QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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I PADRI NELLA LITURGIA - ANNO B

Ultimo Aggiornamento: 26/09/2009 12:16
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26/09/2009 12:13

XV DOMENICA

 

Letture:     Amos 7,12-15

       Efesini 1,3-14

       Marco 6,7-13

 

1. Le caratteristiche della missione dei discepoli

 

       "E percorreva i villaggi circostanti insegnando. Chiamò poi i dodici e cominciò a mandarli a due a due a predicare e dava loro il potere sugli spiriti immondi" (Mc 6,6-7).

       «Benevolo e clemente, il Signore e maestro non rifiuta ai servi e ai discepoli i suoi poteri, e, come egli aveva curato ogni malattia e ogni debolezza, cosí dà agli apostoli il potere di curare ogni malattia ed ogni infermità. Ma c`è molta differenza tra l`avere e il distribuire, il donare e il ricevere. Gesú, quando opera, lo fa col potere di un padrone; gli apostoli, se compiono qualcosa, dichiarano la loro nullità e la potenza del Signore con le parole: "Nel nome di Gesú, alzati e cammina"» (Girolamo).

       "E ordinò loro di non prender nulla per il viaggio se non un bastone soltanto, non bisaccia, non pane, né denaro nella cintura, ma andassero calzati di sandali e non indossassero due tuniche" (Mc 6,8-9).

       «Tanto grande dev`essere nel predicatore la fiducia in Dio che, sebbene non si preoccupi delle necessità della vita presente, tuttavia deve sapere con certezza che non gli mancherà niente. E questo per evitare che, se la sua mente è presa da preoccupazioni terrene, egli non rallenti nell`impegno di comunicare agli altri le parole eterne (Greg. Magno).

       Quando infatti - secondo Matteo - disse loro: "Non vogliate possedere né oro né argento" - con quel che segue, - subito aggiunse: "Perché l`operaio ha diritto al suo sostentamento" (Mt 10,9-10). Mostra insomma chiaramente perché non ha voluto che essi possedessero né portassero seco quei beni; non perché questi non siano necessari al sostentamento di questa vita, ma perché egli li inviava in modo da far capire loro che tali beni erano loro dovuti dai credenti ai quali avrebbero annunziato il vangelo. E` chiaro dunque che il Signore non ordinò queste cose come se gli evangelisti non dovessero vivere di altro che di ciò che offrivano loro i fedeli cui essi annunziavano il vangelo (altrimenti si sarebbe comportato in modo opposto a questo precetto l`Apostolo [cf. 1Ts 2,9], che era solito ricavare il sostentamento dal lavoro delle sue mani per non essere di peso a nessuno), ma dette loro una libertà di scelta nell`uso della quale dovevano sapere che il sostentamento era loro dovuto. Quando il Signore comanda qualcosa, se questa non si compie, la colpa è della disobbedienza. Ma quando è concessa la facoltà di scelta, è lecito a ciascuno non usufruirne o sottostarvi liberamente. Ebbene il Signore, col dare l`ordine, che l`Apostolo ci riferisce (cf. 1Cor 2,9) essere stato da lui dato, a quanti annunziano il Vangelo, cioè di vivere della predicazione del Vangelo, intendeva dire agli apostoli che non dovevano possedere né dovevano avere preoccupazioni; che non dovevano portare con sé né tanto né poco di ciò che era necessario a questa vita; per questo aggiunse: "neppure il bastone", per sottolineare che da parte dei fedeli suoi tutto è dovuto ai suoi ministri che non chiedono nulla di superfluo. Aggiungendo poi "infatti l`operaio ha diritto al suo sostentamento", ha chiarito e precisato il perché delle sue parole. Ha simboleggiato nel bastone questa facoltà di scelta, dicendo che non prendessero per il viaggio altro che un bastone, per fare unicamente intendere che in grazia di quella potestà ricevuta dal Signore, e raffigurata nel bastone, gli apostoli non mancheranno neppure delle cose che non portano seco. La stessa cosa deve intendersi delle due tuniche nessuno di loro ritenga di doverne portare un`altra oltre quella che indossa, timoroso di poterne avere bisogno, in quanto può averla grazie a quella potestà di cui abbiamo parlato».

 

       (Beda il Vener., In Evang. Marc., 2, 6, 6-9)

 

 

2. La vocazione degli apostoli

 

       I discepoli di Giovanni, avendolo sentito parlare con Nostro Signore, abbandonarono il loro maestro e seguirono Nostro Signore. La voce non poteva trattenere discepoli accanto a sé, e li inviò al Verbo (cf.Gv 1,29-37). Conviene, infatti, che all`apparire della luce del sole, si spenga la luce della lanterna. Giovanni non restò che per porre fine al proprio battesimo con i] battesimo di Nostro Signore; poi morí, e tra i morti fu un araldo coraggioso come lo era stato nel seno di sua madre, simbolo del sepolcro.

