QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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I PADRI NELLA LITURGIA - ANNO B

Ultimo Aggiornamento: 26/09/2009 12:16
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26/09/2009 12:04

VII DOMENICA

 

Letture:    Isaia 43,18-19.21-22.24b-25

       2 Corinti 1,18-22

       Marco 2,1-12

 

1. La guarigione del paralitico e la salvezza dell`anima

 

       "E vennero conducendo a lui un paralitico che era portato da quattro persone" (Mc 2,3).

       La guarigione di questo paralitico raffigura la salvezza dell`anima, la quale, sospirando verso Cristo dopo la lunga inerzia dell`ozio carnale, ha dapprima bisogno dell`aiuto di tutti per essere sollevata e portata a Cristo, cioè dell`aiuto dei buoni medici che le ispirino la speranza nella guarigione e intercedano per lei. A buon diritto viene riferito che il paralitico era condotto da quattro persone; sia perchè sono i quattro libri del Santo Vangelo che convalidano la parola e l`autorità di chi diffonde il Vangelo, sia perchè sono quattro le virtù che infondono sicurezza allo spirito e lo portano alla salvezza. Di tali virtù si parla quando si loda l`eterna sapienza: "Temperanza e prudenza ella insegna, e giustizia e fortezza, delle quali niente c`è li più necessario per gli uomini nella vita" (Sap 8,7). Alcuni, penetrando il senso di questi nomi, chiamano tali virtù prudenza, fortezza, temperanza e giustizia.

       "E non riuscendo a portarlo davanti a lui per la folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli stava" (Mc 2,4).

       Desiderano presentare a Cristo il paralitico, ma ne sono impediti dalla folla che li preme da ogni parte. Accade ugualmente sovente all`anima, dopo l`inerzia del torpore carnale, che volgendosi a Dio e desiderando essere rinnovata dalla medicina della grazia celeste, sia ritardata dagli ostacoli delle antiche abitudini. Spesso, quando l`anima è immersa nella dolcezza della preghiera interiore e intrattiene quasi un soave colloquio con il Signore, sopraggiunge la folla dei pensieri terreni e impedisce che lo sguardo dello spirito veda Cristo. Che cosa dobbiamo fare in tali frangenti? Non dobbiamo certamente restat fuori e in basso dove tumultuano le folle; dobbiamo salire sul tetto della casa nella quale Cristo insegna, cioè dobbiamo tentare di raggiungere le altezze della Sacra Scrittura e meditare, di giorno e di notte, con il salmista, la legge del Signore. «Come» infatti «potrà un giovane serbare puro il proprio cammino? Nel custodire - dice il salmista - le tue parole» (cf. Sal 118,9).

       "E praticata un`apertura, calarono giù il lettuccio sul quale giaceva il paralitico" (Mc 2,4).

       Scoperchiato il tetto, l`infermo è calato dinanzi a Gesù: infatti, svelati i misteri delle Scritture, si giunge alla conoscenza di Cristo, cioè si discende alla sua umiltà con la pietà della fede. Secondo il racconto di un altro evangelista, non è senza un motivo che la casa di Gesù appaia coperta da tegole, in quanto, se c`è chi squarcia il velo della lettera che pure può apparire d`insignificante valore, vi troverà la potenza divina della grazia spirituale. Togliete le tegole alla casa di Gesù, significa scoprire nell`umiltà della lettera il significato spirituale dei misteri celesti. Infine, il fatto che l`infermo sia calato giù insieme con il lettuccio, significa che dobbiamo conoscere Cristo mentre siamo ancora in questa nostra carne.

 

       (Beda il Vener., In Evang. Marc., 2, 3-5)

 

 

2. La remissione dei peccati

 

       "Giunse nella sua città e gli presentarono un paralitico disteso su di un letto. E vedendo", dice, "Gesù la loro fede, disse al paralitico: Abbi fiducia, figlio! Ti sono rimessi i tuoi peccati (Mt 9,1.2). Ode il perdono, e tace il paralitico, senza nulla rispondere in ringraziamento perchè aspirava più alla guarigione del corpo che dell`anima e si lamentava talmente delle sofferenze temporali del corpo snervato da non deplorare le pene eterne dell`anima ancor più infiacchita, giudicando per sé più gradita la vita presente della futura. Giustamente Cristo guarda alla fede di quelli che lo presentano, senza far caso alla stoltezza dell`infermo in manieta che, per suffragio della fede di altri, del paralitico fosse curata l`anima prima del corpo.

