QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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I PADRI NELLA LITURGIA - ANNO B

Ultimo Aggiornamento: 26/09/2009 12:16
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26/09/2009 12:04

VIII DOMENICA

 

Letture:    Osea 2,14b.15b.19-20

       2 Corinti 3,1b-6

       Marco 2,18-22

 

1. Il vecchio e il nuovo

 

       "Portò loro" - infatti - "un paragone: «Nessuno strappa una pezza da un vestito nuovo per metterla sopra un vestito vecchio»" (Lc 5,36).

       Egli ha detto che i figli dello sposo, cioè i figli del Verbo, i quali per mezzo del lavacro di rigenerazione sono ammessi ai diritti della generazione divina, non potranno digiunare, finché lo sposo sarà con essi. Non l`ha detto certo per condannare quel digiuno che indebolisce le voglie della carne e reprime la sensualità del corpo: il digiuno, anzi, ci viene raccomandato da Dio; e come avrebbe potuto proibire ai discepoli di digiunare, se egli stesso digiunò, e se disse che i peggiori spiriti maligni sono soliti cedere soltanto al digiuno e alla preghiera? (cf. Lc 4,2; Mt 17,21). Dunque, in questa circostanza egli chiama il digiuno un vecchio abito, un abito che l`Apostolo stimò giusto si dovesse togliere, quando disse: "Spogliatevi del vecchio uomo con tutte le sue azioni", allo scopo di rivestire l`abito che rinnova nella santificazione del battesimo (cf. Col 3,9-10).

       I precetti che seguono concordano con lo stesso insegnamento: non mischiare le azioni dell`uomo vecchio con quelle del nuovo, poiché il primo uomo, che è carnale, non compie che le opere della carne, mentre l`altro, l`uomo interiore, che rinasce, non deve mai presentare una commistione di azioni vecchie e di nuove, ma, in quanto reca i colori di Cristo deve applicare la sua anima a imitare colui per mezzo del quale egli ha avuto, con il battesimo, una nuova nascita. Lungi quindi da noi queste sgualcite vesti dell`anima, che tanto dispiacciono allo sposo; a lui non è gradito chi non porta la veste nuziale (cf. Mt 22,12). Che cosa può piacere allo sposo, se non la pace dell`anima, la purezza del cuore, la carità dello spirito?

       Lo sposo buono è il Signore Gesú. Egli ha inaugurato, con una nuova nascita, una nuova vita, che sposata a lui viene liberata dalle corruzioni della carne. Questa non cerca dei figli mortali -non si diletta nei dolori di Eva (cf. Gen 3,16) -, non cerca un marito soggetto al peccato, né l`eredità di un padre condannato. Essa ha scoperto le piaghe di questa carne che un tempo desiderava, ha visto che non ha vera bellezza ciò che è sfigurato dal vizio.

       Che c`è, dunque, fra te e un tale sposo, o donna? Guardalo con attenzione e su tutto il suo corpo troverai delle piaghe. Osserva invece l`altro sposo, che è circonfuso della luce, la cui bellezza non può perire. Porta questo sposo nella tua anima, adoralo nel tuo tempio, portalo nel tuo corpo, come sta scritto: "Portate il Signore nel vostro corpo" (1Cor 6,20). Entra nel suo nuovo talamo, contempla la sua eccezionale bellezza, rivestiti di lui, guardalo mentre sta alla destra del Padre, e gioisci di avere un simile sposo. Egli ti coprirà di benedizioni, affinché non ti ferisca la piaga del peccato.

       Conserviamo dunque l`abito di cui il Signore ci ha rivestito al nostro uscire dal sacro fonte. Questo abito si strapperà presto se le nostre azioni non saranno confacenti ad esso: sarà presto corroso dalla tigna della carne (cf.Mt 6,19-20) e si macchierà con gli errori del vecchio uomo. Ci è dunque proibito di mischiare e di unire il nuovo con il vecchio: e l`Apostolo (cf. Col 3,9-10; 2Cor 5,3) ci vieta anche di mettere il vecchio abito sul nuovo, e ci invita a svestire il vecchio e indossare il nuovo, affinché non si resti nudi dopo che ci siamo spogliati. Ci spogliamo per vestire un abito migliore: siamo invece denudati, quando l`abito ci è strappato da qualche inganno, senza che noi lo abbandoniamo di nostra volontà.

       "E nessuno mette vino nuovo in otri vecchi" (Lc 5,37). La fragilità della nostra natura è messa allo scoperto, quando i nostri corpi sono paragonati alle spoglie degli animali morti. A Dio piaccia che noi si possa adempiere la funzione dei buoni otri, per conservare il mistero che abbiamo ricevuto. L`arte di evitare che il vino inacidisca, consiste nell`affidare il vino nuovo agli otri nuovi. E noi dobbiamo tenere questi otri sempre pieni: se sono vuoti, la tigna e la scabbia li consumano presto, mentre la grazia li conserva se sono pieni.

