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CHIAMAMI "PADRE" ( di don Novello Pederzini)

Ultimo Aggiornamento: 21/09/2009 19:35
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21/09/2009 19:35

Appendice



IL "GRANDE GIUBILEO"




Oggi non abbiamo più neppure il tempo per guardarci, per parlarci. Per questo, siamo affamati d'amore.

MADRE TERESA DI CALCUTTA

Il grande Giubileo



ANNO 1999: L'ANNO DEL "PADRE CHE È NEI CIELI"



Il Papa Giovanni Paolo Il, nella Lettera apostolica Tertio mil­lennio adveniente, scrive:' «Il 1999... avrà la funzione di dilata­re gli orizzonti del credente secondo la prospettiva stessa di Cri­sto: la prospettiva del "Padre che è nei cieli"» (cf. Mt 5, 45), dal quale è mandato e al quale è ritornato.

Tutta la vita cristiana è come un grande pellegrinaggio verso la casa del Padre, di cui si scopre ogni giorno l'amore incondi­zionato per ogni creatura umana, e in particolare per "il figlio perduto" (cf. Lc 15, 11-32).

Tale pellegrinaggio coinvolge l'intimo della persona, allar­gandosi poi alla comunità credente per raggiungere l'intera umanità.

Il Giubileo, centrato sulla figura di Cristo, diventa così un gran­de inno di lode al Padre...

In questo terzo anno il senso del "cammino verso il Padre, dovrà spingere tutti a intraprendere, nell'adesione a Cristo Redentore dell'uomo, un cammino di autentica conversione".

È questo il contesto adatto per la riscoperta e la intensa celebra­zione del Sacramento della Penitenza.

Mettendo in risalto la virtù teologale della Carità, ricordando che Dio è Amore, si dovrà giungere all'amore per Dio e per i fratelli.

Si dovrà affrontare la vasta tematica della crisi di civiltà, so­prattutto nell' Occidente tecnologicamente più sviluppato, ma interiormente impoverito dalla dimenticanza o dall'emargina­zione di Dio.

Alla crisi di civiltà occorrerà rispondere con la civiltà dell'a­more, fondata sui valori universali di pace, solidarietà, giustizia e libertà, che trovano in Cristo la loro piena attuazione.

Maria, figlia prescelta dal Padre, sarà presente allo sguardo dei credenti, come esempio perfetto di amore.

E perché possiamo fare ritorno alla casa del Padre, ascoltiamo la sua voce materna: «fate quello che (Cristo) vi dirà» (Gv 2, 5).



ANNO 2000: L'ANNO DEL GRANDE GIUBILEO



Le riflessioni sulle tre divine Persone, e in particolare sul Padre, sono rivolte dunque a celebrare degnamente il Giubileo, che èla festa del compleanno di Gesù, una data questa eccezional­mente importante perché coincide con la fine e l'inizio di due millenni.

L'anno sarà scandito da un succedersi di manifestazioni varie e solenni, già programmate e attese da tutto il mondo.

Ma tutto dovrà convergere al raggiungimento dei traguardi proposti dal Papa alla cristianità e al mondo intero.





I TRAGUARDI DEL GIUBILEO



Il Giubileo, secondo il pensiero del Papa, dovrà essere:

1. "Un grande atto di lode al Padre", secondo quanto dice l'Apostolo Paolo: «Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella ca­rità, predestinandoci a essere suoi figli adottivi per opera di Ge­sù Cristo» (Ef 1, 3-5).

Al Padre si deve il ringraziamento e la lode perché Egli: èl'origine e la fonte di tutto ciò che esiste, dentro e fuori la vita trinitaria; e perché ci ha amati dall'eternità. Essere cristiani «non è solo amare, ma prima di tutto scoprire di essere amati».



2. L'avvio di un cammino di autentica conversione, a livello

personale e sociale, reagendo a due tristi primati:

- il primato del fare sul contemplare;

- il primato della tecnica sull'etica, per cui si afferma che

quanto è tecnicamente possibile è anche moralmente lecito. Convertirsi è riprendere la strada che ogni uomo deve percorre­re per potersi riconoscere come uomo.

La strada è una sola, e si chiama Cristo, che ha detto di sé: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14, 6).



3. La riscoperta del Sacramento della Penitenza.

Il Padre che "ci ha riconciliati in Cristo" (cf. 2 Cor 5, 18.20), ha affidato alla Chiesa il compito di annunciare e di attuare la riconciliazione, attraverso il Sacramento della Penitenza o Con­fessione.

Occorre riscoprire la Confessione:

- come ringraziamento al Padre, che nella sua infinita miseri­cordia, non conosce limiti nel dispensare il perdono (Confessio laudis);

- come revisione di vita, nel riconoscimento dei propri peccati (Confessio vitae);

- come certezza che Dio ci accoglie e ci risana (Confessiofidei).

Il Giubileo deve divenire così l'atteso momento di una grande riconciliazione, e di un sincero abbraccio col Padre comune per una universale festa del perdono.



4. Il rilancio della civiltà dell'amore, attraverso l'esercizio della virtù teologale della carità.

Il Padre comune, riscoperto e celebrato nell' anno del Giubileo, in­vita gli uomini di buona volontà a un impegno di amore e di so­lidarietà, imitando l'esempio del buon Samaritano del Vangelo.



Occorre realizzare una civiltà fondata sui valori universali di pace, di solidarietà, di giustizia e di libertà, che trovano in Cri­sto la loro piena attuazione.



Maria, "la figlia prediletta del Padre" e la madre del Salvatore, sarà presente all'evento giubilare col suo vigile amore di mam­ma.

Sarà guida ed esempio per tutti coloro che vorranno mettersi in ascolto del Padre, che, con infinito amore, dolcemente continua a ripeterci l'irresistibile invito:



VIENI!

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