QUESTO FORUM E' CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO... A LUI OGNI ONORE E GLORIA NEI SECOLI DEI SECOLI, AMEN!
 
Innamoriamoci della Sacra Scrittura! Essa ha per Autore Dio che, con la potenza dello Spirito Santo solo, è resa comprensibile (cf. Dei Verbum 12) attraverso coloro che Dio ha chiamato nella Chiesa Cattolica, nella Comunione dei Santi. Predisponi tutto perché lo Spirito scenda (invoca il Veni, Creator Spiritus!) in te e con la sua forza, tolga il velo dai tuoi occhi e dal tuo cuore affinché tu possa, con umiltà, ascoltare e vedere il Signore (Salmo 119,18 e 2 Corinzi 3,12-16). È lo Spirito che dà vita, mentre la lettera da sola, e da soli interpretata, uccide! Questo forum è CONSACRATO ALLO SPIRITO SANTO e sottolineamo che questo spazio non pretende essere la Voce della Chiesa, ma che a Lei si affida, tutto il materiale ivi contenuto è da noi minuziosamente studiato perchè rientri integralmente nell'insegnamento della nostra Santa Madre Chiesa pertanto, se si dovessero riscontrare testi, libri o citazioni, non in sintonia con la Dottrina della Chiesa, fateci una segnalazione e provvederemo alle eventuali correzioni o chiarimenti!
 
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I PADRI NELLA LITURGIA - ANNO B

Ultimo Aggiornamento: 26/09/2009 12:16
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26/09/2009 12:14

XVII DOMENICA

 

Letture:     2 Re 4,42-44

       Efesini 4,1-6

       Giovanni 6,1-15

 

1. L`Eucaristia, dono grande e gratuito

 

       Nel deserto, Nostro Signore moltiplicò il pane (cf. Mt 14,13-21; 15,32-38; Gv 6,1-13), e a Cana mutò l`acqua in vino (cf. Gv 2,1-11). Abituò cosí la loro bocca al suo pane e al suo vino per il tempo in cui avrebbe dato loro il suo corpo e il suo sangue. Fece loro gustare un pane e un vino caduchi per suscitare in loro il desiderio del suo corpo e sangue che danno la vita. Diede loro con liberalità queste piccole cose perché sapessero che il suo dono supremo sarebbe stato gratuito. Le diede loro gratuitamente, sebbene avessero potuto acquistarle da lui, affinché sapessero che non sarebbe stato loro richiesto il pagamento di una cosa inestimabile; infatti, se potevano pagare il prezzo del pane e del vino, non avrebbero certamente potuto pagare il suo corpo e il suo sangue.

       Non soltanto ci ha colmato gratuitamente dei suoi doni, ma ancor piú ci ha vezzeggiati affettuosamente. Infatti, ci ha donato queste piccole cose gratuitamente per attirarci, affinché andassimo e ricevessimo gratuitamente quella cosa sí grande che è l`Eucaristia. Quegli acconti di pane e di vino che ci ha dato erano dolci alla bocca, ma il dono del suo corpo e del suo sangue è utile allo spirito. Egli ci ha attirati con quelle cose gradevoli al palato per trascinarci verso colui che dà la vita alle anime. Ha nascosto la dolcezza nel vino da lui fatto, per indicare ai convitati quale tesoro magnifico è nascosto nel suo sangue vivificante.

       Come primo segno, fece un vino che dà allegria ai convitati per mostrare che il suo sangue avrebbe dato allegria a tutte le genti. Il vino è parte in tutte le gioie immaginabili e parimenti ogni liberazione si riconnette al mistero del suo sangue. Diede ai convitati un vino eccellente che trasformò il loro spirito per far sapere loro che la dottrina con cui li abbeverava avrebbe trasformato i loro cuori. Ciò che all`inizio non era che acqua fu mutato in vino nelle anfore; era il simbolo del primo comandamento portato a perfezione; l`acqua trasformata era la legge perfezionata. I convitati bevevano ciò che era stato acqua, ma senza gustare l`acqua. Parimenti, quando udiamo gli antichi comandamenti, li gustiamo nel loro sapore nuovo. Al precetto: Schiaffo per schiaffo (cf. Es 21,24; Lv 24,20; Dt 19,21) è stata sostituita la perfezione: "Se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l`altra" (Mt 5,39).

