QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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I PADRI NELLA LITURGIA - ANNO B

Ultimo Aggiornamento: 26/09/2009 12:16
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26/09/2009 12:05

IX DOMENICA

 

Letture:    Deuteronomio 5,12-15

       2 Corinti 4,6-11

       Marco 2,23; 3,6

 

1. Cristo non si ferma al sabato, mira a tutto l`uomo

 

       Gesú adduce quest`altra ragione. "Dopo tutto il Figlio dell`uomo è padrone del sabato" (Mt 12,4); e parla di se stesso. Secondo Marco, invece, il Maestro si riferisce a tutti gli uomini in generale e perciò afferma: "Il sabato è fatto per l`uomo e non l`uomo per il sabato" (Mc 2,27). Ma allora - voi mi direte - perché quell`uomo che raccoglieva legna in giorno di sabato fu punito con la morte? (cf. Nm 15,33). Vi rispondo che a quel tempo Dio usava tanta severità perché se già in principio si fosse tollerato il disprezzo delle leggi, certamente gli uomini le avrebbero osservate molto meno in seguito. L`osservanza del sabato portava del resto molti e grandi vantaggi. Ad esempio insegnava agli ebrei a essere piú miti e benevoli verso i loro familiari e compatrioti; faceva loro conoscere la provvidenza di Dio e le sue opere, come appunto testimonia Ezechiele (cf. Ez 20); educava gradualmente gli uomini ad allontanarsi dalla malvagità e li abituava ad applicarsi alle cose dello spirito. Se Dio, dando questa legge agli ebrei, avesse loro detto di dedicarsi a qualche opera buona nel giorno del sabato e di astenersi da ogni opera malvagia, essi non si sarebbero trattenuti dal lavorare in tal giorno. Per questo motivo Dio proibí tutto in egual modo e prescrisse di non compiere assolutamente nulla di sabato. Tuttavia, neppure cosí essi obbedirono a quella legge. Dio in realtà, promulgando quella legge, voleva far intendere che egli non desiderava altro dagli ebrei che l`astinenza dalle opere malvagie. «Non farete niente» - egli aveva detto - «eccetto quelle cose che farà l`anima» (cf. Es 12,16). Nel tempio, infatti, tutto si faceva di sabato come negli altri giorni, anzi con maggior fervore e con raddoppiato zelo. In tal modo, anche per mezzo di ombre e di immagini, il Signore rivelava ai suoi ascoltatori la verità. Ma Cristo - mi direte - viene ad abolire tutti questi vantaggi? Dio non voglia che pensiate una tal cosa. Ben lungi dall`abolirla, Gesú ne estende grandemente la portata. E` venuto infatti il tempo di insegnare agli uomini tutta la verità, nel modo piú sublime ed elevato. Non c`è piú alcun bisogno che queste antiche disposizioni leghino le mani all`uomo che, liberato dal male, vola ora verso tutti i beni. Non è piú necessario un giorno speciale per apprendere che Dio ha creato tutte le cose, né per divenire piú miti e umani, dato che ora tutti sono chiamati a imitare l`amore stesso di Dio per gli uomini. "Siate misericordiosi come il vostro Padre celeste è misericordioso" - dice Gesú (Lc 6,36). Coloro a cui Dio ordina di fare di tutta la vita una festa non devono piú solennizzare soltanto un giorno solo della settimana. "Celebriamo dunque la festa" - dice Paolo - "non con lievito vecchio, né con lievito di malizia e di perversità, ma con gli azzimi di purezza e di verità" (1Cor 5,8). Non è piú necessario, infatti, che si trattengano presso l`arca e l`altare d`oro, coloro che hanno il Signore di tutto l`universo dimorante con loro e conversano sempre con lui mediante la preghiera, le offerte, la lettura delle Sacre Scritture, le elemosine e la sua stessa presenza nel loro intimo. Che bisogno ha del sabato chi trascorre la sua vita in una continua festa e ha la sua cittadinanza in cielo?

       Viviamo dunque anche noi incessantemente in festa e non commettiamo nessun peccato: questa è vera festa...