 

       (Ambrogio, Exp. in Luc., 5, 22-26)

 

 

2. Il vero digiuno

 

       Mentre digiunavo e stavo seduto su di un monte a ringraziare il Signore per tutto ciò che ha fatto per me, vedo il pastore che mi si siede accanto e dice: «Perché mai di buon`ora sei venuto qui?». «Perché ho "stazione", signore «. «Che significa stazione?». «Digiuno signore». «Cosa è questo digiuno?». «Come si suole, cosí io digiuno». «Non sapete, dice, digiunare per amore di Dio, né è digiuno questo inutile che fate a lui». «Perché, signore, dici questo?». «Ti dico che non è digiuno questo che vi sembra di fare. Ti insegnerò quale è il digiuno completo e accetto al Signore». «Sí, signore, mi farai contento e conoscerò il digiuno accetto a Dio». «Ascoltami. Dio non vuole questo digiuno vano; cosí digiunando per amore di Dio nulla operi per la giustizia. Digiuna, invece, per amore di Dio cosí. Non far nulla di male nella tua vita, ma servi il Signore con cuore puro; osserva i suoi comandamenti, camminando nei suoi precetti, e non entri nel tuo cuore alcun desiderio malvagio e credi in Dio. Se ciò farai e Lo temerai, astenendoti da ogni opera malvagia, vivrai in Dio. Se adempi queste cose farai un grande digiuno accetto al Signore».

       «Ascolta la similitudine che sto per dirti che concerne il digiuno. Un tale possedeva un podere e molti servi e piantò la vigna in una parte del podere. Doveva partire. Scelto un servo fedele e stimato, lo chiamò e gli disse: "Prendi la vigna che piantai, muniscila di una palizzata e, sino a quando io non torni, altro non fare alla vigna. Osserva questo mio precetto, e per me sarai libero". Il padrone partí per terra straniera. Partito [il padrone], il servo cinse di palizzata la vigna. Finita la palizzata, vide che la vigna era piena di erbe. Tra sé pensò: ho adempiuto l`ordine del padrone. Vangherò poi la vigna che vangata sarà piú curata, e, non soffocata dalle erbe, darà piú frutto. Zappò la vigna ed estirpò tutte le erbe che erano nella vigna. La vigna divenne bellissima e rigogliosa, senza le erbe che la soffocavano. Dopo un po` di tempo venne il padrone del campo e del servo ed entrò nella vigna. Vide la vigna ben recinta di steccato, che era pure vangata, e con tutte le erbe estirpate e che le viti erano rigogliose. Si rallegrò dei lavori del servo. Chiamato il figlio che gli era molto caro e suo erede, e gli amici che aveva consiglieri, dice loro ciò che aveva ordinato al servo e ciò che aveva trovato. Essi si congratularono col servo per la testimonianza resagli dal padrone. Dice loro: «A questo servo promisi la libertà, se avesse osservato l`ordine che gli davo. L`osservò e in aggiunta fece un bel lavoro alla vigna che mi piacque molto. Per questo lavoro che ha fatto, voglio crearlo erede insieme a mio figlio. Egli ha pensato una cosa buona, non l`ha scartata, ma l`ha mandata a termine. A questa intenzione il figlio del padrone acconsentí che il servo divenisse con lui erede. Dopo pochi giorni il suo padrone di casa diede un festino e gli mandò molte vivande del banchetto. Il servo prese le vivande che il padrone gli aveva mandato e, tolto il necessario per sé, diede poi il resto a tutti i suoi conservi. I conservi ricevendo le vivande gioirono e incominciarono a pregare per lui perché egli, che li aveva trattati cosí bene, trovasse grazia ancora piú grande presso il padrone. Il padrone seppe tutto questo e molto si rallegrò per la condotta del servo. Il padrone di nuovo chiamò gli amici e il figlio e parlò loro del comportamento che il servo tenne per le vivande ricevute. Essi ancor piú approvarono che il servo divenisse erede insieme al figlio».