       L`opera del Signore ottiene tutto; in un baleno, egli ha moltiplicato un po` di pane. Ciò che gli uomini fanno e trasformano in dieci mesi di lavoro, le sue dieci dita l`hanno compiuto in un istante. Le sue mani furono come una terra sotto il pane; e la sua parola come il tuono al di sopra di lui; il sussurro delle sue labbra si sparse su di lui come una rugiada e l`alito della sua bocca fu come il sole; in un brevissimo istante egli ha portato a termine quanto richiede di norma un lungo lasso di tempo. Dalla piccola quantità di pane è sorta una moltitudine di pani; come all`epoca della prima benedizione: "Siate fecondi e moltiplicatevi" (Gen 1,28). I pezzi di pane, prima sterili e insignificanti, grazie alla benedizione di Gesú - quasi seno fecondo di donna - hanno dato frutto da cui sono sopravanzati molteplici frammenti.

       Il Signore ha mostrato il vigore penetrante della sua parola a quelli che l`ascoltavano, e ha mostrato la rapidità con la quale egli elargiva i suoi doni a quelli che ne beneficiavano. Non ha moltiplicato il pane al punto che avrebbe potuto, ma fino alla quantità sufficiente per i convitati. Il miracolo non fu su misura della sua potenza, bensí della fame degli affamati. Se, infatti, il miracolo fosse stato misurato sulla sua potenza, riuscirebbe impossibile valutare la vittoria di quella. Commisurato alla fame di migliaia di persone, il miracolo ha superato le dodici ceste (cf. Mt 14,20). In tutti gli artigiani, la potenza è inferiore alla richiesta dei clienti; essi non possono fare tutto quanto gli domandano i clienti. Le realizzazioni di Dio, invece, superano i desideri. E: "Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto" (Gv 6,12) e non si pensi che il Signore abbia agito solo per fantasia. Ma, quando i resti saranno stati conservati un giorno o due, crederanno che il Signore ha agito in verità, e che non si trattò di un fantasma inconsistente.

 

       (Efrem, Diatessaron, 12, 1-4)

 

 

2. L`Eucaristia tra natura e grazia

 

       I miracoli che fece nostro Signore Gesú Cristo, sono opere divine che insegnano alla mente umana a elevarsi al di sopra delle cose visibili per comprendere ciò che è Dio. Siccome Dio è una natura che non è visibile agli occhi del corpo, e siccome i miracoli, con i quali egli regge e governa tutto il mondo e ogni creatura dell`universo, sembrano aver perduto valore perché ininterrottamente si ripetono, tanto che nessuno pensa piú di apprezzare la pur stupefacente e mirabile potenza divina che si manifesta anche in un chicco di grano, nella sua misericordia egli si riservò alcune cose, da compiere al momento opportuno e al di fuori del normale corso degli avvenimenti naturali, in modo da suscitare stupore alla vista di tali fatti, non maggiori, ma insoliti, rispetto a quei quotidiani avvenimenti che non destano piú impressione. E` certamente un maggiore miracolo il governare tutto il mondo, che saziare cinquemila uomini con cinque pani; e, tuttavia, nessuno se ne stupisce mentre gli uomini si meravigliano di fronte al miracolo dei pani, non perché si tratta di una cosa maggiore dell`altra, ma perché è rara. Chi, infatti, nutre tutto il mondo, se non colui che da pochi chicchi crea le messi? E il Signore agí proprio come agisce Dio. Con la sua potenza divina moltiplica pochi chicchi facendone nascere le messi, e con la stessa potenza moltiplicò nelle sue mani i cinque pani. Vi era potenza infatti nelle mani di Cristo, e quei cinque pani erano come semi di grano che non furono gettati in terra nei solchi, ma furono moltiplicati da colui che aveva creato la terra.

       Questo fatto colpisce i nostri sensi e ci obbliga a elevare la mente; questo prodigio, compiuto sotto i nostri occhi, ci spinge a sforzare l`intelletto, in modo da ammirare, attraverso le opere visibili, Dio invisibile, e in modo da desiderare, dopo esserci innalzati alla fede ed esserci per mezzo di essa purificati, di riuscire a vedere Dio, la cui natura invisibile abbiamo conosciuto attraverso le opere visibili.

       Ma non è solo questo che dobbiamo vedere nei miracoli di Cristo. Interroghiamo gli stessi miracoli, sentiamo cosa ci dicono di Cristo: essi hanno infatti un loro linguaggio, se si sa intenderlo. Dato che Cristo è il Verbo di Dio, ogni atto del Verbo è per noi una parola.

       Abbiamo udito quanto fu grande questo miracolo: cerchiamo ora di vedere quanto sia profondo: non lasciamoci attrarre solo da ciò che appare in superficie, ma scrutiamone la sublime altezza . . .