       "Guardando, dice, alla loro fede" (Mt 9,2). Vedete in questo caso, fratelli, che Dio non cerca le disposizioni degli stolti, non aspetta la fede degli insipienti, non indaga i desideri scriteriati di un ammalato, ma asseconda la fede di altri pur di concedere, di non rifiutare, per sola grazia, tutto ciò che spetta alla divina volontà. E in realtà, fratelli, quando mai il medico s`informa o tien conto delle preferenze dei pazienti, visto che sempre un malato desidera e chiede quel che nuoce? E` per questo che somministra ed impone [loro], anche se non vogliono, ora il ferro, ora il fuoco, ora amare pozioni così che comprendano i sani la cura che avrebbero potuto sperimentare da malati. E se l`uomo non bada alle ingiurie, non fa caso alle maledizioni pur di tirare da parte sua vita e salute a quanti sian colpiti da malattie, quanto più Cristo, medico di divina bontà, restituisce alla salute gli infermi, i sofferenti del delitio dei peccati e dei delitti, anche se son contrati e recalcittano?

       Magari volessimo, fratelli, magari volessimo tutti renderci ben conto della paralisi del nostro spirito! Vedremmo l`anima nostra, spogliata delle virtù, distesa sul giaciglio dei vizi; ci apparirebbe chiaro che Cristo, mentre guarda ogni giorno ai nostri nocivi desideri, ci attira e ci sollecita, anche se riluttanti, a salutari rimedi.

       "Figlio", dice, "ti sono rimessi i tuoi peccati (ibid.)." Dicendo questo, voleva esser riconosciuto Dio, quale ancora non appariva agli occhi umani a causa della [sua] umanità. Per le facoltà ed i miracoli, infatti, era paragonato ai profeti, i quali, da parte loro, per mezzo di lui avevano compiuto prodigi; il rimettete i peccati, invece, dato che non spetta all`uomo e costituisce segno distintivo della divinità, ai cuori degli uomini lo dimostrava Dio.

       Lo prova il livore dei farisei; infatti quando ebbe detto: "Ti sono rimessi i tuoi peccati, risposero i farisei: "Costui bestemmia: chi infatti può rimettere i peccati, se non Dio solo?" (Mt 9,3).

       Fariseo, che sapendo ignori, confessando neghi, quando testimoni smentisci: se è Dio che rimette i peccati, perchè Cristo non è Dio per te, lui che, è dimostrato, ha tolto i peccati di tutto il mondo per opera della sua sola misericordia?

       "Ecco", dice, "l`agnello di Dio, che toglie i peccati del mondo" (Gv 1,29). Perchè poi tu possa ricevere maggiori prove della sua divinità, ascolta come ha penetrato l`intimo del tuo cuore, guarda come ha attraversato le tenebre dei tuoi pensieri, comprendi come ha messo a nudo i taciti disegni del tuo animo.

       "Ed avendo visto", dice, "Gesù i loro pensieri, disse loro: Che cosa pensate di male nei vostri cuori? Cos`è più facile dire: ti sono rimessi i tuoi peccati, oppure dire: Alzati e cammina? E perchè sappiate che il Figlio dell`uomo ha il potere di rimettere i peccati, disse al paralitico: Alzati, prendi il tuo letto e vattene a casa tua. E quello si alzò e se ne andò a casa sua" (Mt 9,4-7)

       Scrutatore delle anime, ha prevenuto i maligni disegni delle menti ed ha dimostrato con la testimonianza delle opere la potenza della sua divinità, assestando le membra di un corpo deforme, tendendo i nervi, congiungendo le ossa, sistemando gli organi, confermando gli arti e destando alla corsa i passi, ormai sepolti in un cadavere vivente.