       Gli dico: «Signore, non comprendo queste similitudini né potrei coglierle se non me le spieghi». «Tutto ti spiegherò chiarendoti quanto ti dirò. Osserva i precetti del Signore e gli sarai gradito e sarai annoverato tra quelli che custodiscono i suoi comandamenti. Se farai qualche cosa di buono oltre il comandamento di Dio, ti procurerai una gloria maggiore e piú gloriosa di quello che dovevi essere sarai presso Dio. Se osservando i precetti di Dio aggiungi anche questi servizi gioirai, facendoli secondo il mio volere». Gli dico: «Signore, osserverò ciò che tu vuoi. So che tu sei con me». «Sarò con te, dice, perché hai tanto desiderio di fare il bene, e sarò con tutti quanti hanno lo stesso desiderio. Il digiuno, con i precetti del Signore osservati, è molto bello. Cosí osserverai, dunque, il digiuno che stai per fare. Prima di tutto guardati da ogni parola cattiva e da ogni desiderio malvagio e purificati il cuore da tutte le cose vane di questo mondo. Se osserverai ciò, sarà questo il digiuno perfetto. Farai poi cosí. Compiute le cose prescritte, il giorno in cui digiunerai non gusterai nulla, tranne pane e acqua. Dei cibi che avresti mangiato calcola la quantità del denaro di quella giornata che avresti speso, mettila da parte e la darai alla vedova o all`orfano o al bisognoso. In questo modo ti farai umile e, per questa umiltà, chi ha ricevuto riempie la sua anima e pregherà il Signore per te. Se compi il digiuno che ti ho comandato, il tuo sacrificio sarà accetto al Signore, e questo digiuno sarà notato e il servizio che compi è bello e gioioso e ben accolto dal Signore. Questo osserverai tu con i tuoi figli e tutta la tua casa e osservandolo sarai felice. E quelli che udendo i precetti li osservano, saranno beati e riceveranno dal Signore le cose che chiedono».

 

       (Erma, Pastor, Similitudine V, 1-3)

 

 

3. Carità e prudenza devono temperare tutte le nostre azioni

 

       Tutto ciò che ha costituito oggetto di un preciso comandamento, comporta per noi la morte, se non adempiuto: le cose invece che sono piú consigliate che imposte, giovano se osservate, non attirano un castigo se disattese. E` questo il motivo per cui i nostri antenati hanno raccomandato di non votarsi a tutte quelle pratiche, almeno ad alcune, se non con prudenza e discrezione, tenuto conto delle circostanze di tempo, di luogo, del modo e del perché. Infatti, tutto va bene se esse capitano opportunamente; intraprese invece a sproposito, si rivelano nocive quanto fuori posto. Se uno, ad esempio, vede arrivare un fratello, nel quale deve con tutta umanità ripetere Cristo, ricevendolo con la piú amabile carità e volesse, per contro, osservare rigidamente il digiuno intrapreso, non si merita il rimprovero di disumanità, piú che la lode e il merito per il suo atto religioso?...

       In effetti, la misericordia, la pazienza, la carità o le altre virtù nominate piú sopra e nelle quali indubbiamente risiede il bene essenziale, non devono essere osservate in rapporto al digiuno; e questo anzi che va subordinato ad esse. Occorre lavorare per conquistarle come beni in sé, magari servendosi dei digiuni, e non assegnando loro i digiuni come fine. Affliggere la carne ha la sua utilità; l`astinenza è certamente un buon trattamento da riservarle: quale il perché? Per conseguire, con questo metodo, la carità in cui consiste il bene immutabile e perpetuo, senza eccezioni di tempi.

       La medicina, l`oreficeria, le altre arti e professioni del mondo non vengono esercitate, invero, allo scopo di costruire strumenti idonei al loro esercizio; è vero il contrario: sono gli strumenti che vengono predisposti in vista della pratica delle arti e professioni...

       Teniamo quindi ferma questa valutazione del digiuno, per poi disporci ad esso con tutte le potenze dell`anima, sapendo che ci sarà di giovamento se le circostanze di tempo, di qualità e di misura saranno convenienti e senza riporvi il termine della nostra speranza, bensí con l`intento di pervenire, per suo mezzo, alla purezza del cuore e alla carità insegnateci dall`Apostolo.

 

       (Giovanni Cassiano, Collationes, 21, 14, 3; 15, 1; 17, 1)

 

 

4. Digiuno incompleto

 

       Se digiuni due giorni, non ti credere per questo migliore di chi non ha digiunato. Tu digiuni e magari t`arrabbi; un altro mangia, ma forse pratica la dolcezza; tu sfoghi la tensione dello spirito e la fame dello stomaco altercando; lui, al contrario, si nutre con moderazione e rende grazie a Dio. Perciò Isaia esclama ogni giorno: Non è questo il digiuno che io ho scelto, dice il Signore (Is 58,5), e ancora: "Nei giorni di digiuno si scoprono le vostre pretese; voi tormentate i dipendenti, digiunate fra processi e litigi, e prendete a pugni il debole: che vi serve digiunare in mio onore? " (Is 58,3-4). Che razza di digiuno vuoi che sia quello che lascia persistere immutata l`ira, non dico un`intera notte, ma un intero ciclo lunare e di piú? Quando rifletti su te stessa, non fondare la tua gloria sulla caduta altrui, ma sul valore stesso della tua azione.

 

       (Girolamo, Epist., 22, 37)

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