       Il Signore vide la folla, si rese conto che essa aveva fame e misericordiosamente la nutrí, grazie alla sua bontà e alla sua potenza. A cosa avrebbe giovato la sola bontà, in quel luogo dove non c`era niente per nutrire la turba di affamati? Se alla bontà non si fosse aggiunta la potenza, quella folla digiuna sarebbe rimasta in preda alla fame...

       I cinque pani significano i cinque libri di Mosè: giustamente essi non sono di frumento ma d`orzo, poiché essi appartengono al Vecchio Testamento. Voi sapete che l`orzo è, per sua natura, fatto in modo che è difficile arrivare sino al midollo, che è rivestito di un tegumento tenace e molto aderente, che solo a fatica si riesce a togliere. Cosí è la parola del Vecchio Testamento, rivestita di immagini e misteri terreni: ma se si riesce ad arrivare al midollo, ce se ne può nutrire e saziare...

       E` venuto anch`egli nascosto nel mistero del midollo dell`orzo, per cui si manifestava, e del rivestimento dell`orzo, per cui restava nascosto. Egli stesso, cioè il Signore, venne portando in sé ambedue le persone, del sacerdote e del re: del sacerdote in quanto egli si offrí come vittima a Dio per salvare noi, del re in quanto da lui siamo governati: e ci vengono svelati i misteri che erano tenuti nascosti. Rendiamo a lui grazie: ha realizzato in se stesso ciò che nel Vecchio Testamento ci aveva promesso.

       Egli ordinò di spezzare i pani; e spezzandoli essi furono moltiplicati. Niente può esserci di piú vero di questo. Quei cinque libri di Mosè, quanti libri produssero quando furono spiegati, cioè quando furono spezzati, vale a dire discussi ed esaminati? ...

       Infine, che impressione ricevettero coloro che assistettero al prodigio? "Quella gente" - dice l`evangelista -, "veduto il prodigio che era stato compiuto, diceva: «Questo qui è davvero il profeta»"(Gv 6,14).

       Probabilmente ritenevano che Cristo fosse un profeta, in quanto si erano trovati seduti sull`erba. In verità egli era il Signore dei profeti, colui che aveva realizzato le profezie e che aveva santificato i profeti: e lui stesso era profeta, in quanto a Mosè era stato detto: "Farò sorgere per loro un profeta simile a te" (Dt 18,18). Simile secondo la carne, non simile secondo la maestà. E che quella promessa del Signore aveva per oggetto lo stesso Cristo, noi abbiamo letto chiaramente negli Atti degli Apostoli (cf. At 7,37). Lo stesso Signore dice di se stesso: "Non c`è profeta senza onore, se non nella sua patria" (Gv 4,44). Il Signore è profeta, il Signore è il Verbo di Dio e nessun profeta può profetare senza il Verbo di Dio; il Verbo di Dio è con i profeti ed egli stesso è profeta. I tempi che ci hanno preceduto meritarono di avere profeti ispirati e colmati di verità dal Verbo di Dio: noi abbiamo meritato di avere come profeta lo stesso Verbo di Dio. E Cristo è profeta come è Signore dei profeti, cosí come è angelo, e Signore degli angeli. Egli stesso è detto angelo del grande consiglio (cf. Is 9,6). E, del resto, cosa dice altrove il profeta? Non sarà né un inviato né un angelo, ma verrà egli stesso per salvarli; cioè per salvarli non manderà un inviato, non manderà un angelo, ma verrà egli stesso. Chi verrà? Verrà egli stesso come un angelo. Ma non per mezzo di un angelo, a meno che non si intenda che egli è un angelo, ma in quanto Signore degli angeli. Del resto, in latino, la parola angelo significa annunziatore, messaggero. Se Cristo non avesse annunziato niente, non sarebbe stato detto angelo; se non avesse profetato niente, non sarebbe stato chiamato profeta. Egli ci ha esortato ad abbracciare la fede, a meritarci la vita eterna: certe cose le annunziò con la sua presenza, altre le preannunciò come future. In quanto con la sua presenza annunziava, era un angelo; in quanto prediceva il futuro, era un profeta; in quanto Verbo di Dio fatto uomo, era Signore degli angeli e dei profeti.

 

       (Agostino, Comment. in Ioan., 24, 1 ss.)

 

 

3. Il significato della moltiplicazione dei pani

 

       Cristo ha condotto la folla in un luogo deserto, perché il miracolo non sia assolutamente sospetto, e nessuno pensi che sia stato portato del cibo da qualche villaggio vicino. Per tale motivo l`evangelista ricorda anche l`ora, e non solo il luogo del miracolo.