       Considerate, vi prego, come egli adduce in modo sempre vario e nuovo a ogni circostanza le sue argomentazioni relative alla violazione del sabato. Nel miracolo del cieco nato non si difende dall`accusa che i suoi avversari gli rivolgono di aver impastato del fango in giorno di sabato. Eppure anche allora essi lo accusavano, ma è anche vero che in quell`occasione il modo in cui aveva operato il miracolo era sufficiente per dimostrare ch`egli era il Signore della legge. Nel caso del paralitico che si carica sulle spalle il letto in giorno di sabato, i giudei accusano Gesú; egli allora si difende in parte come Dio e in parte come uomo. Come uomo, quando dice: «Se dunque l`uomo anche di sabato riceve la circoncisione, affinché non sia violata la legge (e non dice: affinché l`uomo sia beneficato), come vi adirate contro di me, perché di sabato ho risanato tutt`intero un uomo?» (cf. Gv 7,23). Come Dio, quando afferma: "Il Padre mio opera ancora adesso e anch`io opero (Gv 5,17). Accusato invece a motivo dei suoi discepoli, replica: "Non avete voi letto cbe cosa fece David quando egli e i suoi compagni ebbero fame? Come cioè entrò nella casa di Dio e mangiò i pani di presentazione?" (Mt 12,3-4), e ricorda inoltre l`esempio dei sacerdoti. Qui, domanda ai giudei: E` lecito in giorno di sabato fare del bene, o fare del male?" (Mc 3,4); infatti «chi è tra voi che avendo una pecora...». Gesú conosce molto bene la loro avarizia e sa che amano le ricchezze piú degli uomini. L`altro evangelista narra infatti che, facendo tale domanda, Gesú gira lo sguardo su di loro (cf. Mt 3,5), per vedere di attirarli anche con lo sguardo: ma neppure cosí essi modificano il loro comportamento. In questo caso il Signore si limita a guarire con la parola; però in molte altre occasioni risana gli infermi imponendo le mani. Niente, tuttavia, calma l`ira dei farisei e mentre il malato è risanato essi, dopo la sua guarigione, diventano ancor peggiori. Cristo da parte sua avrebbe voluto guarire i suoi avversari prima ancora dell`infermo: perciò ha sperimentato mille metodi di cura sia in atti che in parole.

       Vedendo però che il loro male è incurabile, passa al miracolo. Allora disse a quell`uomo: «Stendi la tua mano». "La distese e ridivenne sana come l`altra" (Mt 12,13).

       Che fanno allora i giudei? Escono e si consultano tra loro per ucciderlo; riferisce, infatti, l`evangelista: "I farisei, usciti, tennero consiglio contro di lui, sul modo di toglierlo di mezzo" (Mt 12,14).

 

       (Giovanni Crisostomo, Comment. in Matth., 39, 3; 40, 1)

 

 

2. Il Padre agisce nel Figlio, e agisce sempre, anche di sabato

 

       Sono grandi le opere di Dio: tenere insieme il cielo, dar la luce al sole e agli altri astri, dar la forza di crescere ai semi della terra, tenere in piedi l`uomo, perfezionare un`anima; ma c`è dell`altro di gran lunga piú grande...

       Queste cose per volontà di Dio Padre stanno nel cielo e sulla terra; e sebbene tutte le cose siano state fatte attraverso il Figlio, tuttavia tutto è stato fatto da Dio. Lui è la sorgente e il principio di tutte le cose, e in lui tutto è stato fondato, sebbene poi in seguito dai tesori nascosti in se stesso, secondo un piano della sua potenza eterna, abbia tirato fuori le singole cose. Però, sebbene Cristo operi in tutte le cose, l`opera rimane tuttavia di colui che opera in Cristo; e perciò: "Il Padre mio agisce ogni giorno e io agisco in lui" (Gv 5,17), perché è opera del Padre tutto quello che fa il Figlio di Dio, mentre il Padre è in lui; ma è anche vero perciò che ogni giorno tutte le cose son fatte dal Figlio, perché il Padre agisce nel Figlio...

       C`è, dunque, un lavoro di Dio nel giorno di sabato? Ma certo; e se cosí non fosse, il sole cadrebbe, la luce del sole si spegnerebbe, la terra non starebbe compatta, la crescita dei frutti verrebbe meno; la vita dell`uomo finirebbe, se, in omaggio alla legge del sabato, l`esercizio di tutte le potenze naturali si mettesse a riposo. Ma non c`è riposo e il corso è sempre uguale e, come negli altri sei giorni, cosí anche di sabato tutti gli elementi fanno i compiti loro assegnati. Dunque, in ogni tempo, attraverso le cose create, il Padre agisce; agisce nel Figlio, che vien da lui, e per mezzo di lui, tutte queste cose sono opera del Padre... e attraverso il Figlio, l`opera del Padre viene eseguita anche di sabato; cosí non c`è riposo in Dio, poiché per Iddio non c`è un giorno senza attività.