       Le parole: "Abbiamo trovato il Signore" (Gv 1,41), manifestano che la fama del Signore si era diffusa fin dall`epoca dei Magi e si era rafforzata a motivo del battesimo da parte di Giovanni e della testimonianza dello Spirito. Ora il Signore si era allontanato, si era reso di nuovo invisibile per il suo digiuno di quaranta giorni. Sicché le anime rattristate desideravano avere sue notizie; erano suoi strumenti, secondo la sua parola: "Io ho scelto voi prima della creazione del mondo" (Gv 15,16.19; Ef 1,4). Si è scelto dei Galilei, un popolo rozzo - infatti i profeti li hanno chiamati gente rozza e abitatori delle tenebre (cf. Is 9,1) -, ma sono essi che hanno visto la luce e i dottori della legge ne restarono confusi: "Dio ha scelto gli stolti del mondo per confondere con essi i sapienti" (1Cor 1,27) ...

       Vennero a lui pescatori di pesci e divennero pescatori di uomini (cf. Lc 5,10), come è scritto: "Ecco io invierò numerosi pescatori" - dice il Signore -" che li pescheranno; quindi invierò numerosi cacciatori che daranno loro la caccia su ogni monte, su ogni colle" (Ger 16,16). Se avesse inviato dei sapienti, si sarebbe potuto dire che essi avrebbero persuaso il popolo e l`avrebbero di conseguenza conquistato, o che essi l`avrebbero ingannato e cosí preso. Se avesse inviato dei ricchi, si sarebbe detto che essi avrebbero schernito il popolo nutrendolo oppure che l`avrebbero corrotto con l`argento, e in questo modo dominato. Se avesse inviato degli uomini forti, si sarebbe detto che questi li avrebbero sedotti con la forza, o costretti con la violenza.

       Ma gli apostoli non avevano nulla di tutto ciò. Il Signore lo indicò a tutti con l`esempio di Simone. Era pusillanime, poiché fu colto da spavento alla voce di una serva; era povero, infatti non poté nemmeno pagare la sua parte di tributo, un mezzo statere: "Non possiedo né oro, dice, né argento" (At 3,6; cf. Mt 17,24-27). Era incolto, poiché quando rinnegò il Signore, non seppe tirarsi indietro con l`astuzia.

       Dunque partirono, questi pescatori di pesci, e riportarono la vittoria sui forti, i ricchi e i sapienti. Miracolo grande! Deboli com`erano, attraevano, senza violenza, i forti alla loro dottrina; poveri, istruivano i ricchi; ignoranti, facevano dei saggi e dei prudenti i loro discepoli. La sapienza del mondo ha ceduto il posto a quella sapienza che è di per sé sapienza delle sapienze.

 

       (Efrem, Diatessaron, 4, 3, 17 s. 20)

 

 

3. Tipologia dell`annunciatore del Regno

 

       "E ogni volta che qualcuno non vi riceverà, uscendo da quella città scuotete la polvere dai vostri piedi, in testimonianza contro di loro" (Lc 9,5).

       Gli insegnamenti del Vangelo indicano come deve essere colui che annunzia il Regno di Dio: senza bastone, senza bisaccia, senza calzature, senza pane, senza denaro, cioè a dire non preoccupato di cercare l`appoggio dei beni di questo mondo, stando sicuro nella sua fede che quanto meno cercherà i beni temporali tanto piú essi gli basteranno. Chi vuole, può intendere tutto questo passo nel senso che esso ha lo scopo di formare uno stato d`animo tutto spirituale, come di chi si è spogliato del corpo a mo` d`un vestito, non soltanto rinunziando a ogni forma di potere e disprezzando le ricchezze, ma ignorando anche ogni bisogno della carne.

       A costoro è fatta, prima di tutto, una raccomandazione generale che riguarda la pace e la costanza: essi porteranno ovunque la pace, andranno con costanza, osserveranno le norme e gli usi dell`ospitalità, poiché non si addice al predicatore del regno celeste correre di casa in casa e mutare con ciò le leggi inviolabili appunto dell`ospitalità. Ma se si suppone che generalmente sarà loro offerto il beneficio dell`ospitalità, tuttavia, nel caso che essi non siano bene accolti, vien loro impartito l`ordine di scuotersi la polvere di dosso e uscire dalla città. Questo ci insegna che una generosa ospitalità non riceve una ricompensa mediocre: non soltanto infatti noi procuriamo la pace ai nostri ospiti ma, se essi sono coperti da una leggera polvere di colpa, potranno togliersela accogliendo bene i predicatori apostolici. Non senza motivo in Matteo viene ordinato agli apostoli di scegliere bene la casa dove entreranno (cf. Mt 10,11), in modo da non trovarsi nella necessità di cambiare casa o di violare gli usi dell`ospitalità. Tuttavia, non si rivolge la stessa raccomandazione a colui che riceve l`ospite, nel timore che, operando una scelta fra gli ospiti, si finisca col limitare il dovere di ospitalità.