       "Prendi il tuo letto" (Mt 9,6), cioè porta quello che portava [te], scambia il carico, in maniera che quella che è la prova dell`infermità sia testimonianza di guarigione, il letto del tuo dolore sia segno della mia cura, la gravità del peso attesti la grandezza della forza riacquistata.

 

       (Pier Crisologo, Sermo, 50, 3-6)

 

 

3. Il Logos, nostro Pedagogo e nostro Medico

 

       Il Logos, nostro Pedagogo, cura quindi con i suoi consigli le passioni innaturali della nostra anima. In senso proprio si chiama medicina la cura delle malattie del corpo; è un`arte insegnata dalla sapienza umana (cf. 1Cor 2,13). Ma il Logos del Padre è il solo Medico delle infermità morali dell`uomo; egli è il guaritore e il «mago» sacro che libera l`anima malata. "Salva il tuo servo / Tu sei mio Dio", è scritto, "perchè a te si affida; pietà di me, Signore / poiché verso di te grido tutto il giorno" (Sal 85,2-3).

       La medicina, secondo Democrito, cura le malattie del corpo, ma è la sapienza che sbarazza l`anima dalle sue passioni. Il nostro Pedagogo, Sapienza e Logos del Padre, per mezzo del quale è stato creato l`uomo, si prende cura della sua creatura tutta intera: ne cura ad un tempo corpo e anima, lui, il Medico dell`umanità, capace di guarire tutto.

       Il Salvatore dice a colui che giaceva sul letto: "Alzati, prendi il tuo lettuccio e vattene a casa tua" (cf. Mt 9,6 e parr.); e immediatamente l`uomo svigorito ritrova le sue forze. E dice del pari al morto: "Lazzaro, vieni fuori" (Gv 11,43); e il morto uscì dalla sua tomba, tal quale a prima che morisse, esercitandosi così alla risurrezione.

       Certamente, egli guarisce egualmente l`anima in sé, con i suoi insegnamenti e con le sue grazie; agendo con i consigli, forse occorre del tempo; attraverso le grazie, invece, egli è ricco abbastanza per dire a noi poveri peccatori: "Ti sono rimessi i tuoi peccati" (Lc 5,20.23).

 

       (Clemente di Ales., Paedagogus, I, II, 6, 1-4)

 

 

4. La fede ci rende mediatori

 

       E` tale, perciò, il potere che ha la fede, da rendere salvo non solo colui che crede, ma da salvare altresì altri in grazia della fede dei credenti. Il paralitico di Cafarnao non era in verità un credente; però coloro che lo trasportavano, e che poi lo calarono giù dal tetto, avevano la fede: infatti, insieme con il corpo era malata anche l`anima dell`infermo. E perchè tu non reputi che io lo accusi senza fondamento, di lui lo stesso Vangelo ha detto: "Vedendo Gesù", non già la sua fede, bensì la loro fede, disse al paralitico: "Alzati". Quelli che lo avevano portato, credevano; ma a colui che era paralitico, sopraggiunse la guarigione.

 

       (Cirillo di Gerus. Catech., 5, 8)

 

 

5. Gesù usa misericordia a chi ha fede

 

       Se, di fatto, al paralitico che mancava di fede (cf. Mt 9,2), ma a causa delle fiduciosa speranza dimostrata dai suoi portantini che lo hanno calato dinanzi a Te, nella tua compassione, Tu hai usato misericordia, quanto di più la tua onnipotente parola sarà capace di purificare il mio corpo pieno di infermità, io che verso di Te grido nei sospiri!...

       Tu sei capace, o Misericordioso, di operare anche qui meraviglie con la tua potenza che è per sempre, dicendo: Sii risollevato dalla rovina della tua anima (cf. Mc 5,34), oppure: "Ti sono rimessi i tuoi peccati" (Mt 9,2), o ancora: Va` in pace, sei purificato dai tuoi peccati (cf. Lc 7,50).

 

       (Gregorio di Narek, Liber orat., 35, 1; 73, 2)

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