       Ma in questa circostanza noi apprendiamo anche un`altra cosa: l`austerità cioè degli apostoli nelle necessità della vita e il loro disprezzo per il lusso e per ogni delicatezza. Sono dodici e hanno soltanto cinque pani e due pesci. Tanto trascurabile e secondario è per loro ciò che riguarda il corpo, e tanto presi e interessati sono esclusivamente delle cose spirituali. E neppure tengono per sé quel poco che hanno, ma lo donano a chi lo chiede loro. Da ciò dobbiamo imparare che per quanto poco noi abbiamo, pure questo dobbiamo dare a chi ne ha bisogno. Infatti, quando Gesú chiede agli apostoli di portargli quei cinque pani, non rispondono: E da che parte verrà il cibo per noi? come potremo calmare la nostra fame?, ma obbediscono immediatamente.

       Mi sembra inoltre che Gesú moltiplichi quei pochi pani che gli portano i discepoli, piuttosto che crearne altri dal niente, per spinger loro a credere, dato che la loro fede è ancora molto debole. Anche per questo il Signore leva gli occhi al cielo. Degli altri miracoli essi avevano molti esempi, ma del miracolo che ora sta per compiere, nessuno. Presi e spezzati i pani, li distribuisce per mano dei discepoli, onorandoli con tale incarico. Ma non solo intende render loro questo onore; vuole pure che al momento del miracolo non dubitino e che in seguito non se ne dimentichino, in quanto le loro stesse mani ne sono state testimoni. Per tale motivo permette anche, prima del miracolo, che la folla senta fame, e attende che gli apostoli si avvicinino e gli parlino. Per mezzo loro fa sedere tutti sull`erba e fa distribuire il pane, volendo prevenire sia gli uni che gli altri mediante le loro stesse dichiarazioni e i loro atti. Sempre per tale motivo prende dalle loro mani i pani, in modo che vi siano molte testimonianze del fatto ed essi abbiano molti ricordi del miracolo. Se infatti, dopo tante prove gli apostoli si dimenticano del miracolo, che avrebbero mai fatto se Gesú non avesse preso tali precauzioni? Gesú ordina alla folla di sedersi sull`erba, dando cosí una lezione di vita semplice, senza tante esigenze, poiché non vuole solo nutrire i corpi ma anche istruire le anime.

 

       (Giovanni Crisostomo, Comment. in Matth., 49, 2)

 

 

4. Preghiera eucaristica

 

Per l`Eucaristia ringraziate cosí:

Prima sul calice:

«Ti ringraziamo, o Padre nostro,

per la santa vite di David tuo servo

che a noi rivelasti per mezzo di Gesú tuo figlio.

A te la gloria nei secoli».

Per il pane spezzato:

«Ti ringraziamo, Padre nostro,

per la vita e la conoscenza

che a noi rivelasti per mezzo di Gesú tuo figlio.

A te la gloria nei secoli.

Come questo pane spezzato era sparso sui colli

e raccolto divenne una cosa sola

cosí la tua Chiesa si raccolga dai confini della terra nel tuo regno

poiché tua è la gloria e la potenza per Gesú Cristo nei secoli».

Nessuno mangi né beva della vostra Eucaristia, tranne i battezzati

nel nome del Signore. Per questo il Signore disse: non date

le cose sante ai cani (cf. Mt 7,6).

Dopo esservi saziati ringraziate cosí:

«Ti rendiamo grazie, o Padre santo,

per il tuo santo nome

che hai fatto abitare nei nostri cuori

per la conoscenza, la fede e l`immortalità

che rivelasti a noi per mezzo di Gesú tuo figlio.

A te la gloria nei secoli.

Tu, Signore onnipotente, hai creato ogni cosa per il tuo nome

e hai dato agli uomini a piacere cibo e bevanda

perché ti rendano grazie

e a noi donasti un cibo spirituale

una bevanda

e una vita eterna per mezzo di tuo figlio.

Prima di tutto ti ringraziamo perché sei potente;

a te la gloria nei secoli».

Ricordati, Signore, della tua Chiesa,

liberala da ogni male

rendila perfetta nel tuo amore

e santificata raccoglila dai quattro venti (cf. Mt 24,31) nel tuo

regno

che ad essa preparasti

perché tua è la potenza e la gloria nei secoli.

Venga la grazia e passi questo mondo.

Osanna al Dio di David.

Chi è fedele venga

chi non lo è si converta

Maran athà (cf. 1Cor 16,22; Ap 22,20). Amen.

 

       (Didacbè, IX ss.)

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