       Se noi con tutto questo abbiamo offerto, nel suo senso letterale, un valido precetto che riguarda il carattere religioso dell`ospitalità, tuttavia ci viene suggerita l`interpretazione spirituale del mistero. Ecco, quando si sceglie una casa, si ricerca un ospite degno. Vediamo un po` se per caso non sia la Chiesa che viene indicata alla nostra ricerca, e vediamo se l`ospite da scegliere non sia per caso Cristo. C`è una casa piú degna della santa Chiesa per accogliere la predicazione apostolica? E quale ospite potrà essere preferito a tutti gli altri, se non il Cristo? Egli è solito lavare i piedi ai suoi ospiti (cf. Gv 13,5) e, quanti egli riceve nella sua casa, non tollera che vi soggiornino con i piedi sporchi, ma, per quanto fangosi possano essere a causa della vita passata, egli si degna di lavarli per consentire che sia proseguito il viaggio. E` dunque lui che nessuno deve lasciare, né cambiare con un altro. A lui giustamente si dice: "Signore, a chi andremo noi? Tu hai parole di vita eterna, e noi crediamo" (Gv 6,68-69).

 

       (Ambrogio, Exp. in Luc., 6, 65-67)

 

 

4. Non possedere due tuniche

 

       E` infatti un dovere proprio degli apostoli, piuttosto che del popolo, che se uno ha due tuniche, una la dia a chi non ne ha. E perché tu sappia che questo consiglio conviene agli apostoli piú che alle folle, ascolta ciò che il Salvatore dice loro: "Non portate per via due tuniche" (Mt 10,10).

       Sta di fatto che questi due abiti, dei quali uno serve a vestirci e l`altro ci vien consigliato di darlo a chi non ne ha, hanno un altro significato. Insomma il Salvatore, cosí come noi «non dobbiamo servire due padroni» (cf.Lc 16,3; Mt 6,24), vuole che non possediamo due tuniche e non siamo avvolti in un duplice abito, in quanto uno è l`abito del vecchio uomo e l`altro l`abito dell`uomo nuovo. Egli al contrario desidera vivamente che noi «ci spogliamo del vecchio uomo per rivestirci dell`uomo nuovo» (cf. Col 3,9-10). Fin qui la spiegazione è facile.

       Ma ci si chiede soprattutto perché, alla luce di questa interpretazione, venga ordinato di dare una tunica a chi non ne ha. Qual è l`uomo che non ha sul suo corpo neppure un abito, che è nudo, che non è coperto assolutamente da nessuna veste? Io non dico in verità che con questo precetto non ci venga comandato di essere generosi, di avere pietà per i poveri e di possedere una bontà illimitata, tanto da spingerci a coprire coloro che sono nudi coll`altra nostra tunica; ma affermo che questo passo ammette un`interpretazione piú profonda. Noi dobbiamo donare una tunica a chi ne è completamente sprovvisto: chi è quest`uomo senza tunica? E` colui che è assolutamente privo di Dio. Noi dobbiamo spogliarci e dare la tunica a chi è nudo. Uno possiede Dio, e l`altro, cioè il potere avversario, ne è del tutto privo. E cosí come sta scritto: "precipitiamo i nostri delitti in fondo al mare" (Mi 7,19), nello stesso senso dobbiamo buttar via lontano da noi i vizi e i peccati e gettarli su colui che è stato per noi la causa di essi.

 

       (Origene, In Evang. Luc., 23, 3)

 

 

5. L`unzione dell`olio

 

       Cose simili a queste sono anche in Luca. Guarivano i malati ungendoli di olio è un particolare del solo Marco (Mc 6,13), ma c`è qualcosa di simile nella lettera Cattolica di Giacomo ove dice: "Sta male qualcuno in mezzo a voi, ecc." (Gc 5,14-15). L`olio è un rimedio per la stanchezza ed è fonte di luce e di gioia. L`unzione dell`olio, quindi, significa la misericordia di Dio, il rimedio delle malattie e l`illuminazione del cuore. Che la preghiera faccia tutto questo lo sanno tutti; l`olio, come credo, è simbolo di queste cose.

 

       (Cirillo di Ales., In Marcum comment. 6, 13)

 

 

6. Il sacerdote, profeta di verità, anche se sgradito

 

       Non è degno d`un imperatore interdire la libertà di parola e non è degno d`un sacerdote non dire ciò che pensa. Niente in voi imperatori è cosí democratico e amabile, quanto gradire la libertà, anche in quelli che vi devono l`obbedienza militare. Questa è la differenza che passa tra i buoni e i cattivi principi: i buoni amano la libertà, i cattivi la schiavitú. Niente in un sacerdote è cosi pericoloso presso Dio e turpe presso gli uomini quanto il non dire liberamente ciò ch`egli pensa. Sta scritto: "Parlavo a tua testimonianza in faccia ai re e non mi vergognavo" (Sal 118,46) e altrove: "Figlio dell`uomo, ti ho messo a guardia della casa d`Israele, perché, se il giusto dovesse lasciar la via della giustizia e commettesse un delitto e tu non gli dicessi niente, non rimarrà nessun ricordo della sua passata giustizia e chiederò conto a te della sua condanna. Se però tu aprirai gli occhi al giusto, in modo che non cada nel peccato, ed egli non peccherà, il giusto vivrà e, perché tu gli parlasti, anche la tua vita sarà salva" (Ez 3,17-19).

 

       (Ambrogio, Epist., 40, 2)

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