       Ci son, dunque, le opere di Dio; bisognerebbe cercare quale sia il suo riposo. L`opera di Dio è l`opera di Cristo; il riposo di Dio è Cristo Dio; cosí che tutte le cose che son di Dio, son vere in Cristo, in modo che il Padre possa trovar riposo in esse.

 

       (Ilario di Poitiers, In Psalm., 94, 48 s.)

 

 

3. I singoli precetti erano legati al loro tempo

 

       Nota quali precetti dovessero servire solo al loro tempo e ad esso fossero adattati, e non lasciarti sconcertare se odi detti scritturistici contrari l`uno all`altro. Per esempio un detto suona cosí: «Voglio i sacrifici», un altro: «Odio i sacrifici». Un detto dice ancora: «Purifica i cibi da ciò che è impuro», un altro: «Mescolali e mangiali». Un altro ancora: «Osserva le feste!» un altro: «Io profano le feste». Un detto suona: «Santifica ii giorno sacro», un altro: «Io abbomino i sabati». Un detto dice: «Circoncidi ogni maschio», e un altro: «Abbomino la circoncisione». Quando odi ciò, renditi conto, ragionando, della diversità, e non lasciarti sconvolgere come molti che il demonio avvolge fra le sue spire!

       Senti dunque: i detti scritturistici sono usciti da una sola bocca, diretti però a generazioni diverse. Un detto si rivolge a una generazione, quella generazione svanisce e il precetto con lei; giunge un`altra generazione, ed ecco un altro detto che gli impone una nuova legge. I detti rivolti a tutte le generazioni si sommano e ammucchiano per l`ultima generazione. Ora si fanno avanti dei pazzi che spiegano la contraddittorietà di questi detti ammettendo diversi dèi, quali loro autori: essi non vedono che le singole generazioni sono diverse l`una dall`altra, e distinte anche nel loro modo di agire. E` necessario che a tutte le generazioni vengano date le disposizioni corrispondenti, ed ecco perciò ad ogni generazione detti stimolanti alla pietà, rivolti ai suoi figli. Ma in tal modo questi detti si sono moltiplicati ed ammucchiati; il cumulo di detti sconvolge gli insipienti, tanto che si staccano dall`unico Iddio.

       Molti furono i detti dei profeti, miranti a curare le infermità; tutte le medicine possibili furono usate contro la malattia della caducità. Vi sono precetti che perdono l`efficacia quando i mali precedenti non sono piú attuali; e ve ne sono altri, invece, che sussistono, perché anche i mali sussistono. Gli apostoli e i profeti sono medici delle anime: essi prescrivono i mezzi corrispondenti alla miseria dell`umanità; preparano le medicine per le malattie caratteristiche della loro generazione. Le loro medicine servono sia dopo che prima, perché vi sono malattie che sono proprie di qualche generazione e vi sono malattie comuni a tutte le generazioni. E contro le malattie nuove, essi prescrissero medicine nuove; per le malattie sussistenti in tutte le generazioni, essi porsero sempre le stesse medicine. Cosí fu dato il precetto: «Non rubare!». E` una malattia che continua, perciò continua anche il rimedio. Fu dato anche il precetto della circoncisione: quella malattia è svanita, perciò è venuto meno anche il rimedio. Si porse ai circoncisi uno strumento contro malattie che sarebbero sorte; ma tali strumenti, adatti contro malattie precedenti, ora sono diventati inutili, perché queste malattie oggi piú non si riscontrano. Non v`è piú il danno da esse causato, perciò il rimedio è diventato inutile. Cosí oggi i precetti del sabato, della circoncisione e della purità levitica sono superflui per noi; agli uomini invece di quei tempi erano senz`altro utili. Ai primi uomini erano inutili, perché essi erano sani per la conoscenza; anche a noi, ultimi uomini, sono inutili, perché siamo sani per la fede. Servirono solo agli uomini del periodo intermedio, perché erano aggravati dal paganesimo.

 

       (Efrem, De fide, 40-42)

 

 

4. La libertà dal sabato

 

       Nello stesso giorno, egli vide un uomo che lavorava di sabato e gli disse: «Uomo, se sai ciò che fai, sei beato; ma se non lo sai, sei maledetto e trasgressore della Legge! «.

 

       (J. Jeremias, Gli agrapha di Gesú, Brescia 1965, p. 83)

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