il Papa Gregorio XVI ordinò di riferire nella Bolla di Beatificazione del santo frate quella cifra prodigiosa, a conforto di tutti i devoti del Rosario.

S. Teresa di Gesù ha lasciato scritto che una volta, iniziando a recitare il S. Rosario, fu rapita in estasi e vide il Purgatorio, che aveva la forma di un grande recinto, in cui le anime penavano tra le fiamme purificatrici. Alla prima Ave Maria che ella recitò, vide subito un getto d'acqua freschissima cadere sulle anime a refrigerarle; così alla seconda Ave Maria, così alla terza, alla quarta... Capì allora la Santa di quanto sollievo la recita del S. Rosario fosse alle anime purganti, e non avrebbe voluto interromperlo mai.

Per questo S. Alfonso de' Liguori raccomandava ripetutamente: «Se vogliamo aiutare le anime del Purgatorio, recitiamo per loro il Rosario che arreca grande sollievo».

Anche il Beato Annibale Maria Di Francia ci assicura: «Quando noi recitiamo la corona di Maria SS. per qualche anima purgante, quell'anima sente quasi smorzare le ardenti fiamme che la circondano e prova un refrigerio di Paradiso».

Fra le sue prediche, un giorno, San Domenico fece quella sui benefici del Rosario per le anime del Purgatorio. Ma uno dei presenti si mise a deriderlo, scettico e beffardo. Durante la notte, però, questo tale sognò una voragine di fuoco con le anime purganti ivi immerse, e vide la Madonna che, materna e compassionevole, tendeva a loro una catena d'oro per tirarle su da quella voragine: quella catena d'oro era appunto la corona del S. Rosario.

Uno straordinario apostolo del Rosario per le anime del Purgatorio fu S. Pompilio Pirrotti. Con i suoi Rosari, egli entrò in grande familiarità con le anime del Purgatorio, che gli mostravano la loro gratitudine per il conforto che ricevevano da questa preghiera. La familiarità arrivò al punto che quando il Santo recitava il Rosario «s'udivano le anime dei defunti rispondere la seconda parte dell'Ave Maria».

Che bella carità potremmo fare tutti alle anime purganti, recitando per loro molti Rosari!


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